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EXTERSIN
EXTERSIN 2 mg compresse
Una compressa contiene 2 mg di terazosina come terazosina cloridrato biidrato.
EXTERSIN 5 mg compresse
Una compressa contiene 5 mg di terazosina come terazosina cloridrato biidrato.
Per gli eccipienti, vedere il paragrafo 6.1
Compresse.
EXTERSIN 2 mg compresse
Compresse bianche, rotonde, convesse da ambo i lati, con intaccatura su un lato e il numero “2” impresso sull’altro.
EXTERSIN 5 mg compresse
Compresse bianche, rotonde, convesse da ambo i lati, con il numero “5” impresso su un lato.
Le compresse di EXTERSIN sono indicate nel trattamento sintomatico dell’ostruzione delle vie urinarie indotta da iperplasia prostatica benigna (IPB).
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La dose di EXTERSIN deve essere aggiustata a seconda della risposta individuale del paziente.
I pazienti devono essere avvisati di attenersi alla prescrizione, in modo da evitare l’effetto ipotensivo correlato con la prima dose.
La dose iniziale per tutti i pazienti è pari a 1 mg da assumersi la sera per 7 giorni; durante la prima settimana di trattamento, tale dose non deve essere superata. Successivamente, è possibile incrementare la dose a 2 mg al giorno per 14 giorni, e poi a 5 mg al giorno per 7 giorni. La risposta al trattamento deve essere controllata a quattro settimane. Effetti collaterali transitori possono verificarsi ad ogni step di titolazione. Qualora uno qualunque di tali effetti collaterali persista, si deve prendere in considerazione la riduzione della dose.
La dose raccomandata usuale è pari a 5 mg una volta al giorno. La dose massima giornaliera è di 10 mg.
La terapia con EXTERSIN è un trattamento a lungo termine che deve essere interrotto esclusivamente su parere del medico. Se si rendesse necessario interrompere la terapia con EXTERSIN, la dose deve nuovamente essere titolata cominciando con 1 mg prima di coricarsi.
Uso in pazienti con alterata funzionalità renale o negli anziani
Generalmente, non si deve somministrare EXTERSIN in pazienti con riduzione del flusso urinario od anuria, o in presenza di insufficienza renale avanzata.
Non sono necessari aggiustamenti della dose negli anziani.
Uso in pazienti con alterata funzionalità epatica
La dose di EXTERSIN deve essere titolata con particolare cautela in pazienti con alterata funzionalità epatica, poiché la terazosina viene metabolizzata in larga misura nel fegato ed escreta principalmente attraverso le vie biliari. Dato che non è disponibile alcuna evidenza clinica in pazienti con disfunzione epatica severa, l’uso di EXTERSIN non è raccomandato in tali pazienti.
Modo di somministrazione
Le compresse di EXTERSIN devono essere deglutite intere senza masticarle, e possono essere assunte sia a stomaco pieno sia a stomaco vuoto.
Ipersensibilità nota alla terazosina o a farmaci antagonisti alfa-adrenergici strutturalmente simili, o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Anamnesi di sincope durante la minzione.
L’effetto “prima dose” può verificarsi in seguito alla somministrazione della prima dose di EXTERSIN o durante il periodo iniziale di trattamento. Esso consiste in un notevole calo pressorio, principalmente in termini di ipotensione ortostatica (senso di vertigine, di instabilità, e sincope). Deplezione del volume, ridotto apporto di sale ed età avanzata (p.e., dai 65 anni in su) rappresentano fattori di aumento del rischio di ipotensione posturale. Non si deve dimenticare che è probabile che ciò accada anche quando il trattamento con EXTERSIN viene instaurato nuovamente dopo una interruzione di pochi giorni. In tali casi, deve essere prescritta la dose iniziale di 1 mg.
Il verificarsi di sincope è stato osservato nell’uno per cento dei pazienti sottoposti a sperimentazioni sull’ipertensione. Un rapido incremento di dose, come pure l’associazione di terazosina a diuretici e/o altri antipertensivi, possono indurre il verificarsi di sincope. La sincope è correlata con una marcata ipotensione posturale e, in alcuni casi, è preceduta da tachicardia (120-160/min). L’ipotensione posturale si mostra pronunciata in massimo grado entro un lasso di tempo breve dall’assunzione di terazosina, mentre il rischio di sincope è massimo da 30 a 90 minuti dopo la somministrazione del farmaco.
EXTERSIN deve essere impiegato con cautela in individui con predisposizione nota ad episodi ipotensivi.
Prima di instaurare la terapia con EXTERSIN per il trattamento dell’IPB, si deve escludere la presenza di carcinoma prostatico. Si deve misurare la pressione arteriosa dei pazienti con IPB all’inizio della terapia e controllarla poi in seguito, particolarmente in presenza di aggiustamenti della dose. Deve essere preso in considerazione anche un eventuale trattamento con antipertensivi. L’efficacia di EXTERSIN nel trattamento dell’IPB deve essere valutata dopo un periodo di trattamento di 4-6 settimane attenendosi alla dose di mantenimento.
La prima dose di EXTERSIN compresse deve essere assunta dal paziente al momento di coricarsi; devono essere evitati bruschi cambiamenti di posizione o movimenti repentini che possono indurre capogiro e affaticamento. Ciò vale in particolar modo per gli anziani.
A causa della sua azione vasodilatatrice, EXTERSIN deve essere impiegata con cautela in pazienti che presentino una qualsivoglia delle seguenti condizioni cardiache:
edema polmonare dovuto a stenosi aortica o mitralica;
insufficienza cardiaca ad alta gittata
insufficienza ventricolare destra indotta da embolia polmonare o da versamento pericardico
insufficienza ventricolare sinistra con bassa pressione di riempimento
La concomitante somministrazione di PDE-5_inibitori (come sildenafil, tadalafil e vardenafil) e terazosina deve essere effettuata solo con cautela, in quanto può indurre ipotensione sintomatica in alcuni pazienti.
La “Sindrome dell’iride a Bandiera” (IFIS, una variante della sindrome della pupilla piccola) è stata osservata durante interventi chirurgici di cataratta in alcuni pazienti in trattamento o precedentemente trattati con tamsulosina. Sono stati segnalati casi isolati anche con altri alfa-1-bloccanti e la possibilità di un effetto di classe non può essere escluso. Dal momento che la IFIS può comportare un incremento delle complicazioni procedurali durante l’operazione della cataratta, un uso corrente o passato di alfa-1- bloccanti deve essere reso noto al chirurgo oftalmico prima dell’intervento.
Uso in pazienti con alterata funzionalità epatica
Poiché la terazosina viene metabolizzata principalmente a livello epatico, deve essere impiegata con particolare cautela in pazienti con funzionalità epatica alterata. A causa della mancanza di dati riguardanti pazienti affetti da disfunzioni epatiche di grado severo, non si raccomanda l’uso di terazosina in tali pazienti.
I pazienti con iperplasia prostatica benigna e concomitante ostruzione dell’apparato urinario superiore, infezione cronica delle vie urinarie o calcoli vescicali non devono essere sottoposti a trattamento con terazosina.
Generalmente, la terazosina non deve essere impiegata in pazienti con riduzione del flusso urinario, anuria od insufficienza renale avanzata.
Il prodotto contiene lattosio. Pazienti che presentano rari problemi ereditari di intolleranza al lattosio, carenza di Lapplattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
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E’ richiesta qualche cautela nel prescrivere EXTERSIN in associazione ad altri agenti antipertensivi, dato che al riguardo sono stati osservati casi di significativa ipotensione. Può rendersi necessaria una nuova titolazione della dose qualora al regime terapeutico vengano aggiunti diuretici od antipertensivi.
La combinazione di terazosina con altri agenti bloccanti il recettore alfa non è raccomandata.
Inoltre, quando la terazosina è somministrata in concomitanza con vasodilatatori e nitrati, può risultare incrementato il suo effetto antipertensivo.
Una concomitante somministrazione di PDE-5_inibitori (come sildenafil, tadalafil e vardenafil) e terazosina può indurre ipotensione sintomatica in alcuni pazienti (consultare paragrafo 4.4)
Analogamente a quanto avviene con altri farmaci antipertensivi, gli agenti antireumatici non steroidei o gli estrogeni possono ridurre l’effetto antipertensivo della terazosina.
I simpaticomimetici possono ridurre l’effetto antipertensivo della terazosina; questa, a sua volta, può ridurre la pressione sanguigna e le reazioni vascolari a dopamina, efedrina, epinefrina, metaraminolo, metossamina e fenilefrina.
La terazosina può influire sull’attività della renina plasmatica e sulla escrezione urinaria di acido vanilmandelico. Ciò deve essere tenuto in considerazione al momento di interpretare i dati di laboratorio. La terazosina riduce altresì l’effetto ipertensivo della clonidina somministrata per via endovenosa.
Non si applica.
EXTERSIN compresse influisce in modo rilevante sulla capacità di guidare veicoli e di manovrare macchinari.
A causa della possibilità che si verifichino vertigine, leggero stordimento o torpore, i pazienti devono essere sconsigliati di guidare veicoli, manovrare macchinari o svolgere attività che implichino un alto rischio di incidenti nelle 12 ore successive all’inizio del trattamento con terazosina e quando vengano effettuati incrementi della dose.
Analogamente a quanto avviene con altri antagonisti dei recettori alfa-adrenergici, la terazosina può indurre sincope. Gli episodi di sincope possono verificarsi entro 30-90 minuti dall’assunzione della dose iniziale di tale prodotto medicinale. Occasionalmente, l’episodio di sincope può essere preceduto da tachicardia, con una frequenza cardiaca di 120-160 battiti al minuto. Può inoltre verificarsi ipotensione indotta dalla prima dose e, da ciò, la comparsa di vertigini come pure, in casi gravi, l’evento sincopale. Per evitare l’ipotensione, il trattamento con terazosina deve essere iniziato con una dose da 1 mg assunta prima di coricarsi.
L’incidenza degli effetti collaterali viene rilevata in base alle seguenti frequenze:
Comuni: da ≥1% a <10%
Non comuni: da ≥ 0,1% a <1%
Rari: da ≥ 0,01% a < 0,1%
Molto rari: < 0,01%, compresi i casi isolati
Alterazioni del sangue e sistema linfatico:
Molto rari: trombocitopenia
Alterazioni del sistema immunitario:
Molto rari: reazioni anafilattiche
Alterazioni del sistema nervoso:
Comuni: nervosismo, sonnolenza, parestesia
Non comuni: depressione
Disturbi oculari:
Comuni: visione offuscata, percezione cromatica alterata
Alterazioni cardiache:
Comuni: palpitazioni, tachicardia, dolore toracico
Molto rare: fibrillazione atriale
Alterazioni dell’ apparato respiratorio, del torace e del mediastino:
Comuni: dispnea, congestione nasale, sinusite, epistassi
Alterazioni dell’ apparato gastrointestinale:
Comuni: nausea, costipazione, diarrea, vomito
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comuni: prurito, rash
Non comuni: orticaria
Alterazioni dell’apparato muscolo-scheletrico, del tessuto connettivo:
Comuni: rachialgia
Alterazioni renali e delle vie urinarie:
Rare: infezione delle vie urinarie ed incontinenza (riportata principalmente nelle donne in periodo post-menopausale)
Alterazioni del sistema riproduttivo e della mammella:
Comuni: impotenza
Non comuni: diminuzione della libido
Rari: priapismo
Disordini generali e alterazioni del sito di somministrazione:
Comuni: vertigine, sublipotimia, svenimento (specialmente rialzandosi bruscamente dalla posizione sdraiata o seduta – ipotensione posturale), astenia, edema, cefalea, dolore agli arti
Non comuni: aumento di peso, sincope
Ulteriori effetti indesiderati, che non risultano però in evidente connessione con l’assunzione di terazosina, sono stati osservati nell’ambito di studi clinici controllati o dell’esperienza derivata dalla commercializzazione del prodotto:
edema facciale, febbre, dolori addominali, al collo ed alle spalle, vasodilatazione, aritmia, xerostomia, dispepsia, flatulenza, gotta, artralgia, artrite, dolori articolari, mialgia, ansia, insonnia, bronchite, sintomi para-influenzali, faringite, rinite, sintomi da raffreddore comune, aumento della tosse, diaforesi, alterazioni della visione, congiuntivite, tinnito, aumentata frequenza urinaria.
Test di laboratorio: risultati di laboratorio indicativi di emodiluizione (p.e., riduzione dei valori relativi a ematocrito, emoglobina, leucociti, proteine totali ed albumina) sono stati osservati nell’ambito di studi clinici controllati. Nessun effetto significativo è stato riportato in relazione ai livelli dell’antigene prostatico specifico (PSA) in seguito a somministrazione di terapia con terazosina protratta per un periodo di tempo pari a 24 mesi.
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In caso di ipotensione acuta indotta dal trattamento con terazosina, deve essere considerata di primaria importanza una terapia di supporto cardiovascolare. Per riportare a valori normali la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, il paziente deve essere tenuto in posizione supina. Nel caso in cui tale provvedimento si dimostri inefficace, lo stato di shock ipotensivo deve essere trattato mediante somministrazione di sostituti del plasma e di vasocostrittori. Deve essere ripristinato l’equilibrio plasmatico ed elettrolitico. La funzionalità renale deve essere monitorata e, se necessario, devono essere adottate misure generali di supporto. Dal momento che la terazosina si lega prevalentemente alle proteine del plasma, la dialisi come misura terapeutica non risulta indicata.
Categoria farmacoterapeutica: antagonisti dei recettori alfa-adrenergici, Codice ATC G04CA03.
La terazosina, principio attivo contenuto nelle compresse di EXTERSIN, è un agente selettivo alfa1-bloccante adrenergico periferico. I suoi effetti antipertensivi possono essere il risultato del blocco alfa1-adrenergico postsinaptico, che induce vasodilatazione, diminuzione della resistenza periferica totale e del ritorno venoso. La terazosina è un farmaco ad azione prolungata per uso orale efficace negli ipertesi in seguito a somministrazione una volta al giorno. Il trattamento a lungo termine con terazosina di solito non induce tachicardia riflessa; difficilmente sono interessate gittata cardiaca, perfusione renale e velocità di filtrazione glomerulare.
Sebbene la terazosina non produca effetti sul meccanismo fisiopatologico sotteso all’IBP, è stato dimostrato che tale farmaco induce significativo incremento della velocità del flusso urinario e decremento dell’ostruzione del deflusso urinario. Esso inoltre si rivela efficace nell’alleviare i sintomi correlati con l’IBP impedendo la stimolazione dei recettori alfa1-adrenergici e conseguentemente rilassando le contrazioni muscolari a livello della vescica e dell’uretra prostatica. Il miglioramento dei valori urodinamici può aiutare a ridurre l’infezione delle vie urinarie. Il farmaco, tuttavia, non influisce sulle dimensioni della prostata.
Un significativo effetto antipertensivo è stato osservato a 3 ore dalla somministrazione orale di terazosina. E’ stato riportato che l’effetto antipertensivo di questo prodotto medicinale persiste per 24 ore dopo la somministrazione per via orale.
Non sono state condotte ricerche circa l’effetto della terazosina su morbilità e mortalità cardiovascolari.
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Assorbimento
La terazosina viene rapidamente e quasi completamente assorbita nel tratto gastrointestinale, senza che l’assunzione di cibo influisca su tale processo. La biodisponibilità del farmaco è pari al 90%.
Inizio e durata d’azione
In seguito a somministrazione, i livelli medi del picco plasmatico vengono raggiunti entro 1 o 2 ore circa. A 36 ore dall’assunzione del farmaco, tracce di terazosina possono ancora essere presenti nel plasma.
Distribuzione, metabolismo ed escrezione
La terazosina si lega in percentuale pari al 90-94% alle proteine plasmatiche. Viene metabolizzata in larga misura nel fegato per idrolisi, demetilazione e dealchilazione, con identificazione di cinque differenti metaboliti. La clearance plasmatica è pari a circa 80 ml/min. L’emivita terminale media del composto base è di 12 ore. Il 10% di terazosina somministrata per via orale viene escreto in forma immodificata attraverso le urine ed il 30% sotto forma di metaboliti inattivi. L’eliminazione per via fecale rappresenta il 55-60% della dose orale, di cui il 20% sotto forma di terazosina immodificata. Non sono stati riportati dati sull’eventuale escrezione della terazosina nel latte materno. L’eliminazione della terazosina non sembra essere influenzata dalla funzionalità renale.
I dati preclinici ottenuti in base a studi farmacologici convenzionali di tollerabilità non rivelano particolare rischio nell’uomo.
Le ricerche eseguite in vitro ed in vivo sul potenziale mutageno della sostanza in esame non hanno rilevato evidenza di effetti genotossici imputabili alla terazosina.
Nei ratti, in presenza di somministrazioni ripetute di dosi ≥ 20-30 volte la dose massima raccomandata nell’uomo sono state osservate ridotta fertilità ed atrofia testicolare. Riassorbimento fetale, diminuzione del peso fetale, aumentata formazione di coste soprannumerarie e diminuzione della sopravvivenza post-natale sono stati osservati nell’ambito di studi di tossicità riproduttiva condotti su ratti e conigli a dosi tossiche per la madre (da 60 a 280 volte la dose massima raccomandata nell’uomo).
In base agli studi condotti al riguardo nei topi o nelle femmine di ratto, non è stato riscontrato alcun effetto cancerogeno della terazosina. Nei ratti maschi, la somministrazione di terazosina induceva tumore benigno della porzione midollare del surrene alla dose più elevata somministrata, corrispondente a 175 volte la dose massima nell’uomo. La rilevanza clinica di tale risultato non è nota.
Lattosio monoidrato, magnesio stearato, amido di mais, talco
Non pertinente
3 anni
Il prodotto non richiede particolari condizioni di conservazione.
Confezioni da 7, 10, 14, 20, 28, 30, 50, 56, 60, 84, 98, 100, 10 x 20 e 10 x 28 compresse in blister di PVC/PVdC/alluminio
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
HEXAL S.p.A.
Via Paracelso, 16
20041 Agrate Brianza (MI)
2 mg compresse 7 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718017/M
2 mg compresse 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718029/M
2 mg compresse 14 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718031/M
2 mg compresse 20 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718043/M
2 mg compresse 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718056/M
2 mg compresse 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718068/M
2 mg compresse 50 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718070/M
2 mg compresse 56 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718082/M
2 mg compresse 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718094/M
2 mg compresse 84 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718106/M
2 mg compresse 98 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718272/M
2 mg compresse 100 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718118/M
2 mg compresse 10X20 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718120/M
2 mg compresse 10X28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718132/M
5 mg compresse 7 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718144/M
5 mg compresse 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718157/M
5 mg compresse 14 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718169/M
5 mg compresse 20 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718171/M
5 mg compresse 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718183/M
5 mg compresse 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718195/M
5 mg compresse 50 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718207/M
5 mg compresse 56 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718219/M
5 mg compresse 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718221/M
5 mg compresse 84 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718233/M
5 mg compresse 98 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718284/M
5 mg compresse 100 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718245/M
5 mg compresse 10X20 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718258/M
5 mg compresse 10X28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC n. 036718260/M
Novembre 2005
Settembre 2007