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CLOPIXOL 50 MG/ML SOLUZIONE INIETTABILE PER USO INTRAMUSCOLARE
Una fiala da 1 ml contiene:
Principio attivo: Zuclopentixolo acetato 50 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Soluzione iniettabile.
Olio limpido, di colore giallastro, praticamente privo di particelle.
Trattamento iniziale delle sindromi dissociative acute incluse la psicosi maniacale e le recrudescenze delle psicosi croniche.
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Adulti: il dosaggio dovrebbe essere individualizzato in base alle condizioni del paziente. Lo zuclopentixolo acetato va somministrato mediante iniezione intramuscolare profonda. La tollerabilità locale è buona.
In generale, somministrare dosi da 50 a 150 mg (1-3 ml) ripetute, se necessario, ad intervalli di 2-3 giorni.
In alcuni pazienti è necessario somministrare un’ulteriore dose dopo 24-48 ore dalla prima iniezione.
Normalmente sono sufficienti una o due iniezioni di Clopixol 50 mg/ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare per poter indirizzare il paziente alla terapia di mantenimento con zuclopentixolo orale, secondo le seguenti modalità:
- somministrazione di zuclopentixolo orale 2 o 3 giorni dopo l’ultima iniezione di zuclopentixolo acetato:
iniziare un trattamento orale con zuclopentixolo alla dose di 20-60 mg/die in dosi refratte; se necessario la dose può essere aumentata di 10-20 mg ogni giorno fino ad un massimo di 150 mg/die.
Bambini: se ne sconsiglia la somministrazione.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafo 6.1).
Intossicazioni acute da alcool, barbiturici ed oppiacei; stati comatosi, gravidanza e allattamento.
In assenza di dati clinici di sicurezza ed efficacia di zuclopentixolo acetato nei bambini, il prodotto non deve essere impiegato in età pediatrica.
L’assunzione di un qualsiasi neurolettico comporta la possibilità di sviluppare una sindrome neurolettica maligna (ipertermia, rigidità muscolare, stato di coscienza fluttuante, instabilità del sistema nervoso autonomo).
Il rischio può essere maggiore con i farmaci più potenti.
I casi ad esito fatale sono più spesso associati a pazienti con sindrome cerebrale organica pre-esistente, ritardo mentale ed abuso di oppiacei ed alcool.
Trattamento: sospensione del neurolettico. Trattamento sintomatico e ricorso a misure generali di sostegno. Dantrolene e bromocriptina possono essere d’aiuto.
I sintomi possono persistere per più di una settimana dalla sospensione dei neurolettici assunti per via orale e per un periodo di tempo superiore se associati a farmaci con formulazioni depot.
Come altri neurolettici, zuclopentixolo acetato deve essere somministrato con cautela in pazienti con sindrome cerebrale organica, convulsioni e malattia epatica grave.
Come descritto per altri farmaci psicotropi, zuclopentixolo acetato può modificare la risposta all’insulina e al glucosio rendendo necessario un aggiustamento della terapia antidiabetica nei pazienti diabetici.
In studi clinici randomizzati verso placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. Zuclopentixolo acetato deve essere usato con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke.
Come con altri farmaci appartenenti alla classe terapeutica degli antipsicotici, zuclopentixolo acetato può causare prolungamento dell’intervallo QT. Persistenti prolungamenti del tratto QT possono aumentare il rischio di aritmia maligna.
Per questo motivo zuclopentixolo acetato deve essere usato con cautela negli individui suscettibili (con ipokaliemia, ipomagnesiemia o predisposizione genetica) e in pazienti con precedenti disturbi cardiovascolari, come prolungamento dell’intervallo QT, bradicardia significativa (<50 battiti al minuto), un recente infarto acuto del miocardio, scompenso cardiaco o aritmia cardiaca, o con una storia familiare di prolungamento dell’intervallo QT.
Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici (vedere paragrafo 4.5).
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Associazioni che richiedono precauzioni d’uso
Zuclopentixolo acetato può potenziare l’effetto sedativo dell’alcool, dei barbiturici e di altri depressori del sistema nervoso centrale.
I neurolettici possono aumentare o ridurre l’effetto dei farmaci antiipertensivi; l’effetto antiipertensivo di guanetidina e di molecole ad azione analoga si riduce.
L’uso concomitante di neurolettici e litio aumenta il rischio di neurotossicità.
Gli antidepressivi triciclici ed i neurolettici inibiscono reciprocamente il loro metabolismo.
Zuclopentixolo acetato può ridurre l’effetto di levodopa e dei farmaci adrenergici.
L’uso concomitante di metoclopramide e piperazina aumenta il rischio di insorgenza di sintomi extrapiramidali.
Poiché zuclopentixolo è parzialmente metabolizzato dal CYP2D6, l’uso concomitante di farmaci noti come inibitori di questo enzima può causare una riduzione della clearance di zuclopentixolo.
Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano l’intervallo QT, il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta. Si raccomanda pertanto di evitare la somministrazione concomitante di questi farmaci.
Le classi rilevanti di farmaci includono:
• antiaritmici della classe IA e III (come chinidina, amiodarone, sotalolo)
• alcuni antipsicotici (come aloperidolo, droperidolo, pimozide)
• alcuni macrolidi (come eritromicina)
• alcuni antistaminici (come terfenadina, astemizolo)
• alcuni antibiotici chinolonici (come moxifloxacina).
La lista sopra riportata non è esaustiva pertanto l’uso concomitante di qualunque altra molecola nota per prolungare significativamente l’intervallo QT (come cisapride, litio) deve essere evitato.
Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti come diuretici tiazidici (ipokaliemia) ed utilizzare cautela con i farmaci noti per aumentare la concentrazione plasmatica di zuclopentixolo acetato in quanto possono aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT ed il rischio di insorgenza di aritmie maligne (vedere paragrafo 4.4).
Zuclopentixolo acetato non dovrebbe essere somministrato durante la gravidanza o l’allattamento a meno che il beneficio atteso per la paziente non superi il potenziale rischio per il feto o il neonato.
Il prodotto può diminuire la capacità di reazione; va quindi prestata molta attenzione durante la guida e l’uso di macchinari, nonché durante qualsiasi altra attività in cui sia richiesta l’integrità del grado di vigilanza, almeno fino a quando non sia nota la risposta individuale del paziente al trattamento.
Gli effetti indesiderati sono in gran parte dose dipendenti. La frequenza e la gravità sono maggiormente pronunciate nella prima fase del trattamento e migliorano proseguendo il trattamento.
Possono insorgere reazioni extrapiramidali, soprattutto durante i primi giorni dopo un’iniezione e nella prima fase di trattamento. Nella maggior parte dei casi, questi effetti indesiderati possono essere controllati con successo riducendo la dose e/o utilizzando farmaci antiparkinson. Si sconsiglia un abituale utilizzo preventivo di farmaci antiparkison. I farmaci antiparkison non alleviano la discinesia tardiva e possono farla peggiorare. Si raccomanda la riduzione del dosaggio o, se possibile, la sospensione della terapia con zuclopentixolo. Nell’acatisia persistente, possono essere d’aiuto una benzodiazepina o il propranololo.
Le frequenze riportate sono quelle di letteratura e dei report spontanei.
La frequenza è così definita: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), rara (da ≥1/10.000 a <1/1.000), molto rara (<1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie cardiache | Comune | Tachicardia, palpitazioni |
Rara | Elettrocardiogramma QT prolungato |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Rara | Trombocitopenia, neutropenia, leucopenia, agranulocitosi |
Patologie del sistema nervoso | Molto comune | Sonnolenza, acatisia, ipercinesia, ipocinesia |
Comune | Tremore, distonia, ipertonia, vertigini, mal di testa, parestesia, disturbi dell’attenzione, amnesia, andamento anomalo |
da Non comune a Rara | Discinesia tardiva, iperriflessia, discinesia, parkinsonismo, sincope, atassia, disturbi del linguaggio, ipotonia, convulsioni, emicrania |
Molto rara | Sindrome neurolettica maligna |
Patologie dell’occhio | Comune | Disturbi dell’accomodazione, visione anomala |
Non comune | Crisi oculogire, midriasi |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Comune | Vertigini |
Non comune | Iperacusia, tinnito |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Comune | Congestione nasale, dispnea |
Patologie gastrointestinali | Molto comune | Secchezza delle fauci |
Comune | Ipersecrezione salivare, costipazione, vomito, dispepsia, diarrea |
Non comune | Dolore addominale, nausea, flatulenza |
Patologie renali e urinarie | Comune | Disturbi della minzione, ritenzione urinaria, poliuria |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Iperidrosi, prurito |
Non comune | Rash, reazioni da fotosensibilità, disturbi di pigmentazione, seborrea, dermatiti, porpora |
Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | Comune | Mialgia |
Non comune | Rigidità muscolare, trisma, torcicollo |
Patologie endocrine | Rara | Iperprolattinemia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Comune | Aumento dell’appetito, aumento di peso |
Non comune | Riduzione dell’appetito, perdita di peso |
Rara | Iperglicemia, tolleranza al glucosio compromessa, iperlipemia |
Patologie vascolari | Non comune | Ipotensione, vampate di calore |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Astenia, stanchezza, malessere dolore |
Non comune | Sete, reazioni al sito di iniezione, ipotermia, febbre |
Disturbi del sistema immunitario | Rara | Ipersensibilità reazione anafilattica |
Patologie epatobiliari | Non comune | Test della funzionalità epatica anormale |
Molto rara | Epatiti colestatiche, ittero |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Non comune | Disturbi dell’eiaculazione, disfunzione erettile, disturbi nell’orgasmo femminile, secchezza della vulva-vaginale |
Rara | Ginecomastia, galatorrea, amenorrea, priapismo |
Disturbi psichiatrici | Comune | Insonnia, depressione, ansia, nervosismo, sogni vividi, agitazione, diminuzione della libido |
Molto comune | Apatia, incubi, aumento della libido, stato confusionale |
Sono stati osservati con zuclopentixolo acetato e altri farmaci della stessa classe terapeutica degli antipsicotici casi rari di prolungamento dell’intervallo QT, aritmie ventricolari come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco. Casi molto rari di morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4).
La brusca interruzione di zuclopentixolo acetato può determinare sintomi da sospensione. I sintomi più comuni sono nausea, vomito, anoressia, diarrea, rinorrea, sudorazione, mialgia, parestesia, insonnia, irrequietezza, ansia e agitazione. I pazienti possono anche presentare vertigini, alternati stati di caldo e freddo e tremore. I sintomi generalmente iniziano entro i primi 4 giorni dall’interruzione del trattamento e si risolvono entro 7-14 giorni.
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Considerando la via di somministrazione, è improbabile che insorgano sintomi da sovradosaggio.
Sintomi
Sonnolenza, coma, disturbi del movimento, convulsioni, shock, ipertermia/ipotermia.
Sono state segnalate alterazioni dell’ECG, prolungamento dell’intervallo QT, torsione di punta, arresto cardiaco e aritmie ventricolari quando somministrato in sovradosaggio e in concomitanza con altri farmaci noti per influenzare l’attività cardiaca.
Trattamento
Il trattamento è sintomatico e di supporto. E’ necessario istituire misure di sostegno del sistema respiratorio e cardiovascolare.
Non deve essere somministrata adrenalina in quanto potrebbe determinare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa.
Le convulsioni possono essere trattate con diazepam, i disturbi del movimento con biperidene.
Categoria Farmacoterapeutica: Antipsicotici, derivati del tioxantene.
Codice ATC: N05AF05
Lo zuclopentixolo è un neurolettico del gruppo dei tioxanteni, con spiccate caratteristiche antipsicotiche ed effetti sedativi non specifici.
In seguito all’esterificazione con l’acido acetico, lo zuclopentixolo è stato modificato in una sostanza più lipofila, lo zuclopentixolo acetato. Veicolato in olio vegetale ed iniettato per via intramuscolare, diffonde piuttosto lentamente nei fluidi tissutali circostanti, dove subisce una degradazione enzimatica che libera zuclopentixolo attivo.
L’attività antipsicotica dei neurolettici è dovuta all’effetto bloccante che essi esercitano sui recettori della dopamina. I tioxanteni hanno alta affinità sia per i recettori dopaminergici D1 accoppiati con adenilato ciclasi sia per i recettori dopaminergici D2. In vivo l’affinità per i recettori D1 prevale su quella per i D2.
Lo zuclopentixolo ha mostrato di possedere una potente attività neurolettica negli studi farmacologici comportamentali per i composti antipsicotici.
Si ritiene che i tioxanteni inducano minor supersensibilizzazione di altri neurolettici e sopprimano la supersensibilizzazione indotta da altri neurolettici. Dal momento che la supersensibilizzazione è ritenuta responsabile dello sviluppo della discinesia nell’uomo, non ci si deve aspettare l’insorgenza di tale sindrome in seguito alla somministrazione di neurolettici con marcata componente D1 come i tioxanteni.
Come la maggior parte dei neurolettici, lo zuclopentixolo aumenta i livelli sierici di prolattina.
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Il comportamento farmacocinetico dello zuclopentixolo è di tipo lineare.
Massimi livelli di concentrazione serica di zuclopentixolo sono raggiunti dopo 24-48 ore (media 36 ore) dall’iniezione con successiva lenta riduzione della curva di concentrazione. La concentrazione plasmatica massima per una dose di 100 mg è di 41 ng/ml. Tre giorni dopo l’iniezione la concentrazione sierica è pari a circa un terzo di quella massima.
Lo zuclopentixolo ha un profilo di distribuzione simile a quello di altri neurolettici con la più alta concentrazione di farmaco e dei suoi metaboliti nel fegato, polmoni, intestino e reni e minor concentrazione nel cuore, milza, cervello e sangue. Il volume apparente di distribuzione è pari a circa 20 l/kg e il legame alle proteine plasmatiche è del 98-99%.
Piccole quantità di zuclopentixolo possono superare la barriera placentare. E’ secreto in piccola quantità nel latte materno - il rapporto di concentrazione latte/siero è circa 0,3.
Il metabolismo dello zuclopentixolo procede attraverso tre vie principali:
sulfossidazione, N-dealchilazione della catena laterale e coniugazione con acido glucuronico. I metaboliti non possiedono attività farmacologica. L’escrezione avviene per lo più con le feci e in misura minore con l’urina. L’emivita di eliminazione è circa 20 h e la clearance sistemica è circa 0,9 l/min.
Lo zuclopentixolo ha una bassa tossicità acuta. Negli studi di tossicità cronica non sono emersi dati negativi per l’uso terapeutico dello zuclopentixolo. Sulla base dei risultati degli studi di riproduzione lo zuclopentixolo non sembra causare problemi di questo tipo nelle femmine in età fertile. Lo zuclopentixolo non ha potere mutageno nè carcinogeno.
Un danno muscolare locale viene comunemente riscontato dopo iniezione di neurolettici, incluso lo zuclopentixolo, in soluzione acquosa. Il danno tissutale è minore per i neurolettici in veicolo oleoso, incluso lo zuclopentixolo acetato, rispetto alle formulazioni in soluzione acquosa.
Olio vegetale (trigliceridi a catena media).
Zuclopentixolo acetato non deve essere mescolato con altre soluzioni iniettabili.
2 anni.
Conservare a temperatura non superiore ai 30°C.
Conservare la fiala nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Fiala incolore di vetro da 1 ml.
Confezione da 1 fiala da 1 ml.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivanti da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa vigente.
Lundbeck Italia S.p.A., Via G. Fara n. 35, 20124 Milano
“50 mg/ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare” 1 fiala da 1 ml - A.I.C. n. 026890083
Data della prima autorizzazione: Novembre 1995
Data dell’ultimo rinnovo: Maggio 2005
Determinazione AIFA n. 702 del 12/03/2010