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Femity, 50 microgrammi/7 microgrammi/24 ore
Cerotto transdermico
Ogni cerotto contiene 1,5 mg di estradiolo emiidrato e 0,525 mg di
levonorgestrel in una superficie di 15 cm2, che rilascia 50 microgrammi di
estradiolo e 7 microgrammi di levonorgestrel nelle 24 ore.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Cerotto transdermico.
Cerotto transdermico a matrice dai bordi arrotondati, flessibile,
trasparente, ottagonale sito su un film protettivo rimovibile di maggiori
dimensioni.
Terapia ormonale sostitutiva (TOS) indicata per i sintomi da carenza di
estrogeni in donne in postmenopausa da più di un anno.
L'esperienza nel trattamento di donne d'età superiore ai 65 anni è limitata.
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Per uso transdermico.
Femity deve essere applicato una volta alla settimana, cioè ogni cerotto deve
essere sostituito ogni 7 giorni. Femity è una terapia ormonale sostitutiva (TOS)
combinata continua, senza un periodo d'interruzione: quando un cerotto viene
rimosso, il successivo viene applicato immediatamente.
Dimenticare di sostituire il cerotto secondo lo schema suggerito può
aumentare la probabilità di emorragie da rottura o spotting.
Nelle donne con amenorrea e che non fanno uso di TOS o in quelle che
provengono da una TOS combinata continua con un'altra specialità, il trattamento
con Femity può essere iniziato in qualsiasi giorno.
Nelle donne che provengono da TOS sequenziali, il trattamento deve iniziare
subito dopo la fine dell'emorragia da sospensione.
Per iniziare e continuare il trattamento dei sintomi postmenopausali deve
essere usata la più bassa dose efficace per la durata più breve (vedi anche
paragrafo 4.4).
Modo di somministrazione
Femity deve essere applicato su cute sana, asciutta, pulita, (non irritata o
con escoriazioni), non trattata con creme, lozioni od altri prodotti oleosi.
Femity deve essere applicato in un'area cutanea senza grosse pieghe, vale a
dire glutei o fianchi e non soggetta a sfregamento da parte dei vestiti (evitare
il punto vita ed anche d'indossare vestiti stretti che potrebbero far staccare
il cerotto transdermico).
Femity non deve essere applicato sul seno o nelle sue immediate vicinanze. E'
consigliabile evitare di applicarlo nello stesso punto due volte di seguito. Tra
due applicazioni nello stesso sito deve intercorrere almeno una settimana.
Dopo aver aperto la busta, una metà del foglio protettivo deve essere
staccata, facendo attenzione a non toccare con le dita la parte adesiva del
cerotto transdermico. Il cerotto deve quindi essere applicato direttamente sulla
pelle. Dopo, l'altra metà del foglio protettivo deve essere staccata ed il
cerotto premuto con forza con il palmo della mano per almeno 30 secondi, in
particolare sui bordi. La pressione ed il calore della mano sono essenziali per
assicurare la massima adesività del cerotto.
E' possibile fare una doccia od un bagno senza rimuovere il cerotto
transdermico. Nel caso in cui quest'ultimo si dovesse staccare prematuramente,
cioè prima del settimo giorno (a causa di intensa attività fisica, eccessiva
sudorazione, anomalo strofinamento degli indumenti), si deve applicare un nuovo
cerotto (per aiutare la compliance si consiglia che la paziente continui, poi, a
cambiare il cerotto nel giorno prefissato).
Una volta applicato, evitare che il cerotto transdermico sia esposto alla
luce diretta del sole.
La rimozione del cerotto transdermico deve essere eseguita lentamente per
evitare d'irritare la pelle. Nel caso in cui un po' di adesivo rimanesse sulla
pelle, questo, di solito, può essere tolto strofinando delicatamente con una
crema od una lozione oleosa.
Dopo la rimozione Femity deve essere piegato in due (con la superficie
adesiva all'interno) ed eliminato utilizzando un normale contenitore domestico
per la raccolta dei rifiuti solidi.
- carcinoma mammario pregresso, sospetto o accertato;
- tumori maligni estrogeno-dipendenti (es. carcinoma endometriale) sospetti
o accertati;
- sanguinamento genitale non diagnosticato;
- iperplasia endometriale non trattata;
- tromboembolismo venoso idiopatico in atto o pregresso (es. trombosi venosa
profonda, embolia polmonare);
- malattia tromboembolica arteriosa in atto o recente (es. angina pectoris,
infarto miocardico);
- epatopatia acuta o pregressa finché gli esami di funzionalità epatica non
siano tornati nella norma;
- ipersensibilità nota ai principi attivi o ad uno qualunque degli
eccipienti;
- porfiria.
Per il trattamento dei sintomi postmenopausali, la TOS deve essere iniziata
solo in presenza di sintomi che influenzino negativamente la qualità della vita.
In tutti i casi deve essere effettuata almeno annualmente un'attenta valutazione
dei rischi e dei benefici e la TOS deve essere protratta solo fino a quando i
benefici superino i rischi.
Esame medico/follow-up
Prima d'iniziare o di riprendere una TOS si deve effettuare una completa
anamnesi medica personale e familiare. Gli esami fisici (inclusi quelli pelvici
e mammari) devono essere condotti tenendo presente l'anamnesi, le
controindicazioni e le avvertenze per l'uso. Durante il trattamento sono
raccomandati controlli clinici periodici di natura e frequenza adeguate al
singolo caso. Le donne devono essere informate su quali mutamenti del seno
devono essere segnalati al proprio medico curante o al personale sanitario (vedi
"cancro al seno" più avanti).
Devono essere eseguite indagini cliniche, inclusa la mammografia, secondo i
protocolli di screening correntemente accettati, modificati in base alle
necessità cliniche del singolo caso.
Condizioni che richiedono uno stretto controllo medico
Nel caso una delle seguenti condizioni sia presente, o sia stata presente in
passato, e/o si sia aggravata durante la gravidanza o un precedente trattamento
ormonale, la paziente deve essere sottoposta a stretto controllo medico. Si deve
tenere presente che queste condizioni possono ripresentarsi od aggravarsi
durante il trattamento con Femity, in particolare:
- leiomioma (fibromi uterini) o endometriosi;
- anamnesi o fattori di rischio per malattie tromboemboliche (vedere di
seguito);
- fattori di rischio per tumori estrogeno-dipendenti (es. ereditarietà di
primo grado per carcinoma mammario);
- ipertensione;
- epatopatie (es. adenoma epatico);
- diabete mellito con o senza coinvolgimento vascolare;
- colelitiasi;
- emicrania o cefalea (grave);
- lupus eritematoso sistemico;
anamnesi d'iperplasia endometriale (vedere di seguito);
- epilessia;
- asma;
- otosclerosi.
Indicazioni per un'immediata sospensione del trattamento.
Il trattamento deve essere immediatamente sospeso nel caso venga evidenziata
l'esistenza di una controindicazione e nei seguenti casi:
- ittero o alterazione della funzionalità epatica;
- aumento significativo della pressione arteriosa;
- nuovo attacco di cefalea tipo emicrania;
- gravidanza.
Iperplasia endometriale.
Il rischio d'iperplasia e di carcinoma endometriale è aumentato in seguito
alla somministrazione di estrogeni da soli per periodi prolungati (vedi
paragrafo 4.8). L'aggiunta di un progestinico per almeno 12 giorni per ciclo
nelle donne non isterectomizzate, riduce di molto questo rischio.
Sanguinamenti da rottura e spotting possono verificarsi durante i primi mesi
di trattamento. Se tali episodi compaiono dopo qualche tempo dall'inizio del
trattamento, o continuano dopo la sua sospensione, ne deve essere ricercata la
causa, anche mediante biopsia endometriale per escludere un tumore maligno
dell'endometrio.
Tumore al seno.
Uno studio randomizzato, controllato vs. placebo, lo studio Women's Health
Initiative (WHI) e studi epidemiologici, compreso il Million Women Study (MWS)
hanno riportato un aumento del rischio di cancro al seno in donne che assumono
estrogeni, combinazioni estroprogestiniche, o tibolone per la TOS per parecchi
anni (vedi paragrafo 4.8). Per tutte le TOS, l'aumento di rischio si evidenzia
entro pochi anni di utilizzo e cresce con la durata dell'assunzione, tornando
però ai livelli iniziali dopo pochi anni (al massimo 5) dall'interruzione del
trattamento.
Nello studio MWS il rischio relativo di cancro al seno con estrogeni
coniugati equini (ECE) o estradiolo (E2) è stato maggiore con l'aggiunta di un
progestinico, sia con schema sequenziale sia continuo, e indipendentemente dal
tipo di progestinico. Tra le diverse vie di somministrazione non vi è stata
evidenza di una differenza di rischio.
Nello studio WHI la preparazione combinata continua estrogeni equini
coniugati e medrossiprogesterone acetato (ECE+MPA) è stata associata con cancro
al seno di dimensioni lievemente maggiori e con più frequenti metastasi
linfonodali locali rispetto al placebo.
La TOS; specialmente il trattamento combinato estroprogestinico, aumenta la
densità delle immagini alla mammografia che può interferire negativamente con
l'individuazione radiologica del cancro al seno.
Tromboembolismo venoso.
La TOS è associata con un maggior rischio relativo di sviluppare
tromboembolismo venoso, cioè trombosi venosa profonda od embolia polmonare. Uno
studio clinico randomizzato controllato ed alcuni studi epidemiologici hanno
evidenziato, in donne sottoposte a TOS, un aumento del rischio di 2-3 volte
rispetto alle donne non utilizzatrici di TOS. In queste ultime si stima che il
numero di casi di tromboembolismo venoso che si verificheranno in un periodo di
5 anni sia di circa 3 per 1000 donne di età compresa tra 50 e 59 anni, e di 8
per 1000 donne di età compresa tra 60 e 69 anni. Si stima che in donne sane che
facciano uso di TOS per 5 anni il numero di casi aggiuntivi di tromboembolismo
venoso su un periodo di 5 anni sia di 2-6 casi (migliore stima = 4) per 1000
donne di età 50-59 anni e 5-15 casi (migliore stima = 9) per 1000 donne di età
60-69 anni. Il verificarsi di tali eventi è più probabile nel primo anno di TOS
che negli anni successivi.
Fattori di rischio di tromboembolismo venoso generalmente riconosciuti
includono: una storia familiare o personale, un'obesità grave (IMC > 30 kg/m2)
ed il lupus eritematoso sistemico (LES). Non c'è consenso sul possibile ruolo
delle vene varicose nel tromboembolismo venoso.
Pazienti con una storia di tromboembolismo venoso, o stati trombofilici
accertati, hanno un maggior rischio di tromboembolismo venoso. La TOS può
aumentare questo rischio. Una storia personale o una storia familiare importante
di tromboembolie o di aborti spontanei ricorrenti deve essere indagata al fine
di escludere una predisposizione alla trombosi. Finché non sia stata effettuata
una valutazione completa dei fattori trombofilici, o iniziato un trattamento
anticoagulante, l'uso di TOS in tali pazienti deve essere considerato come
controindicato. Le donne già in trattamento con anticoagulanti richiedono un
accurata valutazione del rapporto beneficio-rischio della TOS.
Il rischio di tromboembolismo venoso può essere temporaneamente aumentato in
caso di prolungata immobilizzazione, seri traumi o gravi interventi chirurgici.
Come in tutti i pazienti operati, si deve porre una scrupolosa attenzione alle
misure di profilassi per prevenire gli episodi di tromboembolismo venoso
postoperatorio. Quando si prevede un'immobilizzazione prolungata a seguito di
interventi di chirurgia elettiva, particolarmente di chirurgia addominale e di
chirurgia ortopedica degli arti inferiori, si deve considerare la sospensione
temporanea della TOS se possibile 4-6 settimane prima dell'intervento. La TOS
non deve riprendere se non dopo la completa mobilizzazione della donna.
Se si sviluppa una tromboembolia venosa dopo l'inizio della terapia,
l'assunzione del farmaco deve essere sospese. Le pazienti devono essere
avvertite di mettersi in contatto col proprio medico immediatamente in caso di
sintomi potenzialmente dovuti a tromboembolismo venoso (es. gonfiore doloroso ad
una gamba, improvviso dolore toracico, dispnea).
Coronaropatie.
Gli studi randomizzati controllati non evidenziano alcun beneficio
cardiovascolare con l'uso combinato continuo di estrogeni coniugati e
medrossiprogesterone acetato (MPA). Due ampi studi clinici (WHI ed HERS, cioè
Heart and Estrogen/progestin Replacement Study) hanno mostrato un possibile
aumento del rischio di morbidità cardiovascolare nel primo anno di terapia e
complessivamente nessun beneficio. Per altri tipi di TOS vi sono solo dati
limitati da studi randomizzati controllati riguardanti gli effetti su morbidità
e mortalità cardiovascolare. E' pertanto da accertare se questi dati si possano
estendere anche ad altri prodotti per la TOS.
Ictus.
Un ampio studio clinico randomizzato (studio WHI) ha mostrato, come
risultato secondario, un aumentato rischio di ictus ischemico in donne sane
durante trattamento combinato continuo con estrogeni coniugati e MPA. Per le
donne che non usano TOS si stima che il numero di casi di ictus che si
verificheranno in un periodo di 5 anni sia di circa 3 per 1000 donne di età
compresa tra 50 e 59 anni e di 11 per 1000 donne di età compresa tra 60 e 69
anni. Si stima che per donne che usano estrogeni coniugati e MPA per 5 anni, il
numero di casi aggiuntivi sia tra 0 e 3 (migliore stima = 1) per 1000 donne di
50-59 anni, e tra 1 e 9 (migliore stima = 4) per 1000 donne di 60-69 anni. Non
sappiamo se tale aumento di rischio si estenda anche ad altri prodotti per la
TOS.
Carcinoma ovarico.
In alcuni studi epidemiologici una TOS di lunga durata (almeno 5-10 anni)
con soli estrogeni in donne isterectomizzate è risultata associata ad un
aumentato rischio di carcinoma ovarico. Non è certo se una TOS di lunga durata
con prodotti combinati conferisca un rischio diverso da quello presente con
estrogeni da soli.
Altre condizioni.
Gli estrogeni possono causare ritenzione idrica, e pertanto le pazienti con
disfunzione renale o cardiaca devono essere accuratamente monitorate. Le
pazienti con insufficienza renale terminale dovrebbero essere strettamente
controllate poiché ci si attende un aumento delle concentrazioni ematiche dei
principi attivi di Femity.
Donne con preesistente ipertrigliceridemia devono essere seguite
strettamente durante la terapia estrogenica o la TOS poiché in questa condizione
sono stati riportati rari casi di notevoli aumenti dei trigliceridi plasmatici e
conseguente pancreatite a seguito di terapia estrogenica.
Gli estrogeni aumentano i livelli della globulina legante l'ormone tiroideo
(TBG), con conseguente aumento dei livelli di ormone tiroideo totale circolante
misurato come iodio legato a proteina (PBI), i livelli di T4 (metodo su colonna
o RIA) o i livelli di T3 (metodo RIA). L'uptake su resina di T3 è ridotto,
riflettendo l'aumento di TBG. Le concentrazioni di T3 e T4 libere non sono
modificate. Nel siero altre proteine leganti, come la corticoglobulina (CBG) e
la globulina legante gli ormoni sessuali (SHBG), possono essere aumentate e
determinare un aumento rispettivamente dei livelli circolanti di corticosteroidi
e steroidi sessuali. Le concentrazioni degli ormoni liberi o biologicamente
attivi sono immodificate. Altre proteine plasmatiche possono essere aumentate
(substrato angiotensinogeno/renina, alfa 1 antitripsina, ceruloplasmina).
Per quanto riguarda il miglioramento delle funzioni cognitive, non vi è
nessuna evidenza conclusiva. Dallo studio WHI vi è qualche evidenza di un
aumentato rischio di probabile demenza in donne che iniziano la TOS combinata
continua con ECE+MPA dopo i 65 anni. Non si sa se tali riscontri si applichino
anche a donne più giovani in postmenopausa o ad altri preparati per la TOS.
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Il metabolismo di estrogeni e progestinici può essere aumentato dall'uso
concomitante di sostanze note per il loro effetto di induzione degli enzimi che
metabolizzano i farmaci, particolarmente gli enzimi del citocromo P450, come gli
anticonvulsivanti (es. fenobarbital, fenitoina, carbamazepina) e gli
antinfettivi (es. rifampicina, rifabutina, nevirapina, efavirenz).
Il ritonavir e il nelfinavir, sebbene siano noti come forti inibitori,
presentano al contrario proprietà d'induzione quando usati in concomitanza con
ormoni steroidei.
Preparati a base di erbe contenenti l'Hypericum perforatum possono indurre il
metabolismo di estrogeni e progestinici.
Con la somministrazione transdermica, si evita l'effetto di primo passaggio
nel fegato e, di conseguenza, gli estrogeni ed i progestinici, applicati per
tale via, potrebbero essere meno influenzati dagli induttori enzimatici,
rispetto agli ormoni orali.
Clinicamente un aumentato metabolismo di estrogeni e progestinici può
determinare effetti ridotti e variazioni dei cicli mestruali.
Gravidanza
Femity è controindicato in gravidanza. In caso di gravidanza durante
l'utilizzo di Femity, il trattamento deve essere immediatamente interrotto.
Da un punto di vista clinico, i dati su un ampio numero di gravidanze durante
trattamento non indicano effetti avversi del levonorgestrel sul feto.
Ad oggi, i risultati della maggior parte degli studi epidemiologici relativi
all'involontaria esposizione fetale a combinazioni di estrogeni e progestinici,
non indicano alcun effetto teratogeno o fetotossico.
Allattamento
Femity non è indicato durante l'allattamento.
Non sono stati osservati effetti sulla capacità di guidare veicoli o di usare
macchinari.
Nelle sperimentazioni cliniche, durante trattamento con Femity, gli effetti
indesiderati più frequentemente segnalati (> 10%) erano reazioni che si
manifestavano nel sito d'applicazione del cerotto, tensione mammaria ed
emorragie o spotting. Le reazioni nel sito di applicazione erano per lo più
reazioni cutanee di lieve entità e, solitamente, scomparivano nel giro di 2 o 3
giorni dalla rimozione del cerotto. Nella maggioranza dei casi la tensione
mammaria era riferita come lieve o moderata e tendeva a ridursi nel corso del
trattamento.
Altri possibili effetti sistemici indesiderati sono quelli comunemente
osservati con gli estro-progestinici.
Apparati
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Reazioni avverse comuni > 1/100, < 1/10
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Reazioni avverse non comuni > 1/1000, < 1/100
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Reazioni avverse rare > 1/10.000, < 1/1000
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Disturbi generali
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Ritenzione di liquidi/edema, aumento/perdita di peso, stanchezza, crampi alle
gambe
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Disturbi del sistema nervoso
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Cefalea
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Vertigini, emicrania
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Disturbi gastrointestinali
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Dispepsia
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Senso di gonfiore, crampi addominali, nausea
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Colelitiasi, ittero colestatico
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Disturbi cardiovascolari
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Ipertensione
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Disturbi mammari e del sistema riproduttivo
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Mastodinia
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Iperplasia endometriale, modificazioni benigne del tessuto mammario
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Aumento in volume dei fibromi uterini
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Disturbi psichiatrici
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Depressione
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Cancro al seno
In base all'evidenza tratta da un largo numero di studi epidemiologici ed uno
studio randomizzato controllato con placebo, Women's Health Initiative (WHI), il
rischio complessivo di cancro al seno aumenta con l'aumentare della durata della
TOS nelle donne che la stanno utilizzando o l'hanno usata da poco.
Per la TOS con solo estrogeno, le stime del rischio relativo (RR) tratte da
una rianalisi dei dati originali di 51 studi epidemiologici (nei quali più
dell'80% della TOS usata era a base di soli estrogeni) e dallo studio
epidemiologico Million Women Study (MWS) sono simili, cioè 1,35 (IC 95%
1,21-1,49) e 1,30 (IC 95% 1,21-1,40) rispettivamente.
Per la TOS combinata estroprogestinica, parecchi studi epidemiologici hanno
riportato un rischio complessivo di cancro al seno più elevato rispetto a quello
della TOS con soli estrogeni.
Il MWS ha riportato che, in confronto alle donne che non avevano mai
utilizzato la TOS, l'uso della TOS con vari tipi di combinazioni
estroprogestiniche era associato con un più alto rischio di cancro al seno
(RR=2,00, IC 95% 1,88-2,12) rispetto all'uso degli estrogeni da soli (RR= 1,30,
IC 95% 1,21-1,40) o a quello di tibolone (RR=1,45, IC 95% 1,25-1,68).
Lo studio WHI ha riportato per tutte le utilizzatrici un rischio stimato di
1,24 (IC 95% 1,01-1,54) dopo 5,6 anni di una TOS combinata estroprogestinica
(ECE+MPA) in confronto al placebo.
Qui sotto vengono elencati i rischi assoluti calcolati in base ai risultati
di MWS e WHI:
In base all'incidenza media di cancro al seno nota per le nazioni sviluppate,
il MWS ha stimato che:
♦ Circa 32 donne ogni 1000 che non usano TOS avranno una diagnosi di cancro
al seno tra i 50 ed i 64 anni di età.
♦ Ogni 1000 donne che utilizzano o hanno utilizzato di recente TOS, il numero
di casi aggiuntivi durante lo stesso periodo sarà:
per le utilizzatrici di TOS con solo estrogeno:
- tra 0 e 3 (miglior stima = 1,5) per 5 anni d'uso
- tra 3 e 7 (miglior stima = 5) per 10 anni d'uso.
per le utilizzatrici di TOS con combinazioni estroprogestiniche:
- tra 5 e 7 (miglior stima = 6) per 5 anni d'uso
- tra 18 e 20 (miglior stima = 19) per 10 anni d'uso.
In donne tra i 50 ed i 79 anni seguite per 5,6 anni, lo studio WHI ha stimato
che 8 casi aggiuntivi di cancro al seno invasivo ogni 10000 anni donna sarebbero
dovuti alla TOS combinata estroprogestinica (ECE+MPA).
Sulla base dei calcoli effettuati sui dati dello studio, si è stimato che:
♦ Nel gruppo placebo, ogni 1000 donne:
verrebbero diagnosticati circa 16 casi di cancro al seno invasivo in 5 anni.
♦ Nel gruppo di donne che hanno usato TOS combinata estroprogestinica (ECE+MPA),
ogni 1000 donne il numero di casi aggiuntivi sarebbe:
tra 0 e 9 (miglior stima = 4) per 5 anni di uso.
Il numero di casi aggiuntivi di cancro al seno in donne che utilizzano la TOS
è in generale simile per quante iniziano la TOS indipendentemente dall'età di
inizio (tra i 45 ed i 65 anni) (vedi paragrafo 4.4).
Cancro all'endometrio
Nelle donne con utero il rischio di iperplasia endometriale e cancro
endometriale aumenta con il protrarsi dell'utilizzo dei soli estrogeni. Secondo
i dati provenienti da studi epidemiologici nelle donne che non utilizzano TOS la
miglior stima di rischio è di circa 5 casi con diagnosi di cancro endometriale
ogni 1000 donne tra i 50 ed i 65 anni. Secondo la durata del trattamento e la
dose di estrogeno utilizzata tra le donne che usano il solo estrogeno il rischio
di cancro endometriale riportato è da 2 a 12 volte superiore a quello delle non
utilizzatrici di TOS. L'aggiunta di un progestinico all'estrogeno riduce in gran
misura l'aumento del rischio.
Altre reazioni avverse sono state segnalate in relazione al trattamento
estro-progestinico:
- Neoplasie benigne e maligne estrogeno-dipendenti per es. cancro
endometriale.
- Tromboembolismo venoso, cioè trombosi venosa profonda degli arti inferiori
o pelvica ed embolia polmonare, è più frequente fra le utilizzatrici della
terapia ormonale sostitutiva che fra le non utilizzatrici. Per ulteriori
informazioni vedere il paragrafo 4.3 Controindicazioni e 4.4 Avvertenze speciali
e opportune precauzioni d'impiego.
- Infarto miocardico ed ictus.
- Colecistopatie
- Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo: cloasma, eritema
multiforme, eritema nodoso, porpora vascolare.
- Probabile demenza (vedi paragrafo 4.4)
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Con questo metodo di somministrazione il sovradosaggio è improbabile. I segni
di sovradosaggio sono, generalmente, tensione mammaria, gonfiore
pelvico/addominale, ansia, irritabilità, nausea e vomito. Se questi sintomi
dovessero verificarsi, si devono rimuovere i cerotti transdermici.
Categoria farmaco-terapeutica:
Estro-progestinici, associazioni, levonorgestrel ed estrogeno
Codice ATC: G03F A11
Femity contiene una associazione combinata continua estro-progestinica per
uso continuo, che associa estradiolo emiidrato e levonorgestrel.
Estradiolo: la sostanza attiva, 17β-estradiolo sintetico, è chimicamente e
biologicamente identica all'estradiolo endogeno umano. Nelle donne in menopausa
sostituisce la perdita di produzione dell'estrogeno ed allevia i sintomi
menopausali.
Levonorgestrel: Poiché gli estrogeni favoriscono la crescita dell'endometrio,
l'utilizzo dei soli estrogeni aumenta il rischio d'iperplasia endometriale e
cancro. Nelle donne non isterectomizzate, l'aggiunta di levonorgestrel riduce di
molto il rischio d'iperplasia endometriale, indotto dagli estrogeni.
Informazioni sulla sperimentazione clinica
Attenuazione dei sintomi da carenza di estrogeni e caratteristiche del
sanguinamento:
Durante la terapia con Femity, l'attenuazione dei sintomi menopausali è stata
raggiunta nel corso delle prime settimane di trattamento.
Femity è una TOS combinata continua prescritta con l'intento d'evitare la
regolare emorragia da sospensione, associata alla TOS ciclica o sequenziale.
Durante i 10-12 mesi di trattamento è stata riscontrata amenorrea (assenza di
emorragia o spotting) nel 59-68% delle donne. Nello stesso periodo nel 19-16%
delle donne sono comparsi spotting. Durante i primi tre mesi di trattamento sono
comparsi emorragie da rottura e/o spotting nel 28-39% delle donne e la
percentuale è stata del 37% nei 10 -12 mesi di trattamento.
Le donne che sono in menopausa da più lungo tempo e con un endometrio
atrofico, raggiungeranno prima una situazione di amenorrea.
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Con la somministrazione transdermica non c'è alcun effetto di primo passaggio
epatico come osservato con quella orale; l'estradiolo entra in circolo in forma
inalterata ed in quantità fisiologiche. Le concentrazioni terapeutiche di
estradiolo sono paragonabili a quelle osservate nella fase follicolare.
Dopo applicazione continua di Femity, la massima concentrazione di estradiolo
nel plasma (Cmax) raggiunge gli 82 pg/ml e la concentrazione media (Cm) è di
circa 34 pg/ml. Alla fine di un periodo di 7 giorni d'applicazione, la
concentrazione plasmatica minima (Cmin) è 27 pg/ml. Dopo la rimozione del
cerotto transdermico, le concentrazioni d'estradiolo ritornano ai valori basali
entro 12-24 ore.
La massima concentrazione di levonorgestrel nel plasma si raggiunge dopo 3-4
giorni e la Cmax è, approssimativamente, di 113 pg/ml allo steady state. La
concentrazione media di levonorgestrel nel plasma durante un periodo di 7 giorni
è, all'incirca, di 88 pg/ml e quella minima (Cmin) raggiunge i 72 pg/ml.
Dopo assorbimento percutaneo, il levonorgestrel si lega alle proteine
plasmatiche, cioè all'albumina (50%) e alla globulina che lega gli ormoni
sessuali (SHBG) (47,5%).
L'affinità alla SHBG è maggiore rispetto a quella degli altri progestinici
comunemente usati.
Negli animali da esperimento l'estradiolo ha manifestato un'attività
embrioletale già a dosi relativamente basse; sono state osservate malformazioni
del tratto urogenitale e femminilizzazione dei feti maschi. Il levonorgestrel ha
manifestato un effetto embrioletale negli animali da esperimento e, a dosi
elevate, un effetto virilizzante sui feti femmina.
A causa delle notevoli differenze tra le diverse specie animali e tra questi
e l'uomo, i risultati preclinici sono di limitato valore predittivo per il
trattamento estrogeno nell'uomo.
Strato esterno: Foglio di polietilene tereftalato (PET).
Matrice adesiva: Copolimero stirene-isoprene-stirene, esteri gliceridi di
resine completamente idrogenate.
Film protettivo: Foglio di polietilene tereftalato (PET) siliconizzato.
Non pertinente.
2 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Bustina (Carta/PE/alluminio/copolimero di etilene). Scatola con 4 o 12
bustine.
Vedi sezione 4.2 Posologia e modo di somministrazione.
Nessuna istruzione particolare.
THERAMEX S.p.A. - Via E. Schering 21 - 20090 Segrate (MI).
4 bustine AIC n. 036489019/M
14.03.2005