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CIMZIA 200 MG SOLUZIONE INIETTABILE
Ogni siringa preriempita contiene 200 mg di certolizumab pegol in un ml.
Certolizumab pegol è un frammento Fab' di anticorpo ricombinante umanizzato diretto contro il fattore di necrosi tumorale alfa (TNFa) espresso in Escherichia Coli e coniugato con polietilenglicole (PEG).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Soluzione iniettabile in siringa preriempita.
Soluzione da limpida ad opalescente e da incolore a gialla. Il pH della soluzione è circa 4,7.
Cimzia, in combinazione con metotressato (MTX), è indicato per il trattamento dell'artrite reumatoide (AR) attiva di grado da moderato a grave in pazienti adulti quando la risposta ai farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARDs, disease-modifying anti-rheumatic drugs), incluso il metotressato, sia risultata inadeguata.
Cimzia può essere somministrato in monoterapia in caso di intolleranza al metotressato o quando un trattamento continuativo con metotressato sia inappropriato.
Cimzia ha mostrato di ridurre la velocità di progressione del danno articolare valutato radiograficamente e di migliorare la funzione fisica quando somministrato in combinazione con metotressato.
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Il trattamento deve essere iniziato e monitorato da medici specialisti esperti nella diagnosi e nel trattamento dell'artrite reumatoide. Ai pazienti deve essere fornita una speciale scheda di allerta.
Posologia
La dose iniziale raccomandata di Cimzia in pazienti adulti con artrite reumatoide è di 400 mg (2 iniezioni da 200 mg ciascuna in un giorno) alle settimane 0, 2 e 4, seguita da una dose di mantenimento di 200 mg ogni 2 settimane. Ove previsto, si deve continuare il trattamento con metotressato durante il trattamento con Cimzia.
I dati disponibili indicano che la risposta clinica è comunemente raggiunta entro 12 settimane di trattamento. Il proseguimento della terapia deve essere rivalutato attentamente in pazienti che non mostrino segni di beneficio terapeutico entro le prime 12 settimane di trattamento.
Mancata somministrazione
Ai pazienti che saltano una dose deve essere indicato di iniettare la dose successiva di Cimzia non appena se ne ricordano e di continuare poi ad iniettare le dosi successive ogni 2 settimane come indicato originariamente.
Popolazione pediatrica (< 18 anni)
La sicurezza e l’efficacia di Cimzia nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni non è stata ancora stabilita. Non sono disponibili dati.
Pazienti anziani (≥ 65 anni)
Non è richiesto un adattamento del dosaggio. Le analisi farmacocinetiche di popolazione non hanno mostrato alcun effetto collegato all'età (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza renale ed epatica
Cimzia non è stato studiato in queste popolazioni di pazienti. Non può essere fatta alcuna raccomandazione di dosaggio (vedere paragrafo 5.2).
Modalità di somministrazione
Il contenuto totale (1 ml) della siringa preriempita deve essere somministrato solamente come iniezione sottocutanea. Siti appropriati per l'iniezione comprendono la coscia e l'addome.
Dopo avere ricevuto adeguate istruzioni sulla tecnica d’iniezione, i pazienti possono autoiniettarsi Cimzia se il loro medico lo ritiene appropriato e con opportuni controlli medici, secondo necessità.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Tubercolosi attiva o altre infezioni gravi come sepsi o infezioni opportunistiche (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza cardiaca da moderata a grave (classe III/IV NYHA) (vedere paragrafo 4.4).
Infezioni
I pazienti devono essere tenuti sotto stretto controllo per i segni e i sintomi d’infezioni, inclusa la tubercolosi, prima, durante e dopo il trattamento con Cimzia. Poiché l’eliminazione di Cimzia può richiedere fino a 5 mesi, il monitoraggio deve essere mantenuto per tutto questo periodo di tempo (vedere paragrafo 4.3).
Il trattamento con Cimzia non deve essere iniziato in pazienti con un’infezione attiva clinicamente significativa, comprese infezioni croniche o localizzate, fino a quando l’infezione non sia sotto controllo (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti che sviluppano una nuova infezione mentre sono in trattamento con Cimzia devono essere tenuti sotto stretta osservazione. La somministrazione di Cimzia deve essere interrotta se un paziente sviluppa una nuova grave infezione, fino a quando tale infezione non è sotto controllo. I medici devono esercitare cautela nel considerare l’utilizzo di Cimzia in pazienti con precedenti episodi di infezioni ricorrenti o con condizioni di base che potrebbero predisporre il paziente alle infezioni, tra cui l’uso concomitante di farmaci immunosoppressori.
I pazienti con artrite reumatoide potrebbero non manifestare i sintomi classici di un’infezione, compresa la febbre, a causa della loro patologia e di trattamenti farmacologici concomitanti. Quindi l’individuazione precoce di qualsiasi infezione, e in modo particolare il riconoscimento di manifestazioni cliniche atipiche delle infezioni gravi, è essenziale per minimizzare ritardi nella diagnosi e nell’inizio del trattamento.
Infezioni gravi, tra cui sepsi e tubercolosi (compresa la tubercolosi miliare, disseminata ed extrapolmonare) e infezioni opportunistiche (ad es. istoplasmosi, nocardia e candidiasi) sono state riportate in pazienti che hanno ricevuto Cimzia. Alcuni di questi eventi sono stati fatali.
Tubercolosi
Prima di iniziare la terapia con Cimzia tutti i pazienti devono essere valutati per la tubercolosi, sia attiva che inattiva (latente). Questa valutazione deve comprendere una dettagliata anamnesi per pazienti con una storia personale di tubercolosi, con possibile precedente esposizione ad altri soggetti con tubercolosi attiva, e precedentemente e/o attualmente in trattamento con terapia immunosoppressiva. Devono essere effettuati appropriati esami di screening, ad esempio il test cutaneo alla tubercolina e la radiografia del torace in tutti i pazienti (possono essere seguite linee guida locali). Si raccomanda che la conduzione di questi test venga registrata nella scheda di allerta per il paziente. I medici prescrittori devono tenere presente il rischio di falsi negativi al test cutaneo alla tubercolina, soprattutto in pazienti gravemente malati o immunocompromessi.
Qualora sia diagnosticata tubercolosi attiva prima o durante il trattamento, la terapia con Cimzia non deve essere iniziata o deve essere sospesa (vedere paragrafo 4.3).
Qualora vi sia sospetto di tubercolosi inattiva (“latente”), si deve consultare un medico con esperienza nel trattamento della tubercolosi. In tutte le situazioni descritte di seguito, il rapporto rischio/beneficio della terapia con Cimzia deve essere considerato molto attentamente.
Qualora sia diagnosticata tubercolosi latente, prima di iniziare il trattamento con Cimzia deve essere iniziata un’appropriata terapia antitubercolare, nel rispetto delle linee guida locali.
L’uso di una terapia antitubercolare deve anche essere considerato prima dell’inizio della terapia con Cimzia in pazienti con storia precedente di tubercolosi latente o attiva, nei quali non possa essere confermato un adeguato schema di trattamento, e in pazienti che abbiano elevati fattori di rischio per la tubercolosi nonostante un test negativo per la tubercolosi latente. Test biologici per lo screening della tubercolosi devono essere considerati prima di iniziare il trattamento con Cimzia se c’è una potenziale infezione da tubercolosi latente, indipendentemente dalla vaccinazione con BCG.
Ai pazienti deve essere raccomandato di ricorrere al consiglio del medico se durante o dopo il trattamento con Cimzia si verificano segni/sintomi (es. tosse persistente, cachessia/calo ponderale, febbre di grado lieve, svogliatezza) indicativi di infezione tubercolare.
Riattivazione del virus dell’epatite B (HBV)
In pazienti portatori cronici del virus dell’epatite B che hanno assunto antagonisti del TNF si è verificata una riattivazione di tale virus. Alcuni casi hanno avuto esito fatale. Poiché l’infezione da HBV è stata riportata anche con Cimzia, pazienti a rischio di infezione da HBV devono essere valutati per una precedente evidenza di infezione da HBV prima di iniziare il trattamento con Cimzia. Non sono disponibili dati adeguati sul trattamento di pazienti portatori di HBV con antagonisti del TNF, in associazione con terapia antivirale, per la prevenzione della riattivazione di tale virus. Pazienti portatori di HBV, che richiedano un trattamento con antagonisti del TNF, devono essere mantenuti sotto stretto controllo per i segni clinici e di laboratorio di un’infezione attiva da HBV, per tutta la durata del trattamento e per i 5 mesi successivi alla sua conclusione, specialmente se il paziente è in trattamento concomitante con corticosteroidi.
In pazienti che sviluppano una riattivazione del virus dell’epatite B, il trattamento con Cimzia deve essere interrotto e deve essere istituita un’efficace terapia antivirale con adeguato trattamento di supporto. La sicurezza nella ripresa del trattamento con antagonisti del TNF dopo che sia stata controllata la riattivazione del virus dell’epatite B non è nota. Di conseguenza i medici prescrittori devono esercitare cautela nel considerare la ripresa del trattamento con Cimzia in questa situazione e devono mantenere i pazienti sotto stretto controllo.
Neoplasie maligne e disordini linfoproliferativi
Il potenziale ruolo della terapia con antagonisti del TNF nello sviluppo di neoplasie maligne non è noto. Cautela deve essere esercitata nel considerare un trattamento con antagonisti del TNF in pazienti con precedenti neoplasie maligne o quando si consideri di continuare il trattamento in pazienti che sviluppano una neoplasia maligna.
Allo stato attuale delle conoscenze, non può essere escluso un possibile rischio di sviluppare linfoma, leucemia o altre neoplasie maligne in pazienti trattati con antagonisti del TNF.
Negli studi clinici con Cimzia e altri antagonisti del TNF sono stati riportati più casi di linfoma e altre neoplasie maligne fra i pazienti che avevano ricevuto antagonisti del TNF rispetto ai pazienti di controllo che avevano ricevuto placebo (vedere paragrafo 4.8).In ambito post-marketing sono stati riportati casi di leucemia in pazienti trattati con un antagonista del TNF. Esiste un rischio di base maggiore di sviluppare linfoma e leucemia in pazienti con artrite reumatoide affetti da malattia infiammatoria di lunga durata, altamente attiva, che complica la valutazione del rischio.
Non sono stati condotti studi che includessero pazienti con precedenti neoplasie maligne o studi che continuassero il trattamento in pazienti che avevano sviluppato una neoplasia maligna mentre erano in trattamento con Cimzia.
Neoplasie maligne pediatriche
In ambito post-marketing sono state riportate neoplasie maligne, talvolta fatali, nei bambini, negli adolescenti ed in giovani adulti (fino a 22 anni di età) trattati con antagonisti del TNF (inizio del trattamento in età ≤ 18 anni). Circa la metà dei casi erano linfomi. Gli altri casi erano costituiti da una varietà di diverse neoplasie maligne e includevano neoplasie maligne rare di solito associate a immunosoppressione. Non può essere escluso un rischio di sviluppo di neoplasie maligne nei bambini e negli adolescenti trattati con antagonisti del TNF.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
In uno studio esplorativo che valutava l’uso di un altro antagonista del TNF, infliximab, in pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da moderata a grave, sono stati riportati più casi di neoplasie maligne, principalmente ai polmoni o alla testa e al collo, fra i pazienti trattati con infliximab rispetto ai pazienti del gruppo di controllo. Tutti i pazienti avevano un’anamnesi positiva per essere forti fumatori. Pertanto, deve essere esercitata cautela nell’uso di qualsiasi antagonista del TNF in pazienti con BPCO, come anche in pazienti con un aumentato rischio per neoplasie maligne dovuto al fatto di essere forti fumatori.
Insufficienza cardiaca congestizia
Cimzia è controindicato in caso di insufficienza cardiaca moderata o grave (vedere paragrafo 4.3). In uno studio clinico con un altro antagonista del TNF sono stati osservati un peggioramento dell’insufficienza cardiaca congestizia e un incremento della mortalità per insufficienza cardiaca congestizia. Casi di insufficienza cardiaca congestizia sono stati riportati anche in pazienti con artrite reumatoide che ricevevano Cimzia. Cimzia deve essere utilizzato con cautela in pazienti con insufficienza cardiaca lieve (classe NYHA I/II). Il trattamento con Cimzia deve essere interrotto in pazienti che sviluppino o mostrino un peggioramento dei sintomi di insufficienza cardiaca congestizia.
Reazioni ematologiche
Casi di pancitopenia, inclusa l’anemia aplastica, si sono verificati raramente con gli antagonisti del TNF. Reazioni avverse a carico del sistema ematologico, compresa citopenia clinicamente significativa (es. leucopenia, pancitopenia, trombocitopenia) sono state riportate con Cimzia (vedere paragrafo 4.8). A tutti i pazienti deve essere raccomandato di rivolgersi immediatamente al medico in caso sviluppassero segni e sintomi indicativi di discrasia ematica o infezione (ad es. febbre persistente, contusione, sanguinamento, pallore) durante il trattamento con Cimzia. L’interruzione del trattamento con Cimzia deve essere valutata in pazienti con anomalie ematologiche significative e confermate.
Eventi neurologici
L’utilizzo di antagonisti del TNF è stato associato con rari casi di nuova insorgenza o di esacerbazione dei sintomi clinici e/o delle evidenze radiografiche di malattie demielinizzanti tra cui la sclerosi multipla. In pazienti con malattie demielinizzanti, sia pre-esistenti che di recente insorgenza, si devono considerare attentamente i benefici e i rischi del trattamento con antagonisti del TNF prima di iniziare la terapia con Cimzia. Rari casi di disturbi neurologici, inclusi disturbi convulsivi, neurite e neuropatia periferica, sono stati riportati in pazienti trattati con Cimzia.
Ipersensibilità
Gravi reazioni di ipersensibilità sono state riportate raramente in seguito alla somministrazione di Cimzia negli studi clinici. Se si verificano reazioni gravi, la somministrazione di Cimzia deve essere immediatamente interrotta e deve essere istituita un’appropriata terapia.
Esistono dati limitati sull’utilizzo di Cimzia in pazienti nei quali si sia verificata una grave reazione di ipersensibilità verso un altro antagonista del TNF; in questi pazienti è necessaria cautela.
Immunosoppressione
Poichè il fattore di necrosi tumorale (TNF) media il processo infiammatorio e modula le risposte di immunità cellulare, esiste la possibilità che gli antagonisti del TNF, tra cui Cimzia, causino immunosoppressione, influenzando le difese dell’ospite contro infezioni e neoplasie maligne.
Autoimmunità
Il trattamento con Cimzia può comportare la formazione di anticorpi antinucleo (ANA) e, non comunemente, lo sviluppo di una sindrome simil-lupus (vedere paragrafo 4.8). L’impatto del trattamento a lungo termine con Cimzia sullo sviluppo di patologie autoimmuni non è noto. Se un paziente dovesse sviluppare sintomi indicativi di una sindrome simil-lupus a seguito del trattamento con Cimzia, il trattamento deve essere interrotto. Cimzia non è stato specificamente studiato in una popolazione di pazienti con lupus (vedere paragrafo 4.8).
Vaccinazioni
Non sono disponibili dati sulla risposta alle vaccinazioni o sulla trasmissione di infezione da vaccini vivi in pazienti trattati con Cimzia. Vaccini vivi o attenuati non devono essere somministrati contemporaneamente a Cimzia.
Uso concomitante con altri biologici
Infezioni gravi e neutropenia sono state riportate in studi clinici con utilizzo concomitante di anakinra (un antagonista dell’interleuchina 1) o abatacept (un modulatore del CD 28) e di un altro antagonista del TNF, etanercept, senza alcun beneficio addizionale rispetto all’utilizzo del solo antagonista del TNF. A causa della natura degli eventi avversi osservati con la combinazione di un altro antagonista del TNF sia con anakinra che con abatacept, tossicità simili possono risultare dalla combinazione di anakinra o abatacept con altri antagonisti del TNF. Di conseguenza l’utilizzo di Cimzia in associazione con anakinra o abatacept non è raccomandato (vedere paragrafo 4.5).
Procedure chirurgiche
L’esperienza riguardante la sicurezza nell’ambito di procedure chirurgiche in pazienti trattati con Cimzia è limitata. L’emivita di 14 giorni di certolizumab pegol deve essere tenuta in considerazione se si pianifica una procedura chirurgica. Un paziente che necessiti di un intervento chirurgico mentre è in trattamento con Cimzia deve essere monitorato attentamente per quanto riguarda le infezioni e devono essere intraprese azioni adeguate.
Saggio del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT)
È stata osservata un’interferenza con alcuni saggi della coagulazione in pazienti trattati con Cimzia. Cimzia può determinare risultati erroneamente elevati del saggio del tempo di tromboplastina parziale attivata in pazienti senza anormalità del processo di coagulazione. Questo effetto è stato osservato con il test del tempo parziale di tromboplastina (PTT) per Lupus Anticoagulante (LA) ed i test automatizzati per il tempo di tromboplastina parziale attivata (Standard Target Activated Partial Thromboplastin Time, STA-PTT) dell’azienda Diagnostica Stago, ed i test HemosIL APTT-SP liquido e HemosIL che utilizza silice liofilizzata dell’azienda Instrumentation Laboratories. Anche altri saggi del tempo di tromboplastina parziale attivata possono essere influenzati. Non ci sono evidenze che la terapia con Cimzia abbia un effetto sulla coagulazione in vivo. Dopo che i pazienti hanno assunto Cimzia, deve essere prestata molta attenzione all’interpretazione di risultati anomali nel processo di coagulazione. Non sono state osservate interferenze con i saggi del tempo di trombina (TT) e del tempo di protrombina (PT).
Anziani
Negli studi clinici vi è stata un’incidenza di infezioni apparentemente maggiore tra i soggetti di età ≥65 anni, rispetto a soggetti più giovani, nonostante l’esperienza sia limitata. Si deve esercitare cautela qualora si trattino gli anziani e si deve porre particolare attenzione in merito al verificarsi di infezioni.
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In base ad un’analisi di farmacocinetica di popolazione, l’utilizzo concomitante di farmaci quali metotressato, corticosteroidi, antiinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici non ha mostrato alcun effetto sulla farmacocinetica di certolizumab pegol.
L’associazione di Cimzia e anakinra o abatacept non è raccomandata (vedere paragrafo 4.4).
La co-somministrazione di Cimzia e metotressato non ha avuto un effetto significativo sulla farmacocinetica di metotressato. Nel confronto tra studi la farmacocinetica di certolizumab pegol appariva simile a quella osservata precedentemente in soggetti sani.
Donne potenzialmente fertili
Le donne potenzialmente fertili devono ricorrere ad un adeguato metodo contraccettivo per la prevenzione della gravidanza e prolungarlo per almeno 5 mesi dopo l’ultima somministrazione di Cimzia.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati sull’utilizzo di Cimzia in donne in stato di gravidanza.
Studi su animali condotti utilizzando un anticorpo anti-TNFα di ratto, ottenuto in roditori, non hanno rilevato evidenze di riduzione della fertilità o danno per il feto. Comunque questi dati sono insufficienti riguardo alla tossicità riproduttiva umana (vedere paragrafo 5.3). A causa del suo effetto inibitorio sul TNFα, Cimzia somministrato in corso di gravidanza potrebbe alterare la normale risposta immunitaria nel neonato. Di conseguenza, Cimzia non deve essere usato in gravidanza.
Allattamento
Le informazioni riguardanti l’escrezione di certolizumab pegol nel latte materno, umano o animale, sono insufficienti. Poiché le immunoglobuline sono escrete nel latte materno umano, un rischio per il bambino allattato al seno non può essere escluso. La decisione se continuare/interrompere l’allattamento al seno o continuare/interrompere la terapia con Cimzia deve essere presa tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno per il bambino e il beneficio della terapia con Cimzia per la donna.
Fertilità
Effetti sulla misura della motilità spermatica e una tendenza alla diminuzione della conta spermatica sono stati osservati in roditori maschi senza apparenti effetti sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). La rilevanza clinica di queste osservazioni è sconosciuta.
Cimzia può esercitare una lieve influenza sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Capogiri (che includono vertigini, disturbi visivi e affaticamento) possono verificarsi in seguito alla somministrazione di Cimzia (vedere paragrafo 4.8).
Cimzia è stato studiato in 2.367 soggetti con artrite reumatoide in studi controllati e in aperto per un periodo massimo di 57 mesi. I dati nella tabella 1 si basano principalmente sugli studi pivotal controllati, che hanno coinvolto 1.774 pazienti che hanno assunto Cimzia e 647 pazienti che hanno assunto placebo.
Negli studi controllati con placebo i pazienti trattati con Cimzia hanno avuto complessivamente una durata di esposizione 4 volte superiore a quella del gruppo placebo. Questa differenza nell’esposizione è dovuta principalmente alla maggiore probabilità che i pazienti trattati con placebo uscissero prematuramente dallo studio. In aggiunta, gli studi RA-I e RA-II prevedevano il ritiro obbligatorio alla settimana 16 per i non-responders, la maggior parte dei quali assumevano il placebo.
La quota di pazienti che ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi durante gli studi controllati è stata del 5% per i pazienti trattati con Cimzia e del 2,5% per pazienti trattati con placebo.
Nell’ambito della classificazione per sistemi e organi, le più comuni reazioni avverse rientravano nella categoria “infezioni e infestazioni”, riportate nel 15,5% dei pazienti trattati con Cimzia e nel 7,6% dei pazienti trattati con placebo, e nella categoria “Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione”, riportate nel 10% dei pazienti trattati con Cimzia e nel 9,7% dei pazienti trattati con placebo.
Le reazioni avverse riportate negli studi clinici e post-marketing nell’artrite reumatoide almeno possibilmente correlate al trattamento con Cimzia sono elencate nella sottostante Tabella 1 in base alla frequenza e alla classificazione per sistemi e organi. Le categorie di frequenza sono definite come segue: molto comune (≥ 1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, < 1/100); rara (≥1/10.000, <1/1.000); molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Tabella: 1 - Reazioni avverse al farmaco in studi clinici e post-marketing
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Reazioni avverse al farmaco |
Infezioni e infestazioni | Comune | infezioni batteriche (incluso ascesso), infezioni virali (inclusi herpes, papillomavirus, influenza) |
Non comune | sepsi (inclusi insufficienza multi-organo, shock settico), tubercolosi, infezioni fungine (incluse le infezioni opportunistiche) |
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) | Non comune | neoplasie maligne del sangue e del sistema linfatico (incluso linfoma e leucemia), tumori solidi, tumori della cute escluso melanoma, lesioni precancerose (inclusi leucoplachia orale, nevo melanocitico), tumori benigni e cisti (incluso papilloma della cute) |
Raro | tumori gastrointestinali, melanoma |
| |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Comune | disturbi degli eosinofili, leucopenia (incluse neutropenia, linfopenia) |
Non comune | anemia, linfoadenopatia, trombocitopenia, trombocitosi |
Raro | pancitopenia, splenomegalia, eritrocitosi, morfologia dei globuli bianchi anormale |
Disturbi del sistema immunitario | Non comune | vasculite, lupus eritematoso, ipersensibilità al farmaco (incluso shock anafilattico), disturbi allergici, autoanticorpo positivo |
Raro | edema angioneurotico, sarcoidosi, malattia da siero, pannicolite (incluso eritema nodoso) |
Patologie endocrine | Raro | disturbi della tiroide |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Non commune | squilibrio elettrolitico, dislipidemia, disturbi dell’appetito, variazioni ponderali |
Raro | emosiderosi |
Disturbi psichiatrici | Non commune | ansia e disturbi dell’umore (inclusi i sintomi associati) |
Raro | tentato suicidio, delirio, insufficienza mentale |
Patologie del sistema nervoso | Comune | cefalee (inclusa emicrania), alterazioni sensoriali |
Non comune | neuropatie periferiche, capogiro, tremore |
Raro | crisi epilettica, infiammazione di nervo cranico, diminuzione della coordinazione o dell’equilibrio |
Non nota | sclerosi multipla*, sindrome Guillain-Barrè* |
Patologie dell’occhio | Non comune | disturbi visivi (inclusa diminuzione della vista), infiammazione dell’occhio e della palpebra, disturbo della lacrimazione |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Non comune | Vertigini |
Raro | Tinnito |
Patologie cardiache | Non comune | cardiomiopatie (inclusa insufficienza cardiaca), disturbi ischemici delle arterie coronarie, aritmie (inclusa fibrillazione atriale), palpitazioni |
Raro | pericardite, blocco atrioventricolare |
Patologie vascolari | Comune | Ipertensione |
Non comune | emorragia o sanguinamento (qualunque sede), ipercoagulazione (incluse tromboflebite, embolia polmonare), sincope, edema (incluso periferico e facciale), ecchimosi (inclusi ematoma, petecchie) |
Raro | accidenti cerebrovascolari, arteriosclerosi, fenomeno di Raynaud, livedo reticularis, teleangiectasia |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune | asma e sintomi correlati, versamento e sintomi pleurici, congestione ed infiammazione del tratto respiratorio, tosse |
Raro | malattia interstiziale del polmone, polmonite |
Patologie gastrointestinali | Non comune | ascite, ulcera e perforazione gastrointestinale, infiammazione del tratto gastrointestinale (qualunque sede), stomatite, dispepsia, distensione dell’addome, secchezza orofaringea |
Raro | odinofagia, ipermotilità |
Patologie epatobiliari | Comune | epatite (incluso aumento degli enzimi epatici) |
Non comune | epatopatia (inclusa cirrosi), colestasi, incremento della bilirubina ematica |
Raro | colelitiasi |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | rash |
Non comune | alopecia, nuova insorgenza o peggioramento della psoriasi (inclusa la psoriasi pustolosa palmo plantare) e condizioni correlate, dermatite ed eczema, disturbo delle ghiandole sudoripare, ulcerazione cutanea, fotosensibilità, acne, decolorazione della cute, cute secca, patologie dell’unghia e del letto ungueale |
Raro | esfoliazione cutanea e desquamazione, condizioni bollose, anomalie della struttura del pelo |
Patologie del sistema muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo ed osseo | Non comune | disturbi muscolari, aumento della creatina fosfochinasi ematica |
Patologie renali e urinarie | Non comune | insufficienza renale, ematuria, sintomi vescicali e uretrali |
Raro | nefropatia (inclusa nefrite) |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Non comune | disturbi del ciclo mestruale e del sanguinamento uterino (tra cui amenorrea), disturbi alla mammella |
Raro | disfunzione sessuale |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | piressia, dolore (qualunque sede), astenia, prurito (qualunque sede), reazioni al sito di inezione |
Non comune | brividi, malattia simil-influenzale, alterazione della percezione della temperatura, sudorazioni notturne, vampate |
Raro | fistola (qualunque sede) |
Esami diagnostici | Non comune | aumento della fosfatasi alcalina ematica, prolungamento del tempo di coagulazione |
Raro | aumento dell’acido urico ematico |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Non comune | lesioni cutanee, guarigione incompleta |
* Questi eventi sono stati correlati alla classe degli antagonisti del TNF, ma l’incidenza con Cimzia non è nota.
Le ulteriori reazioni avverse al farmaco indicate di seguito sono state osservate non comunemente con Cimzia in altre indicazioni: stenosi ed ostruzione gastrointestinali, deterioramento della condizione fisica generale, aborto spontaneo e azoospermia.
Infezioni
L’incidenza di nuovi casi di infezione negli studi nell’artrite reumatoide controllati con placebo è stata dello 0,91 per paziente-anno per tutti i pazienti trattati con Cimzia e dello 0,72 per paziente-anno per i pazienti trattati con placebo. Le infezioni consistevano principalmente in infezioni delle vie aeree superiori, infezioni da herpes, infezioni del tratto urinario e infezioni delle vie aeree inferiori (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Negli studi controllati con placebo si sono verificati un maggior numero di nuovi casi di infezione grave nei gruppi trattati con Cimzia (0,06 per paziente-anno, tutti i dosaggi) rispetto al gruppo placebo (0,02 per paziente-anno). Le infezioni gravi comprendevano la tubercolosi e le infezioni opportunistiche invasive (ad es. pneumocistosi, esofagiti fungine, nocardiosi e herpes zoster disseminato). Non vi è evidenza di un aumentato rischio di infezioni in caso di esposizione continuata nel tempo (vedere paragrafo 4.4).
Neoplasie maligne e disordini linfoproliferativi
Escludendo il tumore non-melanoma della pelle, sono state osservate 30 neoplasie maligne, compresi 3 casi di linfoma, negli studi clinici con Cimzia nell’artrite reumatoide, in cui sono stati trattati 2.367 pazienti in totale, corrispondenti a 4.136 pazienti-anno. Negli studi clinici con Cimzia nell’artrite reumatoide si sono verificati casi di linfoma con un’incidenza pari a 0,07 per 100 pazienti-anno e casi di melanoma con una incidenza pari a 0,02 per 100 pazienti-anno (vedere paragrafo 4.4).
Autoimmunità
Dei soggetti che erano ANA negativi al basale, il 16,7% di quelli trattati con Cimzia ha sviluppato un titolo di ANA positivo rispetto al 12,0% dei soggetti nel gruppo placebo. Dei soggetti che erano negativi per gli anticorpi anti-dsDNA al basale, il 2,2% di quelli trattati con Cimzia ha sviluppato un titolo positivo di anticorpi anti-dsDNA rispetto all’1,0% dei soggetti nel gruppo placebo. Sia negli studi clinici controllati con placebo che in quelli di follow-up in aperto nell’artrite reumatoide, casi di sindrome simil-lupus sono stati riportati con frequenza non comune. Sono state riportate rare segnalazioni di altre condizioni immuno-mediate; la relazione causale con Cimzia non è nota. L’impatto di un trattamento a lungo termine con Cimzia sullo sviluppo di patologie autoimmuni è sconosciuto.
Reazioni al sito di iniezione
Negli studi clinici controllati con placebo nell’artrite reumatoide il 6,4% dei pazienti trattati con Cimzia ha sviluppato reazioni al sito di iniezione (eritema, prurito, ematomi, dolore, gonfiore, contusione), in confronto con il 6,5% dei pazienti che avevano ricevuto placebo. Nell’1,5% dei pazienti trattati con Cimzia è stato osservato dolore al sito di iniezione, senza che alcun caso abbia indotto al ritiro dallo studio.
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Durante gli studi clinici nell’artrite reumatoide non è stata osservata alcuna tossicità dose-limitante. Sono state somministrate dosi multiple fino a 800 mg per via sottocutanea e fino a 20 mg/kg per via endovenosa. In casi di sovradosaggio si raccomanda un attento monitoraggio del paziente per qualsiasi effetto o reazione avversa e l’inizio immediato di un appropriato trattamento sintomatico.
Categoria farmacoterapeutica: inibitori del fattore di necrosi tumorale alfa (TNFα), codice ATC: L04AB05
Meccanismo d’azione
Cimzia ha un’alta affinità per il TNFα umano e lo lega con una costante di dissociazione (Kd) di 90 pM. Il TNFα è una citochina chiave pro-infiammatoria con un ruolo centrale nei processi infiammatori. Cimzia neutralizza selettivamente il TNFα (IC90 di 4 ng/ml per l’inibizione del TNFα umano nel test di citotossicità in vitro sulla linea cellulare di fibrosarcoma murino L929) ma non neutralizza la linfotossina α (TNFβ).
Cimzia ha mostrato di neutralizzare in maniera dose-dipendente il TNFα umano, sia nella sua forma solubile che in quella associata alla membrana cellulare. L’incubazione di monociti con Cimzia ha dato luogo ad un’inibizione dose dipendente del TNFα indotto dal lipopolisaccaride (LPS) e della produzione di IL1b nei monociti umani.
Cimzia non contiene il frammento cristallizzabile (Fc), che è normalmente presente in un anticorpo completo, e quindi non fissa il complemento né causa citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente in vitro. Non induce apoptosi in vitro in monociti o linfociti derivanti dal sangue periferico umano, o degranulazione dei neutrofili.
Efficacia clinica
L’efficacia e la sicurezza di Cimzia sono state valutate in due studi clinici randomizzati, in doppio-cieco, controllati con placebo, in pazienti di età ≥18 anni con artrite reumatoide attiva diagnosticata secondo i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR): RA-I (RAPID 1) e RA-II (RAPID 2). I pazienti avevano ciascuno almeno 9 articolazioni tumefatte e dolenti e un’artrite reumatoide attiva da almeno 6 mesi prima del basale. In entrambi gli studi, Cimzia è stato somministrato per via sottocutanea, in combinazione con metotressato per via orale, per un minimo di sei mesi alla dose stabile di almeno 10 mg alla settimana per due mesi in entrambi gli studi. Non vi è esperienza con Cimzia in combinazione con DMARDs diversi da metotressato.
Tabella: 2 - Descrizione degli studi clinici
Numero dello studio | Numero di pazienti | Regime posologico | Obiettivi dello studio |
RA-I (52 settimane) | 982 | 400 mg (alle settimane 0, 2 e 4) con metotressato 200 mg o 400 mg ogni 2 settimane con metotressato | Valutazione per il trattamento di segni e sintomi ed inibizione del danno strutturale. Endpoint co-primari: ACR 20 alla settimana 24 e variazione del mTSS rispetto al basale alla settimana 52 |
RA-II (24 settimane) | 619 | 400 mg (alle settimane 0, 2 e 4 ) con metotressato 200 mg o 400 mg ogni 2 settimane con metotressato | Valutazione per il trattamento di segni e sintomi e inibizione del danno strutturale. Endpoint primario: ACR 20 alla settimana 24 |
mTSS: modified Total Sharp Score |
Risposta ACR
I risultati degli studi clinici RA-I e RA-II sono mostrati nella Tabella 3. Risposte ACR 20 e ACR 50 significativamente maggiori dal punto di vista statistico rispetto al placebo, sono state raggiunte a partire dalla settimana 1 e dalla settimana 2 rispettivamente, in entrambi gli studi clinici. Le risposte sono state mantenute fino alle settimane 52 (RA-I) e 24 (RA-II). Dei 783 pazienti inizialmente randomizzati al trattamento attivo nello studio RA-I, 508 hanno completato 52 settimane di trattamento controllato con placebo e hanno proseguito con lo studio di estensione in aperto. Di questi, 427 hanno completato 2 anni di follow-up in aperto e sono stati quindi esposti a Cimzia per un totale complessivo di 148 settimane. Il tasso di risposta ACR 20 osservato a questo tempo è stato del 91%. Anche la riduzione (RA-I) di DAS28 (ESR) rispetto al basale è stata significativamente maggiore (p<0,001) alla settimana 52 (RA‑I) e alla settimana 24 (RA-II) rispetto al placebo e mantenuta nel corso di 2 anni nello studio di estensione in aperto di RA-I.
Tabella: 3 - Risposta ACR negli studi clinici RA-I e RA-II
| Studio RA-I - Combinazione con metotressato (24 e 52 settimane) | Studio RA-II - Combinazione con metotressato (24 settimane) |
Risposta | Placebo + MTX (N=199) | Cimzia 200 mg + MTX ogni 2 settimane (N=393) | Placebo + MTX (N=127) | Cimzia 200 mg + MTX ogni 2 settimane (N=246) |
ACR 20 | | | | |
Settimana 24 | 14% | 59%** | 9% | 57%** |
Settimana 52 | 13% | 53%** | N/A | N/A |
ACR 50 | | | | |
Settimana 24 | 8% | 37%** | 3% | 33%** |
Settimana 52 | 8% | 38%** | N/A | N/A |
ACR 70 | | | | |
Settimana 24 | 3% | 21%** | 1% | 16%* |
Settimana 52 | 4% | 21%** | N/A | N/A |
Risposta clinica rilevantea | 1% | 13%** | | |
Cimzia vs placebo: * p≤0,01, ** p<0,001
a: La risposta clinica rilevante è definita come il raggiungimento della risposta ACR 70 ad ogni valutazione durante un periodo continuo di 6 mesi
I valori di p del test di Wald sono stimati per il confronto fra trattamenti utilizzando la regressione logistica con fattori per trattamento e regione.
La percentuale di risposta si basa sul numero di soggetti che forniscono dati (n), che può differire da N, a quell’endpoint ed a quel tempo.
Risposta radiografica
Nello studio clinico RA-I il danno strutturale articolare è stato valutato radiograficamente ed espresso come variazione del mTSS e dei suoi componenti, il punteggio erosivo e il punteggio di restringimento dello spazio articolare (JSN joint space narrowing), in confronto con il basale alla settimana 52. I pazienti trattati con Cimzia hanno dimostrato una progressione radiografica significativamente inferiore alla settimana 24 e alla settimana 52 rispetto ai pazienti che ricevevano placebo (vedere tabella 4). Nel gruppo placebo, il 52% dei pazienti non ha mostrato progressione radiografica (mTSS ≤0,0) alla settimana 52, in confronto al 69% nel gruppo trattato con Cimzia 200 mg.
Tabella: 4 - Cambiamenti in 12 mesi in RA-I
| Placebo + MTX (N=199): media (Deviazione Standard) | Cimzia 200 mg + MTX (N=393): media (Deviazione Standard) | Cimzia 200 mg + MTX – Placebo + MTX: differenza della media |
mTSS | | | |
settimana 52 | 2,8 (7,8) | 0,4 (5,7) | -2,4 |
Punteggio di erosione | | | |
settimana 52 | 1,5 (4,3) | 0,1 (2,5) | -1,4 |
Punteggio di JSN | | | |
settimana 52 | 1,4 (5,0) | 0,4 (4,2) | -1,0 |
p< 0,001 per mTSS e per il punteggio di erosione e p≤0,01 per il punteggio JSN. Un’analisi di covarianza (ANCOVA) è stata adattata al cambiamento, categorizzato rispetto al basale per ciascuna misurazione, con regione e trattamento come fattori ed il basale di categoria come covariata. |
Dei 783 pazienti inizialmente randomizzati al trattamento attivo nello studio RA-I, 508 hanno completato 52 settimane di trattamento controllato con placebo e hanno proseguito con lo studio di estensione in aperto. In un sottogruppo di 449 di questi pazienti, che avevano completato almeno due anni di trattamento con Cimzia (RA-I e studio di estensione in aperto) e che avevano dati valutabili a 2 anni, è stato dimostrato che l’inibizione della progressione del danno strutturale veniva mantenuta.
Risposta in termini di funzionalità fisica ed esiti relativi allo stato di salute
Negli studi clinici RA-I e RA-II i pazienti trattati con Cimzia hanno riportato miglioramenti significativi della loro funzionalità fisica, secondo la valutazione effettuata tramite il questionario di valutazione dello stato di salute – indice di disabilità (Health Assessment Questionnaire – Disability Index, HAQ-DI), e della stanchezza (affaticamento) come riportato dalla scala di valutazione della stanchezza (Fatigue Assessment Scale, FAS) dalla settimana 1 e fino alla fine degli studi in confronto con placebo. In entrambi gli studi clinici, i pazienti trattati con Cimzia hanno riportato miglioramenti significativamente maggiori negli indici sintetici di salute fisica e mentale (Physical and Mental Component Summaries SF-36) e nei punteggi di tutti i dominii. I miglioramenti della funzionalità fisica e della qualità di vita correlata allo stato di salute sono stati mantenuti per 2 anni nello studio di estensione in aperto di RA-I.
I pazienti trattati con Cimzia hanno riportato miglioramenti statisticamente significativi nella valutazione della produttività lavorativa (Work Productivity Survey), in confronto con placebo.
Immunogenicità
La percentuale globale di pazienti con anticorpi verso Cimzia riscontrabili in almeno un’occasione è stata del 7,7% negli studi controllati con placebo di fase III nell’artrite reumatoide. Approssimativamente un terzo dei pazienti anticorpo-positivi (2,6% della popolazione totale) presentava anticorpi con attività neutralizzante in vitro. I pazienti concomitantemente trattati con farmaci immunosoppressori (MTX) manifestavano una minore velocità di sviluppo degli anticorpi rispetto ai pazienti che non assumevano immunosoppressori al basale. La formazione di anticorpi è stata associata ad una minore concentrazione plasmatica e, in alcuni pazienti, ad una ridotta efficacia del farmaco.
Un modello farmacodinamico basato sui dati degli studi clinici di fase III prevede che circa il 15% dei pazienti sviluppi anticorpi in 6 mesi di trattamento al regime posologico raccomandato (200 mg ogni due settimane successivamente ad una dose di carico), senza co-somministrazione di metotressato. Questo numero diminuisce con l’incremento della dose concomitante di metotressato. Questi dati sono ragionevolmente in linea con i dati osservati.
I dati riflettono la percentuale di pazienti i cui test sono risultati positivi per gli anticorpi verso Cimzia in un test ELISA, e sono altamente dipendenti dalla sensibilità e specificità del test. Inoltre, l’incidenza di anticorpi osservata in un test può essere influenzata da diversi fattori fra i quali la gestione del campione, il tempo di raccolta del campione, trattamenti farmacologici concomitanti e patologie sottostanti. Per queste ragioni il confronto fra l’incidenza di anticorpi verso Cimzia con l’incidenza di anticorpi verso altri antagonisti del TNF non è appropriato.
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Le concentrazioni plasmatiche di certolizumab pegol sono ampiamente proporzionali alla dose.
La farmacocinetica osservata nei pazienti con artrite reumatoide è stata coerente con quella osservata in soggetti sani.
Assorbimento
In seguito alla somministrazione sottocutanea, il picco della concentrazione plasmatica di certolizumab pegol è stato raggiunto fra 54 e 171 ore dopo l’iniezione. La biodisponibilità (F) di certolizumab pegol è approssimativamente del 80% (intervallo da 76% a 88%) in seguito a somministrazione sottocutanea, se confrontata con la somministrazione endovenosa.
Distribuzione
Il volume apparente di distribuzione (V/F) è stato stimato in 8,01 l in un’analisi farmacocinetica di popolazione in pazienti con artrite reumatoide.
Biotrasformazione ed eliminazione
La PEGilazione, ovvero il legame covalente di polimeri di PEG ai peptidi, rallenta l’eliminazione di questi prodotti dalla circolazione tramite una varietà di meccanismi, tra cui la diminuzione della clearance renale, la riduzione della proteolisi e la riduzione dell’immunogenicità. Certolizumab pegol è un frammento Fab’ di anticorpo coniugato con PEG al fine di prolungare l’emivita plasmatica terminale di eliminazione del Fab’ fino ad un valore comparabile con quello di un anticorpo intero. L’emivita terminale di eliminazione (t½) è stata di approssimativamente 14 giorni per tutti i dosaggi studiati.
La clearance in seguito alla somministrazione sottocutanea è stata stimata essere 21,0 ml/h in un’analisi farmacocinetica di popolazione, effettuata in pazienti con artrite reumatoide, con una variabilità interindividuale del 30,8% (CV) e una variabilità tra eventi del 22%. La presenza di anticorpi contro certolizumab pegol ha prodotto un aumento della clearance di approssimativamente tre volte. In pazienti con artrite reumatoide che pesano 40 kg e 120 kg, la clearance è rispettivamente del 29% inferiore e del 38% superiore rispetto ad un individuo di 70 kg.
Il frammento Fab’ contiene composti proteici ed è prevedibilmente degradato a peptidi ed aminoacidi mediante proteolisi. La componente de-coniugata del PEG è rapidamente eliminata dal plasma ed è escreta a livello renale in misura non nota.
Popolazioni speciali
Insufficienza renale
Non sono stati condotti specifici studi clinici per valutare l’effetto dell’insufficienza renale sulla farmacocinetica di certolizumab pegol o della sua porzione PEG. Tuttavia, analisi farmacocinetiche di popolazione in soggetti con insufficienza renale lieve non hanno mostrato effetti sulla clearance della creatinina. Vi sono dati insufficienti per fornire una raccomandazione di dosaggio nell’insufficienza renale moderata e grave. La farmacocinetica della frazione PEG di certolizumab pegol è ritenuta essere dipendente dalla funzione renale, ma non è stata valutata in pazienti con insufficienza renale.
Insufficienza epatica
Non sono stati condotti specifici studi clinici per valutare l’effetto dell’insufficienza epatica sulla farmacocinetica di certolizumab pegol.
Anziani (≥ 65 anni)
Non sono stati condotti specifici studi clinici in soggetti anziani. Tuttavia, non è stato osservato alcun effetto dell’età in un’analisi farmacocinetica di popolazione in pazienti con artrite reumatoide in cui 78 soggetti (13,2% della popolazione) erano di età pari o superiore a 65 anni e il più anziano aveva 83 anni.
Sesso
Non vi è stato alcun effetto del sesso sulla farmacocinetica di certolizumab pegol. Poiché la clearance diminuisce al diminuire del peso corporeo, nelle femmine si può generalmente verificare una maggiore esposizione sistemica a certolizumab pegol.
Relazione farmacocinetica/farmacodinamica
Sulla base dei dati degli studi clinici di fase II e fase III, è stata stabilita nella popolazione una relazione esposizione‑risposta tra la concentrazione media plasmatica di certolizumab pegol durante l’intervallo tra le somministrazioni (Cavg) e l’efficacia (definizione di responder ACR20). La concentrazione tipica Cavg che produce metà della probabilità massima di ottenere una risposta ACR20 (EC50) è stata di 17mcg/ml (95% CI: 10-23mcg/ml).
Gli studi pivotal non-clinici di sicurezza sono stati condotti sulla scimmia cynomolgus. Nel ratto e nella scimmia, a dosi superiori a quelle somministrate nell’uomo, l’istopatologia ha rivelato la formazione di vacuoli cellulari, presenti soprattutto nei macrofagi, in un certo numero di organi (linfonodi, siti di iniezione, milza, surrene, utero, cervice, plesso corioideo cerebrale e cellule epiteliali del plesso corioideo). È probabile che questo fenomeno sia stato causato dalla ricaptazione cellulare della porzione PEG. Studi di funzionalità in vitro su macrofagi umani con formazione di vacuoli hanno indicato che tutte le funzioni testate venivano mantenute. Studi sui ratti hanno indicato che più del 90% del PEG somministrato era eliminato in 3 mesi in seguito alla somministrazione di una dose singola, utilizzando le urine come principale via di escrezione.
Certolizumab pegol non dà luogo a reazioni crociate con TNF di roditori. Di conseguenza, gli studi di tossicologia riproduttiva sono stati condotti con un reagente omologo che riconoscesse il TNF di ratto. Il valore di questi dati per la valutazione del rischio nell’uomo potrebbe essere limitato. In seguito a soppressione prolungata del TNFα, ottenuta utilizzando un frammento Fab’ PEGilato (cTN3 PF) di roditore, diretto contro il TNFα di ratto, non sono stati osservati eventi avversi sul benessere materno, sulla fertilità femminile o sugli indici riproduttivi embrio-fetali, peri- e post-natali nel ratto. Nei ratti maschi sono state osservate una ridotta motilità spermatica e una tendenza alla diminuzione della conta spermatica.
Studi di distribuzione hanno dimostrato che il trasferimento di cTN3 PF attraverso la placenta ed il latte materno al feto e alla circolazione neonatale è trascurabile. Attualmente non è noto se altrettanto è vero per Cimzia nell’uomo.
Nessun effetto mutageno o clastogeno è stato dimostrato negli studi pre-clinici. Non sono stati condotti studi di carcinogenesi con Cimzia.
Sodio acetato
Sodio cloruro
Acqua per preparazioni iniettabili
In assenza di studi di compatibilità, questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.
18 mesi.
Conservare in frigorifero (2°C-8°C).
Non congelare.
Tenere la siringa preriempita nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Siringa preriempita da un ml (vetro di tipo I) con un tappo a stantuffo (gomma bromobutilica), contenente 200 mg di certolizumab pegol.
Nessuno dei componenti della siringa contiene lattice.
Confezione da 2 siringhe e 2 salviettine imbevute di alcool, e confezione multipla contenente 6 (3 confezioni da 2) siringhe preriempite e 6 (3 confezioni da 2) salviettine imbevute di alcool.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Questo medicinale è esclusivamente monouso.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Istruzioni esaurienti per la preparazione e la somministrazione di Cimzia in siringa preriempita sono fornite nel foglio illustrativo.
UCB Pharma SA
Allée de la Recherche 60
B-1070 Bruxelles
Belgio
EU/1/09/544/001 - AIC 039539010
EU/1/09/544/002 - AIC 039539022
Data della prima autorizzazione: 01 Ottobre 2009
9 Febbraio 2011