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FLANTADIN
Flantadin - compresse 6 mg
Una compressa da 185 mg contiene:
Principio attivo: Deflazacort mg 6.
Flantadin - compresse 30 mg
Una compressa da 370 mg contiene:
Principio attivo: Deflazacort 30 mg.
Flantadin - sospensione orale
1 ml di sospensione contiene:
Principio attivo: Deflazacort 22,75 mg.
Compresse
Sospensione orale.
Insufficienza corticosurrenalica primaria e secondaria (da solo o in associazione con mineralcorticoidi). Malattie reumatiche: artropatia psoriasica, artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artropatia gottosa acuta, osteoartrite post-traumatica, borsite acuta e subacuta, tenosinovite acuta non specifica, epicondilite. Malattie del collageno: lupus eritematoso sistemico (LES), cardite reumatica acuta (reumatismo cardiaco), dermatomiosite sistemica (polimiosite). Malattie dermatologiche: pemfigo, dermatite erpetiforme bollosa, eritema polimorfo grave (sindrome di Stevens-Johnson), dermatite esfoliativa, micosi fungoide (linfoma cutaneo), psoriasi grave, dermatite seborroica grave. Stati allergici: rinite allergica stagionale o permanente, asma bronchiale, dermatite da contatto, dermatite atopica, malattia da siero, iperreattività ai farmaci. Malattie respiratorie: sarcoidosi sintomatica, berilliosi, tubercolosi polmonare fulminante o disseminata (in associazione con appropriata chemioterapia), polmonite da aspirazione. Malattie oculari (processi infiammatori e allergici gravi, acuti e cronici): ulcere allergiche corneali marginali, herpes zooster oculare, infiammazione del segmento anteriore del globo oculare, coroidite e uveite diffusa posteriore, oftalmite simpatica, congiuntivite allergica, cheratite, corioretinite, nevrite dell'ottico, irite, e iridociclite.
Disordini ematologici e malattie ematologiche ad evoluzione maligna: piastrinopenia secondaria dell'adulto, anemia emolitica autoimmune, eritroblastopenia, anemia congenita ipoplastica; morbo di Hodgkin, linfomi non-Hodgkin, leucemia linfatica cronica, leucemia acuta dell'infanzia, etc. Stati edematosi: sindrome nefrosica idiopatica o secondaria a LES. Malattie gastrointestinali: colite ulcerativa, enterite regionale.
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Il dosaggio giornaliero iniziale nell'adulto può variare da 6 a 90 mg, in considerazione della gravità e dell'evoluzione della malattia specifica da trattare.
Il dosaggio iniziale dovrà essere mantenuto o modificato fino ad ottenere una soddisfacente risposta clinica.
È importante sottolineare che il fabbisogno corticosteroideo è variabile e quindi la posologia deve essere individualizzata tenendo conto della malattia e della risposta terapeutica del paziente.
La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia, minimizzando il rischio di effetti secondari: la riduzione posologica va attuata sempre gradualmente.
Relativamente allapresentazione in gocce, si segnala che il contagocce della sospensione eroga in media mg 1 di Deflazacort per goccia.
Si suggerisce di agitare il flacone prima dell’uso e di diluire la sospensione, immediatamente prima della somministrazione, in acqua zuccherata o in bevande non addizionate di anidride carbonica.
È consigliabile assumere la dose giornaliera di FLANTADIN in una singola somministrazione, al mattino, insieme a piccole quantità di cibo.
Tubercolosi attiva, ulcera peptica, herpes oculare simplex, infezioni micotiche sistemiche, psicosi. Generalmente controindicato in gravidanza, durante l’allattamento e nella primissima infanzia (vedere paragrafo 4.6).
Nei pazienti in terapia corticosteroidea, sottoposti a particolari stress, è indispensabile un adattamento della dose del glucocorticoide in rapporto all'entità della condizione stressante. I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti (opportunità di istituire adeguata terapia antibiotica).
Uno stato di insufficienza surrenalica secondaria, indotta da cortisonico, può essere contenuto con una riduzione graduale delle dosi. Questo tipo di insufficienza relativa può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi in qualsiasi situazione di stress, che si manifestasse in questo periodo, dovrebbe essere istituita una adeguata terapia ormonale sostitutiva. In tale situazione la secrezione mineralcorticoide può essere compromessa e quindi sarebbe opportuno somministrare, in concomitanza, sale e/o mineralcorticoidi. Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai corticosteroidi può essere aumentata.
Durante la corticoterapia possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell'umore o della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.
I pazienti sotto terapia corticosteroidea non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono corticosteroidi specialmente ad alte dosi, a causa di aumento del rischio di complicazioni neurologiche e di diminuita risposta anticorpale.
L'uso di Flantadin nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il corticosteroide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare un'attivazione della malattia. Nella corticoterapia prolungata questi pazienti devono ricevere una chemioprofilassi.
I corticosteroidi devono essere somministrati con cautela nei seguenti casi: colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogene in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, insufficienza renale, ipertensione, diabete, osteoporosi, miastenia grave.
I bambini sottoposti a prolungata corticoterapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.
In caso di trattamento concomitante con diuretici (tiazidici, furosemide, etc.) e beta2 agonisti (reproterolo, etc.) che inducono perdita di potassio, controllare la potassiemia ed il pH ematico.
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Sebbene non siano note interazioni medicamentose e incompatibilità con Flantadin, tuttavia in corso di trattamento contemporaneo con: anticonvulsivanti (fenobarbital, difenilidantoina), alcuni antibiotici (rifampicina), anticoagulanti (warfarin), broncodilatatori (efedrina) si suggerisce di aumentare la dose di mantenimento del glucocorticoide. In corso di trattamento contemporaneo con altri antibiotici (eritromicina, troleandomicina), estrogeni o preparazioni contenenti estrogeni, si raccomanda di ridurre la dose di glucocorticoide.
Nei pazienti con ipoprotrombinemia si consiglia prudenza nell'associare l'acido acetilsalicilico ai corticosteroidi.
Gli antiacidi somministrati contemporaneamente per diminuire la dispepsia da essi indotta, riducono l'assorbimento intestinale dei glucocorticoidi, peggiorando il controllo dei sintomi di malattia.
Nelle donne in stato di gravidanza, in allattamento e nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.
Non sono noti al riguardo effetti dei glucocorticoidi.
Pur essendo FLANTADIN in grado di minimizzare la gravità e la frequenza degli effetti secondari sul metabolismo dell'osso e dei carboidrati rispetto ad altri glucocorticoidi, va tuttavia tenuto presente che in corso di terapia corticosteroidea, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti:
alterazioni del bilancio idroelettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono portare all'ipertensione e alla insufficienza cardiaca congestizia;
alterazioni muscoloscheletriche, quali osteoporosi, fragilità ossea, miopatie;
complicazioni a carico dell'apparato gastrointestinale, che possono arrivare fino alla comparsa o all'attivazione di ulcera peptica;
alterazioni cutanee, quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilità della cute;
alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica;
interferenza con la funzionalità dell'asse ipofisi-surrene particolarmente in momenti di stress; disendocrinie, quali irregolarità mestruali, aspetto similcushingoide, disturbi della crescita nei bambini, diminuita tolleranza ai glucidi con possibile manifestarsi di diabete mellito latente nonché di aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici, da stabilire a giudizio del medico;
complicazioni oftalmiche quali cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endooculare;
negativizzazione del bilancio dell'azoto.
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In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare un'alterazione del bilancio elettrolitico, è opportuno adeguare l'apporto di sodio e di potassio. I corticosteroidi aumentano l'escrezione urinaria di calcio.
In caso di sovradosaggio si raccomanda di effettuare, in concomitanza con le misure abituali per l'eliminazione del farmaco non assorbito (lavanda gastrica, carbone vegetale, ecc.) il controllo clinico delle funzioni vitali del paziente.
Lo studio di differenti modelli sperimentali indica che il Flantadin è un efficace inibitore della fase essudativa precoce dell'infiammazione (edema indotto da carragenina e da nystatin), nonché della formazione di tessuto infiammatorio granulomatoso a lenta evoluzione (granuloma da cotton pellet). Flantadin ha dimostrato inoltre di inibire le manifestazioni infiammatorie croniche (articolari) indotte sperimentalmente (artrite da adjuvante). Lo studio della capacità dei glucocorticoidi di indurre deposito di glicogeno nel fegato di ratti surrenectomizzati, ha mostrato che Flantadin è in grado di produrre un aumento della gliconeogenesi e glicogenosintesi epatica circa 10 volte quella del prednisolone somministrato in dosi equiattive. La potenza antiinfiammatoria del Flantadin, stimata sulla base di questi modelli sperimentali consolidati, è circa 10-20 volte quella del prednisolone o 40 volte quella del cortisolo (idrocortisone), mentre la sua durata di effetti antiinfiammatori è maggiore di quella di altri glucocorticoidi somministrati in dosi equiattive (prednisolone, triamcinolone, etc.).
Lo studio della capacità dei glucocorticoidi di indurre una riduzione dell'escrezione renale di Na+ in animali surrenectomizzati (effetto mineralcorticoide), ha mostrato che il Flantadin non induceva, al contrario di un tipico ormone mineralcorticoide quale il DOCA, ritenzione tessutale di Na+, mentre provocava come il prednisolone un'aumentata escrezione renale di fluidi e di K+.
Lo studio della capacità dei glucocorticoidi di indurre iperglicemia a digiuno e dopo carico di glucosio, ha mostrato che Flantadin somministrato per os nel ratto, induceva livelli iperglicemici a digiuno e dopo carico di glucosio paragonabili a quelli prodotti dal prednisolone, mentre per via intraperitoneale produceva una riduzione della tolleranza al glucosio dopo carico, significativamente inferiore rispetto a quella indotta dal prednisolone in dosi equiattive.
Lo studio degli effetti secondari del Flantadin a livello di altri sistemi ed apparati, ha mostrato che esso interferisce in maniera irrilevante sul metabolismo minerale dell'osso e glucidico della scimmia durante somministrazione giornaliera, prolungata (12 mesi), e sul sistema nervoso centrale e cardiovascolare durante somministrazioni ripetute (alcuni giorni) nel ratto.
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Lo studio della farmacocinetica, distribuzione tessutale e metabolismo del Flantadin, è stato effettuato nel ratto, cavia, scimmia ed uomo, utilizzando metodi di determinazione analitica sul composto come tale e su quello marcato (C14). Il Deflazacort dopo essere stato rapidamente assorbito a livello intestinale (picco plasmatico tra 1 e 2 h), viene immediatamente idrolizzato nei suoi metaboliti, il 21-desacetil Deflazacort (il principale o metabolita II attivo) e il 6-beta idrossiderivato (o metabolita III inattivo), non riscontrandosi più tracce del composto come tale in circolo (pro-farmaco). I metaboliti attivi del Flantadin seguono poi lo stesso destino metabolico del prednisolone e degli altri glucocorticoidi sintetici. L'emivita plasmatica del metabolita II è compresa tra le 2 h nell'uomo e le 4 h nella scimmia. Lo studio della distribuzione tessutale del farmaco marcato, nel ratto, avendo rivelato che i suoi "organi bersaglio" preferenziali sono costituiti dal rene e dalle cellule ematiche, suggerisce che la maggiore persistenza del farmaco in questi compartimenti sia responsabile della sua maggiore durata di effetti. L'eliminazione dei metaboliti avviene nell'uomo in 24 h, prevalentemente attraverso le urine.
Lo studio degli effetti derivanti dalla somministrazione di dosi singole indica che le DL50 sono: dopo somministrazione orale 5200 mg/kg nel topo e > 4000 mg/kg nel cane; dopo somministrazione s.c. 1610 mg/kg nel topo, 109 mg/kg nel ratto e 50 mg/kg nel cane.
Lo studio degli effetti derivanti dalla somministrazione ripetuta per via orale nel ratto (1,75 - 7,0 mg/kg/die), cane (0,1 - 1 mg/kg/die) e scimmia (0,5 - 1,5 mg/kg/die), di durata di 6-12 mesi, ha mostrato che Flantadin è soddisfacentemente tollerato, osservandosi effetti secondari a carico di organi, sovrapponibili a quelli abitualmente rilevati con altri glucocorticoidi, nelle stesse condizioni sperimentali.
Lo studio degli effetti sulla riproduzione (fertilità, embriotossicità e peripostnatale) ha mostrato che Flantadin induceva alterazioni secondarie paragonabili a quelle abitualmente osservate con altri glucocorticoidi, nelle stesse condizioni sperimentali. Flantadin non ha mai prodotto effetti mutageni.
Studi di cancerogenesi condotti nei roditori hanno dimostrato nessun effetto tumorigeno nel topo, mentre nel ratto sono stati osservati taluni effetti neoplastici simili a quelli già noti per altri corticosteroidi, senza alcun riscontro con l'impiego di questi composti nell'uomo.
Flantadin - compresse 6 mg
Lattosio, Magnesio stearato, Amido di mais, Cellulosa microcristallina, Saccarosio.
Flantadin - compresse 30 mg
Lattosio, Magnesio stearato, Amido di mais, Cellulosa microcristallina.
Flantadin - sospensione orale
Silicato di alluminio e magnesio, Sodio carbossimetilcellulosa, Alcool benzilico, Sorbitolo 70% soluzione, Polisorbato 80, Acido acetico q.b. a pH 4, Acqua depurata.
I pazienti sotto terapia corticosteroidea non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono corticosteroidi specialmente ad alte dosi, a causa di aumento del rischio di complicazioni neurologiche e di diminuita risposta anticorpale.
Gli antiacidi somministrati contemporaneamente per diminuire la dispepsia da essi indotta, riducono l'assorbimento intestinale dei glucocorticoidi, peggiorando il controllo dei sintomi di malattia.
Compresse: 60 mesi.
Gocce: 36 mesi
Non previste.
Astuccio da 10 compresse da 6 mg in blister
Astuccio da 10 compresse da 30 mg in blister
Sospensione orale: flacone da 13 ml di sospensione, con contagocce
flacone da 8 ml di sospensione, con contagocce
Si consiglia l’assunzione al mattino a stomaco pieno. È importante ricordare di agitare bene il flacone della sospensione orale prima dell’uso.
TEOFARMA S.r.l.
Via F.lli Cervi, 8
27010 ValleSalimbene (PV)
Flantadin 10 compresse da mg 6 - A.I.C. n. 025464037
Flantadin 10 compresse da mg 30 - A.I.C. n. 025464049
Flantadin sospensione orale:
Flacone da ml 13 - A.I.C. n. 025464052
Flacone da ml 8 - A.I.C. n. 025464064
Flantadin 10 compresse da 6 mg - 6.4.1985 / 31.5.2000
Flantadin 10 compresse da 30 mg - 6.4.1985 / 31.5.2000
Flantadin sospensione orale:
- Flacone da 13 ml - 5.9.1994 / 31.5.2000
- Flacone da 8 ml -12.2.1997 / 31.5.2000
01/07/2003