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CLARITROMICINA MYLAN GENERICS 250 MG
Principio attivo: Claritromicina 250 mg.
Per l’elenco completo degli Eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
Compresse gialle, ovali, biconvesse, rivestite con film, con impresso “C250” su di un lato e “G” sull’altro.
Claritromicina compresse è indicata per il trattamento di infezioni causate da organismi sensibili a tale antibiotico.
Le indicazioni comprendono:
Infezioni del tratto inferiore delle vie respiratorie, ad esempio: bronchite acuta e cronica, polmonite.
Infezioni del tratto superiore delle vie respiratorie, ad esempio: sinusite e faringite.
Claritromicina è indicata per la terapia iniziale di infezioni respiratorie acquisite in comunità ed è risultata attiva in vitro contro i patogeni respiratori comuni ed atipici elencati nel paragrafo microbiologico.
La claritromicina è inoltre indicata nelle infezioni della cute e dei tessuti molli di gravità da lieve a moderata (come cellulite, pioderma, impetigine).
Claritromicina in presenza dell’inibizione acida prodotta da omeprazolo o lansoprazolo è indicata anche nell’eradicazione dell’H .pylori in pazienti con ulcera duodenale (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Devono essere prese in considerazione le linee-guida ufficiali/nazionali relative alla resistenza antibatterica e l’uso appropriato degli antibiotici.
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Per posologie di 250 mg 2 volte al giorno devono essere usate le compresse da 250 mg, poiché le compresse da 500 mg non possono essere dimezzate.
Pazienti con infezioni del tratto respiratorio, della cute e dei tessuti molli
Adulti: claritromicina compresse è disponibile in 2 dosaggi, 250 e 500 mg. La dose usuale è di 250 mg due volte al giorno per 7 giorni, ma nel caso di necessità può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno fino a 14 giorni nelle infezioni gravi.
Bambini oltre i 12 anni di età: come negli adulti.
Bambini di età inferiore a 12 anni: non è raccomandato l’uso di claritromicina compresse per questa fascia di età.
Eradicazione dell’H. pylori in pazienti con ulcera duodenale (adulti)
Terapia tripla (7-14 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno ed un inibitore della pompa protonica associati ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno, per 7 – 14 giorni.
Terapia tripla (7 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno ed un inibitore della pompa protonica associati a metronidazolo 400 mg due volte al giorno, per 7 giorni ( si raccomanda un test della sensibilità se la potenziale efficacia della terapia con metronidazolo non è sicura).
Terapia tripla (7 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno ed un inibitore della pompa protonica associati ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno o metronidazolo 400 mg due volte al giorno, per 7 giorni ( si raccomanda un test della sensibilità se la potenziale efficacia della terapia con metronidazolo non è sicura).
Terapia tripla (10 giorni): claritromicina 500 mg due volte al giorno associata ad amoxicillina 1000 mg due volte al giorno e un inibitore della pompa protonica 20 mg una volta al giorno, per 10 giorni.
Terapia duplice (14 giorni): la dose usuale di claritromicina è di 500 mg tre volte al giorno per 14 giorni. Claritromicina deve essere somministrata con un inibitore della pompa protonica.
Le compresse devono essere inghiottite intere con liquidi.
Anziani: come per gli adulti.
Compromissione della funzionalità renale: di solito non è richiesto un aggiustamento della dose eccetto che in pazienti con compromissione della funzionalità renale di grado severo (clearance della creatinina < 30 ml/min). Se l’aggiustamento è necessario la dose totale giornaliera deve essere dimezzata, ad es. 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi.
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica: di solito non è richiesto un aggiustamento della dose ma si deve esercitare cautela quando si somministra claritromicina a pazienti con compromissione della funzionalità epatica.
Claritromicina può essere somministrata indipendentemente dai pasti poiché il cibo non ne altera la biodisponibilità.
Claritromicina è controindicata in pazienti con ipersensibilità nota alla claritromicina, ad altri antibiotici macrolidi o agli eccipienti della compressa. Claritromicina non deve essere somministrata assieme ai derivati ergolinici.
È controindicata la somministrazione concomitante di claritromicina e dei seguenti farmaci:
Cisapride, stimolante della motilità
Pimozide, antipsicotico
Terfenadina, anti-istaminico.
Livelli aumentati di cisapride, pimozide e terfenadina, sono stati riscontrati in pazienti che ricevevano uno di questi farmaci e claritromicina in associazione. Questo può dare luogo a prolungamento dell’intervallo QT ed aritmie cardiache, inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e Torsade de Pointes.
Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo ed altri macrolidi.
La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato ed i reni. Si deve prestare cautela nella somministrazione di questo antibiotico in pazienti con funzionalità epatica o renale compromessa.
Claritromicina può essere usata in pazienti con nota ipersensibilità alla penicillina o quando il trattamento con la penicillina non è appropriato per altri motivi.
Si devono considerare con attenzione le possibili resistenze crociate ed allergie crociate tra claritromicina ed altri macrolidi, clindamicina e lincomicina. La claritromicina non deve essere associata ad altri farmaci ototossici, specialmente con gli aminoglicosidi.
L’uso prolungato o ripetuto della claritromicina può dare luogo a superinfezioni causate da microrganismi non sensibili. Se compare una superinfezione, la terapia con claritromicina deve essere sospesa.
È stata riportata colite pseudomembranosa con l’uso di antibiotici a largo spettro d’azione. Pertanto, è importante considerare la sua diagnosi in pazienti che presentano grave diarrea durante o dopo la terapia con claritromicina.
Come per altri macrolidi, la claritromicina può causare una riacutizzazione o l’aggravamento della miastenia gravis e deve pertanto essere usata con cautela in pazienti con questa malattia.
A causa del rischio del prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela in pazienti con disturbi delle coronarie, anamnesi di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesiemia non compensate, bradicardia (meno di 50 battiti/minuto) o quando associata ad altri medicinali che possono prolungare l’intervallo QT. Claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito (vedere paragrafi 4.3 Controindicazioni e 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
Claritromicina deve essere usata con cautela quando indicata per l’uso in pazienti che ricevono trattamenti con induttori del CYP3A4 a causa della possibilità di livelli sub-terapeutici della claritromicina (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
La claritromicina è un inibitore del CYP3A4 e l’uso concomitante con altri medicinali che vengono metabolizzati in larga misura da questo enzima deve essere ristretto a situazioni in cui sia chiaramente indicato (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA-reduttasi, risultando in un aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali (vedere paragrafo 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).
Streptococcus pyogenes: la claritromicina è in genere efficace nell’eradicazione degli streptococchi dall’orofaringe. Tuttavia non sono disponibili dati sull’efficacia di questo antibiotico nella susseguente prevenzione della febbre reumatica.
Nelle faringiti da infezioni da streptococco beta-emolitico, la durata del trattamento deve essere di almeno 10 gg.
L’H. pylori può sviluppare resistenza alla claritromicina.
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Associazione con prodotti medicinali che possono prolungare l’intervallo QT
Sono stati riportati casi di Torsade de Pointes in pazienti in cui claritromicina era associata a chinidina o disopiramide. Queste associazioni devono pertanto essere evitate oppure si deve monitorare attentamente i livelli plasmatici della chinidina o della disopiramide per permettere l’aggiustamento della dose.
Si deve prestare cautela quando la claritromicina viene somministrata a pazienti trattati con altri farmaci che possono prolungare l’intervallo QT (vedere paragrafo 4.4 Speciali avvertenze e opportune precauzioni di impiego).
È stata riportata l’inibizione da parte della claritromicina del metabolismo della cisapride e della terfenadina, con aumenti da 2 a 3 volte dei livelli plasmatici della terfenadina. Questo ha determinato il prolungamento dell’intervallo QT ed aritmie cardiache inclusa tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e Torsade de Pointes. Sintomi simili sono stati descritti per pazienti trattati con pimozide quando associata a claritromicina. La somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina, cisapride o pimozide è controindicata (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Effetto della claritromicina compresse su altri prodotti medicinali
La claritromicina è un inibitore dell’enzima metabolizzatore CYP3A4 e della proteina di trasporto glicoproteina-P. La claritromicina non deve essere usata durante il trattamento con altri medicinali che sono substrati per il CYP3A4 a meno che possano essere attentamente monitorati i livelli plasmatici, l’effetto terapeutico e gli eventi avversi (vedere anche paragrafo 4.3 Controindicazioni). Una riduzione della dose può essere necessaria per i medicinali che sono substrati del CYP3A4 se associati a claritromicina. In alternativa il trattamento con questi medicinali può essere interrotto durante quello con claritromicina.
Inibitori della HMG-CoA-reduttasi
La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA-riduttasi, con conseguente aumento delle concentrazioni plasmatiche di questi medicinali. L’associazione di claritromicina e simvastatina è stata raramente associata a rabdomiolisi. La claritromicina può produrre una simile interazione con atorvastatina ed una minor interazione con cerivastatina. Quando è indicata l’associazione di claritromicina con simvastatina o atorvastatina, i pazienti devono essere attentamente monitorati per l’insorgenza di segni e sintomi di miopatia.
Vasocostrittori dell’ergot (ad es. di-idroergotamine, ergotamina)
La claritromicina non deve essere associata con i derivati ergotaminici (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni). Sono stati riportati casi di ergotismo dovuti ad aumentati livelli plasmatici di alcaloidi dell’ergot.
Benzodiazepine
In associazione con claritromicina compresse (250 mg due volte al giorno), l’AUC del midazolam è aumentata di 2,7 volte dopo somministrazione endovenosa e di 7 volte dopo somministrazione orale. La somministrazione concomitante di midazolam orale e claritromicina deve essere evitata. Se midazolam somministrato per via endovenosa viene associato a claritromicina, il paziente deve essere attentamente monitorato e la dose aggiustata se necessario. Le stesse precauzioni devono applicarsi anche alle altre benzodiazepine metabolizzate dal CYP3A4, incluso triazolam ed alprazolam.
Ciclosporina, tacrolimus e sirolimus
L’uso concomitante di claritromicina orale ha portato ad un aumento di oltre 2 volte dei livelli di Cmin sia di ciclosporina sia di tacrolimus. Effetti simili sono attesi per il sirolimus. Quando si inizia il trattamento con claritromicina in pazienti che già ricevono uno di questi agenti immunosopressori: ciclosporina, tacrolimus o sirolimus, i livelli plasmatici devono essere attentamente monitorati e le loro dosi devono essere diminuite se necessario. Quando viene sospeso il trattamento con la claritromicina, in base ai livelli plasmatici degli immunosoppressori, occorre ri-aggiustare le dosi di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus.
Digossina
Le concentrazioni plasmatiche della digossina possono essere aumentate dalla somministrazione concomitante della claritromicina. Si raccomanda il monitoraggio dei livelli plasmatici per aggiustare il dosaggio della digossina quando il trattamento con claritromicina viene iniziato o terminato.
Warfarin
La claritromicina può potenziare gli effetti del warfarin. Il tempo di protrombina deve essere monitorato frequentemente e nel caso fosse necessario, occorre aggiustare le dosi.
Carbamazepina
Claritromicina può potenziare gli effetti della carbamazepina a causa della riduzione della velocità di escrezione.
Teofillina
La somministrazione di claritromicina a pazienti che ricevono teofillina è stata associata ad aumentati livelli sierici di teofillina ed a potenziale tossicità della teofillina.
Zidovudina
La contemporanea somministrazione orale di claritromicina compresse e di zidovudina a pazienti adulti HIV positivi può dare luogo ad una diminuzione dei livelli dello stato stazionario della zidovudina. Questo può essere per lo più evitato distanziando le dosi di claritromicina e zidovudina di 1-2 ore. Tale reazione non è stata riportata nei bambini.
Rifabutina
La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina porta ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche della claritromicina e alla diminuzione dei livelli plasmatici della rifabutina. Può comparire un aumentato rischio di uveite associato alla rifabutina.
Fluconazolo
La claritromicina può determinare l’aumento delle concentrazioni plasmatiche del fluconazolo.
Effetto di altri prodotti medicinali sulla claritromicina compresse
La claritromicina viene metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Pertanto potenti inibitori di questo enzima possono inibire il metabolismo della claritromicina con conseguente aumento delle concentrazioni plasmatiche della claritromicina. Al contrario gli induttori del CYP3A4 possono ridurre i livelli plasmatici della claritromicina.
Inibitori del CYP3A4
Il ritonavir (200 mg 3 volte al giorno) inibisce il metabolismo della claritromicina (500 mg 2 volte al giorno), con l’ aumento della Cmax, Cmin ed AUC rispettivamente del 31%, 182% e 77%. La formazione del metabolita attivo 14-idrossi viene quasi completamente inibita. Generalmente non è richiesta una riduzione della dose di claritromicina nei pazienti con funzionalità renale normale, ma la dose giornaliera non deve superare 1 g (500 mg 2 volte al giorno). Tuttavia la dose di claritromicina deve essere ridotta in pazienti con compromissione renale. Per pazienti con una clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50% e per quelli con clearance della creatinina <30 ml/min la dose deve essere ridotta del 75%.
Benché le concentrazioni plasmatiche di claritromicina ed omeprazolo possano aumentare quando vengono somministrati contemporaneamente, non è necessario un aggiustamento delle dosi. Aumentate concentrazioni plasmatiche della claritromicina possono inoltre comparire quando viene associata ad antiacidi o ranitidina. Non è necessario una aggiustamento della dose.
Induttori del CYP3A4
I prodotti medicinali induttori del CYP3A4 (ad es. rifampicina, rifabutina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, erba di S. Giovanni/iperico), possono indurre il metabolismo della claritromicina. Ciò può determinare livelli sub-terapeutici della claritromicina con conseguente riduzione dell’efficacia.
Quando la claritromicina viene usata in associazione con l’induttore del CYP3A4 efavirenz, è stata osservata una riduzione del 39% dell’AUC della claritromicina e l’aumento del 34% dell’AUC del metabolita attivo 14-idrossi.
In tali circostanze può essere necessario aumentare la dose di claritromicina e monitorarne la sicurezza e l’efficacia. Il monitoraggio dei livelli plasmatici degli induttori del CYP3A4 può essere necessario perché i livelli possono essere aumentati a causa dell’inibizione del CYP3A4 da parte della claritromicina (vedere anche le informazioni relative al prodotto medicinale per l’induttore del CYP3A4 somministrato).
Trattamento delle infezioni da H. pylori
Benché le concentrazioni plasmatiche di claritromicina ed omeprazolo possano aumentare quando sono somministrati contemporaneamente, non è necessario un aggiustamento della dose. Alle dosi raccomandate non vi è alcuna interazione clinicamente significativa tra claritromicina e lansoprazolo.
La sicurezza della claritromicina durante la gravidanza e l’allattamento al seno non sono state stabilite. Pertanto la claritromicina non deve essere usata in gravidanza e durante l’allattamento a meno che il rapporto beneficio/rischio non sia favorevole. Alcuni studi negli animali suggeriscono un effetto embriotossico ma solo a livelli di dosi che sono chiaramente tossici per la madre. La claritromicina è stata trovata nel latte di animali ed in quello umano.
Non sono disponibili dati sull’effetto della claritromicina sulla capacità di guidare o usare macchine. Quando si effettuano queste attività deve essere tenuta presente la possibilità di reazioni avverse quali capogiri, vertigini, confusione e disorientamento.
Gli effetti indesiderati riportati più frequentemente negli adulti che assumono claritromicina compresse sono: diarrea (3%), nausea (3%), anomalie del gusto (3%), dispepsia (2%), dolore/disturbi addominali (2%) e cefalea (2%).
In questa paragrafo gli effetti indesiderati sono definiti come segue:
molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <1/10), non comuni (>1/1000, <1/100), rari (>1/10000, <1/1000), molto rari (<1/10000).
Esami diagnostici
Comuni: azotemia elevata
Non comuni: prolungamento del tempo di protrombina, creatinina sierica elevata, prove alterate di funzione epatica (aumentati livelli delle transaminasi).
Molto rari: ipoglicemia è stata osservata specialmente dopo somministrazione concomitante con farmaci antidiabetici ed insulina.
Patologie cardiache
Molto rari: prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare e Torsades de Pointes.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comuni: diminuiti livelli dei leucociti
Molto rari: trombocitopenia
Patologie del sistema nervoso
Comuni: mal di testa, alterazione dell’olfatto.
Molto rari: capogiro, vertigine, parestesia, convulsioni.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Rari: tinnito
Molto rari: perdita dell'udito reversibile
Patologie gastrointestinali
Comuni: nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, dispepsia, stomatite, glossite, alterazione reversibile del colore della lingua e dei denti ed alterazione del gusto, ovvero gusto metallico o amaro.
Molto rari: pancreatite.
E’ stata descritta molto raramente colite pseudomembranosa con claritromicina, e può variare in gravità da mite a pericolosa per la vita.
Patologie renali e urinarie
Molto rari: nefrite interstiziale, insufficienza renale.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto rari: sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e dell’osso
Non comuni: artralgia, mialgia.
Infezioni ed infestazioni
Comuni: candidosi orale
Come per altri antibiotici, l’uso prolungato può dare luogo a crescita eccessiva di organismi non-suscettibili.
Disturbi del sistema immunitario
Non comuni: reazioni allergiche che variano da orticaria ed eruzioni miti della pelle ad anafilassi.
Patologie epatobiliari
Non comuni: disfunzione epatica che è di solito transitoria e reversibile, epatite e colestasi con o senza ittero.
Molto rari: insufficienza epatica mortale è stata descritta particolarmente in pazienti con epatopatie pre-esistenti o che assumevano altri farmaci epatotossici.
Disturbi psichiatrici
Molto rari: ansia, insonnia, allucinazioni, psicosi, disorientamento, depersonalizzazione, incubi e confusione.
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Alcune segnalazioni indicano che l’ingestione di grandi quantità di claritromicina possono produrre sintomi gastrointestinali. Un paziente con anamnesi di disturbi bipolari ha ingerito 8 g di claritromicina mostrando stato mentale alterato, comportamento paranoide, ipopotassiemia ed ipossiemia. Le reazioni avverse che accompagnano il sovradosaggio devono essere trattate con lavanda gastrica e misure di supporto. Come per gli altri macrolidi non ci si aspetta che i livelli sierici della claritromicina siano influenzati in modo apprezzabile dall’emodialisi o dalla dialisi peritoneale.
Classe terapeutica: anti-infettivi generali per uso sistemico: antibiotici per uso sistemico.
Codice ATC: J01FA09
Meccanismo d’azione:
La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell’eritromicina A. Essa esercita la sua azione antibatterica legandosi alla sub-unità ribosomiale 50s dei batteri sensibili e bloccando la sintesi delle proteine.
Anche il metabolita 14-idrossi della claritromicina ha azione antimicrobica. La MIC di questo metabolita è uguale o due volte maggiore di quella del composto originario, eccetto che per l’H. influenzae dove il metabolita 14-idrossi è due volte più attivo.
Breakpoints
Vengono suggeriti i seguenti MIC breakpoint, che separano gli organismi sensibili (S) da quelli resistenti (R).
Raccomandazioni della British Society for Antimicrobial Chemotherapy (BSAC):
Per Staphylococcus spp, Streptococcus spp. e M catarrhalis: S: ≤0,5 mg/l, R ≥1.0 mg/l.
Per H. influenzae: S: ≤0.5 mg/l, R: ≥ 32,0 mg/l.
Raccomandazioni del National Committee for Clinical Laboratory Standards (NCCLS):
Per Staphylococcus ssp. S: ≤2,0 mg/l, R: ≥8,0 mg/l
Per H. influenzae: S: ≤8,0 mg/l, R: ≥ 32,0 mg/l.
Per Streptococcus spp. S: ≤0,25 mg/l, R: >1.0 mg/l.
La prevalenza della resistenza può variare geograficamente e nel tempo per alcune specie, pertanto informazioni locali sulla sensibilità sono desiderabili, particolarmente nel trattamento di infezioni gravi. Le seguenti informazioni forniscono solo una guida approssimativa sulla probabilità che un organismo sia sensibile alla claritromicina. Quando l’intervallo di resistenza è noto per variare considerevolmente nell’ambito della Comunità Europea questo fatto viene mostrato nella tabella 1
Specie comunemente sensibili |
Microrganismi aerobi Gram-negativi |
Moraxella catarrhalis |
Microrganism anaerobi |
Peptococcus spp. |
Peptostreptococcusspp. |
Propionibacterium acnes |
Clostridium perfringens |
Altri microrganismi |
Chlamydia pneumoniae |
Legionella pneumophila |
Mycoplasma pneumoniae |
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema |
Organismi aerobi Gram-positivi |
Staphylococcus aureus (meticillina-sensibile) |
Staphylococcus aureus (meticillina-resistente)* |
Streptococcus agalactiae |
Streptococcus pneumoniae |
Streptococcus pyogenes |
Organismi aerobici Gram-negativi |
Haemophilus influenzae● |
* La resistenza ai macrolidi dello stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA) è comunemente superiore al 50% nella Comunità Europea ed in alcune aree riguarda quasi tutti i ceppi.
● le specie possono essere di sensibilità intermedia alla claritromicina e possono anche acquisire una resistenza di alto livello ai macrolidi.
Resistenza
I meccanismi di resistenza verso i macrolidi comprendono alterazioni del sito bersaglio dell’antibiotico o sono basati su modifiche dell’antibiotico e/o alterazioni del suo efflusso attivo.
Lo sviluppo della resistenza può essere mediato via cromosomi o plasmidi, può essere indotto o essere costitutivo. I batteri resistenti ai macrolidi generano enzimi che portano alla metilazione dell’adenina residuale nell’RNA ribosomiale e di conseguenza ad un’inibizione del legame dell’antibiotico con il ribosoma.
I batteri resistenti ai macrolidi mostrano generalmente una resistenza crociata ai lincosamidi ed alla streptogramina B sulla base di una mutazione del sito di legame ribosomiale. La claritromicina è catalogata tra i forti induttori di questo enzima, inoltre i macrolidi hanno un’azione batteriostatica attraverso l’inibizione della peptil-transferasi dei ribosomi.
Una resistenza crociata esiste tra claritromicina, eritromicina ed azitromicina. Gli stafilococchi resistenti alla meticillina e lo streptococcus pneumoniae resistente alla penicillina sono resistenti ai macrolidi come la claritromicina.
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Dopo somministrazione orale in forma di compresse, la claritromicina viene assorbita rapidamente ed ampiamente dal tratto gastrointestinale. Il metabolita microbiologicamente attivo, 14-idrossiclaritromicina, si forma per metabolismo di primo passaggio. Claritromicina compresse può essere somministrata indipendentemente dai pasti poiché il cibo non ne altera la biodisponibilità. Il cibo ritarda lievemente l’inizio dell’assorbimento e della formazione del 14-idrossimetabolita. La farmacocinetica della claritromicina non è lineare, tuttavia lo stato stazionario viene raggiunto entro 2 giorni di somministrazione. A 250 mg due volte al giorno il 15-20% del farmaco viene escreto immodificato nelle urine. Con un dosaggio di 500 mg due volte al giorno l’escrezione urinaria è maggiore (circa il 36%). La 14-idrossiclaritromicina è il maggior metabolita urinario e rappresenta circa il 10-15% della dose. La maggior parte della dose rimanente viene eliminata con le feci, principalmente attraverso la bile. Il 5-10% della sostanza originale si trova nelle feci.
Quando la claritromicina 500 mg viene somministrata tre volte al giorno le concentrazioni plasmatiche di claritromicina aumentano rispetto al dosaggio di 500 mg due volte al giorno.
Claritromicina raggiunge concentrazioni tissutali che sono parecchie volte superiori ai livelli di farmaco presente nel plasma sanguigno. Elevati livelli di claritromicina sono stati trovati nei tessuti delle tonsille ed in quelli polmonari. Ai livelli terapeutici l’80% della claritromicina è legato alle proteine plasmatiche.
Claritromicina penetra anche nel muco gastrico. I livelli di claritromicina nel muco e nel tessuto gastrico sono più elevati quando la claritromicina viene somministrata assieme all’omeprazolo rispetto a quando viene somministrata da sola.
In studi in acuto nel topo e nel ratto la dose letale mediana è risultata maggiore della dose massima somministrabile (5g/kg).
In studi con dosi ripetute, la tossicità è risultata correlata alla dose, alla durata del trattamento ed alla specie. I cani risultarono più sensibili dei primati e dei ratti. I segni clinici maggiori a dosi tossiche comprendono emesi, debolezza, ridotta assunzione di cibo, aumento di peso, scialorrea, disidratazione e iperattività. In tutte le specie, a dosi tossiche, il fegato fu il primo organo bersaglio. Epatotossicità è risultata evidenziabile da aumenti precoci dei test di funzionalità epatica. La sospensione del farmaco generalmente porta ad un ritorno a valori normali o ad una tendenza alla normalizzazione. Altri tessuti comunemente meno colpiti sono stomaco, timo ed altri tessuti linfatici ed i reni. A dosi quasi terapeutiche iniezione congiuntivale e lacrimazione sono comparse solo nei cani. A dosi massive di 400 mg/kg/die, alcuni cani e scimmie hanno sviluppato opacità corneale e/o edema.
Studi sulla fertilità e la riproduzione nel ratto non hanno mostrato effetti avversi. Studi di teratogenesi nel ratto (Wistar per os e Sprague-Dawley per os e e.v.), nel coniglio New Zealand White ed in scimmie Cynomolgous non sono riusciti a dimostrare alcuna teratogenicità della claritromicina. Tuttavia un ulteriore studio simile in ratti Sprague-Dawley ha documentato una bassa incidenza (6%) di anomalie cardiovascolari che sono risultate dovute ad espressione spontanea di mutamenti genetici. Due studi nel topo hanno rivelato una incidenza variabile (3-30%) di palatoschisi e perdite di embrioni sono state osservate nelle scimmie ma solo a livelli di dosi che erano chiaramente tossici per le madri.
Cellulosa microcristallina
Amido pregelatinizzato
Croscarmellosa sodica
Povidone
Silice colloidale biossido
Acido stearico
Magnesio stearato
Film di rivestimento:
Opadry giallo 20H22340 consistente in:
Ipromellosa 3 (E464)
Idrossi-propilcellulosa (E463)
Titanio diossido (E171)
Glicole propilenico (E1520)
Vanillina
Giallo di chinolina (E104)
Non pertinente.
2 anni.
Questo prodotto medicinale non richiede speciali condizioni di conservazione.
Blister in PVdC/PVC/Alluminio in astucci di cartone (per ciascuno Stato può essere richiesta la confezione a calendario o con blister monodose).
Flaconi in HDPP con tappo in PE (con dosatore opzionale in Polietilene del contenuto).
*Confezioni da: 4, 6, 7, 8, 10, 12, 14, 20, 21, 24, 28, 30, 42, 50, 60, 100, 250, 500 compresse rivestite con film.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente
Mylan S.p.A.
Via Vittor Pisani 20 – 20124 Milano, Italia
250 mg compresse rivestite con film 4 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516010/M
250 mg compresse rivestite con film 6 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516022/M
250 mg compresse rivestite con film 7 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516034/M
250 mg compresse rivestite con film 8 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516046/M
250 mg compresse rivestite con film 10 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516059/M
250 mg compresse rivestite con film 12 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516061/M
250 mg compresse rivestite con film 14 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516073/M
250 mg compresse rivestite con film 20 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516085/M
250 mg compresse rivestite con film 21 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516097/M
250 mg compresse rivestite con film 24 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516109/M
250 mg compresse rivestite con film 28 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516111/M
250 mg compresse rivestite con film 30 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516123/M
250 mg compresse rivestite con film 42 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516135/M
250 mg compresse rivestite con film 50 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516147/M
250 mg compresse rivestite con film 60 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516150/M
250 mg compresse rivestite con film 100 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516162/M
250 mg compresse rivestite con film 250 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516174/M
250 mg compresse rivestite con film 500 compresse in blister PVDC/PVC/AL
AIC n. 037516186/M
250 mg compresse rivestite con film 4 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516198/M
250 mg compresse rivestite con film 6 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516200/M
250 mg compresse rivestite con film 7 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516212/M
250 mg compresse rivestite con film 8 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516224/M
250 mg compresse rivestite con film 10 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516236/M
250 mg compresse rivestite con film 12 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516248/M
250 mg compresse rivestite con film 14 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516251/M
250 mg compresse rivestite con film 20 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516263/M
250 mg compresse rivestite con film 21 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516275/M
250 mg compresse rivestite con film 24 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516287/M
250 mg compresse rivestite con film 28 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516299/M
250 mg compresse rivestite con film 30 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516301/M
250 mg compresse rivestite con film 42 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516313/M
250 mg compresse rivestite con film 50 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516325/M
250 mg compresse rivestite con film 60 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516337/M
250 mg compresse rivestite con film 100 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516349/M
250 mg compresse rivestite con film 250 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516352/M
250 mg compresse rivestite con film 500 compresse in contenitore HDPP
AIC n. 037516364/M
Febbraio 2010