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DESAMETASONE FOSFATO
Ogni ml di soluzione contiene:
PRINCIPIO ATTIVO:
Desametasone sodio fosfato 4,37 mg pari a desametasone 21.fosfato 4 mg
Soluzione iniettabile per uso i.m.
o e.v.
Per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando la terapia orale non sia possibile.
Insufficienza corticosurrenale:
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile possiede un'attività prevalentemente glicocorticoide e scarsa attività mineralcorticoide.
Non permette quindi una completa terapia di sostituzione e il suo impiego deve essere integrato con sali o desossicorticosterone o ambedue.
Così integrato, il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile è indicato in tutti i tipi di insufficienza corticosurrenale, per esempio nel morbo di Addison o nei casi di surrenectomia bilaterale che richiedono la sostituzione dell'attività sia glicocorticoide che mineralcorticoide.
Insufficienza corticosurrenale relativa:
nell'insufficienza corticosurrenale relativa che può verificarsi in seguito alla sospensione di una terapia prolungata con dosi soppressive di ormoni corticosurrenali, l'attività mineralcorticoide può mantenersi integra.
La sostituzione con un ormone ad azione prevalentemente glicocorticoide può quindi essere sufficiente per riportare alla norma la funzione corticosurrenale.
Quando si imponga la necessità di un effetto immediato, il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile può essere di importanza vitale, dato che la sua efficacia può manifestarsi entro pochi minuti dalla somministrazione.
Trattamento pre-operatorio e post-operatorio di sostegno nei pazienti sottoposti a surrenectomia bilaterale o a ipofisectomia; in ogni altra situazione chirurgica in cui si sospetti una inadeguata riserva corticosurrenale; nei casi di shock post-operatorio che non rispondono alla terapia convenzionale.
Tiroidite non suppurativa:
per iniezione endovenosa o intramuscolare, quando, nella crisi tiroidea, la terapia orale non sia possibile.
Shock:
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile è utile come terapia supplementare dello shock quando sono necessarie alte dosi (farmacologiche) di corticosteroidi:
per esempio, grave shock emorragico, traumatico, chirurgico.
Il trattamento con DESAMETASONE FOSFATO iniettabile costituisce un complemento e non una sostituzione delle misure specifiche o di sostegno che possono essere necessarie:
per esempio, reintegrazione del volume circolatorio, correzione del bilancio idrico ed elettrolitico, somministrazione di ossigeno, misure chirurgiche, terapia antibiotica.
Malattie reumatiche:
come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione) nelle seguenti forme:
osteoartrosi post- traumatica; sinovite da osteoartrosi; artrite reumatoide; borsite acuta e subacuta; epicondilite; tenosinovite acuta aspecifica; artrite gottosa acuta; artrite psoriasica; spondilite anchilosante; artrite reumatoide giovanile.
Malattie del collageno:
durante la riacutizzazione o per la terapia di mantenimento in casi selezionati di:
lupus eritematoso sistemico e di cardite reumatica acuta.
Malattie dermatologiche:
pemfigo; eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson); dermatite esfoliativa; dermatite bollosa erpetiforme; dermatite seborroica grave; psoriasi grave; micosi fungoide.
Stati allergici:
per il controllo iniziale delle gravi forme allergiche:
asma bronchiale, incluso lo stato asmatico; dermatite da contatto; dermatite atopica, reazione da siero; rinite allergica stagionale o perenne; reazioni di ipersensibilità a farmaci; reazioni orticarioidi a trasfusioni; edema laringeo acuto non infettivo (il farmaco di prima scelta è l'adrenalina); edema angio- neurotico, in associazione alla adrenalina nell'anafilassi.
Oftalmologia:
gravi processi allergici e infiammatori acuti e cronici a carico dell'occhio ed annessi, quali:
congiuntivite allergica; cheratite; ulcere marginali allergiche corneali; herpes zoster oftalmico; irite, iridociclite; corioretinite; uveite posteriore diffusa e coroidite; neurite oftalmica; neurite retrobulbare; oftalmia simpatica; infiammazione del segmento anteriore dell'occhio.
Malattie gastrointestinali:
coadiuvante durante periodi critici della malattia nella:
colite ulcerosa (terapia sistemica), enterite regionale (terapia sistemica).
Malattie dell'apparato respiratorio:
sarcoidosi, sindrome di Loeffler non trattabile con altri mezzi; berilliosi; tubercolosi polmonare fulminante o disseminata (in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare); polmonite da aspirazione; enfisema polmonare nei casi in cui il broncospasmo o l'edema bronchiale svolgano un ruolo significativo; fibrosi polmonare interstiziale diffusa (sindrome di Hamman-Rich).
Malattie ematologiche:
anemia emolitica acquisita (autoimmune); porpora trombocitopenica idiopatica e secondaria negli adulti (solo per via endovenosa; la somministrazione intramuscolare è controindicata); eritroblastopenia; anemia ipoplastica congenita (eritroide).
Malattie neoplastiche:
per il trattamento palliativo dell´ipercalcemia associata a cancro, per le leucemie e linfomi negli adulti e per la leucemia acuta nei bambini.
Stati edematosi:
per provocare la diuresi o la remissione della proteinuria nella sindrome nefrotica senza uremia, del tipo idiopatico o dovuta a lupus eritematoso.
In associazione a diuretici, per indurre la diuresi in:
cirrosi epatica con ascite refrattaria; scompenso cardiaco congestizio refrattario.
Edema cerebrale:
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile può essere impiegato nel trattamento dei pazienti con edema cerebrale di varia eziologia:
associato a tumori cerebrali primari o metastatici; associato a disturbi vascolari cerebrali (apoplessia acuta) che coinvolgono la corteccia cerebrale; associato alla neurochirurgia; associato a lesioni craniche o a pseudotumori cerebrali.
Il farmaco può inoltre essere impiegato per la preparazione all'intervento chirurgico nei pazienti con ipertensione endocranica secondaria a tumori cerebrali; come palliativo, nei pazienti con neoplasie cerebrali inoperabili o recidive.
L'impiego del DESAMETASONE FOSFATO iniettabile nell'edema cerebrale non elimina la necessità di un'attenta valutazione neurologica e di trattamenti radicali, quali interventi neurochirurgici o di altre terapie specifiche.
Per iniezione intrasinoviale o nei tessuti molli:
come terapia supplementare per un breve periodo di tempo (per aiutare il paziente durante un episodio acuto o nella riacutizzazione), nelle forme seguenti:
sinovite da osteoartrosi, artrite reumatoide, borsite acuta e subacuta, artrite gottosa cuta, epicondilite, tenosinovite acuta aspecifica, osteoartrosi post-traumatica, artrite traumatica, malattia di Dupuytren, fibromiosite, nevrite e nevralgia intercostale, tendinite, peritendinite, malattie di De Quervain, dito a scatto.
Varie:
meningite tubercolare con blocco o minaccia di blocco subaracnoideo (in associazione all'appropriata chemioterapia antitubercolare).
Croup:
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile può alleviare entro poche ore il laringospasmo, l'edema, la tosse e lo stridore e determina in genere un persistente miglioramento entro 12 ore dalla somministrazione della prima dose.
Contemporaneamente, deve essere attuata la terapia antidifterica convenzionale, comprendente antibiotici.
Prova diagnostica dell'iperfunzionalità corticosurrenale.
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Il preparato può essere iniettato
direttamente dalla fiala, senza
miscelare
o diluire.
Se si preferisce,si può aggiungerlo,
senza perdita di efficacia, al cloruro di sodio
iniettabile, al destrosio iniettabile,o al sangue adatto per la trasfusione
e si può somministrarlo per
infusione venosa goccia a goccia.
Quando viene aggiunto ad una soluzione
per infusione, la miscela deve
essere utilizzata entro 24 ore, dato che le soluzioni
non contengono sostanze conservanti.
Vanno
osservate le misure di asepsi normalmente
adottate per le iniezioni.
La posologia iniziale
può variare in genere da 0,5 mg a
20 mg al giorno a seconda della malattia
specifica da trattare.
Nelle
situazioni di
minore
gravità sono generalmente
sufficienti
dosi ridotte,
mentre in determinati
pazienti
possono essere necessarie dosiiniziali più elevate.
Di
norma
la posologia parenterale
varia da un terzo a un mezzo della doseorale somministrata ogni 12 ore.
Tuttavia,
in certe situazioni
acute di emergenza,
nelle quali la vita del paziente sia in pericolo, può essere giustificata
la somministrazione di dosi superiori allaposologia abituale,
che possono raggiungere
valori
multipli rispetto alle
dosi orali.
La posologia iniziale
dovrebbe essere mantenuta
invariata o dovrebbe essere modificata
in modo adeguato finoal raggiungimento
di una risposta soddisfacente.
Se
dopo un ragionevole periodo
di tempo
non si osserva una risposta clinica
soddisfacente,
si dovrebbe
interrompere
il trattamento con DESAMETASONE
FOSFATO iniettabile
e passare ad altra terapia
appropriata.
E' importante
sottolineare che le esigenze posologiche
sono variabili e che la posologia
deve essere adattata aisingoli casi a seconda della
malattia e della risposta del paziente. Ottenuta
una risposta favorevole,si dovrebbe determinare
l'appropriata
posologia
di
mantenimento riducendo, a piccole
quantità e a intervalli di tempo
adeguati, la posologia iniziale del farmaco
fino a raggiungere la dose
minima
sufficiente per
mantenere la risposta
clinica desiderata.
E' importante
tenere presente
che laposologia del farmaco
deve essere regolata in base a un
costante controllo clinico del paziente.
Trale situazioni che possono rendere
necessaria una correzione della posologia
vi sono le modificazioni delle condizioni
cliniche secondarie
a remissioni
o a riacutizzazioni
del processo
morboso, alla risposta individuale
del paziente
e all'effetto
dell'esposizione
del paziente
a situazioni di stress non
direttamente
collegate alla malattia; in quest'ultimo
caso può essere necessario adottare la posologia
del DESAMETASONE FOSFATO iniettabile
per un periodo di tempo che varia in
funzione delle condizioni del
paziente.
Quando il farmaco
è statosomministrato per un periodo di tempo
superiore a qualche giorno, la sospensione
del trattamento
deve essere attuata gradualmente e
non in modo brusco. Iniezione endovenosa e intramuscolare:
qualora possibile, si impieghi la via endovenosa sia per la dose iniziale che per tutte le dosi somministrate successivamente
mentre
il paziente è in stato
di shock (questo perchè
in
tali pazienti ogni altra via di somministrazione,
qualunque sia il farmaco,determina
un tasso di assorbimento irregolare).
Se si osserva una risposta pressoria,
si impieghi la via intramuscolare
fino a quando si potrà passare alla terapia orale.
Per non arrecare disagio al paziente, non si
dovrebbero iniettare per via intramuscolare più di 2
ml per ogni punto di iniezione.Nei casi di emergenza,
la dose abituale per l'iniezione
endovenosa o intramuscolare è di 1-5 ml(da 4 a 20 mg) a seconda della gravità della
malattia (vedi anche
Shock).
Tale dose può essere
ripetuta fino a quando si osserva una risposta adeguata.
Una volta ottenuto un miglioramento
iniziale, possono essere sufficienti
dosi singole di 0,5-1 ml (da
2 a 4 mg), ripetibili qualora
necessario.
La posologia giornaliera
complessiva non deve generalmente
superare i 20 ml (80
mg), anche nelle forme
gravi.
Quando si desidera un
effetto massimo
costante, la somministrazione deve essere ripetuta
ad intervalli di 3-4 ore o deve
essere effettuata mediante infusione
venosa goccia a goccia.
Le iniezioni endovenose
ed intramuscolari
sono indicate nellemalattie
acute. Superata
la
fase acuta,
si passi,
non appena
possibile,
alla terapia
steroidea
orale. Shock:
la dose abituale è di 2-6 mg/kg di
peso corporeo somministrati in
un´unica iniezione endovenosa.
Qualora lo shock persista,
tale dose può essere ripetuta entro
2-6
ore.
Qualealternativa,
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile
può essere somministrato,
alla dose di 2-6 mg/kg di peso corporeo, in un´unica iniezione endovenosa
immediatamente
seguita da un´ infusione venosa di una
dose uguale.
La terapia
con DESAMETASONE FOSFATO iniettabile costituisceun complemento
e non una sostituzione della terapia
convenzionale (vedi Speciali e precauzioni
per l´uso).
Queste raccomandazioni
riflettono la tendenza, nella
pratica
medica attuale,
adimpiegare
nel trattamento dello shock dosi di
corticosteroidi
elevate (farmacologiche).
Le seguenti
indicazioni posologiche sono state suggerite da vari
autori: - Cavanagh: 3
mg/kg di peso corporeo per infusione
venosa continua per 24 ore, dopo
un´iniezione endovenosa iniziale di 20 mg. - Dietzman:
2-6 mg/kg di peso corporeo in
un´unica iniezione endovenosa. - Frank: all´inizio 40
mg, seguiti da iniezione endovenosa ripetuta ogni 4-6 ore qualora lo shock persista. - Oaks: all´inizio 40
mg, seguiti da iniezione endovenosa
ripetuta ogni 2-6 ore qualora lo
shock persista.- Schumer:
1 mg/kg di peso corporeo in un´unica
iniezione endovenosa. Queste dosi sono elevate rispetto alle
dosi abitualmente
consigliate per il Desametasone
fosfato iniettabile:
si tratta
però di posologie da impiegarsi in
situazioni di emergenza, in
condizioni acute che richiedono alte
dosi farmacologiche.
La somministrazione
di corticosteroidi
a dosi elevate
dovrebbe essere protratta
solo fino a quando si osserva la
stabilizzazione delle condizioni del paziente ed in
genere per un periodo non superiore alle 48-72 ore.
Si eviti la terapia
protratta con queste dosi elevate,
al fine di prevenire
eventuali complicanze
quali insufficienza
surrenale oulcera
gastrointestinale. Edema
cerebrale associato alla apoplessia
acuta: inizialmente 10 mg (2,5
ml)
diDESAMETASONE FOSFATO iniettabile per
via endovenosa e in seguito per
via intramuscolare4 mg
(1 ml)
ogni 6 ore per 10 giorni.
La dose dovrebbe
essere ridotta a zero entro i 7 giorni successivi. Associato
al trattamento
di tumori cerebrali
primitivi
o metastatici,
interventi
neurochirurgici,traumi
cranici, pseudotumori del cervello o preparazione
all'intervento
di pazienti che presentano aumento
della pressione endocranica dovuta a tumore
cerebrale: inizialmente 10
mg (2,5 ml)
di DESAMETASONE FOSFATO iniettabile per via endovenosa e in seguito
per via intramuscolare 4 mg (1
ml)
ogni 6 ore fino a quando regrediscono i sintomi dell'edema
cerebrale.
Si osserva ingenere una risposta entro 12-24 ore: la posologia
può essere ridotta dopo 2-4 giorni e gradualmente
sospesa nel corso di 5-7 giorni. Per il trattamento
palliativo dei pazienti con tumori
recidivi o inoperabili: la posologia
di mantenimento
deve essere adattata ai singoli casi impiegando
il DESAMETASONE FOSFATO iniettabile
o desametasone
fosfato
in compresse. Può essere adeguata
una posologia di 2 mg 2-3 volte al giorno.
E' opportuno
impiegare la posologia
minima
necessaria per il controllo dell'edemacerebrale.
Si devono seguire
le abituali
precauzioni associate alla terapia
corticosteroidea.
Si deve prendere in considerazione l'eventuale
opportunità di prescrivere antiacidi, anticolinergici
e misure
dietetiche per prevenire
la comparsa di ulcere gastrointestinali
o emorragie. Croup: la posologia abituale comporta
in genere una dose singola
variabile da 0,5 a 1,25 ml (da 2 a5 mg)
a seconda dell'età e del peso
corporeo del bambino.
Contemporaneamente
deve essereattuata la terapia antidifterica
convenzionale, comprendente dosi
adeguate di antibiotici.
Nei casi particolarmente gravi la terapia steroidea
può essere continuata a basse dosi
per 2 o 3 giorniquale
misura
precauzionale per prevenire l'insorgenza
di ulteriori
attacchi acuti. Associazione
della terapia
parenterale e orale: nelle
allergie
acute autolimitantisi
o nelle riacutizzazioni
di malattie allergiche croniche (rinite
allergica
acuta, attacchi acuti
di asma bronchiale
allergica
stagionale,
orticaria
da
farmaci, edema
angioneurotico,
dermatiti da contatto,ecc.), si consiglia
il seguente schema posologico, secondo il
quale la terapia
parenterale e la terapia
orale vengono somministrate in associazione:
POSOLOGIA (giornaliera
complessiva) |
1°giorno |
un´iniezione singola di 1
ml (4 mg) di Desametasone
Fosfato iniettabile per via i.m. |
4 mg |
2°giorno |
2 compresse
da 0,5 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
4compresse |
3°giorno |
2 compresse
da 0,5 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
4compresse |
4° |
1 compressa
da 0,5 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
2 |
giorno |
|
compresse |
5°giorno |
1 compressa
da 0,5 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
2compresse |
6°giorno |
1 compressa
da 0,5 mg di desametasone
fosfato al dì |
1compressa |
7°giorno |
1 compressa
da 0,5 mg di desametasone
fosfato al dì |
1compressa |
8°giorno |
Visita di controllo |
|
SCHEMA
POSOLOGICO
(in alternativa al
precedente) |
1°giorno |
1 o 2
ml di Desametasone
Fosfato iniettabile (4 mg/ml)
per via i.m. |
4 o 8
mg |
2°giorno |
2 compresse
da 0,75 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
4compresse |
3°giorno |
2 compresse
da 0,75 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
4compresse |
4°giorno |
1 compressa
da 0,75 mg di desametasone
fosfato 2 volte al dì |
2compresse |
5°giorno |
1 compressa
da 0,75 mg di desametasone
fosfato al dì |
1compressa |
6°giorno |
1 compressa
da 0,75 mg di desametasone
fosfato al dì |
1compressa |
7°giorno |
Nessun trattamento |
|
8°giorno |
Visita di controllo |
|
Obbiettivo
di questo
schema
è di offrire una terapia
adeguata durante gli episodi acuti e
al tempostesso di ridurre al
minimo
il pericolo di iperdosaggio nei casi cronici.
In alcuni
pazienti è sufficiente, da solo, per
consentire il controllo della malattia.
Altri
pazienti
necessitano
diun´ulteriore trattamento,
per esempio steroidi per uso topico,
antistaminici
o broncodilatatori.
In un limitato numero
di pazienti può rendersi necessaria
anche una terapia steroidea sistemica.
In basealla posologia impiegata
il giorno prima della ricomparsa
dei sintomi in quest´ultimo
gruppo di pazienti, il medico potrà
decidere più agevolmente
in merito all´opportunità di
prescrivere un trattamento ulteriore.
Nelle riacutizzazioni
dell´asma
accompagnate da sintomi di infezione,
si raccomanda
la contemporanea somministrazione di
antibiotici. Iniezioni intrasinoviali
e nei tessuti molli: le iniezioni
intrasinoviali
e nei tessuti
molli vengono generalmente
impiegate quando le articolazioni e
le sedi colpite non sono più di una
o due.
Non eliminano la necessità di
attuare le misure
convenzionali abitualmente
adottate.
Pur agendo favorevolmente
sui sintomi,
non costituiscono assolutamente
una cura, dato che l'ormone
non svolge alcun effetto sulla causa dell'infiammazione.
Indichiamo alcune dosi singole normalmente
impiegate:
Punto di iniezione |
Volume
di iniezione(ml) |
Quantità
di desametasonefosfato
(mg) |
Grandi articolazioni (es. ginocchio) |
0,5 - 1 |
2 - 4 |
Piccole articolazioni (es. interfalangee,temporo-mandibolare) |
0,2 - 0,25 |
0,8 - 1 |
Borse (comprese quelle
calcificate) |
0,5 - 0,75 |
2 - 3 |
Guaine tendinee |
0,1 - 0,25 |
0,4 - 1 |
Calli e duroni |
0,05 - 0,25 |
0,2 - 1 |
Plantare |
0,1 - 0,25 |
0,4 - 1 |
Digitale |
0,05 - 0,2 |
0,2 - 0,8 |
Infiltrazioni tessuti molli |
0,5 - 1,5 |
2 - 6 |
Gangli |
0,25 - 0,5 |
1 - 2 |
La frequenza dell'iniezione
varia da una volta ogni 3-5 giorni a
una volta ogni 2-3 settimane, aseconda della
risposta al trattamento.
Infezioni micotiche sistemiche.
Ipersensibilità a qualsiasi componente del prodotto.
I corticosteroidi possono esacerbare le infezioni fungine sistemiche e quindi non dovrebbero essere usati in presenza di tali infezioni a meno che siano necessari per controllare le reazioni da farmaco dovute all´amfotericina B.
D´altra parte sono stati riportati dei casi in cui l´uso concomitante di amfotericina B e idrocortisone fu seguito da ipertrofia cardiaca congestizia.
La più bassa dose possibile di corticosteroidi dovrebbe essere usata per controllare la patologia e, quando è possibile la riduzione nel dosaggio, questa dovrebbe essere fatta in maniera graduale.
In corso di terapia prolungata può essere opportuno, a titolo precauzionale, un regime anti-ulceroso comprendente un antiacido.
E´ opportuno impiegare la posologia minima necessaria per il controllo della malattia, attuando una graduale riduzione posologica non appena questa sia possibile.
Posologie medie o alte di idrocortisone o di cortisone possono provocare un aumento della pressione arteriosa, ritenzione idrica e salina, o eccessiva deplezione di potassio.
Tali effetti hanno minori probabilità di verificarsi con i derivati sintetici, a meno che questi vengano somministrati ad alte dosi.
Possono rendersi necessari un regime povero di sale e supplementi di potassio.
Tutti i corticosteroidi aumentano l'escrezione del calcio.
Nei pazienti sotto terapia corticosteroidea esposti a notevole stress è indicato un aumento posologico dei corticosteroidi a rapida azione, prima, durante e dopo la situazione di stress.
Si deve tenere conto del più lento tasso di assorbimento determinato dalla somministrazione intramuscolare.
Un'insufficienza corticosurrenale secondaria indotta dal farmaco potrà essere minimizzata riducendo gradualmente la posologia.
Questo tipo di insufficienza relativa può tuttavia persistere per qualche mese dopo la sospensione della terapia; in qualsiasi situazione di stress che si verificasse durante questo periodo, è quindi opportuno reinstituire la terapia ormonale.
Se il paziente è già sotto trattamento steroideo, può rendersi necessario un aumento della posologia.
Dato che la secrezione di mineralcorticoidi potrebbe essere inadeguata, è opportuna la contemporanea somministrazione di sali e/o di un mineralcorticoide.
Dopo una terapia prolungata, la sospensione di corticosteroidi può provocare sintomi (sindrome da sospensione di corticosteroidi) come febbre, mialgia, artralgia e malessere.
Ciò può verificarsi in pazienti anche senza evidenza di insufficienza surrenalica.
In rari casi si sono verificate reazioni anafilattoidi in pazienti trattati con la terapia corticosteroidea parenterale:
soprattutto quando l'anamnesi del paziente indichi un'allergia a qualche farmaco, prima della somministrazione è opportuno prendere le necessarie precauzioni.
I corticosteroidi possono sopprimere le risposte alle prove cutanee.
In corso di terapia corticosteroidea i pazienti non dovrebbero essere vaccinati contro il vaiolo.
Altre procedure immunitarie non dovrebbero essere attuate nei pazienti trattati con corticosteroidi, specie se ad alte dosi, dato il pericolo di complicanze neurologiche e di una mancata risposta anticorpale.
In presenza di ipoprotrombinemia l'acido acetilsalicilico dovrebbe essere impiegato con cautela in corso di terapia corticosteroidea.
Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può aumentare.
I dati emersi da uno studio clinico, effettuato negli USA, condotto per valutare l´efficacia del metilprednisolone sodio succinato nello shock settico, hanno messo in evidenza una maggiore incidenza di mortalità nei pazienti con elevati valori di creatinina sierica all´inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondaria dopo l´inizio del trattamento.
L'impiego del DESAMETASONE FOSFATO iniettabile nella tubercolosi in atto dovrebbe essere limitato ai casi di tubercolosi fulminante o disseminata nei quali il corticosteroide viene usato per il trattamento della malattia in associazione a un appropriato regime antitubercolare.
Quando i corticosteroidi sono indicati in pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessario un rigoroso controllo, dato che può verificarsi una riattivazione della malattia.
In corso di terapia corticosteroidea prolungata, questi pazienti dovrebbero essere sottoposti a una chemioprofilassi.
Gli steroidi dovrebbero essere impiegati con cautela in presenza di:
colite ulcerosa aspecifica con pericolo di perforazione; ascessi o altre infezioni piogeniche; diverticolite; anastomosi intestinali recenti; ulcera gastrica in atto o latente; insufficienza renale; ipertensione; osteoporosi; miastenia grave.
E´ stata descritta embolia gassosa come una possibile complicanza di ipercortisonismo.
I corticosteroidi devono essere impiegati con cautela nei pazienti con herpes simplex oculare, dato il possibile rischio di ulcerazione e perforazione corneale.
Nei pazienti ipotiroidei e in quelli cirrotici gli effetti dei corticosteroidi risultano più marcati.
In alcuni pazienti gli steroidi possono aumentare o ridurre la mobilità e il numero degli spermatozoi.
I corticosteroidi possono mascherare alcuni sintomi dell'infezione e durante il loro impiego possono manifestarsi infezioni sovrapposte.
In corso di terapia corticosteroidea si può osservare una ridotta resistenza alle infezioni e la tendenza, da parte dei processi infettivi, a non localizzarsi.
Inoltre i corticosteroidi possono influenzare il test del nitroblutetrazolo per le infezioni batteriche e provocare falsi risultati negativi.
I corticosteroidi possono attivare una amebiasi latente.
Perciò si raccomanda di accertare che non sia presente una amebiasi latente o attiva prima di iniziare una terapia corticosteroidea in pazienti che siano stati ai tropici o in pazienti con diarrea.
Durante il trattamento con corticosteroidi possono manifestarsi alterazioni psichiche che possono andare dall´ euforia, insonnia, variazioni dell'umore, alterazioni della personalità, depressione grave, a manifestazioni psicotiche vere e proprie.
Quando presenti, l'instabilità psichica e le tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.
L'impiego prolungato dei corticosteroidi può causare cataratta subcapsulare posteriore, glaucoma con possibile lesione dei nervi ottici, e può favorire l'instaurarsi di infezioni oculari secondarie dovute a funghi o a virus.
I bambini e i ragazzi sottoposti a terapia corticosteroidea prolungata dovrebbero essere controllati accuratamente per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo.
L'iniezione intra-articolare di un corticosteroide può provocare effetti sia sistemici che locali.
La presenza di liquidi nelle articolazioni richiede esami appropriati, al fine di escludere processi settici.
Un marcato aumento del dolore - accompagnato da edema locale, ulteriore limitazione della mobilità articolare, febbre e malessere generale - suggerisce la presenza di un'artrite settica.
Se tale complicanza si verificasse e la diagnosi di sepsi venisse confermata, si dovrà istituire un'appropriata terapia anti-infettiva.
E' da evitare l'iniezione locale di uno steroide in zone infette.
I corticosteroidi non devono essere iniettati in articolazioni instabili.
Ai pazienti deve essere chiaramente sottolineata l'importanza di non abusare delle articolazioni in cui si è ottenuto un miglioramento sintomatico, fino a quando persiste l'attività del processo infiammatorio.
Evitare l´iniezione di corticosteroidi nei tendini.
Iniezioni intra-articolari frequenti possono provocare un danno a livello articolare.
Il prodotto contiene sodio metabisolfito; tale sostanza può provocare in soggetti sensibili e particolarmente negli asmatici reazioni di tipo allergico ed attacchi asmatici gravi.
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La difenilidantoina, il fenobarbitale, l´efedrina e la rifampicina possono aumentare la clearance dei corticosteroidi con diminuiti livelli ematici e diminuita attività fisiologica; ciò richiede un aggiustamento del dosaggio corticosteroideo.
Queste interazioni possono interferire con i test di soppressione del desametasone, che dovrebbero essere interpretati con cautela durante la somministrazione di questi farmaci.
Il tempo di protrombina dovrebbe essere controllato frequentemente nei pazienti che ricevono corticosteroidi e anticoagulanti cumarinici nello stesso tempo, poichè in alcuni casi i corticosteroidi hanno alterato la risposta a questi anticoagulanti.
Alcuni studi hanno mostrato che l´effetto provocato di solito dall´aggiunta dei corticosteroidi è l´inibizione della risposta ai composti cumarinici, sebbene ci siano stati alcuni rapporti contrastanti che indicavano un potenziamento.
Quando i corticosteroidi vengono somministrati contemporaneamente a diuretici depletori di potassio, i pazienti devono essere controllati attentamente per lo sviluppo di ipokaliemia.
Non essendo ancora disponibili studi adeguati sui corticosteroidi in relazione alla riproduzione umana, l'impiego di questi farmaci nelle donne in gravidanza, nelle madri che allattano o nelle donne in età feconda richiede che vengano accuratamente vagliati i possibili rischi e vantaggi derivanti dal farmaco per la madre e per il feto.
I bambini nati da madri che in corso di gravidanza siano state trattate con dosi considerevoli di corticosteroidi dovrebbero essere sottoposti ad accurati controlli atti ad accertare eventuali segni di iposurrenalismo.
I corticosteroidi sono stati ritrovati nel latte materno e possono arrestare la crescita, interferire con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati.
Le madri in corso di terapia con corticosteroidi dovrebbero essere avvertite di non allattare.
Non interferisce sulla capacità di guidare e sull´uso di macchine.
Disturbi idrici ed elettrolitici:
ritenzione sodica; ritenzione idrica; scompenso cardiaco congestizio nei soggetti predisposti; deplezione di potassio; alcalosi ipokaliemica; ipertensione; ipotensione o reazione tipo shock.
Muscoloscheletrici:
astenia muscolare; miopatia da steroidi; riduzione della massa muscolare; osteoporosi; fratture vertebrali da compressione; necrosi asettica della testa del femore e dell' omero; fratture spontanee delle ossa lunghe; rotture tendinee.
Gastrointestinali:
ulcera gastrica con possibile perforazione ed emorragia; perforazioni intestinali, particolarmente in pazienti con patologie infiammatorie a livello intestinale; pancreatite; distensione addominale; esofagite ulcerosa.
Dermatologici:
ritardata guarigione delle ferite; cute sottile e delicata; possono essere inibite le reazioni conseguenti ai test cutanei; petecchie ed ecchimosi; eritemi; aumento della traspirazione; bruciore e prurito, specie nella regione perineale (dopo iniezione endovenosa); altre reazioni cutanee come dermatite allergica, orticaria, edema angioneurotico.
Neurologici:
convulsioni; aumento della pressione endocranica con papilledema (pseudotumore cerebri), generalmente dopo il trattamento; vertigini; cefalea.
Endocrinologici:
irregolarità mestruali; stato cushingoide; arresto della crescita nei bambini; mancanza di risposta corticosurrenale e ipofisaria secondaria, specie durante periodi di stress dovuti a traumi, interventi chirurgici o malattie gravi; ridotta tolleranza ai carboidrati; manifestazioni del diabete mellito latente; aumentato fabbisogno di insulina o di ipoglicemizzanti orali nei pazienti diabetici.
Oftalmologici:
cataratta subcapsulare posteriore; aumento della pressione intraoculare; glaucoma; esoftalmo.
Metabolici:
catabolismo proteico con bilancio azotato negativo, per cui nei trattamenti prolungati la razione di proteine va adeguatamente aumentata.
Altri:
reazioni anafilattiche o da ipersensibilità, tromboembolia, aumento ponderale, aumento dell´appetito, nausea, malessere.
Inoltre sono stati attribuiti ai preparati steroidei iniettabili i seguenti effetti collaterali:
rari casi di cecità associati alla terapia intra-lesionale a livello del volto e della testa; iperpigmentazione o ipopigmentazione; atrofia cutanea e sottocutanea; ascessi sterili; riacutizzazione dopo l'iniezione intra-articolare; artropatia del tipo Charcot.
Esistono segnalazioni di aritmie cardiache e/o collassi circolatori a seguito di somministrazioni rapide di dosi elevate di corticosteroidi per via endovenosa.
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Non ci sono dati sul sovradosaggio.
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ND
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Creatinina, sodio metabisolfito, sodio citrato, metile p-ossibenzoato, propile p-ossibenzoato, acqua per preparazioni iniettabili.
Non sono note incompatibilità con altri farmaci.
A confezionamento integro:
3 anni.
Conservare a temperatura non superiore a 25°C, non congelare.
Fiala in vetro, neutro, con anello di prerottura.
Confezioni:
3 fiale da 4 mg/1 ml; 1 fiala da 8 mg/2 ml
La fiala è a prerottura:
non occorre limetta.
ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO Biologici Italia Laboratories S.r.L.- Via Cavour 41/43 - Novate Milanese (MI).
AIC 033961018/G - "4 mg/1 ml Soluzione Iniettabile" 3 fiale da 1 ml AIC 033961020/G - "8 mg/2 ml Soluzione Iniettabile" 1 fiala da 2 ml
Ottobre 1999
Maggio 2002