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BRIMONIDINA SANDOZ 2 MG/ML COLLIRIO, SOLUZIONE
Un ml di soluzione contiene 2 mg di brimonidina tartrato, equivalenti a 1,3 mg di brimonidina.
Eccipiente: benzalconio cloruro 0,05 mg/ml
Collirio.
Soluzione limpida, di colore leggermente giallo-verdognolo.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Riduzione della pressione intraoculare (PIO) elevata nei pazienti con glaucoma ad angolo aperto o con ipertensione oculare.
In monoterapia nei pazienti per i quali sia controindicata una terapia topica con betabloccanti.
Come terapia aggiuntiva ad altri medicinali che riducono la pressione intraoculare quando non si ottenga la PIO desiderata con un singolo agente (vedere paragrafo 5.1).
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Dose raccomandata negli adulti (compresi i pazienti anziani)
La dose raccomandata è una goccia di brimonidina nel/negli occhio/i interessato/i, due volte al giorno, a distanza di circa 12 ore. Nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento della dose. Come per tutti i colliri, al fine di ridurre il possibile assorbimento sistemico si raccomanda di comprimere il sacco lacrimale al canthus mediale (occlusione puntale) per il minuto immediatamente successivo alll’applicazione di ciascuna goccia di collirio.
In caso di somministrazione concomitante di altri prodotti oftalmici topici, questi devono essere instillati a distanza di 5-15 minuti.
Uso in pazienti con compromissione renale ed epatica
Non sono stati condotti studi sull’uso della brimonidina nei pazienti con compromissione epatica o renale (vedere paragrafo 4.4).
Uso nei pazienti pediatrici
Non sono stati effettuati studi clinici negli adolescenti (dai 12 ai 17 anni).
L’uso di Brimonidina Sandoz 2 mg/ml collirio non è raccomandato nei bambini al di sotto di 12 anni ed è controindicato nei neonati e nei lattanti (meno di 2 anni - vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 4.9). È noto che nei neonati possono verificarsi gravi reazioni avverse. Nei bambini la sicurezza e l’efficacia della brimonidina non sono state stabilite.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
Neonati e lattanti (vedere paragrafo 4.8)
Pazienti in terapia con inibitori delle monoamino-ossidasi (I-MAO) e pazienti che ricevono antidepressivi che influenzano la trasmissione noradrenergica (per esempio antidepressivi triciclici e mianserina).
I bambini di età pari o superiore a 2 anni, in particolare quelli tra 2 e 7 anni e/o di peso inferiore a 20 kg, devono essere trattati con cautela e monitorati attentamente, a causa dell’elevata incidenza di sonnolenza (vedere paragrafo 4.8).
Deve essere usata cautela nel trattamento dei pazienti con malattie cardiovascolari gravi o instabili e non controllate.
Nel corso di studi clinici alcuni pazienti (12,7%) hanno sviluppato una reazione oculare di tipo allergico alla brimonidina (per ulteriori dettagli vedere paragrafo 4.8). Se si osservano reazioni allergiche, il trattamento con la brimonidina deve essere interrotto.
La brimonidina deve essere usata con cautela nei pazienti con depressione, insufficienza cerebrale o coronarica, fenomeno di Raynaud, ipotensione ortostatica o tromboangite obliterante.
La brimonidina non è stata studiata nei pazienti con insufficienza epatica o renale; il trattamento di tali pazienti deve pertanto essere effettuato con cautela.
Il conservante contenuto in Brimonidina Sandoz 2 mg/ml collirio (benzalconio cloruro) può causare irritazione oculare. Evitare il contatto con lenti a contatto morbide. Rimuovere le lenti a contatto prima dell’instillazione e attendere almeno 15 minuti prima di applicarle di nuovo. È noto che il benzalconio cloruro scolorisce le lenti a contatto morbide.
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Sebbene non siano stati condotti specifici studi di interazione farmacologica con la brimonidina, deve essere presa in considerazione la possibilità che l’assunzione concomitante con agenti depressivi del sistema nervoso centrale (alcol, barbiturici, oppiacei, sedativi o anestetici) possa provocare un effetto additivo o potenziante.
Non sono disponibili dati sul livello di catecolamine in circolazione dopo la somministrazione della brimonidina. Si raccomanda tuttavia cautela nei pazienti che assumono farmaci in grado di alterare il metabolismo e la captazione delle amine circolanti (per esempio clorpromazina, metilfenidato, reserpina). In seguito all’applicazione della brimonidina in alcuni pazienti sono state osservate diminuzioni clinicamente non significative della pressione sanguigna. Si raccomanda pertanto cautela nel caso dell’uso concomitante di medicinali quali antiipertensivi e/o glicosidi cardiaci.
Si raccomanda inoltre cautela all’inizio (o all’atto di ogni eventuale variazione della dose) di un trattamento concomitante con agenti sistemici (indipendentemente dalla forma farmaceutica) che possono interagire con gli agonisti alfa-adrenergici o interferire con la loro attività, come gli agonisti o gli antagonisti dei recettori adrenergici (per esempio isoprenalina, prazosina).
Non vi sono dati adeguati riguardanti la sicurezza d’uso della brimonidina in donne in gravidanza. Negli studi condotti sugli animali, brimonidina tartrato non ha provocato effetti teratogeni.
Nei conigli la somministrazione della brimonidina tartrato a livelli plasmatici più elevati di quelli raggiunti durante la terapia nell’uomo ha causato un aumento di perdite preimpianto e una riduzione dello sviluppo post-natale. La brimonidina deve essere utilizzata in gravidanza solo se il potenziale beneficio per la madre supera il potenziale rischio per il feto.
Non è noto se la brimonidina passi nel latte materno umano. Il preparato passa nel latte dei ratti in allattamento. La brimonidina non deve essere utilizzata dalle donne che allattano al seno.
Brimonidina Sandoz 2 mg/ml collirio, soluzione esercita un’influenza minima o moderata sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari
La brimonidina può causare stanchezza e/o sonnolenza, effetti che potrebbero compromettere la capacità di guidare veicoli o utilizzare macchinari. La brimonidina può causare offuscamento e/o anomalie della vista, effetti che potrebbero compromettere la capacità di guidare o di usare macchinari, specialmente di notte o in condizioni di scarsa illuminazione.
Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono state secchezza delle fauci, iperemia oculare e bruciore, tutti questi effetti si sono verificati nel 22-25% dei pazienti. In genere sono di natura transitoria e di solito non sono gravi al punto da richiedere l’interruzione del trattamento.
Durante gli studi clinici, nel 12,7% dei pazienti si sono verificati sintomi di reazioni allergiche oculari (che nell’11,5% dei casi hanno determinato la sospensione della terapia): nella maggior parte dei pazienti l’insorgenza si è verificata tra il 3° e il 9° mese.
All’interno di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità. Al fine di classificare l’insorgenza degli effetti indesiderati sono state utilizzate le seguenti terminologie:
molto comune (≥1/10);
comune (da ≥1/100 a <1/10);
non comune (da ≥1/1000 a <1/100);
raro (da ≥1/10.000 a <1/1000);
molto raro (<1/10.000);
non nota (la frequenza non puo essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache
Non comune:
palpitazioni/aritmie (comprese bradicardia e tachicardia)
Patologie del sistema nervoso
Molto comune:
cefalea
sonnolenza
Comune
capogiri
alterazioni del gusto
Molto raro:
sincope
Patologie dell’occhio
Molto comune:
irritazione oculare, comprese reazioni allergiche (iperemia, bruciore, prurito, sensazione di presenza di un corpo estraneo, follicoli congiuntivali)
offuscamento della vista
Comune:
irritazione locale (iperemia ed edema della palpebra, blefarite, edema e secrezione congiuntivale, dolore oculare e lacrimazione)
fotofobia
erosione e colorazione corneale
secchezza oculare
sbiancamento congiuntivale
visione alterata
congiuntivite.
Molto raro:
irite (uveite anteriore)
miosi
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune:
sintomi delle vie respiratorie superiori
Non comune:
secchezza nasale
Raro:
dispnea
Patologie gastrointestinali
Molto comune:
secchezza orale
Comune:
sintomi gastrointestinali
Patologie vascolari
Molto raro:
ipertensione
ipotensione
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune:
affaticamento
Comune:
astenia
Disturbi del sistema immunitario
Non comune:
reazioni allergiche sistemiche
Disturbi psichiatrici
Non comune:
depressione
Molto raro:
insonnia
Nei casi in cui la brimonidina è stata utilizzata come parte del trattamento medico del glaucoma congenito, nei neonati e nei bambini che avevano ricevuto la brimonidina sono stati segnalati sintomi di sovradosaggio da brimonidina, come perdita di coscienza, ipotensione, ipotonia, bradicardia, ipotermia, cianosi e apnea (vedere paragrafo 4.3). In uno studio di fase 3, della durata di 3 mesi condotto su bambini di età compresa tra 2 e 7 anni con glaucoma non adeguatamente controllato dai beta-bloccanti, dove veniva impiegata la brimonidina come terapia aggiuntiva, è stata segnalata un’elevata prevalenza di sonnolenza (55%). Nell’8% dei bambini quest’ultima si è manifestata in forma grave e nel 13% dei casi ha determinato la sospensione del trattamento. L’incidenza della sonnolenza è diminuita con l’aumentare dell’età, raggiungendo il minimo nel gruppo di età di 7 anni (25%), ma è stata maggiormente influenzata dal peso, verificandosi più frequentemente nei bambini che pesavano ≤20 kg (63%) rispetto a quelli che pesavano oltre 20 kg (25% - vedere paragrafo 4.4).
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Sovradosaggio oftalmico
Non c’è esperienza negli adulti nell’improbabile caso di un sovradosaggio per via oftalmica. Tuttavia nei neonati e nei bambini che ricevevano la brimonidina come parte del trattamento medico del glaucoma congenito sono stati riportati sintomi di sovradosaggio da brimonidina (ivi comprese perdita di coscienza, ipotensione, ipotonia, bradicardia, ipotermia, cianosi e apnea).
Sovradosaggio sistemico dovuto a ingestione accidentale
Sono stati riportati due casi di effetti avversi dovuti all’ingestione accidentale di 9-10 gocce di brimonidina da parte di soggetti adulti. I soggetti hanno manifestato un episodio ipotensivo, seguito per un istante da ipotensione da rimbalzo circa 8 ore dopo l’ingestione. Entrambi i soggetti si sono completamente ristabiliti entro 24 ore. In un terzo soggetto che aveva anch’egli ingerito per via orale una quantità non nota di brimonidina non sono stati rilevati effetti negativi.
Sono stati pubblicati o segnalati casi di effetti avversi gravi dovuti all’ingestione accidentale di brimonidina da parte di soggetti pediatrici. I soggetti hanno sperimentato sintomi di depressione del SNC, in genere coma o riduzione del livello di coscienza (entrambi temporanei), ipotonia, bradicardia, ipotermia e apnea, per i quali si è resa necessaria l’istituzione di una terapia intensiva con intubazione, quando indicato. Tutti i soggetti si sono completamente ristabiliti, in genere entro 6-24 ore.
Sono stati segnalati casi di sovradosaggio orale di altri alfa-2-agonisti, i quali hanno provocato sintomi quali ipotensione, astenia, vomito, letargia, sedazione, bradicardia, aritmie, miosi, apnea, ipotonia, ipotermia, depressione respiratoria e convulsioni.
Categoria farmacoterapeutica: simpaticomimetici nella terapia del glaucoma
Codice ATC: S01E A 05.
La brimonidina è un agonista dei recettori alfa-2 adrenergici 1000 volte più selettivo nei confronti degli alfa-2 rispetto agli alfa-1. Questa selettività non causa midriasi né vasocostrizione a livello dei microvasi associata a xenotrapianto di retina umana.
Nell’uomo la somministrazione topica della brimonidina riduce la pressione intraoculare (PIO), con effetti minimi sui parametri cardiovascolari o polmonari.
L’esperienza nei pazienti affetti da asma bronchiale è limitata, tuttavia questi non hanno manifestato eventi avversi.
La brimonidina ha una rapida insorgenza d’azione, con l’effetto ipotensivo oculare di picco rilevabile dopo due ore dall’applicazione. Nel corso di due studi della durata di un anno la brimonidina ha determinato una riduzione media della pressione intraoculare pari a 4-6 mmHg circa.
Studi di fluorofotometria condotti su animali e nell’uomo suggeriscono che la brimonidina tartrato abbia un duplice meccanismo d’azione. Si ritiene che la brimonidina diminuisca la pressione intraoculare riducendo la formazione di umore acqueo e aumentando il deflusso uveosclerale.
Gli studi clinici dimostrano che la brimonidina è efficace in associazione con i beta-bloccanti topici.
Studi a più breve termine mostrano inoltre che la brimonidina ha un effetto aggiuntivo clinicamente significativo quando usata in associazione con il travoprost (6 settimane) e il latanoprost (3 mesi).
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Caratteristiche generali
In seguito alla somministrazione oculare di una soluzione allo 0,2% due volte al giorno per dieci giorni, le concentrazioni plasmatiche sono risultate basse (Cmax media pari a 0,06 ng/ml). In seguito a instillazioni multiple (2 volte al giorno per 10 giorni) è stato rilevato un lieve accumulo nel sangue. L’area sotto la curva della concentrazione plasmatica nel tempo in 12 ore allo stato stazionario (AUC0-12h) è stata pari a 0,31 ng·ora/ml, rispetto al valore rilevato dopo la prima dose, che era pari a 0,23 ng·ora/ml. Nella circolazione sistemica l’emivita media apparente, rilevabile dopo somministrazione topica, è stata di 3 ore circa.
Nell’uomo il legame proteico della brimonidina nel plasma dopo somministrazione topica è stato di circa il 29%.
La brimonidina si lega in modo reversibile, in vitro e in vivo, alla melanina presente nei tessuti oculari. Dopo 2 settimane di instillazione oculare le concentrazioni della brimonidina nell’iride, nel corpo ciliare e nella coroide-retina sono risultate da 3 a 17 volte superiori rispetto alle concentrazioni riscontrate dopo una singola dose. Il fenomeno di accumulo non si verifica in assenza di melanina.
Il significato del legame con la melanina nell’uomo non è chiaro. Tuttavia dall’esame biomicroscopico degli occhi di pazienti trattati con la brimonidina per un periodo fino a un anno non sono state riscontrate reazioni avverse significative; inoltre, nel corso di uno studio che doveva valutare la sicurezza oculare, della durata di 1 anno e condotto su scimmie trattate con circa 4 volte la dose di brimonidina tartrato raccomandata , non è stata riscontrata una tossicità oculare significativa.
In seguito alla somministrazione orale nell’uomo, la brimonidina viene ben assorbita ed eliminata rapidamente. La maggior parte della dose somministrata (il 75% circa) viene escreta entro 5 giorni per via urinaria sotto forma di metaboliti; nelle urine non è stato ritrovato il farmaco immodificato . Studi in vitro, effettuati su fegato di animale e umano, indicano che il metabolismo è largamente mediato dall’aldeide ossidasi e dal citocromo P450. Sembra quindi che l’eliminazione sistemica avvenga principalmente a livello del metabolismo epatico.
Profilo cinetico
In seguito a singole somministrazioni topiche di dosi pari a 0,08%, 0,2% e 0,5% non è stata osservata una deviazione rilevante dalla proporzionalità della dose per la Cmax e l’AUC plasmatiche.
Caratteristiche nei pazienti
Caratteristiche nei pazienti anziani
In seguito alla somministrazione di una singola dose, la Cmax, l’AUC e l’emivita apparente della brimonidina dei pazienti anziani (65 anni e oltre) risultano simili a quelle dei giovani adulti: questo indica che l’assorbimento e l’eliminazione sistemica non variano con l’età.
Sulla base dei dati ottenuti nel corso di uno studio clinico di 3 mesi, che includeva pazienti anziani, l’esposizione sistemica della brimonidina è risultata molto bassa.
I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale carcinogenico, tossicità riproduttiva.
benzalconio cloruro
alcol polivinilico
sodio cloruro
sodio citrato
acido citrico monoidrato
acqua depurata
acido cloridrico (per la regolazione del pH)
sodio idrossido (per la regolazione del pH)
Non pertinente.
Prima dell’apertura: 2 anni.
Dopo la prima apertura: usare entro 28 giorni.
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.
5 ml o 10 ml di soluzione contenuta in flaconi di polietilene a bassa densità (LDPE) di colore bianco, con puntale contagocce trasparente in polietilene a bassa densità (LDPE) da circa 35 microlitri e con cappuccio del contagocce di colore bianco, in polietilene ad alta densità (HDPE).
Confezioni: 1 x 5 ml, 3 x 5 ml, 6 x 5 ml
1 x 10 ml, 3 x 10 ml
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Sandoz Spa – Largo U. Boccioni, 1 – 21040 Origgio (VA)
2 mg/ml collirio soluzione 1 flacone contagocce LDPE da 5 ml - AIC n. 039016011/M
2 mg/ml collirio soluzione 3 flaconi contagocce LDPE da 5 ml - AIC n. 039016023/M
2 mg/ml collirio soluzione 6 flaconi contagocce LDPE da 5 ml - AIC n. 039016035/M
2 mg/ml collirio soluzione 1 flacone contagocce LDPE da 10 ml - AIC n. 039016047/M
2 mg/ml collirio soluzione 3 flaconi contagocce LDPE da 10 ml - AIC n. 039016050/M
18 giugno 2009
Aprile 2009