Pubblicità
BREVIBLOC
10 mg/ml, Soluzione per infusione
sacca 250 ml
Esmololo Cloridrato 10 mg/ml
Per gli eccipienti, vedere il punto 6.1
Soluzione per infusione
Tachicardie sopraventricolari (al di fuori delle sindromi di preeccitazione), e particolarmente: fibrillazione atriale, flutter atriale, tachicardia sinusale ed in tutti i casi in cui si giudichi necessario un betabloccante di brevissima durata d’azione.
Tachicardia ed ipertensione che si manifestino anche durante il periodo peri-operatorio.
Pubblicità
Il medicinale è una concentrazione, pronta all’uso (250 ml), di 10 mg/ml in sodio cloruro, raccomandata per la somministrazione endovenosa di Brevibloc. Non introdurre additivi a Brevibloc 10 mg/ml per infusione. Alla concentrazione di 10 mg/ml, la dose d’attacco di 0,5 mg/kg/min per un paziente di 70 kg corrisponde a 3,5 ml.
Tachiaritmia sopraventricolare
La posologia dell’esmololo deve essere adattata ad ogni paziente. Bisogna somministrare una dose d’attacco seguita da una dose di mantenimento.
Schema posologico
Sequenza di 5 minuti:
iniezione E. V. di una dose d’attacco di 500/mcg/kg/min in 1 minuto;
perfusione di una dose di mantenimento di 50/mcg/kg/min in 4 minuti.
Ricominciare la sequenza di 5 minuti fino ad ottenere l’effetto terapeutico desiderato:
stessa dose d’attacco in 1 minuto;
dose di mantenimento aumentata di 50 mcg/kg/min ad ogni sequenza, senza superare 200 mcg/kg/min.
Una volta raggiunte la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca desiderate, mantenere unicamente la perfusione della dose di mantenimento efficace, che si situa tra 50 e 200 mcg/kg/min.
La durata della perfusione ai livelli indicati e la dose di mantenimento possono essere modificate in funzione dell’effetto terapeutico e dell’incidenza di eventuali effetti secondari.
Lo schema posologico sopra riportato è descritto in modo più dettagliato nella tabella sottostante:
Dose di attacco: 500 mcg/kg/min per 1 minuto,
poi, dose di mantenimento: 50 mcg/kg/min al minuto per 4 minuti
| Se vi è risposta: mantenere la dose di mantenimento a 50 mcg/kg/min. |
Se dopo 5 minuti la risposta è insufficiente: ricominciare con una dose di attacco da 500 mcg/kg/min durante 1 minuto. Aumentare la dose di mantenimento a 100 mcg/kg/min, ogni minuto per 4 minuti | |
| Se vi è risposta: mantenere la dose di mantenimento a 100 mcg/kg/min. |
Se la risposta è insufficiente: ricominciare con una dose di attacco da 500 mcg/kg/min durante 1 minuto. Aumentare la dose di mantenimento a 150 mcg/kg/min ogni minuto per 4 minuti. | |
| Se vi è risposta: mantenere la dose di mantenimento a 150 mcg/kg/min. |
Se la risposta è insufficiente: ricominciare con una dose d’attacco da 500 mcg/kg/min durante 1 minuto. Aumentare la dose di mantenimento a 200 mcg/kg/min e mantenere la perfusione. | |
* Appena si raggiunge il punto limite della frequenza cardiaca richiesta (per es. pressione ematica diminuita), SOSPENDERE l’infusione d’attacco e ridurre la dose di incremento nell’infusione di mantenimento da 50 mcg /kg/min a 25 mcg /kg/min o meno. Se necessario, l’intervallo tra le fasi della titolabilità può essere aumentato da 5 a 10 minuti.
In caso di comparsa di effetti collaterali, ridurre la posologia di BREVIBLOC o interrompere la somministrazione del medicinale. Gli effetti collaterali scompaiono nei 30 minuti successivi.
In caso di comparsa di un’infiammazione nel punto di infusione, dovrà essere scelto un altro punto di iniezione facendo attenzione a prevenire uno stravaso.
L’interruzione brusca della somministrazione di BREVIBLOC non ha provocato nei pazienti trattati gli effetti rebound che sopravvengono abitualmente nel caso di arresto brusco di un trattamento cronico a base di betabloccanti in pazienti coronaropatici. Per questi pazienti un’attenzione particolare va osservata nel caso di un’interruzione drastica della somministrazione di esmololo.
Nei pazienti che presentano una tachicardia sopraventricolare, non appena siano stati ottenuti la frequenza cardiaca desiderata ed uno stato clinico stabile, si proseguirà la terapia con un antiaritmico quale verapamil, propranololo, metoprololo, digossina o chinidina.
Le istruzioni concernenti la sostituzione terapeutica sono fornite qui di seguito, ma, in ogni caso, il medico dovrà riferirsi attentamente alle istruzioni relative al prodotto scelto.
Altro antiaritmico | Posologia |
Propranololo | 10-20 mg ogni 4-6 ore per os |
Digossina | da 0,125 mg a 0,5 mg ogni 6 ore per os o E.V. |
Verapamil | 80 mg ogni 6 ore per os |
Chinidina | 200 mg ogni 2 ore per os |
La posologia dell’esmololo è da ridurre nei seguenti casi:
Durante la prima ora successiva alla somministrazione della prima dose del farmaco, ridurre della metà (50%) la velocità di infusione dell’esmololo.
Dopo la somministrazione della seconda dose del farmaco, sorvegliare la risposta ottenuta e, se la frequenza cardiaca si mantiene costante per un’ora, interrompere l’infusione dell’esmololo.
ATTENZIONE: l’impiego di infusioni di esmololo per periodi superiori alle 24 ore non è stato valutato.
Tachicardia e aumenti di pressione peri-operatori
In periodo intra-operatorio, durante l’anestesia, quando è necessario un controllo immediato:
iniezione E.V. di una dose d’attacco sotto forma di un bolo di 80 mg in 15-30 secondi;
infusione di una dose di mantenimento da 150 mcg/kg/min, che potrà essere aumentata fino a 300 mcg/kg/min.
Al momento del risveglio dall’anestesia, per prevenire la scarica adrenergica
iniezione E.V. di una dose d’attacco da 500 mcg/kg/min al minuto per 4 minuti;
infusione di una dose di mantenimento da 300 mcg/kg/min.
In periodo post-operatorio
iniezione E.V. di una dose d’attacco di 500 mcg/kg/min in 1 minuto;
usare le fasi di titolabilità di 50, 100, 150, 200, 250 e 300 mcg/kg/min somministrati ogni 4 minuti, fermandosi all’effetto terapeutico desiderato.
Ricominciare con la sequenza di 5 minuti fino ad ottenere l’effetto terapeutico desiderato:
stessa dose d’attacco in 1 minuto;
dose di mantenimento aumentata di 50 mcg/kg/min ad ogni sequenza, senza superare 300 mcg/kg/min.
Allorché siano raggiunte la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca desiderate, mantenere unicamente l’infusione della dose di mantenimento efficace che si situa tra 50 e 300 mcg/kg/min.
Può essere prevista una modulazione della durata dei livelli di perfusione e della dose di mantenimento in funzione dell’effetto terapeutico o dell’incidenza di eventuali effetti secondari.
Se le condizioni del paziente lo giustificano, è possibile interrompere in qualsiasi momento l’infusione e riprenderla con una dose di mantenimento inferiore quando ciò venga giudicato utile.
a) Assolute
Grave bradicardia (≤ 50 battiti/min.)
Blocco atrio-ventricolare di alto grado (senza apparati)
Shock cardiogenico
Insufficienza cardiaca congestizia scompensata
Bambini al di sotto dei 12 anni
Gravidanza e allattamento (vedi sezione 4.6, “Gravidanza e allattamento”)
b) Relative:
Asma bronchiale,
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (B.P.C.O.)
In caso di turbe ventilatorie ostruttive, ed in presenza di antecedenti di broncospasmo, l’esmololo deve essere utilizzato con prudenza tenendo conto della sua relativa cardioselettività beta 1 e della sua titolabilità (vedi anche 4.4 “Speciali avvertenze e precauzioni d’impiego”).
Precauzioni
In seguito al loro effetto negativo sul tempo di conduzione, i beta-bloccanti devono essere somministrati con attenzione nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado. Gli anziani devono essere trattati con cautela, iniziando con un dosaggio più basso; di solito la tolleranza degli anziani è buona.
I pazienti con malattia broncospastica non devono, in generale, ricevere beta-bloccanti. A causa della selettività e titolabilità del suo beta1 relativo, Brevibloc deve essere usato con cautela nei pazienti con malattie broncospastiche. Tuttavia, dato che la selettività del beta1 non è assoluta, Brevibloc deve essere titolato con attenzione per ottenere la dose efficace più bassa possibile. Nel caso di broncospasmo, l’infusione deve essere immediatamente sospesa e, se necessario, somministrato un agonista beta2.
Sulla base di quanto sopra, Brevibloc deve essere usato con cautela anche in pazienti con dispnea o asma pregresse.
Nei pazienti diabetici i betabloccanti possono nascondere i sintomi premonitori di un’ipoglicemia come una tachicardia; tuttavia, le vertigini ed i sudori non sono significativamente modificati.
Nei pazienti aventi una pressione arteriosa sistolica bassa prima dell’assunzione dell’esmololo sarà necessaria un’attenzione particolare durante il periodo di titolazione e durante la perfusione di mantenimento.Tutti i pazienti che ricevano dell’esmololo dovranno essere sottoposti ad una registrazione continua della pressione arteriosa e dell’ECG; in caso di episodio ipotensivo, con la riduzione del dosaggio o la sua interruzione l’ipotensione è rapidamente reversibile.
Nei pazienti con insufficienza renale l’esmololo deve essere somministrato con cautela poichè il metabolita acido dell’esmololo è principalmente eliminato immodificato dai reni. In questi pazienti l’eliminazione del metabolita acido è significativamente diminuita, poichè l’emivita è circa dieci volte superiore alla norma, e i livelli di plasma sono considerevolmente elevati.
In caso di insufficienza epatica non sarà necessaria nessuna ulteriore precauzione per via della funzione precipua svolta dalle esterasi plasmatiche nel metabolismo dell’esmololo.
In pazienti con disordini circolatori periferici (malattia o sindrome di Raynaud, claudicazione intermittente), i beta-blocanti devono essere usati con grande cautela dato che può sopravvenire un peggioramento di questi disordini.
Sebbene le interazioni osservate in studi “ad hoc” non siano clinicamente rilevanti (vedi la successiva sezione 4.5 “Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione”) Brevibloc deve essere titolato con cautela in pazienti trattati contemporaneamente con digossina, morfina, succinilcolina o warfarina.
Avvertenze
In caso di antecedenti di insufficienza cardiaca, la stimolazione simpatica è necessaria per sostenere la funzione circolatoria nell’insufficienza cardiaca congestizia, e il blocco dei recettori beta ha il rischio potenziale di aumentare la depressione della contrattilità del miocardio e causare maggiore insufficienza. La continua depressione del miocardio con gli agenti beta-bloccanti per un certo periodo di tempo può, in alcuni casi, portare ad insufficienza cardiaca. Ai primi segni o sintomi di insufficienza cardiaca imminente, Brevibloc deve essere interrotto. Sebbene l’interruzione possa essere sufficiente, a causa della rapida emivita di Brevibloc, considerare anche un trattamento specifico (vedi anche sezione 4.9 “Sovradosaggio”).
I beta-bloccanti possono aumentare il numero e la durata degli attacchi di angina nei pazienti con angina di Prinzemetal dovuta all’alfa-recettore incontrastato che funge da mediatore nella vasocostrizione dell’arteria coronarica. In questi pazienti i beta-bloccanti non selettivi non devono essere usati ed i bloccanti beta1 selettivi vanno usati solo con la massima attenzione.
I beta-bloccanti possono indurre bradicardia. Se la velocità del polso diminuisce a meno di 50-55 battiti al minuto a riposo e il paziente manifesta sintomi collegati alla bradicardia, il dosaggio deve essere ridotto.
I beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni che la serietà delle reazioni anafilattiche.
Nei pazienti anziani: non è stata rilevata nessuna modifica degli effetti farmacodinamici dal confronto dei risultati ottenuti in pazienti di età superiore ai 65 anni e pazienti di età inferiore ai 65 anni.
La sicurezza e l’efficacia dell’esmololo sul bambino non sono state accertate.
Per chi pratica sport agonistici, attenzione: questo prodotto contiene un principio attivo che può introdurre una reazione positiva ad alcuni test praticati durante controlli antidoping.
Links sponsorizzati
L’associazione con agenti ganglioplegici può provocare un potenziamento dell’effetto ipotensivo.
L’associazione dell’esmololo agli anestetici volatili può potenziare i loro effetti ipotensivi. La posologia dell’uno o degli altri potrà essere modificata per mantenere l’effetto desiderato.
Farmaci anestetici: in situazioni in cui lo stato del volume plasmatico del paziente è incerto oppure vengono utilizzati in concomitanza farmaci anti-ipertensivi, si può verificare attenuazione della tachicardia di riflesso e un aumentato rischio di ipotensione.
Il blocco continuato dei recettori beta riduce il rischio di aritmia durante l’induzione e l’intubazione. L’anestesista deve essere informato quando il paziente riceve un agente beta-bloccante in aggiunta a Brevibloc.
L’associazione alla succinilcolina non provoca modificazione della velocità di comparsa del blocco neuromuscolare; in cambio, la durata di tale blocco può risultare leggermente aumentata (passando da 5 ad 8 minuti).
Calcio-antagonisti: L’associazione con verapamil o diltiazem influenza negativamente la contrattilità e la conduzione atrio-ventricolare. Ai pazienti che presentano turbe della conduzione, l’esmololo non potrà essere somministrato che 48 ore dopo l’interruzione del verapamil.
L’associazione con derivati della diidropiridina, come la nifedipina, può aumentare il rischio d’ipotensione. Inoltre, nei pazienti con insufficienza cardiaca, il trattamento con agenti beta-bloccanti può portare ad arresto cardiaco. Pertanto, sono raccomandati un’attenta valutazione della titolazione di Brevibloc ed un appropriato monitoraggio emodinamico
L’associazione di beta-bloccanti con glicosidi digitalici può aumentare il tempo di conduzione atrio-ventricolare.
In uno studio specifico condotto su volontari sani, dove digossina e Brevibloc sono stati somministrati contemporaneamente per via endovenosa, si è verificato in alcuni casi un aumento del 10-20% dei livelli ematici di digossina, mentre quest’ultima non ha influenzato la farmacocinetica di Brevibloc.
Associazione con clonidina: I beta-bloccanti aumentano il rischio dell’ipertensione di “rebound”. Se associato a beta-bloccanti non selettivi, come il propanololo, il trattamento con clonidina deve essere continuato per un certo periodo successivamente all’interruzione della somministrazione del beta-bloccante.
L’associazione alla morfina per via endovenosa non provoca alcuna modificazione del tasso plasmatico di morfina; invece, è stato osservato un aumento del 46% dei tassi plasmatici d’esmololo allo stato d’equilibrio senza modificazione degli altri parametri farmacocinetici.
L’associazione con farmaci anti-aritmici di classe I (per es. disopiramide, chinidina) e amiodarone può avere un effetto potenziante sul tempo di conduzione atriale ed indurre effetto inotropo negativo.
L’insulina e i farmaci antidiabetici orali possono intensificare l’effetto ipoglicemizzante (specialmente nel caso di beta-bloccanti non selettivi). Il blocco beta-adrenergico può prevenire, mascherandola l’apparizione dei segni di ipoglicemia (tachicardia).
I farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine possono aumentare gli effetti ipotensivi dei beta-bloccanti.
Gli agenti simpaticomimetici possono contrastare l’effetto degli agenti bloccanti beta-adrenergici
La somministrazione concomitante di antidepressivi triciclici, barbiturici e fenotiazine, come pure di altri agenti anti-ipertensivi può aumentare gli effetti di abbassamento della pressione ematica. Il dosaggio di Brevibloc deve pertanto essere regolato conseguentemente per evitare un’ipotensione inattesa.
I dati ottenuti da uno studio di interazione tra Brevibloc e la warfarina hanno dimostrato che la somministrazione concomitante di Brevibloc e warfarina non altera i livelli di plasma della warfarina. Le concentrazioni di Brevibloc, tuttavia, sono inequivocabilmente maggiori se somministrato con warfarina.
Le sostanze che esauriscono la catecolamina come per es. la reserpina, possono avere un potenziamento di effetto se somministrate con agenti beta-bloccanti. I pazienti trattati contemporaneamente con una di queste sostanze e Brevibloc devono dunque essere osservati attentamente per un’eventuale ipotensione o segni di bradicardia evidente, che si manifestano con vertigini, sincope o ipotensione posturale.
Sebbene non ci siano studi adeguati e ben controllati nelle donne in stato di gravidanza, è stato riportato che l’uso dell’esmololo nell’ultimo trimestre di gravidanza o durante il travaglio o il parto può causare bradicardia fetale, continuata dopo il termine dell’infusione del farmaco. L’uso di Brevibloc nelle donne in cui si sospetta o è confermata una gravidanza deve essere evitato.
Non è noto se Brevibloc è escreto nel latte umano: tuttavia, la somministrazione di Brevibloc nelle madri che allattano deve essere evitata.
Non applicabile
Più frequentemente: ipotensione arteriosa (vedi sezione 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Meno frequentemente: eccessiva sudorazione, nausea, vomito, ischemia periferica, cefalea, infiammazione, indurimento al livello del punto d’infusione (vedi sezione 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”), bradicardia e broncospasmo in periodo perioperatorio.
Raramente: ansietà, anoressia, costipazione, ritenzione urinaria, edema, sibili, dispnea, turbe dell’eloquio, disturbi della vista ed episodi febbrili.
Eccezionalmente: in caso di stravaso, possibilità di necrosi cutanea.
In caso di comparsa di effetti collaterali, ridurre o interrompere l’infusione di esmololo. Tutti questi effetti collaterali scompaiono in al massimo 30 minuti dalla sospensione dell’infusione di esmololo.
Le seguenti reazioni avverse sono state registrate in studi clinici condotti su 369 pazienti con tachiaritmia sopraventricolare e su 600 pazienti in fase intra-operatoria e post-operatoria. Molte reazioni avverse osservate nello studio clinico controllato sono state leggere e passeggere. La più importante reazione avversa è stata l’ipotensione.
Cardiovascolari – L’ipotensione sintomatica (sudorazione, capogiri) è sopravvenuta nel 12% dei pazienti, e la terapia è stata interrotta in circa l’11% dei casi, metà dei quali circa erano sintomatici. L’ipotensione asintomatica è sopravvenuta nel 25% circa dei pazienti. L’ipotensione si è risolta durante l’infusione di Brevibloc nel 63% di questi pazienti e entro 30 minuti dopo l’interruzione dell’infusione nell’80% dei pazienti rimanenti. La sudorazione ha accompagnato l’ipotensione nel 10% dei pazienti. E’ sopravvenuta ischemia periferica nell’1% circa dei pazienti. Pallore, rossore, bradicardia (battito cardiaco minore di 50 battiti al minuto), dolore al torace, sincope, edema polmonare e blocco cardiaco sono stati riportati in meno dell’1% dei pazienti. In due pazienti senza tachiaritmia sopraventricolare ma con grave danno all’arteria coronarica (dopo-infarto del miocardio inferiore o angina instabile), si è sviluppata grave bradicardia/pausa sinusale/asistolia, reversibile in entrambi i casi con l’interruzione del trattamento.
Sistema Nervoso Centrale – Sono sopravvenuti capogiri nel 3% dei pazienti; sonnolenza nel 3%; confusione, mal di testa ed agitazione in circa il 2%; affaticamento nell’1% circa dei pazienti. Parestesia, astenia, depressione, pensieri anormali, ansietà, anoressia e vertigini sono stati riportati in meno dell’1% dei pazienti. Sono state riportate anche convulsioni in meno dell’1% dei pazienti, con un caso di decesso.
Respiratori – Broncospasmo, asma, dispnea, congestione nasale, sibili e rantoli sono stati riportati in meno dell’1% dei pazienti.
Gastrointestinali – È stata riportata nausea nel 7% dei pazienti. È sopravvenuto vomito nell’1% circa dei pazienti. Dispepsia, costipazione, bocca secca e dolori addominali sono sopravvenuti in meno dell’1% dei pazienti. È stata riportata anche alterazione del gusto.
Epidermiche (punto di infusione) – Le reazioni del punto di infusione incluse infiammazione e indurimento sono state riportate nell’8% circa dei pazienti. Edema, eritema, scolorimento della pelle, bruciore al punto di infusione, tromboflebiti e locale necrosi cutanea dovuta a stravaso sono sopravvenute ognuna in meno dell’1% dei pazienti.
Varie – Ciascuna delle seguenti reazioni avverse è stata riportata in meno dell’1% dei pazienti: ritenzione urinaria, disordini del linguaggio, disturbi della vista, dolore tra le scapole, brividi e febbre.
Nel periodo intra-operatorio, sono state osservate anche bradicardia e broncospasmo.
Links sponsorizzati
I sovradosaggi di Brevibloc possono causare arresto cardiaco. In aggiunta, i sovradosaggi possono causare bradicardia, ipotensione, dissociazione elettromeccanica e perdita di coscienza. Casi di sovradosaggio accidentale massiccio di Brevibloc sono sopravvenuti in seguito ad errori di diluizione. Alcuni di questi sovradosaggi sono stati fatali mentre altri hanno causato invalidità permanente. Dosi in bolo variabili da 625 mg a 2,5 g (12,5-50 mg/kg) sono state fatali. I pazienti si sono ripresi completamente da sovradosaggi di 1,75 g somministrati in un minuto o dosi di 7,5 g somministrate in un’ora per chirurgia cardiovascolare. I pazienti che sono sopravvissuti sono stati quelli la cui funzione circolatoria poteva essere supportata fino all’esaurimento degli effetti causati da Brevibloc.
A causa del suo tempo di eliminazione (emivita di circa 9 minuti), il primo passo nel trattamento della tossicità consiste nell’interruzione dell’infusione di Brevibloc. Poi, in base agli effetti clinici osservati, devono essere considerati anche i seguenti provvedimenti generali.
Bradicardia: Somministrazione endovenosa di atropina o di un altro farmaco anti-colinergico.
Broncospasmo: Somministrazione endovenosa di un beta-2-mimetico e/o di un derivato teofillinico.
Insufficienza cardiaca: Somministrazione endovenosa di un diuretico e/o di un glicoside digitalico. Nello shock risultante da un’inadeguata contrattilità cardiaca, somministrazione endovenosa di un agente inotropico. Possono essere considerati dopamina, dobutamina, isoprenalina o amrinone.
Ipotensione sintomatica: Somministrazione endovenosa di liquidi e/o agenti pressori
Shock cardiogenico: Somministrazione endovenosa di dopamina, di dobutamina, di isoprenalina o di amrinone
Categoria farmacoterapeutica: Betabloccanti. Codice ATC C07AB09: Esmololo cloridrato
Brevibloc è un betabloccante cardioselettivo che inibisce i recettori adrenergici con un rapido attacco, una durata di azione molto breve e senza una significativa attività simpaticomimetica intrinseca o un effetto stabilizzante di membrana alle dosi terapeutiche.
L’esmololo cloridrato, principio attivo di Brevibloc, è chimicamente collegato alla classe dei beta-bloccanti fenossidici propanolaminici. La molecola ha un gruppo estere labile dal punto di vista enzimatico che permette un rapido metabolismo ed una emivita plasmatica breve.
Brevibloc, come altri beta-bloccanti, può esercitare effetti inotropi negativi.
Le sue proprietà farmacologiche gli conferiscono rapidità d’azione, breve durata d’azione ed adattabilità delle dosi terapeutiche:
Dopo una dose d’attacco appropriata, la concentrazione plasmatica allo stato di equilibrio è ottenuta in meno di 5 minuti ed è in correlazione al conseguimento dell’effetto farmacologico desiderato.
La titolazione permette di ottenere la dose terapeutica adatta ad ogni paziente.
Una rapida reversibilità del blocco dei beta-recettori è ottenuta nei minuti che seguono l’interruzione della perfusione.
Links sponsorizzati
L’emivita di distribuzione è molto rapida, circa 2 minuti.
L’emivita di eliminazione è di circa 9 minuti dopo la somministrazione endovenosa.
L’esmololo è metabolizzato da esterasi eritrocitarie sanguigne e/o tessutali in un metabolita acido e in metanolo per idrolisi del gruppo esterificato.
L’esmololo è escreto nelle urine sotto forma immutata (meno del 2% del prodotto somministrato) e sotto forma di un metabolita acido sprovvisto di significativa azione betabloccante.
La cinetica di eliminazione dell’esmololo è indipendente dalla dose nell’intervallo posologico da 50 a 300 mcg/kg/min.
La clearance totale è di 285 ml/kg/min. Essa non dipende dal flusso sanguigno epatico, nè da alcun altro flusso sanguigno locale.
Il volume di distribuzione è di 3,4 l/kg.
Il legame con le proteine plasmatiche è del 55%.
Non applicabile
Sodio cloruro, sodio acetato, acido acetico glaciale, sodio idrossido o acido idrocloridrico, acqua ppi. L’osmolarità è 312 mOsmol/L.
Brevibloc non è compatibile con il bicarbonato di sodio.
18 mesi
Non conservare al di sopra di 25 °C. Non refrigerare o congelare.
Brevibloc 10 mg/ml soluzione per infusione è fornito in una sacca poliolefinica da 250 ml, pronta all’uso, priva di lattice con due accessi in PVC.
Brevibloc 10 mg/ml per infusione è fornito in sacche poliolefiniche da 250 ml, pronte all’uso, prive di lattice, con due accessi in PVC, uno per il farmaco e l’altro per la somministrazione. Nel caso di Brevibloc 10 mg/ml per infusione, l’accesso per il farmaco deve essere usato solo per prelevare un bolo iniziale dalla sacca; tale accesso non deve essere usato per la somministrazione ripetuta di boli. Usare una tecnica asettica quando si preleva la dose di bolo. Non aggiungere altri farmaci a Brevibloc 10 mg/ml per infusione. Ogni sacca è monouso e non contiene conservanti. Una volta che il farmaco è stato prelevato, si consiglia di utilizzare il contenuto della sacca entro 24 ore, dopo le quali il contenuto non utilizzato deve essere eliminato. Gettare il contenuto non utilizzato. Non riconnettere sacche parzialmente usate.
ATTENZIONE
Non usare contenitori in plastica per connessioni in serie. Un simile utilizzo può causare un’embolia dovuta all’aria residua proveniente dal contenitore primario prima che la somministrazione del liquido dal contenitore secondario sia completata.
PER APRIRE
Non rimuovere l’unità dall’involucro esterno fino all’utilizzo. Non usare se l’involucro esterno è stato precedentemente aperto o danneggiato. L’involucro esterno è una barriera per l’umidità. La sacca interna assicura la sterilità della soluzione.
Tirare l’involucro esterno dall’incavo e rimuovere la sacca. Si può osservare una certa opacità della plastica dovuta all’assorbimento dell’umidità durante il processo di sterilizzazione. Ciò è normale e non influenza la qualità o la sicurezza della soluzione. L’opacità diminuirà gradualmente.
Controllare se ci sono piccole perdite comprimendo con forza la sacca interna. Se si scoprono perdite, gettare la soluzione dato che la sterilità può essere compromessa. Non usare se la soluzione non è limpida, incolore fino al giallo chiaro, e se il sigillo non è intatto.
Non introdurre additivi a Brevibloc 10 mg/ml per infusione.
PREPARAZIONE PER SOMMINISTRAZIONE ENDOVENOSA (usare una tecnica asettica)
Appendere il contenitore utilizzando l’occhiello di supporto
Rimuovere la protezione in plastica dal punto di uscita in fondo al contenitore
Collegare il set di somministrazione. Fare riferimento alle istruzioni per l’uso del set
Baxter S.p.A.
Viale Tiziano 25
00196 - Roma
AIC N. 027248032
9 febbraio 2004
Gennaio 2008