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ETOPOSIDE CRINOS
Ogni flaconcino contiene:
Principio attivo: Etoposide 100 mg.
Concentrato per soluzione per infusione endovenosa.
ETOPOSIDE CRINOS è indicato per il trattamento di:
- Carcinoma del polmone a piccole cellule (dati preliminari indicano che etoposide può essere efficace in altri tipi di carcinoma polmonare);
- Morbo di Hodgkin;
- Linfomi maligni (non Hodgkin);
- Leucemia acuta non linfocitica.
All’etoposide possono rispondere positivamente anche altri tipi di tumori solidi.
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Il trattamento deve essere praticato da un medico specialista.
Adulti
La dose raccomandata è di 50 - 120 mg/m²/die per 3 o 5 giorni consecutivi, seguiti da un intervallo di 21 giorni. La dose totale di etoposide non deve superare i 650 mg/m² ogni ciclo. Cicli ripetuti di terapia vanno intrapresi solo quando il controllo ematologico confermi che è in atto un processo di recupero dalla mielodepressione. Le dosi consigliate si riferiscono all’impiego del farmaco in monoterapia. Se l’etoposide viene associato ad agenti antineoplastici ad azione mielodepressiva, la posologia dovrebbe essere opportunamente adeguata al più basso dosaggio sopra indicato.
In genere ogni trattamento viene completato con 3-4 cicli di terapia di etoposide. La dose può essere aumentata o diminuita ed i cicli di trattamento ripetuti a seconda della riserva midollare e della risposta terapeutica del tumore di ogni singolo paziente.
Anziani
Non è necessario alcun aggiustamento particolare dello schema posologico.
Bambini
Non si hanno informazioni adeguate circa l’efficacia e la sicurezza dell’etoposide nei bambini.
Per la presenza d’alcool benzilico, il medicinale non deve essere comunque somministrato ai bambini al di sotto dei due anni.
ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml Concentrato per soluzione per infusione endovenosa può essere somministrato solo dopo diluizione. Immediatamente prima della somministrazione, si preleva un volume di ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml
Concentrato per soluzione per infusione endovenosa pari alla dose prescelta e si diluisce con Destrosio al 5% o con cloruro di sodio allo 0,9% per ottenere una concentrazione finale pari a 0,2-0,4 mg/ml. La concentrazione finale non deve comunque essere superiore a 0,4 mg/ml. Soluzioni più concentrate possono infatti portare alla formazione di cristalli o precipitati entro 5 minuti dalla diluizione, che rendono impossibile la somministrazione.
ETOPOSIDE CRINOS dovrà essere somministrato solo per infusione endovenosa lenta (da 30 a 60 minuti). Non va iniettato per iniezione rapida perchè si possono verificare ipotensione e broncospasmo. Curare con attenzione che l’ago sia ben inserito in vena, in modo da evitare stravasi nel sito di iniezione. Lo stravaso perivenoso può infatti causare irritazione, infiammazione, indurimento e necrosi dei tessuti circostanti.
Nella preparazione della soluzione per somministrazione endovenosa dovranno essere attuate procedure adatte alla manipolazione e preparazione dei farmaci antitumorali.
ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml Concentrato per soluzione per infusione endovenosa, diluito a 0,4 mg/ml e somministrato per mezzo di pompe meccaniche da infusione può dar luogo a precipitati all’interno del meccanismo di infusione. Qualora la soluzione ed i contenitori lo permettano, i prodotti per uso parenterale dovrebbero essere controllati visivamente per verificare l’assenza di precipitati o alterazioni della normale colorazione prima della somministrazione.
Ipersensibilità ai componenti del medicinale (principio attivo o eccipienti) o verso altre sostanze chimiche strettamente correlate.
Controindicato in presenza d’alterata emopoiesi in particolare in seguito a radioterapia o chemioterapia intensiva oppure come conseguenza d’infiltrazione tumorale del midollo: tale condizione può essere evidenziata da leucopenia o trombocitopenia lieve o marcata. Gravi alterazioni epatiche. Il medicinale non deve essere somministrato a pazienti con infezioni non controllate.
Generalmente controindicato in gravidanza e nell’allattamento. Per la presenza di alcool benzilico, il medicinale non deve essere somministrato ai bambini al di sotto dei due anni.
Non somministrare per iniezione intracavitaria.
Etoposide è risultato mutageno in test effettuati in vitro. Il prodotto, come del resto la maggior parte dei farmaci antitumorali ed immunosoppressori, ha dimostrato proprietà cancerogena negli animali in particolari condizioni sperimentali.
Il medico dovrà essere informato della possibile insorgenza di reazione anafilattica da trattare adeguatamente, avendo cura di interrompere immediatamente l’infusione.
Occorre prestare molta attenzione affinché l'ago o il catetere rimanga in vena durante la somministrazione del farmaco, in quanto è possibile lesione dei tessuti circostanti. Il medicinale non va iniettato per via intramuscolare o sottocutanea.
La depressione midollare è il fattore tossicologico più significativo associato con l'impiego di etoposide e che ne limita l'impiego. Si può verificare mielosopressione severa con conseguente infezione o sanguinamento. Sia durante sia dopo terapia con ETOPOSIDE CRINOS i pazienti devono essere quindi attentamente controllati per la possibilità di insorgenza di mielosopressione. All’inizio della terapia e dopo ogni successiva dose di ETOPOSIDE CRINOS dovranno essere eseguiti i seguenti controlli: conta delle piastrine, conta leucocitaria con formula, dosaggio dell'emoglobina. In caso di evidenza di mielosoppressione (leucociti inferiori a 2000 per mm³, neutrofili inferiori a 500 per mm³ e piastrine inferiori a 50.000 per mm³) è necessario interrompere il trattamento fino al ritorno alla norma dei sopraindicati valori (Vedi anche 4.8 “Effetti Indesiderati”). Nel caso il paziente sia stato sottoposto a radioterapia o altro trattamento con agenti citostatici, prima di iniziare la terapia con ETOPOSIDE CRINOS occorre lasciar trascorrere un opportuno intervallo di tempo per permettere la ripresa del midollo osseo. Si raccomanda inoltre un accurato monitoraggio della funzionalità epatica e renale, utilizzando i parametri di laboratorio convenzionali (creatininemia, bilirubinemia).
Le eventuali infezioni batteriche devono essere tenute sotto controllo con opportuna terapia prima di iniziare il trattamento con ETOPOSIDE CRINOS.
Uso pediatrico
Non sono state dimostrate la sicurezza e l'efficacia dell’etoposide nei bambini.
Per la presenza d’alcool benzilico, il prodotto non deve comunque essere somministrato ai bambini al di sotto dei due anni.
ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml Concentrato per soluzione per infusione endovenosa contiene polisorbato 80. Nei prematuri, la somministrazione endovenosa di prodotti contenenti polisorbato 80 è stata associata a sindrome letale d’insufficienza epatica e renale, a deterioramento polmonare, a trombocitopenia ed ascite.
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L'impiego di etoposide è generalmente attuato secondo schemi di polichemioterapia. In tali casi occorre valutare il potenziale sinergismo tossico dei farmaci, specie a livello midollare.
Gravidanza. L’etoposide è risultato teratogeno in ratti trattati con dosi equivalenti a quelle utilizzate in clinica. In gravidanza, ETOPOSIDE CRINOS non deve quindi essere somministrato ad esclusione di casi eccezionali in cui occorre valutare con attenzione il potenziale beneficio del farmaco sugli eventuali danni alla madre ed al feto. Tutte le donne in età fertile che assumono il prodotto devono essere informate della necessità di evitare gravidanze.
Allattamento. Negli animali da esperimento è stato dimostrato che l’etoposide si accumula nel latte materno. E’ quindi necessario che le pazienti trattate con il farmaco evitino di allattare.
Gli effetti collaterali, in particolare la mielodepressione, non consentono generalmente una normale vita di relazione o di lavoro durante la terapia.
Tossicità ematologica: la mielosoppressione è l'effetto tossico dose - limitante, con nadir dei granulociti che si manifesta tra il 7° ed il 14° giorno e nadir della trombocitopenia tra il 9° ed il 16° giorno dalla somministrazione. Il recupero del midollo osseo di solito si completa dal 20° giorno, e non ci sono evidenze di tossicità cumulativa. É stata rilevata leucopenia con un’incidenza dal 60 – 91 % nei pazienti trattati in monoterapia con etoposide, che ha acquistato connotazioni particolarmente gravi (fino a 1000 cellule/mm³) nel 7-17% di questi pazienti. É stata rilevata trombocitopenia con un’incidenza dal 28 al 41% nei pazienti trattati, che ha acquistato connotazioni particolarmente gravi (fino a 50.000 piastrine/mm³) nel 4-20% dello stesso gruppo di pazienti trattati. Sono stati anche segnalati casi di anemia.
In pazienti trattati con etoposide si è manifestata, 1-3 anni dopo l’inizio della terapia, leucemia acuta non linfocitica. Il rischio di sviluppo di leucemia appare essere correlato alla dose ed essere aumentato dalla combinazione con il cisplatino o agenti alchilanti.
Tossicità gastrointestinale: sono stati osservati casi di nausea e vomito nel 31-43% dei pazienti trattati con etoposide. Nausea e vomito generalmente possono essere controllati con la somministrazione di farmaci antiemetici. É stata osservata anoressia nel 10-13% dei pazienti e stomatite nell’1-6% nei trattati con il farmaco.
Sono state anche descritte mucosite/esofagite da moderate a severe. Nell’1-13% di questi pazienti è stato osservata diarrea.
Alopecia: Alopecia reversibile, a volte calvizie, è stata osservata in più del 66% dei pazienti trattati.
Ipotensione: A seguito di somministrazione endovenosa rapida è stata osservata nell’1-2% dei pazienti ipotensione arteriosa temporanea non associata a segni elettrocardiografici di tossicità cardiaca. Non si è verificata ipotensione prolungata.
Reazioni allergiche: Nello 0.7-2% dei pazienti, durante o immediatamente dopo somministrazione di etoposide, si sono osservate reazioni anafilattoidi quali: brividi, febbre, tachicardia, broncospasmo, dispnea e/o ipotensione.
Queste reazioni generalmente regrediscono prontamente con l’interruzione dell’infusione e la somministrazione di agenti pressori, corticosteroidi, antistaminici o con l’espansione di volume. Sono state riportate reazioni acute fatali associate a broncospasmo. Sono stati riportati anche ipertensione e/o “flushing”.
Generalmente i valori pressori tornano nella norma entro poche ore dall’interruzione dell’infusione. Reazioni anafilattoidi possono verificarsi con la dose iniziale di etoposide.
Neuropatie centrali e periferiche: L’uso di etoposide ha causato neuropatia periferica nello 0,7% dei pazienti. L’uso associato di vincristina solfato può aumentare la frequenza e gravità della neuropatia.
Altre tossicità: Sono state raramente osservate le seguenti reazioni: sonnolenza ed affaticamento, tossicità epatica, alterazione del gusto, febbre, rush, pigmentazione, prurito, orticaria, dolore addominale, costipazione, disfagia, cecità corticale.
In un solo caso si è osservata alterazione dermatologica simile a dermatite da irradiazione, generalmente non si sono verificate ulcerazioni.
A parte gli effetti reversibili a carico dei parametri ematologici come trombocitopenia e leucopenia, dipendenti dalla dose, nessun effetto tossico specifico è stato osservato a carico del sistema cardiovascolare, nervoso, del fegato o dei reni. É stato comunque dimostrato che etoposide raggiunge alte concentrazioni in questi ultimi due organi rappresentando, pertanto, un potenziale pericolo di accumulo nei casi di alterata funzionalità renale.
Altri effetti collaterali quali diarrea, dolori addominali, perdita dell’appetito e parestesia si verificano raramente.
La tossicità dell’etoposide è aumentata nei pazienti con bassi livelli di albumina plasmatica, a causa del diminuito legame proteico del farmaco.
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Sono stati riportati casi di acidosi metabolica e grave tossicità epatica in pazienti ai quali erano state somministrate dosi di etoposide maggiori di quelle raccomandate.
E’ indispensabile il calcolo accurato della posologia di ETOPOSIDE CRINOS che, usualmente, è indicata nei vari protocolli in mg/m² di superficie corporea. In caso di grave leuco e/o piastrinopenia devono essere adottate le misure del caso eventualmente con terapia sostitutiva di frazioni plasmatiche.
Etoposide è un glucoside dotato di attività antiproliferativa, bloccando le cellule nelle fasi S e G2, e citotossica. Il farmaco forma un complesso ternario con la topisomerasi II e il DNA; la formazione di questo complesso porta all’accumulo di rotture del DNA, cui segue la morte cellulare. Le cellule nelle fasi S e G2 sono le più sensibili all’etoposide.
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La farmacocinetica dell’etoposide è soggetta a notevoli variazioni interindividuali. Dopo somministrazione endovenosa, la cinetica plasmatica segue un andamento bifasico, con un’emivita iniziale di 1 ora ed un emivita terminale di 3-19 ore, in pazienti con funzionalità renale normale. Etoposide si distribuisce rapidamente nei tessuti e raggiunge concentrazioni elevate nell’intestino, fegato, reni, tiroide e timo.
Nel SNC le concentrazioni di etoposide ottenibili con dosi endovenose sono corrispondenti all’1-10% di quelle plasmatiche. La quota di farmaco legata alle proteine plasmatiche è pari al 94% circa. Il farmaco viene eliminato prevalentemente dal rene; il 45% della dose somministrata viene eliminato con le urine in 72 ore, principalmente come farmaco immodificato. Il 16% della dose viene escreto per via biliare ed il rimanente è probabilmente trattenuto a livello endocellulare.
La tossicità dell’etoposide ha dimostrato una DL50 di 1000 mg/kg nel ratto dopo somministrazioneper os e di 68 mg/kg dopo somministrazione endovenosa.
Il profilo di tossicità del farmaco è in linea con quello di altri agenti citotossici che interferiscono con il DNA. Nell’animale, l’organo bersaglio principale è risultato essere il sistema linfopoietico. Sono stati interessati anche gli organi del tratto gastrointestinale e gli organi della riproduzione maschile; fegato e rene sembrano essere interessati solo marginalmente. Il farmaco è da considerarsi mutageno e potenzialmente teratogeno e cancerogeno.
Acido citrico anidro, alcool benzilico, Polisorbato 80, alcool etilico assoluto, glicole polietilenico 300
Non mescolare ETOPOSIDE CRINOS ad altri farmaci nello stesso flacone di infusione.
42 mesi.
La data di scadenza indicata si riferisce al prodotto in confezionamento integro, correttamente conservato.
Conservare a temperatura non superiore a 25°C.
Flaconcini di vetro contenenti 100 mg di principio attivo in 5 ml di soluzione. Confezioni da 5 e 10 flaconcini.
ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml Concentrato per soluzione per infusione endovenosa può essere somministrato solo dopo diluizione. Immediatamente prima della somministrazione, si preleva un volume di ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml.
Concentrato per soluzione per infusione endovenosa pari alla dose prescelta e si diluisce con Destrosio al 5% o con cloruro di sodio allo 0,9% per ottenere una concentrazione finale pari a 0,2-0,4 mg/ml. La concentrazione finale non deve comunque essere superiore a 0,4 mg/ml. Soluzioni più concentrate possono infatti portare alla formazione di cristalli o precipitati entro 5 minuti dalla diluizione, che rendono impossibile la somministrazione.
Dopo la diluizione, il medicinale, conservato a temperatura inferiore a 25°C, è chimicamente stabile per 24 ore. Da un punto di vista microbiologico, tuttavia, il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la diluizione.
Nella preparazione della soluzione per somministrazione endovenosa dovranno essere attuate procedure adatte alla manipolazione e preparazione dei farmaci antitumorali.
ETOPOSIDE CRINOS 100 mg/5 ml Concentrato per soluzione per infusione endovenosa, diluito a 0,4 mg/ml e somministrato per mezzo di pompe meccaniche da infusione può dar luogo a precipitati all’interno del meccanismo da infusione. Qualora la soluzione ed i contenitori lo permettano, i prodotti per uso parenterale dovrebbero essere controllati visivamente per verificare l’assenza di precipitati o alterazioni della normale colorazione prima della somministrazione.
CRINOS S.p.A. – Via Pavia, 6 – 20136 MILANO
Confezione da 5 flaconi: AIC n° 033761014/G
Confezione da 10 flaconi: AIC n° 033761026/G
Prima autorizzazione: 28 marzo 2001
28 marzo 2001