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CORTONE ACETATO
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: cortisone acetato mg 25
Eccipienti: lattosio mg 206, amido di mais mg 70,22, magnesio stearato mg 2,25.
Compresse.
Affezioni di interesse reumatologico come terapia aggiuntiva per la somministrazione a breve termine (per far superare al paziente un episodio acuto o una riacutizzazione) in artrite reumatoide (casi particolari possono richiedere una terapia di mantenimento a basse dosi), tenosinoviti acute non specifiche, borsiti acute e subacute,artrite gottosa acuta.
Malattie del collageno: durante una riacutizzazione o come terapia di mantenimento in casi particolari di lupus eritematosus sistemico, cardite reumatica acuta.
Affezioni dermatologiche: pemfigo.
Forme allergiche (per controllare condizioni allergiche gravi o debilitanti non trattabili in maniera convenzionale): asma bronchiale, dermatite da contatto, dermatite atopica.
Malattie oftalmiche: processi infiammatori ed allergici cronici ed acuti gravi che coinvolgono l'occhio ed i suoi annessi.
Neoplasie (solo a scopo palliativo): leucemia e linfomi negli adulti, leucemia acuta nell'infanzia.
Condizioni che richiedono una terapia ormonica sostitutiva, compreso il morbo di Addison, l'insufficienza surrenale acuta, la sindrome di Waterhouse-Friederichsen, l'insufficienza surrenale postoperatoria.
Malattie gastrointestinali: come coadiuvante nel trattamento della colite ulcerosa, sprue intrattabile, enterite regionale.
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La posologia non dipende tanto dalla diagnosi specifica, quanto dalla gravità, dalla prognosi, dalla durata prevedibile della malattia e dalla risposta individuale. Le posologie seguenti, basate sulla esperienza clinica, possono servire di orientamento al Medico ed essere adeguate al caso singolo a parere del Medico.
Le compresse devono essere somministrate ripartite in 2-4 dosi al giorno.
Poliartrite cronica primaria, asma cronica, malattie oculari croniche e altre forme croniche di solito non letali
Dose di attacco: 80-100 mg al giorno finché non si ottiene risposta soddisfacente; di solito per 1 o 2 settimane.
Dose di mantenimento: ridurre gradualmente la dose di attacco di 5-15 mg ogni 4-5 giorni finché si raggiunga la minima dose adatta di mantenimento giornaliero; di solito 50-75 mg.
Asma stagionale grave, malattie oculari acute circoscritte ed altre forme morbose circoscritte
Primo giorno 200-300 mg; secondo giorno: 100-200 mg; terzo giorno:100 mg.
In seguito ridurre gradualmente e infine sospendere. Nei processi infettivi dell'occhio associare terapia antibiotica.
Reumatismo articolare acuto ed altre forme morbose acute ingravescenti o ad evoluzione fatale o sfociante in un danno organico permanente
Dose di attacco: primo giorno, fino a 400 mg; in seguito 200 mg al giorno finché si ottiene risposta soddisfacente.
Dose di mantenimento: ridurre gradualmente a 100 mg o meno al giorno finché la remissione sembri probabile; riprendere il trattamento se si ha ricaduta.
Lupus eritematoso disseminato, pemfigo e altre malattie prolungate o ad esito solitamente fatale
Dose di attacco: primo giorno 400 mg o più; poi 200 mg o più al giorno finché si ottenga risposta soddisfacente.
Dose di mantenimento: ridurre gradualmente a 100 mg o meno al giorno. Continuare indefinitamente o finché la remissione sembri probabile. In seguito sospendere gradualmente; riprendere però il trattamento in caso di ricadute.
Stato asmatico, sindrome di Waterhouse-Friderichsen, edema della laringe,episodi acuti del Lupus eritematoso disseminato e altre condizioni acute minaccianti la vita
Nei primi giorni: 300-450 mg o più poi ridurre fino al dosaggio di mantenimento o sospendere.
Morbo di Addison o surrenectomia
10-20 mg, o talvolta di più, al giorno associando 4-6 g di cloruro di sodio o 1-3 mg di desossicorticosterone acetato.
In occasione di crisi, interventi chirurgici, o altri importanti stati di stress
100-300 mg o più al giorno finché l'insolito stress non sia superato e sia ripresa la normale alimentazione.
Tubercolosi, ulcera gastro-duodenale, psicosi, infezioni micotiche sistemiche,Herpes oculare simplex, anastomosi intestinali recenti.
Sebbene la tubercolosi, le anastomosi intestinali recenti e l'Herpes simplex dell'occhio siano controindicazioni quasi assolute, l'uso del cortisone acetato è giustificato qualora si trattasse di una malattia minacciante la vita, o la vista, che sia suscettibile alla terapia con questo ormone.
Ipersensibilità a questo farmaco.
È opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo della malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena questa sia possibile. Posologie medie o alte di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio. Tali effetti hanno minori probabilità di verificarsi con i derivati sintetici, a meno che questi vengano impiegati ad alte posologie. Possono essere necessari un regime povero di sale ed un apporto supplementare di potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio.
In corso di terapia prolungata può essere opportuno, a titolo precauzionale, un regime anti-ulceroso comprendente un antiacido.
Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress è indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima durante e dopo la situazione di stress.
Un'insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potrà essere ridotta al minimo attraverso la graduale riduzione della posologia. Questo tipo di insufficienza relativa può tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia; in qualsiasi situazione di stress che si verificasse durante questo periodo, è quindi opportuno reistituire la terapia ormonale.
Se il paziente è già sotto trattamento steroideo,può rendersi necessario un aumento della posologia. Dato che la secrezione di mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, è opportuna la contemporanea somministrazione di sale di un mineralcorticoide o di ambedue.
Dopo una terapia a lungo termine, la sospensione dei corticosteroidi potrebbe dare una sindrome comprendente febbre, mialgia, artralgia, e senso di malessere. Questo può accadere anche in pazienti senza evidenza di insufficienza surrenalica.
In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo. Altre procedure immunitarie non dovrebbero essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, specie se ad alte dosi, dato il pericolo di una mancata risposta anticorpale. Tuttavia, si può procedere all'immunizzazione di pazienti che stanno prendendo corticosteroidi come terapia sostitutiva, ad esempio per il morbo di Addison.
In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea.
L'impiego del Cortone Acetato compresse nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazione a un appropriato regime antitubercolare. Quando i corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessario un rigoroso controllo, dato che può verificarsi una riattivazione della malattia. In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una chemioprofilassi. Gli steroidi dovrebbero essere impiegati con cautela in presenza di: colite ulcerosa aspecifica con possibilità di perforazione, ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinale recente; ulcera peptica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave. Sono stati descritti casi di emboli sistemici di tessuto adiposo quali possibili complicanze da iperdosaggio di cortisonici.
I corticosteroidi devono essere impiegati con cautela nei pazienti con herpes simplex oftalmico, dato il possibile rischio di perforazione corneale. Nei pazienti ipotiroidei e in quelli cirrotici gli effetti dei corticosteroidi risultano più marcati. In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la motilità e il numero degli spermatozoi.
Difenildantoina, efedrina, fenobarbitale, rifampicina, possono indurre un aumento nel metabolismo e nella clearance dei corticosteroidi; può di conseguenza essere necessario aumentare la posologia dello steroide. I corticosteroidi possono mascherare alcuni sintomi dell'infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi infezioni sovrapposte. In corso di terapia corticosteroidea si può osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi. Durante il trattamento con corticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche che possono andare da sintomi di euforia, insonnia, variazioni dell'umore, alterazioni della personalità, depressione grave, a manifestazioni psicotiche vere e proprie. Quando presenti, l'instabilità psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi. L'impiego prolungato dei corticosteroidi può causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici, e può favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus. I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo. Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente in pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici contemporaneamente poiché in alcuni casi si è visto che i corticosteroidi hanno alterato la risposta agli anticoagulanti.
Alcuni studi hanno dimostrato che l'effetto comunemente prodotto aggiungendo corticosteroidi è l'inibizione della risposta a composti cumarinici.
Quando i corticosteroidi sono somministrati insieme a diuretici depletori di potassio, si deve controllare rigorosamente che nei pazienti non insorga ipokalemia.
Avvertenze
Tenere fuori dalla portata dei bambini .
il Medico deve tener presente la possibilità di effetti del Cortone Acetato sul ricambio degli elettroliti, dell'acqua, delle proteine e dei carboidrati.
Se compaiono edemi, si possono ridurre mediante una dieta povera di sodio (meno di 1 g al giorno); se questo provvedimento non porta alla scomparsa dell'edema, diminuire le dosi di Cortone Acetato: ometterne qualcuna finché la diuresi si normalizzi,oppure somministrare un diuretico associando eventualmente 1 o 2 g di cloruro di potassio. Solo in rari casi l'edema diviene tanto grave da obbligare la sospensione della terapia con cortisone acetato.
Trattamento dei pazienti sotto stress: durante e subito dopo uno stress importante come un trauma o un intervento, anche se ha luogo alcuni mesi dopo che la terapia è stata sospesa,gli steroidi devo essere continuati o risomministrati di solito in dosi più alte, per prevenire l'insufficienza surrenalica.
Sospensione del medicamento: il trattamento deve essere sospeso gradualmente quando sia stato applicato solo per pochi giorni, o, eventualmente, deve essere sospeso per correggere un effetto collaterale grave. Il paziente deve essere controllato accuratamente in seguito per l'eventualità di una improvvisa ricaduta.
I glicocorticoidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti. In questi casi va sempre valutata l'opportunità di istituire una adeguata terapia antibiotica. Tutti i glicocorticoidi aumentano l'escrezione di calcio.
I pazienti sotto terapia con glicocorticoidi non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono glicocorticoidi specialmente ad alte dosi a causa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale. L'uso nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il glicocorticoide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i glicocorticoidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare una riattivazione della malattia. Nella terapia prolungata questi soggetti devono ricevere una chemioprofilassi. Nei pazienti ipertiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai glicocorticoidi può essere aumentata.
La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente. Durante la terapia possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: dell'umore o della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi.
Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aumentate dai glicocorticoidi.
Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia prudenza nell'associare l'acido acetilsalicilico ai glicocorticoidi.
I glicocorticoidi devono essere somministrati con cautela nei seguenti casi: colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, diabete mellito, scompenso renale, ipertensione, osteoporosi, miastenia grave. I bambini sottoposti a prolungata terapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.
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Non si conoscono interazioni medicamentose.
Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci in donne in gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in età feconda richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivati dal farmaco per la madre e per il feto. I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo. I corticosteroidi si ritrovano nel latte materno e potrebbero impedire la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni, o causare altri effetti indesiderati. Le donne che prendono dosi farmacologiche di corticosteroidi non dovrebbero allattare.
Non interferisce sulla capacità di guidare e sull'uso di macchine.
Disturbi idroelettrolitici: ritenzione di Na, ritenzione di liquidi, insufficienza cardiaca congestizia in pazienti predisposti, perdita di K con conseguente alcalosi ipokaliemica. Ipertensione arteriosa con insufficienza cardiaca congestizia.
Disturbi osteomuscolari: miopatia da steroidi, ipotrofia delle masse muscolari, osteoporosi con possibili fratture patologiche delle ossa lunghe, rotture tendinee, necrosi asettica della testa del femore e dell'omero.
Disturbi gastrointestinali: esofagite ulcerativa, pancreatite, ulcera peptica con possibile perforazione ed emorragia, perforazione del piccolo e del grosso intestino, particolarmente in pazienti con patologia intestinale di tipo infiammatorio, distensione addominale.
Disturbi dermatologici: cicatrizzazione difficoltosa, distrofie cutanee, petecchie ed ecchimosi, eritema, possono essere soppresse le reazioni e i test cutanei, altre reazioni cutanee, tipo dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico.
Disturbi neurologici: convulsioni, aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumore cerebrale) di solito dopo trattamento, vertigini, mal di testa.
Disturbi endocrini: irregolarità mestruali. Sviluppo di sindrome cushingoide. Arresto della crescita nei bambini. Mancata risposta corticosurrenale ed ipofisaria particolarmente sotto stress,come traumi, interventi chirurgici e stati morbosi. Ridotta tolleranza ai carboidrati. Manifestazioni di diabete mellito latente. Necessità di aumentare i dosaggi di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei diabetici.
Disturbi oculari: cataratte subcapsulari posteriori, aumento della pressione endoculare, glaucoma, esoftalmo.
Disturbi metabolici: bilancio dell'azoto negativo dovuto a catabolismo proteico.
Altre: ipersensibilità, tromboembolia, aumento di peso, aumento dell'appetito, nausea, malessere.
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Non sono disponibili dati del sovradosaggio nell'uomo.
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Non sono note incompatibilità con altri farmaci.
Periodo di validità: 5 anni.
Non esistono speciali precauzioni per la conservazione.
Le compresse sono contenute in blister di PVC e alluminio.
20 compresse da 25 mg
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ISTITUTO CHIMICO INTERNAZIONALE
DR. GIUSEPPE RENDE S.r.L.
Via Salaria, 1240 - 00138 Roma
20 compresse 25 mg AIC n. 004561015
aprile 1959.
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