Pubblicità
DEDIOL
Capsule
Una capsula contiene:
principio attivo: alfacalcidolo (1α idrossivitamina D3) 0,25 mcg.
Gocce orali, soluzione (per ml di soluzione)
principio attivo: alfacalcidolo (1α idrossivitamina D3) 2 mcg.
Capsule.
Gocce orali, soluzione.
- Osteodistrofia da insufficienza renale in dialisi o meno.
- Ipoparatiroidismo.
- Rachitismo ed osteomalacia D resistente o D dipendente (pseudo deficitaria).
- Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali dovute al metabolismo della vitamina D.
- Osteoporosi post menopausale.
Pubblicità
Dose iniziale per tutte le indicazioni.
Adulti: 1 mcg al giorno.
Bambini di peso superiore ai 20 Kg: 1 mcg al giorno.
Bambini di peso inferiore ai 20 Kg: 0,05 mcg/Kg al giorno.
1 ml di soluzione contiene 2 mcg di principio attivo.
Per i bambini di peso inferiore ai 20 kg la posologia è di 0,05 mcg/kg/die. Per facilitare il calcolo del dosaggio in questi bambini si riporta qui di seguito una tabella esemplificativa dose/peso:
Peso del bambino | Dose | Numero di gocce |
1 kg | 0,050 mcg | 1 gtt |
1,5 kg | 0,075 mcg | 2 gtt |
2 kg | 0,100 mcg | 2 gtt |
2,5 kg | 0,125 mcg | 3 gtt |
3 kg | 0,150 mcg | 4 gtt |
3,5 kg | 0,175 mcg | 4 gtt |
4 kg | 0,200 mcg | 5 gtt |
4,5 kg | 0,225 mcg | 6 gtt |
5 kg | 0,250 mcg | 6 gtt |
5,5 kg | 0,275 mcg | 7 gtt |
6 kg | 0,300 mcg | 8 gtt |
6,5 kg | 0,325 mcg | 8 gtt |
7 kg | 0,350 mcg | 9 gtt |
7,5 kg | 0,375 mcg | 10 gtt |
8 kg | 0,400 mcg | 10 gtt |
8,5 kg | 0,425 mcg | 11 gtt |
9 kg | 0,450 mcg | 11 gtt |
9,5 kg | 0,475 mcg | 12 gtt |
10 kg | 0,500 mcg | 13 gtt |
11 kg | 0,550 mcg | 14 gtt |
12 kg | 0,600 mcg | 15 gtt |
13 kg | 0,650 mcg | 17 gtt |
14 kg | 0,700 mcg | 18 gtt |
15 kg | 0,750 mcg | 19 gtt |
16 kg | 0,800 mcg | 21 gtt |
17 kg | 0,850 mcg | 22 gtt |
18 kg | 0,900 mcg | 23 gtt |
19 kg | 0,950 mcg | 25 gtt |
20 kg | 1,000 mcg | 26 gtt |
Si consiglia, di non somministrare direttamente il prodotto ma di utilizzare un cucchiaino per dosare correttamente l’esatto numero di gocce da somministrare.
È importante regolare il dosaggio in accordo con le risposte biochimiche onde evitare l’instaurarsi di ipercalcemia. I parametri da valutare comprendono i tassi plasmatici di calcio, la fosfatasi alcalina, l’ormone paratiroideo, l’escrezione urinaria di calcio nonchè esami istologici e radiografici.
Pazienti con grave disfunzione ossea (eccezion fatta per quelli con insufficienza renale) possono tollerare una posologia più elevata senza che compaia ipercalcemia.
In ogni caso, il mancato rapido aumento del calcio plasmatico in pazienti con osteomalacia, non implica la necessità di aumentare la posologia in quanto il calcio derivante da un aumentato assorbimento intestinale può essere incorporato nelle ossa demineralizzate.
In tal caso la maggior parte dei pazienti risponderanno ad una posologia di 1-3 mcg/die.
La posologia deve essere ridotta nelle alterazioni del sistema scheletrico quando vi sia una evidenza biochimica e radiografica di guarigione e nei pazienti ipoparatiroidei quando si siano raggiunti livelli normali di calcio plasmatico. Le dosi di mantenimento sono generalmente comprese tra 0,25 e 1 mcg/die.
Osteodistrofia da insufficienza renale
La maggior parte dei pazienti con osteite fibrosa ed osteomalacia mostrano miglioramenti sintomatologici rapidi e miglioramenti biochimici, radiologici ed istologici graduali. In questi soggetti il solo effetto indesiderato è l’ipercalcemia che è più probabile quando vi è un miglioramento evidente del quadro osseo. Pazienti con livello di calcio plasmatico relativamente alto possono manifestare un iperparatiroidismo autonomo che spesso non risponde alla terapia con 1α OH D3: in questo caso può essere opportuno ricorrere ad altre terapie. Prima e durante il trattamento con 1α OH D3 è opportuno considerare la possibilità di usare sostanze che si leghino ai fosfati onde prevenire una iperfosfatemia che, soprattutto quando è associata ad ipocalcemia, aumenta il rischio di calcificazione metastatica. Poichè una ipercalcemia prolungata può aggravare la riduzione della funzionalità renale, è particolarmente importante tenere costantemente sotto controllo il tasso di calcio plasmatico nei pazienti con insufficienza renale cronica. Un’ipercalcemia precoce è più probabile in pazienti con iperparatiroidismo autonomo, con osteomalacia istologicamente “pura” dovuta, presumibilmente a deplezione di fosfati od intossicazione da alluminio e nei dializzati soggetti a forti perdite di calcio.
Ipoparatiroidismo
Al contrario di quanto avviene in risposta alla vitamina D, i bassi livelli di calcio plasmatico vengono riportati alla norma in tempi relativamente brevi. Con una posologia di 1α OH D3 più elevata (3-5 mcg) e con somministrazione di calcio possono essere corrette anche forme gravi di ipocalcemia (ad esempio dopo intervento chirurgico esteso sulla tiroide) e la relativa sintomatologia può essere eliminata più rapidamente. La normocalcemia può essere mantenuta con una posologia ridotta.
Osteomalacia e rachitismo ipofosfatemico resistente alla vitamina D
Sono caratterizzati da ipofosfatemia dovuta a difettoso riassorbimento tubulare renale o ad alterato assorbimento intestinale del fosforo. In tali casi alte dosi di vitamina D ed un ulteriore apporto di fosfati possono essere insufficienti, in quanto possono determinare ipocalcemia ed iperparatiroidismo. Il trattamento con 1α OH D3 migliora rapidamente la miopatia, se presente, aumenta la ritenzione del calcio e del fosforo e favorisce la riparazione delle lesioni ossee. In alcuni pazienti può essere necessario un trattamento supplementare a base di fosfati. Il rachitismo pseudo-deficitario (D dipendente) richiede alte dosi di vitamina D, probabilmente per un difetto ereditario della produzione di 1,25 (OH) 2 D3. Invece le dosi terapeutiche di 1α OH D3 sono sufficienti per la remissione del rachitismo nutrizionale dovuto a carenza di vitamina D.
Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali dovute al metabolismo della vitamina D
Rachitismo ed osteomalacia da alterazioni renali possono essere risolti rapidamente con dosi “fisiologiche” di 1α OH D3. Alcune esperienze hanno mostrato che pazienti con osteomalacia da malassorbimento, che rispondevano soltanto ad alte dosi di vitamina D per via parenterale, ottengono buoni risultati con piccole dosi orali di 1α OH D3.
Il prodotto non deve essere somministrato durante la gravidanza e nei soggetti con nota ipersensibilità individuale ai componenti.
Durante tutto il periodo di trattamento sono necessarie determinazioni periodiche del livello di calcio plasmatico e degli altri parametri necessari.
I livelli del calcio plasmatico devono essere misurati ogni settimana ed ogni mese, a seconda dei progressi del paziente.
I controlli frequenti sono particolarmente necessari nel primo periodo di trattamento (specie quando il livello di calcio plasmatico è già relativamente alto) ed in seguito quando si verifica la guarigione a livello osseo.
Se si verifica ipercalcemia, la somministrazione di 1α OH D3 deve essere interrotta sino alla normalizzazione del calcio plasmatico (circa una settimana) e poi si può riprendere la terapia con posologia dimezzata.
In caso di ipercalcemia grave, si deve trattare i pazienti con un diuretico dell’ansa o con fluidi per e.v. e con corticosteroidi.
Il rischio di ipercalciuria è in relazione a vari fattori, come difetti di qualsiasi tipo di mineralizzazione, funzionalità renale, posologia usata di 1α OH D3. Per queste ragioni, l’ipercalcemia si verifica con maggiore probabilità nell’osteomalacia e più facilmente nell’insufficienza renale. L’ipercalcemia si verifica quando vi è una evidenza biochimica di guarigione delle lesioni ossee (per esempio una normalizzazione del livello plasmatico di fosfatasi alcalina) e non viene ridotta correttamente la posologia della 1α OH D3. Una prolungata ipercalcemia deve essere evitata soprattutto nei casi di insufficienza renale cronica.
Links sponsorizzati
I pazienti in trattamento con barbiturici o altri anticonvulsivanti o con acido acetilsalicilico possono richiedere posologie più elevate di 1α OH D3 per ottenere gli stessi effetti. L’Alfacalcidolo aumenta l’assorbimento del magnesio per cui, in corso di trattamento concomitante con antiacidi a base di magnesio può verificarsi il rischio di ipermagnesemia.
Il prodotto non deve essere somministrato durante la gravidanza. In corso di allattamento il farmaco può essere somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.
Il Dediol non interferisce sulla capacità di guidare e sull’uso di macchine.
Nei pazienti con insufficienza renale può verificarsi ipercalcemia ed iperfosforemia con rischio di calcificazione metastatica a livello dei tessuti molli.
Nei pazienti con ipoparatiroidismo e ipofosfatemia, resistente alla vitamina D, e senza insufficienza renale può determinarsi ipercalcemia e ipercalciuria.
Questo rischio può essere prevenuto sospendendo la somministrazione dell’alfacalcidolo quando la calciuria supera 6 mg/ kg/24 h.
Links sponsorizzati
Una grave ipercalcemia può essere riportata alla norma mediante somministrazione di un diuretico dell’ansa e soluzioni endovenose o con corticosteroidi.
L’alfacalcidolo 1α OH D 3 è il primo precursore della sintesi del metabolita attivo della Vitamina D3.
Nell’organismo, la Vitamina D3 è normalmente trasformata in 25 (OH)D3, principalmente a livello epatico, quindi in 1α 25 (OH) 2D3 (metabolita attivo) della 1α idrossilasi renale.
L’alfacalcidolo, che ha già l’ossidrile in posizione 1α, viene direttamente convertito in 1,25 (OH) 2D3 anche nei casi in cui la 1α idrossilasi renale sia inattiva.
L’alfacalcidolo normalizza l’assorbimento intestinale del calcio e del fosforo, elevando sia la calcemia che la fosforemia. La sua azione si esplica anche qualora l’attività della 1α idrossilasi renale sia perturbata.
L’attività farmacodinamica si manifesta rapidamente e proporzionalmente alla dose.
Links sponsorizzati
L’alfacalcidolo, dopo somministrazione orale, viene rapidamente e completamente assorbito. La conversione metabolica è totale in circa 12 ore. L’emivita plasmatica apparente dell’1α 25 (OH) 2D3, proveniente dalla idrossilazione dell’1α (OH) D3 è di circa 24 ore.
Dopo somministrazione unica, il valore della DL50 per os è di 510 mcg/Kg nel topo e di 550 mcg/kg nel ratto, mentre per la via endovenosa è di 310 mcg/Kg nel topo. Nei trattamenti prolungati (180 giorni) per via orale, sia nel ratto che nel cane, l’alfacalcidolo risulta ben tollerato e solo con la somministrazione di dosi molto elevate e notevolmente più alte di quelle consigliate per uso umano si possono evidenziare fenomeni tossici legati alla ipercalcemia indotta dal prodotto. L’alfacalcidolo non interferisce sul normale sviluppo embrionale e fetale; solo con la somministrazione di dosi elevate è possibile evidenziare la comparsa di alterazioni di carattere scheletrico come regolarmente avviene con la somministrazione di derivati dalla Vitamina D3.
Capsule: d,lα-tocoferolo; olio di sesamo.
- composizione della capsula: gelatina; glicerina; potassio sorbato; titanio biossido (E 171)
Gocce orali, soluzione: gliceropolietilenglicole ossistearato; acido citrico; sodio citrato; sorbitolo; d,l α tocoferolo; metil-p-idrossibenzoato; etanolo; acqua purificata.
Non sono note incompatibilità dell’alfacalcidolo.
Le preparazioni in gocce orali soluzione e capsule di Dediol, hanno una validità di 2 anni.
Conservare a temperatura non superiore ai 25°C.
Tenere nell’imballaggio esterno per proteggere il medicinale dalla luce.
Dopo l’uso il flacone gocce deve essere conservato accuratamente chiuso.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
Dediol capsule molli: 30 capsule da 0,25 mcg, in blister.
Dediol 2 mcg/ml gocce orali, soluzione: flacone gocce da 10 ml.
Nessuna particolare.
Leo Pharmaceutical Products Ltd - Ballerup - Danimarca
Concessionario per la vendita:
Sanofi-aventis S.p.A. - Viale L. Bodio, 37/B - Milano
Dediol capsule molli - A.I.C. n. 025487024
Dediol 2 mcg/ml gocce orali, soluzione - A.I.C. n. 025487036
Dediol capsule molli: 20.12.1984 / 31.05.2005
Dediol 2 mcg/ml gocce orali, soluzione: 20.12.1984 / 31.05.2005
Giugno 2008