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ENALAPRIL IDROCLOROTIAZIDE HEXAL
Ogni compressa contiene enalapril maleato mg 20 e idroclorotiazide mg 12,5.
Eccipienti: ogni compressa contiene lattosio monoidrato 89,6 mg.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compresse.
Compresse bianche, ovali, biconvesse con linea di rottura incisa su un lato e con impressa la sigla “E H” sull’altro lato.
La linea di frattura serve solo a facilitare la rottura della compressa per agevolare la deglutizione e non per dividerla in due metà uguali.
Trattamento dell’ipertensione essenziale.
Questa combinazione a dose fissa è indicata nei pazienti la cui pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata con il solo enalapril.
Questa dose fissa può anche sostituire la combinazione di enalapril maleato 20 mg e idroclorotiazide 12,5 mg nei pazienti che sono stati stabilizzati con i singoli principi attivi somministrati come medicinali separati agli stessi dosaggi.
Questa combinazione a dose fissa non è adatta per la terapia iniziale.
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Enalapril Idroclorotiazide Hexal può essere somministrato in una singola dose quotidiana con o senza cibo.
Può essere consigliabile ricorrere a una titolazione individuale della dose con entrambi i principi attivi.
Quando clinicamente appropriato, è possibile prendere in considerazione il passaggio diretto da una monoterapia a base di un ACE-inibitore alla combinazione fissa.
Dosaggio nei pazienti con funzionalità renale normale
Il dosaggio normale corrisponde a una compressa somministrata una volta al giorno.
Dosaggio nell’insufficienza renale
Clearance della creatinina ≥ 30 ml/min: nei pazienti con compromissione renale con clearance della creatinina ≥ 30 ml/min il dosaggio di enalapril deve essere titolato prima di passare alla combinazione fissa. In questa popolazione, i diuretici dell’ansa sono da preferire ai tiazidici. Il dosaggio di enalapril maleato e di idroclorotiazide deve essere mantenuto il più basso possibile (vedere paragrafo 4.4). In questi pazienti, una volta che il trattamento si è stabilizzato, è necessario monitorare periodicamente (per esempio ogni due mesi) potassio e creatinina (vedere paragrafo 4.4).
Clearance della creatinina <30 ml/min: vedere paragrafo 4.3.
Popolazioni speciali
Nei pazienti con deplezione di sale/volume, il dosaggio iniziale di enalapril è pari o inferiore a 5 mg. Si raccomanda la titolazione individuale del dosaggio di enalapril e idroclorotiazide.
Uso negli anziani
L’uso negli anziani si è dimostrato efficace come quello nei pazienti ipertesi più giovani. Nel caso di compromissione renale fisiologica si raccomanda di titolare il monocomponente enalapril prima di utilizzate la combinazione fissa.
Uso nei bambini e negli adolescenti (< 18 anni)
La sicurezza e l’efficacia di Enalapril Idroclorotiazide Hexal nei bambini non è stata dimostrata.
Associate a enalapril
Questo medicinale non deve essere utilizzato nei seguenti casi:
nei pazienti con ipersensibilità a enalapril, ad altri ACE-inibitori o a uno qualsiasi degli eccipienti;
in presenza di anamnesi di angioedema (edema di Quincke) associato a un trattamento precedente con un ACE-inibitore e/o di angioedema ereditario o idiopatico;
durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
Associate a idroclorotiazide
Questo medicinale non deve essere utilizzato nei seguenti casi:
- nei pazienti con ipersensibilità a idroclorotiazide o ad altri sulfonamidi;
- compromissione renale grave (clearance <30 ml/min);
- compromissione epatica grave/encefalopatia epatica;
- durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6);
- durante l’allattamento.
Avvertenze
ASSOCIATE AGLI ECCIPIENTI
Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
ASSOCIATE A ENALAPRIL
Ipotensione sintomatica
Nei pazienti ipertesi non complicati l’ipotensione sintomatica si è manifestata raramente. Nei pazienti ipertesi che ricevono enalapril, è più probabile che si verifichi ipotensione sintomatica se il paziente ha carenze di volume, per esempio a causa di una terapia diuretica, di una dieta a basso contenuto di sale, di dialisi, diarrea o vomito (vedere paragrafo 4.5). è stata osservata ipotensione sintomatica nei pazienti con insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata. Questo è più probabile che si verifichi nei pazienti con gradi più severi di insufficienza cardiaca, come evidenziato dall’uso di dosaggi elevati di diuretici dell’ansa, iponatremia o compromissione della funzione renale. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto controllo medico e i pazienti devono essere seguiti attentamente ogni volta che viene aggiustato il dosaggio di enalapril e/o del diuretico. Analoghe considerazioni possono essere applicate ai pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare, nei quali una eccessiva caduta della pressione arteriosa può portare a un infarto del miocardio o a un evento cerebrovascolare.
Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, deve ricevere un’ infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione a ulteriori dosi, che generalmente possono essere somministrate senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa è aumentata dopo l’espansione della volemia.
In alcuni pazienti con insufficienza cardiaca con pressione arteriosa normale o bassa, con enalapril può verificarsi un ulteriore abbassamento della pressione sistemica. Tale effetto è previsto e in genere non costituisce una ragione valida per sospendere il trattamento. Se l’ipotensione diviene sintomatica, può essere necessario ridurre il dosaggio e/o sospendere il diuretico e/o l’enalapril.
Stenosi aortica o della valvola mitrale/cardiomiopatia ipertrofica
Come tutti i vasodilatatori, gli ACE-inibitori devono essere somministrati con cautela nei pazienti con ostruzione a livello valvolare e del tratto di efflusso del ventricolo sinistro e devono essere evitati in caso di shock cardiogeno e di ostruzione emodinamica significativa.
Compromissione della funzione renale
Nei casi di compromissione della funzione renale (clearance della creatinina < 80 ml/min), il dosaggio iniziale di enalapril deve essere adattato in base alla clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2) e successivamente in funzione della risposta del paziente al trattamento. Per questi pazienti il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina fa parte della normale pratica medica.
Con l’utilizzo di enalapril è stata riportata insufficienza renale, principalmente in pazienti con grave insufficienza cardiaca o con patologia renale di base, inclusa la stenosi dell’arteria renale. Se diagnosticata prontamente e adeguatamente trattata, l’insufficienza renale associata alla terapia con enalapril è in genere reversibile.
Quando l’enalapril è stato somministrato in concomitanza con un diuretico, alcuni pazienti ipertesi senza alcun apparente disturbo renale preesistente hanno sviluppato aumenti di urea ematica e della creatinina. Può essere necessario ridurre il dosaggio di enalapril e/o interrompere il diuretico. Questa situazione deve richiamare l’attenzione sulla possibilità di una stenosi dell’arteria renale di base (vedere paragrafo 4.4. – ipertensione renovascolare).
Ipertensione renovascolare
Quando i pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria di un singolo rene funzionante vengono trattati con ACE-inibitori vi è un aumento del rischio di ipotensione e insufficienza renale. La perdita della funzione renale può verificarsi anche solo con lievi alterazioni della creatinina sierica. In questi pazienti la terapia deve essere iniziata sotto stretto controllo medico con bassi dosaggi, attenta titolazione e monitoraggio della funzione renale.
Trapianto di rene
Non vi è alcuna esperienza relativa alla somministrazione di enalapril nei pazienti sottoposti di recente a trapianto di rene. Il trattamento con enalapril non è pertanto raccomandato.
Insufficienza epatica
Raramente, il trattamento con ACE-inibitori è stato associato a una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (talora) alla morte. Il meccanismo di questa sindrome non è ancora stato compreso. I pazienti in trattamento con ACE-inibitori nei quali si manifestino ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici devono sospendere l’ACE-inibitore ed essere sottoposti a un adeguato controllo medico.
Neutropenia/agranulocitosi
Nei pazienti in trattamento con ACE inibitori sono state riportate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e privi di complicazioni, la neutropenia si verifica raramente. L’enalapril deve essere utilizzato con estrema cautela nei pazienti con patologie del collagene a livello vascolare, terapia immunosoppressiva, trattamento con allopurinolo o procainamide o con una associazione di questi fattori di rischio, soprattutto se vi è una preesistente compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in alcuni casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se l’enalapril viene usato in questi pazienti, è necessario monitorare periodicamente la conta dei leucociti e i pazienti devono essere istruiti affinché riferiscano qualsiasi segno di infezione.
Ipersensibilità/edema angioneurotico
Nei pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso l’enalapril, sono stati riportati edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe. Questo può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. In tali casi, l’enalapril deve essere interrotto immediatamente e deve essere istituito un adeguato monitoraggio al fine di garantire la completa risoluzione dei sintomi prima di dimettere il paziente. Nei casi in cui gonfiore è limitato al volto e alle labbra, in genere il disturbo si è risolto senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell’alleviare i sintomi. Anche nei casi in cui è coinvolto solo il gonfiore della lingua, senza difficoltà respiratorie, i pazienti possono richiedere una prolungata osservazione, poiché il trattamento con antiistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.
L’edema angioneurotico associato a edema laringeo può essere fatale. Molto raramente sono stati riportati decessi dovuti ad angioedema associato a edema laringeo o a edema della lingua. È probabile che i pazienti con coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe vadano incontro ad ostruzione delle vie aeree, specialmente in caso di anamnesi positiva per chirurgia delle vie aeree. Qualora si verifichi un edema della lingua, della glottide o della laringe che possa provocare l’ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente adottata una terapia adeguata, che può includere l’iniezione sottocutanea di una soluzione di epinefrina 1:1000 (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure volte ad assicurare la pervietà delle vie aeree.
Nei pazienti di razza nera trattati con ACE-inibitori l’angioedema è stato riportato con maggiore incidenza rispetto ai pazienti di razza non nera.
I pazienti con un’anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono correre un rischio maggiore di angioedema quando vengono trattati con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.3.)
Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione agli imenotteri
Raramente, i pazienti in trattamento con ACE-inibitori durante un trattamento di desensibilizzazione con veleno di imenotteri, hanno riportato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Queste reazioni sono state evitate interrompendo temporaneamente la terapia con ACE inibitori prima di ogni desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante LDL-aferesi
Raramente, i pazienti in trattamento con ACE-inibitori durante LDL-aferesi (lipoproteine a bassa densità) con destran-solfato hanno riportato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita. Queste reazioni sono state evitate con la sospensione temporanea dell’ACE-inibitore prima di ciascuna aferesi.
Pazienti emodializzati
Sono state segnalate reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a emodialisi con membrana ad alto flusso (per esempio AN 69®) e in trattamento concomitante con ACE-inibitori. Per questi pazienti dovrà essere preso in considerazione l’utilizzo di tipi diversi di membrane per dialisi o di una classe differente di agenti antiipertensivi.
Pazienti diabetici
Nei pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, la glicemia deve essere attentamente controllata durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).
Tosse
Con l’uso di ACE-inibitori è stata riportata tosse, che in genere è non-produttiva e persistente e si risolve con l’interruzione della terapia. La tosse indotta dagli ACE-inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse.
Chirurgia/anestesia
Nei pazienti sottoposti a interventi di alta chirurgia o ad anestesia con agenti che causano ipotensione, l’enalapril blocca la formazione di angiotensina II dovuta al rilascio compensatorio di renina. Se l’ipotensione compare ed è considerata conseguente a questo meccanismo, essa può essere corretta mediante espansione della volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, incluso l’enalapril, sono stati osservati aumenti di potassio sierico. I pazienti a rischio per lo sviluppo di iperkaliemia comprendono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, quelli che utilizzano in concomitanza diuretici risparmiatori di potassio, supplementi di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, oppure quei pazienti che assumono altri farmaci associati con incrementi di potassio sierico (per esempio eparina ). Se l’uso concomitante dei farmaci sopra menzionati è ritenuto indicato, si raccomanda un controllo regolare del potassio sierico.
Differenze etniche
Come per altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, l’enalapril è apparentemente meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, forse a causa di una maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione degli ipertesi di razza nera.
Interazioni
IN GENERE questo medicinale NON è RACCOMANDATO in combinazione con diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio ed estramustina (vedi paragrafo 4.5).
Gravidanza
Gli ACE-inibitori non devono essere iniziati durante la gravidanza. A meno che la terapia continuativa con un ACE-inibitore non sia considerata essenziale, le pazienti che hanno pianificato una gravidanza devono passare a un trattamento antiipertensivo alternativo, che abbia un profilo di sicurezza adatto all’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata la gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE
Compromissione epatica
I tiazidici devono essere impiegati con cautela nei pazienti con funzione epatica compromessa o malattia epatica progressiva, poiché nei pazienti con malattia epatica alterazioni anche lievi dell’equilibrio idro-elettrolitico possono accelerare l’insorgere di encefalopatia epatica. In questo caso, il trattamento con il diuretico deve essere sospeso immediatamente.
Enalapril Idroclorotiazide Hexal non è generalmente raccomandato in combinazione con sultopride (vedere paragrafo 4.5).
ASSOCIATE A ENALAPRIL E IDROCLOROTIAZIDE
Interazioni
In genere questo medicinale non è raccomandato in combinazione con litio, a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5).
Precauzioni di impiego
ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE
Equilibrio idro-elettrolitico
Come per qualsiasi paziente in trattamento con diuretici, la determinazione degli elettroliti sierici deve essere eseguita periodicamente a intervalli adeguati.
I tiazidici (inclusa l’idroclorotiazide) possono causare uno squilibrio idro-elettrolitico (ipokaliemia, iponatremia e alcalosi ipocloremica). I segnali di uno squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, irrequietezza, dolori muscolari o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali, quali nausea e vomito.
Benché durante l’uso di diuretici tiazidici si possa manifestare ipokaliemia, una terapia contemporanea con enalapril può ridurre l’ipokaliemia indotta da diuretici. Il rischio di ipokaliemia è maggiore nei pazienti con cirrosi epatica, nei pazienti che presentano diuresi accentuata, in quelli che presentano un insufficiente apporto di elettroliti per via orale e in quelli sottoposti a terapia contemporanea con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5). Con il caldo, nei pazienti edematosi si può verificare iponatremia da diluizione. Il deficit di cloro è normalmente lieve e in genere non richiede alcun trattamento.
Natriemia
È necessario valutare i livelli di sodio prima dell’inizio del trattamento e in seguito a intervalli regolari. Tutti i trattamenti con diuretici possono provocare iponatriemia, con conseguenze potenzialmente pericolose. Poiché una diminuzione della natriemia può inizialmente presentarsi in forma asintomatica, il monitoraggio regolare si rivela essenziale e deve essere istituito ancora più di frequente nelle popolazioni a rischio, come i pazienti anziani, malnutriti e cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9).
Kaliemia
I principali rischi associati ai tiazidici e ai relativi diuretici sono deplezione di potassio e ipokaliemia. L’ipokaliemia (< 3,5 mmol/l) deve essere evitata in alcune popolazioni a rischio, come i pazienti anziani e/o malnutriti, in particolare quando questi ricevono una terapia combinata, i pazienti cirrotici con edema e ascite, i pazienti affetti da patologie coronariche e quelli con insufficienza cardiaca. In questi casi, l’ipokaliemia determina un aumento della cardiotossicità dei glicosidi digitalici e il rischio di aritmia.
Nei pazienti con intervallo QT lungo, sia esso congenito o indotto da farmaci, l’ipokaliemia determina un aumento del rischio di aritmie gravi, in particolare torsioni di punta potenzialmente fatali, soprattutto nei pazienti con bradicardia.
I livelli di potassio devono essere controllati regolarmente, a partire dalla prima settimana di trattamento.
Calcemia
I tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e causare aumenti lievi e intermittenti del calcio sierico.
Un’ipercalcemia marcata può essere la prova di un iperparatiroidismo latente. La terapia tiazidica deve essere sospesa prima che vengano effettuati i test di funzionalità paratiroidea.
Livelli plasmatici di magnesio
È stato dimostrato che i tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, che può provocare ipomagnesiemia.
Effetti metabolici ed endocrini
La terapia tiazidica può peggiorare l’intolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici può quindi rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio di insulina o degli ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con tiazidici il diabete mellito latente può divenire manifesto.
Alla terapia diuretica con tiazidici sono stati associati aumenti dei livelli del colesterolo e dei trigliceridi. La deplezione di sale e di volume provocata dai tiazidici riduce l’eliminazione urinaria di acido urico. In alcuni pazienti trattati con diuretici tiazidici può verificarsi iperuricemia o può svilupparsi una gotta manifesta.
Insufficienza renale
I diuretici tiazidici sono pienamente efficaci solo nei pazienti con funzionalità renale normale o con lieve compromissione renale (stabilita, per esempio, in funzione della clearance della creatinina). Negli anziani il valore della clearance della creatinina deve essere modificato in funzione dell’età, del peso e del sesso del paziente. L’ipovolemia, dovuta alla perdita di fluidi e di sodio indotta dai diuretici all’inizio del trattamento, provoca una riduzione della filtrazione glomerulare, che a sua volta può causare un aumento dell’urea e della creatinina sierica.
Questa compromissione transitoria della funzione renale è senza conseguenze nei pazienti con funzione renale normale, ma può aggravare un’insufficienza renale preesistente.
Nel caso di malattia renale di grado severo, i tiazidici devono essere usati con cautela. Nei pazienti affetti da malattie renali i tiazidici possono far precipitare l’azotemia. Nei pazienti con compromissione renale possono svilupparsi effetti cumulativi del farmaco. Nel caso si sviluppi una progressiva compromissione renale caratterizzata dall’aumento dell’azoto non proteico, è necessaria un’attenta rivalutazione della terapia, in cui si consideri anche la possibilità di interrompere la terapia a base di diuretici.
Atleti/Test anti-doping
Questo medicinale contiene un principio attivo che può dare un risultato positivo nei test anti-doping.
Altre precauzioni
Nei pazienti con o senza anamnesi di allergia o asma bronchiale possono verificarsi reazioni di sensibilizzazione. È stata riportata la possibilità di esacerbazione o di attivazione di lupus eritematoso sistemico.
ASSOCIATE A ENALAPRIL E IDROCLOROTIAZIDE
Compromissione renale
Alcuni pazienti ipertesi senza apparente malattia renale preesistente hanno sviluppato segni di compromissione renale. In questo caso il trattamento deve essere interrotto.
È possibile riprendere la terapia a dosaggio ridotto oppure entrambi i principi attivi possono essere somministrati in forma di monoterapia.
Ipotensione e squilibrio idro-elettrolitico
I pazienti devono essere monitorati sistematicamente per segni clinici di squilibrio idro-elettrolitico, che possono manifestarsi durante episodi intercorrenti di diarrea o vomito. In questi pazienti deve essere intrapreso un regolare monitoraggio degli elettroliti plasmatici.
Un’ipotensione significativa può richiedere la somministrazione di una soluzione salina isotonica per via endovenosa. L’ipotensione transitoria non rappresenta una controindicazione alla continuazione del trattamento. Dopo la ricostituzione della volemia ed il raggiungimento di una pressione arteriosa soddisfacente, il trattamento può essere ripreso, o a un dosaggio più basso o con uno dei due componenti adeguatamente utilizzato in monoterapia.
Rischio di ipokaliemia
La combinazione di un ACE-inibitore e di un diuretico non-risparmiatore di potassio non preclude lo sviluppo di ipokaliemia, in particolare nei pazienti diabetici o con compromissione renale. Il potassio plasmatico deve essere pertanto monitorato regolarmente.
Uso pediatrico
La sicurezza e l’efficacia di questo medicinale non sono state dimostrate nel corso di studi controllati effettuati sui bambini.
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ASSOCIATE A ENALAPRIL
Alcune sostanze attive o classi terapeutiche possono favorire lo sviluppo di iperkaliemia: sali di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, ACE-inibitori, inibitori dell’angiotensina II, agenti antinfiammatori non-steroidei, eparine (a basso peso molecolare o non frazionata), ciclosporina e tacrolimus, trimetoprim.
L’insorgere di iperkaliemia può dipendere dall’esistenza di fattori di rischio associati.
Questo rischio aumenta nel corso di una terapia combinata con i suddetti medicinali.
Combinazioni non raccomandate
Diuretici risparmiatori di potassio, da soli o in combinazione: amiloride, potassio canrenoato, spironolattone, triamterene, potassio (sali).
Iperkaliemia (potenzialmente letale), soprattutto in associazione con compromissione renale (effetti iperkaliemici additivi).
Gli ACE-inibitori non devono essere associati a sostanze iperkaliemiche, tranne che nel caso di ipokaliemia.
Estramustina: rischio di aumento di effetti avversi, quali edema angioneurotico (angioedema).
Combinazioni che richiedono precauzioni di impiego
Agenti antidiabetici (insulina, sulfonamidi ipoglicemizzanti): l’uso degli ACE-inibitori può aumentare l’effetto ipoglicemizzante nei pazienti diabetici trattati con insulina o sulfonamidi.
Gli episodi ipoglicemici sembrano essere rari (miglioramento della tolleranza al glucosio, che può portare a una riduzione del fabbisogno di insulina).
L’auto-monitoraggio della glicemia deve essere intensificato.
Diuretici non- risparmiatori di potassio: rischio di improvvisa ipotensione e/o di compromissione renale acuta prima di iniziare il trattamento con un ACE-inibitore nei pazienti con una deplezione di sale/volume preesistente.
Nell’ipertensione arteriosa, quando una precedente terapia diuretica può aver provocato deplezione di sale/volume, o il diuretico deve essere interrotto prima di iniziare l’ACE inibitore, nel qual caso può essere reintrodotto successivamente un diuretico non-risparmiatore di potassio, oppure l’ACE-inibitore deve essere iniziato a un basso dosaggio e aumentato progressivamente.
Nell’insufficienza cardiaca congestizia trattata con diuretici, l’ACE-inibitore deve essere iniziato con un dosaggio molto basso, possibilmente dopo una riduzione di dosaggio del diuretico non-risparmiatore di potassio associato.
In tutti i casi, la funzionalità renale (livelli di creatinina) deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia con un ACE-inibitore.
ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE
Combinazioni non raccomandate
Sultopride: aumento del rischio di aritmia ventricolare, in particolare torsioni di punta (l’ipokaliemia favorisce l’insorgenza di questa reazione avversa).
Combinazioni che richiedono precauzioni di impiego
Sostanze che provocano torsioni di punta (a eccezione della sultopride):
agenti antiaritmici di classe IA (chinidina, idrochinidina, disopiramide); agenti antiaritmici di classe III (amiodarone, dofetilide, ibutilide, sotalolo); alcuni neurolettici (clorpromazina, ciamemazina, levomepromazina, tioridazina, trifluoperazina); benzamidi (amisulpride, sulpiride, tiapride); butirrofenoni (droperidolo, aloperidolo); altri neurolettici (pimozide); altre sostanze quali bepridil, cisapride, difemanil, eritromicina e.v., alofantrina, mizolastina, moxifloxacina, pentamidina, sparfloxacina, vincamina e.v., metadone…
Aumento del rischio di aritmia ventricolare, in particolare torsioni di punta (l’ipokaliemia favorisce l’insorgenza di questa reazione avversa).
L’ipokaliemia deve essere corretta prima della somministrazione e deve essere istituito un monitoraggio clinico, degli elettroliti ed elettrocardiografico.
Altri agenti ipokaliemici:
amfotericina B (per via endovenosa), glucocorticoidi (sistemici), tetracosactide, lassativi stimolanti.
Aumento del rischio di ipokaliemia (effetto additivo).
I livelli di potassio devono essere monitorati e, se necessario, corretti. Da prendere in considerazione in particolare nel caso di terapia concomitante a base di digitale. Usare lassativi non stimolanti.
Glicosidi digitalici:
l’ipokaliemia favorisce gli effetti tossici dei glicosidi digitalici.
Monitorare i livelli di potassio e possibilmente il quadro ECG.
Metformina:
Un’eventuale compromissione renale indotta da diuretici, in particolare quelli dell’ansa, può determinare l’insorgenza di acidosi lattica indotta da metformina.
La metformina non deve essere usata quando i livelli di creatinina sono superiori a 15 mg/l (135 micromol/l) negli uomini e a 12 mg/l (110 micromol/l) nelle donne.
Mezzi di contrasto iodati:
Aumento del rischio di insufficienza renale acuta, in particolare quando vengono utilizzati elevati quantitativi di mezzi di contrasto iodati in pazienti disidratati a causa dell’uso di diuretici.
I pazienti devono essere reidratati prima della somministrazione del prodotto iodato.
Carbamazepina:
Rischio di iponatriemia sintomatica.
Monitoraggio clinico e biologico. Se possibile, utilizzare un’altra classe di diuretici.
Combinazioni da prendere in considerazione
Calcio (sali): rischio di ipercalcemia dovuta alla diminuzione dell’escrezione urinaria di calcio.
Ciclosporina: rischio di un aumento dei livelli di creatinina, senza alterazione della concentrazione plasmatica di ciclosporina, anche in assenza di deplezione di sale/volume
COMUNI A ENALAPRIL E IDROCLOROTIAZIDE
Combinazioni non raccomandate
Litio: aumento della concentrazione di litio, potenzialmente a livelli tossici (ridotta escrezione renale di litio).
Agenti alfa-bloccanti usati come farmaci antiipertensivi: prazosin, trimazosin, urapidil. Aumento dell’effetto antiipertensivo. Aumento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).
Combinazioni che richiedono precauzioni di impiego
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS, sistemici), compresi gli inibitori selettivi della ciclo-ossigenasi (COX) 2, elevate dosi di acido acetilsalicilico (aspirina a dosi ≥3 g al giorno).
Insufficienza renale acuta nei pazienti a rischio (anziani e/o disidratati) a causa della riduzione della filtrazione glomerulare (inibizione delle prostaglandine vasodilatanti indotta dai FANS).
Inoltre, riduzione dell’effetto antiipertensivo.
Idratare il paziente; monitorare la funzionalità renale all’inizio del trattamento.
Baclofene: aumento dell’effetto antiipertensivo.
Monitorare la pressione del sangue e adattare il dosaggio antiipertensivo, se necessario.
Combinazioni da prendere in considerazione
Amifostina: aumento dell’effetto antiipertensivo.
Antidepressivi triciclici, neurolettici: aumento dell’effetto antiipertensivo e rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).
Corticosteroidi, tetracosactide (sistemici, tranne l’idrocortisone, utilizzato come sostituto nel trattamento del morbo di Addison): riduzione dell’effetto antiipertensivo (ritenzione di sale/volume indotta da corticosteroidi).
Agenti alfa-bloccanti usati in urologia: alfuzosin, doxazosin, prazosin, tamsulosina, terazosin. Aumento dell’effetto ipotensivo. Aumento del rischio di ipotensione ortostatica (effetto additivo).
Gravidanza
Enalapril
Gli ACE-inibitori non devono essere utilizzati durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Le evidenze epidemiologiche relative al rischio di teratogenicità dopo l’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono conclusive, tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. A meno che la terapia continuativa con un ACE-inibitore non sia considerata essenziale, le pazienti che hanno pianificato una gravidanza devono passare a un trattamento antiipertensivo alternativo, che abbia un profilo di sicurezza definito per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata la gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione terapeutica agli ACE-inibitori durante il 2° e il 3° trimestre comporta nell’uomo tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidroamnios, ritardo dell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia – vedere anche paragrafo 5.3 “Dati preclinici di sicurezza”). Nel caso si sia verificata esposizione agli ACE-inibitori a partire dal 2° trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzione renale e del cranio. I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere osservati attentamente per verificare l’eventuale presenza di ipotensione (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide
Questa combinazione fissa non è raccomandata durante il primo trimestre di gravidanza ed è controindicata durante il 2° e il 3° trimestre (vedere paragrafo 4.3).
I diuretici possono dare luogo a ischemia feto-placentare con il rischio di ipotrofia fetale. Sono stati segnalati rari casi di trombocitopenia neonatale grave.
L’idroclorotiazide non deve essere utilizzata per l’edema da (pre-) eclampsia, a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare, senza un effetto positivo sulla malattia.
Allattamento
Enalapril Idroclorotiazide Hexal è controindicato durante il periodo di allattamento.
Entrambi i principi attivi, l’enalapril e l’idroclorotiazide, vengono escreti nel latte materno.
L’impiego di farmaci tiazidici da parte di madri che allattano al seno è stato associato a una diminuzione o anche alla soppressione della secrezione lattea.
Possono inoltre manifestarsi ipersensibilità ai farmaci di tipo sulfonamidico, ipokaliemia e ittero nucleare.
A causa della possibilità di gravi reazioni avverse nel lattante che possono essere causate da entrambi i farmaci, è necessario stabilire se sospendere l’allattamento oppure la terapia con Enalapril Idroclorotiazide Hexal, tenendo in debita considerazione l’importanza della terapia per la madre.
Durante la guida di veicoli o l’uso di macchinari è necessario tenere in considerazione il fatto che occasionalmente si possono verificare vertigini o affaticamento (vedere paragrafo 4.8).
ASSOCIATI A ENALAPRIL
Gli effetti indesiderati riportati per l’enalapril comprendono effetti: molto comuni (> 1/10); comuni (≥ 1/100 ma < 1/10); non comuni (≥ 1/1000 ma < 1/100); rari (≥ 1/10.000 ma < 1/1000); molto rari (< 1/10.000), non noti (non possono essere stimati sulla base dei dati disponibili).
Esami diagnostici
Comuni: iperkaliemia, aumenti della creatinina sierica.
Non comuni: aumenti dell’urea nel sangue, iponatremia.
Rari: aumento degli enzimi epatici e della bilirubina sierica.
Patologie cardiache e vascolari
Molto comuni: capogiri.
Comuni: ipotensione (inclusa ipotensione ortostatica), sincope infarto del miocardio o accidente cerebrovascolare, possibilmente conseguenti a un’eccessiva ipotensione nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4), dolore toracico, disturbi del ritmo, angina pectoris, tachicardia.
Non comuni: ipotensione ortostatica, palpitazioni.
Rari: sindrome di Raynaud.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comuni: anemia (inclusa la forma aplastica e quella emolitica).
Rari: neutropenia, riduzione dei valori dell’emoglobina, riduzione dei valori dell’ematocrito, trombocitopenia, agranulocitosi, mielosoppressione, pancitopenia, linfoadenopatia, malattie autoimmuni.
Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici
Comuni: cefalea, depressione.
Non comuni: confusione, sonnolenza, insonnia, nervosismo, parestesia, vertigini.
Rari: disturbi nell’attività onirica, disturbi del sonno.
Patologie dell’occhio
Molto comuni: visione offuscata
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Molto comuni: tosse.
Comuni: dispnea.
Non comuni: rinorrea, mal di gola e raucedine, spasmi bronchiali/asma.
Rari: infiltrati polmonari, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila.
Patologie gastrointestinali
Molto comuni: nausea.
Comuni: diarrea, dolori addominali, disgeusia.
Non comuni: ileo, pancreatite, vomito, dispepsia, stipsi, anoressia, irritazione gastrica, secchezza delle fauci, ulcera peptica.
Rari: stomatite/ulcere aftose, glossite.
Molto rari: angioedema intestinale.
Patologie renali e urinarie
Non comuni: disfunzione renale, insufficienza renale, proteinuria.
Rari: oliguria.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: rash cutaneo, ipersensibilità/edema angioneurotico, edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4).
Non comuni: diaforesi, prurito, orticaria, alopecia
Rari: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, pemfigo, eritrodermia.
È stata riportata una sintomatologia complessa che può includere tutti o alcuni dei seguenti sintomi: febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite, artralgia/artrite, positività all’ANA, VES elevata, eosinofilia e leucocitosi, rash, fotosensibilità e altri sintomi dermatologici.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comuni: ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4, “Pazienti diabetici”).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comuni: astenia.
Comuni: affaticamento.
Non comuni: crampi muscolari, vampate, tinnito, malessere, febbre.
Patologie epatobiliari
Rari: insufficienza epatica, epatite (epatocellulare o colestatica), epatite con necrosi, colestasi (incluso ittero).
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comuni: impotenza.
Rari: ginecomastia.
ASSOCIATI A IDROCLOROTIAZIDE
Patologie cardiache: ipotensione posturale, aritmie cardiache.
Patologie del sistema emolinfopoietico: leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, anemia emolitica, depressione del midollo osseo.
Patologie del sistema nervoso: perdita dell’appetito, parestesia, sensazione di testa leggera.
Patologie dell’occhio: xantopsia, offuscamento transitorio della vista.
Patologie dell’orecchio e del labirinto: vertigini.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: difficoltà respiratoria (inclusi edema polmonare e polmonite).
Patologie gastrointestinali: irritazione gastrica, diarrea, stipsi, pancreatite.
Patologie renali e urinarie: disfunzioni renali, nefrite interstiziale.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: reazioni di fotosensibilità, rash, reazioni cutanee tipo lupus eritematoso cutaneo, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, orticaria, reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: spasmi muscolari.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: anoressia, iperglicemia, glicosuria, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (incluse iponatremia e ipokaliemia), aumento del colesterolo e dei trigliceridi.
Infezioni ed infestazioni: sialoadenite.
Patologie vascolari: angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea).
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: febbre, debolezza.
Patologie epatobiliari: ittero (ittero colestatico intraepatico).
Disturbi psichiatrici: irrequietezza, depressione, disturbi del sonno.
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Non sono disponibili informazioni specifiche relative al trattamento di un sovradosaggio di Enalapril Idroclorotiazide Hexal. I sintomi di sovradosaggio più rilevanti sono ipotensione severa, shock, stupore, bradicardia, disturbi elettrolitici e insufficienza renale.
ASSOCIATO A ENALAPRIL
È disponibile solo una quantità limitata di dati relativi al sovradosaggio nell’uomo.
Sintomi
I sintomi più rilevanti di sovradosaggio fino ad oggi riportati sono una marcata ipotensione, che ha inizio circa sei ore dopo l’assunzione delle compresse, in concomitanza al blocco del sistema renina-angiotensina, e stupore.
I sintomi associati a un sovradosaggio di ACE-inibitori possono comprendere shock circolatorio, squilibri elettrolitici, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiri, ansia e tosse. Dopo l’assunzione di 300 e 440 mg di enalapril, sono stati riscontrati livelli sierici di enalaprilato rispettivamente 100 e 200 volte superiori ai livelli in genere osservati in seguito a dosi terapeutiche.
ASSOCIATO A IDROCLOROTIAZIDE
I sintomi di intossicazione acuta sono principalmente correlati allo squilibrio idro-elettrolitico (iponatriemia, ipokaliemia).
Oltre alla prevista diuresi, il sovradosaggio da tiazidici può provocare vari gradi di letargia, che può degenerare in coma entro poche ore, con una minima depressione delle funzioni respiratorie e cardiovascolari e senza evidenza di variazioni degli elettroliti sierici o di disidratazione. Il meccanismo della depressione del sistema nervoso centrale indotta da tiazidi non è noto.
È stata riportata irritazione gastrointestinale in BUN e possono verificarsi alterazioni degli elettroliti sierici, specialmente nei pazienti affetti da compromissione renale.
Dal punto di vista clinico possono insorgere nausea, vomito, ipotensione, crampi, capogiri, sonnolenza, stati confusionali, poliuria od oliguria che, attraverso l’ipovolemia, possono degenerare in anuria.
ASSOCIATO ALLA COMBINAZIONE
Il trattamento è sintomatico e di supporto. Il trattamento con Enalapril Idroclorotiazide Hexal deve essere interrotto e il paziente tenuto sotto stretta osservazione. Le misure terapeutiche raccomandate includono induzione del vomito, somministrazione di carbone attivo e di un lassativo e/o di una lavanda gastrica, se l’assunzione delle compresse è recente. Qualsiasi forma di disidratazione, squilibrio elettrolitico e ipotensione deve essere trattata in modo appropriato. L’enalaprilato può essere eliminato dalla circolazione sanguigna mediante emodialisi (vedere paragrafo 4.4). Non è stabilita la quota di rimozione di idroclorotiazide.
Categoria farmacoterapeutica: enalapril e diuretici.
Codice ATC: C09B A02.
Meccanismo farmacologico di azione
ASSOCIATO A ENALAPRIL
L’enalapril maleato è il sale maleato di enalapril, un derivato di due aminoacidi, L-alanina e L-prolina. L’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) è una peptidil-dipeptidasi che catalizza la conversione dell’angiotensina I nella sostanza ad azione pressoria angiotensina II. Dopo l’assorbimento, l’enalapril viene idrolizzato in enalaprilato, che inibisce l’ACE. L’inibizione dell’ACE porta a una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di angiotensina II, che a sua volta produce un aumento dell’attività plasmatica della renina (dovuto all’eliminazione del feedback negativo del rilascio di renina) e riduce la secrezione di aldosterone.
L’ACE è identico alla kininasi II, perciò l’enalapril può anche bloccare la degradazione della bradichinina, un potente peptide vasodilatatore. Tuttavia il ruolo che questo agente svolge sugli effetti terapeutici dell’enalapril deve ancora essere studiato in modo approfondito.
ASSOCIATO A IDROCLOROTIAZIDE
L’idroclorotiazide è un diuretico tiazidico che agisce inibendo l’espulsione dei liquidi e abbassando la pressione sanguigna, la quale aumenta il riassorbimento del sodio nel segmento corticale diluente dei tubuli renali.
L’idroclorotiazide aumenta l’escrezione del sodio e del cloro nelle urine e, in misura minore, l’escrezione di potassio e magnesio, aumentando così la diuresi ed esercitando un effetto antiipertensivo.
Caratteristiche della terapia antiipertensiva
Mentre si ritiene che il meccanismo attraverso il quale l’enalapril riduce la pressione sanguigna sia in primo luogo la soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, l’enalapril ha effetto antiipertensivo anche nei pazienti con ipertensione a bassi livelli di renina.
La somministrazione di enalapril nei pazienti con ipertensione si traduce in una riduzione della pressione sanguigna sia in piedi sia in posizione supina, senza un significativo aumento della frequenza cardiaca.
L’ipotensione posturale sintomatica è infrequente. In alcuni pazienti lo sviluppo di una riduzione ottimale della pressione arteriosa può richiedere diverse settimane di terapia. La brusca sospensione di enalapril non è stata associata a un rapido aumento della pressione sanguigna.
Un’inibizione efficace dell’attività dell’ACE si verifica in genere da 2 a 4 ore dopo la somministrazione orale di una singola dose di enalapril. L’insorgenza di attività antiipertensiva è stata in genere osservata in un’ora, con il picco di riduzione della pressione del sangue ottenuto da 4 a 6 ore dopo la somministrazione. La durata dell’effetto è dose-dipendente. Tuttavia, ai dosaggi raccomandati, gli effetti antiipertensivi ed emodinamici hanno dimostrato di persistere per un periodo di almeno 24 ore.
Nel corso di studi emodinamici in pazienti con ipertensione essenziale, la riduzione della pressione sanguigna è stata accompagnata da una riduzione della resistenza arteriosa periferica con un aumento della gittata cardiaca e poca o nessuna alterazione della frequenza cardiaca. Dopo la somministrazione di enalapril si è verificato un aumento del flusso ematico renale; la velocità di filtrazione glomerulare è rimasta invariata. Non vi è stata alcuna evidenza di ritenzione idrica o sodica. Tuttavia, nei pazienti con livelli ridotti di filtrazione glomerulare prima del trattamento, in genere essi sono aumentati.
Nel corso di studi clinici a breve termine su pazienti diabetici e non diabetici con malattia renale, dopo la somministrazione di enalapril sono state osservate diminuzioni dell’albuminuria ed escrezione urinaria di IgG e di proteina urinaria totale.
Quando viene somministrato in concomitanza con diuretici tiazidici, gli effetti di riduzione della pressione sanguigna dell’enalapril sono come minimo additivi. L’enalapril può ridurre o prevenire lo sviluppo dell’ipokaliemia indotta da tiazidi.
ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE
Il tempo di insorgenza dell’attività diuretica è di circa 2 ore. L’attività diuretica raggiunge un picco dopo 4 ore e si mantiene per 6-12 ore.
Al di sopra di un certo dosaggio, in termini di effetto terapeutico i diuretici tiazidici raggiungono un limite, mentre le reazioni avverse continuano ad aumentare. Quando il trattamento è inefficace, l’aumento del dosaggio oltre le dosi raccomandate non solo non ha alcuna funzione utile, ma spesso dà luogo a reazioni avverse.
ASSOCIATE ALLA COMBINAZIONE
Nel corso di studi clinici, la somministrazione concomitante di enalapril e idroclorotiazide ha ridotto la pressione arteriosa in modo più significativo rispetto a ciascuna delle due sostanze in monoterapia.
La somministrazione di enalapril inibisce il sistema renina-angiotensina-aldosterone e tende a ridurre il potassio indotto dall’idroclorotiazide.
L’associazione di un ACE-inibitore con un diuretico tiazidico produce un effetto sinergico e riduce inoltre il rischio di ipokaliemia provocato dal diuretico in monoterapia.
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La co-somministrazione di enalapril e idroclorotiazide a vari dosaggi ha un effetto scarso o nullo sulla biodisponibilità di queste due sostanze.
ASSOCIATE A ENALAPRIL
Assorbimento
L’enalapril somministrato per via orale viene rapidamente assorbito e la massima concentrazione plasmatica si raggiunge entro un’ora. Sulla base del contenuto nelle urine, l’assorbimento di enalapril dall’enalapril maleato somministrato per via orale è di circa il 60%. L’assorbimento di enalapril somministrato per via orale non viene influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale.
Distribuzione
Una volta assorbito, l’enalapril viene rapidamente e ampiamente idrolizzato in enalaprilato, un potente ACE-inibitore. La massima concentrazione plasmatica di enalaprilato si raggiunge dopo 3-4 ore dalla somministrazione di una dose di enalapril maleato per via orale. L’emivita effettiva per l’accumulo di enalapril in seguito alle concentrazioni di enalaprilato è stata raggiunta dopo 4 giorni di trattamento.
Nell’ambito delle concentrazioni rilevanti dal punto di vista terapeutico, il legame dell’enalapril con le proteine del plasma umano non supera il 60%.
Biotrasformazione
A eccezione della conversione in enalaprilato, non esiste alcuna prova di un significativo metabolismo dell’enalapril.
Eliminazione
L’enalapril viene escreto principalmente per via renale. I principali composti presenti nell’urina sono l’enalaprilato, che rappresenta circa il 40% della dose, e l’enalapril immodificato (circa il 20%).
Insufficienza renale
L’esposizione a enalapril ed enalaprilato è maggiore nei pazienti con insufficienza renale. Nei pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata (clearance della creatinina 40-60 ml/min), i livelli di AUC di enalaprilato allo stato stazionario sono stati circa due volte superiori rispetto a quelli dei pazienti con funzionalità renale normale, in seguito alla somministrazione di 5 mg una volta al giorno. Nel caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina ≤ 30 ml/min), l’AUC è risultata aumentata di circa 8 volte. A questi livelli di insufficienza renale l’emivita effettiva di enalaprilato in seguito a somministrazioni multiple di enalapril maleato viene prolungata e il tempo allo stato stazionario ritardato (vedere paragrafo 4.2, “Dosaggio nell’insufficienza renale”).
L’enalaprilato può essere rimosso dalla circolazione generale per emodialisi; la clearance tramite dialisi è pari a 62 ml/min.
ASSOCIATE A IDROCLOROTIAZIDE
Assorbimento
L’assorbimento orale di idroclorotiazide è relativamente rapido.
La biodisponibilità dell’idroclorotiazide varia tra il 60 e l’80%. Il tempo di concentrazione plasmatica di picco (Tmax) varia tra 1,5 e 5 ore, con una media di circa 4 ore.
Distribuzione
Il legame con le proteine è di circa il 40%.
L’emivita plasmatica media nei pazienti a digiuno varia tra le 5 e le 15 ore.
Eliminazione
L’idroclorotiazide è eliminata rapidamente dai reni e viene escreta immodificata (>95%) nelle urine. Almeno il 61% della dose orale è escreta in forma immodificata entro 24 ore.
Nei pazienti affetti da insufficienza renale e cardiaca, così come negli anziani, la clearance renale dell’idroclorotiazide è ridotta, mentre aumenta l’emivita di eliminazione. I pazienti anziani mostrano inoltre un aumento delle concentrazioni plasmatiche di picco.
I dati preclinici rivelano che non esiste un rischio particolare per l’uomo sulla base di studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità a dosi ripetute, genotossicità e potenziale carcinogenico. Studi di tossicità riproduttiva suggeriscono che l’enalapril non ha effetto sulla fertilità e sulle prestazioni riproduttive dei ratti e non è teratogeno. In uno studio durante il quale ratti di sesso femminile sono stati trattati prima dell’accoppiamento e durante tutta la gestazione, si è verificato un aumento dell’incidenza di mortalità dei neonati durante l’allattamento.
È stato dimostrato che il composto attraversa la placenta e viene secreto nel latte. Come classe, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina hanno dimostrato di essere fetotossici (di causare cioè effetti nocivi e/o letali sul feto) quando sono stati somministrati durante il 2° o 3° trimestre di gravidanza. L’idroclorotiazide attraversa la barriera placentare ma non quella emato-encefalica.
Calcio fosfato dibasico diidrato,
Lattosio monoidrato
Magnesio stearato
Amido di mais
Sodio bicarbonato
Talco
Non applicabile.
3 anni
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.
Compresse contenute in blister OPA-Al-PVC/Al, a loro volta contenuti in una confezione di cartone.
Dimensione delle confezioni: 10, 14, 20, 28, 30, 49, 50, 50x1, 60, 84, 90, 98 e 100 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna precauzione particolare.
Hexal Spa
via Paracelso 16
20041 Agrate Brianza (Milano)
Concessionario per la vendita: Sandoz Spa Largo U. Boccioni, 1 21040 Origgio (VA)
20 mg/12,5 mg compresse 10 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435018/M
20 mg/12,5 mg compresse 14 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435020/M
20 mg/12,5 mg compresse 20 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435032/M
20 mg/12,5 mg compresse 28 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435044/M
20 mg/12,5 mg compresse 30 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435057/M
20 mg/12,5 mg compresse 49 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435069/M
20 mg/12,5 mg compresse 50 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435071/M
20 mg/12,5 mg compresse 50X1 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435083/M
20 mg/12,5 mg compresse 60 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435095/M
20 mg/12,5 mg compresse 84 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435107/M
20 mg/12,5 mg compresse 90 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435119/M
20 mg/12,5 mg compresse 98 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435121/M
20 mg/12,5 mg compresse 100 compresse in blister OPA/AL/PVC/AL - AIC N. 038435133/M
11 Dicembre 2008
Novembre 2008