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FIRMAGON 80 MG
Ogni flaconcino contiene 80 mg di degarelix (in forma di acetato). Dopo ricostituzione, ogni ml di soluzione contiene 20 mg di degarelix.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere e solvente per soluzione iniettabile (polvere per iniezione e solvente).
Polvere: polvere da bianca a biancastra.
Solvente: soluzione limpida, incolore.
FIRMAGON è un antagonista dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) indicato per il trattamento di pazienti maschi adulti con tumore della prostata ormono-dipendente in stadio avanzato.
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Posologia
Dose iniziale | Dose di mantenimento-somministrazione mensile |
240 mg somministrati in due iniezioni sottocutanee di 120 mg ciascuna | 80 mg somministrati in unica iniezione sottocutanea |
La prima dose di mantenimento deve essere somministrata un mese dopo la dose iniziale.
L’effetto terapeutico di degarelix deve essere monitorato per mezzo di parametri clinici e dei livelli sierici dell’antigene prostatico specifico (PSA). Gli studi clinici hanno mostrato che la soppressione dei livelli di testosterone (T) avviene immediatamente dopo la somministrazione della dose iniziale, con livelli plasmatici di testosterone corrispondenti a quelli di una castrazione medica (T ≤ 0,5 ng/ml) nel 96% dei pazienti dopo 3 giorni e nel 100% dei pazienti dopo un mese. Il trattamento a lungo termine fino ad un anno con la dose di mantenimento ha mostrato nel 97% dei pazienti un livello di soppressione del testosterone (T ≤ 0,5 ng/ml) sostenuto nel tempo.
In caso di pazienti con risposta sub-ottimale, deve essere confermato che i livelli sierici di testosterone restino soppressi in modo sufficiente.
Poichè degarelix non induce innalzamenti di testosterone, non è necessario associare un antiandrogeno quale protezione verso l’innalzamento all’inizio della terapia.
Modo di somministrazione
FIRMAGON deve essere ricostituito prima della somministrazione. Vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni sulla ricostituzione e la somministrazione.
Solo per uso sottocutaneo, non somministrare per via endovenosa.
La somministrazione per via intramuscolare non è raccomandata perchè non è stata studiata.
FIRMAGON si somministra per iniezione sottocutanea nella zona addominale. Come per altri farmaci somministrati per iniezione sottocutanea, il sito di iniezione deve essere cambiato periodicamente. Le iniezioni devono essere effettuate in aree non sottoposte a pressione, ad esempio lontano da cinture o elastici e non vicino alle coste.
Popolazioni particolari
Pazienti anziani, con insuffienza epatica o renale:
Non è necessario modificare il dosaggio in pazienti anziani o con insufficienza epatica o renale lieve o moderata (vedere paragrafo 5.2). Non sono stati studiati pazienti con insufficienza epatica o renale grave e perciò si raccomanda cautela nel loro trattamento (vedere paragrafo 4.4).
Non ci sono indicazioni per l’uso di FIRMAGON in donne, bambini e adolescenti.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
I dati disponibili di efficacia clinica e di sicurezza sull’esperienza con degarelix sono limitati ad un anno di trattamento.
Effetti sull’intervallo QT/QTc
La terapia di deprivazione androgenica a lungo termine può prolungare l’intervallo QT. Nello studio di conferma che ha messo a confronto FIRMAGON con leuprorelina sono stati effettuati ECG periodici (mensili) di controllo; con entrambe le terapie è stato osservato un intervallo QT/QTc superiore a 450 msec in circa il 20% dei pazienti e superiori a 500 msec nell’1% e 2% rispettivamente dei pazienti del gruppo degarelix e leuprorelina (vedere paragrafo 5.1).
FIRMAGON non è stato studiato in pazienti con anamnesi di intervallo QT corretto al di sopra di 450 msec, in pazienti con anamnesi positiva o fattori di rischio per torsione di punta e in pazienti in terapia concomitante con farmaci che possono prolungare l’intervallo QT. Pertanto, in tali pazienti deve essere attentamente valutato il rapporto rischi/beneficio del trattamento con FIRMAGON (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
Insufficienza epatica
Pazienti con problemi epatici noti o sospetti non sono stati inclusi negli studi clinici a lungo termine con degarelix. Sono stati osservati aumenti moderati, transitori di ALT e AST, non accompagnati da aumenti di bilirubina o da sintomi clinici. Si raccomanda il monitoraggio della funzionalità epatica nei pazienti con disordini epatici noti o sospetti durante il trattamento. La farmacocinetica di degarelix è stata studiata dopo somministrazione singola endovenosa in soggetti con insufficienza epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 5.2).
Insufficienza renale
Degarelix non è stato studiato in pazienti con insuffienza renale grave, perciò in tali pazienti si raccomanda cautela.
Ipersensibilità
Degarelix non è stato studiato in pazienti con anamnesi di asma grave non trattata, reazioni anafilattiche o orticaria grave o angioedema.
Variazioni della densità ossea
Nella letteratura medica sono stati riportati casi di diminuzione della densità ossea in uomini sottoposti a orchiectomia o trattati con GnRH agonisti. Si può supporre che lunghi periodi di soppressione dei livelli di testosterone nell’uomo possano avere effetti sulla densità ossea. La densità ossea non è stata misurata in corso di trattamento con degarelix.
Tolleranza al glucosio
Una riduzione della tolleranza al glucosio è stata osservata in uomini sottoposti a orchiectomia o trattati con GnRH agonisti. Può essere osservato lo sviluppo o l’aggravamento di diabete, pertanto i pazienti diabetici devono essere sottoposti a più frequente monitoraggio dei livelli ematici di glucosio quando siano sottoposti a terapia di deprivazione androgenica. L’effetto di degarelix sui livelli di insulina e glucosio non è stato studiato.
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Non sono stati condotti studi formali di interazione tra farmaci.
Dato che il trattamento di deprivazione androgenica può prolungare l’intervallo QTc, deve essere attentamente valutato l’uso contemporaneo di degarelix con farmaci noti per prolungare l’intervallo QTc o capaci di indurre torsione di punta, ad esempio farmaci antiaritmici di classe I (es. chinidina, disopiramide) o di classe III (es. amiodarone, sotalolo, dofetilide, ibutilide), metadone, cisapride, moxifloxacina, antipsicotici, ecc. (vedere paragrafo 4.4).
Degarelix non è un substrato del sistema CYP450 umano e non ha mostrato alcuna induzione o inibizione in vitro di CYP1A2, CYP2C8, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, CYP2E1, o CYP3A4/5. Perciò sono improbabili interazioni farmacocinetiche clinicamente significative tra farmaci legate ai citati isoenzimi.
Non ci sono indicazioni per l’uso di FIRMAGON nelle donne.
Non sono stati condotti studi sull’effetto di degarelix sulla capacità di guidare o utilizzare macchinari. Tuttavia, fatica e senso di barcollamento sono effetti indesiderati comuni che possono influenzare la capacità di guidare o di usare macchinari.
Gli effetti indesiderati più comunemente osservati durante il trattamento con degarelix in studi di conferma di fase III (N=409) sono dovuti agli effetti fisiologici attesi della soppressione di testosterone, e comprendono vampate e aumento di peso (osservati nel 25% e nel 7%, rispettivamente, dei pazienti trattati per un anno), o eventi avversi al sito di iniezione. E’ stata riportata la comparsa transitoria di brividi, febbre o sintomi simil-influenzali (rispettivamente nel 3%, 2% e 1% dei pazienti) qualche ora dopo la somministrazione.
Le reazioni al sito di iniezione riportate sono state soprattutto dolore ed eritema, riportati nel 28% e 17% dei pazienti, rispettivamente, sono stati riportati con minore frequenza gonfiore (6%), indurimento (4%) e formazione di noduli (3%). Questi eventi si sono verificati soprattutto con la dose iniziale mentre durante la terapia di mantenimento alla dose di 80 mg l’incidenza di questi eventi ogni 100 iniezioni è stata: 3 per dolore e <1 per eritema, gonfiore, noduli e indurimento. Gli eventi avversi riportati sono stati per la maggior parte transitori, di intensità da lieve a moderata e hanno portato a pochi casi di interruzione (< 1%).
La frequenza degli effetti indesiderati sotto riportati è definita secondo le convenzioni seguenti:
Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 e <1/10); non comune (≥1/1.000 e <1/100). Per ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono presentati in ordine discendente di gravità.
Tabella 1: Frequenza delle reazioni avverse riportate in 1259 pazienti trattati per un totale di 1781 pazienti in un anno (studi di fase II e III).
Sistemi e organi secondo MedDRA (SOC) | Molto comuni | Comuni | Non comuni |
Disordini del sistema ematico e linfatico | | Anemia* | |
Disordini del sistema immunitario | | | Ipersensibilità |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | Aumento di peso* | Iperglicemia/Diabete mellito, aumento del colesterolo, diminuzione di peso, diminuzione dell’appetito, variazioni del calcio ematico |
Disturbi psichiatrici | | Insonnia | Depressione, diminuzione della libido* |
Disordini del Sistema Nervoso | | Capogiri, cefalea | Alterazioni psichiche, ipoestesia |
Disordini dell’occhio | | | Visione offuscata |
Disturbi cardiaci | | | Aritmia cardiaca (compresa fibrillazione atriale), palpitazioni, prolungamento dell’intervallo QT* (vedere paragrafi 4.4 e 4.5) |
Disordini vascolari | Vampate* | | Ipertensione, reazioni vasovagali (compresa ipotensione) |
Disordini dell’apparato respiratorio e del mediastino | | | Dispnea |
Disordini gastrointestinali | | Diarrea, nausea | Costipazione, vomito, dolore addominale, disturbi addominali, secchezza della bocca |
Disordini epatobiliari | | Aumento delle transaminasi epatiche | Aumento della bilirubina, aumento della fosfatasi alcalina |
Disordini della cute e del tessuto sottocutaneo | | Iperidrosi (compresa sudorazione notturna)*, eruzione cutanea | Orticaria, noduli cutanei, alopecia, prurito, eritema |
Disordini muscoloscheletrici, del tessuto connettivo e delle ossa | | Dolore e disturbi muscoloscheletrici | Osteoporosi/osteopenia, artralgia, debolezza muscolare, spasmi muscolari, edema/rigidità articolare |
Disordini renali e urinari | | | Pollachiuria, urgenza minzionale, disuria, nicturia, insufficienza renale, incontinenza |
Disordini dell’apparato riproduttivo e della mammella | | Ginecomastia*, atrofia testicolare*, disfunzione erettile* | Dolore testicolare, dolore al seno, dolore pelvico, irritazione genitale, insufficienza eiaculatoria |
Disordini generali e al sito di somministrazione | Eventi avversi al sito di iniezione | Brividi, febbre, fatica*, sindrome simil-influenzale | Malessere, edema periferico |
*Conseguenza fisiologica nota della soppressione di testosterone
Gli eventi che seguono sono stati riportati come correlati al farmaco in singoli pazienti: neutropenia febbrile, infarto miocardico e insufficienza cardiaca congestizia.
Variazioni dei parametri di laboratorio
Le variazioni dei parametri di laboratorio osservate durante un anno di trattamento nello studio di conferma di fase III (N=409) sono risultate nello stesso intervallo sia nel gruppo trattato con degarelix che in quello trattato con GnRH-agonista (leuprorelina) quale farmaco di confronto. Valori marcatamente anormali (> 3*LSN) delle transaminasi epatiche (ALT, AST e GGT) sono stati osservati nel 2-6% dei pazienti con valori normali all’inizio del trattamento dopo terapia con entrambi i farmaci. Nei pazienti con valori normali prima del trattamento, sono state osservate diminuzioni marcate dei valori ematologici, ematocrito (≤ 0,37) ed emoglobina (≤ 115 g/l), rispettivamente nel 40% e 13-15% dopo trattamento con entrambi i farmaci. Non è noto in quale misura tale diminuzione dei valori ematologici sia attribuibile alla patologia sottostante oppure sia conseguenza della terapia da deprivazione androgenica. Valori marcatamente anormali di potassio (≥ 5,8 mmol/l), creatinina (≥ 177 mcmol/l) e BUN (≥ 10,7 mmol/l) in pazienti con valori normali prima del trattamento, sono stati osservati rispettivamente nel 6%, 2% e 15% dei pazienti trattati con degarelix e nel 3%, 2% e 14% dei pazienti trattati con leuprorelina.
Variazioni nei valori ECG
Le variazioni delle misurazioni ECG osservate durante un anno di trattamento nello studio di conferma di fase III (N=409) sono risultate nello stesso intervallo sia nel gruppo trattato con degarelix che in quello trattato con GnRH-agonista (leuprorelina) quale farmaco di confronto. Tre pazienti (< 1%) su 409 nel gruppo degarelix e 4 (2%) su 201 nel gruppo leuprorelina 7,5 mg, hanno avuto un QTcF ≥ 500 msec. Dai valori basali alla fine dello studio le variazioni medie del QTcF sono state di 12,0 msec nel gruppo degarelix e di 16,7 msec nel gruppo leuprorelina.
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Non ci sono esperienze cliniche sugli effetti di un sovradosaggio acuto di degarelix. In caso di sovradosaggio il paziente deve essere attentamente monitorato e, se considerato necessario, deve essere somministrata una terapia di supporto.
Gruppo farmacoterapeutico: Altri antagonisti ormonali e sostanze correlate; codice ATC: L02BX02
Degarelix è un antagonista selettivo dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che si lega in modo competitivo e reversibile ai recettori ipofisari per il GnRH, riducendo così rapidamente il rilascio delle gonadotropine, ormone luteinizzante (LH) e ormone follicolostimolante (FSH), con conseguente riduzione della secrezione di testosterone (T) da parte dei testicoli. E’ noto che il carcinoma prostatico è sensibile e risponde a trattamenti che rimuovono la fonte di androgeni. A differenza degli agonisti del GnRH, gli antagonisti del GnRH non inducono un incremento di LH con conseguente picco di testosterone/stimolazione del tumore e potenziale riacutizzazione sintomatica dopo l’inizio del trattamento.
Una dose singola di 240 mg di degarelix, seguita da una dose mensile di mantenimento di 80 mg, causa una rapida diminuzione delle concentrazioni di LH e FSH e, di conseguenza, di testosterone. Le concentrazioni plasmatiche di diidrotestosterone (DHT) diminuiscono allo stesso modo di quelle di testosterone. Degarelix è efficace nel raggiungere e mantenere la soppressione di testosterone ben al di sotto dei livelli di castrazione medica di 0,5 ng/ml. La dose mensile di mantenimento di 80 mg permette di sostenere la soppressione di testosterone nel 97% dei pazienti per almeno un anno. I livelli mediani di testosterone dopo un anno di trattamento sono stati di 0,087 ng/ml (range interquartile 0,06-0,15) N=167.
Risultati dello studio di conferma di fase III
L’efficacia e la sicurezza di degarelix sono state valutate in uno studio aperto, multicentrico, randomizzato, contro farmaco attivo di controllo, a gruppi paralleli. Lo studio ha valutato l’efficacia e la sicurezza di due regimi di dosaggio mensile di degarelix con una dose iniziale di 240 mg (40 mg/ml) seguita da una dose mensile sottocutanea di 160 mg (40 mg/ml) o di 80 mg (20 mg/ml), in confronto a una somministrazione mensile intramuscolare di 7,5 mg di leuprorelina in pazienti con tumore prostatico che richiedano terapia di deprivazione androgenica. In totale sono stati randomizzati 620 pazienti nei tre gruppi di trattamento, dei quali 504 (81%) pazienti hanno completato lo studio. Nel gruppo trattato con degarelix 240/80 mg, 41 (20%) pazienti hanno interrotto lo studio, contro 32 (16%) pazienti del gruppo trattato con leuprorelina.
Dei 610 pazienti trattati:
• 31% aveva tumore prostatico localizzato
• 29% aveva tumore prostatico localmente avanzato
• 20% aveva tumore prostatico metastatico
• 7% aveva uno stato delle metastasi non noto
• 13% erano stati trattati precedentemente con chirurgia o radiazioni o avevano aumento di PSA.
I dati demografici di base sono simili per tutti i gruppi. L’età media era 74 anni (intervallo tra 47 e 98 anni). L’obiettivo primario è stato dimostrare l’efficacia di degarelix nel raggiungere e mantenere la soppressione di testosterone al di sotto di 0,5 ng/ml nei 12 mesi di trattamento. E’ stata scelta la più bassa dose efficace di mantenimento, pari a 80 mg di degarelix.
Raggiungimento di livelli di testosterone sierico (T) ≤ 0,5 ng/ml
FIRMAGON è efficace nel raggiungimento rapido della soppressione di testosterone, vedere Tabella 2.
Tabella 2: Percentuale di pazienti che hanno raggiunto, 5 ng/ml dopo l’inizio del T ≤0 trattamento.
Tempo | Degarelix 240/80 mg | Leuprorelina 7,5 mg |
Giorno 1 | 52% | 0% |
Giorno 3 | 96% | 0% |
Giorno 7 | 99% | 1% |
Giorno 14 | 100% | 18% |
Giorno 28 | 100% | 100% |
Evitata comparsa di innalzamenti improvvisi di testosterone
Per innalzamento improvviso si intende un superamento ≥ 15% del livello basale di testosterone nelle prime due settimane.
In nessuno dei pazienti trattati con degarelix è stato osservato un innalzamento improvviso di testosterone; si è registrata una diminuzione media di testosterone pari al 94% al giorno 3. La maggior parte dei pazienti trattati con leuprorelina ha avuto innalzamenti di testosterone, con un incremento medio dei suoi livelli del 65% al giorno 3. Queste differenze sono risultate statisticamente significative (p < 0,001).
L’end-point primario dello studio era il tasso di soppressione del testosterone dopo un anno di trattamento con degarelix o leuprorelina. Il beneficio clinico di degarelix in confronto a leuprorelina associata ad antiandrogeno nella fase iniziale del trattamento, non è stato dimostrato.
Efficacia a lungo termine
Nello studio è stato definito come successo terapeutico l’ottenimento di livelli di castrazione medica al giorno 28 e il mantenimento di concentrazioni di testosterone non superiori a 0,5 ng/ml in nessuno dei 364 giorni di trattamento.
Tabella 3: Probabilità cumulativa di testosterone ≤ 0,5 ng/ml dal giorno 28 al giorno 364.
| Degarelix 240/80 mg N=207 | Leuprorelina 7,5 mg N=201 |
N. di pazienti responsivi | 202 | 194 |
Tasso di risposta (intervalli di confidenza)* | 97,2% (93,5; 98,8%) | 96,4% (92,5; 98,2%) |
* Stime Kaplan Meier per gruppi
Ottenimento della riduzione dell’antigene prostatico specifico (PSA)
Durante lo studio clinico non sono state misurate direttamente le dimensioni del tumore ma si è avuta una risposta positiva indiretta del tumore dimostrabile come 95% di riduzione mediana di PSA con degarelix dopo 12 mesi.
La mediana dei valori di PSA nello studio al basale era:
• 19,8 ng/ml (range interquartile: P25 9,4 ng/ml, P75 46,4 ng/ml) nel gruppo degarelix 240/80 mg.
• 17,4 ng/ml (range interquartile: P25 8,4 ng/ml, P75 56,5 ng/ml) nel gruppo trattato con leuprorelina 7,5 mg.
Le differenze sono statisticamente significative (p < 0,001) all’analisi predefinita ai giorni 14 e 28.
I livelli di antigene prostatico specifico (PSA) sono risultati ridotti del 64% dopo due settimane dalla somministrazione di degarelix, dell’85% dopo un mese e del 95% dopo tre mesi, rimanendo soppressi (approssimativamente 97%) per un periodo di trattamento di un anno.
Dal giorno 56 al giorno 364 non ci sono state differenze significative nelle percentuali di variazione rispetto ai valori basali tra degarelix e il farmaco di confronto.
Nello studio di conferma che ha messo a confronto FIRMAGON con leuprorelina sono stati effettuati periodicamente elettrocardiogrammi di controllo. Con entrambe le terapie è stato osservato un intervallo QT/QTc superiore a 450 msec in circa il 20% dei pazienti. Dai valori basali alla fine dello studio le variazioni mediane misurate con FIRMAGON sono state di 12,0 msec e con leuprorelina di 16,7 msec.
Lo sviluppo di anticorpi anti-degarelix è stato osservato nel 10% dei pazienti dopo un anno di trattamento con FIRMAGON. Non ci sono indicazioni che la formazione di tali anticorpi abbia influenza sull’efficacia e la sicurezza di FIRMAGON dopo un anno di trattamento. Non sono disponibili dati di efficacia e sicurezza relativamente allo sviluppo di anticorpi oltre un anno di trattamento.
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Assorbimento
A seguito della somministrazione sottocutanea di 240 mg di degarelix a concentrazione di 40 mg/ml a pazienti con tumore prostatico nello studio pilota CS21, l’AUC0-28 giorni è stata 635 (602-668) die*ng/ml, Cmax è stata 66,0 (61,0-71,0) ng/ml ed è stata raggiunta a Tmax 40 (37-42) ore. I valori medi sono stati approssimativamente 11-12 ng/ml dopo la dose iniziale e 11-16 ng/ml dopo la dose di mantenimento di 80 mg a concentrazioni di 20 mg/ml. Degarelix ha un’eliminazione bifasica con emivita finale mediana (t½) di circa 43 giorni con la dose iniziale o 28 giorni con la dose di mantenimento, come stima basata sul modello farmacocinetico di popolazione. La lunga emivita per somministrazione sottocutanea è conseguenza di un rilascio di degarelix molto lento dal deposito che si forma al sito di iniezione. Il comportamento farmacocinetico del farmaco è influenzato dalla sua concentrazione nella soluzione iniettabile. Pertanto, la Cmax e la biodisponibilità tendono a diminuire con l’aumento della concentrazione della dose mentre l’emivita tende ad aumentare. Perciò non si deve utilizzare nessuna concentrazione di dose differente da quella raccomandata.
Distribuzione
Il volume di distribuzione in uomini sani anziani è di circa 1 l/kg. Il legame alle proteine plasmatiche è stimato essere circa 90%.
Metabolismo
Degarelix è soggetto alla comune degradazione peptidica durante il passaggio nel sistema epato-biliare ed è escreto principalmente come frammenti peptidici nelle feci. Non sono stati rilevati metaboliti significativi nei campioni plasmatici dopo somministrazione sottocutanea. Studi in vitro hanno dimostrato che degarelix non è un substrato del sistema CYP450 dell’uomo.
Escrezione
Negli uomini sani, circa il 20-30% di una dose singola somministrata per via endovenosa è escreta nelle urine, suggerendo che il 70-80% è escreto attraverso il sistema epato-biliare. La clearance di degarelix somministrato come dose singola endovenosa (0,864-49,4 mcg/kg) in uomini anziani sani è risultata 35-50 ml/h/kg.
Popolazioni speciali:
Pazienti con insufficienza renale
Non sono stati condotti studi di farmacocinetica in pazienti con disfunzioni renali. Solo circa il 20-30% della dose di degarelix somministrata viene escreta in forma immodificata attraverso i reni. Un’analisi dei dati farmacocinetici di popolazione dello studio di conferma di fase III ha dimostrato che la clearance di degarelix in pazienti con insufficienza renale lieve o moderata è ridotta di circa il 23%; pertanto non si raccomanda alcun adattamento di dose in tali pazienti. I dati su pazienti con insufficienza renale grave sono scarsi e perciò in questi pazienti si raccomanda cautela.
Pazienti con insufficienza epatica
Degarelix è stato valutato in uno studio di farmacocinetica in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata. Non sono stati osservati segni di sovraesposizione in pazienti con disfunzione epatica rispetto ai soggetti sani. Non sono necessari adattamenti di dosaggio in pazienti con disfunzione epatica da lieve a moderata. Pazienti con disfunzioni epatiche gravi non sono stati studiati, pertanto si raccomanda cautela in questo gruppo.
Studi di riproduzione animale hanno mostrato che degarelix provoca infertilità negli animali maschi. Ciò a causa dell’effetto farmacologico che è reversibile.
Negli studi di tossicità sulla riproduzione nelle femmine, degarelix ha dato risultati attesi per le sue caratteristiche farmacologiche. Causa un prolungamento dose dipendente del tempo di accoppiamento e di gravidanza, un numero ridotto di corpora lutea, e un aumento delle perdite pre- e post- impianto, di aborto, di morti precoci embrio/fetali, parti prematuri e durata del parto.
Studi preclinici farmacologici di sicurezza, studi di tossicità ripetuta, genotossicità e potenziale carcinogenico non hanno mostrato rischi particolari per la specie umana. In particolare, sia gli studi in vitro che in vivo non hanno mostrato prolungamento del QT.
Non è stata osservata tossicità organo specifica in studi acuti, subacuti o cronici in ratti e scimmie, dopo somministrazione sottocutanea di degarelix. E’ stata notata irritazione locale legata al farmaco quando degarelix è stato somministrato per via sottocutanea ad alti dosaggi.
Polvere
Mannitolo (E421)
Solvente
Acqua per preparazioni iniettabili
In assenza di studi di compatibilità non miscelare questo prodotto con altri farmaci.
3 anni.
Dopo ricostituzione
E’ stata dimostrata stabilità chimico-fisica durante l’uso per 2 ore a 25° C. Da un punto di vista microbiologico, a meno che il metodo di ricostituzione escluda il rischio di contaminazione batterica, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni d’uso sono responsabilità dell’utilizzatore.
Nessuna speciale precauzione.
Per le condizioni di conservazione del prodotto ricostituito vedere paragrafo 6.3.
Flaconcini in vetro tipo I con tappo in gomma bromobutilica e sigillo flip-off in alluminio.
1 flaconcino contenente 80 mg di polvere per soluzione iniettabile
1 flaconcino contenente 6 ml di solvente
1 siringa (5 ml con due linee di marcatura 4,0 e 4,2 ml)
2 adattatori per flaconcino
1 ago per iniezione (25G 0,5 x 25 mm)
Confezioni
Confezione da 1 contenente 1 flaconcino di polvere, 1 flaconcino di solvente, 1 siringa, 2 adattatori per flaconcino e 1 ago.
Confezione da 3 vaschette ciascuna contenente 1 flaconcino di polvere, 1 flaconcino di solvente, 1 siringa, 2 adattatori per flaconcino e 1 ago.
Non tutte le confezioni potrebbero essere in vendita.
Nessuna particolare istruzione per l’eliminazione.
Istruzioni per l’uso:
Seguire attentamente le istruzioni per la ricostituzione.
La somministrazione di concentrazioni diverse non è raccomandata poichè la formazione del deposito di gel è influenzato dalla concentrazione. La soluzione ricostituita deve essere un liquido trasparente, privo di particelle non disciolte.
Nota:
• non scuotere i flaconcini
La confezione contiene 1 set di polvere e solvente che devono essere preparati per l’iniezione sottocutanea.
Rimuovere la copertura della confezione dell’adattatore per flaconcino. Attaccare gli adattatori sia al flaconcino della polvere che a quello del solvente premendo in basso finchè la punta passa attraverso il tappo di gomma e l’adattatore scatta in posizione. Rimuovere la copertura della confezione della siringa. Attaccare la siringa alla fiala di solvente avvitandola sull’adattatore. Capovolgere il flaconcino e aspirare 4,2 ml del solvente nella siringa. Assicurarsi sempre di aspirare il volume esatto, dato che la quantità di solvente ha influenza sulla ricostituzione.
Togliere la siringa dall’adattatore ed eliminare il flaconcino con il solvente residuo. Attaccare la siringa al flaconcino di polvere avvitandola sull’adattatore. Trasferire il solvente nel flaconcino della polvere. Mantenendo la siringa inserita nell’adattatore, ruotare molto delicatamente finchè il liquido appare trasparente e privo di particelle o polvere non dissolta. Nel caso in cui la polvere aderisca al flaconcino al di sopra della superficie del liquido, il flaconcino può essere inclinato leggermente. Evitare lo scuotimento per prevenire la formazione di schiuma.
La formazione di un anello di piccole bolle d’aria sulla superficie del liquido è accettabile. La procedura di ricostituzione può necessitare, in alcuni casi, fino a 15 minuti, ma solitamente bastano pochi minuti.
Capovolgere il flaconcino e, mantenendolo in posizione verticale, aspirare 4,0 ml della soluzione nella siringa per iniezione.
Assicurarsi sempre di aspirare il volume esatto. Potrebbe essere necessario roteare delicatamente il flaconcino. Staccare la siringa dall’adattatore e inserire l’ago per iniezione sottocutanea profonda alla siringa. Rimuovere attentamente tutte le bolle d’aria
Afferrare la cute dell’addome, sollevare il tessuto sottocutaneo. Effettuare una iniezione sottocutanea profonda inserendo l’ago in profondità con una angolazione non inferiore a 45 gradi. Iniettare 4,0 ml di FIRMAGON 80 mg immediatamente dopo la ricostituzione.* Non iniettare direttamente in vena. Tirare indietro delicatamente il pistone della siringa per controllare se sia stato aspirato sangue. In caso ci sia sangue nella siringa, il medicinale non deve essere più usato, interrompere la procedura ed eliminare siringa e ago (ricostituire una nuova dose per il paziente).
Attenzione:
âE.¢ Non praticare iniezioni in aree nelle quali il paziente può essere esposto a compressione, ad es. ove ci siano cintura o fasce o vicino alle coste.
* E’ stata dimostrata stabilità chimico-fisica durante l’uso per 2 ore a 25 °C. Da un punto di vista microbiologico, a meno che il metodo di ricostituzione escluda il rischio di contaminazione batterica, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente. Se non utilizzato immediatamente, i tempi e le condizioni d’uso sono responsabilità dell’utilizzatore.
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17/02/2009
04/04/2011