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Enyglid 1 mg compresse
Ogni compressa contiene 1 mg di repaglinide.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
Le compresse sono di colore giallo-marrone chiaro, rotonde, biconvesse
con i bordi smussati e possibili macchie pi� scure.
La repaglinide � indicata per i pazienti con diabete tipo 2 (Diabete
Mellito Non Insulino-Dipendente (NIDDM)) la cui iperglicemia non pu�
essere controllata in maniera soddisfacente con la dieta, la riduzione
di peso e l' esercizio fisico. La repaglinide � indicata anche in
associazione con metformina nei pazienti con diabete di Tipo 2 che non
sono controllati in maniera soddisfacente con la sola metformina.
Il trattamento deve essere iniziato in aggiunta alla dieta e
all'esercizio fisico per ridurre i livelli di glicemia correlati ai
pasti.
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La repaglinide va somministrata prima dei pasti e va dosata
individualmente al fine di ottimizzare il controllo della glicemia. Il
medico deve controllare periodicamente la glicemia per stabilire la dose
minima efficace per il singolo paziente, in aggiunta al normale
automonitoraggio domiciliare della glicemia e/o della glicosuria
effettuato dal paziente stesso. Per controllare la risposta terapeutica
possonoessere utilizzati anche i livelli di emoglobina glicosilata. �ˆ
necessario effettuare il controllo periodico della glicemia per
individuare i casi nei quali non sia stata raggiunta una adeguata
riduzione dei livelli glicemici nonostante la somministrazione di dosi
massimali di farmaco (fallimento primario) e per individuare i casi nei
quali si ha una perdita della capacit� di controllare adeguatamente la
glicemia dopo un primo periodo in cui il farmaco � stato efficace
(fallimento secondario).
La somministrazione di repaglinide per un breve periodo pu� essere
sufficiente in caso di perdita transitoria del controllo della glicemia
nei pazienti con diabete Tipo 2 normalmente ben compensati con la dieta.
La repaglinide deve essere assunta prima dei pasti principali (cio�
somministrazione preprandiale).
Le dosi di solito sono assunte circa 15 minuti prima del pasto ma il
tempo pu� variare in un intervallo che va da immediatamente prima a 30
minuti precedenti il pasto (prima di 2, 3 o 4 pasti al giorno). I
pazienti che saltano un pasto (o fanno un pasto in pi�) devono essere
istruiti a saltare (o aggiungere) una dose in relazione a quel pasto.
In caso di uso concomitante con altri principi attivi far riferimento ai
paragrafi 4.4 e 4.5 per stabilire la dose.
Dose iniziale
Il dosaggio deve essere determinato dal medico in base al fabbisogno del
paziente. La dose iniziale raccomandata � di 0,5 mg. Tra le fasi di
aggiustamento della dose devono trascorrere da una a due settimane circa
(in base alla risposta glicemica). Se i pazienti sono trasferiti da un
altro ipoglicemizzante orale, la dose iniziale consigliata � 1 mg.
Mantenimento
La massima dose singola raccomandata � di 4 mg, assunta ai pasti
principali. La massima dose giornaliera totale non deve superare i 16
mg.
Gruppi specifici di pazienti
La repaglinide � escreta principalmente per via biliare e quindi
l'escrezione non � influenzata dalle malattie renali. L'otto per cento
di una dose di repaglinide � escreta attraverso i reni e la clearance
plasmatica totale del prodotto � ridotta nei pazienti con insufficienza
renale. Poich� la sensibilit� all'insulina � pi� elevata nei diabetici
con insufficienza renale, in questi pazienti, � opportuno porre
attenzione nell'aggiustare la dose.
Non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con pi� di 75 anni o in
soggetti con insufficienza epatica (vedere paragrafo 4.4).
L'uso di repaglinide non � raccomandato in bambini al di sotto di 18 anni a
causa della mancanza di dati sulla sicurezza e/o sull'efficacia.
Nei pazienti debilitati o malnutriti, la dose iniziale e quella di mantenimento
devono essere conservative ed � richiesto un attento aggiustamento della dose
allo scopo di evitare reazioni ipoglicemiche.
Pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali (OHA)
I pazienti trattati con altri ipoglicemizzanti orali possono passare
direttamente al trattamento con la repaglinide. Tuttavia non esiste un'esatta
relazione di dosaggio tra repaglinide e gli altri ipoglicemizzanti orali. La
massima dose iniziale consigliata per i pazienti che passano al trattamento con
la repaglinide � di 1 mg da assumere subito prima dei pasti principali.
La repaglinide pu� essere somministrata in associazione con la metformina,
quando la glicemia non � sufficientemente controllata con la sola metformina. In
questo caso il dosaggio della metformina deve essere lasciato invariato e la
repaglinide va somministrata contemporaneamente. La dose iniziale della
repaglinide � di 0,5 mg da assumere prima dei pasti principali; l'aggiustamento
della posologia deve essere stabilito sulla base della risposta glicemica come
per la monoterapia.
- Ipersensibilit� alla repaglinide o ad uno qualsiasi degli
eccipienti di Enyglid.
- Diabete Tipo 1 (diabete mellito insulinodipendente: IDDM), peptide C
negativo.
- Chetoacidosi diabetica, con o senza coma.
- Gravi disfunzioni epatiche.
- Assunzione concomitante di gemfibrozil (vedere paragrafo 4.5).
Generali
La repaglinide deve essere prescritta solo nel caso in cui, nonostante
adeguati tentativi di dieta, attivit� fisica e riduzione di peso, persistano
un controllo glicemico insufficiente e sintomi di diabete.
La repaglinide, come gli altri secretagoghi dell'insulina, pu� causare
ipoglicemia.
Con il passare del tempo, in molti pazienti, la capacit� di ridurre la
glicemia da parte di un ipoglicemizzante orale diminuisce. Questo evento pu�
dipendere da un aggravamento del diabete o da una ridotta capacit� di
risposta al farmaco. Questa situazione, conosciuta come fallimento
secondario, va distinta dal fallimento primario nel quale il principio
attivo � inefficace nel singolo paziente sin dall'inizio. Prima di
classificare un paziente come soggetto in fallimento secondario bisogna
aggiustare la dose e valutare l'aderenza alla dieta e all'esercizio fisico.
La repaglinide agisce attraverso uno specifico sito di legame con un'azione
breve sulle cellule β. Non sono stati effettuati studi clinici sull'uso
della repaglinide in caso di fallimento secondario ai secretagoghi
dell'insulina. Non sono stati effettuati studi clinici sulla combinazione
con altri secretagoghi dell'insulina e con l'acarbosio.
Sono stati effettuati studi sulla terapia combinata con insulina Protamina
Neutra di Hagerdon (NPH) o tiazolidindioni. Tuttavia, rimane ancora da
definire il profilo beneficio/rischio in confronto con altre terapie
combinate.
Il trattamento concomitante con metformina � associato ad un aumento del
rischio di ipoglicemia. Quando un paziente stabilizzato con un qualsiasi
ipoglicemizzante orale va incontro a stress quali febbre, traumi, infezioni
o interventi chirurgici, si pu� verificare una perdita del controllo
glicemico. In tali casi, pu� essere necessario sospendere la repaglinide e
trattare transitoriamente il paziente con insulina.
L'uso di repaglinide potrebbe essere associato ad un aumento di incidenza di
sindrome coronarica acuta, ad esempio infarto del miocardio (vedere
paragrafi 4.8 e 5.1).
Uso concomitante
La repaglinide deve essere usata con cautela o evitata in pazienti che
assumono medicinali che influenzano il metabolismo della repaglinide
(vedere paragrafo 4.5). Se l'uso concomitante � necessario, deve essere
controllata accuratamente la glicemia cos� come deve essere eseguito un
attento monitoraggio clinico.
Gruppi specifici di pazienti
Non sono stati effettuati studi clinici in pazienti con alterata funzione
epatica. Non sono stati effettuati studi clinici in bambini e in
adolescenti con meno di 18 anni o in soggetti con pi� di 75 anni.
Pertanto, il trattamento non � raccomandato in questi gruppi di
pazienti.
Si raccomanda un'attenta titolazione della dose nei pazienti debilitati o
malnutriti. La dose iniziale e quella di mantenimento devono essere conservative
(vedere paragrafo 4.2).
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Numerosi medicinali sono noti influenzare il metabolismo della repaglinide,
perci� il medico deve tener conto di possibili interazioni:
I dati ottenuti da studi in vitro indicano che la repaglinide viene
metabolizzata prevalentemente dal CYP2C8, ma anche dal CYP3A4. Dati clinici
in volontari sani confermano che CYP2C8 � il pi� importante enzima coinvolto
nel metabolismo della repaglinide mentre CYP3A4 gioca un ruolo minore, ma il
suo contributo relativo pu� essere aumentato se CYP2C8 � inibito. Di
conseguenza il metabolismo, e con questo la clearance della repaglinide, pu�
essere alterato da medicinali che influenzano questi enzimi del citocromo
P-450 sia per via inibitoria che induttiva. Si deve prestare particolare
attenzione quando entrambi gli inibitori del CYP2C8 e del 3A4 sono
somministrati contemporaneamente con la repaglinide.
Sulla base di dati ottenuti da studi in vitro, la repaglinide sembra essere un
substrato per l'assorbimento epatico attivo (proteina OATP1B1 trasportatore
di anioni organici). I medicinali inibitori dell'OATP1B1 potrebbero
aumentare le concentrazioni plasmatiche di repaglinide, come � stato
mostrato per la ciclosporina (vedere di seguito).
L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide pu� essere aumentato e/o
prolungato dalle seguenti sostanze: Gemfibrozil, claritromicina,
itraconazolo, ketoconazolo, trimetoprim, ciclosporina, altri medicinali
antidiabetici, gli inibitori delle monoamino ossidasi (IMAO), i
beta-bloccanti non selettivi, gli inibitori dell'enzima di conversione
dell'angiotensina (ACE-inibitori), i salicilati, i FANS, l'octeotride,
l'alcool e gli steroidi anabolizzanti.
Nei volontari sani la somministrazione concomitante di gemfibrozil (600 mg due
volte al giorno), un inibitore del CYP2C8, e di repaglinide (una dose
singola di 0,25 mg), ha aumentato di 8,1 volte l'area sotto la curva (AUC)
della repaglinide e di 2,4 volte la concentrazione massima plasmatica
(Cmax). L'emivita � stata prolungata da 1,3 a 3,7 ore con il risultato di un
possibile aumento e prolungamento dell'effetto ipoglicemizzante della
repaglinide, e la concentrazione plasmatica della repaglinide a 7 ore �
aumentata di 28,6 volte dall'assunzione di gemfibrozil. L'assunzione
concomitante di gemfibrozil e repaglinide � controindicata (vedere paragrafo
4.3).
La somministrazione concomitante di trimetoprim (160 mg due volte al giorno),
un debole inibitore del CYP2C8, e di repaglinide (una dose singola di 0,25
mg), aumenta l'AUC, la Cmax e t1/2 della repaglinide (rispettivamente 1.6
volte, 1.4 volte ed 1.2 volte) senza effetti statisticamente significativi
sulla glicemia. Tale mancanza di effetto farmacodinamico � stata osservata
con una dose di repaglinide inferiore alla dose terapeutica. Poich� il
profilo di sicurezza di questa combinazione non � stato stabilito con
dosaggi superiori a 0,25 mg per la repaglinide e 320 mg per il trimetoprim,
l'uso concomitante del trimetoprim con la repaglinide deve essere evitato.
Se si rende necessario l'uso concomitante, la glicemia deve essere
controllata accuratamente cos� come deve essere eseguito un attento
monitoraggio clinico (vedere paragrafo 4.4).
La rifampicina, un potente induttore del CYP3A4 ma anche del CYP2C8, agisce
sia come un induttore che come inibitore nel metabolismo della repaglinide.
Un pre-trattamento di sette giorni con rifampicina (600 mg), seguito da
somministrazione concomitante di repaglinide (una dose singola di 4 mg) al
settimo giorno ha diminuito del 50% la AUC (effetto induttivo e inibente
combinati). Quando la repaglinide � stata data 24 ore dopo l'ultima dose di
rifampicina, � stata osservata una riduzione dell'AUC della repaglinide
dell' 80% (effetto solo induttivo). L'uso concomitante di rifampicina e
repaglinide potrebbe pertanto rendere necessario un aggiustamento posologico
della repaglinide da definirsi tramite monitoraggio accurato della glicemia
sia all'inizio del trattamento con rifampicina (inibizione acuta), sia alle
dosi successive (insieme di inibizione e induzione) sia alla sospensione del
trattamento (solo induzione) e fino ad approssimativamente due settimane
dopo la sospensione della rifampicina quando l'effetto induttivo della
rifampicina non � pi� presente. Non si pu� escludere che altri induttori, ad
es fenitoina, la carbamazepina, il fenobarbital e l'erba di San Giovanni
possano avere un effetto simile.
L'effetto del ketoconazolo, un prototipo di un inibitore potente e competitivo
del CYP3A4, sulla farmacocinetica della repaglinide � stato studiato in
volontari sani. La somministrazione contemporanea di 200 mg di ketoconazolo
aumenta l'AUC e la Cmax della repaglinide di 1,2 volte, con i profili
glicemici alterati di meno dell'8%, quando somministrato in modo
concomitante (una dose singola di 4 mg di repaglinide). La somministrazione
contemporanea di 100 mg di itraconazolo, un inibitore del CYP3A4, � stata
studiata anche in volontari sani ed ha evidenziato un aumento dell'AUC di
1,4 volte. Non si � osservato alcun effetto significativo sui livelli di
glucosio in volontari sani. In uno studio sulla interazione tra medicinali
condotto in volontari sani, la somministrazione contemporanea di 250 mg di
claritromicina, un potente inibitore del CYP3A4 a livello del meccanismo
d'azione, aumenta lievemente l'AUC della repaglinide di 1,4 volte e la Cmax
di 1,7 volte, ed aumenta l'incremento medio dell'AUC dell'insulina sierica
di 1,5 volte e la concentrazione massima di 1,6 volte. Non � ancora chiaro
l'esatto meccanismo di tale interazione.
In uno studio condotto su volontari sani, la somministrazione concomitante di
repaglinide (una dose singola da 0,25 mg) e di ciclosporina (dosi ripetute
da 100 mg) ha aumentato l'AUC e la Cmax rispettivamente di circa 2,5 volte e
1,8 volte. Non essendo stata stabilita l'interazione con dosaggi di
repaglinide pi� alti di 0,25 mg, l'uso concomitante di ciclosporina con
repaglinide deve essere evitato. Se tale associazione � ritenuta necessaria,
si deve effettuare un attento monitoraggio clinico e della glicemia (vedere
paragrafo 4.4).
Gli agenti β-bloccanti possono mascherare i sintomi dell'ipoglicemia.
La somministrazione concomitante di cimetidina, nifedipina, estrogeni o
simvastatina con la repaglinide, tutti substrati del CYP3A4, non ha alterato
significativamente i parametri farmacocinetici della repaglinide.
La repaglinide, quando somministrata a volontari sani, non ha determinato
effetti clinici di rilievo sulle propriet� farmacocinetiche della digossina,
della teofillina o del warfarin allo stadio stazionario. Quindi in caso di
somministrazione concomitante della repaglinide con questi medicinali, non �
necessario eseguire aggiustamenti del dosaggio.
L'effetto ipoglicemizzante della repaglinide pu� essere ridotto dalle seguenti
sostanze: contraccettivi orali, rifampicina, barbiturici, carbamazepina,
tiazidi, corticosteroidi, danazolo, ormoni tiroidei e simpaticomimetici.
Quando questi medicinali sono aggiunti o eliminati dalla terapia di un
paziente trattato con la repaglinide � necessario controllare attentamente
il paziente per verificare eventuali modifiche del controllo glicemico.
Deve essere presa in considerazione una potenziale interazione quando la
repaglinide � usata con altri medicinali anch'essi secreti soprattutto
attraverso la bile.
Non vi sono studi riguardanti l'uso della repaglinide in donne in
gravidanza o che allattano. Pertanto la sicurezza della repaglinide non pu�
essere definita in gravidanza. Fino ad oggi la repaglinide non ha mostrato
effetti teratogeni sugli animali. In ratti esposti ad alte dosi durante
l'ultimo periodo della gravidanza e durante l'allattamento � stata osservata
embriotossicit�, anomalo sviluppo degli arti nei feti e nei piccoli in
allattamento.
La repaglinide � stata rilevata nel latte degli animali da esperimento. Per
tale ragione la repaglinide deve essere evitata durante la gravidanza e non
deve essere usata in donne che allattano.
I pazienti devono essere informati di adottare le necessarie precauzioni per
evitare la comparsa di un episodio ipoglicemico durante la guida. Ci� �
particolarmente importante in coloro che hanno una ridotta o assente
consapevolezza dei sintomi premonitori dell'ipoglicemia o con frequenti episodi
di ipoglicemia. In queste circostanze la guida deve essere sconsigliata.
Sulla base dell'esperienza con la repaglinide e con altri ipoglicemizzanti,
sono stati osservati gli eventi avversi elencati di seguito: La frequenza �
definita come:
-Comune (da �‰�1/100 a < 1/10);
-Non comune (da �‰�1/1.000 a < 1/100);
-Raro (da �‰� 1/10.000 a < 1/1.000);
-Molto raro (< 1/10.000); non nota (non pu� essere definita sulla base dei
dati disponibili).
Disturbi del sistema immunitario
Molto rara: Allergia Reazioni di ipersensibilit� generalizzata (ad es. reazioni
anafilattiche), o reazioni immunologiche come la vasculite.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune: Ipoglicemia
Non nota: Coma ipoglicemico e perdita di coscienza per ipoglicemia Come con gli
altri ipoglicemizzanti, dopo la somministrazione con la repaglinide sono state
rilevate reazioni ipoglicemiche. Queste reazioni sono per la maggior parte lievi
e facilmente trattabili con ingestione di carboidrati. Nei casi pi� gravi, che
richiedono assistenza, pu� essere necessario somministrare glucosio per
infusione. L'insorgenza di queste reazioni dipende, come in ogni terapia per il
diabete, da fattori individuali come le abitudini alimentari, il dosaggio del
farmaco, l'attivit� fisica e situazioni di stress (vedere paragrafo 4.4).
L'interazione con altri medicinali pu� aumentare il rischio di ipoglicemie
(vedere paragrafo 4.5). Durante l'esperienza di post-marketing sono stati
riportati casi di ipoglicemia in pazienti trattati con terapie combinate con
metformina o tiazolidindione.
Patologie gastrointestinali
Comune: Dolore addominale e diarrea
Molto rara: Vomito e stitichezza
Non nota: Nausea
Durante le sperimentazioni cliniche sono stati riportati disturbi
gastrointestinali come dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e stitichezza.
L'entit� e la gravit� di questi sintomi non � stata diversa da quella rilevata
con gli altri secretagoghi orali dell'insulina.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non nota: Ipersensibilit�
Possono verificarsi reazioni di ipersensibilit� cutanea come eritema, prurito,
eruzioni cutanee e orticaria.
Non c'� tuttavia motivo di sospettare un'allergia crociata con medicinali a base
di sulfanilurea a causa della diversit� della struttura chimica.
Patologie dell'occhio
Molto rara: Disturbi della vista
Si � osservato che le variazioni dei livelli di glicemia possono provocare
disturbi transitori della vista, specialmente all'inizio del trattamento.
Questi disturbi sono stati riportati solo in rarissimi casi dopo l'inizio del
trattamento con la repaglinide.
Durante le sperimentazioni cliniche nessuno di tali casi ha mai richiesto
l'interruzione del trattamento con repaglinide.
Patologie cardiache
Rara: Malattie cardiovascolari
Il diabete di Tipo 2 � associato ad un aumentato rischio di malattie
cardiovascolari. In uno studio epidemiologico, nel gruppo trattato con
repaglinide, � stata riportata una incidenza pi� alta di sindrome coronarica
acuta. Tuttavia, la correlazione causale rimane incerta (vedere paragrafi 4.4 e
5.1).
Patologie epatobiliari
Molto rara: Funzionalit� epatica anormale.
In casi molto rari � stata riportata una grave disfunzione epatica. Tuttavia non
� stata appurata una correlazione causale con la repaglinide.
Molto rara: Aumento degli enzimi epatici
Durante il trattamento con la repaglinide sono stati riportati casi isolati di
aumento degli enzimi epatici.
La maggior parte dei casi erano lievi e transitori e solo pochissimi pazienti
sono stati costretti ad interrompere la terapia.
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La repaglinide � stata somministrata con aumenti settimanali della dose da
4 a 20 mg quattro volte al d� per un periodo di 6 settimane. Non sono emersi
dati di rilievo riguardanti la sicurezza del farmaco. Poich� in questo
studio si � evitata l'insorgenza di ipoglicemia con aumento dell'apporto
calorico, un relativo sovradosaggio pu� causare un'eccessiva riduzione
glicemica con conseguente sviluppo di sintomi ipoglicemici (capogiri,
sudorazione, tremori, cefalea, ecc.). In questi casi, si raccomanda di
prendere le opportune misure d'intervento per correggere la riduzione della
glicemia (carboidrati per via orale). L'ipoglicemia pi� grave associata a
convulsioni, perdita di coscienza o coma deve essere trattata con glucosio
somministrato per via endovenosa.
Categoria farmaco-terapeutica: Carbamoilmetil derivati dell'acido benzoico.
Codice ATC: A10B X02.
La repaglinide � un nuovo secretagogo orale a breve durata d'azione. La
repaglinide riduce rapidamente i livelli di glicemia stimolando la
secrezione di insulina da parte del pancreas, un effetto che dipende dal
funzionamento delle cellule β delle isole pancreatiche. La repaglinide
chiude i canali del potassio ATP-dipendenti della membrana delle cellule
β-pancreatiche attraverso proteine target differenti da quelle di altri
secretagoghi. Questa azione depolarizza le cellule β e provoca l'apertura
dei canali del calcio. Il risultante aumento del flusso intracellulare di
calcio stimola la secrezione di insulina da parte delle cellule β.
Nei pazienti con diabete di Tipo 2, la secrezione insulinica in risposta ai
pasti si verifica entro 30 minuti dalla somministrazione orale della
repaglinide. Questa azione provoca la riduzione della glicemia durante tutto
il periodo influenzato dai pasti. L'aumento dei livelli di insulina non
perdura oltre la durata del pasto. I livelli plasmatici della repaglinide
diminuivano rapidamente, facendo riscontrare nel plasma dei pazienti
diabetici di Tipo 2, basse concentrazioni del principio attivo 4 ore dopo la
somministrazione.
Nei pazienti con diabete di Tipo 2, � stata rilevata una riduzione
dose-dipendente della glicemia con dosi di repaglinide da 0,5 a 4 mg. I
risultati degli studi clinici hanno dimostrato che la somministrazione
ottimale della repaglinide va effettuata in relazione ai pasti principali
(somministrazione preprandiale). Normalmente la repaglinide va assunta 15
minuti prima del pasto, ma il momento dell'assunzione pu� oscillare da
subito prima a 30 minuti prima del pasto.
Uno studio epidemiologico ha suggerito un rischio maggiore di sindrome
coronarica acuta in pazienti in trattamento con repaglinide rispetto a
pazienti in trattamento con sulfanilurea (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
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La repaglinide � rapidamente assorbita nel tratto gastrointestinale,
provocando un altrettanto rapido aumento della concentrazione plasmatica del
farmaco. Il picco plasmatico si verifica entro un'ora dalla
somministrazione. Dopo aver raggiunto il picco massimo, il livello
plasmatico diminuisce rapidamente e la repaglinide � eliminata in 4-6 ore.
L'emivita di eliminazione plasmatica � di circa un'ora. Le farmacocinetiche
della repaglinide sono caratterizzate da una biodisponibilit� media assoluta
del 63% [coefficiente di variazione (CV) 11%], da un basso volume di
distribuzione, 30 L (compatibile con la distribuzione dentro i fluidi
intracellulari) e da una rapida eliminazione ematica. Negli studi clinici �
stata trovata un'elevata variabilit� interindividuale nelle concentrazioni
plasmatiche della repaglinide (60%). La variabilit� intraindividuale � bassa
o moderata (35%) e poich� la posologia della repaglinide deve essere
aggiustata sulla base della risposta clinica, l'efficacia non � influenzata
da variabilit� interindividuali.
La somministrazione di repaglinide determina una concentrazione plasmatica pi�
elevata nei pazienti con insufficienza epatica e nei pazienti diabetici di
Tipo 2 anziani. L'area sotto la curva AUC (DS) dopo la somministrazione di
una dose singola di 2 mg (4 mg nei pazienti con insufficienza epatica) era
di 31,4 ng/ml/ora (28,3) nei volontari sani, 304,9 ng/ml/ora (228,0) nei
pazienti con insufficienza epatica e 117,9 ng/ml/ora (83,8) nei diabetici di
Tipo 2 anziani. Dopo 5 giorni di trattamento con repaglinide (2 mg x 3 volte
al giorno) in pazienti con grave compromissione della funzione renale
(clearance della creatinina: 20-39 ml/min.), i risultati mostravano un
significativo aumento di 2 volte della esposizione (AUC) e della emivita
(t1/2) rispetto a quella riscontrata nei soggetti con funzione renale
normale.
Nell'uomo la repaglinide ha un elevato legame con le proteine plasmatiche
(superiore al 98%).
Non sono state osservate differenze clinicamente significative nella
farmacocinetica della repaglinide quando questa veniva somministrata 0,15 o
30 minuti prima di un pasto o in condizioni di digiuno.
La repaglinide � quasi completamente metabolizzata e non � stato identificato
nessun metabolita con effetti ipoglicemizzanti di rilevanza clinica. La
repaglinide e i suoi metaboliti sono escreti primariamente per via biliare.
Una piccolissima frazione (meno dell'8%) della dose somministrata compare
nelle urine, soprattutto come metaboliti. Meno dell' 1% della sostanza
originaria � presente nelle feci.
I dati preclinici non hanno messo in evidenza particolari rischi per l'uomo
sulla base degli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicit� a
dosi ripetute, genotossicit� e potenziale carcinogenico.
Cellulosa microcristallina (E460)
Calcio idrogeno fosfato anidro
Croscarmellosa sodica
Povidone K25
Glicerolo
Magnesio stearato
Meglumina
Polossamero
Ossido di ferro, giallo (E172)
Non pertinente.
2 anni.
Conservare nella confezione originale, per proteggere il medicinale dalla
luce.
Confezione con blister (OPA/Al/PVC-Al) contenenti: 30, 60, 90, 120, 270
e 360 compresse.
E' possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare
KRKA, d.d., Novo mesto, Šmarješka cesta 6, 8501 Novo mesto, Slovenia
Informazioni pi� dettagliate su questo medicinale sono disponibili sul
sito web dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA):
http://www.emea.europa.eu