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CARBOPLATINO ACHL
1 ml di concentrato per soluzione per infusione contiene 10 mg di carboplatino.
Ciascun flaconcino da 5 ml contiene 50 mg di carboplatino.
Ciascun flaconcino da 15 ml contiene 150 mg di carboplatino.
Ciascun flaconcino da 45 ml contiene 450 mg di carboplatino.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Una soluzione trasparente, incolore, libera da particelle
Il carboplatino è indicato per il trattamento di:
1. carcinoma dell’ovaio di origine epiteliale in fase avanzata in:
(a) terapia di prima linea
(b) terapia di seconda linea, dopo il fallimento di altri trattamenti.
2. carcinoma del polmone a piccole cellule.
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Dosaggio e somministrazione
Il carboplatino deve essere somministrato esclusivamente per via endovenosa. La dose raccomandata di carboplatino in pazienti adulti non trattati precedentemente e con funzionalità renale normale, cioè clearance dellacreatinina > 60 ml/min è 400 mg/m², in un’unica dose somministrata con infusione endovenosa a breve termine della durata da 15 a 60 minuti. Alternativamente la formula Calvert indicata sotto può essere utilizzata per determinare il dosaggio:
Dose (mg) = AUC target (mg/ml x min) x [GFR ml/min + 25]
Dose (mg) = AUC target (mg/ml x min) x [GFR ml/min + 25] |
AUC target | Chemioterapia programmata | Stato di trattamento del paziente |
5-7 mg/ml/min | Carboplatino in monoterapia | Nessuna terapia precedente |
4-6 mg/ml/min | Carboplatino in monoterapia | Terapia precedente |
4-6 mg/ml/min | Carboplatino più ciclofosfamide | Nessuna terapia precedente |
Nota: con la formula Calvert, la dose totale di carboplatino viene calcolata in mg, non in mg/m². La formula di Calvert non deve essere utilizzata in pazienti massivamente pre-trattati**.
** I pazienti sono considerati massivamente pre-trattati se hanno ricevuto uno qualsiasi dei seguenti schemi terapeutici:
• mitomicina C
• nitrosourea
• terapia con associazione di doxorubicina/ciclofosfamide/cisplatino
• terapia con associazione di 5 o più farmaci,
• radioterapia ≥4500 rad, focalizzata su un campo di 20 x 20 cm o su più di un campo di terapia.
La terapia con il carboplatino deve essere interrotta nel caso di tumore non responsivo, di malattia progressiva e/o di insorgenza di effetti collaterali non tollerabili.
La terapia non deve essere ripetuta fino a quando non siano trascorse quattro settimane dal ciclo precedente di carboplatino e/o fino a quando la conta dei neutrofili è di almeno 2.000 cellule/mm³ e la conta piastrinica è di almeno 100.000 cellule/mm³.
La riduzione della dose iniziale del 20-25% è consigliata nei pazienti che presentino fattori di rischio, quali una precedente terapia mielosoppressiva e un basso performance status (ECOG-Zubrod 2-4 o Karnofsky inferiore a 80).
Si consiglia di determinare il nadir ematologico con controlli settimanali della crasi ematica durante i cicli iniziali di terapia con il carboplatino per la titolazione successiva del dosaggio.
Insufficienza renale
I pazienti con valori di clearance della creatinina inferiori a 60 ml/min sono a maggiore rischio di sviluppo di mielosoppressione.
L’uso ottimale del carboplatino nei pazienti che si presentano con alterazione della funzionalità renale richiede titolazioni adeguate del dosaggio e il monitoraggio frequente sia dei nadir ematologici che della funzionalità renale.
In caso di velocità di filtrazione glomerulare di ≤ 20 ml/min, il carboplatino non deve essere somministrato affatto.
Terapia in associazione
L’utilizzo ottimale del carboplatino in associazione con altri farmaci mielosoppressori richiede le titolazioni della dose secondo il regime e lo schema di somministrazione adottato.
Uso nei bambini
Poiché non è disponibile un’esperienza sufficiente sull’uso del carboplatino nei bambini, non è possibile consigliare dosi specifiche.
Anziani
In base alle condizioni fisiche del paziente può rendersi necessaria la titolazione della dose, sia inizialmente che successivamente nella terapia.
Diluizione e ricostituzione
Il prodotto deve essere diluito prima dell’infusione; vedere paragrafo 6.6
Il carboplatino è controindicato nei pazienti con:
• ipersensibilità al principio attivo o ad altri composti contenenti platino
• allattamento
• mielosoppressione grave
• tumori con emorragia
• grave insufficienza renale pre-esistente (clearance della creatinina ≤ 20 ml al minuto)
Avvertenze
Il carboplatino deve essere somministrato sotto la supervisione di un medico qualificato esperto nell’uso delle terapie antineoplastiche. Strutture diagnostiche e terapeutiche devono essere prontamente disponibili per la gestione della terapia e le possibili complicanze.
La mielosoppressione associata all’uso del carboplatino è strettamente correlata alla clearance renale. È probabile che i pazienti con funzionalità renale anormale o che ricevono la terapia concomitante con altri farmaci potenzialmente nefrotossici siano affetti da mielotossicità grave e prolungata. È pertanto necessario valutare attentamente i parametri della funzionalità renale prima e durante la terapia.
Normalmente, i cicli di infusione di carboplatino non devono essere ripetuti più di una volta al mese. Dopo la somministrazione di carboplatino possono insorgere trombocitopenia, leucopenia e anemia. Un frequente controllo della crasi ematica periferica è consigliato durante tutta la terapia e dopo la terapia con il carboplatino. La terapia con l’associazione di carboplatino ad altri farmaci mielosoppressori deve essere pianificata molto attentamente per quanto riguarda i dosaggi e i tempi di somministrazione, per minimizzare gli effetti cumulativi. Nei pazienti affetti da grave mielosoppressione può rendersi necessaria una terapia trasfusionale di supporto.
Il carboplatino può causare nausea e vomito. La premedicazione con antiemetici si è dimostrata utile nel ridurre l’incidenza e l’intensità di questi effetti.
L’alterazione della funzionalità renale ed epatica può insorgere con il carboplatino. Dosi altissime di carboplatino (≥ 5 volte la dose consigliata dell’agente singolo) hanno prodotto gravi anormalità della funzionalità epatica e/o renale. Non è chiaro se un programma appropriato di idratazione possa ovviare gli effetti sulla funzionalità renale. La riduzione della dose o l’interruzione della terapia è richiesta se è presente un’alterazione da moderata a severa dei test di funzionalità renale o epatica. (Vedere paragrafo 4.8).
L’incidenza e la severità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti che hanno una funzionalità renale alterata prima della terapia con il carboplatino. L’alterazione della funzionalità renale è inoltre più probabile nei pazienti che sono stati affetti precedentemente da nefrotossicità a causa della terapia con il cisplatino. Sebbene non sia stata accumulata alcuna evidenza clinica sulla nefrotossicità combinata, si consiglia di non associare il carboplatino con amminoglicosidici o altri composti nefrotossici.
Sono state riferite reazioni allergiche al carboplatino, ad es. rash eritematoso, febbre senza alcuna causa apparente o prurito. Si sono verificati raramente anafilassi, angioedema e reazioni anafilattoidi, inclusi broncospasmo, orticaria e edema facciale. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo la somministrazione di altri composti contenenti platino e possono verificarsi entro alcuni minuti. L’incidenza delle reazioni allergiche può aumentare con l’esposizione precedente alla terapia con platino; sono state tuttavia osservate reazioni allergiche all’esposizione iniziale al carboplatino. I pazienti devono essere osservati attentamente per possibili reazioni allergiche e gestiti con la terapia di supporto appropriata, comprendente antiistamine, adrenalina e/o glucocorticoidi.
La valutazione neurologica e un accertamento dell’udito devono essere effettuati regolarmente, particolarmente nei soggetti che ricevono carboplatino a dosi elevate. La neurotossicità, come parestesia, riduzione dei riflessi tendinei profondi, e l’ototossicità sono osservate con maggiore probabilità nei pazienti precedentemente trattati con altre terapie a base di platino e altri agenti ototossici.
Il potenziale cancerogeno del carboplatino non è stato studiato, ma composti con meccanismi d’azione e mutagenicità simili sono stati riferiti come cancerogeni (Vedere paragrafo 5.3)
La sicurezza e l’efficacia della somministrazione di carboplatino nei bambini non sono state dimostrate.
Durante la preparazione e la somministrazione del carboplatino non devono essere utilizzate apparecchiature che contengono alluminio (Vedere paragrafo 6.2).
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La terapia concomitante con farmaci nefrotossici o ototossici come amminoglicosidici, vancomicina, capreomicina e diuretici non è raccomandata, poichè questo può dar luogo ad un aumento o ad una esacerbazione della tossicità a causa dei cambiamenti nella clearance renale di queste sostanze indotti dal carboplatino.
Quando il carboplatino viene somministrato in associazione ad altri composti mielosoppressivi, l’effetto mielosoppressivo del carboplatino e/o degli altri composti può essere più pronunciato. È probabile che i pazienti che ricevono la terapia concomitante con altri agenti nefrotossici siano affetti da mielotossicità più severa e prolungata a causa della riduzione della clearance renale del carboplatino.
È necessario esercitare cautela quando il carboplatino viene utilizzato contemporaneamente a warfarin, perché sono stati riferiti casi di maggiore INR.
Una riduzione dei livelli sierici di fenitoina è stata osservata nel caso di somministrazione concomitante di carboplatino e fenitoina. Questo può portare alla ricomparsa di crisi convulsive e può richiedere un aumento dei dosaggi di fenitoina.
La somministrazione concomitante di carboplatino e agenti chelanti deve essere evitata in quanto teoricamente può causare una riduzione dell’effetto antineoplastico del carboplatino. Tuttavia l’effetto antineoplastico del carboplatino non è risultato influenzato dal dietilditiocarbamato negli esperimenti negli animali o nell’uso clinico.
Gravidanza
L’uso sicuro del carboplatino durante la gravidanza non è stato stabilito. Gli studi sugli animali hanno dimostrato la tossicità sulla riproduzione (vedere paragrafo 5.3.). Il carboplatino ha dimostrato di essere embriotossico e teratogeno nei ratti e mutageno in vivo e in vitro. Il carboplatino non deve essere utilizzato durante la gravidanza, se non chiaramente indicato. Se il carboplatino viene utilizzato durante la gravidanza, il paziente deve essere informato sul rischio potenziale per il feto.
Fertilità
Alle donne in età fertile deve essere consigliato di evitare l’inizio della gravidanza, utilizzando metodi contraccettivi efficaci durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo la fine della terapia. Alle donne che sono incinte o rimangono incinte durante la terapia, deve essere fornito il counseling genetico.
Il carboplatino è genotossico. Si consiglia agli uomini trattati con il carboplatino di non generare un figlio durante e fino a 6 mesi dopo la terapia e di ottenere le informazioni sulla conservazione dello sperma prima della terapia, a causa della possibilità di infertilità irreversibile dovuta alla terapia con il carboplatino.
Allattamento
Non è noto se il carboplatino venga escreto nel latte materno umano.
A causa della possibilità di effetti nocivi nei piccoli allattati, l’allattamento deve essere interrotto se la madre è trattata con il carboplatino(vedere paragrafo 4.3).
Il carboplatino non ha alcuna influenza o ha un’influenza trascurabile sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari. Il carboplatino può tuttavia causare nausea e vomito, compromettendo indirettamente la capacità di guidare e l’uso di macchinari.
Le incidenze delle reazioni avverse riferite qui sono basate sui dati cumulativi ottenuti in un numero elevato di pazienti con diverse caratteristiche prognostiche prima del trattamento.
Sono state utilizzate le seguenti frequenze:
Molto comune (≥1/10)
Comune (≥1/100, <1/10)
Non comune (≥1/1.000, ≤1/100)
Raro (≥1/10.000, ≤1/1.000)
Molto raro (<1/10.000), frequenza non nota (non calcolabile dai dati disponibili)
Patologie cardiache
Molto rari: eventi cardiovascolari (insufficienza cardiaca, embolia) oltre a eventi cerebrovascolari (apoplessia) sono stati riferiti in singoli casi (il rapporto causale con il carboplatino non è stato stabilito). Sono stati riferiti singoli casi di ipertensione.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comuni: la mielosoppressione rappresenta l’effetto tossico dose-limitante del carboplatino. La mielosoppressione può essere più severa e prolungata nei pazienti con funzionalità renale alterata, trattamento massivo precedente, performance status scadente ed età superiore a 65 anni. La mielosoppressione è inoltre aggravata dalla terapia con associazione di carboplatino ad altri farmaci mielosoppressori. In genere la mielosoppressione è reversibile e non cumulativa quando il carboplatino è usato in monoterapia e ai dosaggi e alle frequenze di somministrazione raccomandati.
Ai massimi dosaggi tollerati di carboplatino somministrato in monoterapia, la trombocitopenia si verifica in circa un terzo dei pazienti con conte piastriniche di nadir inferiori a 50 x 109/l. In genere il nadir si verifica tra il 14° e il 21° giorno, con regressione entro 35 giorni dall’inizio della terapia.
La leucopenia è stata inoltre osservata nel 20% circa dei pazienti, ma la sua regressione dal giorno di nadir (tra il 14° e il 28° giorno) può essere più lenta e in genere avviene entro 42 giorni dall’inizio della terapia. La neutropenia con conte granulocitiche inferiori a 1 x 109/l si verifica in circa un quinto dei pazienti. I valori di emoglobina inferiori a 9,5 mg/100 ml sono stati osservati nel 48% dei pazienti con valori basali normali. L’anemia si verifica spesso e può essere cumulativa.
Comuni: sono state riportate anche complicanze emorragiche, in genere minori.
Non comuni: sono state riportate occasionalmente complicanze infettive.
Rare: sono stati riportati casi di neutropenia febbrile. Si sono verificati singoli casi di infezioni e emorragia con pericolo di vita.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Molto rari: fibrosi polmonare manifestata da oppressione toracica e dispnea. Questa deve essere considerata se si esclude uno stato di ipersensibilità polmonare (vedere Patologie sistemiche sotto).
Patologie del sistema nervoso
Comuni: l’incidenza delle neuropatie periferiche dopo il trattamento con il carboplatino è del 6%. Nella maggioranza dei pazienti la neurotossicità è limitata alla parestesia ed alla riduzione dei riflessi tendinei profondi. La frequenza e l’intensità di questo effetto collaterale aumenta nei pazienti anziani e in quelli precedentemente trattati con il cisplatino. La parestesia presente prima di iniziare la terapia con il carboplatino, particolarmente se correlata a precedente terapia con il cisplatino, può persistere o aggravarsi durante il trattamento con il carboplatino. (Vedere Precauzioni).
Non comuni: sono stati riportati sintomi nervosi centrali che risultano però spesso attribuiti alla terapia antiemetica concomitante.
Patologie dell’occhio
Rari: disturbi transitori della vista, talvolta comprendenti la perdita transitoria della visione, sono stati riferiti raramente con la terapia a base di platino, in genere associati alla terapia con alti dosaggi nei pazienti con compromissione renale. Nella sorveglianza post marketing è stata riportata la neurite ottica.
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Molto comuni: la diminuzione subclinica dell’acuità uditiva, con perdita uditiva delle alte frequenze (4000-8000 Hz) documentata dall’audiogramma, è stata riferita nel 15% dei pazienti trattati con il carboplatino.
Comuni: ototossicità clinica. Solo l’1% dei pazienti presenta una sintomatologia clinica, che si manifesta nella maggior parte dei casi sotto forma di tinnito. Nei pazienti che sono stati precedentemente trattati con il cisplatino e hanno sviluppato ipoacusia correlata a questa terapia, può verificarsi una persistenza o peggioramento dell’alterazione dell’udito.
A dosi superiori a quelle raccomandate e in associazione ad altri farmaci ototossici, l’ipoacusia significativa è stata riportata in pazienti pediatrici ai quali è stato somministrato il carboplatino.
Disturbi gastrointestinali
Molto comuni: la nausea senza vomito si verifica in circa un quarto dei pazienti che ricevono il carboplatino; il vomito è stato riferito in oltre la metà dei pazienti e circa un terzo di questi sono affetti da emesi severa. La nausea e il vomito sono in genere ritardati fino a 6-12 ore dopo la somministrazione di carboplatino, spariscono in genere entro 24 ore dal trattamento e rispondono in genere ai (e possono essere prevenuti dai) farmaci antiemetici. Un quarto dei pazienti sono affetti da nausea o vomito. Il vomito non controllabile con farmaci è stato osservato soltanto nell’1% dei pazienti. Sembra che il vomito si verifichi più frequentemente in pazienti precedentemente trattati, particolarmente in pazienti precedentemente trattati con il cisplatino.
Patologie gastrointestinali dolorose si sono verificate nel 17% dei pazienti.
Comuni: diarrea (6%), stipsi (4%), mucosite.
Rari: alterazione del gusto. Sono stati riportati casi di anoressia.
Patologie renali e urinarie
Molto comuni: in genere la nefrotossicità non è dose-limitante nei pazienti che ricevono carboplatino, né richiede accorgimenti preventivi come l’idratazione con alti volumi di fluidi o la diuresi forzata. Possono tuttavia verificarsi aumenti dei livelli ematici di azoto ureico e di acido urico o dei livelli sierici di creatinina.
Comuni: è anche possibile osservare l’alterazione della funzionalità renale, definita da una riduzione nella clearance della creatinina inferiore a 60 ml/min. L’incidenza e la severità della nefrotossicità possono aumentare nei pazienti che hanno una funzionalità renale alterata prima della terapia con il carboplatino.
Non è chiaro se un adeguato programma d’idratazione possa ovviare a questo effetto, ma la riduzione della dose o la sospensione della terapia è necessaria in presenza di funzionalità renale moderatamente compromessa (clearance della creatinina da 41 a 59 ml/min) o di un’alterazione renale grave (clearance della creatinina da 21 a 40 ml/min). Il carboplatino è controindicato nei pazienti con una clearance della creatinina uguale a o inferiore a 20 ml/min.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: alopecia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comuni: dopo il trattamento con il carboplatino sono state riportate diminuzioni degli elettroliti del siero (sodio, magnesio, potassio e calcio); questi casi non sono tuttavia di gravità tale da causare la comparsa di segni o sintomi clinici.
Rari: sono stati riportati casi di iponatriemia.
Tumori benigni, maligni e non specificati (compresi cisti e polipi)
Non comuni: malignità secondarie (inclusa la leucemia promielocitica che si è verificata 6 anni dopo la monoterapia con il carboplatino e precedente l’irradiazione) sono state riportate dopo la somministrazione di carboplatino in monoterapia o in associazione (rapporto causale non stabilito).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuni: l’iperuricemia viene osservata in circa un quarto dei pazienti. I livelli sierici di acido urico possono essere diminuiti da allopurinolo. Astenia.
Comuni: malessere, orticaria, sindrome simil-influenzale, rash eritematoso, prurito.
Non comuni: febbre e brividi senza evidenza di infezione; reazioni nel sito dell’iniezione, come dolore, eritema, gonfiore, orticaria e necrosi.
Rare: sindrome uremica emolitica.
Disturbi del sistema immunitario
Comuni: sono state riportate reazioni allergiche a carboplatino in meno del 2% dei pazienti, ad es. rash cutaneo, orticaria, rash eritematoso e febbre senza causa apparente o prurito. Queste reazioni sono simili a quelle osservate dopo la somministrazione di altri composti contenenti platino e devono essere gestite con l’appropriata terapia di supporto.
Rari: si sono verificati anafilassi, shock anafilattico, angioedema e reazioni anafilattoidi, incluso broncospasmo, orticaria, edema facciale e vampate alla faccia, dispnea, ipotensione, capogiri, mancanza di respiro e tachicardia (Vedere paragrafo 4.4).
Patologie epatobiliari
Molto comuni: anormalità dei test della funzionalità epatica (in genere da lievi a moderate) sono state riportate con il carboplatino in circa un terzo dei pazienti con valori basali normali. Aumenti dei livelli di fosfatasi alcalina sono stati osservati più frequentemente rispetto ai valori di SGOT, SGPT e bilirubina totale. La maggior parte di queste anormalità regredisce spontaneamente durante il trattamento.
Rari: la disfunzione epatica grave (inclusa la necrosi epatica acuta) è stata riportata dopo la somministrazione di dosi di carboplatino superiori a quelle consigliate.
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Sintomi del sovradosaggio
Il carboplatino è stato somministrato per via endovenosa in studi di Fase I ad un dosaggio fino a 1600 mg/m² per ciclo. A questo dosaggio, sono stati osservati effetti collaterali ematologici con pericolo di vita, con granulocitopenia, trombocitopenia e anemia. I nadir di granulociti, trombociti ed emoglobina sono stati osservati tra il 9° e il 25° giorno (mediana: giorni 12-17). I granulociti hanno raggiunto valori di ≥ 500/mcl dopo 8-14 giorni (mediana: 11) e valori di trombociti di ≥ 25.000/mcl dopo 3-8 giorni (mediana: 7).
Si sono inoltre verificati i seguenti effetti collaterali non ematologici: disturbi della funzionalità renale con una diminuzione del 50% della velocità di filtrazione glomerulare, neuropatia, ototossicità, perdita di vista, iperbilirubinemia, mucosite, diarrea, nausea e vomito con cefalea, eritema e grave infezione. Nella maggior parte dei casi le alterazioni dell’udito sono state transitorie e reversibili.
Trattamento del sovradosaggio
Non sono noti antidoti per il sovradosaggio da carboplatino. Le complicanze previste del sovradosaggio sarebbero correlate alla mielosoppressione e all’alterazione della funzionalità epatica e renale. Il trapianto del midollo osseo e trasfusioni (trombociti, sangue) possono essere misure efficaci di gestione degli effetti collaterali ematologici.
Categoria farmacoterapeutica: agenti antineoplastici, composti del platino.
Codice ATC: L01X A02
Il carboplatino è un agente antineoplastico. La sua attività è stata dimostrata in diverse linee cellulari murine e umane.
Il carboplatino ha manifestato un’attività comparabile al cisplatino contro un’ampia gamma di tumori, a prescindere dal sito di impianto.
Tecniche di eluzione alcalina e studi sul legame del DNA hanno dimostrato modi d’azione qualitativamente simili del carboplatino e del cisplatino. Il carboplatino, come il cisplatino, induce cambiamenti nella conformazione superelicoidale del DNA, compatibile con un “effetto di accorciamento del DNA”.
Pazienti pediatrici: non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia nei bambini.
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Dopo la somministrazione del carboplatino nell’uomo, si osservano rapporti lineari tra la dose e le concentrazioni plasmatiche del platino totale e del platino libero ultrafiltrabile. L’area sotto la curva, concentrazione plasmatica verso il tempo del platino totale indica inoltre un rapporto lineare con la dose quando la clearance della creatinina è ≥ 60 ml/min.
La somministrazione di dosi ripetute durante quattro giorni consecutivi non ha prodotto un accumulo di platino nel plasma. Seguendo la somministrazione di carboplatino, i valori riportati per l’eliminazione terminale delle emivite del platino libero ultrafiltrabile e del carboplatino nell’uomo sono rispettivamente di circa 6 e 1,5 ore. Durante la fase iniziale, la maggior parte del platino libero ultrafiltrabile è presente come carboplatino. L’emivita terminale del platino totale nel plasma è di 24 ore. Circa l’87% del platino plasmatico si lega alle proteine entro 24 ore dalla somministrazione. Il carboplatino viene escreto principalmente con le urine, con un recupero approssimativo del 70% della dose di platino somministrata entro 24 ore. La maggior parte del farmaco viene escreta nelle prime 6 ore. La clearance corporea totale e la clearance renale del platino libero ultrafiltrabile sono correlate alla velocità di filtrazione glomerulare ma non alla secrezione tubulare.
È stato riportato che la clearance del carboplatino varia di 3-4 volte nei pazienti pediatrici. Per quanto riguarda i pazienti adulti, i dati della letteratura suggeriscono che la funzione renale può contribuire alla variazione nella clearance del carboplatino.
Il carboplatino ha dimostrato di essere embriotossico e teratogeno nei ratti. È mutageno in vivo e in vitro e sebbene il potenziale cancerogeno del carboplatino non sia stato studiato, sostanze con meccanismo d’azione e mutagenicità simili hanno dimostrato di essere cancerogene.
Acqua per preparazioni iniettabili.
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Il carboplatino può interagire con l’alluminio formando un precipitato nero. Aghi, siringhe, cateteri o set per somministrazione endovenosa contenenti parti in alluminio che possono venire a contatto con il carboplatino non devono essere utilizzati per la preparazione o la somministrazione del carboplatino. La precipitazione può avere come conseguenza la riduzione dell’attività antineoplastica.
Prima dell’apertura: 2 anni.
Dopo la diluizione
In uso: La stabilità chimica e fisica in uso è stata dimostrata per 24 ore a temperatura ambiente e 30 ore a 2-8°C.
Dal punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non viene utilizzato immediatamente, i tempi di conservazione in uso e le condizioni prima dell’uso sono di responsabilità dell’utilizzatore e non devono essere in genere più lunghi di 24 ore a 2-8°C, a meno che la diluizione sia stata effettuata in condizioni asettiche controllate e convalidate.
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Non refrigerare o congelare.
Tenere il flaconcino nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Conservare il flacone nella confezione originale per proteggerlo dalla luce.
Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3
L’infusione di carboplatino viene fornita in flaconcini tubolari di vetro ambrato di tipo I da 5 ml/ 15 ml/ 50 ml contenenti rispettivamente 5 ml/ 15 ml/ 45 ml di concentrato per soluzione. I flaconcini sono chiusi con tappo grigio in gomma clorobutilica e ghiera di alluminio di tipo “flip-off”.
1 flaconcino di vetro in una singola scatola:
Flaconcino da 5 ml, contenente 50 mg di carboplatino, 10 mg/ml.
Flaconcino da 15 ml, contenente 150 mg di carboplatino, 10 mg/ml.
Flaconcino da 50 ml, contenente 450 mg di carboplatino, 10 mg/ml.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Questo prodotto è solo monouso.
Contaminazione
In caso di contatto del carboplatino con gli occhi o la pelle, lavare con abbondanti quantità d’acqua o soluzione salina normale. Si può utilizzare una crema leggera per trattare il bruciore transitorio della pelle. Se sono affetti gli occhi rivolgersi ad un medico.
Smaltimento
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Diluizione
Il prodotto deve essere diluito prima dell’infusione, con soluzione di destrosio al 5% o soluzione di sodio cloruro allo 0,9%, fino a concentrazioni di 0,5 mg/ml.
Linee guida per la manipolazione sicura degli agenti antineoplastici:
1. Il carboplatino deve essere preparato per la somministrazione solo da personale sanitario addestrato nell’uso degli agenti chemioterapici.
2. La preparazione deve essere effettuata in un’area designata.
3. Devono essere indossati guanti protettivi adeguati.
4. Devono essere adottate precauzioni al fine di evitare che il farmaco venga accidentalmente a contatto con gli occhi. Nel caso di contatto con gli occhi, lavare con acqua e/o soluzione salina.
5. I farmaci citotossici non devono essere manipolati da personale femminile in stato di gravidanza.
6. Si devono adottare la cura e le precauzioni adeguate nello smaltimento degli oggetti (siringhe, aghi, ecc.) utilizzati per la ricostituzione dei farmaci citotossici. Il materiale in eccesso e i rifiuti corporei possono essere smaltiti mettendoli in sacchi di politene con doppia chiusura ed inceneriti alla temperatura di 1.000°C. I materiali di scarto liquidi possono essere sciacquati con abbondanti quantità d’acqua.
7. Il piano di lavoro deve essere coperto con carta assorbente monouso con rivestimento di plastica.
8. Usare raccordi Luer-Lock su tutte le siringhe e i set per la somministrazione. È consigliato usare aghi a foro largo per minimizzare la pressione e la possibile formazione di aerosol. Questi ultimi possono essere anche ridotti con l’uso di un ago con dispositivo di sfiato.
Accord Healthcare Limited
Sage House,
319, Pinner Road,
North Harrow,
Middlesex, HA1 4HF,
Regno Unito
AIC n. 039263013/M - "10 Mg/Ml Concentrato per soluzione per infusione" 1 Flaconcino Di Vetro Da 5 Ml
AIC n. 039263025/M - "10 Mg/Ml Concentrato per soluzione per infusione" 1 Flaconcino Di Vetro Da 15 Ml
AIC n. 039263037/M - "10 Mg/Ml Concentrato per soluzione per infusione" 1 Flaconcino Di Vetro Da 45 Ml
Gennaio 2010