Claritromicina Teva 250 Mg
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

CLARITROMICINA TEVA 250 mg


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa rivestita con film contiene 250 mg di claritromicina.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa rivestita con film.

Compressa ovale rivestita con film, di colore giallo, con impressa su un lato la cifra “93” e la cifra “7157” sull’altro.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

La claritromicina è indicata per il trattamento di infezioni batteriche acute e croniche, causate da batteri claritromicina-sensibili.

Infezioni delle vie respiratorie superiori come ad esempio faringite e sinusite.

Infezioni delle vie respiratorie inferiori, quali esacerbazioni acute di bronchite cronica e polmonite acquisita in comunità.

Infezioni della cute e dei tessuti molli, di entità da lieve a moderata.

In associazione con regimi terapeutici antibatterici appropriati e un agente anti-ulcera per l’eradicazione di H. pilori in pazienti con ulcere associate a H. pilori. Vedere 4.2.

È opportuno tenere in considerazione le indicazioni ufficiali relative all’uso appropriato di agenti antibatterici.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

La posologia della claritromicina dipende dalle condizioni cliniche del paziente e deve essere in ogni caso stabilita dal medico.

Sono disponibili compresse da 250 e 500 mg.

Adulti e adolescenti::

La dose consueta è 250 mg due volte al giorno.

Nelle infezioni gravi, la dose può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno.

Nelle infezioni respiratorie, dato il livello elevato di resistenza di alcuni microrganismi patogeni (per esempio S. pneumoniae), la penicillina resta l’antibiotico di prima scelta. La claritromicina può essere usata nei pazienti con ipersensibilità nota alla penicillina o nei casi in cui l’uso della penicillina sarebbe inappropriato per altri motivi.

Bambini:

CLARITROMICINA TEVA compresse non è adatta per i bambini di età inferiore a 12 anni e di peso inferiore a 30 kg. Altre forme farmaceutiche sono più adatte a questi pazienti.

Anziani:

Come per gli adulti.

Eradicazione di H. pilori negli adulti:

Nei pazienti con ulcera peptica dovuta a infezione da H. pilori, la claritromicina può essere somministrata a una dose di 500 mg due volte al giorno in associazione con altri trattamenti antimicrobici appropriati e inibitori della pompa-protonica.

Compromissione della funzionalità renale:

Di norma non sono necessari adeguamenti della dose, fatta eccezione per i pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min). Se necessario, dimezzare la dose totale giornaliera, ad esempio 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno in caso di infezioni più gravi. Per questi pazienti, la durata del trattamento non dovrebbe essere superiore a 14 giorni.

Durata della terapia:

La durata delle terapia con claritromicina dipende dalle condizioni cliniche del paziente e in ogni caso deve essere stabilita dal medico.

La durata consueta del trattamento è 7-14 giorni.

La terapia deve essere proseguita per almeno 2 giorni dopo la remissione dei sintomi.

Nelle infezioni causate da Streptococcus pyogenes (streptococchi beta-emolitici di gruppo A), la durata deve essere di almeno 10 giorni.

La terapia combinata per l’eradicazione di infezione da H. pylori, per esempio claritromicina 500 mg (due compresse da 250 mg o una compressa da 500 mg) due volte al giorno in associazione con amoxicillina 1000 mg due volte al giorno e omeprazolo 20 mg due volte al giorno, deve essere proseguita per 7 giorni.

Modo di somministrazione:

La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione di cibo (vedere 5.2).


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità verso il principio attivo claritromicina, altri macrolidi, o uno qualsiasi degli eccipienti.

Somministrazione concomitante di alcaloidi della segale cornuta (vedere 4.5).

Somministrazione concomitante di cisapride, pimozide e terfenadina. L’impiego di dosi elevate di cisapride, pimozide e terfenadina può determinare prolungamento dell’intervallo QT, aritmie cardiache inclusa la tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Effetti simili si sono osservati in pazienti in terapia concomitante con astemizolo e altri macrolidi (vedere 4.5).

Ipopotassiemia (rischio di prolungamento dell’intervallo QT).

Somministrazione concomitante di simvastatina o lovastatina. La somministrazione di tali farmaci deve essere interrotta durante il trattamento con claritromicina (vedere 4.5).


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

La claritromicina viene escreta principalmente dal fegato. Perciò è opportuno usare cautela nella somministrazione di claritromicina a pazienti che presentano alterazione della funzionalità epatica o a pazienti che ricevono in concomitanza prodotti potenzialmente epatotossici.

Come avviene per altri antibiotici in caso di funzionalità renale ridotta, la dose di claritromicina deve essere opportunamente ridotta in base al grado di insufficienza renale (vedere 4.2). Nei pazienti anziani, è opportuno tenere in considerazione la possibilità di alterazione della funzionalità renale.

La terapia con claritromicina per H. pilori può selezionare organismi resistenti alla sostanza.

Pazienti ipersensibili alla lincomicina o alla clindamicina possono anche essere ipersensibili alla claritromicina. Perciò, è opportuno usare cautela quando si prescrive claritromicina a questi pazienti.

L’uso prolungato o ripetuto di claritromicina può determinare superinfezioni da parte di organismi non sensibili. In caso di superinfezione, la terapia con claritromicina deve essere interrotta.

È stata segnalata colite pseudomembranosa in seguito all’impiego di antibiotici ad ampio spettro. Perciò è importante prendere in considerazione tale diagnosi, in pazienti che sviluppano diarrea grave durante o dopo la terapia con claritromicina.

Come notoriamente avviene per altri macrolidi, la claritromicina può causare esacerbazione o aggravamento della miastenia grave e deve perciò essere usata con cautela nei pazienti affetti da miastenia grave.

A causa del rischio di aumento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela in pazienti affetti da patologie coronariche, con anamnesi di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipopotassiemia non compensata e/o ipomagnesiemia, bradicardia (<50 bpm), o quando viene co-somministrata con altri farmaci con effetto di prolungamento dell’intervallo QT. La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito documentato (vedere 4.5).

La claritromicina deve essere usata con cautela nei casi in cui sia indicata per l’impiego in pazienti che ricevono trattamento con un induttore di CYP3A4 (vedere 4.5).

La claritromicina è un inibitore del CYP3A4 e l’uso concomitante con altri farmaci ampiamente metabolizzati da questo enzima deve essere limitato alle situazioni in cui sia chiaramente indicato (vedere 4.5).

Claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori dell’HMG-CoA riduttasi, che determina un aumento delle concentrazioni di questi farmaci nel plasma (vedere 4.3 e 4.5).

Questo farmaco contiene tartrazina e può causare reazioni allergiche.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

Associazioni controindicate:

È controindicata la somministrazione concomitante di claritromicina e simvastatina, lovastatina, terfenadina, cisapride, pimozide ed alcaloidi della segale cornuta.

Effetti di altri farmaci su claritromicina compresse:

La claritromicina è metabolizzata dall’enzima CYP3A4. Perciò, forti inibitori di questo enzima possono inibire il metabolismo della claritromicina, determinando un aumento delle concentrazioni di claritromicina nel plasma.

Sebbene le concentrazioni nel plasma di claritromicina e omeprazolo possano aumentare in caso di somministrazione contemporanea, non è necessario alcun adattamento del dosaggio. Un aumento delle concentrazioni di claritromicina nel plasma si può verificare anche nel caso di somministrazione di quest’ultima in concomitanza con antiacidi o ranitidina. Non è necessario adeguare il dosaggio.

È stato dimostrato che il ritonavir (200 mg tre volte al giorno) inibisce il metabolismo della claritromicina (500 mg due volte al giorno), con un aumento di Cmax, Cmin e AUC rispettivamente del 31, 182 e 77%, quando viene somministrata in concomitanza con ritonavir. La formazione del metabolita attivo 14-OH-idrossi era quasi completamente inibita. Probabilmente non è necessaria una generale riduzione della dose nei pazienti con funzionalità renale normale, ma la dose giornaliera di claritromicina non deve essere superiore a 1 g. La riduzione della dose deve essere presa in considerazione nei pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con clearance della creatinina da 30 a 60 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%, e con una clearance della creatinina di <30 ml/min, la dose deve essere ridotta del 75%.

Prodotti che sono induttori di CYP3A4 (per esempio rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, iperico) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Questo può determinare livelli sub-terapeutici di claritromicina conducendo a una riduzione dell’efficacia. Quando la claritromicina è chiaramente indicata, può essere necessario aumentarne la dose e monitorare attentamente la sua sicurezza ed efficacia. Inoltre potrebbe essere necessario il monitoraggio dei livelli nel plasma dell’induttore del CYP3A4, poiché quest’ultimo potrebbe essere aumentato a causa dell’inibizione del CYP3A4 da parte della claritromicina (vedere anche le informazioni pertinenti al prodotto per l’inibitore del CYP3A4 somministrato). La somministrazione concomitante di rifabutina e claritromicina ha determinato un aumento e una diminuzione, rispettivamente, dei livelli nel siero, seguito da un aumento del rischio di uveite.

Effetto della claritromicina su altri farmaci:

La claritromicina è un inibitore dell’enzima metabolizzante CYP3A4 e della proteina di trasporto glicoproteina P. Il grado di inibizione con differenti substrati del CYP3A4 è difficile da prevedere. Pertanto, la claritromicina non deve essere usata durante il trattamento con altri farmaci che costituiscono substrati per il CYP3A4, salvo il caso in cui i livelli plasmatici, l’effetto terapeutico o gli eventi avversi del substrato del CYP3A4 possano essere tenuti sotto stretto controllo. Per i farmaci che sono substrati del CYP3A4 può essere necessaria una riduzione della dose, se vengono somministrati in concomitanza con claritromicina. In alternativa, il trattamento con questi prodotti può essere interrotto durante il trattamento con claritromicina.

Farmaci che possono prolungare l’intervallo QT:

È stato segnalato che la claritromicina inibisce il metabolismo di cisapride e terfenadina, con conseguente aumento di 2-3 volte dei livelli plasmatici della terfenadina. Ciò è stato associato a un prolungamento dell’intervallo QT e ad aritmie cardiache, incluse tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare e torsioni di punta. Sintomi simili sono stati descritti in pazienti trattati con pimozide, somministrata in associazione con claritromicina. La somministrazione contemporanea di claritromicina e terfenadina, cisapride o pimozide è controindicata (vedere 4.3).

Casi di torsioni di punta sono stati segnalati in pazienti ai quali claritromicina è stata somministrata in concomitanza con chinidina o disopiramide. Perciò è necessario evitare tali combinazioni, o monitorare attentamente i livelli di chinidina o disopiramide nel plasma per consentire l’adattamento del dosaggio. Si consiglia cautela in caso di somministrazione di claritromicina a pazienti trattati con altri farmaci potenzialmente in grado di prolungare  l’intervallo QT (vedere 4.4).

Inibitori dell’HMG-CoA riduttasi:

La claritromicina inibisce il metabolismo di alcuni inibitori dell’HMG-CoA riduttasi, determinando un aumento delle concentrazioni di questi farmaci nel plasma. In rari casi è stata segnalata rabdomiolisi associata ad aumento delle concentrazioni plasmatiche in pazienti trattati con claritromicina e simvastatina o lovastatina. Pertanto, la claritromicina non deve essere somministrata contemporaneamente a simvastatina o lovastatina (vedere 4.3). La claritromicina può produrre una simile interazione con l’atorvastatina e un’interazione inferiore con la cerivastatina. Quando il trattamento con claritromicina è indicato in pazienti sottoposti a trattamento con atorvastatina o cerivastatina, tali pazienti devono essere monitorati per rilevare eventuali segni e sintomi di miopatia.

Vasocostrittori derivati della segale cornuta (per esempio diidroergotamina, ergotamina):

Sono stati riportati casi di ergotismo dovuti ad aumento dei livelli di alcaloidi della segale cornuta nel plasma quando questi prodotti sono stati somministrati in concomitanza con macrolidi. L’associazione è controindicata (vedere 4.3).

Benzodiazepine:

Quando è stato somministrato midazolam in concomitanza con claritromicina compresse (250 mg due volte al giorno), la AUC del midazolam è aumentata di 2,7 volte dopo somministrazione endovenosa di midazolam e di 7 volte dopo la somministrazione orale. Si consiglia di evitare l’assunzione di midazolam per via orale in associazione con claritromicina. Se viene somministrato midazolam per via endovenosa in concomitanza con claritromicina, il paziente deve essere tenuto sotto stretta osservazione per consentire l’adattamento della dose. è opportuno osservare le stesse precauzioni in relazione alla somministrazione di altre benzodiazepine metabolizzate dal CYP3A4, in particolare triazolam ma anche alprazolam. L’interazione tra claritromicina e altre benzodiazepine non metabolizzate dal CYP3A4 (temazepam, nitrazepam, lorazepam) è improbabile.

Ciclosporina, tacrolimus e sirolimus:

L’uso concomitante di claritromicina orale e ciclosporina o tacrolimus ha determinato un incremento pari a oltre il doppio dei livelli di Cmin sia della ciclosporina che del tacrolimus. Effetti simili sono previsti anche per il sirolimus. Quando si inizia un trattamento con claritromicina in pazienti che stanno già ricevendo uno qualunque di questi agenti immunosoppressori, i livelli nel plasma di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus devono essere attentamente controllati e le dosi ridotte in base alle necessità. In caso di interruzione del trattamento con claritromicina in questi pazienti è nuovamente necessario un attento monitoraggio dei livelli di ciclosporina, tacrolimus o sirolimus nel plasma come riferimento per l’adattamento del dosaggio.

Digossina:

La concentrazione di digossina può aumentare in caso di somministrazione concomitante con claritromicina. Il monitoraggio dei livelli di digossina nel plasma deve essere tenuto in considerazione in caso di inizio o interruzione del trattamento concomitante con claritromicina, poiché potrebbe essere indicato un adattamento della dose.

Teofillina:

I pazienti in terapia con claritromicina e teofillina hanno mostrato un incremento dei livelli sierici di quest’ultima con potenziale tossicità.

Warfarin:

Nei pazienti in terapia con warfarin la somministrazione di claritromicina può determinare un potenziamento degli effetti del warfarin. In questi pazienti il tempo di protrombina deve essere controllato frequentemente.

Zidovudina:

La somministrazione concomitante di claritromicina compresse e zidovudina in pazienti adulti con infezioni da HIV può determinare una riduzione della concentrazione di zidovudina allo stato stazionario. Ciò può essere evitato sfalsando le somministrazioni di claritromicina e zidovudina di 1-2 ore. Tale interazione non è stata osservata nei bambini.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza:

Dati relativi all’uso di claritromicina durante il primo trimestre in oltre 200 gravidanze non mostrano chiara evidenza di effetti teratogeni, o di eventi avversi o di effetti sulla salute della madre e del neonato. Dati ottenuti in relazione a un numero limitato di donne in gravidanza esposte nel primo trimestre indicano un possibile aumento del rischio di aborto. Attualmente, non esistono altri dati epidemiologici rilevanti sull’argomento. I risultati degli studi su animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere 5.3). Il rischio per l’uomo non è noto. La claritromicina deve essere somministrata a donne in gravidanza solo in seguito ad attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.

Allattamento:

La claritromicina e il suo metabolita attivo sono escreti nel latte materno. Perciò, si potrebbero verificare diarrea e infezione fungina delle membrane mucose nel bambino allattato al seno, e potrebbe dunque essere necessario interrompere l’allattamento. È necessario tener presente la possibilità di sensibilizzazione. Il beneficio del trattamento per la madre deve essere valutato in relazione al potenziale rischio per il neonato.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non vi sono dati disponibili sugli effetti della claritromicina sulla capacità di guidare veicoli e di usare macchinari. Durante lo svolgimento di tali attività è opportuno tenere in considerazione la possibilità di insorgenza di reazioni avverse quali capogiri, vertigini, stato confusionale e disorientamento.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Gli effetti indesiderati segnalati più di frequente negli adulti che assumono claritromicina compresse sono diarrea (3%), nausea (3%), disturbi del gusto (3%), dispepsia (2%), dolori/disturbi addominali (2%) e cefalea (2%).

In questa sezione gli effetti indesiderati sono definiti come segue:

Molto comuni (>1/10), comuni (>1/100, <1/10), insoliti (>1/1000, <1/100), rari (>1/10.000, <1/1000), molto rari (<1/10.000).

Infezioni e infestazioni:

Comuni:      Candidosi orale.

Come per altri antibiotici, l’uso prolungato può determinare un’eccessiva crescita di organismi insensibili.

Patologie del sistema emolinfopoietico:

Non comuni:  Diminuzione dei livelli dei leucociti.

Molto rari:      Trombocitopenia.

Disturbi del sistema immunitario:

Non comuni:           Reazioni allergiche variabili da orticaria e lievi eruzioni cutanee ad anafilassi.

Disturbi psichiatrici:

Molto rari:   Ansia, insonnia, allucinazioni, psicosi, disorientamento, depersonalizzazione, incubi e stato confusionale.

Patologie del sistema nervoso:

Comuni:         Cefalea, alterazioni dell’olfatto.

Molto rari:      Capogiri, vertigini, parestesia, convulsioni.

Patologie dell’orecchio e del labirinto:

Rari:               Tinnito.

Molto rari:      Perdita reversibile dell’udito.

Patologie cardiache:

Molto rari:   Prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare e torsioni di punta.

Patologie gastrointestinali:

Comuni:         Nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, dispepsia, stomatite, glossite, scoloritura reversibile dei denti e della lingua e alterazione del gusto, ossia gusto metallico o amaro.

Molto rari:      Pancreatite. I casi di colite pseudomembranosa segnalati in seguito ad assunzione di claritromicina sono molto rari e la severità può variare da lieve al pericolo di vita.

Patologie epatobiliari:

Non comuni:  Disfunzione epatica che è solitamente lieve e reversibile, epatite e colestasi con o senza ittero.

Molto rari:      Insufficienza epatica fatale è stata segnalata in particolare per pazienti che presentano patologia epatica pre-esistente o che assumono altri farmaci epatotossici.

Patologie della pelle e del tessuto sottocutaneo:

Molto rari:   Sindrome di Stevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

Non comuni:           Artralgia, mialgia.

Patologie renali e urinarie:

Molto rari:   Nefrite interstiziale, insufficienza renale.

Esami diagnostici:

Comuni:         BUN elevato.

Non comuni:  Prolungamento del tempo di protrombina, creatinina sierica elevata, valori dei test sulla funzionalità epatica alterati (aumento dei livelli di transaminasi).

Molto rari:      E’ stata osservata ipoglicemia in particolare dopo la somministrazione concomitante di farmaci antidiabetici e insulina.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Sintomi di intossicazione:

È stato osservato che l’ingestione di notevoli quantità di claritromicina può provocare sintomi gastrointestinali. Sintomi da sovradosaggio possono in gran parte corrispondere al profilo delle reazioni avverse. Un paziente con anamnesi di disturbo bipolare ha ingerito 8 grammi di claritromicina e ha evidenziato uno stato mentale alterato, comportamento paranoide, ipopotassiemia e ipossiemia.

Trattamento dell’intossicazione:

Non esiste un antidoto specifico per il sovradosaggio. I livelli di claritromicina nel siero non possono essere ridotti con emodialisi o dialisi peritoneale.

Le reazioni avverse che accompagnano il sovradosaggio devono essere trattate con lavanda gastrica e misure di sostegno. Molto raramente si osservano gravi reazioni allergiche acute, per esempio shock anafilattico. Ai primi segni di reazione da ipersensibilità la terapia con claritromicina deve essere interrotta e le misure necessarie devono essere istituite immediatamente.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: macrolidi.

Codice ATC: J01F A09

Meccanismo d’azione:

La claritromicina è un derivato semisintetico dell’eritromicina A. La sua azione antibatterica si svolge mediante legame con la sub-unità ribosomiale 50S di batteri sensibili e inibizione della sintesi proteica. È molto potente nei confronti di un’ampia varietà di organismi aerobi e anaerobi gram-positivi e gram-negativi. Le concentrazioni inibitorie minime (MIC) della claritromicina sono generalmente due volte inferiori rispetto alle MIC dell’eritromicina.

Anche il metabolita 14-idrossi della claritromicina ha attività antimicrobica. Le MIC di questo metabolita sono uguali o due volte superiori alle MIC del composto d’origine, fatta eccezione per H. influenzae in cui il metabolita 14-idrossi è due volte più attivo del composto d’origine.

Meccanismi di resistenza:

I meccanismi della resistenza contro gli antibiotici macrolidi includono alterazione del sito bersaglio dell’antibiotico o si basano sulla modificazione e/o l’efflusso attivo dell’antibiotico. Lo sviluppo di resistenza può essere mediato attraverso cromosomi o plasmidi, essere indotto o pre-esistere. Batteri resistenti ai macrolidi generano enzimi che conducono a metilazione dei residui di adenina sull’RNA ribosomiale e di conseguenza a inibizione del legame dell’antibiotico al ribosoma. Organismi resistenti ai macrolidi evidenziano generalmente resistenza crociata alle lincosamidi e alla streptogramina B basata su metilazione del sito di legame ribosomiale. Anche la claritromicina appartiene ai forti induttori di questo enzima. Inoltre, i macrolidi hanno un’azione batteriostatica che si manifesta con l’inibizione di peptidil-transferasi ribosomiale.

Esiste una completa resistenza crociata tra claritromicina, eritromicina e azitromicina. Stafilococchi meticillina-resistenti e Streptococcus pneumoniae penicillina-resistente sono resistenti ai macrolidi come la claritromicina.

Valori soglia:

In conformità con il NCCLS (Comitato Nazionale degli Standard Clinici di Laboratorio USA ) nel 2003 sono stati definiti i seguenti valori soglia per la claritromicina :

Staphylococcus spp. ≤2 µg/ml sensibile, ≥8 µg/ml resistente

Haemophilus spp.: ≤8 µg/ml sensibile

Streptococcus spp. inclusoS. pneumoniae ≤0,25 µg/ml sensibile, ≥1 µg/ml resistente

Sensibilità:

La prevalenza di resistenza acquisita per alcune specie selezionate può differire, sia da un punto di vista geografico sia nel tempo. Dati locali relativi alla resistenza sono opportuni, in particolare per il trattamento di infezioni gravi. In base alle necessità, è opportuno richiedere la consulenza di un esperto quando la prevalenza locale di resistenza è tale che l’utilità dell’agente in almeno alcuni tipi di infezione è dubbia.

Specie comunemente sensibili (ossia resistenza < 10 % in tutti gli stati membri dell’UE)
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Streptococcus gruppo A
Streptococcus gruppo B
Streptococcus gruppo C,F,G
Microrganismi Aerobi Gram-negativi
Moraxella catarrhalis
Pasteurella multocida
Legionella spp.
Microrganismi anaerobi
Bacteroides spp.
Peptococcus/Peptostreptococcus spp.
Clostridium spp., non C. difficile
Fusobacterium spp.
Altri microorganismi
Mycoplasma pneumoniae
Chlamydia trachomatis
Chlamydia pneumoniae
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema (ossia resistenza ≥ 10 % in almeno 1 Stato membro dell’UE)
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Staphylococcus aureus, meticillina-sensibile
Streptococcus pneumoniae*
Microrganismi Aerobi Gram-negativi
Haemophilus influenzae
Helicobacter pilori
Microrganismi intrinsecamente resistenti
Microrganismi Aerobi Gram-positivi
Enterococcus spp.
Staphylococcus aureus, meticillina-resistente o eritromicina resistente
Altri microorganismi
Mycobacterium tuberculosis

*Per i commenti relativi alla resistenza vedere “Meccanismi di resistenza”


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento:

La claritromicina è assorbita rapidamente e in modo adeguato dal tratto gastrointestinale, principalmente nel digiuno, ma subisce esteso metabolismo di primo passaggio dopo la somministrazione orale. La biodisponibilità assoluta di una compressa di 250 mg di claritromicina è di circa il 50%. L’assunzione di alimenti ritarda leggermente l’assorbimento ma non influisce sul livello di biodisponibilità. Perciò le compresse di claritromicina possono essere somministrate indipendentemente dall’assunzione di cibo. Data la sua struttura chimica (6-O-metileritromicina) la claritromicina è piuttosto resistente alla degradazione da parte degli acidi gastrici. Dopo la somministrazione orale di 250 mg due volte al giorno negli adulti sono stati osservati livelli plasmatici massimi di 1-2 µg/ml di claritromicina. Dopo la somministrazione di 500 mg di claritromicina due volte al giorno il livello plasmatico massimo era 2,8 µg/ml.

Dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno il metabolita microbiologicamente attivo 14-idrossi raggiunge concentrazioni plasmatiche massime di 0,6 µg/ml. Lo stato stazionario è raggiunto in 2 giorni di dosaggio.

Distribuzione:

La claritromicina penetra adeguatamente in diversi comparti, con un volume di distribuzione previsto di 200-400 l. La claritromicina produce concentrazioni in alcuni tessuti diverse volte superiori ai livelli della sostanza in circolo. È stato riscontrato un aumento di tali livelli sia nel tessuto tonsillare sia nel tessuto polmonare. La claritromicina penetra anche nella mucosa gastrica.

Il legame della claritromicina con le proteine plasmatiche è circa dell’80% a concentrazioni terapeutiche.

Biotrasformazione ed eliminazione:

La claritromicina viene metabolizzata ampiamente e rapidamente nel fegato. Il metabolismo coinvolge principalmente N-dealchilazione, ossidazione e idrossilazione stereospecifica alla posizione C 14.

La farmacocinetica della claritromicina è non-lineare a causa della saturazione del metabolismo epatico a dosi elevate. L’emivita di eliminazione è aumentata da 2-4 ore dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno a 5 ore dopo la somministrazione di 500 mg di claritromicina due volte al giorno. L’emivita del metabolita attivo 14-idrossi varia tra 5 e 6 ore dopo la somministrazione di 250 mg di claritromicina due volte al giorno.

Dopo la somministrazione orale di claritromicina radioattiva il 70-80% della radioattività è stato rilevato nelle feci. Circa il 20-30% della claritromicina è raccolto come principio attivo immodificato nell’urina. Questa percentuale aumenta con l’incremento della dose. L’insufficienza renale aumenta i livelli di claritromicina nel plasma, se la dose non viene ridotta .

La clearance plasmatica totale è stata stimata in circa 700 ml/min, con una clearance renale di circa 170 ml/min.

Popolazioni particolari:

Insufficienza renale: la funzionalità renale ridotta determina un aumento dei livelli plasmatici di claritromicina e dei livelli del metabolita attivo nel plasma.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

In studi di 4 settimane condotti sugli animali è stato riscontrato che la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del trattamento. In tutte le specie, i primi segni di tossicità sono stati osservati nel fegato, in cui le lesioni sono state osservate entro 14 giorni in cani e scimmie. I livelli sistemici di esposizione correlati a questi effetti tossici non sono noti in dettaglio, ma le dosi tossiche erano notevolmente superiori alle dosi terapeutiche raccomandate per i soggetti umani.

Non sono stati riscontrati effetti mutageni in studi in vitro o in vivo con claritromicina.

Studi di tossicità riproduttiva hanno dimostrato che la somministrazione di claritromicina a dosi due volte superiori alla dose clinica nei conigli (ev) e dieci volte superiore alla dose clinica nelle scimmie (os) hanno determinato un aumento dell’incidenza degli aborti spontanei. Queste dosi sono state correlate a tossicità materna. Non sono state osservate embriotossicità o teratogenesi negli studi condotti sui ratti. Tuttavia, malformazioni cardiovascolari sono state osservate in ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/day. In topi, a dosi 70 volte superiori alla dose clinica, si è verificata palatoschisi con incidenza variabile (3-30%).


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Nucleo della compressa:

sodio amido glicolato;

cellulosa microcristallina;

povidone (PVP K-30);

magnesio idrossido;

croscarmellosa sodica;

silice colloidale anidra;

acido stearico;

magnesio stearato.

Rivestimento:

ipromellosa (E464);

titanio diossido(E171);

macrogol 400;

tartrazina (E102);

rosso Allura AC (E129);

indaco Carminio (E132);

vanillina.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non applicabile.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

2 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Non conservare a temperatura superiore ai 25° C. Tenere il blister nella scatola esterna.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Blister di PVC/AL da 12 compresse rivestite con film.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Teva Pharma Italia S.r.l. – V.le G. Richard, 7 – 20143 Milano


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

12 compresse rivestite con film in blister PVC/AL – AIC: 037559022/M


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

31/12/2007


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

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