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EPOPROSTENOLO PH&T
Polvere: epoprostenolo sodico equivalente a 0,5 mg e 1.5 mg di epoprostenolo.
Eccipiente: sodio
Solvente: flacone contenente 50 ml di solvente glicina sterile
Eccipiente: sodio
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere e solvente per soluzione per infusione.
Flaconcino in vetro di polvere liofilizzata da bianca-quasi bianca
Solvente: flacone da 50 ml contenete una soluzione limpida e incolore a pH circa 10.5.
Dialisi renale
L’epoprostenolo è indicato come alternativa all’eparina durante la dialisi renale, specialmente quando esiste un alto rischio di problemi emorragici o quando l’eparina è oltremodo controindicata.
Ipertensione polmonare primitiva
L’epoprostenolo è anche indicato per il trattamento endovenoso a lungo termine dell’ipertensione polmonare primitiva (IPP) nei pazienti delle classi funzionali NYHA III e IV (New York Heart Association) che non rispondano adeguatamente alla terapia convenzionale. I dati sull’utilizzo prolungato sono limitati.
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L’epoprostenolo è somministrabile solo per infusione continua e non deve essere usato per iniezione diretta in vena.
Dialisi renale
L’epoprostenolo è somministrabile solo per infusione continua, sia intravascolare che nel sangue che affluisce al dializzatore.
Il seguente schema di infusione è risultato efficace:
Prima della dialisi: 4 ng/kg/min per via endovenosa per 15 minuti.
Durante la dialisi: 4 ng/kg/min nell’accesso arterioso del dializzatore.
L’infusione dovrebbe essere sospesa al termine della dialisi.
Le dosi consigliate per la dialisi renale devono essere superate solo sottoponendo il paziente ad uno stretto controllo della pressione.
Bambini ed anziani
Non sono disponibili informazioni specifiche sull’uso dell’ Epoprostenolo PH&T nella dialisi renale in bambini o pazienti anziani.
Ipertensione polmonare primitiva
I seguenti schemi di infusione sono risultati efficaci:
Adulti
Trattamento a breve termine (acuto) con titolazione del dosaggio
Per determinare la velocità di infusione nel trattamento a lungo termine è richiesta una procedura a breve termine con dosi a scalare somministrate attraverso un catetere venoso periferico o centrale.
La velocità di infusione iniziale è di 2 ng/kg/min e deve essere aumentata con incrementi pari a 2 ng/kg/min ogni 15 minuti o più fino a quando non vengano raggiunti il massimo beneficio emodinamico o gli effetti farmacologici dose-limitanti.
Infusione continua a lungo termine
L’infusione continua a lungo termine di epoprostenolo deve essere effettuata attraverso un catetere venoso centrale. Infusioni intravenose periferiche temporanee possono essere usate fino a che un accesso centrale non sia stabilito. Infusioni a lungo termine devono essere iniziate ad una velocità inferiore di 4 ng/kg/min rispetto alla velocità di infusione massima tollerata determinata durante il trattamento a breve termine con dosi a scalare. Se la velocità di infusione massima tollerata è inferiore a 5 ng/kg/min, l’infusione a lungo termine deve essere iniziata alla metà della velocità di infusione massima tollerata.
Aggiustamenti della dose
Modifiche della velocità di infusione a lungo termine devono essere basate sulla persistenza, ricorrenza o peggioramento nel paziente dei sintomi relativi all’ipertensione polmonare primitiva o alla comparsa di eventi avversi dovuti a dosi eccessive di epoprostenolo.
In generale, col passare del tempo, si evidenzia la necessità di incrementare la posologia rispetto alla dose a lungo termine stabilita inizialmente. Incrementi della dose devono essere presi in considerazione se i sintomi di ipertensione polmonare primitiva persistono o ricorrono dopo un miglioramento. La velocità di infusione deve essere aumentata con incrementi da 1 a 2 ng/kg/min ad intervalli sufficienti da consentire lo stabilirsi della risposta clinica; tali intervalli devono essere di almeno 15 minuti. A seguito dello stabilirsi di una nuova velocità di infusione, il paziente deve essere tenuto sotto osservazione, la pressione arteriosa in orto e clinostatismo e la frequenza cardiaca devono essere monitorate per diverse ore al fine di assicurarsi che la nuova dose sia tollerata. Durante l’infusione a lungo termine, la presenza di eventi farmacologici dose-correlati, simili a quelli osservati durante il periodo di titolazione del dosaggio, può necessitare una riduzione della velocità di infusione, tuttavia gli eventi avversi possono occasionalmente risolversi senza alcun aggiustamento del dosaggio. La riduzione della dose deve essere condotta gradualmente con decrementi di 2 ng/kg/min ogni 15 minuti od oltre, fino a che si risolvano gli effetti dose-limitanti. Devono essere evitate sia l’interruzione brusca di epoprostenolo sia riduzioni cospicue ed improvvise della velocità di infusione. Tranne che nelle situazioni di pericolo di vita (per esempio: perdita di conoscenza, collasso, ecc.) la velocità di infusione di epoprostenolo deve essere modificata solo sotto controllo medico.
Negli studi clinici condotti nella popolazione IPP, anticoagulanti orali erano somministrati in continuo con concomitante somministrazione di epoprostenolo in endovena ed erano ben tollerati. L’uso concomitante di anticoagulanti orali è raccomandato.
Bambini
Esistono dati limitati sull’impiego di epoprostenolo per l’ipertensione polmonare primitiva nei bambini (IPP).
Anziani
Esistono dati limitati sull’impiego di epoprostenolo nei pazienti di età superiore a 65 anni. In generale, la identificazione della dose in un paziente anziano deve essere condotta con attenzione, tenendo conto della maggiore frequenza di insufficienza della funzionalità epatica, renale o cardiaca, di malattie concomitanti, di altre terapie farmacologiche.
• L’epoprostenolo è controindicato nei pazienti con pregressa ipersensibilità al prodotto.
• L’epoprostenolo è controindicato nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia dovuta a disfunzione ventricolare sinistra grave.
• L’epoprostenolo non deve essere usato in modo cronico in pazienti che sviluppino edema polmonare durante la titolazione della dose.
A causa dell’elevato pH della soluzione finale per infusione, si deve porre attenzione nell’evitare stravasi durante la somministrazione con i conseguenti rischi di danno tissutale.
L’epoprostenolo è un potente vasodilatatore polmonare e sistemico. Gli effetti cardiovascolari che si manifestano durante l’infusione regrediscono entro 30 minuti dalla fine della somministrazione.
L’epoprostenolo è un potente inibitore della aggregazione piastrinica; di conseguenza, si deve tener conto di un incrementato rischio di complicanze emorragiche, in particolare per pazienti che hanno anche altri fattori di rischio per sanguinamento (vedere paragrafo 4.5 "Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione").
Se si verifica una ipotensione eccessiva durante la somministrazione di epoprostenolo, si deve ridurre la dose o si deve interrompere l’infusione. L’ipotensione può essere profonda in seguito a sovradosaggio e può causare perdita di coscienza (vedere paragrafo 4.9. "Sovradosaggio").
La frequenza cardiaca e la pressione arteriosa devono essere controllate durante l’infusione di epoprostenolo.
L’epoprostenolo può sia aumentare che rallentare la frequenza cardiaca. Tali variazioni possono dipendere sia dalla frequenza cardiaca di base che dalla concentrazione di epoprostenolo somministrato.
Gli effetti di epoprostenolo sulla frequenza cardiaca possono essere mascherati dal concomitante uso di farmaci che agiscono sui riflessi cardiovascolari.
Sono stati riportati elevati livelli sierici di glucosio durante l’infusione di epoprostenolo nell’uomo, tuttavia questo effetto non può essere evitato.
Dialisi renale
L’effetto ipotensivo di epoprostenolo può essere accentuato dall’uso di "tampone acetato" nella soluzione dialitica durante la dialisi renale.
Durante dialisi renale con epoprostenolo ci si deve assicurare che la gittata cardiaca aumenti in modo evidente per far si che il rilascio di ossigeno ai tessuti periferici non diminuisca.
L’epoprostenolo non è un anticoagulante convenzionale. L’Epoprostenolo è stato usato con successo, in sostituzione dell’eparina, nella dialisi renale, ma in una piccola percentuale di casi si è avuta la formazione di coaguli nel circuito extracorporeo così da richiedere la sospensione della dialisi. Quando l’epoprostenolo è usato da solo, misure come quelle del tempo di coagulazione del sangue intero attivato possono non essere attendibili.
Ipertensione Polmonare Primitiva
L’epoprostenolo deve essere usato solo da clinici con esperienza nella diagnosi e nel trattamento di tale patologia.
La titolazione del dosaggio a breve termine con l’epoprostenolo deve essere condotta in una struttura ospedaliera con personale idoneo ed attrezzata per il monitoraggio emodinamico e il trattamento di emergenza.
Alcuni pazienti con ipertensione polmonare primitiva hanno sviluppato edema polmonare durante la titolazione della dose, che può essere associata a malattia polmonare veno-occlusiva.
Devono essere evitate brusche sospensioni o interruzioni del trattamento durante l’infusione, ad esclusione di situazioni ove vi sia pericolo di vita. Una brusca interruzione può indurre una ricaduta dell’ipertensione polmonare che si manifesta con capogiri, astenia, aumento della dispnea e ciò può portare al decesso (vedere sezione 4.2 "Posologia e modo di somministrazione").
L’epoprostenolo è infuso in continuo attraverso un catetere venoso centrale permanente per mezzo di una piccola pompa infusionale portatile. Pertanto, la terapia con l’epoprostenolo richiede attenzione da parte del paziente nella ricostituzione sterile del farmaco, nella sua somministrazione, nella cura del catetere venoso centrale permanente, e disponibilità ad una continua ed attenta educazione a questa pratica da parte del paziente.
La prassi per l’utilizzo dei medicinali sterili deve essere osservata nella preparazione del farmaco e nella cura del catetere. Anche brevi interruzioni nella somministrazione dell’epoprostenolo possono dar luogo ad un rapido aggravamento sintomatico. La decisione di somministrare l’epoprostenolo per l’ipertensione polmonare primitiva deve essere basata sulla consapevolezza da parte del paziente che esiste una elevata probabilità che la terapia con l’epoprostenolo sarà necessaria per periodi prolungati, anche per anni; deve essere quindi attentamente considerata la capacità del paziente di prendersi cura del catetere endovenoso permanente e della pompa infusionale.
La soluzione tampone di glicina non contiene conservanti, pertanto un flaconcino deve essere usato una sola volta e quindi eliminato.
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Quando si somministra l’epoprostenolo a pazienti che ricevono contemporaneamente anticoagulanti si consiglia il monitoraggio dei parametri della coagulazione.
L’effetto vasodilatatore dell’epoprostenolo può aumentare od essere aumentato per l’uso concomitante di altri vasodilatatori.
Come riportato con altri analoghi delle prostaglandine, l’epoprostenolo può ridurre l’efficacia trombolitica dell’attivatore tissutale del plasminogeno (t-PA) aumentandone la clearance epatica.
Quando vengono impiegati contemporaneamente FANS o altri farmaci che influenzano l’aggregazione piastrinica, c’è la possibilità che l’epoprostenolo aumenti il rischio di emorragia.
Dopo l’inizio della terapia con epoprostenolo i pazienti in trattamento con digossina possono manifestare un aumento delle concentrazioni di digossina che, per quanto temporaneo, può rivelarsi significativo dal punto di vista clinico in pazienti predisposti ad intossicazione da digossina.
Fertilità
Studi sugli animali non hanno evidenziato effetti nocivi sulla fertilità. Tuttavia, la rilevanza per l’uomo di questi risultati ottenuti sugli animali non è nota.
Gravidanza
Studi sugli animali non hanno evidenziato effetti nocivi per quanto riguarda la gravidanza, lo sviluppo embrio-fetale, il parto e lo sviluppo post natale. Tuttavia, la rilevanza per l’uomo di questi risultati ottenuti sugli animali non è nota. In assenza di un’adeguata esperienza sull’uso di epoprostenolo in gravidanza umana, i potenziali benefici per la madre vanno confrontati con i rischi, sconosciuti, per il feto.
Allattamento
Non è noto se l’epoprostenolo o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Il rischio nel lattante non può essere escluso. La decisione se interrompere/continuare l’allattamento o se proseguire/sospendere il trattamento con l’epoprostenolo, deve essere presa tenendo in considerazione i benefici dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la madre.
Non vi sono dati relativi agli effetti di epoprostenolo impiegato nella dialisi renale sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
L’ipertensione polmonare primitiva ed il suo trattamento terapeutico possono avere effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
Gli effetti indesiderati sono elencati di seguito per organo, apparato/sistema e per frequenza. Le frequenze sono definite come: molto comune ≥1/10 (≥10%), comune ≥1/100 e <1/10 (≥1% e <10%), non comune ≥1/1000 e <1/100 (≥0,1% e <1%), raro ≥1/10000 e <1/1000 (≥0,01% e <0,1%), molto raro <1/10000 (<0,01%), sconosciuto (non può essere stimato in base ai dati disponibili).
L’interpretazione degli eventi avversi comparsi durante la somministrazione a lungo termine di epoprostenolo è resa difficile dalle caratteristiche cliniche della patologia di base che viene trattata.
Infezioni ed infestazioni
Comune: sepsi, setticemia (per lo più correlate al sistema di somministrazione dell’epoprostenolo)
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comune: calo della conta piastrinica, sanguinamenti in diverse sedi (es. polmonare, gastrointestinale, epistassi, intracraniale, postprocedurale, retroperitoneale).
Disturbi psichiatrici
Comune: ansia, nervosismo
Molto raro: agitazione
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: cefalea
Patologie cardiache
Comune: tachicardia è stata riportata in seguito a somministrazione di epoprostenolo a dosi pari a 5 ng/kg/min ed inferiori.
In volontari sani, con una dose di epoprostenolo maggiore di 5 ng/kg/min, sono stati descritti casi di bradicardia, accompagnati talvolta da ipotensione ortostatica. In volontari sani coscienti, a seguito di somministrazione endovenosa di una dose di epoprostenolo equivalente a 30 ng/kg/min, è stata riportata bradicardia associata ad una considerevole caduta della pressione arteriosa sistolica e diastolica.
Ipotensione.
Patologie vascolari
Molto comune: arrossamento del viso (osservato anche in pazienti anestetizzati)
Molto raro: pallore.
Disturbi respiratori, toracici e mediastinici.
Sconosciuto: edema polmonare.
Patologie gastrointestinali
Molto comune: nausea, vomito, diarrea
Comune: coliche addominali, talvolta riportate come sensazione di fastidio addominale
Non comune: secchezza delle fauci
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comune: rash
Non comune: sudorazione
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune: dolore alla mascella
Comune: artralgia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune: dolore (non specificato)
Comune: dolore al sito di iniezione*, dolore toracico*
Raro: infezione locale*
Molto raro: arrossamento al sito di infusione*, occlusione del lungo catetere intravenoso, senso di affaticamento, costrizione toracica.
*Associato con il sistema di somministrazione dell’epoprostenolo.
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Segni e sintomi
In generale, gli eventi osservati in seguito a sovradosaggio di epoprostenolo rappresentano effetti farmacologici esagerati del farmaco (es. ipotensione e complicanze dell’ipotensione).
Trattamento
In caso di sovradosaggio ridurre la dose o interrompere l’infusione, ed avviare appropriate misure terapeutiche; per esempio, espandere il volume plasmatico e/o adeguare il flusso della pompa.
Gruppo farmacoterapeutico: agente antitrombitico.
Codice ATC: B01AC09.
L’ epoprostenolo (sale sodico), conosciuto anche come prostaciclina PGI2 o PGX, è una prostaglandina normalmente prodotta dalla tunica intima dei vasi sanguigni. L’epoprostenolo è un efficace inibitore dell’aggregazione piastrinica ed è anche un potente vasodilatatore.
Infusioni di 4 ng/kg/min per 30 minuti hanno dimostrato di non avere effetto significativo sulla frequenza cardiaca o sulla pressione, sebbene l’arrossamento facciale possa verificarsi a questi livelli.
Dialisi renale
Molte delle azioni dell’epoprostenolo avvengono tramite stimolazione dell’adenilato ciclasi con conseguente aumento dei livelli intracellulari di 3’-5’ adenosin monofosfato ciclico (cAMP). Nelle piastrine umane è stata descritta una stimolazione sequenziale di adenilato ciclasi, seguita da attivazione della fosfodiesterasi. Elevati livelli di cAMP regolano le concentrazioni di calcio intracellulare, stimolando la rimozione del calcio e pertanto l’aggregazione piastrinica viene alla fine inibita dalla riduzione del calcio citoplasmatico, dal quale dipendono i cambiamenti di forma delle piastrine, l’aggregazione e la reazione di rilascio.
L’effetto dell’epoprostenolo sull’aggregazione piastrinica è dose-dipendente se somministrato per via endovenosa tra 2 e 16 ng/kg/min e si è osservata a dosi pari o superiori a 4 ng/kg/min una significativa inibizione dell’aggregazione indotta dall’adenosina difosfato.
Si è osservato che gli effetti sulle piastrine scompaiono entro 2 ore dall’interruzione dell’infusione, e che le modifiche emodinamiche dovute all’epoprostenolo ritornano alla situazione basale entro 10 minuti dal termine di una seduta infusionale di 60 minuti effettuata ad un dosaggio di 1-16 ng/kg/min.
Dosi circolanti più elevate di epoprostenolo (20 ng/kg/min) disperdono gli aggregati piastrinici circolanti ed aumentano fino a due volte il tempo di sanguinamento cutaneo.
L’epoprostenolo potenzia l’attività anticoagulante dell’eparina di circa il 50%, probabilmente per riduzione del rilascio del fattore neutralizzante l’eparina.
Ipertensione polmonare primitiva
Infusioni endovenose di epoprostenolo fino a 15 minuti hanno dimostrato di produrre aumenti dose-correlati dell’indice cardiaco (CI) e della gittata ventricolare sistolica (SV) e riduzioni dose-correlate della resistenza vascolare polmonare (PVR), della resistenza polmonare totale (TPR) e della pressione arteriosa sistemica media (SAPm). Gli effetti dell’epoprostenolo sulla pressione media dell’arteria polmonare (PAPm) nei pazienti con ipertensione polmonare primitiva sono stati variabili e di scarsa entità.
Gli effetti emodinamici cronici dopo 12 settimane di terapia con epoprostenolo sono stati in genere simili a quelli osservati durante la somministrazione acuta. L’indice cardiaco, la gittata ventricolare sistolica e la saturazione dell’ossigeno arterioso erano aumentati, mentre la pressione media dell’arteria polmonare, la pressione atriale destra (RAP), la resistenza polmonare totale, la resistenza vascolare sistemica (SVR) erano diminuite.
Uno studio clinico ha evidenziato un significativo miglioramento della tolleranza allo stress nei pazienti con ipertensione polmonare primaria delle classi funzionali NYHA III e IV (New York Heart Association) dopo 8-12 settimane di trattamento con epoprostenolo, accompagnato da un miglioramento della qualità di vita. Un altro studio ha messo in luce un significativo aumento dell’aspettativa di vita dopo 12 settimane di trattamento, rispetto alla terapia convenzionale. Le esperienze a lungo termine sono limitate e non permettono di trarre una conclusione finale per quanto riguarda l’attività.
Durante il trattamento sono necessari incrementi di dosaggio. Negli studi di titolazione a breve termine (durata massima del trattamento di 96 ore) in media la dose massima negli adulti è nel range da 6 a 13 ng/Kg/min (range 2-170), e 27 ng/Kg/min (range 6-170) nei bambini. Durante un trattamento di 12 settimane, la dose è incrementata in media da 5.3± 0.5 mg/Kg/min (range 1-12) fino a 9.2 ± 0.8 ng/Kg/min (range 2-30). La dose media era di 17.6 ng/Kg/min dopo un anno (n=14), 36.7 ng/Kg/min dopo due anni (n=11) e 52.9 ng/Kg/min dopo 3 anni (n=7).
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L’epoprostenolo sodico somministrato per via endovenosa viene rapidamente distribuito dal sangue ai tessuti. A valori fisiologici normali di pH e temperatura, l’epoprostenolo è degradato spontaneamente a 6-oxo-prostaglandina F 1 alfa, sebbene si formino anche altri prodotti in seguito a degradazione enzimatica. L’emivita della degradazione spontanea a 6-oxo-prostaglandina F 1 alfa nell’uomo è prevista durare non più di 6 minuti, ma può anche durare 2-3 minuti come valutato dalla velocità di degradazione in vitro dell’epoprostenolo nel sangue umano intero.
Uno studio di farmacocinetica nei conigli ha evidenziato che il volume di distribuzione totale è di 1015 ml/kg e la clearance totale corporea è di 4,27 ml/kg/sec. In seguito ad iniezione per via endovenosa di epoprostenolo radiomarcato, le concentrazioni più elevate sono state riscontrate in fegato, reni ed intestino tenue. Le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario sono state raggiunte entro 15 minuti e sono proporzionali alla velocità di infusione. I livelli tissutali calano rapidamente senza evidenza di accumulo o ritenzione a lungo termine di un composto correlato al farmaco.
L’escrezione urinaria dei metaboliti dell’epoprostenolo è stimata essere tra il 40% e il 90% della dose somministrata, l’escrezione biliare corrisponde alla parte rimanente. L’escrezione urinaria era superiore al 95% entro 25 ore dalla somministrazione.
In seguito a somministrazione nell’uomo di epoprostenolo radiomarcato, si è avuto un recupero di radioattività a livello delle urine e delle feci rispettivamente di 82% e 4%. Non meno di 16 composti sono stati isolati, 10 dei quali sono stati identificati strutturalmente. A differenza di molte altre prostaglandine, l’epoprostenolo non è metabolizzato nel passaggio attraverso il circolo polmonare. A causa dell’instabilità chimica, dell’elevata potenza e della breve emivita dell’epoprostenolo, non sono stati identificati saggi precisi ed accurati per quantificare l’epoprostenolo nei fluidi biologici.
Fertilità: Uno studio effettuato con ratti maschi e femmine a cui era stata somministrata per via sottocutanea rispettivamente per 74 o 63 giorni una dose di 0, 10, 30 o 100 mcg /kg/die, non ha evidenziato effetti sulla fertilità.
Non si sono evidenziati segni di mutagenesi nel test di Ames, nel test del micronucleo e nel saggio di eluizione alcalina per la valutazione dei danni sul DNA.
Carcinogenità: Non sono stati condotti studi oncologici.
Polvere: glicina, sodio cloruro, mannitolo e sodio idrossido
Solvente: glicina, sodio cloruro, sodio idrossido e acqua p.p.i.
L’Epoprostenolo PH&T deve essere ricostituito usando il solo tampone glicina sterile fornito. Ogni altra diluizione deve essere eseguita usando solo le soluzioni previste. (Vedere il paragrafo 6.6 Precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione)
Polvere: 24 mesi
Solvente: 24 mesi
Dialisi renale:
La soluzione di Epoprostenolo PH&T deve essere usata entro 12 ore a 25° C.
Ipertensione polmonare primaria:
La soluzione di Epoprostenolo PH&T dovrebbe essere usata immediatamente dopo la ricostituzione. Se non usata subito, le condizioni di conservazione in uso sono sotto la responsabilità dell’utilizzatore e non dovrebbero eccedere 24 ore tra i 2-8 ° C e successiva somministrazione a 25° C. Laddove una pompa infusionale consenta l’impiego di una tasca refrigerata, la soluzione di epoprostenolo può essere usata in un periodo di 24 ore, a condizione che la tasca refrigerata stessa sia cambiata come necessario durante il giorno.
Polvere: Non congelare. Conservare nel confezionamento originale chiuso al riparo dall’umidità.
Solvente: Non congelare. La soluzione tampone glicina non contiene conservanti, per cui va usata una sola volta e poi eliminata.
La stabilità delle soluzioni di epoprostenolo è dipendente dal pH. Per la ricostituzione della polvere di epoprostenolo si deve usare unicamente il solvente fornito e per ulteriori diluizioni si devono usare solo le soluzioni raccomandate per infusione, nel rapporto stabilito, altrimenti il pH richiesto può non essere mantenuto.
La ricostituzione e diluizione devono effettuarsi immediatamente prima dell’uso (vedere paragrafo 4.2 "Posologia e modo di somministrazione" e 6.6 "Istruzioni per l’uso").
Per le condizioni di conservazione del prodotto medicinale ricostituito, vedere sezione 6.3.
Polvere contenuta in flaconcini di vetro con tappo di gomma butilica sintetica e ghiera di alluminio, solvente in flacone di vetro e filtro.
Presentazioni:
0,5 mg/50 ml polvere e solvente per soluzione per infusione
1 flaconcino polvere +1 flaconcino solvente da 50 ml + filtro
1 flaconcino polvere +2 flaconcini solvente da 50 ml + filtro
1,5 mg/50 ml polvere e solvente per soluzione per infusione
1 flaconcino polvere +1 flaconcino solvente da 50 ml + filtro
1 flaconcino polvere +2 flaconcini solvente da 50 ml + filtro
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Ricostituzione e diluizione
Particolare attenzione deve essere prestata nella preparazione dell’infusione e per il calcolo della velocità di infusione. La procedura sotto descritta deve essere seguita attentamente.
La ricostituzione e la diluizione dell’epoprostenolo devono essere effettuate in condizioni asettiche, immediatamente prima dell’uso clinico.
Dialisi renale
Le confezioni disponibili per l’utilizzo nella terapia della dialisi renale sono:
un flaconcino contenente 0,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, un flacone contenente 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro.
Un flaconcino contenente 0,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, due flaconi contenenti 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro
Ricostituzione
1. Utilizzare solo la soluzione tampone sterile fornita per la ricostituzione.
2. Aspirare circa 10 ml di soluzione tampone sterile in una siringa sterile, iniettarli nel flaconcino contenente 0,5 mg di polvere di epoprostenolo ed agitare delicatamente fino a completa dissoluzione.
3. Aspirare nella siringa la risultante soluzione di epoprostenolo e reiniettare la stessa nel rimanente volume della soluzione tampone sterile, miscelando accuratamente.
Si ottiene così una soluzione concentrata che contiene 10.000 ng/ml di epoprostenolo. Solo questa soluzione concentrata è adatta per ulteriori diluizioni prima dell’uso.
Quando 0,5 mg di polvere per infusione endovenosa di epoprostenolo vengono ricostituiti con 50 ml di una soluzione tamponata sterile, l’iniezione finale ha un pH di circa 10,5 ed un contenuto in ioni sodio di circa 56 mg.
Diluizione
Quantità opportune di soluzione concentrata possono essere diluite con una soluzione sterile fisiologica salina nel caso di somministrazione con una pompa in grado di rilasciare infusioni costanti di piccolo volume.
La soluzione concentrata di epoprostenolo può essere diluita con una soluzione salina fisiologica (0,9%), purché non si superi il rapporto di 6 volumi di soluzione salina per 1 volume di soluzione concentrata, per esempio 50 ml di soluzione concentrata diluita ulteriormente con un massimo di 300 ml di soluzione salina.
Altre comuni soluzioni per uso endovenoso non sono soddisfacenti per diluire la soluzione concentrata poiché non si raggiunge il pH richiesto. Le soluzioni di epoprostenolo sono meno stabili a bassi valori di pH.
Prima di utilizzare la soluzione concentrata o la forma diluita è necessario filtrare la soluzione. Per filtrare aspirare la stessa in una siringa più grande, e poi collegare alla siringa il filtro sterile fornito nella confezione. Immettere la soluzione concentrata direttamente nella soluzione di infusione scelta, esercitando una pressione decisa ma non eccessiva. Il tempo abitualmente richiesto per filtrare 50 ml di soluzione concentrata è di 70 sec. Agitare bene.
Il filtro va usato una sola volta e poi eliminato.
La soluzione per infusione di epoprostenolo, così ricostituita e diluita, ha un pH intorno a 10 ed a 25°C conserverà il 90% della attività farmacologica iniziale per circa 12 ore.
Calcolo della velocità di infusione
La velocità di infusione può essere calcolata con la seguente formula:
Velocità di infusione (ml/min) = | dosaggio (ng/kg/min) x peso corporeo (kg) |
concentrazione della soluzione (ng/ml) |
Velocità di infusione (ml/ora) = velocità di infusione (ml/min) x 60
Formule di velocità di infusione (esempi)
Quando usato in dialisi renale l’epoprostenolo può essere somministrato in soluzione concentrata (a) o in forma diluita (b);
a. usando la soluzione concentrata, per esempio 10.000 ng/ml di epoprostenolo:
Dosaggio (ng/kg/min) | Peso corporeo (kg) |
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 |
1 | 0.18 | 0.24 | 0.30 | 0.36 | 0.42 | 0.48 | 0.54 | 0.60 |
2 | 0.36 | 0.48 | 0.60 | 0.72 | 0.84 | 0.96 | 1.08 | 1.20 |
3 | 0.54 | 0.72 | 0.90 | 1.08 | 1.26 | 1.44 | 1.62 | 1.80 |
4 | 0.72 | 0.96 | 1.20 | 1.44 | 1.68 | 1.92 | 2.16 | 2.40 |
5 | 0.90 | 1.20 | 1.50 | 1.80 | 2.10 | 2.40 | 2.70 | 3.00 |
| Velocità di flusso in ml/ora |
b. Soluzione diluita: una soluzione diluita comunemente usata è: 10 ml di soluzione concentrata - 40 ml di soluzione fisiologica (0,9%). Concentrazione risultante = 2000 ng/ml di epoprostenolo:
Dosaggio (ng/kg/min) | Peso corporeo (kg) |
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 |
1 | 0.90 | 1.20 | 1.50 | 1.80 | 2.10 | 2.40 | 2.70 | 3.00 |
2 | 1.80 | 2.40 | 3.00 | 3.60 | 4.20 | 4.80 | 5.40 | 6.00 |
3 | 2.70 | 3.60 | 4.50 | 5.40 | 6.30 | 7.20 | 8.10 | 9.00 |
4 | 3.60 | 4.80 | 6.00 | 7.20 | 8.40 | 9.60 | 10.80 | 12.00 |
5 | 4.50 | 6.00 | 7.50 | 9.00 | 10.50 | 12.00 | 13.50 | 15.00 |
| Velocità di flusso in ml/ora |
Ipertensione polmonare primitiva
Le confezioni utilizzate per il trattamento dell’ipertensione polmonare sono:
un flaconcino contenente 0,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, un flacone contenente 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro.
Un flaconcino contenente 0,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, due flaconi contenenti 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro
Un flaconcino contenente 1,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, un flacone contenente 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro.
Un flaconcino contenente 1,5 mg di epoprostenolo polvere sterile, due flaconi contenenti 50 ml di soluzione tamponata sterile di glicina ed un filtro
Inizialmente si deve usare una confezione contenente una soluzione tamponata. Durante la terapia cronica la concentrazione finale della soluzione può essere aumentata con l’aggiunta di ulteriori flaconcini di polvere di epoprostenolo da 0,5 mg o 1,5 mg. Per aumentare la concentrazione finale della soluzione possono essere usati solo flaconcini contenenti la stessa quantità inclusa nella confezione iniziale.
Ricostituzione:
Deve essere eseguita seguendo le stesse istruzioni date per la dialisi renale. Un flaconcino da 1,5 mg di epoprostenolo ricostituito con 50 ml di diluente sterile dà luogo ad una concentrazione di 30.000 ng/ml.
Diluizione:
L’epoprostenolo può essere utilizzato o come soluzione concentrata o nella forma diluita nel trattamento della ipertensione polmonare primitiva.
Solo il diluente sterile fornito può essere usato per l’ulteriore diluizione della soluzione ricostituita. Non deve essere impiegata la soluzione fisiologica salina quando l’epoprostenolo venga utilizzato nel trattamento della ipertensione polmonare primitiva.
L’epoprostenolo non deve essere somministrato con altre soluzioni o farmaci per uso parenterale quando venga utilizzato nella ipertensione polmonare primitiva.
Per diluire la soluzione concentrata, aspirare la stessa in una siringa più grande e collegare alla siringa il filtro sterile fornito nella confezione. Immettere la soluzione concentrata direttamente nel solvente sterile, esercitando una pressione decisa ma non eccessiva; il tempo abitualmente richiesto per filtrare 50 ml di soluzione concentrata è 70 secondi. Mescolare bene.
Il filtro va usato una sola volta e poi eliminato.
Le concentrazioni comunemente utilizzate nel trattamento della ipertensione polmonare primitiva sono le seguenti:
Le concentrazioni comunemente utilizzate nel trattamento della ipertensione polmonare primitiva sono le seguenti:
• 3.000 ng/ml - 1,5 mg di epoprostenolo ricostituito e diluito con il solvente sterile fino ad un volume totale di 50 ml
• 15.000 ng/ml - 1,5 mg di epoprostenolo ricostituito e diluito con il solvente sterile fino ad un volume totale di 100 ml.
• 10.000 ng/ml - Due flaconcini da 0,5 mg di epoprostenolo ricostituito e diluito fino ad un volume totale di 100 ml.
• 5.000 ng/ml - Un flaconcino da 0,5 mg di epoprostenolo ricostituito e diluito fino ad un volume totale di 100 ml.
Calcolo della velocità di infusione
La velocità di infusione può essere calcolata utilizzando la formula sopra riportata per la dialisi renale.
Velocità di infusione per una concentrazione di 15.000 ng/ml
Dosaggio (ng/kg/ min) | Peso corporeo (kg) |
30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 |
4 | | | | 1.0 | 1.1 | 1.3 | 1.4 | 1.6 |
6 | | 1.0 | 1.2 | 1.4 | 1.7 | 1.9 | 2.2 | 2.4 |
8 | 1.0 | 1.3 | 1.6 | 1.9 | 2.2 | 2.6 | 2.9 | 3.2 |
10 | 1.2 | 1.6 | 2.0 | 2.4 | 2.8 | 3.2 | 3.6 | 4.0 |
12 | 1.4 | 1.9 | 2.4 | 2.9 | 3.4 | 3.8 | 4.3 | 4.8 |
14 | 1.7 | 2.2 | 2.8 | 3.4 | 3.9 | 4.5 | 5.0 | 5.6 |
16 | 1.9 | 2.6 | 3.2 | 3.8 | 4.5 | 5.1 | 5.8 | 6.4 |
| Velocità di flusso in ml/ora |
Velocità di infusione per una concentrazione di 5.000 ng/ml
Dosaggio (ng/kg/ min)) | Peso corporeo (kg) |
10 | 20 | 30 | 40 | 50 | 60 | 70 | 80 | 90 | 100 |
2 | | | | 1.0 | 1.2 | 1.4 | 1.7 | 1.9 | 2.2 | 2.4 |
4 | | 1.0 | 1.4 | 1.9 | 2.4 | 2.9 | 3.4 | 3.8 | 4.3 | 4.8 |
6 | | 1.4 | 2.2 | 2.9 | 3.6 | 4.3 | 5.0 | 5.8 | 6.5 | 7.2 |
8 | 1.0 | 1.9 | 2.9 | 3.8 | 4.8 | 5.8 | 6.7 | 7.7 | 8.6 | 9.6 |
10 | 1.2 | 2.4 | 3.6 | 4.8 | 6.0 | 7.2 | 8.4 | 9.6 | 10.8 | 12.0 |
12 | 1.4 | 2.9 | 4.3 | 5.8 | 7.2 | 8.6 | 10.1 | 11.5 | 13.0 | 14.4 |
14 | 1.7 | 3.4 | 5.0 | 6.7 | 8.4 | 10.1 | 11.8 | 13.4 | 15.1 | 16.8 |
16 | 1.9 | 3.8 | 5.8 | 7.7 | 9.6 | 11.5 | 13.4 | 15.4 | 17.3 | 19.2 |
| Velocità di flusso in ml/ora |
PH&T S.p.A.
Via L. Ariosto, 34
20145 Milano - Italia
0,5 mg/50 ml polvere e solvente per soluzione per infusione
1 flaconcino polvere +1 flaconcino solvente da 50 ml + filtro - AIC - 040559015
1 flaconcino polvere +2 flaconcini solvente da 50 ml + filtro - AIC 040559027
1,5 mg/50 ml polvere e solvente per soluzione per infusione
1 flaconcino polvere +1 flaconcino solvente da 50 ml + filtro - AIC 040559041
1 flaconcino polvere +2 flaconcini solvente da 50 ml + filtro - AIC 040559039
25/05/2011 (GU 133 10/6/2011)