Pubblicità
DIZATEC
DIZATEC 1g/3 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare
Un flacone di polvere contiene:
Principio attivo: Ceftazidima pentaidrato 1.164g (pari a Ceftazidima 1g)
DIZATEC 1g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso
Un flacone di polvere contiene:
Principio attivo: Ceftazidima pentaidrato 1.164g (pari a Ceftazidima 1g)
DIZATEC 2g polvere per soluzione per infusione
Un flacone di polvere contiene:
Principio attivo: Ceftazidima pentaidrato 2.328g (pari a Ceftazidima 2g)
Per gli eccipienti v.par. 6.1.
Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare. Polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso. Polvere per soluzione per infuzione.
Di uso elettivo e specifico in infezioni batteriche gravi di accertata o presunta origine da gram-negativi “difficili” o da flora mista con presenza di gram-negativi resistenti ai più comuni antibiotici. In particolare il prodotto trova indicazione nelle suddette infezioni, in pazienti defecati e/o immunodepressi. Profilassi chirurgica: la somministrazione di DIZATEC risulta in grado di ridurre l’incidenza di infezioni post-chiruriche in pazienti sottoposti ad interventi contaminati o potenzialmente tali.
Pubblicità
DIZATEC va somministrato per via parenterale (endovenosa o intramuscolare profonda).
Dosaggio: varia in rapporto alla gravità del singolo caso, sensibilità, sito e tipo di infezione, età, funzionalità renale secondo il giudizio del medico.
Via intramuscolare:
Adulti: 1-3 g/die in 2-3 somministrazioni. Nella terapia della riacutizzazione batterica della bronchite cronica, 1-3 g/die in 1-3 somministrazioni.
Bambini: 30-100 mg/kg/die in 2-3 somministrazioni.
Il dosaggio abituale è di 50 mg/kg/die in 2 somministrazioni.
Quando si richiedono dosaggi più elevati, si può ricorrere alla via endovenosa.
Via endovenosa:
Adulti: 1-6 g/die
Bambini: 30-100 mg/kg/die
Nei casi di particolare gravità (soggetti immunodepressi, con fibrosi cistica o con meningite) tale posologia può essere ulteriormente aumentata fino a 150 mg/kg/die (6 g/die) in 3 somministrazioni.
Anziani: nei pazienti anziani gravi, in considerazione della ridotta clearance della ceftazidima, il dosaggio massimo giornaliero non dovrebbe di norma superare i 3 g, soprattutto in quelli di età superiore agli 80 anni.
Pazienti con compromissione renale
La ceftazidima è escreta immodificata dai reni. Pertanto deve essere ridota la posologia nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.
Si dovrebbe somministrare una dose iniziale di 1g. per il mantenimento è necessario far riferimento al GFR.
Dose di mantenimento della ceftazidima raccomandata nell’insufficienza renale
CLEARANCE CREATINA (ML/MIN) | CREATINA SIERICA APPROSSIMATIVA Mol/l (mg/dl) | DOSE UNITARIA RACCOMANDATA (g) | INTERVALLO TRA LE SOMMINISTRAZIONI (ore) |
>50 | <150 (<1.7) | Dosaggio normale) |
50-31 | 150/200 (1.7-2.3) | 1 | 12) |
30-16 | 200-350 (2.3-4) | 1 | 24) |
15-6 | 350-300 (4-5.6) | 0.5 | 24) |
<5 | >500 (>5.6) | 0.5 | 48) |
Nelle infezioni gravi si potrà aumentare del 50% la dose unitaria (riportata in tabella) oppure aumentare la frequenza di somministrazione: in questi casi andranno controllati i livelli sierici di ceftazidima i cui valori minimi non dovrebbero superare 40 mg/l.
Nei bambini la clearance della creatina andrà adattata tenendo conto della superficie corporea o del peso corporeo privato di grassi.
Profilassi chirurgica:
Per la prevenzione delle infezioni post-operatorie verranno somministrati, in relazione a tipo, durata e rischio di contaminazione dell’intervento, 1g i.m. o 1-2 g e.v. in dose singola (profilassi “ultra short term”) o in dosi ripetute (profilassi “short term”).
Emodialisi:
L’emivita sierica durante l’emodialisi varia da 3 a 5 ore.
Ai pazienti in dialisi è opportuno ripetere, alla fine di ogni trattamento, le dosi indicate in tabella di cui sopra.
Dialisi peritoneale:
La ceftazidima può essere impiegata sia nella dialisi peritoneale che nella dialisi peritoneale ambulatoriale continua (CAPD). La ceftazidima può essere aggiunta alle soluzioni per dialisi peritoneale (di solito 125-250 mg ogni due litri di liquido per dialisi).
Nei pazienti con insufficienza renale in terapia intensiva sottoposti a emodialisi o ad emodialisi ad alto flusso seguire il dosaggio raccomandato in caso funzionalità renale ridotta.
Nei pazienti in emofiltrazione venovenosa ed emodialisi venovenosa seguire le raccomandazioni posologiche riportate nelle seguenti tabelle: dosaggio consigliato di ceftazidima nell’emofiltrazione continua venovenosa
Funzionalità renale residua (clearance creatina ml/min) | Dose di mantenimento (mg) per un tasso di ultrafiltrazione (ml/min) di: |
| 5 | 16.7 | 33.3 | 50 |
0 | 250 | 250 | 500 | 500 |
5 | 250 | 250 | 500 | 500 |
10 | 250 | 500 | 500 | 750 |
15 | 250 | 500 | 500 | 750 |
20 | 500 | 500 | 500 | 750 |
La dose di mantenimento deve essere somministrata ogni 12 ore.
Funzionalità renale residua (clerance creatina ml/min) | Dose di mantenimento (mg) per un tasso di flusso dializzato di: |
1,0 litri/ora | 1,0 litri/ora |
0,5 | 1,0 | 2,0 | 0,5 | 1,0 | 2,0 |
0 | 500 | 500 | 500 | 500 | 500 | 750 |
5 | 500 | 500 | 750 | 500 | 500 | 750 |
10 | 500 | 500 | 750 | 500 | 750 | 1000 |
15 | 500 | 750 | 750 | 750 | 750 | 1000 |
20 | 750 | 750 | 1000 | 750 | 750 | 1000 |
La dose di mantenimento deve essere somministrata ogni 12 ore.
Ipersensibilita' nota negli antibiotici della classe delle cefalosporine. Ipersensibilita' al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Generalmente controindicato in gravidanza e allattamento. (v.par. 4.6)
Prima di iniziare il trattamento con DIZATEC accertarsi se il paziente abbia manifestato precedenti reazioni di ipersensibilita' alla ceftazidima, alle cefalosporine, alle penicilline o ad altri farmaci. DIZATEC Analogamente a tutti gli altri antibiotici betalattamici, va somministrato con cautela nei pazienti in cui si sono manifestate reazioni allergiche alla penicillina. In caso di reazione allergica alla ceftazidima si deve interrompere la terapia ed eventualmente istituire un trattamento idoneo (adrenalina, antistaminici, corticosteroidi) ed altre opportune misure di emergenza.
Casi di pseudomembranosa sono stati descritti in concomitanza all'uso di tutti gli antibiotici a largo spettro (inclusi macrolidi, penicilline semisintetiche e cefalospirine); e' importante prendere in considerazione tale diagnosi in pazienti che presentano diarrea durante la terapia. Tali forme di colite possono variare da lievi a molto gravi. Il trattamento con antibiotici ad ampio spettro altera la normale flora del colon e puo' facilitare la crescita dei clostridi. Gli studi effettuati hanno evidenziato che una tossina prodotta dal Clostridium difficile e' la principale causa della colite associata all'uso di antibiotici. Forme lievi di colite pseudomembranosa rispondono in genere favorevolmente alla semplice interruzione del farmaco. In forme moderate o gravi il trattamento deve includere la sigmoidoscopia, opportune ricerche batteriologiche e la somministrazione di liquidi, elettroliti e proteine. Nei casi in cui la colite non migliori dopo la sospensione del farmaco e nei casi gravi la somministrazione di vancomicina per via orale costituisce il trattamento di scelta della colite pseudomembranosa da Clostridium difficile indotta da antibiotici. Devono essere escluse altre forme di colite.
Il trattamento concomitante con alti dosaggi di cefalosporine e medicinali nefrotossici quali aminoglicosidi o diuretici potenti (ad esempio furosemide) possono avere un effetto negativo sulla funzionalita' renale. l'esperienza clinica ha dimostrato che probabilmente cio' non costituisce un problema se la ceftazidima viene somministrata ai dosaggi raccomandati. Non si evidenzia che la ceftazidima abbia effetti negativi sulla funzionalita' renale alle normali dosi terapeutiche. La ceftazidima e' escreta per via renale . Pertanto, come per tutti gli antibiotici eliminati per tale via, in pazienti con moderata o grave insufficienza renale, si raccomanda di ridurre la dose per evitare le conseguenze cliniche di concentrazioni ematiche eccessive, quali ad esempio convulsioni o sequele neurologiche (v. par. 4.2 e par 4.8).
Come per altri antibiotici a largo spettro l'uso prolungato della ceftazidima puo' favorire l'emergere opportunistico di microrganismi o ceppi non sensibili (ad esempio Candida ed Enterococchi) che richiede l'adozione di misure adeguate o l'eventuale interruzione del trattamento. E' pertanto essenziale un assiduo controllo delle condizioni del paziente. Come per altre cefalosporine e penicilline a spettro allargato alcuni ceppi di Enterobacter spp. e Serratia spp. inizialmente sensibili, possono manifestare resistenza durante la terapia con ceftazidima. Pertanto nel corso del trattamento di tali infezioni se ritenuto clinicamente appropriato, deve essere valutata la possibilita' di eseguire successivi test di sensibilita'.
Links sponsorizzati
L'uso concomitante di alti dosaggi con medicinali nefrotossici puo' avere effetti negativi sulla funzionalita' renale. Il cloramfenicolo e' un antagonista in vitro della ceftazidima e delle altre cefalosporine. La rilevanza clinica di tale osservazione non e' conosciuta, ma qualora DIZATEC e cloramfenicolo siano somministrati in concomitanza, bisogna considerare la possibilita' che si manifesti antagonismo tra i due antibiotici. La somministrazione delle cefalosporine puo' interferire con i risultati di alcune prove di laboratorio, causando pseudopositivita' della glicosuria con i metodi di Benedict, Fehling, e "Clinitest", basati sulla riduzione del rame, ma non con i metodi enzematici. La ceftazidima non interferisce con la determinazione della creatinina nel dosaggio con picrato alcalino.
Non si sono evidenziati sperimentalmente aspetti embriotossici o teratogenici della ceftazidima, comunque, nelle donne in stato di gravidanza e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessita', sotto il diretto controllo del medico. La ceftazidima e' escreta nel latte materno e deve essere impiegata con cautela nelle madri che allattano.
DIZATEC non influenza la capacità di guida né l’uso di macchinari.
Reazioni locali
flebite o tromboflebite conseguenti a somministrazione endovenosa; dolore e/o infiammazione dopo somministrazione intramuscolare.
Reazioni di ipersensibilita':
rash articariodi o maculopapulari, febbre, prurito e, molto raramente, angioedema e reazioni anafilattiche (inclusi broncospasmo e/o ipotensione). Come con altre cefalosporine vi sono state rare segnalazioni di eritema multiforme, sindrome diStevens-Johnson e necrolisi epidermica tossica. Reazioni gastrointestinali: diarrea, nausea, vomito, dolore addominale e molto raramente, candidasi del cavo orale o colite; come per altre cefalosporine la colite puo' essere associata alla presenza del Clostridium difficile e presentarsi sotto forma di colite pseudomembranosa.
Reazioni genito-urinarie:
candidasi, vaginite; reazioni a livello del tratto epatobiliare e del pancreas; molto raramente ittero. Reazioni neurologiche: cefalea, vertigini, parestesie e sensazioni di sapore sgradevole. Vi sono state segnalazioni di sequefe neurologiche come tremori, mioclonie, convulsioni, encefalopatia e coma verificatesi in pazienti con insufficienza renale nei quali il dosaggio della ceftazidima non era stato opportunamente ridotto.
Modificazioni dei parametri di laboratorio: sono state riferite in corso di terapia con ceftazidima variazioni transitorie di alcuni parametri clinici e di laboratorio: eosinofilia, positivita' al test di Coombs e molto raramente anemia emolitica, trombocitosi, alterazioni in uno o piu' parametri di funzionalita' epatica quali ALT (SGPT), AST (SGOT), LDH, GGT e fosfatasi alcalina. Come per altre cefalosporine sono stati segnalati occasionalmente incrementi transitori di azotemia, ammoniemia e/o creatinina sierica. Molto raramente sono state osservate leucopenia, neutropenia, trombocitopenia agranulocitosi e linfocitosi. In circa il 5% dei pazienti sono state segnalate, in corso di trattamento con cefalosporine, positivita' talora false di test di Coombs. Cio' puo' interferire con i test di incompatibilita' ematica.
Links sponsorizzati
Il sovraddosaggio ppuò portare a sequele neurologiche tra le quali encefalopatia, convulsioni e coma.
I livelli sierici di ceftazidima sono ridotti alla emodialisi o dalla dialisi peritoneale.
categoria farmacoterapeutica : Antibatterici beta-lattaminici. Cefalosporine.
Codice ATC: J01DA11
La ceftazidima è un derivato dell’acido cefalosporanico che caratterizza per uno spettro antibatterico ampio, un elevata resistenza alle beta-lattamasi ed una spiccata attività in vitro e in vivo anche sullo Pseudomonas, di norma resistente agli antibiotici beta-lattamasi.
Ciò è dovuto alla presenza contemporanea, nella catena laterale, del gruppo aminotiazolico, del gruppo propossiminico e del gruppo carbossilico.
Spettro antibatterico e meccanismo d’azione
La ceftazidima è un antibiotico a spettro particolarmente ampio e ad azione battericida.
Provoca infatti la lisi della cellula batterica per inibizione della sintesi di mucoproteine a livello della parete cellulare.
La ceftazidima risulta attiva in vitro nei confronti di una vasta gamma di germi gram-positivi e gram-negativi, sia aerobi che anaerobi, compresi ceppi resistenti ad antibiotici aminoglicosidici e ad antibiotici betalattamici (cefalosporine e penicilline semisintetiche). La ceftazidima è altamente stabile nei confronti della maggior parte delle beta-lattamasi prodotte sia dagli organismi gram-positivi che da quelli gram-negativi e pertanto risulta essere attiva contro molte specie ampicillino e cefalotino resistenti.
La ceftazidima ha un’elevata attività intrinseca in vitro e agisce all’interno di un ristretto range di valori di MIC per la maggior parte dei generi, con minimi cambiamenti nelle MIC a differenti livelli di inoculazione.
In vitro la ceftazidima e gli aminoglicosidi in associazione hanno attività sinergiche.
La ceftazidima è attiva “in vitro” contro i seguenti organismi:
Gram negativi:
Pseudomonas aeruginosa
Pseudomonas spp (inclusa Ps. Pseudomallei)
Escherichia Coli
Klebsiella spp (inclusa Klebsiella pneumonite)
Proteus mirabilis
Proteus vulgaris
Morganella morganii (già Proteus morganii)
Proteus rettgeri
Providencia spp.
Citrobacter spp.
Serratia spp.
Salmonella spp.
Shigella spp.
Yersinia enterocolitica
Acinetobacter spp.
Neisseria gonorrhoeae
Neisseria meningitidis
Haemvphilius influenzae (inclusi ceppi ampicillino resistenti)
Haemvphilius parainfluenzae (inclusi ceppi ampicillino resistenti)
Gram positivi:
staphylococcus aureus (ceppi meticillino sensibili)
staphylococcus epidermidis (ceppi meticillino sensibili)
Micrococcus spp.
Streptococcus pyogenes (streptococchi beta-emolitici gruppo A)
Streptococcus gruppo B
Streptococcus pneumonite
Streptococcus mitis
Streptococcus spp. (escluso Enterococcus o Streptococcus faecalis)
Ceppi anaerobi:
Peptococcus spp.
Peptostreptococcus spp.
Streptococcus spp.
Propionibacterium spp.
Clostridium perfringens
Fusobacterium spp.
Bacteroides spp. (molti ceppi di Bacteroides fragilis resistenti)
La ceftazidima non è attiva “in vitro” contro i seguenti organismi:
Staphylococchi meticillino resistenti
Enterococcus (Streptococcus) faecasis e molti altri Enterococchi
Clostridium difficile
Listeria monocytogenes
Campylobacter spp.
Links sponsorizzati
Assorbimento
La ceftazidima, dopo somministrazione per via parenterale sotto forma di sale sodico, raggiunge elevate e persistenti concentrazioni ematiche: nell’uomo dopo somministrazione intramuscolare di 500 mg ed 1 g si raggiungono rapidamente concentrazioni massime rispettivamente di 18 e 37 mcg/ml. Il picco viene raggiunto dopo circa 1 ora dalla somministrazione i.m.
Dopo somministrazione endovenosa rapida in 5 minuti di 1 e 2 g le concentrazioni medie al picco risultano rispettivamente 119 e 171,4 mcg/ml (fig.2)
Dopo 3 ore dalla somministrazione sia endovenosa che intramuscolare il farmaco è ancora presente nel sangue a livelli terapeuticamente efficaci.
L’emivita sierica è di circa 2 ore.
L’entità del legame con le proteine del siero è molto bassa e dell’ordine del 10% : pertanto una larga quota di antibiotico è immediatamente disponibile a diffondere dal sangue ai tessuti ed a svolgere una pronta azione antibatterica.
Distribuzione tessutale
La ceftazidima presenta. Dopo somministrazione di una dose di 1 o 2 g, un elevato grado di diffusione in tutti i principali organi e tessuti, dove raggiunge concentrazioni superiori alle concentrazioni minime inibenti (CMI) dei principali germi patogeni (tab.1).
Tab.1: concentrazioni della ceftazidima nei principali tessuti e liquidi biologici
Tessuto, organo o liquido organico | Concentrazione media al picco (mcg/g o mcg/ml) Dose impiegata e via di somministrazione |
1 g i.m | 1 g e.v | 2 g e.v. | |
Tessuto polmonare | 12 | 16,3 | 70 | |
Mucosa bronchiale | 96,5 | - | - |
pleura | 16,1 | - | - |
Liquido pleurico | 14,7 | - | 30 |
Espertorato | 3 | 7,6 | 9,3 |
Tonsilla | 18 | - | - |
Mucosa seni mascellari | 19,7 | - | - |
Essudato orecchio medio | - | 37,3 | - |
Tessuto prostatico | - | 50,5 | 55 |
Mucosa vescicale | - | 69,4 | - |
Rene | - | - | 121 |
Endometrio | - | 36 | - |
Miometrio | - | 44,9 | - |
Tube | - | 42,7 | - |
Ovaia | - | 41,3 | - |
Bile | 21,1 | 37,4 | - |
Parete colecisti | - | 29,5 | - |
Fluido duodenale | - | - | 21 |
Liquido ascitico | 13,9 | 11,9 | - |
Liquido peritoneale | - | 66,7 | - |
Appendice | - | 24,4 | - |
Muscolo cardiaco | - | - | 34,5 |
Valvole cardiache | - | - | 37,4 |
Liquido pericardico | - | 13,1 | - |
Muscolo scheletrico | - | 12,7 | 45,4 |
Tessuto sottocutaneo | - | - | 21 |
Cute | - | - | 38,2 |
Essudato di ferita chirurgica | - | 39,9 | 52,4 |
Tessuto adiposo sottocutaneo | - | 10,1 | - |
Tessuto osseo spugnoso | - | - | 29,4 |
Tessuto osseo corticale | - | - | 27,9 |
Liquido siroviale | - | - | 40,2 |
Tessuto cerebrale | - | 7,45 | - |
Liquor (normale) | - | - | 1,8 |
Liquor (meningite) | - | - | 15 |
Umor aqueo | - | - | 11 |
Liquido linfatico | - | 24 | - |
La ceftazidima attraversa la placenta rapidamente ed è escreta nel latte materno.
Escrezione
La ceftazidima non viene metabolizzata dall’organismo e viene eliminata in forma attiva dal rene mediante filtrazione glomerulare.
Circa il 90% della dose somministrata viene recuperata nelle urine delle 24 ore.
L’eliminazione della ceftazidima è diminuita nei pazienti con funzionalità renale compromessa e la dose deve essere ridotta. Meno dell’1% è escreta attraverso la bile che limita la quantità che entra nell’intestino.
Tossicità acuta
Nel corso delle prove sperimentali, la ceftazidima ha presentato negli animali studiati (topi, ratti, conigli e cani), una tosicità acuta molto bassa; a titolo esemplificativo si riporta la DL50 nel topo: via e.v. circa 8.050 mg/kg: via i.m. >di 2.500 mg/kg di peso corporeo.
Nefrotossicità per somministrazione unica.
Le prove condotte non hanno dimostrato segni di necrosi nei reni degli animali sottoposti a sperimentazione.
Tossicità per somministrazioni ripetute.
Gli studi condotti su ratti (somministrazione e.v. per 4 settimane) e cani (somministrazione e.v. per 14 settimane e i.m. per 12 settimane) non hanno messo in evidenza, nonostante i dosaggi molto elevati, alcuna azione di tipo tossico negli animali.
Accurati esami clinici effettuati periodicamente nel corso della prova hanno sempre dato conferma del normale stato di salute degli animali.
Flaconi di polvere: sodio carbonato anidro Fiala solvente: acqua per preparazioni iniettabili
La ceftazidima può essere diluita negli usuali liquidi infusionali, fatta eccezione per le soluzioni di sodio bicarbonato nelle quali è meno stabile. Inoltre la ceftazidima non deve essere miscelata nello stesso set infusionale o nella siringa con gli aminoglicosidi.
Sono state segnalate formazioni di precipitati addizionando vancomicina alle soluzioni di ceftazidima. Qualora si presentasse la necessità di somministrare sequenzialmente questi due antibiotici è consigliabile far defluire un’adeguata quantità di liquido infusionale, al fine di ottenere un adeguato lavaggio del set infusionale, tra le due somministrazioni.
Compatibilità.
La ceftazidima, a concentrazioni comprese tra 1 mg/ml e 40 mg/ml è compatibile con:
sodio cloruro 0.9%
sodio lattato M/6
soluzione di Hartmann
Destrosio 5%
Destrosio 5% e sodio cloruro 0.225%
Destrosio 5% e sodio cloruro 0.45%
Destrosio 5% e sodio cloruro 0.9%
Destrosio 4% e sodio cloruro 0.18%
Destrosio 10%
Destano 40 10% in sodio di cloruro 0.9%
Destano 40 10% in destrosio 5%
Destano 70 6% in sodio di cloruro 0.9%
Destano 70 6% in destrosio 5%
La ceftazidima a concentrazioni comprese tra 0.05 mg/ml e 0.25 mg/ml è compatibile con la soluzione lattato per dialisi intraperitoneale.
La ceftazidima può essere ricostituita per uso intramuscolare con lidocaina cloridrato allo 0.5% o 1%.
La ceftazidima alla concentrazione di 4 mg/ml può essere addizionata a :
Idrocortisone (idrocortisone sodio fosfato) 1 mg/ml in sodio cloruro 0.9% o destrosio 5%
Cefuroxima (cefuroxima sodica) 3 mg/ml in sodio cloruro 0.9%
Cloxacillina (cloxacillina sodica) 4 mg/ml in sodio cloruro 0.9%
Eparina 10 Ui/mlno 50 Ui/ml in sodio cloruro 0.9%
Potassio cloruro 10 mEq/l in sodio cloruro 0.9%
Nelle soluzioni così ottenute entrambi i componenti mantengono la propria attività.
500 mg di ceftazidima, ricostituiti con 1,5 ml di acqua per preparazioni iniettabili, possono essere addizionati a soluzioni di metronidazolo (500 mg/100 ml) ed entrambi mantengono la loro attività.
24 mesi.
Prima della ricostituzione conservare i flaconi al riparo dalla luce.
Il prodotto in soluzione, dopo ricostituzione con acqua p.p.i. o con il liquidi infusionali compatibili (ad esempio soluzione fisiologica, glucosata o di sodio lattato) deve essere usato di norma entro 6 ore se conservato a temperatura ordinaria ed entro 1 giorno se conservata a 4°C (in frigorifero).
La colorazione delle soluzioni può variare da giallo pallido a color ambra in funzione della concentrazione, del tipo di diluente e delle condizioni di conservazione.
I flaconi di DIZATEC possono sviluppare al loro interno, dopo la ricostituzione, una pressione positiva, dovuta alla liberazione di anidride carbonica.
Flaconi di vetro incolore tipo III con tappi in materiale elastomero e capsule di alluminio; fiale di vetro incolore tipoI.
DIZATEC 1g/3 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare : 1 flacone di polvere + fiala solvente da 3 ml
DIZATEC 1g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso : 1 flacone di
polvere + fiala solvente da 10 ml
DIZATEC 2g polvere per soluzione per infusione: 1 flacone di polvere
Preparazione della soluzione
DIZATEC è confezionata in flaconi contenenti una miscela sterile di ceftazidima pentaidrato e carbonato di sodio anidro.
Il contenuto del flacone può essere ricostituito aggiungendovi il contenuto della fiala annessa (acqua p.p.i.) in modo da ottenere una soluzione per somministrazione intramuscolare o endovenosa.
Genetic S.p.a. Via Della Monica n.26, 84083 Castel San Giorgio (SA).
DIZATEC 1g/3 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso intramuscolare -1 flacone + fiala solvente da 3 ml A.I.C.: 036460020
DIZATEC 1g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso - 1 flacone + fiala solvente da 10 ml A.I.C.: 036460032
DIZATEC 2g polvere per soluzione per infusione- 1 flacone di polvere A.I.C.: 036460044
-----
-----