Cabergolina Sandoz
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

CABERGOLINA SANDOZ


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Una compressa contiene 2 mg di cabergolina

Eccipienti: Lattosio 150,6 mg

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa

La compressa può essere divisa in due metà uguali.

Compressa di colore bianco, a forma di capsula, biconvessa, con una linea di incisione su entrambi i lati. Su un lato della compressa sono presenti le scritte “CBG” e “2” su entrambi i lati della linea di incisione.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Trattamento del morbo di Parkinson

Qualora sia stato preso in considerazione il trattamento a base di un agonista della dopamina, cabergolina è indicata come terapia di seconda linea, in forma di monoterapia, in pazienti che risultano essere intolleranti ai composti non ergot o per i quali tali composti non hanno dato risultati soddisfacenti oppure come trattamento di supporto a levodopa più un inibitore delle dopa-decarbossilasi, nell’ambito di una terapia di controllo dei segni e dei sintomi del morbo di Parkinson.

Il trattamento deve essere iniziato sotto una supervisione specialistica. I benefici di un trattamento continuativo devono essere riveduti regolarmente e periodicamente, tenendo conto dei rischi di reazioni fibrotiche e di valvulopatia (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 4.8).



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Cabergolina deve essere somministrata per via orale. Allo scopo di ridurre il rischio di effetti indesiderati a livello gastrointestinale, si raccomanda di assumere cabergolina durante i pasti per tutte le indicazioni terapeutiche.

La dose massima è di 3 mg di cabergolina al giorno.

Adulti e pazienti anziani

Come è prevedibile per gli agonisti della dopamina, la risposta al dosaggio, per quanto riguarda sia l’efficacia del medicinale sia i suoi effetti indesiderati, sembra dipendere dalla sensibilità dei singoli pazienti. Il dosaggio ottimale deve essere raggiunto mediante un aumento graduale della dose iniziale, partendo da una dose quotidiana di 0,5 mg di cabergolina (nel casi di pazienti ex novo) o di 1 mg di cabergolina (nel caso di pazienti già trattati con L-dopa). Il dosaggio concomitante di levodopa può essere diminuito gradualmente, mentre viene aumentato quello di cabergolina, fino a stabilire la proporzione ottimale. In considerazione della lunga emivita del composto, il dosaggio quotidiano di cabergolina (pari a 0,5-1 mg) deve essere incrementato a intervalli settimanali (nel corso delle prime settimane) o bisettimanali, fino al raggiungimento del dosaggio ottimale.

Come terapia di supporto a levodopa/carbidopa, il dosaggio terapeutico raccomandato è compreso tra 2 e 3 mg di cabergolina al giorno. Cabergolina deve essere somministrata sotto forma di una singola dose quotidiana.

Uso nei bambini e negli adolescenti

La sicurezza e l’efficacia di cabergolina nei bambini e negli adolescenti non sono state studiate, poiché il morbo di Parkinson non interessa queste fasce di età.

Uso nei pazienti affetti da disfunzioni

Per quanto riguarda i pazienti affetti da gravi disfunzioni epatiche o da insufficienza renale all’ultimo stadio, vedere paragrafi 4.3 e 4.4.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Pre-eclampsia, eclampsia.

Ipertensione incontrollata.

Ipersensibilità a cabergolina, ad altri alcaloidi dell’ergot o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Per il trattamento a lungo termine: evidenza di valvulvopatia cardiaca determinata da un controllo ecocardiografico pre-trattamento.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

Generale

La valutazione circa l’efficacia e la sicurezza di cabergolina nei pazienti affetti da disturbi renali ed epatici è limitata. Come per alti alcaloidi dell’ergot, cabergolina deve essere somministrata con cautela in soggetti affetti da malattie cardiovascolari, ipotensione, sindrome di Raynaud, ulcera peptica o emorragia gastrointestinale. Attualmente non sono noti gli effetti dell’alcool sulla tollerabilità generale di cabergolina.

Cabergolina deve essere somministrata con cautela a pazienti con un’anamnesi di disturbi psicotici, di malattie mentali gravi o psicotiche oppure laddove vi sia il rischio di psicosi post-partum.

Fibrosi e valvulopatia cardiaca e possibili effetti clinici correlati

In seguito all’uso prolungato di derivati dell’ergot con attività agonista verso il recettore della serotonina 5HT2B come cabergolina si sono manifestati disturbi infiammatori fibrotici e sierosi, quali pleurite, versamento pleurico, fibrosi pleurale, fibrosi polmonare, pericardite, versamento pericardico, valvulopatia cardiaca a carico di una o più valvole (aortica, mitralica e tricuspide) o fibrosi retroperitoneale. In alcuni casi i sintomi o le manifestazioni di valvulopatia cardiaca sono migliorati in seguito all’interruzione della terapia con cabergolina.

In concomitanza con l’insorgere di versamento/fibrosi pleurica è stato altresì rilevato un incremento anormale della velocità di sedimentazione degli eritrociti (VES). Nel caso la VES aumenti in modo inspiegabile oltre i valori normali si raccomanda una radiografia del torace.

La valvulvopatia è stata associata a dosi cumulative, per questa ragione, i pazienti devono essere trattati con la più bassa dose efficace. Ad ogni visita deve essere rivalutato per i pazienti trattati con cabergolina il profilo rischio beneficio per determinare l’idoneità di un trattamento continuato con cabergolina.

Prima di iniziare il trattamento a lungo termine

Tutti i pazienti devono essere sottoposti a un’analisi cardiovascolare, che comprenda un ecocardiogramma, al fine di valutare la potenziale presenza di un disturbo valvolare asintomatico. Prima di iniziare la terapia è anche indicato effettuare indagini di base relative alla velocità di sedimentazione eritrocitaria o ad altri marker infiammatori, alle funzioni polmonari (radiografia del torace) e alle funzionalità renali.

In alcuni pazienti con rigurgito valvolare non è noto se il trattamento con cabergolina possa portare ad un peggioramento della patologia di base.

Se viene identificato un disturbo fibrotico valvolare, il paziente non deve essere trattato con cabergolina (Vedere paragrafo 4.3).

Durante il trattamento a lungo termine

I sintomi iniziali dei disturbi fibrotici possono essere insidiosi e i pazienti devono quindi essere monitorati regolarmente per possibili manifestazioni di fibrosi progressiva.

Pertanto durante il trattamento è necessario prestare particolare attenzione a sintomi o segni di:

malattie pleuropolmonari, come dispnea, respiro corto, tosse persistente o dolori al petto.

insufficienza renale od ostruzione vascolare ureterale/addominale, che potrebbe manifestarsi sotto forma di dolore ai fianchi o ai lombi, ed edema agli arti inferiori, oltre alla presenza di possibili accumuli o di morbidezza a livello addominale, segni che potrebbero indicare la presenza di fibrosi retroperitoneale.

insufficienza cardiaca; casi di fibrosi valvolare si sono spesso manifestati in questa forma; Pertanto se ricorrono tali sintomi, la fibrosi valvolare deve essere esclusa.

Si raccomanda l’adozione di un monitoraggio clinico diagnostico per lo sviluppo di malattie valvolari o di fibrosi, a seconda dei casi. Una volta iniziato il trattamento, il primo ecocardiogramma deve essere effettuato entro 3-6 mesi e in seguito la frequenza degli ecocardiogrammi va determinata in funzione di opportune valutazioni cliniche individuali, che tengano in particolare considerazione i segni e i sintomi suddetti; l’ecocardiogramma deve comunque essere effettuato come minimo ogni 6-12 mesi.

Se l’ecocardiogramma rivela l’insorgere di rigurgito valvolare, o di un peggioramento dello stesso, di restrizione valvolare o di ispessimento dei lembi valvolari, il trattamento con cabergolina deve essere interrotto (Vedere paragrafo 4.3).

L’eventuale opportunità di effettuare altri esami clinici (per esempio un controllo fisiologico generale incluso, un’attenta auscultazione cardiaca, un esame radiologico, una scansione CT) deve essere valutata su base individuale.

Appropriati esami diagnostici addizionali come la velocità di sedimentazione eritrocitaria e la misurazione della creatinina sierica devono essere effettuati se necessario per supportare la diagnosi di disturbi fibrotici.

Ipotensione

Entro le sei ore successive alla somministrazione di cabergolina può manifestarsi ipotensione sintomatica: la somministrazione concomitante di cabergolina con altri prodotti medicinali noti per provocare un abbassamento della pressione sanguigna deve pertanto essere effettuata con particolare cautela. A causa dell’emivita di eliminazione di cabergolina, gli effetti ipotensivi possono persistere per qualche giorno dopo il termine della terapia. Nel corso dei primi 3-4 giorni dall’inizio del trattamento si raccomanda di monitorare regolarmente la pressione sanguigna.

SNC (Sistema Nervoso Centrale)

Cabergolina è stata associata a sonnolenza e a episodi di attacchi di sonno improvviso, particolarmente nel caso di pazienti affetti da morbo di Parkinson. Raramente, sono stati registrati attacchi di sonno improvviso durante le normali attività quotidiane, in alcuni casi senza alcuna consapevolezza e/o segni premonitori. I pazienti sottoposti a trattamento con cabergolina devono essere avvisati di questa eventualità e avvertiti di prestare particolare attenzione durante la guida o l’uso di macchinari. I pazienti che hanno sperimentato episodi di sonnolenza e/o l’insorgere di un attacco di sonno improvviso devono astenersi dalla guida di veicoli e dall’uso di macchinari.

Potrebbe inoltre essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia.

Insufficienza renale

Non sono state osservate differenze complessive nelle proprietà farmacocinetiche di cabergolina in presenza di malattie renali da moderate a gravi. Non esistono studi relativi alla farmacocinetica di cabergolina in pazienti affetti da insufficienza renale all’ultimo stadio o sottoposti a emodialisi; questi pazienti devono pertanto essere trattati con cautela.

Insufficienza epatica

Le proprietà farmacocinetiche di cabergolina nei pazienti affetti da disfunzioni da leggere a moderate (score di Child-Pugh <10) si sono rivelate simili a quelle rilevate in precedenza durante studi condotti su soggetti con funzionalità epatica normale. Tuttavia i pazienti affetti da disfunzioni più gravi (score di Child-Pugh >10) hanno mostrato un aumento dei valori AUC (>200%). Per questi pazienti il dosaggio deve essere stabilito con cautela; si raccomanda altresì che il dosaggio quotidiano non superi 1 mg.

Altro

Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

Nei pazienti affetti da morbo di Parkinson e trattati con agonisti della dopamina, ivi compresa cabergolina, sono stati registrati casi di sindrome patologica del gioco d’azzardo, incremento della libido e ipersessualità.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Uso concomitante non consigliato:

Sono stati osservati elevati livelli plasmatici di bromocriptina in associazione all’uso di antibiotici macrolidi (ad esempio eritromicina). Non sono stati studiati gli effetti degli antibiotici macrolidi sui livelli plasmatici di cabergolina quando somministrati in concomitanza. Questa associazione deve essere evitata perché potrebbe avere come conseguenza l’aumento dei livelli plasmatici di cabergolina.

Poiché cabergolina agisce attraverso la stimolazione diretta dei recettori della dopamina, non deve essere somministrata in concomitanza con medicinali che hanno una attività antagonista della dopamina (quali fenotiazine, butirrofenoni, tioxanteni, metoclopramide).

Non vi sono dati disponibili circa le possibili interazioni tra cabergolina e gli altri derivati dell’ergot. Pertanto si raccomanda di non utilizzare cabergolina per trattamenti a lungo termine in associazione con questi medicinali.

Precauzioni:

Occorre prendere in considerazioni le interazioni con altri medicinali che possono ridurre la pressione sanguigna.

In studi su pazienti affetti da Morbo di Parkinson non si sono osservate interazioni farmacocinetiche con L-dopa e selegilina. Sulla base della informazioni disponibili riguardo al metabolismo di cabergolina, non si possono fare previsioni circa le interazioni farmacocinetiche con altri medicinali.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza

Prima della somministrazione di cabergolina deve essere esclusa la possibilità che vi sia una gravidanza in atto e dopo il trattamento si deve prevenirla per almeno un mese.

Nei ratti cabergolina attraversa la placenta. Non è noto se ciò si verifica anche nell’uomo. Dati relativi ad un limitato numero di gravidanze (n= 100), di solito acquisiti durante le prime 8 settimane dopo il concepimento, non indicano che cabergolina debba essere associata ad un aumento del rischio di aborti, nascite premature, gravidanze multiple o anormalità congenite. Finora non sono disponibili altri dati epidemiologici di rilievo. Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, sul parto o sullo sviluppo post-natale.

Poiché esiste una esperienza limitata sulla sicurezza di impiego di cabergolina in gravidanza, il trattamento con cabergolina deve essere sospeso prima di una gravidanza pianificata. Se le pazienti restano incinte durante il trattamento, cabergolina deve essere sospesa immediatamente. Durante la gravidanza queste pazienti devono essere controllate per individuare aumenti delle dimensioni ipofisarie indotti dalla gravidanza stessa.

Cabergolina deve essere assunta durante la gravidanza solo se espressamente indicato.

Cabergolina rispristina l’ovulazione e la fertilità nelle donne affette da ipogonadismo iperprolattinemico: poiché può intervenire una gravidanza prima del ripristino delle mestruazioni, si raccomanda di eseguire un test di gravidanza durante il periodo di amenorrea e, una volta che le mestruazioni sono state ripristinate, ogni volta che il periodo mestruale ritardi più di tre giorni. Le donne che non desiderano la gravidanza dovrebbero adottare un metodo di contraccezione non ormonale durante il trattamento e dopo l’interruzione di cabergolina. Poiché vi è esperienza limitata circa la sicurezza dell’esposizione fetale a cabergolina, si consiglia che le donne che desiderano una gravidanza concepiscano almeno un mese dopo aver interrotto il trattamento con cabergolina, dato che in alcune pazienti i cicli ovulatori persistono per 6 mesi dopo l’interruzione della terapia.

In caso di gravidanza durante il trattamento, l’assunzione di cabergolina deve essere sospesa. Come misura precauzionale le pazienti devono essere controllate per individuare segni di aumento delle dimensioni ipofisarie poiché durante la gestazione potrebbe verificarsi una espansione di preesistenti tumori pituitari.

La contraccezione deve essere continuata per almeno 4 settimane dopo la sospensione di cabergolina.

Allattamento

Cabergolina non deve essere somministrata alle madri che hanno deciso di allattare al seno i loro bambini poiché previene la lattazione. Non si hanno informazioni sull’escrezione del principio attivo nel latte materno, ma nei ratti cabergolina e/o i suoi metaboliti vengono escreti nel latte.

Durante il trattameno con cabergolina l’allattamento deve essere evitato.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Cabergolina riduce la pressione sanguigna e quindi può compromettere la capacità di reazione di alcuni soggetti. Occorre considerare questa evenienza in situazioni che richiedono particolare attenzione come alla guida dell’auto o alla manovra di macchinari.

Pazienti in trattamento con cabergolina che presentino episodi di sonnolenza e/o di attacchi di sonno improvviso devono essere informati di astenersi dalla guida o dall’intraprendere qualsiasi attività in cui un’alterata attenzione potrebbe esporre loro stesse o altri al rischio di grave danno o di morte fino a che tali episodi ricorrenti e la sonnolenza non siano risolti (vedere paragrafo 4.4).


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Nel corso di studi clinici, circa 1070 pazienti parkinsoniani hanno ricevuto cabergolina sotto forma di terapia di supporto a L-dopa; il 74% di questi ha manifestato almeno un evento avverso, in genere in forma da leggera a moderata e di natura transitoria, mentre solo per una percentuale limitata di pazienti si è resa necessaria l’interruzione della terapia.

Patologie del sistema nervoso

Nella maggior parte dei casi (51%) gli effetti indesiderati erano collegati al sistema nervoso: gli eventi registrati con maggiore frequenza sono stati discinesia, capogiri, ipercinesia, allucinazioni o confusione.

Patologie gastrointestinali

L’apparato gastrointestinale è stato coinvolto nel 33% dei casi: gli eventi registrati con maggiore frequenza sono stati nausea, vomito, dispepsia e gastrite.

Patologie cardiache

Il sistema cardiovascolare è stato coinvolto nel 27% dei casi: la valvulvopatia cardiaca e l’ipotensione sono stati gli effetti indesiderati registrati con maggiore frequenza.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Il sistema respiratorio è stato coinvolto nel 13% dei casi: forme di versamento/fibrosi pleurica sintomatica sono state registrate con una frequenza inferiore al 2%.

In considerazione delle sue proprietà vasocostrittive, gli altri eventi avversi prevedibili per questa classe farmacologica comprendono angina (registrata nell’1% circa dei pazienti sottoposti a trattamento con cabergolina) ed eritromelalgia (osservata nello 0,4% dei pazienti). Egualmente prevedibile per questa classe farmacologica, l’edema periferico ha interessato il 6% dei pazienti.

I disturbi gastrici sono stati più frequenti nei pazienti di sesso femminile, mentre gli effetti indesiderati relativi al SNC hanno interessato maggiormente i pazienti anziani.

In una minoranza di pazienti è stata osservata una diminuzione della pressione sanguigna di rilevanza clinica, effetto in genere particolarmente evidente nel corso della prima settimana di terapia. Durante il trattamento con cabergolina non sono state osservate né alterazioni nel battito cardiaco né variazioni significative dei tracciati ECG.

Durante una terapia a lungo termine con cabergolina si sono verificate con frequenza non comune alterazioni nelle analisi di laboratorio standard. Negli studi clinici è stato osservato un aumento dei trigliceridi superiore del 30% ai valori di riferimento nel 6,8% dei pazienti trattati con cabergolina che all’inizio della terapia presentavano valori normali. Nella maggior parte dei casi si è trattato di aumenti transitori. Complessivamente nei pazienti trattati con cabergolina non sono state osservate evidenti tendenze a un incremento dei valori con il tempo, né un significativo spostamento dei valori da normali ad anormali. Nel 6,8% di un numero di pazienti che prima della terapia presentavano valori normali è stata osservata una diminuzione clinicamente rilevante di emoglobina (conta degli ematocriti e/o dei globuli rossi >15% rispetto ai valori iniziali); in un terzo di questi pazienti è stata osservata la normalizzazione.

Patologie del sistema nervoso centrale e periferico
Molto comuni (≥ 1/10) Discinesia, capogiri, ipercinesia
Comuni (&sge; 1/100 a < 1/10) Sonnolenza, disordini del sonno, allucinazioni, confusione
Rari (≥ 1/10000 a < 1/1000) Episodi di attacchi di sonno improvviso
Patologie cardiache
Molto comuni (≥ 1/10) Valvulopatia cardiaca (incluso rigurgito) disturbi correlati (pericardite ed versamento pericardico) Ipotensione ortostatica
Comuni (≥ 1/100 a < 1/10) Angina
Non comuni (≥ 1/1000 a <1/100) Eritromelalgia
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comuni (≥ 1/100 a < 1/10) Fibrosi pleurale sintomatica essudata/polmonare
Patologie gastrointestinali
Molto comuni (≥ 1/10) Nausea
Comuni (≥ 1/100 a < 1/10) Vomito, dispepsia, gastrite, stipsi
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comuni (≥ 1/100 a < 1/10) Edema periferico
Esami diagnostici
Comuni (≥ 1/100 a < 1/10) Caduta dei valori dell’emoglobina e dell’ematocrito, diminuzione della conta degli eritrociti

Sorveglianza post-marketing

Cabergolina è stata associata a sonnolenza ed è stata associata con frequenza non comune ad eccessiva sonnolenza diurna e ad episodi di attacchi di sonno improvviso.

In pazienti trattati con agonisti dopaminici, per il Morbo di Parkinson inclusa cabergolina, specialmente ad alti dosaggi, sono stati segnalati casi di sindrome patologica del gioco d’azzardo, incremento della libido e ipersessualità, generalmente reversibili con la riduzione o l’interruzione del trattamento.

In associazione a cabergolina sono stati segnalati i seguenti casi:

Allucinazioni.

Altro

Gli eventi avversi registrati per dosaggi limitati di cabergolina (0,25-2 mg alla settimana) non compresi tra quelli elencati sopra comprendono:

Comuni (≥ 1/100 a < 1/10)

Patologie del sistema nervoso: depressione, cefalea, affaticamento, parestesia, sonnolenza

Patologie cardiache: palpitazioni

Patologie gastrointestinali: stipsi

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: arrossamento del viso

Non comuni (≥ 1/1000 a <1/100)

Patologie oculari: emianopsia

Patologie vascolari: sangue dal naso

Rari (≥ 1/10000 a < 1/1000)

Patologie vascolari: svenimenti

Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo: crampi alle dita e ai polpacci


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Non sono stati riportati casi di sovradosaggio; tuttavia, come suggerito da osservazioni relative ad esperimenti condotti sugli animali, è probabile che si possano verificare sintomi dovuti alla iperstimolazione dei recettori della dopamina, come nausea, vomito, abbassamento della pressione sanguigna, confusione/psicosi o allucinazioni. Se necessario si devono prendere provvedimenti per ristabilire la pressione sanguigna. Inoltre, in caso di pronunciati sintomi a carico del SNC (allucinazioni) può essere necessaria la somministrazione di medicinali dopamino agonisti.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Classe farmacoterapeutica: Agonista dopaminergico

Codice ATC: N04BC06

Cabergolina è un alcaloide sintetico dell’ergot ed un derivato dell’ergolina con un prolungato effetto dopamino agonista e proprietà di inibizione della prolattina.

Cabergolina esercita un effetto dopaminergico centrale attraverso la stimolazione del recettore D2 a dosi orali più alte rispetto a quelle efficaci per l’abbassamento dei livelli di prolattina sierica.

Studi clinici controllati hanno dimostrato che cabergolina è efficace a un dosaggio medio di 4 mg/giorno in seguito alla titolazione (fino a 5-6 mg/giorno in studi differenti).

cabergolina riduce le oscillazioni quotidiane nelle funzioni motorie dei pazienti affetti da morbo di Parkinson e sottoposti a trattamento con levodopa/carbidopa. Nei pazienti diagnosticati ex novo, la somministrazione di cabergolina in forma di monoterapia ha dimostrato di produrre miglioramenti clinici in qualche modo inferiori per frequenza rispetto alla terapia con levodopa/carbidopa.

Per quanto riguarda gli effetti endocrini di cabergolina non riferiti all’azione antiprolattinemica, i dati disponibili sull’uomo confermano i risultati sperimentali sugli animali i quali indicano che il medicinale è caratterizzato da un’azione molto selettiva, senza alcun effetto sulla secrezione basale di altri ormoni ipofisari o di cortisolo.

L’unico effetto farmacodinamico di cabergolina, non correlato all’effetto terapeutico, si riferisce alla diminuzione della pressione sanguigna. Il massimo effetto ipotensivo di cabergolina in dose singola si manifesta durante le prime 6 ore dopo l’assunzione del farmaco ed è dose-dipendente sia come entità che come incidenza.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento

Dopo somministrazione orale cabergolina è rapidamente assorbita nel tratto gastrointestinale come dimostrato dal fatto che il picco di concentrazione plasmatica è raggiunto entro 0,5 e 4 ore dalla somministrazione.

Non sembra che il cibo influenzi l’assorbimento e la disponibilità di cabergolina.

Distribuzione

Gli studi in vitro hanno dimostrato che il farmaco, alle concentrazioni di 0,1-10 ng/ml si lega per il 41-42% alle proteine del plasma.

Biotrasformazione

Il metabolita principale identificato nelle urine è la 6-allil-8β-carbossi-ergolina, pari al 4-6% della dose. Sono stati identificati nell’urina, per una quota pari al 3%, tre altri metaboliti. È stato notato che i metaboliti sono meno potenti di cabergolina nella inibizione della secrezione di cabergolina in vitro.

Eliminazione

L’emivita di eliminazione di cabergolina è lunga (63-68 ore nei volontari sani e 79-115 ore nelle pazienti iperprolattinemiche).

Sulla base dell’emivita di eliminazione, le condizioni di steady-state si raggiungono dopo 4 settimane, come confermato dal picco medio dei livelli plasmatici di cabergolina ottenuto dopo singola dose (37 ± 8 pg/ml) e dopo 4 settimane di somministrazioni ripetute (101 ± 43 pg/ml) con dosaggi di cabergolina dello 0,5 mg.

Dieci giorni dopo la somministrazione, il 18% e il 72% circa della dose è stata riscontrata rispettivamente nelle urine e nelle feci. Nelle urine si è identificata una quota di cabergolina immodificata pari al 2-3% della dose.

Linearità/Non linearità

Il profilo farmacocinetico è lineare fino a 7 mg al giorno.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Quasi tutte le evidenze riscontrate attraverso la serie di studi preclinici sono una conseguenza degli effetti centrali dopaminergici o di inibizione prolungata della prolattina nella specie (roditori) con una specifica fisiologia ormonale diversa da quella umana.

Gli studi preclinici sulla sicurezza di cabergolina, indicano un grande margine di sicurezza per i roditori e le scimmie, così come una mancanza di potenziale teratogeno, mutageno e cancerogeno.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Lattosio anidro, l-leucina, magnesio stearato (E 572).


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

2 anni


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dall’umidità.

La capsula o sacchetto esiccante contenente gel di silicio non deve essere rimossa dal flacone.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Flaconi di vetro ambrato (tipo III) contenente capsula o sacchetto disseccante con gel di silicio. I flaconi di vetro ambrato sono dotati di membrana di alluminio ermeticamente sigillata a prova di bambino ed un coperchio a prova di bambino in HDPE o PP.

Astuccio esterno.

Dimensioni delle confezioni:

2, 8, 14, 15, 16, 20, 28, 30, 32, 40, 48, 50, 60, 90, 96, 100 compresse

È possibile che non tutte le confezioni vengano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione in particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Sandoz S.p.A.

Largo U. Boccioni, 1

21040 Origgio


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

2 mg compresse 2 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921347/M

2 mg compresse 8 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921350/M

2 mg compresse 14 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921362/M

2 mg compresse 15 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921374/M

2 mg compresse 16 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921386/M

2 mg compresse 20 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921398/M

2 mg compresse 28 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921400/M

2 mg compresse 30 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921412/M

2 mg compresse 32 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921424/M

2 mg compresse 40 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921436/M

2 mg compresse 48 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921448/M

2 mg compresse 50 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921451/M

2 mg compresse 60 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921463/M

2 mg compresse 90 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921475/M

2 mg compresse 96 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921487/M

2 mg compresse 100 compresse in flacone di vetro ambrato AIC n. 037921499/M


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14 gennaio 2008


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