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CLARITROMICINA DOC
Claritromicina DOC Generici 250 mg:
1 compressa rivestita con film contiene 250 mg di claritromicina
Claritromicina DOC Generici 500 mg:
1 compressa rivestita con film contiene 500 mg di claritromicina
Per un elenco completo degli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film
Claritromicina DOC Generici 250 mg:
Compresse rivestite con film di colore giallo pallido, ovali, con inciso "CLA250" su un lato e "APO" sull’altro.
Claritromicina DOC Generici 500 mg:
Compresse rivestite con film di colore giallo pallido, a forma di capsula, con inciso "CLA500" su un lato e "APO" sull’altro.
La claritromicina è indicata per il trattamento delle seguenti infezioni batteriche, acute e croniche, causate da micro-organismi sensibili alla claritromicina.
Infezioni del tratto respiratorio superiore come tonsilliti/faringiti, come alternativa quando gli antibiotici β-lattamici non sono appropriati.
Otiti medie acute nei bambini.
Infezioni del tratto respiratorio inferiore come polmoniti acquisite in comunità.
Sinusiti ed esacerbazione acuta delle bronchiti croniche negli adulti e negli adolescenti di età superiore ai 12 anni.
Infezioni di gravità da lieve a moderata della pelle e dei tessuti molli.
In appropriata associazione con i regimi terapeutici antibatterici e con un appropriato medicinale per la guarigione dell’ulcera, per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori nei pazienti adulti con ulcere associate ad Helicobacter pylori (vedere il paragrafo 4.2).
È necessario tenere in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici, incluse le linee guida nazionali e locali.
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La dose di claritromicina dipende dal tipo e dalla gravità dell’infezione e deve essere determinata in ogni caso da un medico.
Adulti e adolescenti (inclusi gli anziani)
Dose standard: la dose abituale è di 250 mg due volte al giorno (al mattino e alla sera).
Trattamento ad alto dosaggio (infezioni gravi): la dose abituale può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno nelle infezioni gravi.
Eliminazione dell’Helicobacter pylori negli adulti:
Nei pazienti con ulcere gastro-duodenali dovute all’infezione da Helicobacter pylori, la claritromicina, come parte della triplice terapia di prima scelta, viene data ad una dose di 500 mg due volte al giorno. Le raccomandazioni nazionali sull’eradicazione dell’Helicobacter pylori devono essere tenute in considerazione.
Dosaggio nell’insufficienza renale
Gli aggiustamenti della dose non sono generalmente richiesti, tranne che per i pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min (0.5 ml/s)). Se è necessario un aggiustamento della dose, la dose totale giornaliera deve essere dimezzata, per esempio 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi. La durata del trattamento in questi pazienti non deve superare i 14 giorni.
Bambini fino ai 12 anni d’età
La dose raccomandata è di 7,5 mg/kg due volte al giorno (al mattino e alla sera).
Peso | Dose |
30 – 40 kg | 250 mg due volte al giorno |
La claritromicina in forma di compressa non è adatta ai bambini al di sotto dei 12 anni d’età con peso corporeo inferiore a 30 kg. Altre forme farmaceutiche sono più adatte per questi pazienti.
Non è documentato l’effetto nei bambini al di sotto dei 3 anni d’età per l’indicazione polmoniti acquisite in comunità.
Nell’insufficienza renale, specialmente se la clearance della creatinina è < 30 ml/min (< 0.5 ml/s), la dose deve essere dimezzata, per esempio 7,5 mg/kg una volta al giorno, e la durata del trattamento non deve superare i 14 giorni.
Durata del trattamento
La durata del trattamento con la claritromicina dipende dal tipo e dalla gravità dell’infezione e deve essere determinata in ogni caso da un medico.
La durata abituale del trattamento nei bambini va dai 5 ai 10 giorni.
La durata abituale del trattamento negli adulti e negli adolescenti va dai 6 ai 14 giorni.
Il trattamento deve continuare per almeno 2 giorni dalla scomparsa dei sintomi.
Nelle infezioni da Streptococcus pyogenes (streptococco β-emolitico gruppo A), la durata del trattamento deve essere di almeno 10 giorni.
La terapia di associazione per l’eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori, per esempio 500 mg di claritromicina due volte al giorno in associazione con 1000 mg di amoxicillina due volte al giorno e 20 mg di omeprazolo due volte al giorno, deve essere continuata per 7 giorni.
Modo di somministrazione
Le compresse devono essere ingerite con almeno mezzo bicchiere d’acqua.
La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione di cibo. Il cibo non ha effetto sull’entità della biodisponibilità. Il cibo ritarda solo leggermente l’inizio dell’assorbimento della claritromicina.
La claritromicina non deve essere utilizzata nei pazienti con ipersensibilità alla claritromicina, agli altri antibiotici macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
La claritromicina e i derivati dell’ergot non devono essere cosomministrati (vedere il paragrafo 4.5).
La somministrazione concomitante della claritromicina con uno qualsiasi dei seguenti principi attivi è controindicata: cisapride, pimozide e terfenadina. Nei pazienti che ricevevano contemporaneamente uno di questi principi attivi e la claritromicina, sono stati riportati elevati livelli di cisapride, pimozide e terfenadina. Ciò può comportare prolungamento dell’intervallo QT e aritmie cardiache che includono tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Effetti simili sono stati osservati con la somministrazione concomitante di astemizolo e di altri macrolidi (vedere il paragrafo 4.5).
La claritromicina non deve essere usata nei pazienti che soffrono di grave insufficienza epatica in associazione con compromissione renale.
La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti ipopotassiemici (prolungamento dell’intervallo QT, vedere il paragrafo 4.4).
La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato. La claritromicina deve quindi essere somministrata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata, soprattutto nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere anche il paragrafo 4.3).
Quando la funzione renale è scarsa, la dose di claritromicina deve essere adeguatamente ridotta in funzione del grado di compromissione (vedere il paragrafo 4.2). Nei pazienti anziani deve essere considerata la possibilità di insufficienza renale.
La terapia con la claritromicina per l’Helicobacter pylori può selezionare organismi farmaco-resistenti.
I pazienti che sono ipersensibili alla lincomicina o alla clindamicina possono essere ipersensibili anche alla claritromicina. È necessaria quindi cautela quando la claritromicina viene prescritta a questi pazienti.
L’uso a lungo termine o l’uso ripetuto della claritromicina possono portare alla super-infezione da organismi non sensibili. Se si verifica una super-infezione, il trattamento con la claritromicina deve essere sospeso.
Sono state riportate coliti pseudomembranose in associazione con l’uso di antibiotici ad ampio spettro. Di conseguenza, questa diagnosi va considerata in pazienti che sviluppano grave diarrea durante o dopo la terapia con la claritromicina.
Come altri macrolidi, la claritromicina può provocare l’esacerbazione o il peggioramento della miastenia grave, quindi, deve essere somministrata con cautela nei pazienti con miastenia grave.
In considerazione del rischio di prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere somministrata con cautela nei pazienti con anamnesi di ischemia cardiaca, aritmia ventricolare, con grave insufficienza cardiaca, ipomagnesemia incontrollata, bradicardia (<50 battiti cardiaci al minuto), o in concomitanza con altri medicinali noti per causare prolungamento dell’intervallo QT. La claritromicina non deve essere usata nei pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o documentato (vedere il paragrafo 4.5).
La claritromicina deve essere somministrata con cautela nei pazienti che già assumono induttori del CYP3A4 (vedere il paragrafo 4.5).
La claritromicina è un inibitore del CYP3A4, e la sua concomitante somministrazione con altri medicinali che sono metabolizzati per la maggior parte da questo enzima deve essere limitata solo ai casi in cui la sua somministrazione sia chiaramente indicata (vedere il paragrafo 4.5).
La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori dell’enzima HMG-CoA riduttasi; ciò può causare un aumento delle loro concentrazioni plasmatiche (vedere il paragrafo 4.5).
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Effetti di altri medicinali su CLARITROMICINA DOC Generici compresse rivestite con film
La claritromicina è metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Potenti inibitori di questo enzima, quindi, possono inibire il metabolismo della claritromicina, portando ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche della claritromicina.
Anche se le concentrazioni plasmatiche della claritromicina e dell’omeprazolo o del lansoprazolo possono aumentare in caso di somministrazione concomitante, non è necessario aggiustare la dose. L’aumento delle concentrazioni plasmatiche della claritromicina può verificarsi anche in caso di somministrazione concomitante con antiacidi o ranitidina. Nessun aggiustamento della dose è necessario.
È stato dimostrato che il ritonavir (200 mg di ritonavir tre volte al giorno) è un inibitore del metabolismo della claritromicina (500 mg due volte al giorno), dal momento che l’aumento di Cmax, Cmin e AUC nella somministrazione concomitante con ritonavir è rispettivamente del 31%, 182% e 77%, rispettivamente. La formazione del metabolita attivo 14-[R]-idrossi-claritromicina è quasi completamente inibita. Nei pazienti con normale funzione renale, la dose di claritromicina non necessita di essere diminuita; tuttavia, la dose giornaliera di claritromicina non deve superare 1 g. Si deve considerare una riduzione della dose nei pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con clearance della creatinina di 30-60 ml/min (0.5 – 1 ml/s), la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50% e nei pazienti con clearance della creatinina < 30 ml/min (<0.5ml/s) la dose deve essere ridotta del 75%.
Gli induttori di CYP3A4 (come rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, prodotti contenenti Iperico) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Ciò può portare a livelli sotto-terapeutici di claritromicina, i quali diminuiscono l’efficacia del prodotto. Se la claritromicina è chiaramente indicata, può essere necessario aumentare la dose della claritromicina e monitorarne attentamente l’efficacia e la sicurezza. Un ulteriore monitoraggio dei livelli plasmatici dell’induttore di CYP3A4 può essere necessario, poiché i livelli possono essere aumentati dall’inibizione di CYP3A4 causata dalla claritromicina (vedere anche le parti del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto relative alla somministrazione degli induttori di CYP3A4).
La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina ha portato ad un aumento dei livelli di rifabutina e ad una riduzione dei livelli di claritromicina nel plasma, e ad un aumento del rischio di uveiti.
Sono stati osservati una riduzione del 39% dell’AUC della claritromicina ed un aumento del 34% dell’AUC del metabolita attivo 14-idrossi- quando la claritromicina viene usata in concomitanza con l’induttore di CYP3A4 efavirenz.
Interazione nei regimi di eradicazione dell’Helicobacter Pylori
Sebbene le concentrazioni plasmatiche della claritromicina e dell’omeprazolo possano essere aumentate quando vengono somministrati in associazione, non è necessario alcun aggiustamento della dose. Alle dosi raccomandate, non c’è interazione clinicamente significativa tra la claritromicina e il lansoprazolo. L’aumento delle concentrazioni plasmatiche della claritromicina può verificarsi anche quando viene somministrata contemporaneamente ad antiacidi o a ranitidina. Non è necessario aggiustare la dose. Non ci sono interazioni farmacocinetiche con i relativi antibiotici utilizzati per la terapia di eradicazione dell’Helicobacter pylori.
Effetti della claritromicina su altri prodotti medicinali
La claritromicina è un inibitore dell’enzima metabolizzante CYP3A4 e della glicoproteina P di trasporto. Il livello di inibizione per i diversi substrati di CYP3A4 è difficilmente prevedibile. Di conseguenza, la claritromicina non può essere usata durante il trattamento con altri medicinali che sono substrato di CYP3A4, a meno che i loro livelli plasmatici, gli effetti terapeutici o gli effetti indesiderati dei substrati di CYP3A4 possano essere attentamente monitorati. Medicinali che sono substrato di CYP3A4 e che vengono somministrati in concomitanza con la claritromicina possono richiedere una riduzione della dose. In alternativa, il trattamento con questi medicinali può essere sospeso durante la terapia con la claritromicina.
Medicinali che possono prolungare l’intervallo QT
La claritromicina è un inibitore del metabolismo di cisapride e terfenadina con un aumento dei livelli plasmatici della terfenadina da 2 a 3 volte. Quest’ultima è associata al prolungamento dell’intervallo QT e ad aritmie cardiache, incluse tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Sono stati riportati sintomi simili nei pazienti che sono stati trattati con pimozide in associazione con la claritromicina. La somministrazione concomitante di claritromicina e terfenadina, cisapride, pimozide e astemizolo è controindicata (vedere il paragrafo 4.3).
Le torsioni di punta sono state riportate nei pazienti che hanno ricevuto in concomitanza claritromicina e chinidina o disopiramide. Inoltre, queste combinazioni devono essere escluse, oppure i livelli di chinidina o disopiramide devono essere attentamente monitorati. Può essere necessario un aggiustamento della dose. Bisogna fare attenzione se la claritromicina viene data a pazienti che sono trattati con altri prodotti che possano prolungare l’intervallo QT (vedere il paragrafo 4.4).
Inibitori dell’ HMG-CoA riduttasi
La claritromicina è un inibitore del metabolismo di alcuni inibitori della HMG-CoA riduttasi; ciò porta ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di queste sostanze. Raramente, è stata riportata rabdomiolisi con aumento delle concentrazioni plasmatiche nei pazienti che ricevono claritromicina e simvastatina o lovastatina. La claritromicina può causare interazioni simili con l’atorvastatina. Se il trattamento con la claritromicina è necessario nei pazienti trattati con simvastatina, lovastatina, atorvastatina o cerivastatina, questi pazienti devono essere monitorati per la comparsa di segni di miopatia.
Vasocostrittori dell’Ergot (per esempio diidroergotamina, ergotamina)
Casi di ergotismo dovuti ad aumentati livelli plasmatici di alcaloidi dell’ergot sono stati riportati quando queste sostanze sono state date in associazione con i macrolidi. Questa associazione è controindicata (vedere il paragrafo 4.3).
Benzodiazepine
Durante somministrazione concomitante di midazolam con compresse di claritromicina (250 mg due volte al giorno), l’AUC di midazolam è aumentata di 2.7 volte e di 7 volte dopo somministrazione per via endovenosa e dopo somministrazione orale di midazolam, rispettivamente. La somministrazione concomitante di compresse di midazolam e di claritromicina deve essere evitata. Durante somministrazione concomitante di midazolam e claritromicina, il paziente deve essere attentamente monitorato. Un aggiustamento della dose può essere necessario. Le stesse precauzioni devono essere adottate durante l’uso di altre benzodiazepine metabolizzate dal CYP3A4, in particolare il triazolam così come l’alprazolam. È improbabile un’interazione con la claritromicina per le benzodiazepine che non sono metabolizzate dal CYP3A4 (temazepam, nitrazepam, lorazepam).
Ciclosporina, tacrolimus e sirolimus
La somministrazione concomitante della forma orale della claritromicina con ciclosporina o tacrolimus porta ad un aumento di più di due volte della Cmin plasmatica di ciclosporina e tacrolimus. Ci si possono aspettare effetti simili con sirolimus. I livelli plasmatici di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere attentamente monitorati quando si inizia il trattamento con la claritromicina nei pazienti trattati con uno degli immunosoppressori sopra menzionati, e le loro dosi devono essere ridotte se necessario. La sospensione della claritromicina in questi pazienti richiede anche un completo monitoraggio dei livelli plasmatici di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus per definire l’aggiustamento della dose.
Digossina e altri principi attivi trasportati dalla glicoproteina P
La claritromicina è un potente inibitore della glicoproteina P (Pgp) di trasporto. Ciò potrebbe portare ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche dei principi attivi che sono trasportati da questo trasportatore e potrebbe anche aumentare la distribuzione di questi principi attivi negli organi che hanno Pgp come barriera di distribuzione, per esempio il SNC. La concentrazione della digossina, substrato di Pgp, può essere aumentata quando somministrata in associazione con la claritromicina. Il monitoraggio dei livelli plasmatici di digossina deve essere considerato quando il co-trattamento con la claritromicina è iniziato o terminato, dato che può essere necessario un aggiustamento della dose.
Teofillina
La somministrazione di claritromicina a pazienti trattati con teofillina è associata ad un aumento della concentrazione sierica di teofillina e ad una potenziale tossicità della teofillina.
Gli effetti degli anticoagulanti possono essere potenziati se la claritromicina viene usata in pazienti che ricevono il warfarin. Inoltre, in questi pazienti il tempo di protrombina deve essere frequentemente monitorato.
Zidovudina
La somministrazione per via orale delle compresse di claritromicina in associazione alla zidovudina nei pazienti adulti infettati dal virus HIV può portare ad una riduzione delle concentrazioni allo stato stazionario di zidovudina. Siccome è probabile che la claritromicina impedisca l’assorbimento della zidovudina somministrata in associazione, questa interazione deve essere evitata mantenendo un appropriato intervallo tra le somministrazioni di questi medicinali, cioè 1-2 ore. Nei bambini, non è stata dimostrata nessuna interazione tra la claritromicina e zidovudina.
Gravidanza
I dati sull’uso della claritromicina nel primo trimestre in più di 200 gravidanze non hanno dimostrato una chiara evidenza di effetti teratogeni o avversi sulla salute dei neonati. I dati su di un numero limitato di donne in gravidanza che hanno ricevuto la claritromicina nel primo trimestre suggeriscono la possibilità di un aumentato rischio di aborto. Non sono fino ad ora disponibili altri dati epidemiologici rilevanti. I dati provenienti dagli studi sugli animali hanno dimostrato la presenza di tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3). Il rischio nell’uomo non è noto. La claritromicina deve inoltre essere usata durante la gravidanza solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Allattamento
La claritromicina e i suoi metaboliti attivi sono escreti attraverso il latte materno. Dato che diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose possono verificarsi nei bambini allattati, può essere necessario interrompere l’allattamento. Anche la possibilità di sensibilizzazione deve essere considerata. La claritromicina deve inoltre essere usata solo se i benefici per la madre sono superiori ai potenziali rischi per il feto.
Non sono stati condotti studi sugli effetti sulla capacità di guidare o sull’uso di macchinari. La possibilità che si verifichino effetti avversi quali capogiri, vertigini, confusione e perdita di orientamento deve essere tenuta presente in queste attività.
Gli effetti indesiderati più frequentemente riportati in soggetti adulti che ricevono la claritromicina nella forma compresse includono diarrea (3%), nausea (3%), gusto alterato (3%), dispepsia (2%), dolore addominale/disagio (2%) e emicranie (2%).
In questo paragrafo, gli effetti indesiderati sono definiti come di seguito:
molto comuni (≥1/10), comuni (da ≥1/100 a <1/10), non comuni (da ≥1/1000 a <1/100), rari (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto rari (<1/10.000), non noti (non può essere stimato dai dati disponibili).
Esami diagnostici
Comuni: Elevata urea nel sangue
Non comuni: Prolungamento del tempo di protrombina, elevata creatinina sierica, alterazioni nei test della funzionalità epatica (elevati livelli di transaminasi).
Molto rari: È stata riportata ipoglicemia, in particolare durante la somministrazione concomitante di agenti antidiabetici e insulina.
Patologie cardiache
Molto rari: Prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare, torsioni di punta.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comuni: Leucopenia.
Molto rari: Trombocitopenia.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: Emicrania.
Molto rari: Capogiri, vertigini, parestesia, convulsioni.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Rari: Tinnito.
Molto rari: Perdita reversibile dell’udito.
Patologie gastrointestinali
Comuni: Nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, dispepsia, stomatite, glossite, scolorimento reversibile della lingua e dei denti, alterazioni del gusto, per esempio sapore metallico o amaro.
Molto rari: Pancreatite. Colite pseudomembranosa di gravità da lieve al pericolo di vita.
Patologie renali e urinarie
Molto rari: Nefrite interstiziale, insufficienza renale.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto rari: Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comuni: Artralgia, mialgia.
Infezioni e infestazioni
Comuni: Moniliasi della cavità orale.
Come per gli altri antibiotici, la somministrazione a lungo termine può portare alla moltiplicazione degli organismi non sensibili.
Disturbi del sistema immunitario
Non comuni: Reazioni allergiche che vanno dall’orticaria, alla lieve eruzione cutanea fino all’anafilassi.
Patologie epatobiliari
Non comuni: Disfunzione epatica normalmente transitoria e reversibile, epatite e colestasi con o senza ittero.
Molto rari: È stata riportata insufficienza epatica a decorso fatale particolarmente nei pazienti con malattia epatica pre-esistente o nei pazienti che ricevono altri medicinali epatotossici.
Disturbi psichiatrici
Molto rari: Ansietà, insonnia, allucinazioni, psicosi, perdita di orientamento e depersonalizzazione, incubi, confusione.
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Sintomi di intossicazione:
È stato riportato che l’ingestione di grandi quantità di claritromicina può indurre disturbi gastrointestinali. I sintomi da sovradosaggio possono generalmente corrispondere al profilo delle reazioni avverse. Un paziente con una anamnesi di sindrome maniaco-depressiva prese 8 g di claritromicina, si verificarono alterazioni dello stato mentale, comportamento paranoico, ipopotassiemia e ipossemia.
Trattamento dell’intossicazione:
Non è disponibile un antidoto specifico. I livelli plasmatici della claritromicina non possono essere ridotti con emodialisi o dialisi peritoneale.
Gli effetti avversi che accompagnano il sovradosaggio devono essere gestiti con lavanda gastrica e trattamenti di supporto. Reazioni allergiche acute gravi come lo shock anafilattico sono state osservate raramente. Il trattamento con la claritromicina deve essere interrotto ai primi segni di ipersensibilità, e le necessarie precauzioni adottate.
Categoria farmacoterapeutica: macrolidi
Codice ATC: J01F A09
Meccanismo d’azione
La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell’eritromicina A. Esercita la sua azione antibatterica legando la subunità ribosomiale 50s dei batteri sensibili e inibisce la sintesi proteica batterica RNA-dipendente. È altamente potente contro un’ampia varietà di organismi gram-positivi e gram-negativi, aerobi e anaerobi. Le concentrazioni minime inibitorie (CMI) della claritromicina sono generalmente 2 volte più basse rispetto alle CMI dell’eritromicina.
Il metabolita della claritromicina 14-idrossi ha anche attività antimicrobica. Le CMI di questo metabolita sono uguali o 2 volte più alte delle CMI del composto originario, tranne per H. influenzae dove il metabolita 14-idrossi è 2 volte più attivo del composto originario.
Meccanismo di resistenza
La resistenza ai macrolidi è mediata attraverso l’alterazione del sito di legame del macrolide, la modifica dell’antibiotico e/o dell’efflusso attivo del farmaco. Lo sviluppo della resistenza può essere legata al cromosoma o mediata da plasmide e può essere indotta o costitutiva. Nei microrganismi resistenti ai macrolidi gli enzimi che metilano l’adenina dell’RNA ribosomiale sono espressi. La claritromicina è un forte induttore di questo enzima. Di conseguenza, il legame dell’antibiotico alla subunità ribosomiale 50s è inibito. A causa di ciò, i microorganismi resistenti ai macrolidi che legano il sito di metilazione della subunità ribosomiale 50s dimostrano generalmente resistenza crociata con le lincosamidi (per esempio lincomicina) e streptogramina B. C’è anche la possibilità di resistenza crociata tra la claritromicina e gli altri macrolidi (per esempio eritromicina e azitromicina), così come con la clindamicina.
In più, i macrolidi agiscono come batteriostatici tramite l’inibizione dell’attività della peptidiltrasferasi ribosomiale.
La maggior parte dei ceppi di stafilococchi resistenti alla meticillina e lo Streptococcus pneumoniae resistente alla penicillina sono resistenti anche ai macrolidi come la claritromicina.
Una superinfezione con altri microorganismi resistenti può verificarsi dopo il trattamento di patogeni sensibili alla claritromicina.
Intervalli (Breakpoints)
Nel 2004 il Clinical Laboratory Standards Institute (CLSI, prima NCCLS) ha determinato i seguenti intervalli di sensibilità per la claritromicina:
- Staphylococcus spp.: ≤ 2 mcg/ml sensibile, ≥ 8 mcg/ml resistente
- Haemophilus spp: ≤ 8 mcg/ml sensibile, ≥ 32 mcg/ml resistente
- S. pneumoniae: ≤ 0.25 mcg/ml sensibile, ≥1 mcg/ml resistente
- Streptococcus spp., all’infuori di S. pneumoniae: ≤ 0.25 mcg/ml sensibile, ≥1 mcg/ml
resistente
- Helicobacter pylori: ≤ 0.25 mcg/ml sensibile, ≥ 1 mcg/ml resistente
La prevalenza di resistenza acquisita per le specie selezionate può variare geograficamente e con il tempo ed è auspicabile avere informazioni locali sul tipo di resistenza, in particolare per il trattamento delle infezioni gravi. Se necessario, si deve ricorrere al consiglio di un esperto quando la prevalenza locale della resistenza è aumentata in misura tale che l’efficacia dell’agente è incerta perlomeno in alcuni tipi di infezione.
Specie comunemente suscettibili |
Microrganismi aerobi Gram-positivi |
Streptococcus gruppo A |
Streptococcus gruppo B |
Streptococcus gruppi C, F, G |
Microrganismi aerobi Gram-negativi |
Legionella spp. |
Moraxella catarrhalis |
Pasteuralla multocida |
Microrganismi anaerobi |
Bacteriodes spp. |
Clostridium spp., all’infuori di Clostridium difficile |
Fusobacterium spp. |
Peptococcus / Peptostreptococcus spp. |
Altri microrganismi |
Chlamydia pneumonia |
Chlamydia trachomatis |
Mycoplasma pneumoniae |
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema |
Microrganismi aerobi Gram-positivi |
Staphylococcus aureus (sensibile alla meticillina) |
Streptococcus pneumoniae* |
Microrganismi aerobi Gram-negativi |
Haemophilus influenzae |
Helicobacter pylori |
Organismi con resistenza innata |
Microrganismi aerobi Gram-positivi |
Enterococcus spp. |
Staphylococcus aureus (resistenti a meticillina o eritromicina) |
Altri microrganismi |
Mycobacterium tuberculosis |
* per le note riguardo alle resistenze vedere “Meccanismo di resistenza”
Altre informazioni
La sensibilità e la resistenza dello Streptococco pneumoniae e dello Streptococco ssp. alla claritromicina possono essere previste testando l’eritromicina.
La maggior parte dell’esperienza clinica derivante da studi clinici randomizzati controllati indica che 500 mg di claritromicina due volte al giorno per 7 giorni in associazione con altri antibiotici, per esempio amoxicillina o metronidazolo e per esempio omeprazolo (somministrato a dosi approvate) determinano una percentuale di eradicazione dell’H. pylori >80% in pazienti con ulcere gastro-duodenali. Come previsto, sono state osservate percentuali di eradicazione significativamente più basse in pazienti con livelli basali isolati di H.pylori metronidazolo-resistente.
Quindi, nella scelta di un appropriato regime di associazione per la terapia dell’eradicazione dell’H. pylori, devono essere tenute in considerazione le informazioni locali sulla prevalenza della resistenza e le linee guida locali per la terapia. Inoltre, nei pazienti con infezione persistente, deve essere tenuto in considerazione, per un nuovo regime di ri-trattamento, il potenziale sviluppo di resistenza secondaria (nei pazienti con ceppi primari suscettibili).
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Assorbimento
Dopo la somministrazione orale la claritromicina è rapidamente e ben assorbita dal tratto gastrointestinale – principalmente nel duodeno – ed è soggetta ad un forte metabolismo di primo passaggio. La biodisponibilità assoluta è approssimativamente del 50%. Il cibo può ritardare leggermente l’inizio dell’assorbimento della claritromicina, ma non influisce sulla biodisponibilità assoluta. Inoltre, le compresse di claritromicina possono essere somministrate indipendentemente dai pasti.
La struttura chimica della molecola della claritromicina (6-0-metileritromicina) è responsabile della sua resistenza all’azione dell’acido cloridrico gastrico.
Nei pazienti adulti, le massime concentrazioni plasmatiche della claritromicina dopo somministrazione orale erano da 1 a 2 mcg/ml (250 mg due volte al giorno) e 2,8 mcg/ml (500 mg due volte al giorno), rispettivamente. La massima concentrazione plasmatica del metabolita attivo 4-idrossiclaritromicina era di 0,6 mcg/ml (250 mg due volte al giorno) e da 0,83 a 0,88 mcg/ml (500 mg due volte al giorno), rispettivamente. La farmacocinetica della claritromicina non è lineare, tuttavia, la concentrazione plasmatica della claritromicina allo stato stazionario viene raggiunta dopo 2 o 3 giorni di somministrazione.
Distribuzione
La claritromicina penetra rapidamente nei vari tessuti del corpo e nei fluidi corporei. Negli adulti il volume di distribuzione varia da 200 a 400 litri. La claritromicina fornisce concentrazioni tissutali che sono diverse volte superiori ai livelli di farmaco circolanti. Sono stati trovati aumentati livelli sia nelle tonsille che nei polmoni. La claritromicina penetra anche attraverso il muco gastrico.
A livelli terapeutici, la claritromicina è legata per l’80% alle proteine plasmatiche.
Biotrasformazione ed Eliminazione
La claritromicina è metabolizzata velocemente e in grande quantità nel fegato dal sistema enzimatico del citocromo P-450. I processi metabolici includono principalmente N-dealchilazione, ossidazione e idrossilazione sterospecifica alla posizione C14.
La farmacocinetica della claritromicina non è lineare a causa del fatto che nel fegato raggiunge la saturazione ad alte dosi. Dopo somministrazione orale l’emivita di eliminazione aumenta da 2-4 ore per la dose di 250 mg due volte al giorno a 5 ore per la dose di 500 mg due volte al giorno. Dopo la somministrazione orale di 250 mg due volte al giorno l’emivita del metabolita attivo 4-idrossiclaritiromicina era di 5-6 ore.
Dopo la somministrazione orale della claritromicina marcata radioattivamente, il 70-80% della radioattività è stata trovata nelle feci. Circa il 20-30% della dose della claritromicina è escreta nelle urine in forma immodificata. Questa distribuzione aumenta all’aumentare della dose. Nei pazienti con compromissione renale, le concentrazioni plasmatiche della claritromicina possono aumentare in assenza di aggiustamento della dose.
La clearance plasmatica totale della claritromicina è approssimativamente di 700 ml/min (11,7 ml/s), e la corrispondente clearance renale è approssimativamente di 170 ml/min (2,8 ml/s).
Insufficienza renale:
In pazienti con insufficienza renale, è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici della claritromicina e del suo metabolita attivo.
In studi di dose ripetuta (4 settimane), la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del trattamento. L’organo bersaglio primario era il fegato in tutte le specie, con lesioni epatiche osservate dopo 14 giorni, nei cani e nelle scimmie. I livelli plasmatici sistemici associati a questa tossicità non sono noti ma la dose tossica (300 mg/kg/giorno) era più alta della dose raccomandata per il trattamento nell’uomo.
Altri tessuti interessati erano stomaco, timo e altri tessuti linfoidi così come i reni. A dosi vicine a quelle terapeutiche si sono verificate, solo nel cane, infezione congiuntivale e lacrimazione. Alla dose di 400 mg/kg/die alcuni cani e scimmie hanno sviluppato opacità corneale e/o edema.
Non sono state rilevate evidenze di potenziale mutageno della claritromicina durante gli studi in vitro e in vivo.
Studi sulla riproduzione hanno mostrato che la somministrazione della claritromicina nei conigli (a dosi due volte più alte di quella clinica raccomandata per l’uomo) e nelle scimmie (a dosi dieci volte più alte di quella clinica raccomandata per l’uomo) porta ad un’aumentata incidenza di aborti. I livelli di queste dosi erano chiaramente correlati alla tossicità materna. Studi di teratogenesi nei ratti non hanno dimostrato né embriotossicità né teratogenesi da claritromicina. Tuttavia, anomalie cardiovascolari sono state osservate nei ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/giorno. Studi sui topi hanno rilevato un’incidenza variabile (3-30%) di palatoschisi a dosi che erano 70 volte più alte della dose clinica raccomandata per l’uomo.
La claritromicina è stata trovata nel latte di animali che allattavano.
In topi e ratti di 3 giorni d’età, i valori di DL50 erano approssimativamente la metà di quelli di animali adulti. Animali giovani presentavano profili di tossicità simili a quelli degli animali adulti, sebbene sia stato riportato in alcuni studi un aumento della nefrotossicità nei ratti neonatali. Negli animali giovani è stata trovata anche una debole riduzione degli eritrociti, delle piastrine e dei leucociti.
La claritromicina non è stata testata per la carcinogenesi.
Nucleo della compressa:
Croscarmellosa sodica (E468)
Cellulosa microcristallina PH 102
Magnesio stearato (E572)
Silice colloidale anidra (E551)
Rivestimento della compressa:
Ipromellosa 2910 E5 (E464)
Macrogol 8000
Titanio diossido (E171)
Ferro ossido di giallo (E172)
Non pertinente.
2 anni
Conservare a temperatura inferiore a 30°C.
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg: blister (PVC/PVdC) contenente 12 e 14 compresse rivestite con film.
CLARITROMICINA DOC Generici 500 mg: blister (PVC/PVdC) contenente 14 compresse rivestite con film.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
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Via Manuzio 7
20124 Milano
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg compresse rivestite con film – 12 compresse in blister PVC/PVdC – AIC 038497018/M
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg compresse rivestite con film – 14 compresse in blister PVC/PVdC – AIC 038497020/M
CLARITROMICINA DOC Generici 500 mg compresse rivestite con film – 14 compresse in blister PVC/PVdC – AIC 038497032/M
Dicembre 2008
Dicembre 2008