Conbriza
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

CONBRIZA


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa rivestita con film contiene bazedoxifene acetato equivalente a 20 mg di bazedoxifene.

Eccipiente: ogni compressa rivestita con film contiene 142,8 mg di lattosio monoidrato

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa rivestita con film.

Compressa rivestita con film, di colore da bianco a biancastro, a forma di capsula, con inciso su un lato “WY20”.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

CONBRIZA è indicato per il trattamento dell’osteoporosi post-menopausale in donne con aumentato rischio di fratture. È stata dimostrata una significativa riduzione nell’incidenza delle fratture vertebrali; non è stata stabilita l’efficacia sulle fratture dell’anca.

Quando si deve scegliere tra CONBRIZA o altre terapie, incluse le estrogeniche, per una singola donna in postmenopausa, si devono prendere in considerazione i sintomi della menopausa, gli effetti sui tessuti uterini e mammari ed i rischi e benefici cardiovascolari (vedere paragrafo 5.1).



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

Posologia

La dose raccomandata di CONBRIZA è di una compressa una volta al giorno, in qualsiasi momento della giornata, a prescindere dai pasti (vedere paragrafo 5.2).

Dosi superiori ai 20 mg non sono raccomandate perché, l’aumento di efficacia in questi casi non è dimostrabile e dosi più alte possono essere associate a rischi maggiori (vedere paragrafo 5.1).

Calcio e/o vitamina D supplementari devono essere aggiunti alla dieta se l’assunzione giornaliera è inadeguata.

Uso orale.

Popolazioni speciali

Insufficienza renale

Il bazedoxifene non è stato sufficientemente valutato in pazienti con grave insufficienza renale. In questa popolazione deve essere prestata cautela (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Non è richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata.

Insufficienza epatica

La sicurezza e l’efficacia di bazedoxifene non sono state valutate in pazienti con insufficienza epatica; l’uso in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Pazienti anziani

Non è necessario un adattamento del dosaggio in base all’età (vedere paragrafo 5.2).

Popolazione pediatrica

L’uso del bazedoxifene non è indicato nei pazienti pediatrici.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Storia presente o passata di eventi di tromboembolia venosa, inclusa trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi venosa retinica.

L’utilizzo di CONBRIZA è indicato solo nelle donne in postmenopausa. Bazedoxifene non deve essere assunto da donne potenzialmente fertili (vedere paragrafo 4.6 e 5.3).

Sanguinamenti uterini non spiegati.

Pazienti con segni o sintomi di cancro endometriale; la sicurezza in questo gruppo di pazienti non è stata adeguatamente studiata.


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

L’uso di CONBRIZA non è raccomandato in donne con un aumentato rischio di eventi di tromboembolia venosa

CONBRIZA è associato ad un aumentato rischio di tromboembolia venosa (TEV). Negli studi clinici il più alto tasso di TEV è stato osservato durante il primo anno di trattamento con un rischio relativo di 2,69 rispetto al placebo. Dopo tre anni il rischio relativo era di 1,63 e dopo un periodo di studio di 5 anni il rischio era 1,5 (vedere paragrafo 4.8 e 5.1).

I fattori di rischio associati ai casi di TEV negli studi clinici includevano: età avanzata, obesità, immobilizzazione, interventi chirurgici, traumi gravi e tumori. La terapia deve essere interrotta prima e durante una prolungata immobilizzazione (ad es., guarigione post-chirurgica, prolungata permanenza a letto), e la terapia deve essere ricominciata solo dopo che il paziente è pienamente in grado di deambulare. Inoltre, alle donne che stanno assumendo CONBRIZA deve essere raccomandato di muoversi periodicamente durante un viaggio prolungato.

Il bazedoxifene non è stato studiato in donne in premenopausa. La sua sicurezza nelle donne in premenopausa non è stata stabilita ed il suo uso non è raccomandato.

Non vi è evidenza di proliferazione endometriale. Qualsiasi sanguinamento uterino durante la terapia con CONBRIZA è inatteso e deve essere pienamente valutato.

Il bazedoxifene non è stato studiato in donne con livelli di trigliceridi >300mg/dl (>3,4 mmol/litro). Questo può aumentare i livelli sierici dei trigliceridi; pertanto, si deve usare cautela nei pazienti con accertata ipertrigliceridemia (vedere paragrafo 5.1).

La sicurezza di CONBRIZA in pazienti con cancro al seno non è stata studiata. Non sono disponibili dati sull’uso concomitante con agenti usati nel trattamento del cancro al seno precoce o avanzato. Perciò, il bazedoxifene non è raccomandato nel trattamento o nella prevenzione del cancro al seno.

Il bazedoxifene non è stato sufficientemente valutato in pazienti con grave insufficienza renale; in questa popolazione deve essere usata cautela.

Pazienti con insufficienza epatica hanno mostrato un aumento di 4,3 volte dell’area sotto la curva (AUC) [in media] rispetto ai controlli. L’uso in questa popolazione non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

CONBRIZA contiene lattosio. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, insufficienza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo prodotto medicinale.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

In uno studio a 30 giorni, il bazedoxifene ha aumentato le concentrazioni di globulina legante gli ormoni, incluse la globulina legante i corticosteroidi (CBG), la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG) e la globulina legante la tiroxina (TBG).

Il bazedoxifene subisce in piccola parte o per nulla il metabolismo mediato dal citocromo P450 (CYP). Il bazedoxifene non induce o inibisce l’attività dei maggiori isoenzimi del CYP. Dati in vitro suggeriscono che è improbabile che il bazedoxifene interagisca con prodotti medicinali co-somministrati tramite metabolismo mediato dal CYP.

Non ci sono state significative interazioni farmacocinetiche tra bazedoxifene ed i seguenti prodotti medicinali: ibuprofene, atorvastatina, azitromicina o un antiacido contenente alluminio e magnesio idrossido. Basandosi sulle caratteristiche in vitro del legame del bazedoxifene alle proteine del plasma, sono improbabili interazioni con il warfarin, la digossina ed il diazepam.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

CONBRIZA è indicato solo per l’utilizzo nelle donne in postmenopausa. E’ controindicato nelle donne potenzialmente fertili (vedere paragrafo 4.3). Non ci sono dati derivanti dall’uso del bazedoxifene nelle donne in stato di gravidanza. Studi nei conigli hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’essere umano non è noto.

Non è noto se il bazedoxifene sia escreto nel latte umano. Il bazedoxifene non è indicato per l’utilizzo nelle donne che allattano al seno.

Studi nei ratti hanno mostrato effetti avversi sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’essere umano non è noto.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. Comunque, negli studi clinici la sonnolenza è stata riportata come reazione avversa e le pazienti devono essere avvertite sui possibili effetti alla guida e nell’utilizzo di macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

Riassunto del profilo di sicurezza

La sicurezza di CONBRIZA è stata valutata in due studi multicentrici di fase 3, in doppio cieco, randomizzati, controllati con attivo e con placebo: uno studio a tre anni di trattamento dell’osteoporosi con 7.492 donne valutabili in post-menopausa (1.886 donne hanno ricevuto 20 mg di bazedoxifene; 1.872 donne hanno ricevuto 40 mg di bazedoxifene; 1849 donne hanno ricevuto raloxifene; 1.885 donne hanno ricevuto il placebo) ed uno studio a due anni di prevenzione dell’osteoporosi con 1.583 donne valutabili in post-menopausa (321 donne hanno ricevuto 10 mg di bazedoxifene; 322 donne hanno ricevuto 20 mg di bazedoxifene; 319 donne hanno ricevuto 40 mg di bazedoxifene; 311 donne hanno ricevuto raloxifene; 310 donne hanno ricevuto il placebo).

La maggior parte delle reazioni avverse verificatesi durante gli studi clinici sono state di grado da lieve a moderato e non hanno portato ad interruzione della terapia.

Le reazioni avverse più frequenti correlate al farmaco negli studi in doppio cieco randomizzati sono state vampate di calore e spasmi muscolari (inclusi crampi alle gambe).

Elenco delle reazioni avverse

All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.

Molto Comuni (≥1/10); Comuni (≥1/100 a <1/10); Non Comuni (≥1/1.000 a <1/100); Rari (≥1/10.000 a <1/1000); Molto Rari (<1/10.000)

Disturbi del sistema immunitario

Comuni: Ipersensibilità

Patologie del sistema nervoso

Comuni: Sonnolenza

Patologie dell’occhio

Rari: Trombosi venosa retinica*

Patologie vascolari

Molto comuni: Vampate di calore

Non comuni: Trombosi venosa profonda*

Tromboflebite superficiale

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

Non comuni: Embolia polmonare*

Patologie gastrointestinali

Comuni: Secchezza della bocca

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Comuni: Orticaria

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

Molto comuni: Spasmi muscolari (inclusi crampi alle gambe)

Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

Comuni: Edema periferico

Esami diagnostici:

Comuni: aumento dei trigliceridi nel sangue, aumento dell’alanin aminotransferasi; aumento della aspartato aminotransferasi

Descrizione di reazioni avverse selezionate

* Nello studio di trattamento dell’osteoporosi in 7.492 soggetti valutabili (età media=66 anni), le donne trattate con bazedoxifene hanno avuto un aumentato rischio di tromboembolia venosa (trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi venosa retinica). Il tasso per 1.000 anni-donna durante il periodo di 3 anni dello studio è stato del 2,86 nel gruppo bazedoxifene 20 mg e di 1,76 in quello del placebo, e durante il periodo di 5 anni dello studio è stato 2,34 nel gruppo bazedoxifene 20 mg e di 1,56 in quello del placebo. Il tasso di TEV era più alto nel primo anno, con un rischio relativo di 2,69. Dopo tre anni il rischio relativo era 1,63 e dopo un periodo di studio di 5 anni il rischio relativo era 1,50 (vedere paragrafo 5.1).Possono verificarsi inoltre altri eventi tromboembolici.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

In caso di sovradosaggio, non c’è un antidoto specifico ed il trattamento deve essere sintomatico.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: Modulatore selettivo del recettore estrogenico, Codice ATC: G03XC02.

Meccanismo d’azione

Il bazedoxifene appartiene ad una classe di composti conosciuta come Modulatori Selettivi del Recettore Estrogenico (Selective Estrogen Receptor Modulators, SERM). Il bazedoxifene agisce sia come agonista e/o antagonista del recettore per gli estrogeni, in base al tipo di cellula e di tessuto ed al target genetico. Il bazedoxifene diminuisce il riassorbimento osseo e riduce i marcatori biochimici del turnover osseo fino al livello premenopausale. Questi effetti sul rimodellamento osseo portano ad un aumento della densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD), che a sua volta contribuisce ad una riduzione nel rischio di fratture. Il bazedoxifene funziona primariamente come un antagonista del recettore per gli estrogeni nel tessuto uterino e mammario.

Efficacia clinica

L’efficacia del bazedoxifene è stata stabilita in due studi multicentrici di fase 3, in doppio cieco, randomizzati, controllati con attivo e con placebo: uno studio di 3 anni sul trattamento dell’osteoporosi ed uno studio di 2 anni sulla prevenzione dell’osteoporosi.

Nello studio di trattamento dell’osteoporosi, 7492 donne in postmenopausa (età media di 66 anni); intervallo da 50 a 85 anni ed un tempo medio di 19,5 anni dall’inizio della menopausa) hanno ricevuto bazedoxifene (20 o 40 mg al giorno), raloxifene (60 mg al giorno), o placebo per valutare l’incidenza di nuove fratture vertebrali oltre i tre anni (studio principale a tre anni). Lo studio principale a tre anni è stato esteso per ulteriori due anni risultando in un trattamento della durata complessiva di cinque anni (studio a cinque anni), mentre lo studio in cieco è stato mantenuto. Un totale di 3.146 pazienti ha continuato nei due anni successivi (bazedoxifene 20 mg: n=1.047, bazedoxifene 40/20 mg n=1.041, placebo n=1.058). La dose di bazedoxifene 40 mg è stata ridotta a bazedoxifene 20 mg dopo circa quattro anni. Il gruppo raloxifene è stato sospeso nei due anni di estesione. Tutti i soggetti hanno ricevuto 1.200 mg di calcio elementare e 400 UI di vitamina D al giorno.

Questo studio ha incluso per la maggior parte soggetti caucasici (87,3%) che erano o affetti da osteoporosi senza frattura vertebrale al basale (BMD T -score alle vertebre lombari [LS] o al collo del femore [FN] tra –2,5 e –4,0) o affetti da osteoporosi, con almeno una frattura vertebrale lieve. Il T-score medio al basale per LS e FN erano rispettivamente –2,4 e –1,7.

C’è stata una significativa riduzione nell’incidenza di nuove fratture vertebrali dopo 3 anni di trattamento con bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg rispetto al placebo. La riduzione dell’incidenza di fratture vertebrali è stata simile tra i gruppi trattati con bazedoxifene e raloxifene. L’effetto del trattamento è stato simile tra quelli con e quelli senza fratture vertebrali prevalenti (Tabella 1).

Tabella 1: Effetti di bazedoxifene sul rischio di fratture vertebrali dopo 3 anni di trattamento

  Numero di soggetti    
  Bazedoxifene 20 mg Placebo Riduzione del rischio assoluto Riduzione del rischio relativo (95% IC)
Numero totale di soggetti n=1.724 n=1.741    
Numero (%)a di soggetti con nuova frattura vertebrale 35 (2,34%) 59 (4,07%) 1,73% 42%b (11%, 62%)
Soggetti senza frattura al basale n=757 n=760    
Numero (%)a di soggetti con ≥1 nuova frattura vertebrale 13 (1,98%) 20 (3,13%) 1,15% 35%c
Soggetti con ≥1 frattura al basale n=967 n=981    
Numero (%)a di soggetti con ≥1 nuova frattura vertebrale 22 (2,63%) 39 (4,80%) 2,17% 45%d (6%, 68%)

avalutazione del tasso Kaplan-Meyer,

bp-value=0,015,

cp-value=0,22,

dp-value=0,035.

Dopo 5 anni di trattamento, l’incidenza di nuove fratture vertebrali è rimasta minore nel gruppo bazedoxifene 20 mg (4,49%), rispetto al gruppo placebo (6,85%) con una riduzione del rischio relativo del 36% (p=0,014).

L’incidenza di fratture non vertebrali correlate all’osteoporosi è stata simile tra i gruppi trattati con 20 mg di bazedoxifene (5,68%), 60 mg di raloxifene (5,87%) e placebo (6,26%). In un’analisi post-hoc, è stata determinata la probabilità a dieci anni di fratture come indice del rischio basale di fratture. La probabilità di frattura media a dieci anni di una frattura osteoporotica maggiore per l’intera popolazione in studio è stata dell’11%. Nei soggetti trattati con bazedoxifene, l’incidenza di frattura era correlata al rischio basale di frattura: maggiore era il rischio di frattura maggiore è stato il beneficio del trattamento con bazedoxifene. Nei soggetti con probabilità a 10 anni di frattura del 16% o più, il bazedoxifene è stato associato ad una significativa diminuzione del rischio di tutte le fratture cliniche.

In un’analisi post-hoc, il rischio relativo di fratture non-vertebrali nei soggetti trattati con bazedoxifene è diminuito all’aumentare della probabilità di frattura. Nei soggetti con una probabilità di frattura del 20% o più (n = 618), il rischio di fratture non-vertebrali nei soggetti trattati con bazedoxifene è diminuito del 55% (95% IC: 18-76), paragonato ai soggetti trattati col placebo.

L’aumento di BMD LS confrontato con il placebo, con bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg è stato significativo a sei mesi (1,02% e 1,29% rispettivamente) e si è mantenuto tale per 3 anni (1,32% e 2,08%, rispettivamente). L’effetto del bazedoxifene sulla BMD in altri siti dell’apparato scheletrico è stato simile. L’aumento di BMD relativo al placebo è rimasto significativo in tutti i siti dell’apparato scheletrico durante i cinque anni di trattamento con bazedoxifene.

L’interruzione dello studio è stata resa necessaria quando si è verificata un’eccessiva perdita ossea o una frattura vertebrale incidente. Questa interruzione è stata, in modo statisticamente significativo, più frequente nel gruppo trattato con placebo (4,0%) rispetto ai gruppi trattati con 20 mg di bazedoxifene (2,8%) o 60 mg di raloxifene (2,1%).

Lo studio di prevenzione (1.583 soggetti; età media, 58 anni; media di 11 anni dall’inizio della menopausa) ha confrontato gli effetti sulla BMD del bazedoxifene (10, 20 o 40 mg al giorno), raloxifene (60 mg al giorno) e placebo. Tutti i soggetti hanno ricevuto calcio supplementare ogni giorno; la maggior parte ha ricevuto 600 mg di calcio (ad es., Caltrate™) al giorno, mentre alcuni ne hanno assunto sino a 1200 mg al giorno. Questo studio ha incluso soggetti che avevano un BMD T-score a livello LS o FN non minore di –2,5. Il T-score medio è variato tra –0,6 e – 1,4, in base al sito scheletrico.

La BMD è rimasta immutata nei pazienti trattati con 20 mg di bazedoxifene e 60 mg di raloxifene, mentre una perdita significativa di BMD è stata osservata nei pazienti che ricevono placebo. L’aumento di BMD nel tratto lombare della colonna con bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg, paragonato al placebo, è stato significativo a 6 mesi (1,14% e 1,26%, rispettivamente) ed è stato mantenuto per 2 anni (1,41% e 1,49%, rispettivamente). L’effetto del bazedoxifene sulla BMD presso altri siti scheletrici è risultato simile.

Sicurezza clinica

Valutazione dell’istomorfometria ossea e del turnover osseo

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi in 7.492 donne in postmenopausa (età media = 66 anni), 121 biopsie ossee sono state ottenute dalla cresta iliaca dei soggetti trattati con bazedoxifene, raloxifene e placebo (bazedoxifene 20 mg = 28; bazedoxifene 40 mg = 29, raloxifene 60 mg = 32, placebo = 32) dopo somministrazione di fluorocromo dopo circa 2 o 3 annidi trattamento. La valutazione istologica delle biopsie ossee di tutti i gruppi di trattamento ha rivelato la formazione di normali ossa lamellari in tutti i soggetti trattati. Non c’è stata evidenza di osteomalacia, fibrosi peritrabecolare o midollare, tossicità cellulare o osso intrecciato (woven bone) in nessuno dei campioni della biopsia ossea di nessun gruppo di trattamento. La valutazione istomorfometrica ha rivelato una normale mineralizzazione come evidenziato dalla presenza di normale spessore dell’osteoide, normale tempo di mineralizzazione e tasso di apposizione minerale.

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi, la terapia con 20 mg di bazedoxifene e 60 mg di raloxifene ha determinato una significativa riduzione dei marcatori sierici del riassorbimento osseo (C-telopeptide) e della formazione ossea (osteocalcina), quando confrontata con il placebo, indicando una riduzione del turnover osseo. Le riduzioni mediane dal basale sopra il 25% per il C-telopeptide e l’osteocalcina sono state osservate con la terapia a base di bazedoxifene. Simili riduzioni nel tasso di turnover osseo sono state osservate nello studio sulla prevenzione dell’osteoporosi.

Effetti sul metabolismo dei lipidi e sul sistema cardiovascolare

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi dopo 3 anni di trattamento, bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg hanno mostrato riduzioni significative del colesterolo sierico totale, delle lipoproteine a bassa densità legate al colesterolo (LDL) ed un significativo aumento delle lipoproteine ad alta densità legate al colesterolo (HDL) rispetto al placebo. Il cambio percentuale mediano dalla linea di base del colesterolo totale, colesterolo LDL e colesterolo HDL con 20 mg di bazedoxifene è stato -3,75%, -5,36% e 5,10%, rispettivamente ed è stato simile a quanto osservato con 60 mg di raloxifene. L’effetto sui trigliceridi nei gruppi bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg è stato simile al placebo. Questo profilo lipidico è stato mantenuto durante i 5 anni di trattamento. La rilevanza clinica di questi cambiamenti non è stata stabilita. L’effetto del trattamento sui lipidi è stato simile nello studio sulla prevenzione dell’osteoporosi. La rilevanza clinica di questi cambiamenti non è stata stabilita.

Nello studio per il trattamento dell’osteoporosi in 7.492 soggetti (età media=66 anni)le donne trattate con bazedoxifene hanno avuto un aumentato rischio di TEV (trombosi venosa profonda, embolia polmonare e trombosi venosa retinica) (vedere paragrafo 4.8). Il tasso più alto di TEV per 1.000 anni-donna di follow-up è stato osservato durante il primo anno: 4,64 nel gruppo bazedoxifene 20 mg e 1,73 in quello del placebo (rischio relativo 2,69). Il tasso per 1.000 anni-donna durante il periodo di 3 anni dello studio è stato del 2,86 nel gruppo bazedoxifene 20 mg e di 1,76 in quello del placebo (rischio relativo 1,63). Il tasso per 1.000 anni-donna a 5 anni è stato del 2,34 nel gruppo bazedoxifene 20 mg e di 1,56 in quello del placebo (rischio relativo 1,50).

Effetti cerebrovascolari

Nello studio principale a 3 anni il tasso di ictus ischemico per 1.000 anni-donna era simile tra il gruppo bazedoxifene 20 mg (1,98) e quello del placebo (2,2) e più alto nel gruppo bazedoxifene 40 mg (2,72). Il tasso di attacco ischemico transitorio (Transient Ischaemic Attacks, TIA) per 1.000 anni-donna era simile tra il gruppo bazedoxifene 20 mg (1,1) e quello del placebo (0,88) e più alto nel gruppo bazedoxifene 40 mg (1,59).

Dopo cinque anni di trattamento il tasso di ictus ischemico per 1.000 anni-donna era simile tra il gruppo bazedoxifene 20 mg (1,87) e quello del placebo (2,02). Il tasso di TIA per 1.000 anni-donna era più alto nel gruppo bazedoxifene 20 mg (0,94) rispetto a quello del placebo (0,62).

Effetti sull’utero

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi, l’ecografia transvaginale (TVU) ha mostrato variazioni minime nello spessore endometriale nei gruppi trattati con placebo (-0,08 mm, n = 131), bazedoxifene 20 mg (-0,07 mm, n = 129) e con raloxifene 60 mg (0,16 mm, n = 110) dopo 2 anni. A 3 anni, non ci sono stati casi di cancro endometriale e un caso (0,1%) di iperplasia endometriale nei soggetti trattati con bazedoxifene 20 mg. C’è stato un caso (0,1%) di cancro endometriale, un caso di sarcoma (0,1%) ed un caso (0,1%) di iperplasia endometriale nei soggetti trattati con raloxifene 60 mg. Ci sono stati 3 casi (0,2%) di cancro endometriale ed un caso (0,1%) di iperplasia endometriale nel gruppo placebo. Polipi endometriali sono stati diagnosticati in 10 soggetti nei gruppi di trattamento con 20 mg di bazedoxifene, 17 soggetti con 60 mg di raloxifene e 11 soggetti con placebo per 36 mesi.

Dopo cinque anni di trattamento, lo spessore dell’endometrio nel gruppo bazedoxifene 20 mg non era cambiato e rimaneva simile nel gruppo del placebo; non ci sono stati casi di cancro dell’endometrio nel gruppo bazedoxifene 20 mg contro i 6 casi del gruppo placebo (p<0,05).

Nello studio di prevenzione dall’osteoporosi, la TVU ha mostrato delle variazioni minime dal basale dello spessore endometriale nei gruppi trattati con placebo (- 0,24 mm, n=154), bazedoxifene 20 mg (- 0,06 mm, n=158) e raloxifene 60 mg (0,01 mm n=154) dopo 2 anni. Non sono stati individuati casi di iperplasia o tumore endometriale in alcun soggetto trattato con bazedoxifene o raloxifene.

Effetti sul seno

Nello studio sul trattamento dell’osteoporosi, l’incidenza di eventi avversi correlati al seno nel gruppo bazedoxifene è risultata simile al placebo a 3 anni. Ci sono stati 5 casi di cancro al seno per 4.591 anni-persona di follow-up nel gruppo bazedoxifene 20 mg (1,09 per 1.000), 7 casi di cancro al seno per 4.526 anni-persona di follow-up nel gruppo raloxifene 60 mg (1,55 per 1.000) e 8 casi di cancro al seno per 4.604 anni-persona di follow-up nel gruppo placebo (1,74 per 1000). Dopo 5 anni di trattamento, ci sono stati 9 casi di cancro al seno nel gruppo bazedoxifene 20 mg (1,40 per 1000 anni-donna) e 10 casi nel gruppo placebo (1,56 per 1000 anni-donna).

Nello studio sulla densità mammaria, uno studio di supporto agli studi relativi al trattamento dell’osteoporosi, sono state valutate 444 donne in postmenopausa, (età media di 59 anni) con osteoporosi, provenienti da tutti e 4 i gruppi di trattamento,relativamente alle modifiche della densità mammaria alla mammografia a 24 mesi. La media dei cambiamenti nella densità mammaria alla mammografia nel gruppo bazedoxifene 20 mg era significativamente ridotta rispetto ai livelli di base (-1,45 punti percentuali, p<0,05) mentre non sono stati osservati cambiamenti nel gruppo placebo (-0,15 punti percentuali).

Nello studio sulla prevenzione dell’osteoporosi, l’incidenza di eventi avversi correlati al seno (dolorabilità al tatto del seno, dolore, cancro del seno, neoplasia benigna del seno) nei gruppi trattati con bazedoxifene 20 mg e raloxifene 60 mg è risultata simile al placebo.


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

5.2 Proprietà farmacocinetiche

I parametri farmacocinetici medi del bazedoxifene dopo dosi multiple, in donne sane in postmenopausa in grado di deambulare, che erano fisiologicamente in postmenopausa o che si sono sottoposte a ovariectomia bilaterale, sono riassunti nella tabella 2.

Tabella 2. Media ± DS dei parametri farmacocinetici del bazedoxifene (n=23)

  Cmax (ng/mL) tmax (h) t1 /2 (h) AUC (ng∙h/ml) Cl/F (l/h/kg)
Dose multipla 20 mg/die 6,2 ± 2,2 1,7 ± 1,8 28 ± 11 82 ± 37 4,1 ± 1,7

Assorbimento

Il bazedoxifene è rapidamente assorbito con una tmax di circa 2 ore e mostra un aumento lineare nelle concentrazioni plasmatiche per singole dosi da 0,5 mg fino a 120 mg e per dosi giornaliere multiple da 1 mg fino a 80 mg. La biodisponibilità assoluta del bazedoxifene è circa il 6%.

Quando dosi singole di 20 mg di bazedoxifene sono state somministrate con un pasto ad alto contenuto di grassi, Cmax e AUC sono aumentate del 28% e del 22%, rispettivamente. Uno studio addizionale per valutare gli effetti di un pasto standard a medio contenuto di grassi sulla farmacocinetica di bazedoxifene allo steady-state ha mostrato un aumento di Cmax e AUC del 42% e del 35%, rispettivamente, quando 20 mg di bazedoxifene sono stati somministrati con il cibo. Poiché questi cambiamenti non sono considerati clinicamente rilevanti, bazedoxifene può essere somministrato a prescindere dai pasti.

Distribuzione

Dopo la somministrazione endovenosa di una dose di 3 mg di bazedoxifene il volume di distribuzione è 14,7 ± 3,9 l/Kg. Bazedoxifene è altamente legato (98 – 99%) alle proteine plasmatiche in vitro.

Metabolismo

L’eliminazione metabolica del bazedoxifene nelle donne in postmenopausa è stata determinata a seguito di una somministrazione orale di 20 mg di bazedoxifene radio-marcato. Il bazedoxifene è altamente metabolizzato nelle donne. La glucuronazione è la principale via metabolica. &EGRAVE; evidente un minimo o nessun metabolismo mediato dal citocromo P450. Il bazedoxifene-5-glucuronide è il principale metabolita circolante. Le concentrazioni di questo glucuronide sono circa 10 volte più alte di quelle della sostanza attiva immodificata nel plasma.

Eliminazione

Il bazedoxifene è eliminato con un’emivita di circa 30 ore. Le concentrazioni allo steady-state sono raggiunte dalla seconda settimana di somministrazione giornaliera. La clearance apparente orale del bazedoxifene è circa da 4 a 5 l/h/kg. Le principali vie di eliminazione del bazedoxifene radio-marcato sono le feci e meno dell’1% è eliminato attraverso le urine.

Popolazioni speciali

Insufficienza epatica

La disposizione di una dose singola di 20 mg di bazedoxifene è stata comparata nei pazienti con insufficienza epatica [Child-Pugh Class A (n=6), B (n=6) e C (n=6)] e nei soggetti con normale funzionalità epatica (n=18). In media, pazienti con insufficienza epatica hanno mostrato un aumento dell’AUC di 4,3 volte rispetto ai controlli. Sicurezza ed efficacia non sono state valutate ulteriormente nei pazienti con insufficienza epatica. L’uso in questa popolazione di pazienti non è raccomandato (vedere paragrafi 4.2 e 4.4).

Insufficienza renale

Sono disponibili dati clinici limitati (n=5) nei soggetti con insufficienza renale moderata (CrCl <50 mL/min). Una dose singola di 20 mg di bazedoxifene è stata somministrata a questi soggetti. Una quantità trascurabile di bazedoxifene è stata eliminata attraverso le urine. L’ alterazione della funzionalità renale ha mostrato minima o nessuna influenza sulla farmacocinetica di bazedoxifene e non è richiesto adeguamento della dose.

Pazienti anziani

La farmacocinetica di una dose singola di 20 mg di bazedoxifene è stata valutata in uno studio in 26 donne sane in postmenopausa. In media, in confronto a donne tra i 51 e i 64 anni d’età (n=8), donne tra i 65 ed i 74 anni d’età (n=8) hanno mostrato un aumento dell’AUC di 1,5 volte, e donne con più di 75 anni d’età (n=8) hanno mostrato un aumento dell’AUC di 2,3 volte. Questo aumento è stato molto probabilmente attribuito a cambi, relativi all’età, nella funzionalità epatica. Non è necessario un adeguamento del dosaggio sulla base dell’età.

Pazienti pediatrici

La farmacocinetica di bazedoxifene non è stata studiata nella popolazione pediatrica.

Razza

Non sono state osservate differenze di farmacocinetica basate sui gruppi etnici.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

Negli studi sul coniglio erano presenti, a dosaggi tossici per le femmine in gravidanza ≥0,5 mg/kg/die (1,5 volte l’esposizione nell’uomo), aborto ed un’aumentata incidenza nei feti di anomalie del cuore (difetto del setto ventricolare) e dell’apparato scheletrico (ritardi dell’ossificazione, ossa non correttamente allineate o malformate, principalmente della colonna vertebrale e del cranio). Il trattamento di ratti a dosaggi tossici materni ≥1 mg/kg/die (≥0,3 volte l’esposizione nell’uomo) è risultato in un ridotto numero di feti vivi e/o in una riduzione del peso corporeo fetale. Non sono state osservate anomalie dello sviluppo fetale.

A ratti femmine è stata somministrata una dose giornaliera da 0,3 a 30 mg/kg (da 0,03 a 8 volte l’esposizione nell’uomo) prima e durante l’accoppiamento con maschi non trattati. Il ciclo mestruale e la fertilità sono state influenzate negativamente in tutti i gruppi di femmine trattate con bazedoxifene.

Gli effetti del trattamento con bazedoxifene su ossa, utero e ghiandole mammarie sono stati valutati in ratti ovariectomizzati (0,15-1,15 mg/kg/die) ed in primati non umani (Cynomolgus macaques) (0,2-25 mg/kg/die). Nei ratti, il trattamento con bazedoxifene per circa un anno ha prevenuto parzialmente gli effetti dell’ovariectomia su numerosi parametri dell’apparato scheletrico (contenuto minerale osseo, densità minerale ossea ed architettura). In più, il peso dell’utero umido è diminuito in confronto agli animali non trattati e lo studio istologico ha mostrato differenze minime o nulle rispetto ai controlli non trattati. Nelle scimmie, il trattamento con bazedoxifene per 18 mesi ha dato come risultati la parziale conservazione della massa ossea corticale e trabecolare, come determinato dalle misure della BMD. La parziale conservazione della massa ossea è stata ottenuta dalla riduzioni degli aumenti del turnover osseo indotti dall’ovariectomia, valutati in base ai marcatori biochimici del turnover osseo ed agli indici istomorfometrici misurati nella porzione trabecolare e corticale dell’osso. Fondamentalmente, in entrambe le specie, la somministrazione di bazedoxifene non ha avuto effetti deleteri sulla qualità dell’osso. Come per i risultati ottenuti nei roditori, il trattatmento con bazedoxifene nei primati non umani ha dato come risultato atrofia delle ghiandole uterine e mammarie senza altre differenze istologiche con gli animali non trattati.

Studi di dosi ripetute nei roditori con ciclo normale ed in scimmie cynomolgus hanno rivelato una marcata stimolazione della crescita del follicolo ovarico senza ovulazione che conduce a cisti ovarica parzialmente emorragica e a livelli di estradiolo marcatamente elevati. Questo effetto farmacologico del bazedoxifene può inoltre essere atteso nelle donne nel periodo pre-menopausa, ma è considerato clinicamente irrilevante nelle donne nel periodo post-menopausa.

In studi di carcinogenicità di 6 mesi in topi transgenici, c’è stato un aumento dell’incidenza di tumori benigni delle cellule granulose ovariche nelle femmine di topo a cui siano stati somministrati 150 o 500 mg/kg/die. L’esposizione sistemica (AUC) al bazedoxifene in questi gruppi è stata 35 e 69 volte quella osservata nelle donne nel periodo post-menopausa a cui siano stati somministarti 20 mg/die per 14 giorni.

In uno studio di carcinogenicità di 2 anni nei ratti, un aumento dell’incidenza di tumori benigni delle cellule granulose ovariche è stato osservato nei ratti femmina con concentrazioni nella dieta di 0.03 e 0.1%. L’esposizione sistemica (AUC) al bazedoxifene in questi gruppi è stata 2,6 e 6.6 volte quella osservata nelle donne nel periodo post-menopausa a cui siano stati somministrati 20 mg/die per 14 giorni.

L’osservazione di tumori benigni delle cellule granulose ovariche nelle femmine di ratto e topo a cui sia stato somministrato bazedoxifene è un effetto di classe dei SERM correlato alla loro farmacologia nei roditori, quando trattati durante la loro vita riproduttiva, quando le loro ovaie sono funzionanti e sensibili alla stimolazione ormonale.

Il bazedoxifene non è risultato genotossico o mutagenico in una batteria di test, inclusi il saggio in vitro di mutazione batterica inversa, il saggio in vitro di mutazione avanzata di cellula di mammifero al locus della timidina chinasi (TK±) nelle cellule linfomatose di topo L5178Y, nel saggio in vitro di aberrazione cromosomica nelle cellule ovariche (CHO) di criceto cinese e nel saggio in vivo sui micronuclei di topo.

Il bazedoxifene ha causato nefrocalcinosi corticomidollare ed ha aumentato la nefropatia spontanea cronica progressiva (CPN) nei ratti maschi. I parametri urinari sono cambiati patologicamente. In studi a lungo termine sono stati osservati tumori renali (adenomi e carcinomi) a tutti i dosaggi testati, molto probabilmente come conseguenza di questo danno renale cronico. In uno studio di carcinogenicità a due anni, il bazedoxifene, somministrato oralmente ai ratti nella dieta a dosaggi di 0; 0,003%, 0,01%, 0,03% o 0,1%, ha dato esposizioni, basate sull’area di superficie (mg/m² ) approssimativamente da 0,6 a 23 volte e da 0,9 a 31 volte la dose clinica di 20 mg nei maschi e nelle femmine, rispettivamente. Poiché la nefropatia cronica progressiva e la nefrocalcinosi corticomidollare sono più probabilmente nefropatie ratto-specifiche, questi risultati sono presumibilmente non rilevanti per gli uomini.

In uno studio a 18 mesi sull’efficacia sull’osso in scimmie cynomolgus in età avanzata ovariectomizzate, bazedoxifene, somministrato oralmente alle scimmie ai dosaggi di 0, 0,2, 0,5, 1, 5, o 25 mg/kg/die, ha dato esposizioni, basate sull’area di superficie (mg/m² ) approssimativamente da 0,2 a 24 volte la dose clinica di 20 mg. In questo studio sono stati osservati carcinomi a cellule renali. Questi tumori sono considerati come carcinomi a cellule renali spontanei, che sono noti verificarsi nei primati non umani e che è improbabile siano rilevanti nell’uomo.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Nucleo della compressa:

Lattosio monoidrato

Cellulosa microcristallina

Amido (mais) pregelatinizzato

Sodio amido glicolato

Sodio lauril solfato

Silice anidra colloidale

Magnesio stearato

Acido ascorbico

Film rivestimento:

Ipromellosa

Titanio diossido (E171)

Macrogol 400


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

2 anni


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Non conservare al di sopra dei 25°C.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Confezione blister in PVC/Aclar da 7, 28, 30, 84 e 90 compresse rivestite con film.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

Pfizer Limited

Ramsgate Road

Sandwich

Kent CT13 9NJ

Regno Unito


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

EU/1/09/511/001

039364017

EU/1/09/511/002

039364029

EU/1/09/511/003

EU/1/09/511/004

EU/1/09/511/005


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

Data della prima autorizzazione: 17 Aprile 2009


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Febbraio 2011