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ECALTA
Ogni flaconcino contiene 100 mg di anidulafungina.
La soluzione ricostituita contiene 3,33 mg/ml di anidulafungina e la soluzione diluita contiene 0,36 mg/ml di anidulafungina.
Eccipienti
Fruttosio 102,5 mg per flaconcino
Etanolo 6 g per flaconcino
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere e solvente per concentrato per soluzione per infusione.
Polvere: liofilizzato solido di colore bianco-biancastro.
Solvente: soluzione limpida incolore.
La soluzione ricostituita ha un pH da 4,0 a 6,0.
Trattamento delle candidiasi invasive in pazienti adulti non neutropenici.
ECALTA è stato studiato principalmente in pazienti con candidemia e solo in un numero limitato di pazienti con infezioni da Candida profonde dei tessuti o associate alla formazione di ascessi (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
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Il trattamento con ECALTA deve essere iniziato da un medico esperto nel trattamento delle infezioni micotiche invasive. Prima dell’avvio della terapia devono essere prelevati i campioni delle colture micotiche. La terapia può essere iniziata prima che siano noti i risultati dei test colturali e può essere adattata di conseguenza quando questi risultati saranno disponibili.
Il 1° giorno di trattamento deve essere somministrata una singola dose da carico da 200 mg, successivamente seguita da 100 mg al giorno. La durata del trattamento si deve basare sulla risposta clinica del paziente. In generale, la terapia con gli antimicotici deve proseguire per almeno 14 giorni dopo l’ultima coltura positiva.
ECALTA deve essere ricostituito con il solvente alla concentrazione di 3,33 mg/ml e successivamente diluito ad una concentrazione di 0,36 mg/ml prima dell’uso, in accordo alle istruzioni riportate al paragrafo 6.6.
Si raccomanda di somministrare ECALTA ad una velocità di infusione che non superi 1,1 mg/min (equivalente a 3,0 ml/min). Le reazioni associate all’infusione non sono frequenti quando la velocità di infusione di anidulafungina non supera 1,1 mg/min.
ECALTA non deve essere somministrato in bolo.
Compromissione renale ed epatica
Non sono necessari aggiustamenti della posologia in pazienti con compromissione epatica lieve, moderata o grave. Non sono necessari aggiustamenti della posologia in pazienti con insufficienza renale di qualsiasi grado, inclusi i pazienti sottoposti a dialisi. ECALTA può essere somministrato indipendentemente da quando viene effettuata la dialisi (vedere paragrafo 5.2).
Durata del trattamento
I dati disponibili non sono sufficienti per supportare l’impiego della dose da 100 mg per un periodo di trattamento superiore a 35 giorni.
Altre popolazioni particolari di pazienti
Non sono necessari aggiustamenti della posologia in pazienti adulti in relazione a sesso di appartenenza, peso, etnia, positività per l’HIV o nei pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2).
Bambini ed adolescenti
L’uso di ECALTA non è raccomandato al di sotto di 18 anni perché i dati di sicurezza e di efficacia non sono sufficienti (vedere paragrafo 5.2).
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Ipersensibilità ad altri medicinali della classe delle echinocandine.
Non è stata stabilita l’efficacia di ECALTA in pazienti neutropenici con candidemia e in pazienti con infezioni profonde dei tessuti causate da Candida o con ascessi intraddominali e peritonite. L’efficacia clinica è stata valutata principalmente in pazienti non neutropenici con infezioni da C. albicans ed in un gruppo più piccolo di pazienti con infezioni non-albicans, principalmente C. glabrata, C. parapsilosis e C. tropicalis. I pazienti con endocardite, osteomielite o meningite causate da Candida, o quelli con infezioni da C. krusei, non sono stati studiati.
Effetti epatici
Un aumento dei livelli degli enzimi epatici è stato osservato in soggetti sani ed in pazienti trattati con anidulafungina. In alcuni pazienti con gravi condizioni cliniche di base in trattamento con diversi medicinali concomitanti insieme ad anidulafungina, si sono verificate alterazioni epatiche clinicamente significative. Episodi isolati di significativa disfunzione epatica, epatite o peggioramento dell’insufficienza epatica sono stati segnalati. I pazienti con aumento degli enzimi epatici in corso di trattamento con anidulanfungina devono essere monitorati per rilevare un possibile peggioramento della funzionalità epatica e valutare il rapporto rischio-beneficio derivante dal proseguimento della terapia con anidulafungina.
Reazioni correlate all’infusione
Nel corso di uno studio non clinico (nel ratto) è stato osservato un peggioramento delle reazioni correlate all’infusione a seguito della somministrazione concomitante di anestetici (vedere paragrafo 5.3). Non si conosce la rilevanza clinica di questo effetto. Tuttavia è necessario fare attenzione quando anidulafungina viene somministrata insieme ad agenti anestetici.
Contenuto di alcol
Questo medicinale contiene 24 vol% di etanolo (alcol); ciò equivale a 6 g di etanolo nella dose di mantenimento da 100 mg (somministrata nell’arco di 1,5 ore) e a 12 g di etanolo nella dose da carico di 200 mg (somministrata nell’arco di 3 ore). L’etanolo può essere dannoso per gli alcolisti. Ciò deve essere tenuto in considerazione nelle donne in gravidanza o in allattamento, nei bambini e nei gruppi ad alto rischio come le persone affette da malattie epatiche o epilessia.
La quantità di alcol presente in questo medicinale può alterare gli effetti di altri medicinali.
La quantità di alcol presente in questo medicinale può compromettere la capacità di guidare veicoli o usare macchinari.
Contenuto di fruttosio
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, non devono assumere questo medicinale.
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Anidulafungina non è un substrato, induttore o inibitore clinicamente rilevante degli isoenzimi del citocromo P450 (1A2, 2B6, 2C8, 2C9, 2C19, 2D6, 3A). È importante sottolineare che gli studi in vitro non escludono completamente la possibilità di interazioni in vivo.
Sono stati effettuati studi di interazione con anidulafungina ed altri medicinali per i quali è probabile una co-somministrazione. Non si raccomanda un aggiustamento della posologia di questi medicinali o di anidulafungina quando quest’ultima viene somministrata con ciclosporina, voriconazolo o tacrolimus e non si raccomanda un aggiustamento della dose di anidulafungina quando somministrata insieme ad anfotericina-B o rifampicina.
Non sono disponibili dati adeguati provenienti dall’uso di anidulafungina in donne in gravidanza. Sono stati osservati effetti lievi sullo sviluppo nei conigli trattati con andidulafungina durante la gravidanza, in presenza di tossicità materna (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Pertanto, l’uso di anidulafungina in gravidanza non è raccomandato.
Gli studi sugli animali hanno evidenziato che anidulafungina viene escreta nel latte materno. Non è noto se anidulafungina venga escreta nel latte materno umano. La decisione se proseguire/interrompere l’allattamento o la terapia con anidulafungina deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento per il bambino e del beneficio del trattamento con anidulafungina per la madre.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. La quantità di alcol in questo medicinale può compromettere la capacità di guidare o di usare macchinari.
Novecentoventinove (929) soggetti sono stati trattati con dosi singole o multiple di anidulafungina per via endovenosa nell’ambito degli studi clinici: 672 pazienti in studi clinici di Fase 2/3 (287 pazienti con candidemia/candidiasi invasiva, 355 pazienti con candidiasi orale/esofagea, 30 pazienti con aspergillosi invasiva) e 257 pazienti in studi di Fase 1.
Tre studi (uno di confronto versus fluconazolo, due non comparativi) hanno valutato l’efficacia di anidulafungina in pazienti con candidemia ed un numero limitato di pazienti con infezioni profonde dei tessuti causate da Candida. Un totale di 204 pazienti è stato trattato con la dose giornaliera raccomandata di 100 mg; la durata media del trattamento per via endovenosa in questi pazienti è stata di 13,5 giorni (range da 1 a 38 giorni). Centodiciannove pazienti sono stati trattati con andidulafungina per ≥ 14 giorni. Le reazioni avverse sono state generalmente lievi-moderate e talvolta hanno comportato l’interruzione del trattamento.
In corso di trattamento con anidulafungina sono state segnalate reazioni avverse correlate all’infusione; nel principale studio sulle candidiasi e candidemie invasive (ICC) queste reazioni avverse hanno incluso: arrossamenti/vampate di calore (2,3%), prurito (2,3%), rash (1,5%) e orticaria (0,8 %). Altre reazioni avverse correlate al trattamento che si sono verificate in ≥ 1% dei pazienti nello studio clinico principale hanno incluso ipopotassiemia (3,1%), diarrea (3,1%), aumento di ALT (2,3%), aumento degli enzimi epatici (1,5%), aumento della fosfatasi alcalina nel sangue (1,5%) ed aumento della bilirubinemia (1,5%).
Nel database ICC con l’impiego di 100 mg (N=204), le reazioni avverse farmaco-correlate (MeDRA) elencate di seguito sono state segnalate con frequenza Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10) o Non comune (da ≥ 1/1.000 a < 1/100). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine di gravità decrescente.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comune: coagulopatia.
Patologie del sistema nervoso
Comune: convulsioni, cefalea.
Patologie gastrointestinali
Comune: diarrea, vomito, nausea.
Non comune: dolore addominale superiore.
Patologie renali e urinarie
Comune: aumento della creatininemia.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: rash, prurito.
Non comune: orticaria.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: ipopotassiemia.
Non comune: iperglicemia.
Patologie vascolari
Comune: arrossamento.
Non comune: ipertensione, vampate di calore.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comune: dolore nel sito di infusione.
Patologie epatobiliari
Comune: aumento di alanina aminotransferasi, aumento della fosfatasi alcalina nel sangue, aumento di aspartato aminotransferasi, aumento della bilirubinemia, aumento di gamma-glutamiltransferasi.
Non comune: colestasi.
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Come con qualsiasi sovradosaggio, devono essere utilizzate le necessarie misure di supporto generali. In caso di sovradosaggio, possono verificarsi le reazioni avverse riportate nel paragrafo 4.8.
Nell’ambito degli studi clinici, una singola dose da 400 mg di anidulafungina è stata inavvertitamente somministrata come dose da carico. Non sono state segnalate reazioni avverse. Non è stata osservata una tossicità dose-limitante nel corso di uno studio condotto su 10 volontari sani ai quali è stata somministrata una dose da carico da 260 mg, seguita da 130 mg al giorno; 3 dei 10 soggetti hanno riportato un aumento transitorio ed asintomatico delle transaminasi (≤ 3 x Limite Normale Superiore (ULN)).
ECALTA non è dializzabile.
Proprietà generali
Categoria farmacoterapeutica: Antimicotici per uso sistemico, altri antimicotici, codice ATC: JO2AX06
Anidulafungina è un’echinocandina semi-sintetica, un lipopeptide sintetizzato da un prodotto di fermentazione dell’Aspergillus nidulans.
Anidulafungina inibisce in modo selettivo la beta (1,3)-D-glucano-sintasi, un enzima presente nelle cellule dei funghi, ma non dei mammiferi. Questo comporta un’inibizione della formazione di beta (1,3)-D-glucano, un componente essenziale della parete delle cellule fungine. Anidulafungina ha dimostrato un’attività fungicida nei confronti di Candida spp. ed un’attività nei confronti delle aree di crescita cellulare attiva delle ife di Aspergillus fumigatus.
Attività in vitro
Anidulanfungina ha evidenziato un’attività in vitro nei confronti di C. albicans, C. glabrata, C. parapsilosis e C. tropicalis. I breakpoint di sensibilità per gli inibitori della beta (1,3)-D-glucano-sintasi non sono stati stabiliti. Per l’importanza clinica di questi dati vedere di seguito la sezione sugli studi clinici.
Le determinazioni delle Concentrazioni Minime Inibenti (MIC) sono state effettuate in base alle metodiche M27 e M38 del Clinical and Laboratory Standards Institute. I ceppi di Candida con sensibilità ridotta ad anidulafugina non sono stati isolati dai pazienti trattati. Tra un numero di ceppi con MIC elevate alle echinocandine isolati da pazienti trattati con echinocandine, solo due ceppi di Candida sono stati segnalati come aventi anche MIC elevate all’anidulafungina e questo suggerisce la mancanza di una resistenza crociata completa tra le echinocandine.
Attività in vivo
Anidulafungina somministrata per via parenterale è stata efficace nei confronti di Candida spp. in modelli immunocompetenti e immunocompromessi di topo e coniglio. Il trattamento con anidulafungina ha prolungato la percentuale di sopravvivenza ed ha anche ridotto la carica di Candida spp. nell’organo interessato, quando determinata ad intervalli tra 24 e 96 ore dall’ultimo trattamento.
Le infezioni studiate negli animali di laboratorio hanno incluso l’infezione disseminata da C. albicans in conigli neutropenici, l’infezione esofagea/orofaringea in conigli neutropenici con C. albicans resistente al fluconazolo e l’infezione disseminata in topi neutropenici con infezioni da C. glabrata resistente al fluconazolo.
Informazioni sugli studi clinici
Candidemia e altre forme di Candidiasi Invasiva
La sicurezza e l’efficacia di anidulafungina sono state valutate in uno studio clinico registrativo di Fase 3, randomizzato, in doppio cieco, multicentrico, condotto in diversi paesi in pazienti principalmente non neutropenici, con candidemia e in un numero limitato di pazienti con infezioni profonde da Candida localizzate ai tessuti o associate alla formazione di ascessi. [I pazienti con endocardite, osteomielite o meningite da Candida, o quelli con infezioni da C. krusei, sono stati appositamente esclusi dallo studio]. I pazienti sono stati randomizzati per ricevere anidulafungina (200 mg come dose da carico per via endovenosa seguiti da 100 mg al giorno per via endovenosa) o fluconazolo (800 mg come dose da carico per via endovenosa seguiti da 400 mg al giorno) e sono stati stratificati con la scala APACHE II (≤ 20 e > 20) ed in base alla presenza o assenza di neutropenia. Il trattamento è stato somministrato per almeno 14 giorni e per non oltre 42 giorni. Ai pazienti di entrambi i bracci di trattamento è stato consentito di passare a fluconazolo per via orale dopo almeno 10 giorni di terapia endovenosa, a condizione che fossero in grado di tollerare il trattamento per via orale e che fossero afebbrili per almeno 24 ore e che le emocolture più recenti fossero negative per Candida spp.
I pazienti che avevano ricevuto almeno una dose di farmaco in studio e che presentavano una coltura positiva per Candida spp. da un sito normalmente sterile prima dell’arruolamento nello studio sono stati inclusi nella popolazione Intent-to-treat modificata (MITT). Nell’analisi di efficacia primaria (risposta globale alla fine della terapia endovenosa nelle popolazioni MITT) anidulafungina è stata confrontata a fluconazolo in un confronto statistico pre-definito a due fasi (non inferiorità seguita da superiorità). Una risposta globale positiva richiedeva il miglioramento clinico e l’eradicazione microbiologica. I pazienti sono stati seguiti per sei settimane oltre il completamento di tutta la terapia.
Duecentocinquantasei pazienti, di età compresa tra 16 e 91 anni, sono stati randomizzati al trattamento ed hanno ricevuto almeno una dose del farmaco in studio. Le specie più frequentemente isolate alla visita basale sono state C. albicans (63,8% anidulafungina, 59,3% fluconazolo), seguita da C. glabrata (15,7%, 25,4%), C. parapsilosis (10,2%, 13,6%) e C. tropicalis (11,8%, 9,3%) - con rispettivamente 20, 13 e 15 ceppi delle ultime 3 specie nel gruppo anidulafungina. La maggior parte dei pazienti ha riportato un punteggio ≤ 20 della scala APACHE II e un numero molto esiguo di pazienti era neutropenico.
I dati di efficacia, sia globali sia relativi ad i vari sottogruppi, sono riportati di seguito nella Tabella 1.
Tabella 1 - Percentuale di successo globale nella popolazione MITT: endopoint primari e secondari |
| Anidulafungina | Fluconazolo | Differenza tra i gruppia (95% IC) |
Fine terapia endovenosa (endpoint primario) | 96/127 (75,6%) | 71/118 (60,2%) | 15.42 (3,9, 27,0) |
Solo candidemia | 88/116 (75,9%) | 63/103 (61,2%) | 14,7 (2,5, 26,9) |
Altri siti sterilib | 8/11 (72,7%) | 8/15 (53,3%) | - |
- Liquido peritoneale/ascesso IAc | 6/8 | 5/8 | |
- Altro | 2/3 | 3/7 | |
C. albicans d | 60/74 (81,1%) | 38/61 (62,3%) | - |
Specie non-albicans d | 32/45 (71,1%) | 27/45 (60,0%) | - |
Scala Apache II ≤ 20 | 82/101 (81,2%) | 60/98 (61,2%) | - |
Scala Apache II > 20 | 14/26 (53,8%) | 11/20 (55,0%) | - |
Non neutropenici (Conta Totale dei Neutrofili, cellule/mm³ > 500) | 94/124 (75,8%) | 69/114 (60,5%) | - |
Neutropenici (Conta Totale dei Neutrofili, cellule/mm³ ≤ 500) | 2/3 | 2/4 | - |
Endpoint secondari |
Fine di tutta la terapia | 94/127 (74,0%) | 67/118 (56,8%) | 17,24 (2,9, 31,6)e |
Follow-up alla 2ª settimana | 82/127 (64,6%) | 58/118 (49,2%) | 15,41 (0,4, 30,4)e |
Follow-up alla 6ª settimana | 71/127 (55,9%) | 52/118 (44,1%) | 11,84 (-3,4, 27,0)e |
a Calcolata come anidulafungina meno fluconazolo
b Con o senza candidemia concomitante
c Intra-addominale
d Dati presentati per i pazienti con un singolo patogeno al basale
e Intervalli di confidenza del 98,3%, per confronti multipli effettuati in tempi successivi tramite analisi post-hoc.
I tassi di moralità in entrambi i bracci di trattamento con anidulafungina e fluconazolo sono riportati di seguito nella Tabella 2:
Tabella 2 - Mortalità |
| Anidulafungina | Fluconazolo |
Mortalità globale nello studio | 29/127 (22,8%) | 37/118 (31,4%) |
Mortalità durante la terapia in studio | 10/127 (7,9%) | 17/118 (14,4%) |
Mortalità attribuita all’infezione da Candida | 2/127 (1,6%) | 5/118 (4,2%) |
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Caratteristiche generali di farmacocinetica
La farmacocinetica di anidulafungina è stata caratterizzata in volontari sani, in popolazioni particolari e nei pazienti. È stata osservata una bassa variabilità intersoggetto nell’esposizione sistemica (coefficiente di variazione ~25%). Lo steady-state è stato raggiunto il primo giorno dopo una dose da carico (due volte la dose di mantenimento).
Distribuzione
La farmacocinetica di anidulafungina è caratterizzata da un’emivita di distribuzione rapida (0,5-1 ora) e da un volume di distribuzione di 30-50 l, che è simile al volume del liquido corporeo totale. Anidulafungina è ampiamente legata (> 99%) alle proteine plasmatiche. Non sono stati effettuati nell’uomo studi specifici sulla distribuzione di anidulafungina nei tessuti. Pertanto, non sono disponibili informazioni sulla penetrazione di anidulafungina nel liquido cerebrospinale (CSF) e/o attraverso la barriera emato-encefalica.
Biotrasformazione
Non è stato osservato il metabolismo epatico di anidulafungina. Anidulafungina non è un substrato, un induttore o un inibitore clinicamente rilevante degli isoenzimi del citocromo P450. È improbabile che anidulafungina possa avere effetti clinicamente rilevanti sul metabolismo dei farmaci metabolizzati dagli isoenzimi del citocromo P450.
Anidulafungina viene trasformata attraverso una lenta degradazione chimica a temperature e pH fisiologici ad un peptide ad anello aperto privo di attività antimicotica. L’emivita di degradazione in vitro di anidulafungina in condizioni fisiologiche è di circa 24 ore. Il prodotto ad anello aperto in vivo viene successivamente convertito in degradanti peptidici ed eliminato principalmente attraverso escrezione biliare.
Eliminazione
La clearance di anidulafungina è di circa 1 l/h. Anidulafungina ha un’emivita di eliminazione predominante di circa 24 ore che caratterizza la maggior parte del profilo di concentrazione plasmatica-tempo ed un’emivita terminale di 40-50 ore che caratterizza la fase di eliminazione terminale del profilo.
In uno studio clinico con dose singola, anidulafungina (~88 mg) radiomarcata (14C) è stata somministrata a volontari sani. Circa il 30% della dose radioattiva somministrata è stato eliminato nelle feci nell’arco di 9 giorni e meno del 10% della dose è stata rilevata sotto forma di farmaco immodificato. Meno dell’1% della dose radioattiva somministrata è stato escreto nelle urine e questo indica una clearance renale trascurabile. Le concentrazioni di anidulafungina sono scese al di sotto dei limiti inferiori della quantitazione 6 giorni dopo la somministrazione. Quantità trascurabili di radioattività farmaco-derivata sono state rilevate nel sangue, urine e feci 8 settimane dopo la somministrazione.
Linearità
Anidulafungina presenta una farmacocinetica lineare attraverso un’ampia gamma di singole dosi giornaliere (15-130 mg).
Popolazioni particolari di pazienti
Pazienti con infezioni micotiche
La farmacocinetica di anidulafungina in pazienti con infezioni micotiche è simile a quella osservata in soggetti sani sulla base di analisi di farmacocinetica di popolazione. Con il regime posologico di 200/100 mg al giorno ad una velocità di infusione di 1,1 mg/min, la Cmax allo steady-state e le concentrazioni minime (Cmin) hanno raggiunto rispettivamente 7 e 3 mg/l, con una AUC media allo steady-state di circa 110 mg·h/l.
Peso
Sebbene il peso sia stato identificato come fonte di variabilità nella clearance dell’analisi di farmacocinetica di popolazione, il peso ha un’importanza clinica minima sulla farmacocinetica di anidulafungina.
Sesso di appartenenza
Le concentrazioni plasmatiche di anidulafungina in volontari uomini e donne è stata simile. Negli studi effettuati in pazienti con dosi multiple, la clearance del farmaco è stata leggermente più veloce (circa 22%) negli uomini.
Anziani
L’analisi di farmacocinetica di popolazione ha evidenziato che la clearance mediana differiva leggermente tra il gruppo di soggetti anziani (età ≥ 65 anni, CL mediana = 1,07 l/h) ed il gruppo di soggetti non anziani (età < 65 anni, CL mediana = 1,22 l/h); tuttavia il range della clearance era simile.
Razza
La farmacocinetica di anidulafungina è risultata simile in soggetti caucasici, neri, asiatici e ispanici.
Positività HIV
Aggiustamenti della posologia non sono necessari in pazienti HIV-positivi, indipendentemente dalla terapia antiretrovirale concomitante.
Insufficienza epatica
Anidulafungina non viene metabolizzata a livello epatico. La farmacocinetica di anidulafungina è stata esaminata in soggetti con insufficienza epatica di grado Child-Pugh A, B o C. Le concentrazioni di anidulafungina non sono aumentate in soggetti con qualsiasi grado di insufficienza epatica. Sebbene sia stata osservata una lieve riduzione della AUC in pazienti con insufficienza epatica di grado Child-Pugh C, la riduzione è stata nel range delle stime di popolazione osservate per i soggetti sani.
Insufficienza renale
Anidulafungina presenta una clearance renale trascurabile (< 1%). In uno studio clinico condotto in soggetti con insufficienza renale lieve, moderata, grave o in fase terminale (dialisi-dipendenti), la farmacocinetica di anidulafungina è risultata simile a quella osservata in soggetti con funzionalità renale normale. Anidulafungina non è dializzabile e può essere somministrata indipendentemente da quando viene effettuata la dialisi.
Pazienti pediatrici
La farmacocinetica di anidulafungina dopo almeno 5 dosi giornaliere è stata esaminata in 24 soggetti immunocompromessi con neutropenia pediatrici (età 2-11 anni) e adolescenti (12-17 anni). Lo steady-state è stato raggiunto il primo giorno dopo una dose da carico (due volte la dose di mantenimento) e la Cmax e la AUCss allo steady-state sono aumentate in maniera proporzionale alla dose. L’esposizione sistemica dopo somministrazione della dose di mantenimento da 0,75 mg e 1,5 mg/kg/die in questa popolazione è stata paragonabile a quella osservata negli adulti rispettivamente dopo somministrazione di 50 e 100 mg/die. Entrambi i regimi posologici sono stati ben tollerati da questi pazienti.
Negli studi della durata di 3 mesi, sono state osservate evidenze di tossicità epatica, inclusi un aumento degli enzimi e alterazioni morfologiche in entrambi i ratti e le scimmie trattati con dosi 4-6 volte superiori l’esposizione clinica terapeutica anticipata. Gli studi di genotossicità in vitro e in vivo con anidulafungina non hanno fornito evidenze di un potenziale genotossico. Non sono stati effettuati studi a lungo termine sugli animali per valutare il potenziale cancerogeno di anidulafungina.
La somministrazone di anidulafungina nei ratti non ha evidenziato effetti sulla riproduzione, inclusa la fertilità nei maschi e nelle femmine.
Anidulafungina ha attraversato la barriera placentare nei ratti ed è stata rilevata nel plasma del feto.
Gli studi sullo sviluppo embrio-fetale sono stati effettuati con dosi tra 0,2 e 2 volte (ratti) e tra 1 e 4 volte (conigli) la dose di mantenimento terapeutica proposta di 100 mg/die. Anidulafungina non ha prodotto alcun tipo di tossicità farmaco-correlata a carico dello sviluppo nei ratti testati alla dose massima. Gli effetti sullo sviluppo osservati nei conigli (pesi corporei leggermenti ridotti) si sono verificati solo alla dose massima testata, una dose che ha prodotto anche tossicità materna.
Il passaggio di anidulafungina attraverso la barriera emato-encefalica è stato limitato nei ratti sani; tuttavia, nei conigli con candidiasi disseminata è stato osservato che anidulafungina ha attraversato la la barriera emato-encefalica ed ha ridotto la carica fungina nel cervello.
I ratti sono stati trattati con anidulafungina con tre dosi ed anestetizzati entro un’ora utilizzando una combinazione di ketamina e xylazina. I ratti nel gruppo trattato con la dose più elevata hanno riportato reazioni correlate all’infusione che sono state aggravate dall’anestesia. Alcuni ratti nel gruppo trattato con la dose intermedia hanno riportato reazioni simili, ma solo dopo somministrazione dell’anestesia. Non sono state segnalate reazioni avverse negli animali trattati con la dose più bassa in presenza o in assenza di anestesia e nel gruppo trattato con la dose intermedia, in assenza di anestesia, non si sono verificate reazioni correlate all’infusione.
Polvere
- Fruttosio
- Mannitolo
- Polisorbato 80
- Acido Tartarico
- Sodio idrossido (per aggiustamento del pH)
- Acido cloridrico (per aggiustamento del pH)
Solvente
- Etanolo anidro
- Acqua per preparazioni iniettabili
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti ad eccezione di quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Polvere e solvente: 3 anni.
Soluzione ricostituita
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita entro un’ora. La stabilità chimico-fisica della soluzione ricostituita durante l’uso è stata dimostrata per 3 ore a 25°C e per 2 ore a 5°C.
Soluzione per infusione
La stabilità chimico-fisica della soluzione per infusione durante l’uso è stata dimostrata per 24 ore a 25°C.
Da un punto di vsta microbilogico, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non viene utilizzato immediatamente, le condizioni di conservazione durante l’uso sono responsabilità dell’operatore.
Polvere e solvente
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
Polvere
Flaconcino di vetro di Tipo I da 30 ml con tappo in materiale elastomerico e sigillo in alluminio con chiusura a strappo.
Solvente
30 ml di etanolo anidro al 20% (w/w) in acqua per preparazioni iniettabili in flaconcino di vetro di Tipo I con tappo in materiale elastomerico e sigillo in alluminio con chiusura a strappo.
ECALTA è disponibile in confezione contenente 1 flaconcino di polvere da 100 mg ed 1 flaconcino di solvente da 30 ml.
ECALTA deve essere ricostituito con il solvente (etanolo anidro al 20% (w/w) in acqua per preparazioni iniettabili) e successivamente diluito SOLO con cloruro di sodio per infusione 9 mg/ml (0,9%) o glucosio per infusione 50 mg/ml (5%). Non è stata stabilita la compatibilità di ECALTA ricostituito con sostanze per uso endovenoso, additivi o medicinali diversi da cloruro di sodio per infusione 9 mg/ml (0,9 %) o glucosio per infusione 50 mg/ml (5%).
Ricostituzione
Ogni flaconcino deve essere riscostituito in condizioni asettiche con il solvente (etanolo anidro al 20% (w/w) in acqua per preparazioni iniettabili) per ottenere una concentrazione di 3,33 mg/ml. Il tempo della ricostituzione può durare fino a 5 minuti. La soluzione ricostituita deve essere trasparente e non deve contenere materiale particellare visibile. Dopo una successiva diluizione, la soluzione deve essere eliminata se viene identificata la presenza di particelle o alterazione di colore.
La soluzione ricostituita deve essere ulteriormente diluita entro un’ora e somministrata entro 24 ore.
Diluizione e infusione
Il contenuto del flaconcino ricostituito deve essere trasferito in condizioni asettiche in una sacca (o flacone) per uso endovenoso contenente cloruro di sodio per infusione 9 mg/ml (0,9%) o glucosio per infusione 50 mg/ml (5%) in modo da ottenere una concentrazione di anidulafungina pari a 0,36 mg/ml. Nella tabella sottostante sono riportati i volumi necessari per ogni dose.
Requisiti di diluizione per la somministrazione di ECALTA
Dose | Numero di confezioni | Volume totale ricostituito | Volume di infusione A | Volume totale di infusione | Concentrazione della soluzione per infusione | Velocità di infusione |
100 mg | 1 | 30 ml (1 confezione) | 250 ml | 280 ml | 0,36 mg/ml | 3,0 ml/min |
200 mg | 2 | 60 ml (2 confezioni) | 500 ml | 560 ml | 0,36 mg/ml | 3,0 ml/min |
A Cloruro di sodio per infusione 9 mg/ml (0,9%) o glucosio per infusione 50 mg/ml (5%)
Ogni volta che la soluzione ed il contenitore lo consentono, i medicinali per uso parenterale devono essere ispezionati visivamente prima della somministrazione per individuare l’eventuale presenza di particelle o alterazioni di colore. Se viene identificata la presenza di particelle o un’alterazione di colore, la soluzione deve essere eliminata.
Solo per impiego monouso. Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Pfizer Limited, Ramsgate Road, Sandwich, Kent, CT13 9NJ, Regno Unito.
EU/1/07/416/001 - A.I.C. n. 038382014
20/09/2007
20/09/2007