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CABASER
CABASER 1 mg COMPRESSE:
Ogni compressa contiene: principio attivo: cabergolina 1 mg.
CABASER 2 mg COMPRESSE:
Ogni compressa contiene: principio attivo: cabergolina 2 mg.
CABASER 4 mg COMPRESSE:
Ogni compressa contiene: principio attivo: cabergolina 4 mg.
Per gli eccipienti, vedere 6.1.
Compresse da 1 mg: bianche, di forma ovale, concave da entrambi i lati, con incisa una tacca su un lato e con impresso “7” a sinistra e “01” a destra della tacca;
Compresse da 2 mg: bianche di forma ovale, concave da entrambi i lati, con incisa una tacca su un lato e con impresso “7” a sinistra e “02” a destra della tacca;
Compresse da 4 mg: bianche di forma ovale, concave da entrambi i lati, con incisa una tacca su un lato e con impresso “7” a sinistra e “03” a destra della tacca.
Uso orale.
Quando si ritiene opportuno il trattamento dei segni e sintomi della malattia di Parkinson con un farmaco agonista dopaminergico, la cabergolina è indicata come terapia di seconda linea in pazienti intolleranti ai farmaci non derivati dall’ergotamina o che non abbiano risposto a tale terapia, sia in monoterapia che in associazione alla levodopa in combinazione con un inibitore periferico della decarbossilasi.
Il trattamento deve essere iniziato sotto la supervisione di un medico specialista in neurologia. Il beneficio derivante da un trattamento continuato deve essere controllato periodicamente tenendo conto del rischio di reazioni fibrotiche e di valvulopatia (vedere sezioni 4.3, 4.4 e 4.8).
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Cabaser deve essere somministrato per via orale, ai pasti in quanto la tollerabilità degli agenti dopaminergici migliora se vengono somministrati tal modo.
Cabaser è indicato per trattamenti cronici o di lunga durata.
Uso negli adulti e negli anziani:
Come già noto per i dopaminoagonisti, la dose ottimale in termini di bilancio tra efficacia e tollerabilità sembra essere principalmente legata alla sensibilità individuale e deve pertanto essere determinata mediante graduali aggiustamenti. Si consiglia quindi di iniziare il trattamento con una dose giornaliera compresa tra 0.5 mg (pazienti di nuova diagnosi) e 1 mg (pazienti già in trattamento con altri dopaminoagonisti).
Nei pazienti già in trattamento con levodopa, il dosaggio di quest'ultimo farmaco può essere gradualmente diminuito mentre viene aumentata la posologia di Cabaser fino al raggiungimento dell'equilibrio ottimale tra i due farmaci.
Per la prolungata cinetica del farmaco, la dose giornaliera può eventualmente essere incrementata di 0.5-1 mg con cadenza settimanale (nelle prime settimane) o bisettimanale, fino al raggiungimento della dose ottimale.
La dose terapeutica consigliata è di 2 - 4 mg al giorno nei pazienti di nuova diagnosi e di 2 - 6 mg al giorno in associazione a levodopa/inibitore periferico della decarbossilasi.
Cabaser deve essere assunto in singola somministrazione giornaliera.
Dosi massime giornaliere comprese tra 8 e 20 mg sono state somministrate ad una piccola parte dei pazienti trattati negli studi preregistrativi.
Uso in pediatria:
La tollerabilità e l'efficacia di Cabaser non sono state indagate nei bambini poiché il morbo di Parkinson non colpisce questo tipo di popolazione.
Ipersensibilità alla cabergolina, agli alcaloidi dell’ergot o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Storia di fibrosi polmonare, pericardica o retroperitoneale.
Evidenza anatomica di valvulopatia cardiaca a qualunque livello valvolare (per esempio un ecocardiogramma che mostri ispessimento dei lembi valvolari, restringimento della valvola, restringimento/stenosi valvolare combinati).
Gravidanza. Nelle donne che allattano occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o viceversa proseguire l'allattamento evitando la somministrazione del medicinale (vedere anche sez. 4.6).
Fibrosi e valvulopatia cardiaca:
Dopo uso prolungato di derivati ergotaminici, inclusa la cabergolina, si sono verificati disturbi fibrotici e infiammatori a carico delle sierose, quali pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca con interessamento di una o più valvole (aortica, mitrale e tricuspide) o fibrosi retroperitoneale. In alcuni casi, i sintomi o le manifestazioni della valvulopatia cardiaca sono miglioratidopo interruzione del trattamento con cabergolina. La velocità di eritrosedimentazione (VES) è aumentata in modo anomalo in associazione a versamento pleurico/fibrosi. Si raccomanda di effettuare un esame radiografico del torace in caso di un aumento anomalo e inspiegato della VES.
Un’analisi dei livelli sierici di creatina può rivelarsi utile nella diagnosi di fibrosi.
La patologia valvolare è stata associata ad un dosaggio eccessivo.
Prima di iniziare il trattamento:
Prima di iniziare il trattamento si raccomanda che tutti i pazienti effettuino una valutazione cardiovascolare, comprendente un ecocardiogramma, per stabilire la potenziale presenza di una patologia valvolare silente.
Prima di iniziare la terapia può rivelarsi utile effettuare un’analisi della velocità di eritrosedimentazione (VES) o altri marker infiammatori, un test della funzionalità polmonare/esame radiografico del torace e test della funzionalità renale. Se viene diagnosticata una fibrosi valvolare, il paziente non deve essere trattato con cabergolina (vedere sezione 4.3).
Durante il trattamento:
Le patologie fibrotiche possono avere un esordio insidioso e i pazienti devono essere costantemente monitorati per evitare il rischio di possibili manifestazioni di fibrosi progressive. Durante il trattamento si raccomanda pertanto di prestare attenzione a segni e sintomi di:
Disturbi pleuropolmonari, quali dispnea, respiro corto, tosse persistente o dolore al petto.
Insufficienza renale o ostruzione vascolare dell’uretere o dell’addome che comporti dolore ai fianchi/lombalgia e edema agli arti inferiori, così come l’eventuale presenza di massa o dolorabilità addominale che possa indicare fibrosi retroperitoneale.
Insufficienza cardiaca, perché casi di fibrosi pericardica si sono spesso manifestati con insufficienza cardiaca; le pericarditi da costrizione dovrebbero essere escluse se compaiono tali sintomi.
Insufficienza cardiaca, perchè casi di fibrosi valvolare si sono spesso manifestati con insufficienza cardiaca; la fibrosi valvolare dovrebbe essere esclusa se compaiono tali sintomi.
Si raccomanda di effettuare un appropriato monitoraggio clinico e diagnostico per lo sviluppo della malattia valvolare o di fibrosi. Un primo ecocardiogramma di controllo deve essere effettuato entro 3-6 mesi dall’inizio della terapia, dopodiché la frequenza del monitoraggio ecocardiografico deve essere determinata da una appropriata valutazione clinica individuale, ponendo particolare attenzione ai segni e sintomi sopramenzionati, ma sempre con una frequenza minima di 6-12 mesi.
Il trattamento con cabergolina deve essere interrotto nel caso un ecocardiogramma riveli un nuovo riflusso valvolare o un aggravamento di un riflusso già esistente, un restringimento valvolare o un ispessimento dei lembi valvolari (vedere sezione 4.3). La necessità di ulteriori controlliclinici (ad es. esame obiettivo, attenta auscultazione cardiaca, radiografia, ecocardiogramma, TAC) deve essere determinata su base individuale.
Sonnolenza / Attacchi di sonno improvviso:
Cabergolina e' stata associata a sonnolenza e a episodi di attacchi di sonno improvviso, particolarmente nei soggetti con malattia di Parkinson.
Molto raramente sono stati segnalati attacchi di sonno improvviso durante l'attività quotidiana, in qualche caso senza consapevolezza e senza segni premonitori. I pazienti in trattamento con cabergolina devono essere informati di queste eventualità e avvertiti di usare cautela durante la guida o l'uso di macchinari. I pazienti che hanno manifestato episodi di sonnolenza e/o un episodio di sonno improvviso devono astenersi dalla guida e dall'uso di macchinari. Inoltre può essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio o l'interruzione della terapia (vedere sez. 4.8).
I parametri farmacocinetici di Cabaser non subiscono variazioni in pazienti con insufficienza renale mentre in caso di grave insufficienza epatica (punteggio Child-Pugh classe C) è stato osservato un aumento del valore dell'AUC. In pazienti parkinsoniani con grave insufficienza epatica si rende pertanto necessario adeguare lo schema posologico.
In analogia con altri ergot derivati, Cabaser deve essere somministrato con cautela in pazienti con gravi affezioni cardiovascolari, sindrome di Raynaud, ulcera peptica o precedenti di gravi disturbi psicotici.
Durante la somministrazione del farmaco, può manifestarsi ipotensione sintomatica, si raccomanda perciò di prestare attenzione quando Cabaser è somministrato in concomitanza ad altri farmaci ipotensivi.
Sono stati segnalati casi di sindrome patologica del gioco d’azzardo, incremento della libido e ipersessualità, nei pazienti in trattamento con agonisti della dopamina per il Morbo di Parkinson, incluso Cabaser.
Al momento non si conoscono gli effetti dell'alcool sulla tollerabilità del prodotto.
Il medicinale contiene lattosio e quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
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Studi clinici condotti in pazienti parkinsoniani non hanno evidenziato interazioni farmacocinetiche con L-dopa o selegilina.
L'uso concomitante di altri farmaci, particolarmente di altri antiparkinson non dopaminoagonisti, non sembra essere associato a interazioni che modificano la tollerabilità e l'efficacia di Cabaser.
Sebbene non ci siano informazioni su eventuali interazioni tra Cabaser e altri alcaloidi dell'ergot, si raccomanda di non usare Cabaser in associazione con questi farmaci nel trattamento a lungo termine.
Poiché Cabaser esercita il proprio effetto terapeutico con una stimolazione diretta dei recettori dopaminergici, non deve essere somministrato in concomitanza a farmaci con attività dopaminoantagonista (quali fenotiazine, butirrofenoni, tioxanteni, metoclopramide) dal momento che ciò potrebbe ridurre l'effetto terapeutico di Cabaser.
Per analogia con altri derivati dell'ergot, Cabaser non deve essere usato in associazione con antibiotici macrolidi (es. eritromicina) in quanto si potrebbe avere un aumento della biodisponibilità sistemica e anche degli effetti collaterali.
Cabaser può attraversare la placenta nel ratto: non è al momento noto se ciò si verifichi anche nell'uomo.
Gli studi sui modelli animali non hanno evidenziato alcun effetto teratogeno né altri effetti del composto sulla capacità riproduttiva. In studi clinici con Cabaser sono state fino ad oggi osservate più di 100 gravidanze in donne trattate per disturbi da iperprolattinemia. Il prodotto generalmente ha continuato ad essere assunto durante le prime 8 settimane dopo il concepimento. Tra le gravidanze finora valutabili, ci sono stati approssimativamente l'85% dei bambini nati vivi e circa il 10% di aborti spontanei. Sono stati osservati inoltre, tre casi di anomalie congenite (sindrome di Down, idrocefalo, malformazioni degli arti inferiori) che hanno portato ad un aborto terapeutico e tre casi di anomalie minori in nati vivi. Queste incidenze sono paragonabili a quelle di normali popolazioni e a quelle di donne trattate con farmaci in grado di indurre l'ovulazione. Sulla base dei dati sopra riportati, l'uso di Cabaser non sembra essere associato ad aumento del numero di aborti, di nascite premature, di gravidanze multiple o di anomalie congenite.
Tuttavia, poiché l'esperienza clinica è ancora limitata, si raccomanda come misura precauzionale che le donne che desiderano concepire interrompano l'assunzione di Cabaser almeno un mese prima per prevenire una possibile esposizione fetale al farmaco. Se il concepimento dovesse avvenire durante la terapia, il trattamento deve essere interrotto non appena si venga a conoscenza della gravidanza in atto.
Nei ratti la cabergolina e/o i suoi derivati sono escreti nel latte. Anche nell'uomo si suppone che la lattazione sia inibita/soppressa da Cabaser, in funzione della sua azione dopaminoagonista. Poiché non si hanno informazioni sull'escrezione del farmaco nel latte materno, alle donne in trattamento con Cabaser dovrebbe essere consigliato di non allattare. Ciò è valido anche per i casi in cui il trattamento con il farmaco non abbia inibito o soppresso la lattazione.
Pazienti in trattamento con cabergolina che presentino episodi di sonnolenza e/o di attacchi di sonno improvviso devono essere informati di astenersi dalla guida o dall'intraprendere qualsiasi attività in cui una alterata attenzione potrebbe esporre loro stessi o altri al rischio di grave danno o di morte (p.es. l'uso di macchinari) fino a che tali episodi ricorrenti e la sonnolenza non si siano risolti (vedere sez. 4.4 Sonnolenza / Attacchi di sonno improvviso).
Durante i primi giorni di trattamento, particolare attenzione va posta alla guida di veicoli o alla manovra di macchinari e durante attività che richiedano particolare attenzione.
Sono stati segnalati casi di fibrosi e di patologie infiammatorie a carico delle sierose come pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurica, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca e fibrosi retroperitoneale nei pazienti in trattamento con cabergolina (vedere sezione Avvertenze speciali e precauzioni di impiego). L’incidenza della valvulopatia nei pazienti in trattamento con cabergolina non è nota; comunque, sulla base di studi recenti sulla prevalenza del riflusso valvolare (l’indice ecocardiografico più sensibile per la valvulopatia restrittiva), la prevalenza del riflusso (virtualmente tutti casi asintomatici) potenzialmente attribuibile alla cabergolina può essere dell’ordine del 20% o anche maggiore. Sono disponibili informazioni limitate riguardo alla reversibilità di queste reazioni.
Negli studi condotti, circa 1070 pazienti parkinsoniani hanno ricevuto Cabaser in associazione alla terapia con L-dopa, di questi il 74% ha sviluppato almeno un effetto
collaterale, principalmente di gravità lieve-moderata e di natura transitoria, e in una bassa percentuale di casi il trattamento è stato interrotto.
Nella maggioranza dei casi (51%), gli effetti collaterali hanno riguardato il sistema nervoso centrale: gli eventi avversi più frequenti sono stati discinesia e/o ipercinesia, allucinazioni e/o confusione. Il sistema gastrointestinale è stato coinvolto nel 33% dei casi: gli eventi più frequentemente riportati sono stati nausea e/o vomito e/o dispepsia e/o gastrite. Il sistema cardiovascolare è stato coinvolto nel 27% dei casi, gli effetti collaterali più frequentemente riportati sono stati vertigini e ipotensione (vedere sez. 4.4). Il sistema respiratorio è stato coinvolto nel 13% dei casi: effusioni pleuriche sintomatiche/fibrosi sono state riportate con una frequenza inferiore al 2% (vedere sez. 4.4).
Altri eventi avversi prevedibili in funzione delle proprietà vasocostrittrici della classe farmacologica includono angina, segnalata nell'1% dei pazienti trattati con cabergolina, e eritromelalgia, osservata nello 0.4% dei pazienti ed inoltre, per lo stesso motivo, edema periferico, segnalato nel 6% dei pazienti.
Negli studi clinici condotti, circa 200 pazienti con morbo di Parkinson di nuova diagnosi hanno ricevuto Cabaser; di questi il 79% ha riportato almeno un effetto collaterale, di gravità lieve-moderata e di natura transitoria.
Nel 51% dei pazienti gli effetti collaterali hanno riguardato il sistema nervoso: nella maggior parte dei casi erano legati a disturbi del sonno. Raramente sono stati segnalati discinesia e allucinazioni. Il sistema gastrointestinale è stato coinvolto nel 53% dei casi: gli eventi più frequentemente riportati sono stati nausea e/o vomito e/o dispepsia e/o gastrite. Il sistema cardiovascolare è stato coinvolto nel 30% dei casi, gli effetti collaterali più frequentemente riportati sono stati vertigini e/o ipotensione. Tra gli altri effetti collaterali prevedibili per la classe farmacologica di appartenenza, è stato segnalato edema periferico nel 16% dei pazienti.
In entrambi i tipi di pazienti, i disturbi gastrici sono stati più frequenti nelle donne che negli uomini, mentre gli eventi a carico del sistema nervoso centrale sono stati più frequenti negli anziani.
In entrambe le popolazioni, in una minoranza di pazienti, si è osservata una diminuzione della pressione sanguigna di rilevanza clinica principalmente in ortostatismo. L'effetto è risultato più evidente durante la prima settimana di terapia. Durante il trattamento con Cabaser non sono state osservate modifiche della frequenza cardiaca né cambiamenti consistenti del tracciato elettrocardiografico.
Durante la terapia a lungo termine con Cabaser, raramente sono state segnalate alterazioni nei normali test di laboratorio.
In pazienti trattati con dopamino agonisti per il Morbo di Parkinson, incluso Cabaser, specialmente ad alti dosaggi, sono stati segnalati casi di sindrome patologica del gioco d’azzardo, incremento della libido e ipersessualità, generalmente reversibili con la riduzione o l’interruzione del trattamento.
Farmacovigilanza post-marketing:
I seguenti effetti indesiderati sono stati segnalati in associazione all’uso di cabergolina: alopecia, astenia, aumentati livelli plasmatici di creatinina fosfochinasi, delirio, dispnea, edema, affaticamento, fibrosi, cefalea, alterata funzionalità epatica, reazioni di ipersensibilità, valori alterati ai test di funzionalità epatica, rash, alterazioni dell’apparato respiratorio, insufficienza respiratoria, sonnolenza, talvolta associata a eccessiva sonnolenza diurna, episodi di attacchi di sonno improvviso, sincope e valvulopatia (vedere sez. 4.4).
Essendo un derivato dell’ergot, Cabaser può agire da vasocostrittore. Sono stati segnalati vasospasmo digitale e crampi alle gambe.
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Gli studi di tossicità acuta condotti negli animali indicano che il farmaco possiede una tossicità molto bassa, e che, pertanto esiste un ampio margine di sicurezza alle dosi farmacologicamente attive. A dosi elevate, i segni clinici osservati e la causa di eventuale morte degli animali da esperimento sono stati collegati alla stimolazione del Sistema Nervoso Centrale.
Nell'indicazione proposta non sono disponibili dati sul sovradosaggio di Cabaser nell'uomo; è tuttavia probabile che Cabaser possa provocare sintomi dovuti alla iperstimolazione dei recettori dopaminergici, quali nausea, vomito, dolori gastrici, ipotensione, confusione/psicosi e alluci-nazioni. Si suppone che le proprietà emetiche dei dopaminoagonisti favoriscano la rimozione del farmaco non assorbito.
Se necessario si dovranno prendere provvedimenti generali di supporto per controllare la pressione arteriosa.
Si consiglia inoltre la somministrazione di farmaci dopaminoantagonisti in presenza di importanti effetti sul Sistema Nervoso Centrale (allucinazioni).
Categoria farmacoterapeutica: antiparkinsoniani, agonisti della dopamina
Codice ATC: N04BC06
Cabaser è un derivato dell'ergot ad azione dopaminergica con un potente e prolungato effetto agonista dei recettori D2 dopaminergici.
Attraverso la stimolazione diretta dei recettori D2 dopaminergici presenti sulle cellule lattotropiche ipofisarie, nei ratti il composto diminuisce la secrezione della prolattina a dosi orali di 3-25 mcg/kg, e in vitro alla concentrazione di 45 pg/ml. Oltre a ciò, Cabaser esercita un effetto dopaminergico centrale attraverso la stimolazione del recettore D2, a dosi orali più alte di quelle efficaci per l'abbassamento dei livelli di prolattina sierica. Il miglioramento del deficit motorio nei modelli animali è stato osservato a dosi orali giornaliere di 1-2.5 mg/kg nei ratti e per via sottocutanea a dosi di 0.5-1 mg/kg nelle scimmie.
Nei volontari sani la somministrazione di Cabaser a singole dosi orali di 0.3-2.5 mg è associata a una diminuzione significativa dei livelli sierici di prolattina. L'effetto è rapido (entro 3 ore dalla somministrazione) e persistente (fino a 7-28 giorni).
La riduzione della prolattina è dose-correlata in termini di entità e di durata.
L'unico effetto farmacodinamico di Cabaser, non correlato all'effetto terapeutico, è costituito dalla diminuzione della pressione arteriosa. Il massimo effetto ipotensivo di Cabaser in dose singola si manifesta durante le prime 6 ore dopo l'assunzione del farmaco ed è dose-dipendente sia come entità che come incidenza.
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I profili farmacocinetico e metabolico di Cabaser sono stati studiati in volontari sani di entrambi i sessi, nelle pazienti iperprolattinemiche e in pazienti affetti da Morbo di Parkinson. Dopo somministrazione orale, il prodotto marcato viene rapidamente assorbito nel tratto gastrointesti-nale come evidenziato dal picco della radioattività nel plasma, osservabile tra 0,5 e 4 ore dalla somministrazione.
Dieci giorni dopo la somministrazione, nelle urine e nelle feci è stato riscontrato rispettivamente il 18-20% e il 55-72% della dose marcata. Nelle urine è stata rilevata una quota di prodotto immodificato pari al 2-3% della dose.
Il metabolita principale identificato nelle urine è la 6-allil-8ß-carbossi-ergolina, pari al 4-6% della dose. Sono stati identificati e determinati nelle urine tre altri metaboliti, per una quota pari al 3% . Studi condotti in vitro hanno evidenziato che i metaboliti sono meno potenti di Cabaser come agonisti dei recettori D2 della dopamina.
La bassa escrezione urinaria del prodotto inalterato è stata confermata anche in studi condotti con prodotto non radioattivo. L'emivita di Cabaser, calcolata sulle percentuali di escrezione urinaria, è lunga (63-68 ore nei volontari sani, 79-115 ore nelle pazienti iperprolattinemiche).
La farmacocinetica di Cabaser sembra essere indipendente dalla dose sia in volontari sani (dosi di 0.5-1.5 mg) che in pazienti affetti da Parkinson (steady-state delle dosi giornaliere fino a 7 mg al giorno).
Sulla base dell'emivita di eliminazione, le condizioni di steady-state si raggiungono dopo 4 settimane, come confermato dal picco medio dei livelli plasmatici di Cabaser ottenuto dopo singola somministrazione (37 ± 8 pg/ml) e dopo 4 settimane di somministrazioni ripetute (101 ± 43 pg/ml).
Gli esperimenti "in vitro" hanno dimostrato che il farmaco, alle concentrazioni di 0,1-10 ng/ml si lega per il 41-42% alle proteine plasmatiche.
Il cibo sembra non influenzare l'assorbimento e la biodisponibilità di Cabaser.
L'insufficienza renale sembra non modificare la cinetica della cabergolina, mentre una grave insufficienza epatica (punteggio Child-Pugh maggiore di 10, punteggio massimo 12) sembra essere collegata ad un aumento della AUC.
Quasi tutti gli effetti osservati negli studi preclinici sono riconducibili all'attività centrale dopaminergica o all'inibizione prolungata della prolattina nei roditori, che presentano una fisiologia ormonale diversa da quella umana. Gli studi preclinici sulla tollerabilità di Cabaser indicano che il prodotto possiede un ampio margine di sicurezza nei roditori e nelle scimmie, così come la mancanza di potenziale teratogeno, mutageno e cancerogeno.
Lattosio anidro, leucina.
Non note.
2 anni a temperatura ambiente.
Nessuna.
Le compresse sono contenute in flaconcini di vetro ambrato di tipo I con tappo a vite a chiusura resistente, contenente gel di silice come essiccante.
Ogni flaconcino contiene 20 compresse da 1 mg o 2 mg e 16 compresse da 4 mg.
I flaconi di Cabaser sono forniti con essiccante contenuto nel tappo. Questo essiccante non deve essere rimosso.
PFIZER ITALIA S.r.l. - S.S. 156, km 50 – 04010 Borgo San Michele (LT)
CABASER “1 mg compresse”, 20 compresse - AIC n° 031128010
CABASER “ 2 mg compresse”, 20 compresse - AIC n° 031128022
CABASER “4 mg compresse”, 16 compresse - AIC n° 031128034
01/12/2001
05/03/2007