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CORTISON-CHEMICETINA
Unguento oftalmico
100 g contengono:
- Principi attivi -
Cloramfenicolo g 1; Idrocortisone acetato g 0,5
Unguento
100 g contengono:
- Principi attivi -
Idrocortisone acetato g 2,5; Cloramfenicolo g 2
Gocce
100 ml contengono:
- Principi attivi -
Cloramfenicolo g 1; Idrocortisone caprilato g 0,5
Unguento oftalmico; unguento; gocce
Indicazioni dermatologiche: dermatiti sensibili ai corticosteroidi per uso topico accompagnate da sovrainfezioni batteriche sensibili al cloramfenicolo. Dermatiti batteriche da germi sensibili al cloramfenicolo accompagnate da evidente reazione infiammatoria.
Indicazioni oculistiche. infezioni oculari causate da germi sensibili al cloramfenicolo nei casi in cui sia utile associare l'azione antiinfiammatoria dell'idrocortisone.
Indicazioni otologiche: infezioni del canale uditivo esterno da germi sensibili al cloramfenicolo ed accompagnate da evidenti reazioni infiammatorie.
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Dermatologia:applicare un sottile strato di unguento 2-3 volte al giorno sulle parti cutanee colpite, usando la preparazione 2,5% + 2% unguento.
Oculistica:1-3 applicazioni al giorno di unguento oftalmico 0,5% + 1%,oppure 2 gocce 3-4 volte al giorno nel sacco congiuntivale. Nell'uso pediatrico si consiglia di utilizzare l’unguento oftalmico 0,5% + 1%.
Otoiatria: instillare 2-3 gocce, 3-4 volte al giorno, nel condotto uditivo esterno, dopo accurata pulizia mediante cotone idrofilo sterile.
Controindicazioni dermatologiche ed otologiche
Ipersensibilità nota verso i componenti. Tubercolosi cutanea, herpes simplex ed herpes zoster, varicella ed altre malattie micotiche e virali della cute da trattare. Acne rosacea. Ulcere cutanee. Perforazione della membrana timpanica.
Non utilizzare la tecnica del bendaggio occlusivo, a meno che sia espressamente prescritto dal medico.
Controindicazioni oculistiche
Ipersensibilità nota verso i componenti. Ipertensione oculare. Herpes simplex acuto ed altre malattie virali della cornea; congiuntiviti con cheratite ulcerativa anche in fase iniziale (test fluorescina +).
Tubercolosi e micosi dell'occhio; oftalmie acute, congiuntiviti e blefariti purulente ed erpetiche che possono essere aggravate dai corticosteroidi. Orzaiolo.
Come per altri preparati antibiotici è possibile lo sviluppo di microorganismi non sensibili, compresi i funghi. I cortisonici inoltre possono ridurre la resistenza alle infezioni ed attivare, potenziare o mascherare un processo infettivo. Se il trattamento antibiotico concomitante è inappropriato, si può verificare, per l'effetto antiflogistico degli steroidi, un miglioramento solo apparente della situazione clinica. Pertanto se l'affezione non risponde prontamente ed effettivamente alla terapia combinata, questa dovrà essere sospesa e l'infezione curata adeguatamente con altri provvedimenti. Comunque non superare una settimana di trattamento.
I cortisonici possono mascherare una reazione locale d'ipersensibilità al cloramfenicolo. L'uso eccessivo del prodotto, come in caso di trattamento in zone estese o per terapie prolungate, può determinare fenomeni generali da assorbimento sistemico.
E' consigliabile non usare il cloramfenicolo nella chemioprofilassi o nella terapia di infezioni banali. Limitare la somministrazione dell'antibiotico al periodo strettamente necessario, possibilmente non oltre 2 settimane. Nel corso del trattamento é opportuno eseguire esami ematici mirati per mettere in luce le prime alterazioni che possano segnalare una depressione del midollo osseo. La somministrazione di cloramfenicolo, a dosi elevate e per terapie prolungate e ripetute, può infatti indurre l'insorgenza di una grave sindrome di anemia aplastica, rilevabile anche dopo settimane o mesi dalla sospensione del trattamento. E' possibile anche un abbassamento del tasso di protrombina per inibizione della flora batterica intestinale produttrice di vitamina K1. L'uso topico, specie se prolungato, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione; in tale evenienza interrompere il trattamento ed adottare una terapia idonea. Sono stati descritti rari casi di ipoplasia midollare in seguito ad impiego protratto di cloramfenicolo, per uso topico. Per tale motivo il prodotto va usato per brevi periodi salvo esplicita indicazione del medico. Nei prematuri e nei neonati sino a 4 settimane, per l'inattività della glicurono-coniugazione, usare particolare cautela nel dosaggio (in media 25 mg/Kg/die da somministrarsi ogni 6 ore).
Nei pazienti con compromissione della crasi ematica, il cloramfenicolo va impiegato con notevole cautela: in ogni caso, nelle terapie prolungate o ripetute, sorvegliare frequentemente la crasi ematica, interrompendo immediatamente il trattamento se i leucociti diminuiscono al di sotto di 4000 per mm³ e i granuloci del 40% (a meno che non si tratti di infezioni di per sé leucopenizzanti come la febbre tifoide); é peraltro possibile la comparsa di complicanze tardive.
Nei pazienti con insufficienza epatica o renale, in conseguenza delle ridotte capacità di metabolizzare ed eliminare il farmaco, la posologia va adeguata caso per caso. Il trattamento con cloramfenicolo, come con altri antibiotici, può dare luogo a superinfezioni da agenti batterici insensibili o da miceti.
Tenere fuori dalla portata dei bambini
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Evitare, per misura precauzionale, la contemporanea somministrazione di farmaci che si sospetta possano provocare depressione midollare.
Sono sconsigliare le associazioni con:
- alcool (effetto abuso)
- anticoagulanti orali, il cui effetto viene potenziato.
Se non é possibile evitare l'associazione, controllare più frequentemente il tasso di protrombina e modificare adeguatamente la posologia dell'anticoagulante fino a 8 giorni dalla sospensione del trattamento con cloramfenicolo.
- Difenilidantoina o fenobarbital (rischio di sovradosaggio). Se non é possibile evitare l'associazione, effettuare una stretta sorveglianza clinica con dosaggio dei livelli di difenilidantoina ematici e conseguente adattamento della posologia durante e dopo l'interruzione di cloramfenicolo.
- Sulfamidici ipoglicemizzanti (tolbutamide e farmaci simili). Per evitare il pericolo di ipoglicemia adattare la posologia dell'ipoglicemizzante sia durante il trattamento con cloramfenicolo che dopo la sua sospensione.
Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità sotto il diretto controllo del medico. Al termine della gravidanza e durante il parto usare cautela in quanto l'antibiotico supera la barriera placentare e può talvolta esercitare effetti tossici sul feto (sindrome grigia). Particolari precauzioni devono essere adottate durante l'allattamento tenendo presente la possibilità di effetti tossici sul lattante.
La somministrazione di cloramfenicolo non influenza la capacità di attenzione, per cui non vi é alcun impedimento alla guida ed all'uso di macchine di precisione.
In corso di trattamento con cloramfenicolo possono manifestarsi alcuni dei seguenti effetti collaterali:
- Discrasie ematiche dovute a depressione del midollo osseo: sono stati descritti casi di trombocitopenia, agranulocitosi, anemia ipoplastica o aplastica.
Si tratta generalmente di manifestazioni in rapporto alla dose e reversibili alla sospensione del trattamento; tuttavia, in rarissimi casi, tali manifestazioni possono presentarsi senza relazione ai dosaggi ed avere carattere irreversibile.
- Manifestazioni gastroenteriche: raramente possono comparire nausea, vomito, glossite, stomatite, diarrea, enterocolite.
- Manifestazioni neurotossiche: rarissimi casi di neurite, ottica o periferica, sono stati riportati in pazienti trattati per lungo tempo e a dosi elevate.
- Reazioni di ipersensibilità: é possibile l'insorgenza di febbre, eruzioni cutanee, fenomeni anafilattici.
Reazioni di tipo Yarisch-Herxheimer si sono verificate durante trattamento della febbre tifoide.
- Sindrome grigia: nei prematuri e nei neonati é stata descritta questa sindrome che si manifesta, dopo 3-4 giorni di trattamento a dosi elevate, con distensione addominale e cianosi pallida progressiva e che può evolvere anche con gravi disfunzioni cardiocircolatorie ed exitus.
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Il sovradosaggio aumenta il rischio di complicazioni soprattutto di tipo ematologico legate alla tossicità diretta del cloramfenicolo.
Attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosaggio (p.4.2.), alle avvertenze speciali e alle precauzioni d'uso (p.4.4.). Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio accidentale.
La specialità contiene idrocortisone e cloramfenicolo, principi attivi che conferiscono al preparato caratteristiche antiinfiammatorie ed antiinfettive.
L'idrocortisone è un corticosteroide topico ad azione antiinfiammatoria e vasocostrittrice.
Come gli altri cortisonici riduce la flogosi sia riducendo la permeabilità vasale, e quindi l'edema, sia stabilizzando la membrana liposomiale delle cellule che partecipano alla reazione infiammatoria.
L'idrocortisone, uno dei due corticosteroidi fisiologicamente più importanti e biologicamente attivi nell'uomo, è il prototipo dei glucocorticoidi. I glucocorticoidi hanno la capacità di prevenire o sopprimere le manifestazioni biochimiche e quindi anatomo-patologiche del fenomeno infiammatorio comunque indotto. Parallelamente la loro azione si esplica verso i fenomeni patologici determinati da meccanismi immunologici.
Come è noto, il fenomeno infiammatorio si esplica attraverso fasi schematicamente suddivisibili in una fase acuta (edema, deposizione fibrinica, dilatazione capillare, migrazione leucocitaria verso il focolaio infiammatorio, attività macrofagica) ed una fase più tardiva (proliferazione di capillari e fibroblasti, deposizione di collagene, epitelizzazione e cicatrizzazione): l'azione dei corticosteroidi si svolge a carico di entrambe le fasi.
Il cloramfenicolo è un antibiotico attivo contro numerosi batteri Gram-positivi e Gram-negativi, mentre è inattivo nei confronti dei funghi. Agisce principalmente legandosi reversibilmente alla sub-unità ribosomiale 50S, inibendo così la sintesi proteica. le specie microbiche generalmente sensibili (CMI 5 g/ml) sono: Streptococchi (gruppi A e B), Streptococcus pneumoniae (Pneumococco), Neisseria gonorrhoeae (Gonococco), Neisseria meningitis (Meningococco); Bacillus subtilis, Corynebacterium, Listeria; Salmonella, Shigella, Brucella, Pasteurella, Haemophilus, Compybacter, Vibro; Anaerobi (Bacterioides, Clostridium, Fusobacterium, Aeromonas); Rickettsie, Mycoplasma, Chlamydiae.
Specie non sempre sensibili: Staphilococchi, Enterococchi, Colibacilli, Klebsiella, Proteus.
Sono invece resistenti (CMI 25 g/ml): Serratia, Acinetobacter, Pseudomonas.
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Il cloramfenicolo, somministrato per via orale, viene rapidamente assorbito (dal 75 al 90%) e il picco ematico (10-13 mcg/ml dopo somministrazione di 1 g) viene raggiunto in media entro 2-3 ore dalla somministrazione.
Dopo 8 somministrazioni ripetute di 1 g ogni 6 ore, si sono ottenuti i seguenti picchi sierici medi:
11,2 mcg/ml dopo 1 ora dalla prima somministrazione.
18,4 mcg/ml dopo la quinta somministrazione (effetto accumulo).
Il cloramfenicolo si diffonde rapidamente ma la sua distribuzione non é uniforme. Le concentrazioni maggiori si trovano nel fegato e nel rene; le concentrazioni minori si trovano nel cervello e nel liquido cerebro-spinale. Il cloramfenicolo penetra nel liquido cerebro-spinale anche in assenza di stato infiammatorio della meninge e raggiunge concentrazioni pari a circa la metà di quelle del sangue.
Livelli misurabili si ritrovano anche nei liquidi pleurici e ascitici, nella saliva, nel latte e negli umori acqueo e vitreo.
Inoltre passa la barriera placentaria a concentrazioni di poco inferiori nel cordone ombelicale del neonato rispetto al sangue materno.
Il cloramfenicolo viene rapidamente metabolizzato a livello epatico soprattutto in derivati con acido glicuronico, microbiologicamente inattivi.
Poiché il glicuronide é escreto rapidamente, la maggior parte del cloramfenicolo ritrovato nel sangue é nella forma libera. Circa il 90% della dose somministrata é eliminata per via renale. Piccole quantità si trovano nella bile (2-3%) e nelle feci (1%).
L'emivita del cloramfenicolo é di circa 3 ore. L'idrocortisone è ben assorbito dalle sedi di applicazione locale. Il passaggio attraverso le membrane cellulari di rivestimento avviene in modo sufficientemente adeguato da indurre effetti farmacologici e quindi terapeutici.
Nel sangue l'idrocortisone è legato per il 90% reversibilmente con le proteine. La sua emivita plasmatica è di circa 1,5 ore; la sua emivita biologica, cioè la capacità di indurre fenomeni farmacologici si estende tra le 8 e le 12 ore. La degradazione enzimatica del cortisolo fino a sulfatidi o glucoronidi avviene nel fegato e parzialmente nel rene.
Generalmente sia il cloramfenicolo che l'idrocortisone vengono assorbiti solo in piccole quantità. Un assorbimento più evidente può essere condizionato dalla sede di applicazione, dall'estensione del tratto di cute da trattare, dal tipo di lesione e dalla durata del trattamento.
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Unguento oftalmico
Paraffina liquida; Lanolina anidra; Vaselina bianca
Unguento
Paraffina liquida; Lanolina anidra; Vaselina bianca
Gocce 7,5%/5 ml
Olio di ricino
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Per tutte le presentazioni: 5 anni
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Unguento oftalmico - Tubo in alluminio e capsula di chiusura in Politene - Tubo 3 g
Unguento - Tubo in alluminio e capsula di chiusura in Politene - Tubo 20 g
Gocce - Flacone in vetro ambrato - Flacone 3 ml
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FOURNIER PHARMA S.p.A. - Centro Direzionale Milano Oltre, Palazzo Caravaggio, Via Cassanese 224, Segrate (MI)
Unguento oftalmico A.I.C. n. 010495048 - Gennaio 1956
Unguento A.I.C. n. 010495051 - Gennaio 1956
Gocce A.I.C. n. 010495063
21 Ottobre 1955/Giugno 2000
Febbraio 2002