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DENIBAN 50 MG
Ogni compressa contiene:
Principio attivo: amisulpride 50 mg
Eccipienti: Lattosio monoidrato 34,8 mg
Per l’elenco degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compresse.
Trattamento (a breve-medio termine) della distimia.
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Una compressa al giorno o secondo parere medico.
Nel trattamento di pazienti anziani, la posologia deve essere attentamente stabilita dal Medico che dovrà valutare una eventuale riduzione del dosaggio sopraindicato.
Insufficienza renale: amisulpride viene eliminata per via renale. In caso di insufficienza renale, la dose deve essere ridotta della metà nei pazienti con clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min e a un terzo nei pazienti con clearance compresa tra 10 e 30 ml/min. Non essendo disponibili dati in pazienti con grave insufficienza renale (clearance creatinina <10 ml/min) si raccomanda la massima cautela in questi pazienti (vedere sezione 4.4).
Insufficienza epatica: amisulpride è scarsamente metabolizzata, non è pertanto necessaria una riduzione della dose.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Feocromocitoma. Prolattinomi e tumori mammari. Da non usarsi in caso di gravidanza accertata o presunta e durante l’allattamento. In donne in età fertile che non usino adeguati mezzi contraccettivi. Da non usarsi nell’età pediatrica e, comunque, impiegare solo a pubertà terminata.
Associazione con i seguenti farmaci, per la possibile insorgenza di torsioni di punta:
antiaritmici di classe Ia quali chinidina, disopiramide;
antiaritmici di classe III quali amiodarone, sotalolo;
altri farmaci quali bepridil, cisapride, sultopride, tioridazina, metadone e.v., eritromicina e.v., vincamina e.v., halofantrina, pentamidina, sparfloxacina.
Associazione con levodopa (vedere sezione 4.5).
In corso di trattamento con farmaci neurolettici è stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato Sindrome Neurolettica Maligna. Tale sindrome è caratterizzata da: iperpiressia, rigidità muscolare, acinesia, disturbi vegetativi (irregolarità del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmia) valori elevati della creatinfosfochinasi; alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore e al coma.
In caso di ipertermia, particolarmente ad alte dosi, il trattamento con amisulpride deve essere sospeso.
Tenere presente negli anziani la possibile comparsa di sedazione ed ipotensione a causa della loro più marcata sensibilità.
Poiché il farmaco è eliminato per via renale, in caso di insufficienza renale la dose deve essere ridotta o può essere prescritto un trattamento intermittente (vedere sezione 4.2).
Amisulpride può abbassare la soglia epilettogena. Pertanto i pazienti con anamnesi positiva per episodi epilettici devono venire strettamente seguiti durante il trattamento.
Come per gli altri antidopaminergici, particolare cautela è richiesta nella prescrizione di amisulpride a pazienti parkinsoniani, in quanto si può avere un peggioramento della malattia: in questi pazienti amisulpride sarà impiegata esclusivamente nei casi in cui lo si ritenga indispensabile.
In pazienti trattati con alcuni antipsicotici atipici, fra cui amisulpride, è stata osservata iperglicemia. Pertanto i pazienti con diagnosi certa di diabete mellito o con fattori di rischio per diabete dovranno essere sottoposti a un appropriato monitoraggio glicemico se in terapia con amisulpride.
Eventi cerebrovascolari
In studi clinici randomizzati versus placebo condotti in una popolazione di pazienti anziani con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. Deniban deve essere usato con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke.
Prolungamento dell’intervallo QT
Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia familiare di prolungamento QT.
Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici.
Amisulpride determina un prolungamento dose-dipendente dell’intervallo QT (vedere sezione 4.8). È noto che questo effetto aumenta il rischio di aritmie ventricolari gravi, quali torsioni di punta.
Prima della somministrazione e, se possibile, in funzione dello stato clinico del paziente, si raccomanda il monitoraggio dei fattori che potrebbero favorire l’insorgenza di tale disturbo del ritmo, quali ad esempio:
bradicardia inferiore a 55 battiti al minuto;
squilibrio elettrolitico, in particolare ipokaliemia;
intervallo QT prolungato congenito o acquisito;
trattamento in corso con farmaci in grado di indurre marcata bradicardia (<55 bpm), ipokaliemia, diminuzione della conduzione intracardiaca o prolungamento dell’intervallo QTc (Vedere sezione 4.5).
Pazienti anziani con demenza:
Aumento del rischio di morte in pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza, trattata con farmaci antipsicotici.
Le analisi di diciassette studi clinici controllati verso placebo (durata modale 10 settimane), su pazienti che, in gran parte, assumevano farmaci antipsicotici atipici, hanno rivelato un rischio di morte, nei pazienti trattati con il farmaco, da 1,6 a 1,7 volte rispetto a quello rilevato nei pazienti trattati con placebo. Nel corso di uno studio controllato, di 10 settimane, la percentuale dei decessi nei pazienti trattati con il farmaco è stata di circa il 4,5%, rispetto al 2,6% di quella del gruppo trattato con placebo.
Sebbene le cause di morte durante gli studi clinici con antipsicotici atipici siano state varie, la maggior parte è sembrata essere o di natura cardiovascolare (ad es. insufficienza cardiaca, morte improvvisa) o infettiva (ad es. polmonite).
Studi osservazionali suggeriscono che, come con i farmaci antipsicotici atipici, anche il trattamento con farmaci antipsicotici convenzionali possa incrementare la mortalità. La misura in cui il rilievo di una maggiore mortalità negli studi osservazionali può essere attribuita ai farmaci antipsicotici piuttosto che ad alcune caratteristiche peculiari dei pazienti non è chiara.
Tromboembolia venosa
Casi di tromboembolia venosa (TEV) sono stati riportati con farmaci antipsicotici.
Dal momento che i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per la TEV, tutti i possibili fattori di rischio per la TEV devono essere identificati, prima e durante il trattamento con Deniban e devono essere adottate delle misure preventive.
DENIBAN contiene lattosio
Quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
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L’associazione con altri psicofarmaci richiede particolare cautela e vigilanza da parte del Medico onde evitare inattesi effetti indesiderati da interazione.
Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano il QT il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta.
Associazioni controindicate
Farmaci in grado di provocare torsioni di punta:
antiaritmici di classe Ia, quali chinidina, disopiramide;
antiaritmici di classe III, quali amiodarone, sotalolo;
altri farmaci quali bepridil, cisapride, sultopride, tioridazina, metadone e.v., eritromicina e.v., vincamina e.v., halofantrina, pentamidina, sparfloxacina.
Levodopa: antagonismo reciproco degli effetti tra levodopa e neurolettici.
Non somministare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti, come ad esempio farmaci che provocano ipokalemia quali diuretici ipokalemici, lassativi stimolanti, amfotericina B e.v., glicocorticoidi, tetracosactidi.
Associazioni sconsigliate
Amisulpride può aumentare gli effetti centrali dell’alcol.
Farmaci che aumentano il rischio di torsioni di punta o possono prolungare il QT:
farmaci che inducono bradicardia: beta-bloccanti, bloccanti del canale del calcio quali diltiazem e verapamil, clonidina, guanfacina; digitalici.
neurolettici quali pimozide, aloperidolo, antidepressivi imipraminici, litio.
Associazioni da considerare con attenzione
depressivi del SNC: ipnotici, tranquillanti, anestetici, analgesici, antistaminici H1 sedanti, barbiturici, benzodiazepine e altri ansiolitici, clonidina e derivati.
Farmaci antiipertensivi e altri medicamenti ipotensivi.
Gravidanza
È controindicato in caso di gravidanza accertata o presunta.
Amisulpride non ha evidenziato tossicità diretta sulla funzione riproduttiva nell’animale. È stato osservato un calo di fertilità legato agli effetti farmacologici del farmaco (effetto mediato dalla prolattina). Non sono stati osservati effetti teratogeni.
Allattamento
Non è noto se amisulpride venga escreta nel latte materno; pertanto l’uso durante l’allattamento al seno è controindicato.
Anche quando impiegato secondo quanto raccomadato, Deniban può causare sonnolenza e quindi può essere alterata la capacità di guidare autoveicoli o di utilizzare macchinari.
Gli effetti collaterali sono stati ordinati in classi di frequenze, utilizzando la seguente convenzione:
molto comuni (> 1/10); comuni (> 1/100; < 1/10); non comuni (> 1/1000; < 1/100); rari (> 1/10.000; < 1/1.000); molto rari (< 1/10.000); frequenza non nota ( non può essere stimata in base ai dati disponibili).
Dati da Studi Clinici
I seguenti effetti collaterali sono stati osservati in studi clinici controllati. Si deve notare come in alcuni casi può essere difficile distinguere gli eventi avversi dai sintomi della sottostante malattia.
Patologie del Sistema Nervoso:
Molto comuni: Possono comparire sintomi extrapiramidali come: tremore, rigidità, ipocinesi, ipersalivazione, acatisia, discinesia. Questi sintomi sono generalmente lievi ai dosaggi ottimali e parzialmente reversibili con la somministrazione di farmaci antiparkinson, anche senza la sospensione di amisulpride. L’incidenza di sintomi extrapiramidali, correlata alla dose, rimane estremamente bassa a dosi comprese fra 50 e 300 mg/die.
Comuni: Può comparire distonia acuta (torcicollo spasmodico, crisi oculogire, trisma), che è reversibile con la somministrazione di un farmaco antiparkinson, anche senza sospendere la terapia con amisulpride.
Sonnolenza.
Non Comuni: È stata riportata discinesia tardiva caratterizzata da movimenti ritmici involontari prevalentemente a carico della lingua e/o del viso, generalmente come con tutti i neurolettici dopo trattamenti a lungo termine. Il trattamento con farmaci antiparkinson è inefficace o può indurre l’aggravamento dei sintomi.
Convulsioni.
Disturbi Psichiatrici:
Comuni: Insonnia, ansia, agitazione, eccitabilità psicomotoria, anomalie dell’orgasmo.
Patologie Gastrointestinali:
Comuni: stipsi, nausea, vomito, secchezza delle fauci.
Patologie Endocrine:
Comuni: Amisulpride causa un aumento dei livelli di prolattina plasmatica reversibile dopo la sospensione del farmaco. Tale aumento può essere associato alla comparsa di galattorrea, amenorrea, dismenorrea, ginecomastia, dolore al seno e disfunzione erettile.
Disturbi del Metabolismo e della Nutrizione:
Non comuni: Iperglicemia (vedere sezione 4.4).
Patologie Cardiache e vascolari:
Comuni: ipotensione.
Non Comuni: bradicardia.
Esami diagnostici:
Comuni: aumento di peso.
Non Comuni: innalzamento degli enzimi epatici soprattutto transaminasi.
Disturbi del Sistema Immunitario:
Non Comuni: Reazioni allergiche.
Sono stati anche osservati: tendenza a brividi di debole intensità, dispnea di debole intensità, dolori muscolari.
Dati da post-marketing
Le seguenti reazioni avverse sono state riportate solo come segnalazioni spontanee:
Patologie del Sistema Nervoso:
Frequenza non nota: Sindrome Neurolettica Maligna (vedere sezione 4.4).
Patologie Cardiache:
Sono stati osservati con Deniban o altri farmaci della stessa classe
casi rari di prolungamento del QT, aritmie ventricolari come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco;
casi molto rari di morte improvvisa.
Patologie vascolari:
Frequenza non nota: Tromboembolia venosa, inclusa embolia polmonare, qualche volta fatale, e trombosi venosa profonda (vedere sezione 4.4).
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L’esperienza di casi di sovradosaggio con amisulpride è limitata. È stata riportata una accentuazione degli effetti farmacologici noti del farmaco. Questi includono sonnolenza e sedazione, coma, ipotensione e sintomi extrapiramidali.
In caso di sovradosaggio acuto, si deve considerare la possibilità di assunzione di più farmaci.
Poiché amisulpride è scarsamente dializzata, l’emodialisi non è utile per eliminare il farmaco. Non esiste un antidoto specifico. Devono pertanto essere istituite appropriate misure terapeutiche ed una stretta sorveglianza delle funzioni vitali: continuomonitoraggio cardiaco (rischio prolungamento intervallo QT) fino a quando il paziente non si sia stabilizzato. Se compaiono sintomi extrapiramidali gravi, devono essere somministrati farmaci anticolinergici.
Categoria farmacoterapeutica: Psicolettici, benzamidi - Codice ATC: N05AL05
Amisulpride è una molecola appartenente al gruppo delle benzamidi sostituite.
Amisulpride si lega selettivamente con alto grado di affinità ai sottotipi dei recettori dopaminergici umani D2 e D3 mentre non ha alcuna affinità per i sottotipi dei recettori D1, D4 e D5.
Amisulpride non ha affinità per i recettori serotoninergici, a-adrenergici, H1 istaminergici e colinergici, inoltre non si lega ai siti sigma.
Nell’animale, amisulpride, a dosi elevate, blocca principalmente i recettori D2 post-sinaptici situati nelle strutture limbiche rispetto a quelli situati nel corpo striato. Essa non induce catalessi e dopo trattamento ripetuto non si sviluppa ipersensibilità dei recettori dopaminergici D2.
A basse dosi, amisulpride blocca preferenzialmente i recettori pre-sinaptici D2/D3, inducendo un rilascio di dopamina responsabile degli effetti disinibenti del farmaco.
Inoltre, la ridotta tendenza di amisulpride a produrre effetti indesiderati extrapiramidali può essere in relazione alla sua attività preferenziale a livello limbico.
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Nell’uomo, amisulpride presenta due picchi di assorbimento, il primo si raggiunge rapidamente un’ora dopo la somministrazione e il secondo dopo 3-4 ore. Le concentrazioni plasmatiche corrispondenti sono 39 ± 3 e 54 ± 4 ng/ml dopo somministrazione di 50 mg.
Il volume di distribuzione è di 5,8 litri/Kg. Dal momento che il legame proteico è basso (16%) le interazioni con altri farmaci sono improbabili.
La biodisponibilità assoluta è del 48%. Amisulpride è poco metabolizzata: sono stati identificati due metaboliti inattivi, corrispondenti approssimativamente al 4% della dose. Non si verifica accumulo e la cinetica resta immodificata dopo somministrazione di dosi ripetute. Dopo una somministrazione orale l’emivita di eliminazione di amisulpride è approssimativamente di 12 ore.
Amisulpride viene eliminata nelle urine in forma immodificata. Il 50% di una dose endovenosa viene escreta nelle urine, il 90% del quale viene eliminato nelle prime 24 ore. La clearance renale è dell’ordine di 20 l/h o di 330 ml/min.
Un pasto ricco di carboidrati (con la parte liquida pari al 68%) diminuisce in modo significativo le AUC, Tmax e Cmax di amisulpride, mentre nessuna modifica si evidenzia dopo un pasto a alto contenuto di grassi. Tuttavia non è noto il significato di tali dati nella pratica clinica.
Insufficienza renale: l’emivita di eliminazione è immodificata nei pazienti con insufficienza renale, mentre la clearance sistemica si riduce di 2,5-3 volte. L’AUC di amisulpride aumenta di due volte in caso di insufficienza renale lieve e di circa 10 volte in caso di insufficienza renale moderata. L’esperienza è tuttavia limitata e non esistono dati relativi a dosi superiori a 50 mg.
Amisulpride è scarsamente dializzata.
Nel paziente anziano (>65 anni) i dati farmacocinetici sono limitati e dimostrano che si verifica un aumento del 10-30% a livello di Cmax, T1/2 e AUC, dopo somministrazione di una dose orale di 50 mg. Non sono disponibili dati a dosi ripetute.
Una valutazione globale degli studi di tollerabilità condotti indica che amisulpride è priva di rischi generali, organo–specifici, teratogeni, mutageni e carcinogeni. Le alterazioni osservate nel ratto e nel cane a dosi inferiori alla massima tollerata sono, nelle condizioni previste dalla sperimentazione, o dipendenti dall’effetto farmacologico o prive di significato tossicologico rilevante. È stato verificato che le dosi massime tollerate nel ratto (200 mg/Kg/die) e nel cane (120 mg/Kg/die) espresse come AUC, sono rispettivamente 2 e 7 volte maggiori in confronto ai dosaggi massimi raccomandati nell’uomo. Nessun rischio carcinogeno, rilevante per l’uomo, è stato identificato nel topo (fino a 120 mg/Kg/die) e nel ratto (fino a 240 mg/Kg/die), che corrisponde per il ratto a 1,5-4,5 volte la AUC attesa per l’uomo.
Gli studi sulla riproduzione nel ratto, nel coniglio e nel topo non hanno evidenziato alcun potenziale teratogeno o embriotossico del farmaco.
Amisulpride è altresì sprovvista di potenziale mutageno (5 test di mutagenesi).
Gli effetti rincontrati sono quelli attribuibili a tutti i prodotti antidopaminrgici. La loro azione antagonista si manifesta sui recettori dell’adenopofisi favorendo la liberazione di prolattina che influenza a distanza l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi.
Carbossimetilamido sodico (tipo A), lattosio monoidrato, cellulosa microcristallina, ipromellosa, magnesio stearato.
Non pertinente.
3 anni
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Scatola di 12 compresse in blister opacizzato PVC/alluminio.
Nessuna istruzione particolare.
sanofi-aventis S.p.A. – Viale L. Bodio, 37/B - Milano
A.I.C. n. 027491012
Prima autorizzazione: 5 marzo 1993
Rinnovo: 16 marzo 2008
Determinazione AIFA del Marzo 2010