Dralenos
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INDICE

01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE
02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA
03.0 FORMA FARMACEUTICA
04.0 INFORMAZIONI CLINICHE
04.1 Indicazioni terapeutiche
04.2 Posologia e modo di somministrazione
04.3 Controindicazioni
04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso
04.5 Interazioni
04.6 Gravidanza e allattamento
04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine
04.8 Effetti indesiderati
04.9 Sovradosaggio
05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
05.1 Proprietà farmacodinamiche
05.2 Proprietà farmacocinetiche
05.3 Dati preclinici di sicurezza
06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
06.1 Eccipienti
06.2 Incompatibilità
06.3 Periodo di validità
06.4 Speciali precauzioni per la conservazione
06.5 Natura e contenuto della confezione
06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione
07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO
09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE
10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO

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01.0 DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE -Inizio Pagina

DRALENOS


02.0 COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA - Inizio Pagina

Ogni compressa contiene 70 mg di acido alendronico in forma di alendronato sodico.

Eccipienti: lattosio monoidrato.

Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


03.0 FORMA FARMACEUTICA - Inizio Pagina

Compressa.

Compresse bianche, bi-convesse, con inciso “AD70” su un lato e “G” sull’altro.


04.0 INFORMAZIONI CLINICHE - Inizio Pagina

04.1 Indicazioni terapeutiche - Inizio Pagina

Trattamento dell’osteoporosi postmenopausale.

L’alendronato riduce il rischio di fratture sia delle vertebre sia dell’anca.



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04.2 Posologia e modo di somministrazione - Inizio Pagina

La dose raccomandata è di una compressa da 70 mg una volta alla settimana.

Per assicurare un adeguato assorbimento dell’acido alendronico :

l’alendronato deve essere assunto a stomaco vuoto con normale acqua del rubinetto almeno 30 minuti prima dell’assunzione di cibo, bevande o altri farmaci. Altre bevande (inclusa l’acqua minerale frizzante), il cibo ed altri farmaci possono ridurre l’assorbimento dell’alendronato (vedere paragrafo 4.5).

Per facilitare il trasporto nello stomaco e quindi ridurre il rischio di effetti collaterali locali e di irritazione dell’esofago (vedere paragrafo 4.4) devono essere adottate le seguenti misure:

L’alendronato deve essere assunto con un intero bicchiere di acqua del rubinetto (almeno 200 ml), al mattino al risveglio.

L’alendronato deve essere inghiottito intero. Le compresse non devono essere masticate o fatte disciogliere in bocca a causa del rischio di ulcerazioni oro-faringee.

I pazienti non devono restare sdraiati fino a quando non avranno consumato il primo pasto della giornata, il che dovrebbe avvenire non prima di mezz’ora dall’assunzione della compressa.

Il paziente non deve sdraiarsi durante la prima mezz’ora successiva all’assunzione della compressa.

DRALENOS non deve essere assunto prima di coricarsi o prima di alzarsi.

I pazienti devono ricevere supplementi di calcio e vitamina D se la quantità che assumono con la dieta non è sufficiente (vedere paragrafo 4.4).

Anziani.

Gli studi clinici non hanno mostrato differenze correlate all’età per quanto riguarda l’efficacia e la sicurezza del farmaco. Non è pertanto richiesto un aggiustamento del dosaggio.

Compromissione renale

La riduzione della dose non è richiesta in pazienti che presentano insufficienza renale con clearance della creatinina superiore a 35 ml/min.

A causa della mancanza di dati, l’acido alendronico non è raccomandato in pazienti con clearance della creatinina <35 ml/min.

Bambini

Non c’è esperienza sull’uso di DRALENOS nei bambini pertanto non deve essere loro somministrato.

L’utilizzo di DRALENOS 70 mg compresse una compressa alla settimana, non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta da glucocorticoidi.


04.3 Controindicazioni - Inizio Pagina

Anomalie dell’esofago e altri fattori che ne riducono lo svuotamento, ad es. stenosi o acalasia.

Incapacità di mantenere la posizione eretta o seduta per almeno 30 minuti.

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno dei qualsiasi degli eccipienti di DRALENOS 70 mg compresse.

Ipocalcemia.

(Vedere anche paragrafo 4.4, “Avvertenze speciali e precauzioni di impiego”).


04.4 Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso - Inizio Pagina

L’alendronato può causare irritazione locale delle membrane mucose della parte superiore della mucosa gastrointestinale.

A causa del rischio di peggioramento di malattie preesistenti, si deve usare cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con disturbi gastrointestinali in fase attiva, quali disfagia, sindromi esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (ultimo anno) di malattie gastrointestinali quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale in fase attiva o pazienti sottoposti ad operazioni chirurgiche del tratto gastrointestinale superiore, fatta eccezione per la chirurgia piloroplastica. (vedere paragrafo 4.3).

Effetti indesiderati a carico dell’esofago, quali esofagite, ulcera ed erosione esofagea raramente seguite da stenosi o perforazione esofagea, sono stati riportati in pazienti trattati con l’alendronato. In alcuni pazienti questi effetti sono risultati gravi ed hanno richiesto l’ospedalizzazione.

Di conseguenza, il medico deve stare attento ad ogni segno o sintomo riconducibile ad una reazione esofagea. I pazienti devono essere istruiti a sospendere il trattamento con alendronato e consultare il medico se sviluppano sintomi di irritazione esofagea, quali disfagia, dolore alla deglutizione, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di bruciore allo stomaco.

Il rischio di gravi effetti indesiderati all’esofago sembra maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato come prescritto e/o che continuano ad assumerlo dopo aver sviluppato sintomi di irritazione all’esofago. È estremamente importante che i pazienti ricevano e capiscano completamente le informazioni sul dosaggio (vedere paragrafo 4.2). I pazienti devono essere informati che il rischio di problemi all’esofago aumenta se essi non seguono queste istruzioni.

In ampi studi clinici non è stato osservato un aumento del rischio, ma sono stati riportati rare segnalazioni (post-marketing) di ulcera gastrica e del duodeno, alcune delle quali gravi e con complicazioni. Una correlazione causale non può essere esclusa.

Se i pazienti dimenticano di prendere una compressa, devono essere istruiti ad assumere la dose al mattino successivo dopo che si sono resi conto della dimenticanza. Essi non devono assumere 2 compresse nello stesso giorno, ma devono continuare a prendere una compressa una volta alla settimana nel giorno prestabilito all’inizio della terapia.

L’alendronato non è raccomandato in pazienti con insufficienza renale con clearance della creatinina <35 ml/min (vedere paragrafo 4.2).

Devono essere considerate altre cause dell’osteoporosi oltre alla mancanza di estrogeni ed all’età.

L’ipocalcemia deve essere risolta prima di iniziare la terapia con l’alendronato (vedere paragrafo 4.3). Anche altri disturbi del metabolismo minerale (es. deficit della vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati efficacemente. In pazienti con tali disturbi, il calcio sierico ed i sintomi di ipocalcemia devono essere monitorati durante il trattamento con alendronato. A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sulla densitometria minerale ossea, durante la terapia possono comparire piccole e asintomatiche riduzioni dei livelli del calcio e del fosforo sierici, specialmente in pazienti in terapia con glucocorticoidi, poiché questi pazienti possono presentare un ridotto assorbimento del calcio.

Tuttavia l’ipocalcemia sintomatica è stata riportata raramente. Alcuni casi sono risultati gravi e sono comparsi in pazienti che presentavano condizioni predisponenti (ad es. ipoparatiroidismo, deficienza della vitamina D e malassorbimento del calcio).

Di conseguenza, è particolarmente importante assicurare un sufficiente apporto di calcio e vitamina D ai pazienti che ricevono glucocorticoidi.

I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza della Lapp-lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

L’osteonecrosi della mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti affetti da cancro in trattamento con regimi terapeutici di bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mascella È stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.

Prima di iniziare un trattamento con bifosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (come cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) deve essere presa in considerazione la necessità di effettuare un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.

Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare di sottoporsi a procedure dentarie invasive. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentaria, non ci sono dati disponibili che suggeriscano se l’interruzione del trattamento con bifosfonati riduca o meno il rischio di osteonecrosi della mascella.

Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.


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04.5 Interazioni - Inizio Pagina

In caso di somministrazione concomitante, è altamente probabile che cibo, bevande (inclusa l’acqua minerale), supplementi di calcio, antiacidi ed alcuni farmaci somministrati per via orale, possano determinare un’alterazione nell’assorbimento dell’alendronato. Pertanto, i pazienti devono attendere almeno mezz’ora dopo l’assunzione dell’alendronato prima di assumere altri farmaci per via orale (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

Non sono attese altre interazioni clinicamente significative. Negli studi clinici, diversi pazienti ricevevano estrogeni (per via intravaginale, transdermica o orale) in associazione con l’alendronato. Non sono stati osservati effetti indesiderati causati dalla co-somministrazione.

Benché non siano stati condotti specifici studi di interazione, l’alendronato, negli studi clinici, è stato usato in concomitanza a vari medicinali di uso comune senza evidenze di interazione clinica.


04.6 Gravidanza e allattamento - Inizio Pagina

Gravidanza:

Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso dell’alendronato in donne in gravidanza.Gli studi su animali sono insufficienti per evidenziare gli effetti sulla gravidanza /e-o/ sullo sviluppo embrionale/fetale/ e-o/ sul parto/ e-o/ sullo sviluppo post-natale (vedere paragrafo 5.3). L’alendronato somministrato a ratte gravide ha causato distocia correlata ad ipocalcemia.

L’alendronato non deve essere usato durante la gravidanza.

Allattamento:

Non è noto se l’alendronato venga escreto nel latte materno. Sulla base della sua indicazione, l’alendronato non deve essere usato dalle donne che allattano al seno.


04.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchine - Inizio Pagina

Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.


04.8 Effetti indesiderati - Inizio Pagina

In uno studio della durata di un anno in donne in post-menopausa con osteoporosi, il profilo globale di sicurezza dell’alendronato 70 mg una volta alla settimana (n=519) è risultato equivalente al profilo di sicurezza dell’alendronato 10 mg/die (n=370).

In due studi della durata di 3 anni con identico disegno, in donne in post-menopausa i profili globali di sicurezza dell’alendronato 10 mg e del placebo sono risultati simili.

Gli effetti indesiderati riportati dagli sperimentatori come possibili, probabili o certamente correlati al farmaco, sono stati inclusi nella tabella che segue se la loro incidenza era >1% in uno dei gruppi trattati nello studio ad un anno o se la loro incidenza in uno degli studi a 3 anni era >1% nei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die e maggiore che nel gruppo trattato con placebo.

Studio ad un anno Studio a tre anni
Alendronato 70mg (n=519) % Alendronato 10mg/die (n=370) % Alendronato 10mg/die (n=196) % Placebo (n=397) %
Patologie gastrointestinali
Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
Rigurgito acido 1,9 2,4 2,0 4,3
Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
Distensione addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
Stitichezza 0,8 1,6 3,1 1,8
Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
Ulcera esofagea 0,0 0,0 1,5 0,0
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore muscolo-scheletrico (ossa, muscoli, o articolazioni) 2,9 3,2 4,1 2,5
Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
Patologie del sistema nervoso
Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5

I seguenti effetti indesiderati sono stati riportati in studi clinici e/o dopo la commercializzazione:

Comuni (>1/100, <1/10):
Patologie gastrointestinali Dolore addominale, dispepsia, stitichezza, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale*, rigurgito acido
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolori alle ossa, muscoli, o articolazioni
Patologie del sistema nervoso Cefalea
Non comuni (>1/1000, <1/100):
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Rash, eritema, prurito
Patologie gastrointestinali Nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena
Rari (>1/10000, <1/1000):
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Reazioni di ipersensibilità, inclusa orticaria ed angioedema. Rash cutaneo con fotosensibilità. Sintomi transitori come in una fase di risposta acuta (mialgia, malessere e raramente febbre) tipicamente all’inizio della terapia.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipocalcemia sintomatica, spesso associata a condizioni predisponenti (vedere paragrafo 4.4)
Patologie gastrointestinali Stenosi esofagea*, ulcere oro-faringee*, sintomi del tratto gastrointestinale superiore (perforazione, ulcere, emorragia). Un rapporto causale non può essere escluso.
Patologie dell’occhio Uveite, sclerite.

Molto rari (<1/10000): sono stati riportati casi isolati di gravi reazioni cutanee, inclusa la sindrome di Stevens-Johnson e di necrolisi epidermica tossica ed osteonecrosi.

* vedere paragrafi 4.2 e 4.4.

Nei pazienti trattati con bifosfonati è stata segnalata osteonecrosi della mascella. La maggior parte delle segnalazioni riguarda pazienti oncologici, ma alcuni casi si riferiscono a pazienti che assumevano bifosfonati per il trattamento dell’osteoporosi. L’osteonecrosi della mascella si manifesta generalmente in seguito ad estrazione dentaria e/o infezione locale(inclusa osteomielite). Sono considerati fattori di rischio anche una diagnosi di tumore, chemioterapia, radioterapia, terapia con corticosteroidi e una scarsa igiene orale (vedere paragrafo 4.4).

Risultati di laboratorio

Negli studi clinici una riduzione asintomatica, lieve e transitoria del calcio e del fosfato sierici è stata più spesso riportata in pazienti che assumevano alendronato rispetto a quelli che trattati con il placebo. Tuttavia, l’incidenza della riduzione del calcio sierico a 2,0 mmol/l e del fosfato sierico a 0,65 mmol/l è risultata la stessa in entrambi i gruppi.


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04.9 Sovradosaggio - Inizio Pagina

Il sovradosaggio può causare ipocalcemia, ipofosfatemia ed effetti indesiderati del tratto gastrointestinale superiore come disturbi gastrici, pirosi, esofagite, gastrite o ulcera gastrica. Non vi sono specifiche informazioni sul trattamento del sovradosaggio da alendronato. Per legare l’alendronato devono essere ingeriti latte o antiacidi. A causa del rischio di irritazione esofagea, non deve essere indotto il vomito ed il paziente deve rimanere in posizione eretta.


05.0 PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE - Inizio Pagina

05.1 Proprietà farmacodinamiche - Inizio Pagina

Categoria farmacoterapeutica: bifosfonati per il trattamento delle malattie delle ossa.

Codice ATC: M05BA04.

Il principio attivo di DRALENOS, l’alendronato di sodio triidrato, è un bifosfonato che inibisce il riassorbimento osseo degli osteoclasti senza avere un effetto diretto sulla formazione dell’osso. Sperimentazioni precliniche hanno dimostrato che l’alendronato si localizza principalmente in siti dove avviene un riassorbimento attivo. L’attività osteoclastica viene inibita, ma il reclutamento ed il legame degli osteoclasti non vengono alterati. La massa ossea formatasi durante il trattamento con l’alendronato è qualitativamente normale.

Trattamento dell’osteoporosi post-menopausa:

L’osteoporosi è una patologia definita tale quando la densità della massa ossea (BMD) della colonna vertebrale o dell’anca risulta inferiore di 2,5 deviazioni standard (DS) rispetto al valore medio di una popolazione normale giovane oppure in caso di precedente frattura da fragilità, indipendentemente dalla BMD.

L’equivalenza terapeutica dell’alendronato 70 mg una volta alla settimana (n=519) e dell’alendronato10 mg/die (n=370) è stata dimostrata in uno studio multicentrico della durata di un anno in donne in post-menopausa con osteoporosi. Gli aumenti medi rispetto al basale della BMD della colonna lombare dopo un anno furono del 5,1% (CI 95%: 4,8 – 5,4%) nel gruppo trattato con 70 mg e del 5,4% (CI 95%: 5,0 – 5,8%) nel gruppo trattato con 10 mg.

Gli aumenti medi della BMD nei gruppi in trattamento con 70 mg una volta alla settimana e con 10 mg/die furono rispettivamente del 2,3% e del 2,9% nel collo del femore e rispettivamente del 2,9% e del 3,1% nell’anca intera. I due gruppi di trattamento furono inoltre simili per quanto riguarda gli aumenti della BMD in altri distretti corporei.

Gli effetti dell’alendronato sulla massa corporea e sull’incidenza di fratture in donne in età postmenopausale sono stati sperimentati in due studi di disegno identico che ne hanno valutato l’efficacia iniziale (n=994) e nello studio “Fracture Intervention Trial” (FIT) (n=6459).

Nei due studi disegnati per determinare l’efficacia dell’alendronato, dopo 3 anni di trattamento con alendronato 10 mg/die, sono stati osservati aumenti medi della densità della massa ossea (BMD) del 8,8%, del 5,9% e del 7,8% rispetto al placebo, rispettivamente nella colonna vertebrale, nel collo del femore e nel trocantere. Inoltre è stato registrato un aumento significativo della BMD totale. Il 48% in meno dei pazienti trattati con l’alendronato ha presentato una o più fratture vertebrali rispetto a quelli trattati con placebo (alendronato 3,2% versus placebo 6,2%). Nei due anni di estensione di questi studi è stato osservato un continuo aumento della BMD della colonna vertebrale e del trocantere, mentre la BMD totale e quella del collo del femore sono rimaste invariate.

Il FIT consisteva in 2 studi controllati verso placebo con l’alendronato (5 mg/die per 2 anni e 10 mg/die per altri 1 o 2 anni):

FIT 1: studio di 3 anni in 2027 pazienti con almeno una frattura vertebrale (da compressione) al basale. In questo studio, l’alendronato somministrato una volta al giorno ha ridotto l’incidenza di una o più nuove fratture vertebrali del 47% (alendronato 7,9% versus placebo 15,0%). Inoltre è stata dimostrata una riduzione statisticamente significativa dell’incidenza delle fratture dell’anca (1,1% versus 2,2%, riduzione del 51%).

FIT 2: studio di 4 anni in 4432 pazienti con ridotta massa ossea ma senza fratture vertebrali al basale. Un’analisi di questo sottogruppo di donne con osteoporosi (il 37% della popolazione globale con osteoporosi corrispondeva a questa definizione) ha dimostrato una significativa differenza nell’incidenza delle fratture dell’anca (alendronato 1,0% versus placebo 2,2%, riduzione del 56%) e dell’incidenza di una o più fratture vertebrali (2,9% versus 5,8%, riduzione del 50%).


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05.2 Proprietà farmacocinetiche - Inizio Pagina

Assorbimento

In confronto con la dose endovenosa di riferimento, la biodisponibilità orale dell’alendronato è dello 0,64% in donne trattate con dosi di 5-70 mg somministrate dopo una notte a digiuno e 2 ore prima di una colazione standard. La biodisponibilità era ridotta a circa lo 0,46% e lo 0,39% rispettivamente quando l’alendronato veniva somministrato un’ora o mezz’ora prima di una colazione standard. Negli studi sull’osteoporosi, l’alendronato è risultato efficace quando somministrato almeno mezz’ora prima del primo pasto o della prima bevanda del giorno.

La biodisponibilità è risultata trascurabile quando l’alendronato è stato assunto assieme ad una colazione standard o fino a 2 ore dopo. Il caffè ed il succo d’arancia hanno ridotto la biodisponibilità di circa il 60%.

In volontari sani, il prednisone orale (20 mg tre volte al giorno per 5 giorni) non ha modificato significativamente la biodisponibilità dell’alendronato (aumento medio del 20-44%).

Distribuzione:

Studi nel ratto hanno mostrato che l’alendronato si distribuisce temporaneamente nei tessuti molli dopo somministrazione di 1 mg/kg, ma poi viene rapidamente ridistribuito nelle ossa o escreto nelle urine. Il volume medio di distribuzione allo “steady state”, escludendo le ossa, è di almeno 28 litri nell’uomo. Le concentrazioni plasmatiche del prodotto, dopo somministrazione orale di una dose terapeutica, sono al di sotto del limite di sensibilità del metodo di dosaggio (<5 ng/ml). Il legame con le proteine del plasma umano è di circa il 78%.

Biotrasformazione:

Non vi sono segni che indichino se l’alendronato venga metabolizzato.

Eliminazione:

Dopo una singola dose endovenosa di alendronato [C14], circa il 50% della radioattività viene escreta con le urine entro 72 ore. La radioattività riscontrata nelle feci è molto scarsa o nulla. La clearance renale è di 71 ml/min dopo una dose singola di 10 mg e.v. e la clearance sistemica non supera i 200 ml/min. Entro 6 ore la concentrazione plasmatica diminuisce fino ad oltre il 95% dopo somministrazione e.v. A causa del lento rilascio dell’alendronato dallo scheletro si stima che l’emivita nell’uomo sia >10 anni. Nei ratti l’alendronato non viene escreto attraverso il sistema di trasporto acido-base dei reni e pertanto non ci si aspetta che interferisca con l’escrezione di altri farmaci.

Popolazioni speciali:

Sperimentazioni pre-cliniche hanno dimostrato che un prodotto medicinale, che non si deposita nell’osso, viene escreto rapidamente nelle urine. Dopo somministrazione cronica per via endovenosa di dosi cumulative fino a 35 mg/kg in animali, non è stata dimostrata saturazione dell’assorbimento da parte dell’osso. Come negli animali, è probabile che l’eliminazione dell’alendronato per via renale sia ridotta in pazienti con insufficienza renale. Tuttavia, non vi sono dati clinici disponibili a riguardo. Di conseguenza è prevedibile un maggior accumulo di alendronato nelle ossa di soggetti con ridotta funzionalità renale (vedere paragrafo 4.2).

La biodisponibilità orale dell’alendronato nelle donne è stato dello 0,7% per dosi comprese tra 5 e 40 mg quando somministrato dopo un intera notte a digiuno e 2 ore prima una colazione standard. La biodisponibilità orale nell’uomo (0,6%) è stata simile a quella riscontrata nelle donne.


05.3 Dati preclinici di sicurezza - Inizio Pagina

I dati non-clinici non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base di studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dosi ripetute, genotossicità, potenziale cancerogeno, tossicità riproduttiva. Studi nei ratti hanno dimostrato che il trattamento con l’alendronato durante la gravidanza può causare l’insorgenza di distocia correlata ad ipocalcemia in ratti femmina durante il parto. I ratti che nelle sperimentazioni hanno ricevuto dosi elevate del farmaco hanno mostrato un aumento dell’incidenza di incompleta ossificazione fetale. Non è noto se ciò sia rilevante per gli esseri umani.


06.0 INFORMAZIONI FARMACEUTICHE - Inizio Pagina

06.1 Eccipienti - Inizio Pagina

Cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, sodio croscarmelloso, magnesio stearato, povidone.


06.2 Incompatibilità - Inizio Pagina

Non pertinente.


06.3 Periodo di validità - Inizio Pagina

3 anni.


06.4 Speciali precauzioni per la conservazione - Inizio Pagina

Questo prodotto medicinale non richiede particolari precauzioni per la conservazione.


06.5 Natura e contenuto della confezione - Inizio Pagina

Blister in alluminio/PVC verdi o trasparenti.

Contenitore in polipropilene bianco con tappo bianco in polietilene.

Confezioni da 4, 8 e 12 compresse.

È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.


06.6 Istruzioni per l'uso e la manipolazione - Inizio Pagina

Nessuna istruzione particolare.


07.0 TITOLARE DELL'AUTORIZZAZIONE ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

SEGIX Italia Srl - Via del Mare n. 36 POMEZIA (RM)


08.0 NUMERI DELLE AUTORIZZAZIONI ALL'IMMISSIONE IN COMMERCIO - Inizio Pagina

038031148/M 70 mg compresse 4 compresse in blister PVC/AL

038031151/M 70 mg compresse 8 compresse in blister PVC/AL

038031163/M 70 mg compresse 12 compresse in blister PVC/AL

038031175/M 70 mg compresse 4 compresse in contenitore PP

038031187/M 70 mg compresse 8 compresse in contenitore PP

038031199/M 70 mg compresse 12 compresse in contenitore PP


09.0 DATA DELLA PRIMA AUTORIZZAZIONE/RINNOVO DELL'AUTORIZZAZIONE - Inizio Pagina

28/02/2008


10.0 DATA DI REVISIONE DEL TESTO - Inizio Pagina

Gennaio 2009