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CAPTOPRIL HEXAL 50 mg
Captopril 50 mg.
Compresse.
Ipertensione: Captopril Hexal è indicato per il trattamento dell’ipertensione.
Insufficienza cardiaca: Captopril Hexal è indicato per il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica con riduzione della funzione ventricolare sistolica, in associazione con diuretici e, ove del caso, digitale e beta-bloccanti.
Infarto del miocardio:
Trattamento a breve termine (4 settimane): Captopril Hexal è indicato nei pazienti in condizioni clinicamente stabili entro le prime 24 ore dopo un infarto.
Prevenzione a lungo termine dell’insufficienza cardiaca sintomatica: Captopril Hexal è indicato nei pazienti in condizioni clinicamente stabili con disfunzione ventricolare sinistra asintomatica (frazione di eiezione ≤ 40%).
Nefropatia diabetica di tipo I: Captopril Hexal è indicato per il trattamento della nefropatia diabetica macroproteinurica nei pazienti con diabete di tipo I (vedere paragrafo 5.1).
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La dose deve essere definita individualmente secondo il profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e la risposta della pressione sanguigna. La dose massima giornaliera raccomandata è di 150 mg.
Captopril Hexal può essere preso prima, durante e dopo i pasti.
Ipertensione: La dose iniziale raccomandata è di 25-50 mg al giorno divisa in due somministrazioni. La dose può essere aumentata in modo regolare ad intervalli di almeno due settimane, fino a 100-150 mg al giorno, in due somministrazioni, fino a raggiungere il target pressorio richiesto. Captopril Hexal può essere usato da solo o con altri agenti antiipertensivi, specialmente con diuretici tiazidici. Un’unica dose giornaliera può essere appropriata quando si aggiunge un trattamento antiipertensivo, ad esempio diuretici tiazidici.
Nei pazienti con sistema renina-angiotensina-aldosterone fortemente attivo (ipovolemia, ipertensione renovascolare, scompenso cardiaco) è preferibile iniziare il trattamento con una dose singola di 6,25 mg o 12,5 mg. Questo trattamento dovrebbe iniziare preferibilmente sotto stretto controllo medico. Queste dosi verranno quindi somministrate due volte al giorno. Il dosaggio potrà essere aumentato gradualmente fino a 50 mg al giorno in una o più somministrazioni e se necessario fino a 100 mg al giorno in una o più somministrazioni.
Insufficienza cardiaca: Il trattamento con captopril per l’insufficienza cardiaca deve essere iniziato sotto stretto controllo medico. La dose iniziale è di 6,25-12,5 mg due o tre volte al giorno>. Titolare la dose di mantenimento (75-150 mg al giorno) sulla base della risposta del paziente, lo stato clinico e la tollerabilità, fino ad un massimo di 150 mg al giorno in più somministrazioni. Aumentare la dose gradualmente, ad intervalli di almeno due settimane al fine di valutare la risposta del paziente.
Infarto del miocardio:
Trattamento a breve termine: II trattamento con captopril deve essere iniziato in ospedale in più presto possibile dopo la comparsa dei segni e/o dei sintomi nei pazienti con valori emodinamici stabili. Somministrare una dose di prova da 6,25 mg, seguita due ore dopo da un dose da 12,5 mg e 12 ore dopo da una dose da 25 mg. Dal giorno successivo somministrare 100 mg di captopril al giorno in due dosi per quattro settimane in assenza di reazioni avverse emodinamiche. Al termine della quarta settimana di trattamento, valutare nuovamente le condizioni del paziente prima di decidere il trattamento per la fase post-infarto.
Trattamento cronico: Se il trattamento con captopril non è stato iniziato nel corso delle 24 ore della fase acuta di infarto del miocardio, si suggerisce di iniziare tra il terzo e il sedicesimo giorno dopo l’infarto quando siano state raggiunte le condizioni necessarie per il trattamento (emodinamica stabile e cura dell’eventuale ischemia residua). Il trattamento deve essere iniziato in ospedale sotto stretta sorveglianza (in particolare della pressione sanguigna) fino a raggiungere la dose di 75 mg. La dose iniziale deve essere bassa (vedere 4.4) soprattutto in presenza di valori normali o bassi della pressione all’inizio della terapia. Il trattamento deve iniziare con una dose di 6,25 mg seguita da 12,5 mg tre volte al giorno per due giorni e quindi di 25 mg tre volte al giorno in assenza di reazioni avverse emodinamiche. La dose giornaliera raccomandata per una efficace protezione cardiaca nel trattamento a lungo termine è di 75-150 mg in due o tre somministrazioni. Nel caso di ipotensione sintomatica, come nell’insufficienza cardiaca, il dosaggio dei diuretici e/o di altri vasodilatatori concomitanti può essere ridotto al fine di raggiungere una dose di captopril di steady-state. Ove necessario, la dose di captopril deve essere adeguata in base alle reazioni cliniche del paziente. Captopril può essere usato in associazione con altri farmaci per il trattamento dell’infarto miocardico, quali agenti trombolitici, beta-bloccanti e acido acetilsalicilico.
Nefropatia diabetica di tipo I:
Nei pazienti con nefropatia diabetica di tipo I, la dose giornaliera raccomandata di captopril è di 75-100 mg suddivisa in più somministrazioni. Qualora si desiderasse ridurre ulteriormente la pressione sanguigna, aggiungere altri medicinali antiipertensivi.
Insufficienza renale: Captopril viene eliminato principalmente per via renale. Quindi in pazienti con insufficienza renale, se ne dovrebbe ridurre il dosaggio o prolungare l’intervallo tra le dosi. Quando fosse necessaria una terapia diuretica concomitante, nei pazienti con grave compromissione della funzione renale è preferibile un diuretico dell’ ansa (ad esempio furosemide) rispetto ad un diuretico tiazidico.
Nei pazienti con compromissione della funzione renale si raccomandano le seguenti dosi giornaliere, al fine di evitare un accumulo di captopril.
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m² ) | Dose giornaliera iniziale (mg) | Dose massima giornaliera (mg) |
> 40 | 25-50 | 150 |
21-40 | 25 | 100 |
10-20 | 12,5 | 75 |
< 10 | 6,25 | 37,5 |
Anziani: Come con altri agenti antiipertensivi prendere in considerazione l’impiego di una bassa dose all’inizio della terapia (6,25 mg due volte al giorno) nei pazienti anziani che possono avere una ridotta funzionalità renale e altre disfunzioni organiche (vedere sopra e 4.4).
Il dosaggio deve essere titolato secondo la risposta pressoria e deve essere tenuto il più basso possibile per controllare in modo adeguato le condizioni del paziente.
Bambini e adolescenti: L’efficacia e la sicurezza di captopril non sono state stabilite completamente. L’impiego di captopril nei bambini e negli adolescenti deve iniziare sotto severa sorveglianza medica. La dose iniziale di captopril è di circa 0,3 mg/kg di peso corporeo. Per i pazienti che richiedono precauzioni speciali (bambini con disfunzione renale, neonati prematuri, neonati e bambini piccoli nei quali la funzione renale non è uguale a quella di altri bambini e degli adulti) la dose iniziale di captopril dovrà essere di soli 0,15 mg per chilo di peso corporeo. Generalmente, captopril viene somministrato ai bambini tre volte al giorno, ma la dose e l’intervallo di somministrazione devono essere adottati individualmente in base alla risposta del paziente.
Storia di ipersensibilità a captopril, a uno qualsiasi degli eccipienti o ad un altro ACE inibitore.
Storia di angioedema associata a precedente terapia con ACE inibitori.
Edema angioneurotico ereditario/idiopatico.
Gravidanza (vedere 4.6).
Allattamento (vedere 4.6).
Ipotensione: Nei pazienti con ipertensione complicata si osserva raramente ipotensione.
Ipotensione sintomatica è più probabile nei pazienti ipertesi con deplezione di volume e/o sodio a causa di potente terapia diuretica, restrizione di sale nella dieta, diarrea, vomito e emodialisi. Correggere la deplezione di volume e/o sodio prima di somministrare un ACE inibitore e prendere in considerazione una dose iniziale inferiore.
I pazienti con insufficienza cardiaca sono a maggior rischio di ipotensione: all’inizio della terapia con un ACE inibitore si raccomanda una dose iniziale inferiore. Prestare cautela quando la dose di captopril o di un diuretico viene aumentata nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Come con qualsiasi antiipertensivo, l’eccessivo abbassamento della pressione sanguigna nei pazienti con grave malattia ischemica cardiovascolare o cerebrovascolare può aumentare il rischio di infarto miocardico o di ictus. In caso di insorgenza di ipotensione, porre il paziente in posizione supina. Può essere necessaria una replezione del volume con una normale soluzione salina per via endovenosa.
Ipertensione renovascolare: Sussiste un maggior rischio di ipotensione e insufficienza renale quando si sottopongono a trattamento con ACE inibitori i pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o con stenosi arteriosa con unico rene funzionante. Già con lievi alterazioni della creatinina sierica si può avere la perdita della funzione renale. In questi pazienti, iniziare la terapia sotto stretto controllo medico, a basse dosi e con un’attenta titolazione e monitoraggio della funzione renale.
Compromissione della funzione renale: Nei casi di compromissione della funzione renale (clearance della creatinina < 40 ml/min), la dose iniziale di captopril deve essere adeguata in base ala clearance della creatinina (vedere 4.2) e quindi in funzione della risposta del paziente al trattamento. Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina fanno parte della normale pratica medica in questi pazienti.
Angioedema: Angioedema delle estremità, del volto, delle labbra, delle membrane mucose, della lingua, della glottide o della laringe può insorgere nei pazienti trattati con ACE inibitori, particolarmente durante le prime settimane di trattamento. Tuttavia, angioedema grave può raramente manifestarsi dopo trattamento a lungo termine con un ACE inibitore. Interrompere immediatamente il trattamento. L’angioedema della lingua, della glottide o della laringe può essere fatale. Istituire una terapia d’emergenza. Il paziente deve essere ricoverato e posto sotto osservazione per almeno 12-24 ore; le dimissioni avranno luogo alla completa risoluzione dei sintomi.
Tosse: Con l’impiego di un ACE inibitore è stata riportata tosse. Tipicamente, la tosse non è produttiva, è persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia.
Insufficienza epatica: Gli ACE inibitori sono stati raramente associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico per progredire a necrosi epatica fulminante e (talvolta) a morte. Il meccanismo di questa sindrome non è chiaro. I pazienti trattati con un ACE inibitore che sviluppano ittero con un marcato innalzamento dei valori degli enzimi epatici devono interrompere il trattamento ed essere sottoposti a idoneo follow-up medico.
Iperkaliemia: In alcuni pazienti trattati con ACE inibitori, incluso captopril, sono stati osservati degli innalzamenti dei livelli di potassio nel siero. Pazienti a rischio di iperkaliemia comprendono quelli con insufficienza renale, diabete mellito o in trattamento concomitante con diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, ovvero i pazienti che assumono farmaci associati ad aumenti di potassio nel siero (ad esempio eparina). Qualora si ritenesse idoneo l’uso concomitante degli agenti sopra menzionati, si raccomanda il monitoraggio regolare dei valori del potassio sierico.
Litio: L’associazione di litio e captopril non è raccomandata (vedere 4.5).
Stenosi della valvola aortica e mitralica / cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: Gli ACE inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con ostruzione della valvola ventricolare sinistra e del tratto di deflusso; devono essere evitati in caso di shock cardiogeno e ostruzione emodinamicamente significativa.
Neutropenia / agranulocitosi: Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia sono state riportate nei pazienti sottoposti a trattamento con ACE inibitori, incluso captopril. Nei pazienti con funzione renale normale e nessun altro fattore di complicanza, la neutropenia compare raramente. Usare captopril con estrema cautela nei pazienti con malattia vascolare del collagene sottoposti a terapia immunosoppressiva con allopurinolo o procainamide, o con un’associazione di questi fattori di complicanza, soprattutto in caso di preesistente compromissione della funzione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni che talvolta non hanno risposto alla terapia antibiotica intensiva.
Qualora captopril venisse utilizzato in questi pazienti, è consigliabile eseguire una conta dei globuli bianchi e delle conte differenziate prima di iniziare la terapia, ogni due settimane nel corso dei primi tre mesi di terapia con captopril e quindi a scadenze periodiche. Nel corso del trattamento i pazienti dovranno riportare ogni segno di infezione (ad esempio mal di gola, febbre); si dovrà eseguire una conta dei globuli bianchi. Captopril ed eventuale altro farmaco somministrato contemporaneamente (vedere 4.5) dovranno essere interrotti in caso di neutropenia (neutrofili < 1000/mm³) conclamata o sospetta.
Nella maggior parte dei pazienti la conta dei neutrofili ritorna rapidamente entro i valori normalisuccessivamente all’interruzione di Captopril.
Proteinuria: Proteinuria compare soprattutto nei pazienti con compromissione della funzione renale o sottoposti a trattamento con dosi di ACE inibitore relativamente elevate.
Valori di proteine urinarie totali > 1 g/die sono stati osservati nello 0,7% dei pazienti trattati con captopril. La maggior parte dei pazienti presenta evidenza di precedente malattia renale o aveva ricevuto dosi relativamente alte di captopril (più di 150 mg/die), o entrambe le condizioni. Sindrome nefrosica è comparsa in circa 1/5 dei pazienti con proteinuria. Nella maggior parte dei casi la proteinuria si è risolta o è migliorata entro 6 mesi con o senza interruzione del trattamento con captopril. Si sono avute raramente alterazioni dei parametri della funzionalità renale, quali BUN e creatinina nei pazienti con proteinuria.
Pazienti con precedente malattia renale devono essere sottoposti a esame delle proteine urinarie (dip-stick sulle prime urine del mattino) prima di iniziare il trattamento e quindi a scadenze periodiche.
Reazioni anafilattoidi nel corso di desensibilizzazione: Reazioni anafilattoidi molto pericolose per la vita sono state riportate raramente nei pazienti in corso di terapia con un ACE inibitore sottoposti a trattamento desensibilizzante con veleno di imenottero. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate quando l’ACE inibitore è stato temporaneamente sospeso e sono quindi ricomparse in caso di nuova prova di immunità involontaria. Quindi prestare cautela nei pazienti trattati con ACE inibitori e sottoposti a queste procedure di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi nel corso di dialisi ad alto flusso / aferesi delle lipoproteine: Reazioni anafilattoidi sono state riportate in pazienti sottoposti a emodialisi con membrane ad alto flusso o sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità con assorbimento di dextransulfato. In questi pazienti, prendere in considerazione l’uso di una diversa membrana per dialisi o di una diversa categoria di farmaci.
Interventi chirurgici / anestesia: Ipotensione può verificarsi nei pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore o durante il trattamento con farmaci anestetici, noti per la loro capacità di ridurre la pressione sanguigna.
In caso di ipotensione, la stessa può essere corretta mediante un’espansione di volume.
Pazienti diabetici: I livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati nei pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali oppure insulina, in particolare nel corso del primo mese di trattamento con un ACE inibitore.
Lattosio: Captopril Hexal contiene lattosio; quindi non deve essere impiegato nei casi di galattosemia congenita, malassorbimento glucosio-galattosio o sindromi da carenza di lattasi (rare malattie metaboliche).
Differenze etniche: Come con altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, captopril sembra essere meno efficace nel ridurre la pressione sanguigna nei soggetti neri rispetto ai soggetti non-neri, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di condizioni di bassi valori di renina nella popolazione nera ipertesa.
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Diuretici risparmiatori di potassio o supplementi di potassio: Gli ACE inibitori attenuano la perdita di potassio indotta dai diuretici. I diuretici risparmiatori di potassio (ad esempio, spironolattone, triamterene o amiloride), i supplementi di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio possono indurre significativi aumenti dei valori di potassio nel siero. Se l’uso concomitante di questi farmaci è indicato a seguito di dimostrata ipokaliemia, essi dovranno essere impiegati con cautela e con frequenti controlli dei valori di potassio nel siero (vedere 4.4).
Diuretici (tiazide o diuretici dell’ansa): Il trattamento precedente con elevate dosi di diuretici può risultare in una deplezione del volume ed in un rischio di ipotensione nel momento in cui si inizia una terapia con captopril (vedere 4.4). Gli effetti ipotensivi possono essere ridotti sospendendo l’assunzione del diuretico, aumentando il volume o l’assunzione di sale ovvero iniziando la terapia con una dose inferiore di captopril. Tuttavia, non sono state riscontrate interazioni farmacologiche significative negli studi specifici condotti con idroclorotiazide o furosemide.
Alti agenti antipertensivi: Captopril è stato somministrato senza pericolo in concomitanza con altri agenti antiipertensivi di uso comune (ad esempio beta-bloccanti e agenti bloccanti i canali del calcio a lunga durata d’azione). L’uso concomitante di questi agenti può aumentare gli effetti ipotensivi di captopril. Il trattamento con nitroglicerina o altri nitrati o altri vasodilatatori deve essere somministrato con cautela.
Trattamento dell’infarto miocardico acuto: Captopril può essere usato in concomitanza con acido acetilsalicilico (a dosi cardiologiche), trombolitici, beta-bloccanti e/o nitrati in pazienti con infarto del miocardio.
Litio: Aumenti reversibili delle concentrazioni di litio nel siero e tossicità sono stati riportati nel corso della somministrazione concomitante di litio e ACE inibitori. L’uso concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità da litio e accrescere il rischio già elevato di tossicità da litio con gli ACE inibitori. L’uso di captopril e litio non è raccomandato, ma se l’associazione si dimostra necessaria procedere con un attento monitoraggio dei livelli di litio nel siero (vedere 4.4).
Antidepressivi triciclici / antipsicotici: Gli ACE inibitori possono rafforzare gli effetti ipotensivi di alcuni antidepressivi ed antipsicotici triciclici (vedere 4.4). Si può verificare ipotensione posturale.
Allopurinolo, procainamide, agenti citostatici o immunosoppressori: La somministrazione concomitante di ACE inibitori può portare ad un maggior rischio di leucopenia, soprattutto se questi ultimi vengono impiegati a dosi maggiori di quanto raccomandato.
Medicinali anti-infiammatori non-steroidei: E’ stato descritto che i medicinali anti-infiammatori non-steroidei (NSAID) e gli ACE inibitori esercitano un effetto aggiuntivo sull’aumento del potassio sierico, mentre la funzione renale può ridursi. Questi effetti sono in principio reversibili. Raramente si può verificare insufficienza renale acuta, in modo particolare nei pazienti con compromissione della funzione renale, come negli anziani o nei soggetti disidratati. La somministrazione cronica di NSAID può ridurre l’effetto antiipertensivo di un ACE inibitore.
Simpatomimetici: Possono ridurre gli effetti antiipertensivi degli ACE inibitori; monitorare attentamente i pazienti.
Antidiabetici: Studi farmacologici hanno dimostrato che gli ACE inibitori, incluso captopril, possono potenziare gli effetti riduttori del glucosio nel sangue esplicati dall’insulina e dagli antidiabetici orali, come la sulfonilurea nei diabetici. Qualora dovesse verificarsi questa rara interazione, può essere necessario ridurre la dose del farmaco antidiabetico nel corso del trattamento concomitante con gli ACE inibitori.
Chimica clinica
Captopril può dare risultati falsi-positivi nel test per l’acetone sulle urine.
Gravidanza:
Captopril Hexal è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Gli ACE inibitori possono causare morbidità e mortalità fetale e neonatale quando assunti da donne in gravidanza. Parecchie dozzine di casi sono state riportate nella letteratura mondiale.
L’esposizione prolungata a captopril nel corso del secondo e terzo trimestre di gravidanza induce tossicità fetale (ridotta funzione renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione del cranio) e neonatale (insufficienza renale neonatale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere anche 5.3). inoltre l’uso di ACE inibitori nel primo trimestre di gravidanza è stato associato ad un aumento del rischio potenziale di difetti alla nascita.
Quando la gravidanza è accertata si deve interrompere l’assunzione di ACE inibitori il prima possibile e monitorare regolarmente lo sviluppo fetale. Alle donne che hanno programmato una gravidanza non si devono somministrare ACE inibitori (incluso Captopril Hexal). Le donne in età fertile devono essere informate dei potenziali rischi e gli ACE inibitori (incluso Captopril Hexal) devono essere somministrati solo dopo attenta consulenza specialistica in considerazione dei rischi e benefici individuali.
Allattamento: Captopril Hexal è controindicato durante l’ allattamento.
Come con altri antiipertensivi, la capacità di guidare veicoli e usare macchinari può essere ridotta, soprattutto all’inizio del trattamento o quando si modifica la posologia e ancora quando il farmaco viene usato in associazione con alcool; tuttavia, questi effetti dipendono dalla sensibilità individuale.
Gli effetti indesiderati riferiti per captopril e/o ACE inibitori comprendono:
Patologie del sistema emolinfopoietico:
molto rari: neutropenia/agranulocitosi (vedere 4.4), pancitopenia in particolare nei pazienti con disfunzione renale (vedere 4.4), anemia (inclusa anemia aplastica ed emolitica), trombocitopenia, linfoadenopatia, eosinofilia, malattie auto-immuni e/o titoli ANA positivi.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
rari: anoressia;
molto rari: iperkaliemia, ipoglicemia (vedere 4.4).
Disturbi psichiatrici:
comuni: disturbi del sonno;
molto rari: confusione, depressione.
Patologie del sistema nervoso:
comuni: alterazione del gusto, capogiri;
rari: sonnolenza, mal di testa e parestesia;
molto rari: accidenti cerebrovascolari, incluso ictus, e sincope.
Patologie dell’occhio:
molto rari: visione offuscata.
Patologie cardiache:
non comuni: tachicardia o tachiaritmia, angina pectoris, palpitazioni;
molto rari: arresto cardiaco, shock cardiogenico.
Patologie vascolari:
non comuni: ipotensione (vedere 4.4), sindrome di Raynaud, vampate, pallore.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
comuni: tosse secca irritante (non produttiva) (vedere 4.4) e dispnea;
molto rari: broncospasmo, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila.
Patologie gastrointestinali:
comuni: nausea, vomito, irritazione gastrica, dolore addominale, diarrea, stipsi, secchezza delle fauci;
rari: stomatite/ulcerazioni aftose;
molto rari: glossite, ulcera peptica, pancreatite.
Patologie epatobiliari:
molto rari: compromessa funzione epatica e colestasi (incluso ittero), epatite inclusa necrosi, elevati valori degli enzimi epatici e della bilirubina.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
comuni: prurito con o senza rash, rash e alopecia;
non comuni: angioedema (vedere 4.4);
molto rari: orticaria, sindrome di Stevens-Johnson, eritema multiforme, fotosensibilità, eritroderma, reazioni simili a pemfigo e dermatite esfoliativa.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
molto rari: mialgia, artralgia.
Patologie renali e urinarie:
rari: disordini della funzione renale, inclusa insufficienza renale, poliuria, oliguria, aumentata frequenza ad urinare;
molto rari: sindrome nefrosica.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
molto rari: impotenza, ginecomastia.
Patologie sistemiche e condizioni relative al sito di somministrazione:
non comuni: dolore toracico, fatica, malessere;
molto rari: febbre.
Esami diagnostici:
molto rari: proteinuria, eosinofilia, aumento del potassio sierico, riduzione del sodio sierico, innalzamento dei valori di BUN, della creatinina sierica e della bilirubina sierica, riduzione dell’emoglobina, ematocrito, leucociti, trombociti, titolo ANA positivo, VES elevata.
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I sintomi di sovradosaggio sono grave ipotensione, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici ed insufficienza renale.
Se l’ingestione è recente prendere provvedimenti per prevenire l’assorbimento (ad esempio lavanda gastrica, somministrazione di agenti assorbenti e solfato di sodio entro 30 minuti dall’ingestione) ed accelerare l’eliminazione del farmaco. In caso di ipotensione, porre il paziente in posizione di shock e somministrare rapidamente supplementi di sale e di volume. Prendere in considerazione il trattamento con angiotensina II. Somministrare atropina per curare bradicardia o estese reazioni vagali. Prendere in considerazione l’uso di un pacemaker.
Captopril può essere rimosso dalla circolazione mediante emodialisi.
Categoria farmacoterapeutica: ACE inibitori, semplici, codice ATC: C09AAO1.
Captopril è un inibitore altamente specifico competitivo dell’enzima di conversione dell’angiotensina I (ACE inibitori).
Gli effetti benefici degli ACE inibitori sembrano derivare principalmente dalla soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone plasmatici. La renina è un enzima endogeno sintetizzato dalle reni e rilasciato nella circolazione dove converte l’angiotensinogeno in angiotensina I, un decapeptide relativamente inattivo. L’angiotensina I viene quindi convertita dall’enzima di conversione dell’angiotensina, una peptidildipeptidasi, in angiotensina II. L’angiotensina II è un potente vasocostrittore, responsabile della vasocostrizione arteriosa e dell’aumento della pressione sanguigna nonché della stimolazione della ghiandola surrenale a secernere aldosterone. L’inibizione dell’ACE risulta in un ridotto valore di angiotensina II nel plasma, che porta ad una ridotta attività vasopressoria e ad una ridotta secrezione di aldosterone. Sebbene quest’ultima riduzione sia contenuta, si possono avere piccole riduzioni delle concentrazioni di potassio nel siero, perdita di sodio e fluidi. La cessazione del feedback negativo dell’angiotensina II e della secrezione della renina risulta in un aumento dell’attività della renina nel plasma.
Un’altra funzione dell’enzima di conversione è degradare il potente peptide vasopressore della chinina, la bradichinina, in metaboliti inattivi. Quindi, l’inibizione dell’ACE risulta in una aumentata attività del sistema kallicreina-chinina circolante e locale, che contribuisce alla vasodilatazione periferica attivando il sistema delle prostaglandine; è possibile che questo meccanismo sia coinvolto nell’effetto ipotensivo degli ACE inibitori e sia responsabile di alcune reazioni avverse.
Le riduzioni della pressione sanguigna raggiungono solitamente il valore massimo 60-90 minuti dopo somministrazione orale di una singola dose di captopril. La durata dell’effetto è correlata alla dose. La riduzione della pressione sanguigna può essere progressiva; quindi, per raggiungere gli effetti terapeutici massimi possono essere necessarie alcune settimane di terapia. Gli effetti ipotensivi del captopril e dei diuretici di tipo tiazidico sono addizionali.
Nei pazienti ipertesi, captopril riduce la pressione in clinostatismo ed in ortostatismo, senza indurre un aumento compensatorio della frequenza cardiaca, nè una ritenzione di acqua e sodio.
In studi di emodinamica, captopril ha causato una marcata riduzione della resistenza arteriosa periferica. In generale non si sono avuti cambiamenti clinicamente rilevanti del flusso plasmatico renale o della velocità di filtrazione glomerulare. Nella maggior parte dei pazienti, l’effetto anti-ipertensivo è iniziato circa 15-30 minuti dopo la somministrazione di captopril per via orale; l’effetto massimo è stato raggiunto dopo 60-90 minuti. La riduzione massima della pressione sanguigna di una dose definita di captopril è stata generalmente visibile dopo 3-4 settimane. Alla dose giornaliera raccomandata l’effetto anti-ipertensivo persiste anche nel corso di trattamento a lungo termine. La temporanea sospensione di captopril non provoca alcun aumento rapido eccessivo della pressione sanguigna (rebound). Il trattamento dell’ipertensione con captopril porta anche ad una riduzione dell’ipertrofia ventricolare sinistra.
Studi di emodinamica in pazienti con insufficienza cardiaca hanno dimostrato che captopril provoca una riduzione della resistenza sistemica periferica ed un aumento della capacità venosa. Ciò risulta in una riduzione del pre-carico e del post-carico del cuore (riduzione della pressione di riempimento ventricolare). Inoltre, nel corso di trattamento con captopril sono stati osservati aumenti della gittata cardiaca, dell’indice di attività e della capacità di esercizio. In un ampio studio controllato con placebo in pazienti con disfunzione del ventricolo sinistro (LVEF < 40%) successiva ad infarto del miocardio, è stato dimostrato che captopril (somministrato tra il terzo ed il sedicesimo giorno dopo l’infarto) ha prolungato il tempo di sopravvivenza e ridotto la mortalità cardiovascolare. L’evidenza della ridotta mortalità cardiovascolare si è manifestata con una ritardata progressione di insufficienza cardiaca sintomatica e con una ridotta necessità di ricovero per insufficienza cardiaca, rispetto al placebo. Si è inoltre avuta una riduzione dei casi di nuovo infarto e di riduzione delle procedure di rivascolarizzazione cardiaca e/o della necessità di ulteriore trattamento con diuretici e/o digitale o un aumento del loro dosaggio in confronto al placebo.
Un’analisi retrospettiva ha dimostrato che captopril riduce il numero di infarti ricorrenti e delle procedure di rivascolarizzazione cardiaca (né erano questi criteri di target dello studio).
Un altro ampio studio controllato con placebo in pazienti con infarto del miocardio ha dimostrato che captopril (somministrato entro 24 ore dall’evento per la durata di un mese) riduce significativamente la mortalità globale dopo 5 settimane, rispetto al placebo. L’effetto favorevole di captopril sulla mortalità totale si è potuto riscontrare anche dopo un anno. Non è stata trovata nessuna indicazione di effetto negativo in relazione alla mortalità precoce nel primo giorno di trattamento.
Si osservano effetti cardioprotettori di captopril indipendentemente dall’età o dal sesso del paziente, dalla sede dell’infarto e dai trattamenti concomitanti con dimostrata efficacia nel corso del periodo successivo all’infarto (agenti trombolitici, beta-bloccanti ed acido acetilsalicilico).
Nefropatia diabetica di tipo I
In uno studio clinico multicentrico in doppio cieco vs placebo in pazienti diabetici insulino-dipendenti (tipo I) con proteinuria, con o senza ipertensione (permessa la concomitante somministrazione di altri antiipertensivi per il controllo della pressione sanguigna) captopril ha ridotto in modo significativo (del 51%) il tempo necessario al raddoppio della concentrazione di creatinina al basale in confronto al placebo; l’incidenza dell’insufficienza renale terminale (dialisi, trapianto) o di morte è stata significativamente meno comune nel gruppo trattato con captopril che nel gruppo trattato con placebo (51%). Nei pazienti con diabete e microalbuminuria, il trattamento con captopril ha ridotto la escrezione dell’albumina entro due anni.
Gli effetti del trattamento con captopril sulla conservazione della funzione renale si aggiungono a qualsiasi beneficio che può derivare dalla riduzione della pressione sanguigna.
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Captopril è un agente attivo per uso orale che non richiede biotrasformazione. L’assorbimento minimo medio è di circa il 75%.
I picchi di concentrazioni plasmatiche vengono raggiunte entro 60-90 minuti. La presenza di cibo nel tratto gastrointestinale riduce l’assorbimento di circa il 30-40%. Circa il 25-30% del farmaco circolante si lega alle proteine plasmatiche. L’emivita di eliminazione apparente del captopril immodificato nel sangue è di circa 2 ore. Più del 95% della dose assorbita viene eliminata con le urine entro 24 ore; il 40-50% è farmaco immodificato ed il resto sono metaboliti di bisolfuro inattivi (bisolfuro di captopril e bisolfuro di cisteina). La compromissione della funzione renale può provocare accumulo di farmaco. Quindi, nei pazienti con funzione renale compromessa la dose deve essere ridotta e/o l’intervallo tra le somministrazioni deve essere prolungato (vedere 4.2). Studi sugli animali indicano che captopril non attraversa la barriera emato-encefalica in misura significativa.
Studi sugli animali condotti con captopril durante l’organogenesi non hanno dimostrato alcun effetto teratogenico ma captopril ha prodotto tossicità fetale in diverse specie, inclusa mortalità fetale nel corso dell’ultimo periodo di gravidanza, ritardo della crescita e mortalità post-natale nel ratto. Dati preclinici non rivelano altri rischi specifici per l’uomo, come dimostrano studi convenzionali sulla sicurezza farmacologica, sulla tossicologia dopo dosi ripetute, sulla genotossicità e la carcinogenicità.
Cellulosa microcristallina, amido di mais, lattosio monoidrato, acido stearico.
Non pertinente.
3 anni.
Non conservare a temperatura superiore a 30°C
Blister (polipropilene/alluminio)
50 mg: 24, 30, 100 e 200 unità
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Hexal S.p.A.
Via Paracelo, 16
20041 Agrate Brianza (MI)
24 compresse da 50 mg AIC n. 036315075/M
30 compresse da 50 mg AIC n. 036315048/M
100 compresse da 50 mg AIC n. 036315051/M
200 compresse da 50 mg AIC n. 036315063/M
01/06/2003
01/03/2007