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FENTATIENIL
1 fiala da 5 ml contiene:
Principio attivo: Sufentanil citrato 0,375 mg (pari a mg 0,250 di sufentanil)
1 fiala da 1 ml contiene:
Principio attivo: Sufentanil citrato 0,075 mg (pari a mg 0,05 di sufentanil)
1 fiala da 20 ml contiene:
Principio attivo: Sufentanil citrato 1, 50 mg (pari a mg 1,00 di sufentanil
Soluzione iniettabile per uso endovenoso o epidurale
Induzione e mantenimento dell'anestesia generale. Neuroleptoanalgesia. Analgesia epidurale.
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Il dosaggio di Fentatienil deve essere determinato individualmente sulla base dell’età, del peso corporeo, delle condizioni generali del paziente, del tipo e della durata dell’intervento.
Si deve tener conto della dose iniziale nel determinare dosi supplementari.
SOMMINISTRAZIONE PER VIA ENDOVENOSA
Per evitare bradicardia si raccomanda di somministrare una piccola dose endovena di un anticolinergico appena prima dell’ induzione. Per prevenire nausea e vomito può essere somministrato un farmaco antiemetico.
Uso come adiuvante analgesico
In pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia generale, dosi di Fentatienil di 0,5-5 mcg/Kg procurano analgesia profonda, riducendo la risposta simpatica alla
stimolazione chirurgica e mantenendo stabilità cardiovascolare. La durata dell’ attività è correlata alla dose.Una dose di 0,5 mcg/Kg ha una durata attesa di 50 minuti. Dosi supplementari di 10-25 mcg devono essere adattate alle esigenze di ciascun paziente e al restante tempo previsto di durata dell’ intervento.
Uso come agente anestetico
Quando viene usato in dosi ≥8 mcg/Kg Fentatienil induce sonno e mantiene un livello profondo di analgesia correlato alla dose senza uso di anestetici aggiuntivi. Inoltre, vengono attenuate le risposte simpatiche ed ormonali allo stimolo chirurgico.
Dosi supplementari di 25-50 mcg sono generalmente sufficienti a mantenere stabilità cardiovascolare durante l’ anestesia.
- Uso negli anziani e in speciali gruppi di pazienti
Come con altri oppiacei, la dose deve essere ridotta negli anziani e nei pazienti debilitati.( vedi paragrafo 4.4)
- Uso nei bambini :
La sicurezza e l’ efficacia del Fentatienil somministrato per via endovenosa nei bambini sotto i 2 anni di età sono documentate soltanto in un numero limitato di casi.
Nell’induzione e nel mantenimento dell'anestesia nei bambini da 2 a 12 anni, particolarmente per quanto riguarda la chirurgia cardiovascolare, si consiglia una posologia di 10-25 mcg/Kg con 100% O2. Dosaggi supplementari di 25-50 mcg possono essere richiesti per il mantenimento - dell’anestesia, adattando il dosaggio in funzione della risposta iniziale ed in relazione ad eventuali modificazioni dei parametri funzionali, indicatori di alterata risposta allo stress chirurgico o comunque di superficializzazione dell'anestesia.
SOMMINISTRAZIONE PER VIA EPIDURALE
Prima di iniettare Fentatienil si deve verificare il posizionamento appropriato di un ago o del catetere nello spazio epidurale.
Uso per il controllo post-operatorio del dolore
È previsto che una dose iniziale di 30-50 mcg procuri un adeguato sollievo dal dolore per 4-6 ore. Nel caso in cui si rilevi diminuzione dell’ effetto analgesico, si possono somministrare dosi addizionali di 25 mcg in bolo.
Uso come adiuvante analgesico durante il travaglio ed il parto
L’ aggiunta di 10 mcg di fentatienil alla bupivacaina epidurale (0,125%-0,25%) procura una analgesia di durata più lunga e di qualità migliore. Se necessario, possono essere somministrate altre dosi della associazione senza superare la dose complessiva di 30 mcg di sufentanil in quanto fino a tale dose non influenza la condizione della madre e del neonato.
Il Fentatienil è controindicato nei pazienti con riconosciuta intolleranza ai suoi componenti o ad altri morfinomimetici.
Il sufentanil per uso endovenoso è controindicato nel travaglio di parto o prima della sezione del cordone ombelicale in quanto puo’ provocare depressione respiratoria nel neonato.
Come per altri oppiacei somministrati per via epidurale, il Fentatienil non deve essere somministrato in presenza di: emorragia grave o shock; setticemia; infezione al sito di iniezione; disturbi nel processo di emostasi come trombocitopenia e coagulopatia; oppure in presenza di terapia anticoagulante o di terapia concomitante con altri farmaci oppure in condizioni cliniche che rappresentano una controindicazione alla tecnica della somministrazione epidurale.
Pazienti in trattamento con I-MAO (vedi paragrafo 4.5)
Generalmente controindicato in gravidanza e durante l’ allattamento (vedi paragrafo 4.6).
Per evitare bradicardia si raccomanda di somministrare una piccola dose endovena di un anticolinergico appena prima dell’ induzione. Per prevenire nausea e vomito può essere somministrato un farmaco antiemetico.
Come per tutti gli oppioidi potenti, la depressione respiratoria è dose-dipendente e può essere risolta dagli antagonisti specifici (naloxone); può essere necessario procedere alla somministrazione di dosi ripetute di naloxone, o di altri antagonisti oppiacei, dal momento che la depressione respiratoria può durare più a lungo dell' azione dell' antagonista oppiaceo. Depressione respiratoria marcata si associa a profonda analgesia. Può persistere nel periodo postoperatorio, e può intervenire se il Fentatienil viene somministrato per via endovenosa. Per questi motivi si impone un’ accurata sorveglianza del paziente e si debbono avere sempre a disposizione apparecchiature per rianimazione e farmaci narco-antagonisti. L’ iperventilazione durante la narcosi può alterare la sensibilità del paziente alla CO2 ed influenzare la respirazione dopo l’ intervento.
Si può evitare l’ eventuale insorgenza di rigidità muscolare, che può interessare i muscoli toracici, adottando i seguenti accorgimenti: iniettare lentamente il farmaco in vena (sufficiente in genere per i dosaggi più bassi), premedicazione con benzodiazepine e uso di miorilassanti.
Si possono manifestare movimenti mioclonici non epilettici.
Se il paziente riceve una dose insufficiente di anticolinergico o se il Fentatienil viene associato a miorilassanti non vagolitici, possono insorgere bradicardia e asistolia. La bradicardia può essere trattata con atropina.
Gli oppiacei possono indurre ipotensione arteriosa, specialmente in pazienti ipovolemici; per questo motivo si debbono adottare accorgimenti adeguati per mantenere una pressione arteriosa stabile.
La somministrazione rapida in bolo di oppiacei va evitata in pazienti con condizioni endocraniche compromesse; in tali pazienti la diminuzione transitoria nella pressione arteriosa media viene occasionalmente accompagnata da una riduzione di breve durata della pressione di perfusione cerebrale.
I pazienti in terapia cronica con oppiacei o con storia di narcodipendenza possono richiedere dosaggi più elevati.
Il dosaggio di Fentatienil va ridotto nei pazienti debilitati e negli anziani. Gli oppiacei debbono essere usati con cautela nei pazienti con: ipotiroidismo non trattato, malattie polmonari, ridotta capacità respiratoria, etilismo, alterata funzionalità epatica o renale. Tali pazienti richiedono anche un prolungato monitoraggio postoperatorio.
Con la somministrazione epidurale, si deve procedere con cautela in presenza di depressione respiratoria o di funzione respiratoria compromessa ed in presenza di sofferenza fetale. Il paziente deve essere attentamente monitorato per almeno un’ ora dopo ciascuna dose, poiché la depressione respiratoria può intervenire in tempi brevi.
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
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Il metabolismo dei farmaci oppioidi può essere inibito dagli I-MAO.
In funzione di ciò gli effetti del sufentanil, inclusa la depressione respiratoria, possono risultare più marcati e prolungati. La somministrazione di I-MAO dovrebbe pertanto essere sospesa circa 2 settimane prima dell'impiego del sufentanil.
Farmaci deprimenti il SNC quali: barbiturici, benzodiazepine, derivati fenotiazinici, anestetici gassosi alogenati nonché l'alcool, possono aumentare l’effetto deprimente degli oppioidi sul centro del respiro.
Nel caso in cui i pazienti abbiano assunto questi farmaci, la dose di Fentatienil dovrà essere minore di quella utilizzata abitualmente. Nello stesso modo, in seguito alla somministrazione di Fentatienil, dovrà essere ridotto il dosaggio degli altri farmaci deprimenti il SNC, eventualmente in uso.
Sebbene il sufentanil sia metabolizzato soprattutto a carico del citocromo umano P450 3A4, non e’ stata osservata alcuna inibizione in-vivo da parte dell’ eritromicina, un noto inibitore del citocromo. Anche se mancano dati clinici, i dati in-vitro suggeriscono che altri potenti inibitori del citocromo P450 3A4 (ad es. chetoconazolo, itraconazolo, ritonavir) possono inibire il metabolismo del sufentanil, con conseguente aumento del rischio di depressione respiratoria prolungata o ritardata.
L’ uso concomitante di tali farmaci richiede quindi speciali cure e osservazioni del paziente; in particolare, potrebbe essere necessario diminuire la dose di Fentatienil.
Sebbene gli studi sull'animale non abbiano evidenziato alcun effetto teratogeno diretto, la sicurezza di sufentanil per via endovenosa nella donna gravida non é stata fino ad oggi sufficientemente documentata.
Come per altri farmaci i rischi devono essere valutati rispetto ai potenziali benefici per il paziente. Studi clinici controllati, effettuati durante il travaglio del parto, hanno dimostrato che il Fentatienil associato alla bupivacaina epidurale in dosi complessive fino a 30 mcg non ha effetti nocivi sulla madre o sul neonato, tuttavia l’ uso per via endovenosa è controindicato durante il travaglio del parto. Dovrà comunque essere sempre disponibile un antidoto per il neonato. Non è noto se questo farmaco sia escreto nel latte materno. Deve essere usata cautela quando il sufentanil viene somministrato a donne in allattamento.
Dopo somministrazione di sufentanil si richiede un opportuno intervallo di tempo prima di mettersi alla guida dell’ auto e di usare macchinari complessi. Pur nell'ambito di una marcata variabilità individuale, riferita ai tempi di recupero, si consiglia mediamente un intervallo di 3-6 ore per dosaggi di 1-3 ml e di 12-24 ore per dosaggi superiori o infusione continua.
Gli effetti secondari riscontrati con maggior frequenza riguardano: depressione respiratoria, apnea, rigidità muscolare (che può coinvolgere anche i muscoli toracici), movimenti mioclonici, bradicardia, ipotensione transitoria, nausea, vomito, vertigine, ritenzione urinaria e stato euforico. Va rilevato che l’incidenza di nausea e vomito viene sensibilmente ridotta da un'adeguata analgesia pre- e post-operatoria.
Alcuni degli effetti secondari citati possono inoltre venire corretti mediante un'adeguata applicazione delle tecniche anestesiologiche routinarie (respirazione assistita, cateterismo ecc.).
Altri effetti indesiderati riscontrati con minore frequenza sono:
laringospasmo e/o broncospasmo
reazioni allergiche, asistolia; ma dal momento che durante l’ anestesia vengono somministrati contemporaneamente più farmaci, non è certo se ci sia una relazione causale con il farmaco.
Vedi inoltre il paragrafo “Speciali avvertenze e precauzioni per l’ uso”.
Nell’ impiego epidurale possono manifestarsi prurito e sedazione.
L’ incidenza e la gravità di depressione respiratoria precoce con la somministrazione epidurale può essere minore se viene aggiunta epinefrina.
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Sintomi
Un sovradosaggio di Fentatienil si manifesta come estensione delle sue azioni farmacologiche. Secondo la sensibilità individuale, il quadro clinico è caratterizzato in primo luogo dal grado di depressione respiratoria, che varia dalla bradipnea alla apnea.
Trattamento
In caso di sovradosaggio, la somministrazione endovenosa di un antagonista oppioide quale il naloxone rappresenta un antidoto specifico per contrastare la depressione respiratoria.
La durata della depressione respiratoria in seguito a sovradosaggio con FENTATIENIL potrebbe essere superiore alla durata d'azione dell'antagonista oppioide, possono quindi essere richieste dosi aggiuntive di antagonista. La somministrazione di quest'ultimo non esclude inoltre l'impiego di altre contromisure, quali l'immediata intubazione del paziente, la somministrazione di O2 e la ventilazione assistita o controllata come, per esempio, nei casi di ipoventilazione o di apnea. Se la depressione respiratoria e’ associata a rigidità muscolare si suggerisce la somministrazione di un bloccante neuromuscolare al fine di facilitare la ventilazione controllata o assistita. Il paziente deve essere controllato attentamente. Devono essere mantenuti la temperatura corporea ed una adeguata introduzione di liquidi. Se l’ ipotensione è severa o persiste, deve essere considerata la possibilità di una ipovolemia che, se presente, deve essere controllata con una adeguata somministrazione parenterale di liquidi.
Il sufentanil è un analgesico oppiaceo molto potente (7-10 volte più potente del fentanil nell’ uomo) con un notevole margine di sicurezza (DL50 /DE50 per il più basso livello di analgesia) nei ratti; con un valore di 25.211 questo rapporto è più elevato di quello del fentanyl (277) e della morfina (69,5).
L “onset” per via endovenosa è molto rapido. Rapido è anche il risveglio a causa dell’ accumulo limitato e della rapida eliminazione dai tessuti di deposito. L’ entità dell’ analgesia è dose-dipendente e può essere opportunamente adeguata all’ intensità del dolore durante l’ intervento chirurgico.
Come altri analgesici oppiacei il sufentanil può causare rigidità muscolare, euforia, miosi e bradicardia in funzione della dose e della velocità di somministrazione.
In opportuni test non è stato messo in evidenza alcun rilascio di istamina dopo somministrazione di sufentanil.
Tutte le azioni farmacologiche del sufentanil possono regredire con l’ impiego di un antagonista specifico, come il naloxone.
Con l’ uso epidurale, Fentatienil produce analgesia spinale di inizio rapido (5-10 minuti) e durata media (generalmente 4-6 ore).
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Con dosi da 250 a 1500 mg di sufentanil per via endovenosa è stato trovato quanto segue:
emi-vite di distribuzione sequenziale di 2.3-4.5 min e 35-73 min, emi-vita media di eliminazione terminale di 784 min (656-938), volume di distribuzione del compartimento centrale di 14.2 L, volume di distribuzione allo stato stazionario di 344 L e clearance di 917 ml/min. A causa dei limiti di titolazione, l’ emi-vita di eliminazione con la dose di 250 mcg è più breve (240 min) di quella con 1500 mcg. Le emi-vite di distribuzione, ma non quella terminale (compresa tra 4.1 h dopo 250 mcg e 10-16 h dopo 500-1500 mcg), determinano il declino delle concentrazioni plasmatiche di sufentanil dai livelli terapeutici a quelli di risveglio. La farmacocinetica del sufentanil ha un comportamento lineare entro i dosaggi studiati.
Il fegato e l’ intestino tenue sono i siti più importanti di biotrasformazione. Circa l’ 80% della dose somministrata viene escreta entro 24 ore e solo il 2% della dose viene eliminata come farmaco immodificato. Il legame del sufentanil alle proteine plasmatiche è di circa il 92.5%.
Con l’ impiego epidurale i picchi delle concentrazioni plasmatiche vengono raggiunti entro 10 minuti e sono da 4 a 6 volte più bassi di quelli che si raggiungono dopo somministrazione endovenosa. L’ aggiunta di epinefrina (50-75 mcg) riduce inoltre il rapido assorbimento iniziale del 25-50%.
Tossicità acuta. La DL50 del sufentanil per via endovenosa è compresa tra 9,34 mg/Kg nel ratto femmina e 19,5 mg/Kg nel cane dello stesso sesso. Gli effetti osservati a dosi sub-letali sono risultati analoghi a quelli descritti per gli analgesici oppioidi, mentre gli effetti letali erano causati da depressione del centro respiratorio.
Tossicità ripetuta. Sono stati condotti due studi subcronici della durata di un mese nel ratto e nel cane. Le dosi somministrate per via endovenosa erano comprese tra 0,31 e 5 mg/Kg/die nel ratto e tra 0,02 e 1,25 mg/Kg/die nel cane. Sia nel ratto che nel cane il trattamento ha indotto effetti avversi di tipo farmacodinamico correlati al dosaggio e nel cane non sono stati osservati casi letali. Inoltre non sono state osservate alterazioni istopatologiche imputabili al trattamento.
Tossicità riproduttiva. Dosaggi compresi tra 0,005 e 0,08 mg/Kg/die per via endovenosa non hanno indotto effetti avversi sulla fertilità e sullo sviluppo embriofetale e neonatale nel ratto e sullo sviluppo embriofetale nel coniglio, benchè alle dosi maggiori siano stati osservati effetti tossici di tipo farmacodinamico e talvolta letali sulle madri.
Mutagenicità. I test di mutagenesi in vitro (nelle cellule batteriche, nelle cellule V-79 di criceto cinese e negli epatociti di ratto) come pure il test di mutagenesi in vivo (del micronucleo nel ratto) non hanno evidenziato effetti mutageni.
Tollerabilità locale. L’ iniezione di sufentanil per via intra-arteriosa nell’ arteria femorale di coniglio o per via intratecale nel gatto non ha indotto fenomeni irritativi locali.
Attività emolitica. Concentrazioni fino a 500 ng/ml non hanno causato fenomeni di emolisi in vitro.
Ogni fiala da 5ml contiene: sodio cloruro 45 mg; acqua per preparazioni iniettabili q. b. a 5 ml
Ogni fiala da 1 ml contiene: sodio cloruro 9 mg; acqua per preparazioni inettabili q.b. a 1 ml;
Ogni fiala da 20 ml contiene: sodio cloruro 180,00 mg; acqua per preparazioni iniettabili q.b. a 20 ml
La soluzione iniettabile non deve essere miscelata con altri prodotti. Se necessario, fentatienil può essere aggiunto a soluzioni di cloruro di sodio o glucosate per uso endovenoso. Tali soluzioni sono compatibili con i deflussori in plastica e devono essere utilizzate entro 24 ore dalla preparazione.
36 mesi
Conservare le fiale nella confezione esterna.
fiale di vetro ambrato da 1, 5 o 20 ml (0,05 mg/ml)
Nessuna.
A.C.R.Angelini Francesco ACRAF S.p.A. - Viale Amelia, 70 00181 ROMA
OFFICINA DI PRODUZIONE:
JANSSEN PHARMACEUTICA N.V. 30 Turnhoutseweg – Beerse (Belgio)
ACRAF S.p.A. Via Vecchia del Pinocchio 22 – 60131 ANCONA
5 fiale 5 ml: AIC 028347019
5 fiale 1 ml: AIC 028347021
5 fiale 20 ml: AIC 028347045
Prima autorizzazione: 29.10.1999
Rinnovo autorizzazione: 29.10.2004
27 Giugno 2005