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DELTACEF
Il flaconcino contiene:
Principio attivo: cefuroxima sodica (pari a cefuroxima acido mg 1000) mg 1052.
La fiala solvente contiene:
Eccipienti: acqua p.p.i. F.U. ml 4.
Sospensione estemporanea iniettabile per uso intramuscolare.
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da Gram-negativi "difficili" o da flora mista con presenza di Gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione nelle suddette infezioni, in pazienti defedati e/o immunodepressi.
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il Medico adatterà la posologia alla gravità in ogni quadro clinico. Indicativamente può essere adottato un dosaggio da 1,5 a 3 g/die suddiviso in 2/4 somministrazioni intramuscolari.
Modalità d'uso: aggiungere al flacone il contenuto della fiala solvente: si ottiene una sospensione lattescente che va immediatamente iniettata.
Soggetti con accertata ipersensibilità alle cefalosporine.
Tenere fuori della portata dei bambini.
Virtualmente con tutti gli antibiotici ad ampio spettro (inclusi macrolidi, penicilline semisintetiche e cefalosporine) si sono verificati casi di colite pseudomembranosa: di conseguenza è importante considerarne la causa nei pazienti che presentano diarrea in corso di terapia con antibiotici. Tali forme di colite possono variare da lievi a molto gravi. Il trattamento con antibiotici ad ampio spettro altera la normale flora del colon e può facilitare la crescita dei clostridi. Gli studi effettuati hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile è la principale causa della colite associata all'uso di antibiotici. Forme lievi di colite pseudomembranosa rispondono in genere favorevolmente alla semplice interruzione del farmaco. In forme moderate o gravi il trattamento deve includere la sigmoidoscopia, opportune ricerche batteriologiche e la somministrazione di liquidi, elettroliti e proteine. Nei casi in cui la colite non migliori dopo la sospensione del farmaco e nei casi gravi, la somministrazione di vancomicina per via orale costituisce il trattamento di scelta della colite pseudomembranosa da Clostridium difficile indotta da antibiotici. Devono essere escluse altre cause di colite. Deltacef è ben tollerato, tuttavia non si può escludere una possibile reazione crociata di ipersensibilità con le penicilline, specie per somministrazione parenterale. Pertanto va somministrato con cautela in pazienti in cui si sia manifestata una reazione anafilattica alle penicilline. L'insorgenza di una qualsiasi reazione di tipo allergico impone la sospensione del trattamento e se necessario l'adozione di una terapia adeguata (p. es. adrenalina, antistaminici o corticosteroidi). La cefuroxima non interferisce con i test enzimatici per la glicosuria. Si possono osservare interferenze con i metodi basati sulla riduzione del rame (test di Benedict, Fehling e "Clinitest"). Ciò non dovrebbe tuttavia condurre a falsi positivi, come si osserva con altre cefalosporine. Si raccomanda di usare i metodi della glucosio ossidasi o della esochinasi per la determinazione del glucosio ematico nei pazienti trattati con cefuroxima. La cefuroxima non interferisce con la determinazione della creatinina nel saggio con picrato alcalino. Sono state segnalate in corso di trattamento con cefalosporine positività talora false dei tests di Coombs; ciò può interferire con i tests di compatibilità del sangue. Come con altri regimi terapeutici utilizzati nel trattamento della meningite, in un numero ristretto di pazienti pediatrici, trattati con cefuroxima sodica, sono stati segnalati casi di diminuzione lieve o moderata dell'udito. Inoltre è stata rilevata, con cefuroxima sodica per iniezione, come con altre terapie antibiotiche, persistenza di colture positive di H. influenzae nel liquido cerebrospinale a distanza di 18 - 36 ore; tuttavia la rilevanza clinica di questo dato non è nota. L'uso prolungato dell'antibiotico può favorire lo sviluppo di microorganismi non sensibili, ad esempio della Candida, che richiede l'adozione di misure adeguate o l'eventuale interruzione del trattamento.
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L'uso contemporaneo o ravvicinato di farmaci nefrotossici (kanamicina, streptomicina, colistina, viomicina, polimixina, neomicina, gentamicina) o diuretici potenti (ad es. furosemide) è sconsigliabile e comunque richiede assiduo controllo della funzionalità renale. L'esperienza clinica ha dimostrato che è improbabile che il Deltacef causi problemi di questo tipo se somministrato al livello di dosaggio raccomandato. La somministrazione contemporanea di probenecid e cefuroxima rallenta la secrezione tubulare di quest'ultima determinando concentrazioni plasmatiche di cefuroxima più alte e più prolungate.
Sebbene non esistano prove sperimentali di effetti embriopatici o teratogenici attribuibili alla cefuroxima, come per tutti gli altri farmaci nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del Medico. La cefuroxima è escreta nel latte materno; è necessaria quindi cautela in caso di somministrazione a donne in allattamento.
Il prodotto non interferisce con la capacità di guida o l'uso di macchine.
Reazioni indesiderate alla cefuroxima si sono verificate raramente e sono in genere di natura lieve e transitoria. Sono state riportate reazioni di ipersensibilità: queste includono rash cutanei di diverso tipo (orticarioide e maculopapulare), febbre da farmaco e, molto raramente, anafilassi. Come con altre cefalosporine vi sono state rare segnalazioni di eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica (necrolisi esantematica). Disturbi gastro-intestinali, inclusi, molto raramente, sintomi di colite pseudomembranosa, che possono insorgere durante o dopo il trattamento. Le principali alterazioni dei parametri ematologici segnalate in alcuni pazienti sono state la diminuzione della concentrazione di emoglobina, leucopenia, neutropenia ed eosinofilia. Sebbene si siano verificati aumenti degli enzimi epatici sierici e della bilirubina sierica, in particolare in pazienti con preesistenti malattie epatiche, non vi è evidenza di lesività a livello epatico. Si possono presentare variazioni dei test biochimici relativi alla funzionalità renale, ma queste non sembrano rivestire importanza clinica. La funzionalità del rene dovrebbe essere controllata a scopo precauzionale, in presenza di funzionalità renale alterata. Sono stati segnalati casi di anemia emolitica in seguito a trattamento con cefalosporine. Si può avere dolore transitorio nella sede di iniezione dopo somministrazione, soprattutto con dosaggi più elevati. Tuttavia ciò non necessariamente richiede l'interruzione del trattamento. Occasionalmente l'iniezione endovena può causare tromboflebite.
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Il sovradosaggio di cefalosporine può causare irritazione cerebrale producendo convulsioni. La cefuroxima è dializzabile. In caso di sovradosaggio il farmaco può essere eliminato mediante trattamento emodialitico o dialisi peritoneale.
La cefuroxima è una cefalosporina semisintetica caratterizzata dalla presenza di un gruppo metossimino che conferisce la stabilità nei confronti delle betalattamasi batteriche. Non viene inattivata dalla maggior parte delle betalattamasi prodotte da Gram-negativi nonché dalla penicillinasi stafilococcica: è quindi attiva in vitro contro i ceppi batterici che inattivano penicillina, ampicillina, compresi vari ceppi di Enterobacter e di Proteus indolo-positivi. Esplica attività in vitro anche verso I'Haemophilus influenzae e i gonocchi produttori e non di beta-lattamasi, compresi i ceppi resistenti alla penicillina, all'ampicillina ed alle cefalosporine. Comunque nell'impiego clinico trova indicazione solo nelle infezioni gravi da germi Gram-negativi non sensibili alle altre cefalosporine già introdotte in terapia. La minima concentrazione battericida (MCB) è praticamente sovrapponibile alla minima concentrazione inibente (MIC). Non è attiva contro Pseudomonas aeruginosa, Mycobacterium tuberculosis, Brucella, virus.
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La cefuroxima non è apprezzabilmente assorbita dal tratto gastro-intestinale per cui deve essere somministrata per via parenterale.
Livelli ematici
La farmacocinetica è stata indagata nell'uomo. Dopo somministrazione per via intramuscolare di dosi di 250,500, e 1000 mg i picchi ematici vengono raggiunti tra 29-45 minuti dalla somministrazione e risultano rispettivamente pari a 15, 27, 40 mcg/ml. L'emivita è di circa 65-70 minuti. Quando le stesse dosi vengono somministrate per via endovenosa dopo tre minuti si raggiungono livelli di 39-66 e 99 mcg/ml. L'emivita varia da 62 a 66 minuti. L'entità del legame con le proteine del siero è bassa (circa 33%); una larga quota dell'antibiotico pertanto è immediatamente disponibile a diffondere dal sangue ai tessuti e a svolgere una pronta azione antibatterica. Dopo somministrazione im ed iv della dose abituale di cefuroxima, I'antibiotico si distribuisce nei tessuti e liquidi corporei (reni, cuore, cistifellea, fegato, prostata, utero, ovaie, umor acqueo, saliva, secrezione bronchiale, tessuto osseo, bile, tessuto adiposo, liquido pleurico, liquido sinoviale e liquido ascitico). La cefuroxima passa nel latte, attraversa facilmente la placenta e in caso di infiammazione delle meningi, la barriera ematoencefalica.
Escrezione
Il prodotto non viene metabolizzato nell'organismo e viene eliminato in forma attiva dal rene, sia per filtrazione glomerulare, sia per secrezione tubolare. Il recupero urinario dopo 6-12 ore è pari al 70-90% della dose somministrata.
La DL50 varia a seconda della specie animale e della via di somministrazione da 1000 mg/kg (ratto e.v.) a 5000 mg/kg (topo i.p.). Negli animali in esperimento la cefuroxima ha dimostrato di possedere una tossicità subacuta estremamente bassa. lnfatti la somministrazione endovenosa ai ratti, al dosaggio di 400 mg/kg/die per un mese, non ha provocato effetti tossici. La cefuroxima negli studi istopatologici di tossicità animale non ha indotto modificazioni a carico dei tessuti e degli organi indagati.
Acqua p.p.i.
È consigliabile evitare la diluizione del Deltacef in soluzioni contenenti sodio bicarbonato. La cefuroxima non va mescolata nello stesso contenitore con antibiotici aminoglicosidici.
Il prodotto in confezionamento integro e correttamente conservato ha una validità di 18 mesi. Il prodotto in sospensione deve essere usato immediatamente dopo la ricostituzione con il volume indicato di solvente.
Non sono necessarie particolari precauzioni per la conservazione. Seguire le indicazioni del capitolo precedente per la conservazione del prodotto una volta disciolto.
Il Deltacef 1000 è confezionato in flaconcini di vetro incolore tipo Ill F.U. con tappo di gomma butilica e capsula di alluminio; il liquido solvente (acqua p.p.i.) è contenuto in fiale di vetro incolore tipo I F.U. Scatola contenente 3 flaconcini di polvere e 3 fiale di solvente
Non sono necessarie particolari istruzioni per l'uso.
PULITZER ITALIANA S.r.L.
Via Tiburtina, 1004 - 00156 Roma (RM)
AIC n. 024847030
Febbraio 2000
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