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FAMCICLOVIR TEVA
Ciascuna compressa contiene 250 mg o 500 mg di famciclovir, rispettivamente.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film
250 mg: compresse di colore bianco-biancastro, rotonde, rivestite con film, con incisi il numero 8118 su un lato e 93 sull'altro.
500 mg: compresse di colore bianco, a forma di capsula, rivestite con film, con incisi il numero 93 su un lato e 8119 sull’altro.
- Trattamento delle infezioni da herpes genitale (episodi iniziali e ricorrenti) in pazienti immunocompetenti.
- Soppressione delle infezioni ricorrenti da herpes genitale in pazienti immunocompetenti.
- Trattamento delle infezioni da herpes zoster della cute e delle membrane mucose in pazienti immunocompetenti, nei quali si prevede un grave decorso dell’infezione, inclusi i casi di herpes zoster oftalmico.
- Trattamento delle infezioni da herpes zoster ed herpes simplex in pazienti immunocompromessi.
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Adulti
Primo episodio di infezione da herpes genitale:
250 mg tre volte al giorno per 5 giorni
La prima dose deve essere assunta il prima possibile dopo l’insorgenza dell’infezione.
Infezioni ricorrenti da herpes genitale:
250 mg due volte al giorno per 5 giorni
Si raccomanda di iniziare la terapia durante il periodo prodromico o il prima possibile dopo la comparsa delle lesioni.
Soppressione delle infezioni da herpes genitale in pazienti immunocompetenti:
250 mg due volte al giorno
La terapia deve essere interrotta periodicamente a intervalli di 6-12 mesi, allo scopo di rilevare eventuali alterazioni nel decorso naturale della malattia.
Infezioni da herpes zoster, incluso herpes zoster oftalmico, in pazienti immunocompetenti:
500 mg tre volte al giorno per 7 giorni
Generalmente, si raccomanda di iniziare la terapia il prima possibile (entro 48 ore) dalla comparsa delle lesioni.
Infezioni da herpes zoster in pazienti immunocompromessi:
500 mg tre volte al giorno per 10 giorni
Generalmente, si raccomanda di iniziare la terapia il prima possibile (entro 48 ore) dalla comparsa delle lesioni.
Infezioni da herpes simplex in pazienti immunocompromessi:
500 mg due volte al giorno per 7 giorni
Generalmente, si raccomanda di iniziare la terapia il prima possibile dopo la comparsa delle lesioni.
Anziani
Non è necessario alcun aggiustamento della dose, salvo nei casi di compromissione della funzionalità renale.
Bambini
L’uso di Famciclovir Teva non è raccomandato nei bambini, a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e efficacia.
Compromissione renale
Dato che una ridotta funzionalità renale determina una ridotta clearance del penciclovir, occorre prestare particolare attenzione alla dose nei pazienti con una funzionalità renale compromessa (vedere paragrafo 4.9). La seguente dose è raccomandata per i pazienti con una funzionalità renale compromessa.
Herpes genitale (primo episodio): |
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) | Dose |
30-59 | 250 mg una volta al giorno |
10-29 | 125 mg una volta al giorno |
|
Herpes genitale (infezioni ricorrenti): |
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) | Dose |
30-59 | 250 mg una volta al giorno |
10-29 | 125 mg una volta al giorno |
|
Soppressione delle infezioni ricorrenti da herpes genitale: |
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) | Dose |
≥30 | nessun aggiustamento |
10-29 | 125 mg due volte al giorno |
|
Infezioni da herpes zoster: |
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) | Dose |
30-59 | 250 mg due volte al giorno |
10-29 | 250 mg una volta al giorno |
|
Infezioni da herpes simplex in pazienti immunosoppressi: |
Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) | Dose |
30-59 | 250 mg due volte al giorno |
10-29 | 125 mg due volte al giorno |
Quando è disponibile solo la creatinina sierica, per valutare la clearance della creatinina deve essere utilizzato il nomogramma della seguente formula (Cockcroft e Gault).
Formula per la valutazione della clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²):
[140-età (anni)] x peso (kg) x 88,5 (nel caso di soggetti maschi) oppure 75,2 (nel caso di soggetti femmine)
72 x creatinina sierica (mcmol/l)
Emodialisi
Per i pazienti emodializzati si raccomanda un intervallo tra le dosi di 48 ore nei periodi fra una dialisi e l’altra. Dato che una emodialisi della durata di 4 ore determina una riduzione del 75% nelle concentrazioni plasmatiche di penciclovir, il famciclovir deve essere somministrato immediatamente dopo la dialisi.
La posologia raccomandata è di 1 dose standard per il primo episodio o per infezioni ricorrenti da herpes genitale, e per i pazienti affetti da herpes zoster.
Compromissione epatica
Non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti affetti da patologia epatica cronica ben compensata. Non si dispone di informazioni sui pazienti affetti da una patologia epatica cronica manifestamente scompensata; pertanto, non è possibile fornire indicazioni posologiche precise per questo gruppo di pazienti.
Modo di somministrazione
Per uso orale.
Il famciclovir può essere assunto a stomaco pieno o vuoto.
Il trattamento per via parenterale è consigliato per i pazienti gravemente malati.
Ipersensibilità al famciclovir o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Ipersensibilità a penciclovir.
Occorre prestare particolare attenzione ai pazienti con una funzionalità renale compromessa, dato che potrebbe rendersi necessario un aggiustamento della dose (vedere paragrafi 4.2 e 4.9). Non sono richieste particolari precauzioni per i pazienti con una funzionalità epatica compromessa o per i pazienti anziani con una funzionalità renale normale.
L’herpes genitale è una malattia sessualmente trasmissibile. I pazienti devono evitare di avere rapporti sessuali in presenza dei sintomi, anche se è già stata iniziata una terapia con antivirali, allo scopo di proteggere il partner dal contagio.
Durante la terapia con agenti antivirali, la frequenza di eliminazione virale è significativamente ridotta. Comunque, la trasmissione della malattia è ancora teoricamente possibile. Di conseguenza, i pazienti devono avere rapporti sessuali protetti.
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Non sono state osservate interazioni clinicamente significative con altri medicinali. Il probenecid e altre sostanze che influiscono sulla fisiologia renale potrebbero influire anche sui livelli plasmatici di penciclovir. Occorre tenere in considerazione la possibilità di interazioni con le sostanze eliminate mediante escrezione tubulare attiva, come l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene.
Le evidenze provenienti dagli studi preclinici non hanno dimostrato alcun potenziale di induzione del citocromo P450. In uno studio di Fase I, non è stata osservata alcuna interazione dopo la somministrazione concomitante di zidovudina e famciclovir.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del famciclovir/penciclovir in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali non hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Il famciclovir deve essere somministrato in gravidanza solo se i potenziali benefici del trattamento per la madre sono superiori agli eventuali rischi per il feto.
Allattamento
Non è noto se il famciclovir/penciclovir venga escreto nel latte umano. Gli studi condotti su animali hanno dimostrato che il famciclovir/penciclovir viene escreto nel latte materno. Pertanto famciclovir non deve essere somministrato durante l'allattamento.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
I pazienti che avvertono capogiri, sonnolenza, stato confusionale o altri disturbi a carico del sistema nervoso centrale durante l’assunzione del famciclovir dovrebbero evitare di guidare o di utilizzare macchinari.
I seguenti effetti indesiderati possono manifestarsi durante il trattamento con il famciclovir e sono classificati come segue: molto comune (≥1/10), comuni (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto raro: trombocitopenia
Disturbi psichiatrici
Molto raro: allucinazioni
Patologie del sistema nervoso
Raro: mal di testa, confusione (principalmente nei pazienti anziani)
Molto raro: capogiri, sonnolenza (principalmente nei pazienti anziani)
Patologie gastrointestinali
Raro: nausea, diarrea, dolore addominale
Molto raro: vomito, dispepsia
Patologie epatobiliari
Raro: aumento dei livelli di bilirubina e degli enzimi epatici
Molto raro: ittero
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto raro: gravi reazioni cutanee, come Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica ed eritema multiforme; prurito, orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto raro: mialgia, atralgia
Patologie renali e urinarie
Rari: elevati livelli sierici di calcio, alterazioni nella clearance della creatinina
Molto raro: è stato riferito un solo caso di sindrome emolitico-uremica conseguente ad alte dosi di famciclovir in un paziente immunocompromesso.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Raro: affaticamento
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Le esperienze di sovradosaggio con il famciclovir sono limitate. Un caso riferito di sovradosaggio accidentale acuto (10,5 g) è stato asintomatico. In uno studio sull’impiego cronico (10 g/giorno per 2 anni), il famciclovir è risultato essere ben tollerato. In caso di sovradosaggio, è indicato avviare un trattamento di supporto e sintomatico secondo necessità.
Raramente, sono stati riferiti casi di insufficienza renale acuta in pazienti affetti da patologia renale preesistente, nei quali la dose del famciclovir non era stata adeguatamente ridotta secondo il livello di funzionalità renale.
Il penciclovir è dializzabile e le concentrazioni plasmatiche sono ridotte approssimativamente del 75% dopo una emodialisi della durata di 4 ore.
Gruppo farmacoterapeutico: Nucleosidi e nucleotidi, con l'esclusione degli inibitori della trascrittasi inversa
Codice ATC: J05A B09
Il famciclovir è un profarmaco. Dopo assorbimento, il famciclovir viene rapidamente convertito in penciclovir, il quale ha attività dimostrata in vitro contro i virus herpes simplex (HSV) (tipi 1 e 2) e varicella zoster (VZV).
L’effetto antivirale del famciclovir somministrato per via orale è stato dimostrato in svariati modelli animali, compresi diversi studi sui topi infettati da HSV. Questo effetto è dovuto alla conversione in vivo in penciclovir. Il penciclovir ha come bersaglio le cellule infettate dal virus, nelle quali viene rapidamente ed efficacemente convertito nel trifosfato dalla timidina chinasi del virus (TK).
Il penciclovir trifosfato persiste nelle cellule infette per più di 12 ore e qui inibisce la replicazione del DNA virale; ha una emivita di 9, 10 e 20 ore nelle cellule infettate rispettivamente da varicella zoster, herpes simplex di tipo 1 ed herpes simplex di tipo 2. Nelle cellule non infette trattate con il penciclovir, le concentrazioni di penciclovir trifosfato sono appena rilevabili. Di conseguenza, è improbabile che le cellule non infette siano influenzate da concentrazioni terapeutiche di penciclovir.
La forma più comune di resistenza rilevata con aciclovir nei ceppi di HSV è una deficienza nella produzione dell’enzima TK. Ci si aspetta che tali ceppi carenti di TK presentino una resistenza crociata sia al penciclovir che all’aciclovir.
I risultati ottenuti da studi clinici condotti sul penciclovir e sul famciclovir, inclusi quelli nei quali i pazienti sono stati trattati con il famciclovir per un periodo fino a 4 mesi, hanno evidenziato una bassa frequenza complessiva di isolati virali resistenti al penciclovir: lo 0,3% dei 981 isolati totali testati fino a oggi e lo 0,19% dei 529 isolati virali in pazienti immunocompromessi. Gli isolati resistenti sono stati rilevati all’inizio della terapia o in un gruppo sottoposto a trattamento con placebo, senza alcuna resistenza manifestatasi durante o dopo il trattamento con famciclovir o penciclovir.
Come rilevato con tutti gli altri agenti antiretrovirali, è possibile prevedere uno sviluppo della resistenza in alcuni pazienti sottoposti a una terapia a lungo termine. Comunque, la frequenza con cui questo si verifica non è ancora stata stabilita.
Gli effetti del famciclovir sui parametri direttamente correlati al virus, come la sua propagazione e le lesioni cutanee, sono stati dimostrati nel corso delle sperimentazioni cliniche.
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In seguito alla somministrazione orale, il famciclovir viene rapidamente assorbito e ampiamente convertito in penciclovir. La biodisponibilità del penciclovir dopo somministrazione orale di famciclovir è del 77%.
Le concentrazioni plasmatiche di picco del penciclovir, dopo l’assunzione per via orale di dosi di famciclovir da 125 mg, 250 mg e 500mg, sono state rispettivamente di 0,8 mcg /ml, 1,6 mcg /ml e 3,3 mcg /ml, e sono state registrate dopo un tempo medio di 45 minuti dall’assunzione della dose. Nei ratti è stato osservato un lieve passaggio dei metaboliti attraverso la barriera ematoencefalica. La clearance del penciclovir risulta diminuita nei pazienti con funzionalità renale compromessa. La biodisponibilità del penciclovir non è influenzata dalla compromissione epatica, ma il livello medio plasmatico di picco è ridotto. L’ingestione con il cibo determina concentrazioni medie di picco del penciclovir inferiori, senza alcun effetto sulla biodisponibilità.
Le curve di concentrazione plasmatica/tempo del penciclovir sono simili dopo somministrazione singola e ripetuta (2 o 3 volte al giorno). L’emivita di eliminazione terminale nel plasma di penciclovir dopo una somministrazione singola e ripetuta di famciclovir è approssimativamente di 2 ore. Non si verifica accumulo di penciclovir in caso di somministrazioni ripetute di famciclovir. Il penciclovir e il suo 6-desossi precursore sono scarsamente legati alle proteine plasmatiche (<20%).
Il famciclovir viene eliminato principalmente sottoforma di penciclovir e il suo 6-desossi precursore, mediante escrezione nelle urine. Nell’urina non viene rilevato famciclovir immodificato. La secrezione tubulare contribuisce all’eliminazione per via renale.
Caratteristiche nei pazienti
Un’infezione da herpes zoster non complicata non altera in misura significativa i parametri farmacocinetici del penciclovir, quando misurati dopo somministrazione orale di famciclovir.
Carcinogenicità
In studi della durata di 2 anni condotti su femmine di ratto alle quali è stata somministrata la massima dose tollerata (600 mg/kg/giorno), è stata osservata una maggiore incidenza di adenocarcinoma mammario, un tumore comune nel ceppo di ratti utilizzati in questi studi.
Non è stata rilevata alcuna incidenza sulla comparsa di tumori con una dose 3 volte inferiore (200 mg/kg/giorno), che corrisponde a una esposizione 3 volte maggiore a quella degli esseri umani che assumono una dose terapeutica del farmaco (250 mg 2 volte al giorno).
Non è stato rilevato alcun effetto sull’incidenza di neoplasie nei maschi di ratto né nei topi di entrambi i sessi.
Sebbene non sia nota la rilevanza di tali evidenze per gli esseri umani , il margine di sicurezza è molto ristretto. Ne consegue che l’impiego a lungo termine del famciclovir non è raccomandato.
Genotossicità
Il famciclovir non si è rivelato genotossico in una ampia batteria di test condotti in vivo e in vitro.
Il penciclovir, come altre sostanze di questa stessa classe, ha dimostrato di provocare danni cromosomici, ma non ha indotto mutazioni genetiche nei sistemi cellulari batterici e nei sistemi cellulari dei mammiferi; inoltre, non è stato rilevato alcun aumento in vitro nella riparazione del DNA.
Tossicità riproduttiva
Il famciclovir risulta essere ben tollerato negli animali da laboratorio. Come accade con altre sostanze appartenenti a questa classe, sono state rilevate alterazioni degenerative dell’epitelio testicolare.
Negli studi condotti su animali, è stata rilevata una compromissione della fertilità nei ratti maschi ai quali è stata somministrata una dose di 500 mg/kg. Non è stato rilevato alcun effetto significativo sulla fertilità dei ratti femmine ai quali è stato somministrato il famciclovir. Il famciclovir ha dimostrato di non avere effetti significativi sulla conta, sulla morfologia o sulla motilità spermatica nell’uomo.
Parte interna:
Cellulosa microcristallina E460
Silice colloidale anidra E551
Carbossimetilamido sodico (Tipo A)
Idrossipropilcellulosa a bassa sostituzione
Croscarmellosa sodica
Sodio stearil fumarato
Rivestimento:
Titanio diossido E171
Polidestrosio E1200
Ipromellosa E464
Triacetina E1518
Macrogol 8000
Non pertinente.
2 anni.
Conservare il blister nella confezione esterna per proteggerlo dalla luce.
Blister in PVC/PE/Aclar/Alluminio, di colore bianco opaco
Compresse da 250 mg: 21 compresse rivestite con film.
Compresse da 500 mg: 21 compresse rivestite con film.
Nessuna istruzione particolare.
Teva Italia S.r.l. – Via Messina, 38 – 20154 Milano
038106112/M - "250 Mg Compresse Rivestite Con Film" 21 Compresse In Blister Pvc/Pe/Aclar/Al
038106213/M - "500 Mg Compresse Rivestite Con Film" 21 Compresse In Blister Pvc/Pe/Aclar/Al
9 marzo 2009
Febbraio 2009