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ELOPRAM concentrato per soluzione per infusione
Principio attivo
Una fiala da 1 ml contiene:
Citalopram cloridrato 44,48 mg
pari a citalopram 40 mg
Per gli eccipienti vedere 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Sindromi depressive endogene e disturbi d’ansia con crisi di panico con o senza agorafobia.
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Sindromi depressive endogene:
Adulti:
Elopram concentrato per soluzione per infusione va somministrato una volta al giorno in qualunque momento della giornata.
La durata del trattamento per infusione endovenosa è normalmente di 10-14 giorni.
Elopram viene somministrato in un’unica dose giornaliera.
La dose iniziale è di 20 mg al giorno, la sera.
Sulla base della risposta clinica individuale, questa può essere aumentata fino a 40 mg/die. Solo se necessario, la dose potrà essere ulteriormente aumentata fino a 60 mg/die (dose massima).
La terapia di mantenimento orale dovrebbe essere continuata con lo stesso dosaggio.
L’effetto antidepressivo si manifesta generalmente in 2-4 settimane dall’inizio della terapia; è opportuno che il paziente venga seguito dal medico fino a remissione dello stato depressivo.
Poichè il trattamento con antidepressivo è sintomatico, esso deve essere continuato per un appropriato periodo di tempo, in genere 4-6 mesi nelle malattie maniaco-depressive.
Disturbi d’ansia con crisi di panico con o senza agorafobia.
La durata del trattamento per infusione è normalmente di 10-14 giorni.
La dose iniziale è di 10 mg al giorno. Dopo una settimana la dose può essere aumentata a 20 mg al giorno. Il dosaggio giornaliero ottimale è di norma di 20-30 mg. In caso di risposta insufficiente la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 60 mg al giorno.
La terapia di mantenimento orale dovrebbe essere continuata con lo stesso dosaggio.
La massima efficacia viene raggiunta dopo circa 3 mesi di trattamento.
Nei disturbi con crisi di panico il trattamento è a lungo termine. Il mantenimento della risposta clinica è stato dimostrato durante trattamento prolungato (1 anno).
In caso di insonnia o di forte irrequietezza si raccomanda un trattamento addizionale con sedativi in fase acuta.
Anziani: Ai pazienti al di sopra dei 65 anni di età deve essere somministrata metà della dose raccomandata a causa di un rallentato metabolismo.
Assunzione da parte dei bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni:
Elopram non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età (vedere 4.4).
Insufficienza epatica: nei pazienti con insufficienza epatica è consigliabile una dose giornaliera non superiore a 20-30 mg.
Insufficienza renale: in questi pazienti è consigliabile attenersi al dosaggio minimo consigliato.
Quando si decide di interrompere il trattamento le dosi devono essere ridotte in modo graduale per minimizzare l’entità dei sintomi di astinenza.
Modalità di somministrazione: ELOPRAM concentrato per soluzione per infusione 40 mg/ml, deve essere diluito con 250 ml di soluzione fisiologica salina o glucosata 5% e somministrato mediante infusione per la durata di almeno un’ora per 20 mg.
ELOPRAM concentrato per soluzione per infusione è solo per uso endovenoso.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
La somministrazione contemporanea di SSRIs e MAO-inibitori può causare gravi reazioni avverse a volte letali.
Pertanto citalopram non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con MAO-inibitori e comunque non prima di 14 giorni dopo la loro sospensione (vedere 4.4 e 4.5). Un trattamento a base di MAO-inibitori può essere iniziato 7 giorni dopo la sospensione di citalopram (vedere 4.4 e 4.5).
Citalopram è controindicato nel trattamento concomitante con pimozide (vedere 4.5).
Generalmente controindicato in gravidanza e durante l’allattamento.
La somministrazione contemporanea di citalopram e MAO-inibitori può causare crisi ipertensive. Pertanto citalopram non deve essere somministrato a pazienti in trattamento con MAO-inibitori e comunque non prima di almeno 14 giorni dopo la loro sospensione. Un trattamento a base di MAO-inibitori può essere iniziato 7 giorni dopo la sospensione di citalopram (vedere 4.3 e 4.5).
Qualora il paziente entrasse in una fase maniacale, il trattamento deve essere sospeso e si deve istituire un trattamento appropriato con neurolettici.
Il rischio di suicidio nei pazienti depressi persiste fino a quando non si ottiene una significativa remissione, poichè il blocco inibitorio può venire meno prima che si stabilisca una efficace azione antidepressiva. È importante monitorare assiduamente il paziente durante il periodo iniziale.
Alcuni pazienti con disturbi d’ansia con crisi di panico possono riferire un’accentuazione dei sintomi d’ansia all’inizio della terapia con antidepressivi. Tale aumento paradosso dei sintomi d’ansia è più marcato durante i primi giorni di terapia e scompare con il proseguire del trattamento (in genere entro due settimane).
È stata segnalata iponatriemia, probabilmente dovuta ad una secrezione inappropriata di ormone antidiuretico, come reazione avversa rara all’uso di SSRI. Sembra che le donne anziane costituiscano un gruppo particolarmente a rischio. È stata raramente segnalata una “sindrome serotoninica” nei pazienti in trattamento con SSRI. La comparsa di una serie di sintomi, tra cui agitazione, confusione, tremore, mioclonie ed ipertermia, possono costituire i prodromi della sindrome.
Quando si interrompe bruscamente il trattamento con inibitori della ricaptazione della serotonina possono comparire: insonnia, vertigini, sudorazione, palpitazioni, nausea, ansia, irritabilità, parestesie e cefalea. Pertanto quando si decide di interrompere il trattamento le dosi devono essere diminuite in modo graduale per ridurre al minimo l’entità di tali sintomi.
Porre attenzione a non interpretare tali sintomi attribuendoli ad un peggioramento della malattia psichiatrica trattata.
Gli effetti indesiderati possono essere più frequenti durante l’uso contemporaneo di inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs), nefazodone, trazodone, triptani e preparazioni a base di Hypericum perforatum.
I farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina vanno somministrati con cautela in pazienti che ricevano in concomitanza anticoagulanti, farmaci che influenzano l’aggregazione piastrinica (FANS, acido acetilsalicilico, ticlopidina, ecc.) o altri farmaci che possono accrescere il rischio di sanguinamento.
Inoltre, tali farmaci vanno somministrati con cautela nei pazienti con precedenti di disordini della coagulazione.
Sebbene gli studi sugli animali non abbiano mostrato per citalopram potenziali effetti epilettogenici come per gli altri antidepressivi, citalopram deve essere usato con cautela in pazienti con storia di convulsioni.
Il farmaco deve essere sospeso qualora si osservi un incremento della frequenza degli attacchi convulsivi.
Nei pazienti con diabete, una terapia a base di SSRI può alterare il controllo glicemico; questo potrebbe essere una conseguenza del miglioramento della depressione. È possibile che sia necessario aggiustare il dosaggio dell’insulina e/o di antidiabetici orali.
Assunzione da parte dei bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni:
Elopram non deve essere utilizzato per il trattamento di bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni di età. Comportamenti suicidari (tentativi di suicidio e ideazione suicidaria) e ostilità (essenzialmente aggressività, comportamento di opposizione e collera) sono stati osservati con maggiore frequenza negli studi clinici effettuati su bambini e adolescenti trattati con antidepressivi rispetto a quelli trattati con placebo. Qualora, in base ad esigenze mediche, dovesse essere presa la decisione di effettuare il trattamento, il paziente deve essere sorvegliato attentamente per quanto concerne la comparsa di sintomi suicidari. Per di più, non sono disponibili i dati sulla sicurezza a lungo termine per i bambini e gli adolescenti per quanto concerne la crescita, la maturazione, e lo sviluppo cognitivo e comportamentale.
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La biotrasformazione di citalopram a demetilcitalopram viene mediata dagli isoenzimi CYP2C19 (circa il 60%), CYP3A4 (circa il 30%) e CYP2D6 (circa il 10%) del sistema citocromo P450. L’inibizione degli isoenzimi CYP2C9, CYP2E1 e CYP3A4 da parte di citalopram e demetilcitalopram è trascurabile e i due composti sono solo inibitori deboli degli isoenzimi CYP1A2, CYP2C19 e CYP2D6 rispetto agli altri SSRI con cui è stata dimostrata una inibizione significativa. Pertanto, è improbabile che citalopram inibisca il metabolismo di farmaci mediato da P450, a dosi terapeutiche.
La somministrazione contemporanea di MAO-inibitori, ivi compresi i MAO-inibitori reversibili (RIMA), quali la moclobemide, può causare gravi reazioni avverse a volte letali, quali crisi ipertensive o una sindrome serotoninergica (vedere 4.3 e 4.4).
La somministrazione concomitante di una dose singola di pimozide 2 mg a soggetti trattati con citalopram racemo 40 mg/die per 11 giorni ha causato un aumento della AUC e della Cmax di pimozide, anche se non in maniera costante nell’arco dello studio. La somministrazione concomitante di pimozide e citalopram ha determinato un incremento medio dell’intervallo QTc di circa 10 msec. A causa dell’interazione osservata con una dose bassa di pimozide, la somministrazione concomitante di citalopram e pimozide è controindicata.
Non sono state riportate interazioni legate alla assunzione contemporanea dell’alcool.
La cimetidina determina un modesto aumento dei livelli medi di citalopram allo stato stazionario. Si consiglia pertanto di procedere con cautela quando vengono somministrati i dosaggi terapeutici più elevati di citalopram in associazione a dosaggi elevati di cimetidina (potente inibitore di CYP2D6, 3A4).
Vi sono state segnalazioni di un potenziamento degli effetti quando gli SSRI vengono somministrati assieme al litio o al triptofano; pertanto, è necessario procedere con cautela quando questi farmaci vengono usati contemporaneamente.
Non vi sono studi clinici che documentano i rischi o i benefici dell’associazione di citalopram con la terapia elettroconvulsiva (ECT).
Uno studio sulla interazione farmacodinamica e farmacocinetica tra citalopram e metoprololo (un substrato di CYP2D6) ha evidenziato un raddoppiamento delle concentrazioni di metoprololo, ma nessun aumento significativo degli effetti di metoprololo sulla pressione arteriosa e sulla frequenza cardiaca in volontari sani.
I farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina possono accrescere il rischio di sanguinamento quando sono somministrati in concomitanza con anticoagulanti o con farmaci che influenzano l’aggregazione piastrinica (FANS, acido acetilsalicilico, ticlopidina, ecc.) (vedere 4.4).
La somministrazione concomitante di altri farmaci serotoninergici, quali il tramadolo ed il sumatripan, può potenziare gli effetti 5HT associati.
Sono stati effettuati studi sull’interazione farmacocinetica con la levomepromazina (un inibitore dell’isoenzima CYP2D6 e prototipo delle fenotiazine) e con l’imipramina (un inibitore parziale di CYP2D6, un prototipo degli antidepressivi triciclici). Non sono state rilevate interazioni di natura farmacocinetica aventi importanza clinica.
L’innocuità di citalopram in gravidanza non è stata stabilita.
Sebbene gli studi effettuati sugli animali da esperimento non abbiano evidenziato segni di potenziale teratogenicità, nè effetti sulla riproduzione o sulle condizioni perinatali, poichè il citalopram con i suoi metaboliti passa la barriera placentare e poiché una piccolissima quantità viene riscontrata nel latte materno, se ne sconsiglia l’uso durante la gravidanza e l’allattamento.
Citalopram ha scarsi effetti sulla performance psicomotoria. Tuttavia, data la possibile insorgenza di sonnolenza, è opportuna una dovuta cautela da parte di chi si appresta a guidare o a manovrare macchinari.
Le reazioni secondarie osservate sono in generale di lieve entità e di tipo transitorio.
Esse si manifestano soprattutto nella prima o seconda settimana di terapia, per poi sparire con il miglioramento dello stato depressivo.
Gli effetti indesiderati frequenti (>1% - <10%) sono:
disturbi del metabolismo e nutrizione: riduzione dell’appetito;
disturbi psichiatrici: riduzione della libido e anormalità dell’orgasmo (donne);
disturbi del sistema nervoso: agitazione, insonnia, sonnolenza, capogiro;
disturbi dell’apparato respiratorio: sbadigli;
disturbi gastrointestinali: nausea, secchezza delle fauci, diarrea, stipsi;
affezioni della cute e del tessuto sottocutaneo: aumento della sudorazione;
disturbi a carico dell’apparato riproduttivo: disturbi della eiaculazione, impotenza;
compromissione delle condizioni generali: affaticamento.
Effetti indesiderati molto rari (<1/10.000) sono:
disturbi dell’apparato endocrino: secrezione inappropriata di ADH (specie nelle donne anziane);
disturbi del sistema nervoso: convulsioni, disturbi extrapiramidali;
disturbi del metabolismo e nutrizione: iponatriemia;
affezioni della cute e del tessuto sottocutaneo: ecchimosi, porpora;
compromissione delle condizioni generali: reazioni da ipersensibilità, sindrome serotoninergica, sintomi da astinenza (capogiro, nausea e parestesie).
Raramente, in seguito alla somministrazione di antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina, si possono verificare manifestazioni emorragiche quali ecchimosi, emorragie ginecologiche, manifestazioni emorragiche a carico del tratto gastrointestinale, delle mucose o anche di altri distretti dell’organismo.
Quando si interrompe bruscamente il trattamento possono comparire sintomi di astinenza.
Tali sintomi sono, in genere, lievi e di completa risoluzione e comprendono, ad esempio: insonnia, vertigini, sudorazione, palpitazioni, nausea, ansia, irritabilità, parestesie e cefalea.
Quando si decide di interrompere il trattamento le dosi devono essere ridotte in modo graduale per minimizzare l’entità di tali sintomi.
Altri effetti indesiderati che sono stati osservati con farmaci SSRI sono:
apparato cardiovascolare: ipotensione posturale;
disturbi dell’occhio: anormalità della vista;
disturbi gastrointestinali: vomito;
disturbi epatobiliari: alterazioni degli esami di funzionalità epatica;
disturbi muscolo-scheletrici: artralgia, mialgia;
disturbi psichiatrici: allucinazioni, mania, confusione, ansia, depersonalizzazione, attacchi di panico, nervosismo;
disturbi dell’apparato urinario: ritenzione urinaria;
disturbi a carico dell’apparato riproduttivo: galattorrea;
affezioni della cute e del tessuto sottocutaneo: prurito.
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I sintomi possibili con una dose fino a 600 mg sono: stanchezza, debolezza, sedazione, capogiro, tremore, nausea e tachicardia.
A dosi superiori a 600 mg si possono verificare convulsioni entro poche ore dall’assunzione. Possono verificarsi anche alterazioni dell’ECG e, raramente, rabdomiolisi.
È raro che il sovradosaggio sia fatale. Un paziente adulto è sopravvissuto dopo avere ingerito 5200 mg di citalopram.
Il trattamento del sovradosaggio è sintomatico e di supporto in quanto non esiste un antidoto specifico; una lavanda gastrica dovrebbe essere effettuata non appena possibile, dopo l’ingestione orale, e la pervietà delle vie aeree deve essere mantenuta, se necessario, con l’intubazione.
Somministrare ossigeno in caso di ipossia e diazepam in caso di convulsioni.
È consigliabile la sorveglianza medica per circa 24 ore, nonché un monitoraggio ECG se la dose ingerita è superiore a 600 mg. Un allargamento del complesso QRS può essere normalizzato da una infusione di NaCl ipertonica.
Categoria farmacoterapeutica: Antidepressivi; inibitori selettivi della serotonina-ricaptazione.
Codice ATC: N06 AB 04
Citalopram è un nuovo derivato biciclico ftalenico con effetto antidepressivo.
Studi biochimici e comportamentali hanno dimostrato che l’effetto farmacodinamico del citalopram è strettamente correlato a una potente inibizione dell’uptake della 5-HT (5-idrossitriptamina = serotonina).
Citalopram non ha effetto sull’uptake della NA (Noradrenalina) ed è quindi l’inibitore più selettivo dell’uptake della serotonina finora descritto, come dimostrato dal rapporto pari a 5000 tra le concentrazioni inibenti l’uptake della NA e della serotonina.
Non presenta alcuna influenza sull’uptake della DA (dopamina) o del GABA (acido gamma-aminobutirrico). Inoltre, nè Citalopram nè i suoi metaboliti hanno proprietà antidopaminergiche, antiadrenergiche, antiserotoninergiche, antiistaminergiche o anticolinergiche e non inibiscono le MAO (monoaminossidasi).
Citalopram non si lega ai recettori delle benzodiazepine, del GABA o degli oppioidi.
Dopo trattamento prolungato, l’efficacia inibitoria sull’uptake della 5-HT è invariata; inoltre citalopram non induce variazioni nella densità dei neurorecettori come accade con la maggior parte degli antidepressivi triciclici e con i più recenti antidepressivi atipici.
Sono assenti gli effetti sui recettori colinergici muscarinici, sui recettori istaminici e sugli alfa-adrenorecettori, con conseguente mancata insorgenza degli effetti collaterali legati alla inibizione di questi recettori: secchezza delle fauci, sedazione, ipotensione ortostatica, presenti dopo trattamento con molti farmaci antidepressivi.
Citalopram è unico per la sua estrema selettività di blocco dell’uptake e per l’assenza di attività agonista o antagonista sui recettori.
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Assorbimento:
Infusioni endovenose di citalopram (40 mg/die per 2 ore) ripetute per 14 giorni hanno determinato concentrazioni sieriche massime di citalopram dopo l’ultimo periodo d’infusione di 443 ± 81 nmol/L che sono lievemente più alte (10%) di quelle evidenziate dopo somministrazioni orali ripetute allo stesso dosaggio (403 ± 115 nmol/L). Livelli sierici dei principali metaboliti demetilcitalopram e didemetilcitalopram sono stati, come previsto, simili a quelli osservati dopo somministrazioni orali ripetute allo stesso dosaggio.
Citalopram è rapidamente assorbito dopo somministrazione orale.
I livelli plasmatici massimi di Citalopram sono raggiunti entro 2-4 ore dalla somministrazione.
Distribuzione:
Il volume apparente di distribuzione è circa 14 l/Kg (range 12-16 l/Kg).
Il legame alle proteine plasmatiche è inferiore all’80%.
Come altri farmaci psicotropi, Citalopram si distribuisce nell’organismo; le concentrazioni più elevate di farmaco e di metaboliti desmetilati si trovano nei polmoni, nel fegato, nei reni, concentrazioni inferiori nella milza, nel cuore e nel cervello.
Il farmaco e i suoi metaboliti passano la barriera placentare e si distribuiscono nel feto in modo simile a quanto visto nella madre.
Una piccolissima quantità di citalopram e dei suoi metaboliti sono secreti nel latte materno.
Biotrasformazione
Citalopram è metabolizzato a demetilcitalopram, didemetilcitalopram, citalopram-N-ossido e, per deaminazione, a un derivato deaminato dell’acido propionico.
Mentre il derivato dell’acido propionico è inattivo, demetilcitalopram, didemetilcitalopram e citalopram-N-ossido sono pure inibitori selettivi dell’uptake della serotonina sebbene più deboli del composto di origine.
Nei pazienti, il citalopram non metabolizzato è il composto predominante nel plasma.
Il rapporto di concentrazione citalopram/demetilcitalopram nel plasma, allo stato stazionario, è mediamente di 3,4 dopo 15 ore e di 2 dopo 24 ore dalla somministrazione.
I livelli plasmatici di didemetilcitalopram e citalopram-N-ossido sono generalmente molto bassi.
Eliminazione
L’emivita biologica è di circa un giorno e mezzo. La clearance plasmatica sistemica è pari a circa 0,4 l/min.
L’escrezione avviene con le urine e con le feci.
Linearità
È stata dimostrata una relazione lineare tra le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario e la dose somministrata; nella maggior parte dei pazienti lo stato stazionario è raggiunto entro la prima settimana di terapia.
Nella maggior parte dei pazienti i livello dello stato stazionario sono compresi nel range 100-400 nM per una dose giornaliera pari a 40 mg.
Pazienti anziani (>65 anni)
Nei pazienti anziani, in seguito alla riduzione della velocità di metabolizzazione, la emivita si allunga (1,5-3,75 giorni) ed i valori di clearance si riducono (0.08-0,3 l/min); le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario sono due volte più elevate che nei pazienti giovani trattati con la medesima dose.
Funzionalità epatica ridotta
Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica, citalopram viene eliminato più lentamente; la emivita biologica raddoppia e le concentrazioni plasmatiche nello stato stazionario sono circa due volte più elevate che nei pazienti con funzionalità epatica normale.
Funzionalità renale ridotta
Citalopram viene eliminato più lentamente nei pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata, ma il fenomeno non ha alcuna influenza importante sulla farmacocinetica del farmaco. Attualmente non vi sono informazioni sulla farmacocinetica del citalopram nella insufficienza renale grave (clearance della ceatinina < 20 ml/min).
Rapporto farmacocinetica/farmacodinamica
Non è stata effettuata una valutazione tra concentrazione plasmatica ed effetto; nemmeno gli effetti collaterali sembrano correlati alle concentrazioni plasmatiche del farmaco.
Il fattore di conversione da nM a ng/ml (riferito alla base) è 0,32 per il citalopram e 0,31 per il demetilcitalopram
Il farmaco non ha potere teratogeno e non influisce sulla riproduzione o sulle condizioni perinatali, non ha effetto mutageno nè carcinogenetico.
Sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.
ELOPRAM concentrato per soluzione per infusione può essere miscelato solo con soluzioni di sodio cloruro 0,9 % e di glucosio 5%.
18 mesi.
La soluzione per infusione endovenosa diluita, deve essere utilizzata entro 6 ore.
Conservare a temperatura non superiore a 25°C e al riparo dalla luce.
Astuccio da 10 fiale di vetro tipo I da 1 ml.
Nessuna.
RECORDATI Industria Chimica e Farmaceutica S.p.A. - Via Civitali, 1 - 20148 Milano
Su licenza della H. Lundbeck A/S - Copenhagen Valby (Danimarca)
Concessionaria esclusiva per la vendita: INNOVA PHARMA S.p.A. - Milano
ELOPRAM 40 mg/ml - Astuccio 10 fiale 1 ml A.I.C. n. 028681043
Prima autorizzazione: 29.10.94 / Novembre 2004
20/02/2007