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FEMIPRES 15 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
FEMIPRES 15 mg compresse rivestite con film
Ogni compressa rivestita con film contiene
Principio attivo : moexipril cloridrato 15 mg
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Compresse rivestite con film
Trattamento dell’ipertensione arteriosa.
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Terapia iniziale:
In pazienti con ipertensione essenziale non complicata non in terapia con un diuretico, la dose iniziale raccomandata è di 7,5 mg 1 volta al giorno.
La dose deve essere modulata in base alla risposta clinica.
La dose di mantenimento è di 7,5 - 15 mg di moexipril cloridrato al giorno, in una singola somministrazione giornaliera.
Alcuni pazienti possono beneficiare di un ulteriore aumento a 30 mg al giorno.
Sono state utilizzate dosi superiori ai 30 mg, ma non sembrano produrre un effetto maggiore.
Se la pressione non è controllata con FEMIPRES da solo, può essere aggiunto un diuretico a basse dosi. È stato dimostrato che idroclorotiazide 12,5 mg ha un effetto additivo. Dopo l’aggiunta del diuretico, potrebbe essere possibile una riduzione della dose di FEMIPRES.
Pazienti trattati con diuretici:
In pazienti ipertesi in terapia con un diuretico, dopo la dose iniziale di FEMIPRES si può verificare occasionalmente ipotensione sintomatica. La terapia con il diuretico deve essere sospesa, se possibile, per 2-3 giorni prima di iniziare la terapia con FEMIPRES, per ridurre la possibilità che si verifichi ipotensione (vedere avvertenze speciali e precauzioni di impiego). La dose deve essere modulata in base alla risposta clinica. Se la pressione non è controllata con FEMIPRES da solo, può essere ripresa la terapia con diuretico come descritto sopra.
Se il diuretico non può essere sospeso, deve essere utilizzata una dose iniziale di 3,75 mg e il paziente deve essere controllato per diverse ore (vedere avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
I pazienti ad alto rischio di ipotensione acuta severa devono essere controllati preferibilmente in ospedale per un periodo di tempo almeno uguale a quello in cui ci si attende il massimo effetto dopo la somministrazione della prima dose e ogniqualvolta il dosaggio dell’ACE inibitore o del diuretico viene aumentato.
Questo si applica anche ai pazienti con angina pectoris o malattia cerebrovascolare, nei quali un’eccessiva ipotensione potrebbe provocare infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare.
In pazienti con ipertensione maligna o insufficienza cardiaca di grado severo l’inizio della terapia e gli aggiustamenti del dosaggio devono essere effettuati in ospedale.
La somministrazione contemporanea di FEMIPRES con integratori di potassio, sostituti del sale contenenti potassio, o diuretici risparmiatori di potassio può portare ad un aumento del potassio sierico (vedere avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).
Il farmaco deve essere sempre assunto all’incirca alla stessa ora del giorno per migliorare la compliance.
Se l’assunzione di una dose di FEMIPRES è dimenticata, il giorno dopo il medicinale deve essere assunto alla dose consueta, salvo diversa prescrizione medica.
Pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa (clearance della creatinina > 40 mL/min), anziani e pazienti con cirrosi epatica :
Sulla base degli studi disponibili con moexipril cloridrato, non è necessario alcun adattamento della dose. Il medico curante deve comunque decidere individualmente se ridurre la dose iniziale a, per esempio, 3,75 mg di moexipril cloridrato.
Pazienti con gravi disturbi della funzionalità renale (clearance della creatinina < 40 mL/min) :
Per pazienti con clearance della creatinina ≤ 40 mL/minuto/1,73 m², deve essere somministrata con cautela una dose iniziale di 3,75 mg una volta al giorno.
Cirrosi epatica:
In pazienti con cirrosi epatica è raccomandata una dose iniziale di 3,75 mg di moexipril.
Anziani:
Alcuni pazienti anziani possono risultare più responsivi a FEMIPRES dei pazienti più giovani. Si raccomanda in tali pazienti la somministrazione di una dose iniziale bassa e il controllo della funzionalità renale all’inizio del trattamento.
Bambini:
Fino a che non saranno disponibili dati di efficacia e sicurezza, gli ACE inibitori non devono essere somministrati ai bambini.
• Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
FEMIPRES non deve essere usato in caso di:
• Anamnesi di edema angioneurotico associato ad una precedente terapia con ACE inibitori
• Edema angioneurotico idiopatico/ereditario
• Stenosi dell’arteria renale (bilaterale o stenosi in presenza di un rene solitario anatomico o funzionale)
• Recente trapianto di rene
• Stenosi aortica o stenosi della valvola mitrale con importanza emodinamica
• Cardiomiopatia ipertrofica
• Aldosteronismo primario
• Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)
Al fine di evitare il rischio di insorgenza di reazioni anafilattiche che possono mettere a rischio la vita del paziente, gli ACE inibitori non devono essere utilizzati:
• Durante la dialisi o emofiltrazione con membrane di poli-(acrilonitrile, sodio-2-metilallilsulfonato) ad alto flusso
• Durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato
• Durante la terapia di desensibilizzazione nei confronti dei veleni degli insetti (es. punture di api o vespe)
A causa della mancanza di sufficiente esperienza terapeutica, FEMIPRES non deve essere utilizzato in:
• Pazienti in dialisi
• Pazienti con epatopatie primarie o compromissione della funzionalità epatica
• Pazienti con insufficienza cardiaca scompensata non trattata
• Bambini
FEMIPRES deve essere utilizzato con cautela in pazienti con:
• Funzionalità renale gravemente compromessa (clearance della creatinina < 40 mL/min)
• Proteinuria clinicamente rilevante (proteinuria > 1g/die)
• Squilibri elettrolitici clinicamente importanti
• Diminuita risposta immunitaria
• Collagenopatie vascolari (es. lupus eritematoso, sclerodermia)
• Concomitante terapia farmacologica immunosoppressiva sistemica (es. corticosteroidi, agenti citostatici, antimetaboliti) e allopurinolo, procainamide o litio
La pressione arteriosa e i rispettivi parametri di laboratorio devono essere attentamente monitorati, in particolare all’inizio della terapia con ACE inibitori, in pazienti con:
• Funzionalità renale compromessa (clearance della creatinina 40-60 mL/min)
• Ipertensione di grado severo, ipertensione renovascolare
• Insufficienza cardiaca
• Deplezione di sali e/o fluidi
• Età superiore ai 65 anni
Gravidanza
La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Ipotensione
FEMIPRES può provocare una profonda caduta della pressione arteriosa, in particolare all’inizio della terapia, con sintomi quali capogiro, sensazione di debolezza e disturbi visivi. Si possono verificare rari casi di sincope.
L’ipotensione sintomatica è rara in pazienti con ipertensione non complicata e si può verificare con maggiore probabilità in pazienti con deplezione di volume e/o sali come risultato di una terapia diuretica prolungata, restrizione di sodio nella dieta, dialisi, diarrea o vomito. La deplezione di volume e/o sali deve essere corretta prima di iniziare la terapia con moexipril cloridrato.
In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, con o senza insufficienza renale, la terapia con ACE inibitori può provocare ipotensione eccessiva, che può essere associata ad oliguria o azotemia e, raramente, a insufficienza renale acuta e decesso. Questi pazienti devono essere seguiti attentamente durante le prime 2 settimane di trattamento, e qualora venga aumentata la dose di moexipril cloridrato.
Queste considerazioni si applicano anche ai pazienti con angina pectoris o vasculopatie cerebrali, nei quali un’eccessiva ipotensione potrebbe provocare infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare.
Nel caso si sviluppi ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, si deve somministrare soluzione fisiologica endovena. La terapia con FEMIPRES può essere solitamente continuata dopo aver ristabilito i valori normali di pressione ematica e volume.
Pazienti trattati con diuretici
Nei pazienti ipertesi in terapia con un diuretico si può occasionalmente verificare ipotensione sintomatica in seguito all’assunzione della dose iniziale di moexipril cloridrato. Per ridurre la probabilità che si verifichi ipotensione, il diuretico deve essere sospeso, se possibile, per due o tre giorni prima di iniziare la terapia con FEMIPRES (vedere anche paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione). Se il diuretico non può essere sospeso, deve essere utilizzata una dose iniziale di 3,75 mg di moexipril cloridrato e i pazienti devono essere monitorati fino alla stabilizzazione della pressione arteriosa.
Pazienti con ipertensione renovascolare
La funzionalità renale deve essere controllata prima di iniziare una terapia con un ACE inibitore. Quando pazienti con ipertensione renovascolare sono trattati con moexipril cloridrato esiste un aumentato rischio di insorgenza di ipotensione grave ed insufficienza renale. Si può verificare perdita della funzionalità renale, soltanto con lievi alterazioni della creatinina sierica. In caso di stenosi dell’arteria renale (stenosi bilaterale o stenosi in presenza di un rene solitario anatomico o funzionale) gli ACE inibitori sono controindicati (vedere anche paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Pazienti con funzionalità renale compromessa
In conseguenza dell’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone, si possono prevedere modificazioni della funzionalità renale in soggetti sensibili. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia severa, la cui funzionalità renale può dipendere dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone, il trattamento con ACE inibitori, incluso FEMIPRES, può essere associato ad oliguria e/o azotemia progressiva e (raramente) a insufficienza renale acuta e/o decesso.
In pazienti ipertesi con stenosi dell’arteria renale in un rene solitario, o stenosi bilaterale dell’arteria renale, si possono verificare incrementi dell’azoto ureico nel sangue e della creatinina sierica. L’esperienza con altri ACE inibitori suggerisce che questi incrementi sono solitamente reversibili in seguito a sospensione della terapia con l’ACE inibitore e/o con il diuretico. In tali pazienti, la funzionalità renale deve essere monitorata durante le prime settimane di terapia.
Alcuni pazienti ipertesi senza apparente patologia renovascolare preesistente hanno sviluppato aumento dei livelli plasmatici di azoto ureico nel sangue e creatinina sierica, generalmente lieve e transitorio, specialmente quando FEMIPRES è stato somministrato insieme ad un diuretico. Questo ha maggior probabilità di verificarsi in pazienti con insufficienza renale preesistente. In questi casi può essere richiesta la riduzione della posologia di FEMIPRES e/o la sospensione del diuretico.
La diagnosi e la valutazione dei pazienti ipertesi deve includere sempre il controllo della funzionalità renale.
Dosaggio raccomandato per pazienti con funzionalità renale moderatamente compromessa (clearance della creatinina 40 - 60 ml/min o creatinina sierica > 1,2 mg/dl e < 1,8 mg/dl): vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione.
Proteinuria:
Si può verificare proteinuria clinicamente rilevante (>1 g/die), in particolare in pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale o che assumono dosi relativamente elevate di moexipril cloridrato.
Edema angioneurotico intestinale
In pazienti trattati con ACE inibitori è stato osservato edema angioneurotico intestinale. Questi pazienti hanno accusato dolore addominale (con o senza nausea e vomito); in alcuni casi non vi era alcuna storia precedente di edema angioneurotico facciale ed i livelli di C1 esterasi erano normali. L’edema angioneurotico è stato diagnosticato con varie procedure tra cui la TAC addominale o ultrasonografia, o in sede di intervento chirurgico ed i sintomi si sono risolti dopo la sospensione della terapia con ACE inibitori. L’edema angioneurotico intestinale dovrebbe essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE inibitori che accusano dolore addominale.
Edema angioneurotico
In pazienti in terapia con ACE inibitori sono stati segnalati edema angioneurotico della faccia, delle estremità, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe, in particolar modo durante le prime settimane di trattamento. Tuttavia, in rari casi si può sviluppare edema angioneurotico grave anche in seguito ad un trattamento a lungo termine con un ACE inibitore. Il trattamento deve essere prontamente interrotto e l’ACE inibitore sostituito con un medicinale appartenente ad un’altra classe di farmaci antiipertensivi.
Se l’edema angioneurotico coinvolge lingua, glottide o laringe, si può verificare ostruzione delle vie aeree, che può essere fatale. La terapia di emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antagonisti dei recettori H1 e H2. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente epinefrina per via endovenosa, con monitoraggio dell’ ECG e della pressione arteriosa.
In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore.
Inoltre, va considerata la possibilità di procedere all’intubazione o alla tracheotomia (vedere anche paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Tosse
Durante la terapia con ACE inibitori si può manifestare una tosse secca e non produttiva, che scompare con l’interruzione della terapia.
Anziani (> 65 anni)
In accordo con i risultati ottenuti con moexipril cloridrato, non è normalmente necessario alcun adattamento della dose. Tuttavia, alcuni pazienti anziani possono risultare più responsivi a FEMIPRES dei pazienti più giovani. Si raccomanda, in tali pazienti, la somministrazione di una bassa dose iniziale e il controllo della funzionalità renale all’inizio del trattamento.
Iperpotassiemia
Negli studi clinici, iperpotassiemia persistente (potassio sierico > 5,4 mEq/l) si è verificata in circa il 2,6% dei pazienti ipertesi trattati con FEMIPRES. Negli studi clinici lo 0,1% dei pazienti (2 pazienti) hanno sospeso la terapia per un elevato valore di potassio sierico. Fattori di rischio per lo sviluppo di iperpotassiemia includono insufficienza renale e/o cardiaca, diabete mellito, e l’uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio, e/o sostituti del sale contenenti potassio, che con moexipril cloridrato devono essere usati con cautela o non usati del tutto.
Chirurgia/Anestesia
In pazienti sottoposti a chirurgia o durante anestesia con agenti che causano ipotensione, moexipril cloridrato blocca la formazione di angiotensina II che si verificherebbe secondariamente al rilascio compensatorio di renina.
L’ipotensione che si manifesta in conseguenza di questo meccanismo può essere corretta con espansione del volume (vedere anche paragrafo 4.8 Effetti indesiderati).
Neutropenia/ agranulocitosi
Altri ACE inibitori hanno causato agranulocitosi e depressione midollare, raramente in pazienti non complicati, più frequentemente in pazienti con insufficienza renale, specialmente se associata a collagenopatie come lupus eritematoso sistemico o sclerodermia.
I dati clinici disponibili non consentono di escludere che moexipril cloridrato possa causare neutropenia/agranulocitosi con una frequenza simile. Nei pazienti con collagenopatie deve essere effettuato un attento monitoraggio della conta dei globuli bianchi, specialmente se la collagenopatia è associata a funzionalità renale compromessa. Sia la neutropenia che l’agranulocitosi sono reversibili in seguito ad interruzione della terapia con ACE inibitori.
Qualora in corso di terapia con ACE inibitori dovessero comparire febbre ed ingrossamento dei linfonodi, si consiglia l’effettuazione del conteggio dei globuli bianchi per escludere la comparsa di leucopenia.
Informazioni importanti su alcuni eccipienti:
Questo medicinale contiene lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio/galattosio non devono assumere questo medicinale.
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Associazioni non raccomandate
Diuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassio
FEMIPRES può attenuare la perdita di potassio indotta dai diuretici.
I diuretici risparmiatori di potassio quali spironolattone, triamterene, amiloride, gli integratori di potassio o i sostituti del sale che contengono potassio possono provocare aumenti significativi del potassio nel siero.
Nel caso in cui l’uso concomitante di tali prodotti fosse ritenuto necessario per il trattamento dell’ipopotassiemia, devono essere usati con cautela e con frequenti controlli del potassio sierico.
Precauzioni d’impiego
Farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS)
Quando ACE inibitori sono somministrati simultaneamente con farmaci anti-infiammatori non steroidei (per es. inibitori selettivi della Cox-2, acido acetil salicilico a partire da 325 mg/die e FANS non selettivi), si può verificare un’attenuazione dell’effetto anti-ipertensivo.
L’uso concomitante di ACE inibitori e FANS può portare ad un aumentato rischio di peggioramento della funzione renale che comprende possibile insufficienza renale acuta ed aumento dei livelli del potassio sierico specialmente in pazienti con pre-esistente compromessa funzione renale. La combinazione deve essere somministrata con cautela specialmente negli anziani. I pazienti devono essere adeguatamente idratati e deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale all’inizio della terapia concomitante.
Diuretici
I pazienti in terapia diuretica, specialmente quelli con deplezione di sodio e/o volume, possono manifestare un’eccessiva riduzione della pressione arteriosa all’inizio della terapia con FEMIPRES.
L’insorgenza di ipotensione può essere prevenuta sospendendo i diuretici, aumentando l’apporto di sale prima della somministrazione e iniziando la terapia con ACE inibitori con dosi più basse.
Ulteriori incrementi del dosaggio dovrebbero essere prescritti con cautela.
Litio
La concomitante somministrazione di moexipril cloridrato e litio può ridurre l’escrezione di quest’ultimo.
I livelli sierici di litio devono essere controllati frequentemente.
Anestetici
FEMIPRES può aumentare gli effetti ipotensivi di alcuni anestetici.
Narcotici/antipsicotici
Si può verificare ipotensione posturale.
Agenti antipertensivi
Potenziamento degli effetti ipotensivi di FEMIPRES.
Allopurinolo, citostatici o agenti immunosoppressori, corticosteroidi sistemici, procainamide
La somministrazione concomitante di FEMIPRES può aumentare il rischio di leucopenia.
Antiacidi
Possono ridurre la biodisponibilità degli ACE inibitori.
Simpaticomimetici
Possono ridurre gli effetti antipertensivi di FEMIPRES; i pazienti devono essere monitorati attentamente per verificare che l’effetto desiderato venga ottenuto.
Sali d’oro
Reazioni nitritoidi (i cui sintomi includono arrossamento del volto, nausea, vomito e ipotensione, che può condurre al collasso) sono state riportate raramente in pazienti in terapia concomitante con sali d’oro per via iniettabile (aurotiomalato di sodio) e ACE inibitori.
Da tenere in considerazione
Antidiabetici (insulina o derivati della sulfanilurea)
Si può verificare potenziamento dell’azione ipoglicemizzante.
Alcool
Potenzia l’effetto ipotensivo di FEMIPRES.
Cibo
Può influire sulla biodisponibilità degli ACE inibitori riducendo il grado di assorbimento, con conseguente riduzione del picco dei livelli plasmatici (Cmax) e della AUC, ma senza alcuna influenza sull’inibizione dell’ACE.
Cloruro di sodio
Attenua l’azione ipotensiva di FEMIPRES.
Gravidanza
L’uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio, morte) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento
Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di moexipril cloridrato durante l’allattamento, moexipril cloridrato non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Come ogni altra terapia antipertensiva, l’assunzione di ACE inibitori può indurre ipotensione con conseguente compromissione della reattività. L’assunzione di alcol può aumentare questo effetto.
Le frequenze degli effetti indesiderati sono definite come:
molto comuni (≥ 1/10), comuni (≥ 1/100, < 1/10), non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100), rari (≥ 1/10.000, < 1/1.000), molto rari, inclusi casi isolati (<1/10.000).
a. Gli effetti indesiderati più comunemente riportati, che si considerano possibilmente o probabilmente correlati con il moexipril cloridrato, e che si verificano in più dell’1% dei pazienti trattati con moexipril cloridrato negli studi clinici controllati, sono cefalea, tosse, capogiro e affaticamento.
b. In generale, i seguenti effetti indesiderati sono stati osservati in associazione con moexipril cloridrato, e sono dettagliati nella tabella seguente:
MedDRA Classificazione per sistemi e organi | Molto comuni (≥ 1/10) | Comuni (≥ 1/100, < 1/10) | Non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100) | Rari (≥ 1/10.000, < 1/1.000) | Molto rari, inclusi casi isolati (< 1/10.000) |
Patologie del sistema emolinfopoietico | | | | anemia, neutropenia, eosinofilia, trombocitopenia (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa o collagenopatie, o in pazienti che ricevono terapie concomitanti con allopurinolo, procainamide o medicinali immunosoppressori) | pancitopenia, agranulocitosi |
*vedere anche paragrafo d 1) |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | | perdita di appetito | | |
Disturbi psichiatrici | | | | confusione, depressione | |
Patologie del sistema nervoso | | cefalea, capogiri, vertigini | accidente cerebrovascolare, attacco ischemico transitorio (TIA) | intorpidimento, parestesia, disturbo dell’equilibrio, sonnolenza, disturbi del sonno, sensazione di formicolio, alterazione o perdita del gusto | |
Patologie dell’occhio | | | | disturbi della vista (es. visione offuscata) | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | | | tinnito | |
Patologie cardiache | | | infarto miocardico, angina pectoris, disordini del ritmo cardiaco, tachicardia, palpitazioni | | |
Patologie vascolari | | | sincope, ipotensione, vampate | | |
*vedere anche paragrafi c 1) , d 2) |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | tosse | | broncospasmo, bronchite, dispnea, sinusite, rinite | |
* vedere anche paragrafi c 2) , d 3) | *l’ostruzione delle vie aeree dovuta ad edema angioneurotico della lingua, della glottide o del laringe può essere fatale: per il trattamento, vedere anche paragrafo c 2) |
Patologie gastrointestinali | | | dolore addominale, indigestione, diarrea, costipazione, vomito, nausea | glossite, secchezza delle fauci | pancreatite, ileo |
* vedere anche paragrafo d 4) |
Patologie epato-biliari | | | | | epatite, ittero colestatico, disturbi della funzionalità epatica, aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica |
* vedere anche paragrafo c 3) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | | reazioni allergiche cutanee, es. esantema | *edema angioneurotico (che coinvolge le labbra, il volto e/o le estremità), orticaria, prurito | pemfigo, eritema multiforme |
* vedere anche paragrafi c 4) , d 5) | * vedere anche paragrafo c 2) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche: raccomandazioni per il trattamento dell’ostruzione delle vie aeree causata da edema angioneurotico |
Patologie renali ed urinarie | | | | insufficienza renale acuta, insufficienza renale, insufficienza renale acuta è stata riportata in pazienti trattati con ACE inibitori incluso moexipril cloridrato (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego), proteinuria | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | | | impotenza | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | | stanchezza | dolore toracico | sensazione di debolezza | |
Esami diagnostici | | | riduzione dell’emoglobina, dell’ ematocrito, della conta leucocitaria e piastrinica (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa) | aumento dei livelli sierici di urea (azoto ureico nel sangue) e della creatinina, iperkalemia, iponatriemia (specialmente in pazienti con funzionalità renale compromessa) | aumento degli enzimi epatici e/o della bilirubina sierica |
* vedere anche paragrafo c5 |
c. Questa sezione contiene informazioni che caratterizzano individualmente le reazioni avverse gravi e/o frequenti, o quelle per cui sono stati riportati casi particolarmente gravi.
In aggiunta, sono descritte le precauzioni da adottare al fine di evitare specifiche reazioni avverse o le modalità di azione in caso di specifiche reazioni avverse:
c1) Patologie vascolari
Ipotensione, sincope e vampate sono reazioni avverse non comuni.
Tali reazioni hanno condotto alla sospensione della terapia in studi clinici controllati in 2 pazienti che avevano ricevuto moexipril cloridrato in monoterapia ed in 1 paziente che aveva ricevuto moexipril cloridrato in combinazione con idroclorotiazide.
L’ipotensione causata dal moexipril cloridrato si manifesta particolarmente in alcuni gruppi a rischio (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego). L’ipotensione sintomatica causata dal moexipril cloridrato può essere associata a capogiri, sensazione di debolezza, sudorazione, disturbi della vista, e raramente con perdita di coscienza (sincope).
Un attento monitoraggio della pressione arteriosa è raccomandato anche in pazienti con ischemia cardiaca, stenosi aortica (vedere anche paragrafo 4.3 Controindicazioni) e patologie cerebrovascolari, in cui un’eccessiva ipotensione può provocare un infarto del miocardio o un accidente cerebrovascolare.
Nel caso si sviluppi eccessiva ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, si devono somministrare fluidi per via endovenosa. La terapia con moexipril cloridrato può essere solitamente continuata dopo aver ristabilito i valori normali di pressione e volume.
c2) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Edema angioneurotico è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso moexipril cloridrato. Se l’edema angioneurotico coinvolge lingua, glottide o laringe, si può verificare ostruzione delle vie aeree, che può essere fatale. La terapia di emergenza deve includere la somministrazione endovenosa di corticosteroidi ed antagonisti dei recettori H1 e H2. Se le condizioni del paziente non migliorano con la suddetta terapia, deve essere somministrata lentamente epinefrina per via endovenosa con monitoraggio dell’ECG.
In caso di edema angioneurotico ereditario dovuto a carenza di C1 inibitore associata a terapia con un ACE inibitore, è necessario somministrare, in aggiunta, il C1 inibitore.
Inoltre, va considerata la possibilità di procedere all’intubazione o alla tracheotomia.
(Vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).
c3) Patologie epato-biliari
In caso di incremento significativo degli enzimi epatici ed in caso di ittero, la terapia con ACE inibitori deve essere interrotta e i pazienti devono essere attentamente monitorati.
c4) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Le alterazioni cutanee causate dagli ACE inibitori possono associarsi a febbre, mialgia, artralgia, vasculite, sierosite ed alterazioni dei parametri di laboratorio (es. eosinofilia, leucocitosi e/o incremento della VES e/o del titolo di Anticorpi AntiNucleo). In caso di reazioni cutanee gravi è necessario consultare un medico e, se necessario, il moexipril cloridrato deve essere sospeso.
c5) Esami diagnostici
In pazienti con diabete mellito conclamato è stato osservato un incremento dei livelli sierici di potassio.
Integratori di potassio e diuretici risparmiatori di potassio devono essere somministrati con cautela ai pazienti in terapia con ACE inibitori, e i livelli sierici di potassio devono essere monitorati frequentemente.
Nota importante: i suddetti valori di laboratorio devono essere monitorati prima e, ad intervalli regolari, durante il trattamento con moexipril cloridrato. Il monitoraggio degli elettroliti sierici, della creatinina sierica e dei parametri ematici è indicato per un breve periodo, in particolare all’inizio del trattamento ed in pazienti ad alto rischio (pazienti con funzionalità renale compromessa, con collagenopatie o pazienti trattati con allopurinolo, procainamide, glucosidi digitalici, corticosteroidi, lassativi o con medicinali immunosoppressori).
d . In questa sezione sono riportate le reazioni avverse di classe degli ACE inibitori, che non sono state ancora osservate in relazione a moexipril cloridrato:
d¹) Patologie del sistema emolinfopoietico
Non è stata stabilita alcuna relazione causale tra la terapia con ACE inibitori e l’emolisi/anemia emolitica, raramente associata a carenza di G-6-PDH, durante il trattamento con ACE inibitori.
d2) Patologie vascolari
Un aumento del vasospasmo nella sindrome di Raynaud è stato osservato molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.
d³) Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Casi molto rari di polmonite eosinofila sono stati riportati con l’uso di altri ACE inibitori
d4) Patologie gastrointestinali
Angioedema intestinale è stato riportato in pazienti trattati con ACE inibitori. Non sono stati ancora riportati casi di angioedema intestinale con moexipril cloridrato (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).
d5) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Alterazioni cutanee psoriasiformi, fotosensibilità, alopecia ed onicolisi, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica sono state riportate molto raramente durante la terapia con ACE inibitori.
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Ad oggi non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.
Sintomi da sovradosaggio sono ipotensione severa, shock, stupore, bradicardia, alterazioni degli elettroliti e insufficienza renale. Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio di moexipril cloridrato. Il trattamento deve essere sintomatico e di supporto.
Dopo l’ingestione di un’overdose i pazienti devono essere tenuti sotto stretta osservazione, preferibilmente in una unità di terapia intensiva. Gli elettroliti sierici e la creatinina sierica devono essere controllati frequentemente.
Le misure terapeutiche variano a seconda della natura e della severità dei sintomi.
In caso di ingestione recente, misure idonee a prevenire l’assorbimento, quali la lavanda gastrica, la somministrazione di adsorbenti e solfato di sodio, e ad accelerare l’eliminazione devono essere messe in atto entro trenta minuti dall’ingestione.
Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina e deve essere immediatamente somministrata soluzione fisiologica salina. Va considerato il trattamento con angiotensina II.
La bradicardia o le eccessive reazioni vagali devono essere trattate con atropina. L’utilizzo di un pace-maker deve essere considerato. Non è ancora noto se il moexiprilat possa essere rimosso dal circolo mediante emodialisi.
Categoria farmacoterapeutica: Antiipertensivi - Bloccanti dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE inibitori). Codice ATC: C09AA13.
Gli effetti benefici degli ACE inibitori nell’ipertensione e nell’insufficienza cardiaca sembrano dipendere principalmente dall’inibizione del sistema renina-angiotensina-aldosterone.
La renina è un enzima sintetizzato dai reni; una volta in circolo converte l’angiotensinogeno in angiotensina I, un decapeptide relativamente inattivo.
L’angiotensina I viene quindi trasformata dall’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), una peptidilpeptidasi, in angiotensina II.
L’angiotensina II è un potente vasocostrittore, responsabile della vasocostrizione arteriosa, dell’aumento della pressione e della stimolazione delle ghiandole surrenali a secernere aldosterone.
L’inibizione dell’ACE risulta in una diminuita concentrazione plasmatica di angiotensina II, con conseguente riduzione dell’attività vasopressoria e della secrezione di aldosterone.
La cessazione del feedback negativo dell’angiotensina II sulla renina provoca un incremento dell’attività reninica plasmatica.
Un’ ulteriore azione dell’ACE è la degradazione della bradichinina, potente peptide vasodepressivo, con riduzione aggiuntiva della pressione arteriosa sistemica, non mediata dalla renina. In pazienti con ipertensione la somministrazione di ACE inibitori provoca una riduzione di uguale entità della pressione arteriosa sia in clino che in ortostatismo, senza aumento compensatorio della frequenza cardiaca.
Le resistenze periferiche si riducono e la gittata cardiaca rimane invariata o aumenta.
Si verifica un aumento del flusso renale, mentre la velocità di filtrazione glomerulare rimane generalmente invariata.
Il raggiungimento di una riduzione ottimale della pressione arteriosa si può verificare in alcuni pazienti solo dopo alcune settimane di terapia.
Gli effetti ipotensivi si mantengono nel lungo periodo.
La sospensione improvvisa della terapia non provoca generalmente un aumento improvviso della pressione.
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Moexipril cloridrato è un profarmaco che viene assorbito rapidamente e trasformato, mediante deesterificazione, nel suo metabolita attivo moexiprilat. I parametri farmacocinetici di moexipril e moexiprilat sono simili dopo somministrazione singola e ripetuta, e sono proporzionali alla dose.
Moexipril cloridrato e moexiprilat sono moderatamente legati alle proteine plasmatiche, in prevalenza albumina. Pertanto è improbabile che la co-somministrazione di altri farmaci interferisca in maniera clinicamente significativa con il legame di moexipril e moexiprilat.
La massima concentrazione plasmatica viene raggiunta un’ora dopo la somministrazione orale ed è dose dipendente. Il picco della concentrazione plasmatica del metabolita attivo viene raggiunto dopo circa 1 ora e mezza. L’emivita di moexipril è di circa 1-2 ore; quella del moexiprilat di circa 8 ore.
Altri metaboliti del moexipril sono costituiti dai derivati dichetopiperazinici di moexipril e moexiprilat. Moexipril e moexiprilat sono eliminati nelle urine, moexiprilat anche nelle feci.
Il profilo farmacocinetico di moexipril e moexiprilat dovrebbe permettere lo stesso dosaggio raccomandato in pazienti con disfunzione renale lieve - moderata (clearance della creatinina > 40 mL/min) ed in pazienti con funzionalità renale normale. In pazienti con disfunzione renale severa si raccomanda la riduzione del dosaggio.
In pazienti con cirrosi epatica la farmacocinetica di moexipril e moexiprilat è risultata significativamente alterata rispetto a soggetti normali; non vi erano evidenti interazioni farmacocinetiche con idroclorotiazide, digossina, cimetidina, warfarina o nifedipina.
Tossicità acuta
I risultati degli studi di tossicità acuta negli animali non fanno sorgere dubbi sulla sicurezza del moexipril cloridrato, così come del suo principale metabolita moexiprilat, nelle condizioni della pratica clinica corrente.
Tossicità subacuta/cronica
Il profilo tossicologico del farmaco emerso dagli studi di tossicità subacuta e cronica, in ratti e cani, con somministrazione orale fino a 12 mesi, è analogo a quello degli altri ACE inibitori ed è riconducibile in gran parte agli effetti di un’intensificazione dell’attività farmacologica. I principali organi bersaglio sono il cuore e i reni.
Effetti collaterali non specifici correlati al farmaco dopo un lungo periodo di somministrazione sono stati riscontrati alla dose di 75 mg/kg, dose che corrisponde a 150 volte la massima dose totale giornaliera raccomandata nell’uomo.
Studi sulla riproduzione
Gli studi in ratti e conigli in tutte le fasi riproduttive non hanno evidenziato effetti diretti sulla fertilità e sulla riproduzione; non sono state rilevate anormalità nei cuccioli F1 o F2.
Per quanto riguarda le precauzioni in donne in età fertile, gravidanza ed allattamento, vedere il paragrafo 4.6.
Mutagenicità
A conclusione di diversi studi di mutagenicità in vitro, e 1 studio in vivo, il potenziale mutageno di moexipril per l’uomo è risultato estremamente basso.
Cancerogenicità
Né studi di tossicità a lungo termine in ratti e cani, né studi di cancerogenicità in topi e ratti (di 78 e 104 settimane rispettivamente) indicano un potenziale cancerogeno di moexipril. Si può pertanto concludere che il rischio cancerogeno per l’uomo è estremamente basso.
Il nucleo della compressa contiene: magnesio ossido leggero, lattosio monoidrato, gelatina, crospovidone, magnesio stearato.
Il rivestimento contiene: ipromellosa, idrossipropilcellulosa, macrogol 6000, magnesio stearato, titanio diossido (E 171), ferro ossido (E 172).
Non pertinente.
5 anni
Nessuna speciale precauzione per la conservazione.
Compresse in blister Al/Al
14 compresse rivestite con film da 15 mg
Nessuna istruzione particolare.
UCB Pharma S.p.A. - Via Gadames, 57 - 20151 Milano
FEMIPRES 15 mg compresse, A.I.C. n. 029214020
Dicembre 1996/Settembre 2006
1 luglio 2010