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FOSINOPRIL TEVA 20 MG COMPRESSE
Una compressa contiene 20 mg di fosinopril sodico.
Per gli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
Compressa a forma di capsula di colore bianco-biancastro con impressa la cifra “93” su un lato e “7223” sull’altro.
Ipertensione
Trattamento dell’ipertensione.
Insufficienza cardiaca
Trattamento dell’insufficienza cardiaca sintomatica.
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Il fosinopril sodico deve essere somministrato per via orale in dose singola giornaliera. Come tutti i medicinali somministrati in dose singola giornaliera, deve essere assunto approssimativamente alla stessa ora ogni giorno. L’assorbimento del fosinopril sodico non è influenzato dal cibo.
La dose iniziale abituale di 10 mg non è stata studiata in pazienti affetti da insufficienza cardiaca grave (classe IV NYHA) e in pazienti di età superiore ai 75 anni sottoposti a terapia per insufficienza cardiaca (vedere paragrafo 4.4).
La dose di mantenimento deve essere personalizzata in funzione del profilo del paziente e della risposta della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).
Le compresse non devono essere spezzate. E’ disponibile un dosaggio minore.
Ipertensione
Il fosinopril sodico può essere utilizzato in monoterapia o in associazione con altre classi di medicinali antipertensivi.
Pazienti ipertesi non trattati con diuretici
Dose iniziale
La dose iniziale raccomandata è 10 mg una volta al giorno. I pazienti con un sistema renina-angiotensina-aldosterone in stato di intensa attivazione (in particolare, ipertensione renovascolare, deplezione di sali e/o di volume, scompenso cardiaco o grave ipertensione) possono andare incontro a un’eccessiva caduta pressoria dopo la dose iniziale. L’inizio della terapia deve avvenire sotto monitoraggio medico.
Dose di mantenimento
La dose giornaliera abituale è da 10 mg a un massimo di 40 mg somministrati in dose singola. Generalmente, se l’effetto terapeutico desiderato non viene raggiunto in un periodo di 3-4 settimane a una certa dose, la dose stabilita può essere ulteriormente aumentata.
Pazienti ipertesi trattati con terapia diuretica concomitante
Dopo l’inizio della terapia con fosinopril sodico può insorgere ipotensione sintomatica. Ciò è più probabile nei pazienti già in trattamento con diuretici, in particolare nei pazienti con insufficienza cardiaca, nei pazienti anziani (sopra i 75 anni) e in quelli con disfunzioni renali. Si raccomanda pertanto di procedere con cautela, poiché tali pazienti possono presentare deplezione di volume e/o salina. Se possibile, sarà opportuno interrompere la terapia con diuretici nei 2-3 giorni precedenti l’inizio della terapia con fosinopril sodico. Nei pazienti ipertesi per i quali non è possibile sospendere la somministrazione di diuretico, occorre iniziare la terapia a base di fosinopril sodico con una dose di 10 mg. Si devono monitorare la funzione renale e la potassiemia. Le dosi successive di fosinopril sodico devono essere regolate in funzione della risposta della pressione arteriosa. Se necessario, è possibile riprendere la terapia diuretica (vedere paragrafi 4.4 e 4.5). Se il trattamento a base di fosinopril sodico viene iniziato in un paziente già trattato con diuretici, si raccomanda di tenerlo sotto monitoraggio medico per diverse ore e fino a quando la pressione arteriosa non si sarà stabilizzata.
Insufficienza cardiaca
Nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica, il fosinopril sodico va somministrato come terapia complementare ai diuretici e, se appropriato, alla digitale. La dose iniziale consigliata è 10 mg una volta al giorno, iniziata sotto stretto controllo medico. La dose iniziale di 10 mg non è stata studiata in pazienti affetti da insufficienza cardiaca grave (classe IV NYHA) e/o in pazienti di età superiore a 75 anni (vedere paragrafo 4.4).
Se la dose iniziale è ben tollerata, si deve aumentare gradualmente la dose fino a 40 mg una volta al giorno sulla base della risposta clinica. L’insorgenza di ipotensione dopo la dose iniziale non deve precludere l’accurato aggiustamento della dose di fosinopril sodico, in base all’effettivo controllo dell’ipotensione.
I pazienti ad alto rischio di ipotensione sintomatica, per esempio i pazienti con deplezione di sali con o senza iponatriemia, pazienti con ipovolemia o che stanno ricevendo una forte terapia diuretica, devono correggere tali condizioni, se possibile, prima di iniziare la terapia con fosinopril sodico. La funzione renale e il potassio sierico devono essere monitorati (vedere paragrafo 4.4).
Pazienti con insufficienza renale
Si raccomanda una dose iniziale di 10 mg al giorno, tuttavia è opportuno usare cautela soprattutto con una VFG inferiore a 10 ml/min.
Pazienti con compromissione della funzionalità epatica
Si raccomanda una dose iniziale di 10 mg al giorno, ma è opportuno usare cautela. Sebbene la velocità di idrolisi possa essere rallentata, l’entità dell’idrolisi non si riduce sensibilmente nei pazienti con compromissione della funzione epatica. In tale gruppo di pazienti, è stata evidenziata una ridotta clearance epatica del fosinoprilato con aumento compensatorio dell’escrezione renale.
Uso pediatrico (età < 18 anni)
Non sono state accertate completamente l’efficacia e la sicurezza dell’uso del farmaco nei bambini e negli adolescenti. L’uso nei bambini e negli adolescenti è, quindi, sconsigliato.
Somministrazione negli anziani
Non è necessario ridurre la dose in pazienti con funzionalità renale ed epatica clinicamente normale poiché non sono state riscontrate differenze dei parametri farmacocinetici o un effetto antipertensivo del fosinoprilato rispetto a soggetti più giovani.
Ipersensibilità al fosinopril sodico, a uno qualsiasi degli eccipienti o a un altro inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE).
Anamnesi di angioedema associato a precedente terapia con ACE-inibitori.
Edema angioneurotico ereditario o idiopatico.
Secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.6).
La dose iniziale di 10 mg non è stata studiata nei pazienti di età superiore ai 75 anni con insufficienza cardiaca e nei pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe IV NYHA).
Esiste un aumento atteso del rischio di ipotensione rilevante, iperkaliemia e/o rapido aumento dei livelli di potassio quando l’inizio della terapia con fosinopril avviene utilizzando la dose di 10 mg in pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe IV NYHA) e/o in pazienti anziani e nei pazienti con disfunzioni renali trattati per l’insufficienza cardiaca o nei pazienti ipertesi trattati in concomitanza con diuretici.
Ipotensione sintomatica
Nei pazienti affetti da ipertensione non complicata è stata osservata raramente ipotensione sintomatica. In pazienti ipertesi trattati con fosinopril sodico, è più probabile che si verifichi ipotensione se il paziente ha subito una deplezione di volume, ad esempio in seguito a terapia diuretica, restrizione di sali nella dieta, dialisi, diarrea o vomito o è affetto da grave ipertensione renina-dipendente (vedere paragrafo 4.5 e paragrafo 4.8). Nei pazienti con insufficienza cardiaca, accompagnata o meno da insufficienza renale, è stata osservata ipotensione sintomatica. Ciò può verificarsi con maggior probabilità nei pazienti che hanno gradi più severi di insufficienza cardiaca, come risulta dall’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, iponatriemia o alterata funzione renale e nei pazienti anziani. Nei pazienti maggiormente a rischio di ipotensione sintomatica l’inizio della terapia e la regolazione della dose devono essere attentamente monitorati. La sicurezza di una dose iniziale di 10 mg non è stata studiata nei pazienti con insufficienza cardiaca grave (classe IV NYHA). Simili considerazioni si riferiscono anche a pazienti affetti da cardiopatie ischemiche o malattie cerebrovascolari, in cui una diminuzione eccessiva della pressione potrebbe causare l’insorgenza di infarto miocardico o di un evento cerebrovascolare.
Se si verificasse ipotensione, si deve porre il paziente in posizione supina e, se necessario, praticare un’infusione endovenosa con una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%). Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione all’impiego di ulteriori dosi che possono essere solitamente somministrate senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa sia aumentata dopo espansione del volume.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca con pressione arteriosa normale o bassa, il trattamento con fosinopril sodico può causare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa sistemica. Si tratta, tuttavia, di un effetto previsto, e di solito non è necessario interrompere la terapia. Se l’ipotensione diventa sintomatica, si deve ridurre la dose o interrompere il trattamento con fosinopril sodico.
Stenosi dell’aorta o della valvola mitralica/cardiomiopatia ipertrofica
Come avviene con altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), fosinopril sodico deve essere somministrato con cautela nei pazienti con stenosi della valvola mitralica e ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro, come ad esempio stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica.
Compromissione della funzionalità renale
Nei casi di compromissione renale non è necessario regolare la dose iniziale di fosinopril sodico. Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina fanno parte della normale pratica medica per questi pazienti.
In pazienti affetti da insufficienza cardiaca, l’ipotensione che si verifica dopo l’inizio del trattamento con ACE-inibitori può condurre a un ulteriore deterioramento della funzionalità renale. In questo caso è stata segnalata insufficienza renale acuta, generalmente reversibile.
In alcuni pazienti con stenosi arteriosa renale bilaterale o con stenosi dell’arteria di un rene solitario, che sono stati trattati con ACE-inibitori, sono stati riscontrati aumenti dei livelli di urea nel sangue e di creatinina nel siero, che scompaiono solitamente con l’interruzione della terapia. Ciò è particolarmente probabile in pazienti che presentano insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione renovascolare vi è un rischio maggiore di grave ipotensione e insufficienza renale. Per questi pazienti il trattamento dovrà essere iniziato sotto stretto controllo medico con dosi ridotte e una accurata regolazione della dose. Poiché il trattamento con diuretici può essere un fattore che contribuisce a quanto summenzionato, è opportuno interrompere tale trattamento e monitorare la funzionalità renale durante le prime settimane di terapia con fosinopril sodico.
Alcuni pazienti ipertesi senza alcuna apparente patologia vascolare renale pre-esistente hanno sviluppato un aumento dei livelli di urea ematica e di creatinina nel siero, solitamente limitato e transitorio, in particolare quando il fosinopril sodico è stato associato a un diuretico. È più probabile che questo accada in pazienti con compromissione renale preesistente. Può essere necessario ridurre e/o interrompere il dosaggio del diuretico e/o dell’ACE-inibitore.
Proteinuria
Nei pazienti con compromissione renale pregressa, in rari casi può manifestarsi proteinuria. Nella proteinuria clinicamente rilevante (superiore a 1 g/giorno) il fosinopril deve essere utilizzato solo in seguito a una valutazione rischio/beneficio molto approfondita e sotto regolare monitoraggio dei parametri chimici clinici e di laboratorio.
Ipersensibilità/angioedema
In pazienti trattati con ACE-inibitori, fosinopril sodico compreso, in rari casi è stato riscontrato angioedema a viso, estremità, labbra, lingua, glottide e/o laringe. Ciò può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. In tali casi è necessario interrompere immediatamente il fosinopril sodico e istituire un appropriato trattamento e monitoraggio del paziente, per poter garantire la regressione completa dei sintomi prima della dimissione. Anche nei casi in cui è presente solo gonfiore della lingua, senza sofferenza respiratoria, i pazienti potrebbero richiedere osservazione prolungata poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi potrebbe non essere sufficiente.
Molto raramente sono stati segnalati casi con esiti fatali dovuti ad angioedema associato con edema laringeo o edema della lingua. I pazienti che presentano coinvolgimento di lingua, glottide o laringe, possono andare incontro a ostruzione delle vie aeree, in particolare i pazienti con una storia clinica di interventi chirurgici alle vie aeree. In tali casi deve essere prontamente somministrata una terapia di emergenza. Essa può comprendere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente deve restare sotto stretto controllo medico finché non si sia verificata una completa e durevole regressione dei sintomi.
Nei pazienti di razza nera è stato osservato un aumento del tasso di angioedema dovuto agli ACE-inibitori rispetto ai soggetti di razza non nera.
I pazienti con anamnesi di angioedema non associato a terapia con ACE-inibitori sono maggiormente a rischio di sviluppare angioedema durante il trattamento con ACE-inibitori (vedere paragrafo 4.3).
Reazioni anafilattoidi in pazienti emodializzati
Sono state riscontrate reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso (per es. an 69) e trattati in concomitanza con un ACE-inibitore. In tali pazienti si deve considerare l’opportunità di usare un diverso tipo di membrana per dialisi o una diversa classe di antipertensivi.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi di lipoproteine a bassa densità (LDL)
Di rado i pazienti che assumono ACE-inibitori durante l’aferesi LDL con destrano solfato hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con ACE-inibitori prima di iniziare l’aferesi.
Desensibilizzazione
Alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori durante trattamento di desensibilizzazione (per esempio al veleno di imenotteri) sono andati incontro a reazioni anafilattoidi prolungate. Negli stessi pazienti, è stato possibile evitare tali reazioni quando la terapia con ACE-inibitori è stata temporaneamente interrotta, ma sono ricomparse in seguito a una nuova, involontaria somministrazione di tali farmaci.
Insufficienza epatica
Nei pazienti con insufficienza epatica possono verificarsi elevate concentrazioni plasmatiche di fosinopril.
Raramente gli ACE-inibitori sono stati associati a una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e progredisce fino a necrosi epatica fulminante e (talvolta) decesso. L'esatto meccanismo di tale sindrome non è noto. I pazienti trattati con fosinopril sodico che sviluppino ittero o un marcato aumento degli enzimi epatici devono sospendere il trattamento con fosinopril sodico ed essere sottoposti a un adeguato follow-up.
Neutropenia/agranulocitosi
In pazienti trattati con ACE-inibitori si sono riscontrate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. In pazienti con normale funzionalità renale senza altri fattori complicanti, la neutropenia si verifica raramente. La neutropenia e l’agranulocitosi si risolvono in seguito a sospensione del trattamento con ACE-inibitori. Fosinopril sodico deve essere usato con estrema cautela in pazienti con collagenopatia vascolare, in terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo o procainamide o che presentino un insieme di questi fattori complicanti, in particolare se affetti da una preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato serie infezioni che, in alcuni casi, non hanno risposto alla terapia intensiva con antibiotici. Se si usa fosinopril sodico in questi pazienti, è opportuno effettuare un monitoraggio periodico della conta leucocitaria e istruire i pazienti a segnalare eventuali segni di infezione.
Razza
Come avviene con altri ACE-inibitori, fosinopril sodico sembra essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nelle persone di razza nera rispetto a quelle di razza non nera, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di una condizione di livelli di renina ridotti nella popolazione di razza nera ipertesa.
Tosse
È stato segnalato l’insorgere di tosse in seguito all’uso degli ACE-inibitori. Si tratta tipicamente di una tosse non produttiva, persistente, che si risolve con la sospensione della terapia. La tosse indotta da ACE-inibitori deve essere considerata nell’ambito della diagnosi differenziale della tosse.
Chirurgia/anestesia
Nei pazienti che devono essere sottoposti a un intervento chirurgico importante o durante l’anestesia con agenti che causano ipotensione, il fosinopril sodico può bloccare la formazione di angiotensina II in seguito al rilascio compensativo di renina. L’ipotensione verificatasi a causa di tale meccanismo può essere corretta mediante espansione del volume.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, fosinopril sodico compreso, si sono riscontrati aumenti dei livelli sierici di potassio. I pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia sono gli anziani, i pazienti affetti da insufficienza renale, insufficienza cardiaca grave, diabete mellito o che usino in concomitanza diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio oppure i pazienti che assumono altri farmaci associati ad aumenti dei livelli sierici di potassio (ad esempio eparina). Se l’uso concomitante dei farmaci suddetti fosse ritenuto opportuno, si raccomanda il monitoraggio regolare del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).
Pazienti diabetici
In pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o insulina, il controllo della glicemia deve essere tenuto sotto stretto controllo nel primo mese di trattamento con un ACE-inibitore (vedere paragrafo 4.5).
Litio
Il trattamento concomitante con litio e fosinopril sodico non è generalmente raccomandato (vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza
La terapia con ACE-inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Questo farmaco contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp-lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.
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Diuretici
Se viene aggiunto un diuretico al trattamento di un paziente che sta assumendo fosinopril sodico, l’effetto antipertensivo è generalmente additivo.
I pazienti che stanno già assumendo diuretici e in particolare quelli per i quali la terapia con diuretici è stata istituita recentemente possono avvertire in qualche caso un eccessivo calo di pressione arteriosa in seguito all’aggiunta del fosinopril sodico. La possibilità di ipotensione sintomatica con il fosinopril sodico può essere ridotta al minimo interrompendo l’assunzione del diuretico prima di iniziare il trattamento con fosinopril sodico (vedere paragrafo 4.4).
Integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, surrogati del sale contenenti potassio o altri prodotti medicinali associati a un aumento del potassio sierico (per es. eparina) (vedere paragrafo 4.4, Iperkaliemia).
Sebbene nel corso di studi clinici il potassio sierico solitamente sia rimasto entro valori normali, in alcuni pazienti si è manifestata iperkaliemia. Fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono insufficienza renale, diabete mellito e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (per esempio, spironolattone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o surrogati del sale contenenti potassio o altri medicinali associati ad aumento del potassio sierico (per esempio eparina). L’uso dei prodotti summenzionati, in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa, può determinare un significativo aumento del potassio sierico.
Se il fosinopril sodico viene somministrato con un diuretico non risparmiatore di potassio, l’ipokaliemia indotta da diuretici può migliorare.
Litio
Durante la somministrazione concomitante di litio e di ACE-inibitori sono stati segnalati aumenti reversibili delle concentrazioni sieriche di litio e della tossicità. L’impiego concomitante di diuretici tiazidici può aumentare il rischio di tossicità indotta da litio e incrementare ulteriormente il rischio già aumentato di effetti tossici indotti da litio associato all’uso di ACE-inibitori. Si sconsiglia l’impiego di fosinopril sodico in associazione con il litio ma, se l’associazione è necessaria, occorre eseguire un accurato monitoraggio dei livelli sierici di litio (vedere paragrafo 4.4).
Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) incluso acido acetilsalicilico ≥ 3 g/giorno
La somministrazione cronica di FANS può ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori. I FANS e gli ACE-inibitori esercitano un effetto additivo sull’aumento dei livelli sierici di potassio e possono determinare un peggioramento della funzionalità renale. Tali effetti sono di solito reversibili. Raramente può verificarsi un’insufficienza renale acuta, specialmente in pazienti con compromissione della funzione renale come gli anziani o i soggetti disidratati.
Altri antipertensivi
L’associazione con altri antipertensivi quali ad esempio beta-bloccanti, metildopa, calcio-antagonisti, e diuretici può incrementare l’efficacia antipertensiva. L’impiego concomitante di nitroglicerina e altri nitrati o altri vasodilatatori può ulteriormente ridurre la pressione arteriosa.
Antidepressivi triciclici/antipsicotici/anestetici
L’impiego concomitante di alcuni anestetici, antidepressivi triciclici ed antipsicotici con gli ACE-inibitori può determinare un’ulteriore riduzione della pressione arteriosa (vedere paragrafo 4.4).
Simpaticomimetici
I simpaticomimetici possono ridurre gli effetti antipertensivi degli ACE-inibitori.
Antidiabetici
Studi epidemiologici hanno suggerito che la somministrazione concomitante di ACE-inibitori e antidiabetici (insuline, ipoglicemizzanti orali) può aumentare l’effetto ipoglicemizzante con conseguente rischio di ipoglicemia. Questo effetto si verifica con maggiore probabilità nelle prime settimane di terapia combinata e nei pazienti con compromissione renale.
Acido acetilsalicilico, trombolitici, betabloccanti, nitrati
Il fosinopril sodico può essere assunto in concomitanza con acido acetilsalicilico (a dosi cardiologiche), trombolitici, beta-bloccanti e/o nitrati.
Immunosoppressori, citostatici, corticosteroidi sistemici o procainamide, allopurinolo
È opportuno evitare l’associazione del fosinopril sodico con farmaci immunosoppressori e/o medicinali che possono causare leucopenia.
Alcool
L’alcool potenzia gli effetti ipotensivi del fosinopril sodico.
Antiacidi
Gli antiacidi (per es. alluminio idrossido, magnesio idrossido, dimeticone) possono compromettere l’assorbimento del fosinopril sodico, pertanto la somministrazione dei due medicinali va effettuata a distanza di almeno 2 ore.
Interazioni con gli esami diagnostici
Il fosinopril sodico può falsare il risultato della misurazione dei livelli sierici di digossina, dando un risultato inferiore a quello reale, nei test diagnostici che impiegano il metodo di assorbimento del carbone (kit Digi-TabRIA per digossina). Si raccomanda di sospendere il trattamento con fosinopril sodico alcuni giorni prima di sottoporsi a test paratiroidei.
Gravidanza
L’uso degli ACE-inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE-inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio.
Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE-inibitore.
Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.
È noto che nella donna l’esposizione ad ACE-inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).
Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE-inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri abbiano assunto ACE-inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento
Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di Fosinopril Teva durante l’allattamento, Fosinopril Teva non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.
Sebbene non siano previsti effetti diretti del fosinopril sodico, effetti avversi come ipotensione, capogiri e vertigini possono interferire con la guida o l’uso di macchinari.
Ciò avviene in particolare all’inizio del trattamento, quando si aumenta la dose, nel passaggio da altre preparazioni e in caso di uso concomitante di alcool, a seconda della sensibilità del paziente.
Nei pazienti trattati con fosinopril sodico, le reazioni avverse sono state generalmente lievi e transitorie.
Molto comuni: >1/10
Comuni: >1/100 e <1/10
Non comuni: >1/1000 e <1/100
Rari: >1/10.000 e <1/1000
Molto rari: <1/10.000 compresi i casi isolati
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comuni: diminuzione transitoria dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito.
Rari: anemia transitoria, eosinofilia, leucopenia, linfadenopatia, neutropenia, trombocitopenia.
Molto rari: agranulocitosi.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Non comuni: perdita di appetito, gotta, iperkaliemia.
Disturbi psichiatrici
Non comuni: depressione, stato confusionale.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: capogiri, cefalea.
Non comuni: infarto cerebrale, parestesia, sonnolenza, ictus, sincope, disturbi del gusto, tremore, disturbi del sonno.
Rari: disfasia, disturbi della memoria, disorientamento.
Patologie dell’occhio
Non comuni: disturbi visivi.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Non comuni: mal d’orecchio, tinnito, vertigini.
Patologie cardiache
Comuni: tachicardia.
Non comuni: angina pectoris, infarto miocardico o apoplessia, palpitazioni, arresto cardiaco, aritmie, disturbi della conduzione.
Patologie vascolari
Comuni: ipotensione, ipotensione ortostatica.
Non comuni: ipertensione, shock, ischemia transitoria.
Rari: rossore, emorragia, disturbi vascolari periferici.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comuni: tosse.
Non comuni: dispnea, rinite, sinusite, tracheobronchite.
Rari: broncospasmo, epistassi, laringite/raucedine, polmonite, congestione polmonare.
Patologie gastrointestinali
Comuni: nausea, vomito, diarrea.
Non comuni: stipsi, secchezza delle fauci, flatulenza.
Rari: lesioni orali, pancreatite, gonfiore della lingua, distensione addominale, disfagia.
Molto rari: angioedema intestinale, (sub-) ileo.
Patologie epatobiliari
Rari: epatite.
Molto rari: insufficienza epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: eruzione cutanea, angioedema, dermatite.
Non comuni: iperidrosi, prurito, orticaria.
Rari: ecchimosi.
È stato segnalato un complesso di sintomi che può includere uno o più dei seguenti: si possono verificare febbre, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, test positivo agli anticorpi antinucleari (ANA), velocità di eritrosedimentazione elevata (VES), eosinofilia e leucocitosi, eruzione cutanea, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Non comuni: mialgia.
Rari: artrite.
Patologie renali e urinarie
Non comuni: insufficienza renale, proteinuria.
Rari: disturbi prostatici.
Molto rari: insufficienza renale acuta.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Non comuni: disfunzioni sessuali.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comuni: dolore toracico (non cardiaco), debolezza.
Non comuni: febbre, edema periferico, morte improvvisa, dolore toracico.
Rari: debolezza ad una estremità.
Esami diagnostici
Comuni: aumento della fosfatasi alcalina, aumento della bilirubina, aumento dell’LDH, aumento delle transaminasi.
Non comuni: aumento di peso, aumento dell’urea ematica, aumento del livello di creatinina sierica, iperkaliemia.
Rari: leggero aumento dell’emoglobina, iponatriemia.
Negli studi clinici sul fosinopril, l'incidenza di effetti avversi non differiva fra i pazienti anziani (di età superiore ai 65 anni) e i pazienti più giovani.
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I sintomi associati a sovradosaggio di ACE-inibitori possono comprendere: ipotensione, shock circolatorio, disturbi degli elettroliti, insufficienza renale, iperventilazione, tachicardia, palpitazioni, bradicardia, capogiro, ansia e tosse. Il trattamento consigliato in caso di sovradosaggio è per via endovenosa utilizzando soluzione fisiologica.
Dopo l’ingestione di una dose eccessiva, il paziente deve essere tenuto sotto stretto controllo medico, preferibilmente in reparti di terapia intensiva. Si dovranno monitorare frequentemente i valori di creatinina e degli elettroliti sierici. Le misure terapeutiche dipendono dalla natura e dalla gravità dei sintomi. Se l’ingestione è recente, è necessario adottare misure per evitare l’assorbimento del prodotto e favorire al più presto l’eliminazione, come ad esempio praticare una lavanda gastrica, somministrare agenti adsorbenti e sodio solfato entro 30 minuti dall’assunzione. Se insorge ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione di shock e deve ricevere rapidamente un’integrazione di sali e volume. Deve essere preso in considerazione anche il trattamento con angiotensina II. La bradicardia o le reazioni vagali estese devono essere trattate mediante somministrazione di atropina. Prendere altresì in considerazione l'applicazione di un pacemaker.
Il fosinoprilato non può essere rimosso dall’organismo mediante dialisi.
Gruppo farmacoterapeutico: ACE-inibitori semplici.
Codice ATC: C09a a09.
Meccanismo d'azione
Fosinopril sodico è il precursore esterificato dell’ACE-inibitore ad azione prolungata fosinoprilato. In seguito a somministrazione orale, il fosinopril viene rapidamente e completamente metabolizzato al fosinoprilato attivo. Il fosinopril sodico contiene un gruppo fosfinico in grado di stabilire legami specifici al sito attivo dell'enzima di conversione dell'angiotensina peptidil dipeptidasi, impedendo la conversione del decapeptide angiotensina I nell’octapeptide angiotensina II. La risultante riduzione dei livelli di angiotensina II determina una riduzione della vasocostrizione e una diminuzione della secrezione di aldosterone che può indurre un lieve aumento del potassio sierico e una perdita di sodio e liquidi. Normalmente non si verificano alterazioni del flusso ematico renale o della velocità di filtrazione glomerulare.
L’ACE inibizione impedisce anche la degradazione del potente vasodilatatore bradichinina, contribuendo all’effetto antipertensivo; il fosinopril sodico svolge un’azione terapeutica sui pazienti ipertesi con bassi livelli di renina.
Si ritiene che nei pazienti con insufficienza cardiaca gli effetti benefici del fosinopril sodico siano principalmente riconducibili alla soppressione del sistema renina-angiotensina-aldosterone; l’ACE inibizione produce una riduzione nel precarico e nel postcarico.
Farmacodinamica
La somministrazione di fosinopril sodico in pazienti ipertesi produce una riduzione della pressione arteriosa sia in posizione supina che in posizione eretta, senza un significativo aumento della frequenza cardiaca.
Nell’ipertensione, il fosinopril sodico riduce la pressione arteriosa entro un'ora dalla somministrazione; l’effetto massimo si registra dopo 3-6 ore. Con la dose giornaliera abituale, l’effetto antipertensivo dura 24 ore. In alcuni pazienti che assumono dosi inferiori, l’effetto può essere ridotto al termine dell’intervallo tra le somministrazioni. Gli effetti ortostatici e la tachicardia sono rari, ma possono verificarsi in pazienti con deplezione di sali o in ipovolemia (vedere paragrafo 4.4). In alcuni pazienti, possono essere necessarie 3-4 settimane di terapia prima di ottenere una riduzione della pressione arteriosa ottimale. Il fosinopril sodico e i diuretici tiazidici hanno effetti additivi.
Nell’insufficienza cardiaca, il fosinopril sodico migliora i sintomi e la tollerabilità allo sforzo, riducendo la gravità e la frequenza dei ricoveri per insufficienza cardiaca.
In uno studio su 8 pazienti cirrotici, la somministrazione di fosinopril 20 mg/die per un mese non ha alterato le funzioni epatiche (alanina transferasi, gamma-glutamil-transpeptidasi, test di clearance del galattosio e test di clearance dell’antipirina) o renali.
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Assorbimento
In seguito alla somministrazione orale, l’entità dell’assorbimento del fosinopril si avvicina al 30-40%. L’assorbimento del fosinopril non è influenzato dalla presenza di cibo nel tratto gastrointestinale, tuttavia la velocità di assorbimento potrebbe essere ridotta. L'idrolisi nel composto attivo fosinoprilato avviene in maniera rapida e completa nella mucosa gastrointestinale e nel fegato.
Il tempo di raggiungimento della Cmax è indipendente dalla dose, è raggiunto in circa tre ore ed è coerente con l’inibizione massima della risposta pressoria di angiotensina I 3-6 ore dopo la somministrazione. In seguito a somministrazioni ripetute o singole, i parametri farmacocinetici (Cmax, AUC) sono direttamente proporzionali alla dose di fosinopril assunta.
Distribuzione
Il fosinoprilato ha un notevole legame alle proteine (>95%), ha un volume di distribuzione relativamente ridotto e uno scarso legame alle componenti cellulari nel sangue.
Metabolismo
Un’ora dopo la somministrazione orale del fosinopril sodico, meno dell’1% di fosinopril nel plasma rimane invariato; il 75% è presente sotto forma di fosinoprilato attivo, il 15-20% di fosinoprilato-glucuronide (inattivo) e il restante (~5%) sotto forma del metabolita 4-idrossi fosinoprilato (attivo).
Eliminazione
In seguito a somministrazione endovenosa, l’eliminazione di fosinopril avviene sia per via epatica sia per via renale. In pazienti ipertesi con funzionalità renale ed epatica normali che hanno ricevuto dosi ripetute di fosinopril, il T½ effettivo per l’accumulo di fosinoprilato è in media di 11,5 ore. In pazienti con insufficienza cardiaca, il T½ effettivo è pari a 14 ore. L’eliminazione del fosinopril avviene sia per via epatica sia per via renale.
Gruppi speciali di pazienti
Nei pazienti con insufficienza renale (clearance della creatinina <80 ml/min/1,73 m²), la clearance corporea totale del fosinoprilato è approssimativamente la metà di quella osservata nei pazienti con funzione renale normale, mentre non sono stati rilevati cambiamenti significativi dell’assorbimento, della biodisponibilità e del legame alle proteine plasmatiche. La clearance del fosinoprilato non varia in funzione del livello di insufficienza renale, la riduzione dell’eliminazione renale è compensata dall’aumento dell’eliminazione epatobiliare. Nei pazienti con livelli diversi di insufficienza renale, inclusa insufficienza renale terminale (clearance della creatinina <10 ml/min/1,73 m²) è stato osservato un lieve aumento dei valori di AUC (meno del doppio dei valori normali).
Nei pazienti con insufficienza epatica (alcolismo o cirrosi biliare), l’idrolisi del fosinopril sodico non è ridotta significativamente sebbene la velocità di idrolisi possa essere ridotta. La clearance totale del fosinoprilato è circa la metà della clearance osservata nei pazienti con funzione epatica normale.
I dati preclinici di sicurezza non rivelano rischi particolari per l’uomo sulla base degli studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità e potenziale carcinogeno. Studi sulla tossicità riproduttiva indicano che fosinopril non ha effetti negativi sulla fertilità e sulla performance riproduttiva nel ratto e che non è teratogeno. È stato evidenziato che la classe degli ACE-inibitori, se somministrati nel secondo o terzo trimestre, inducono effetti avversi sullo sviluppo tardivo del feto, determinando mortalità fetale e difetti congeniti, in particolare a carico del cranio. Sono stati inoltre segnalati fetotossicità, ritardo della crescita intra-uterina e pervietà del dotto arterioso. Si presume che tali anomalie dello sviluppo siano causate in parte dall’impatto diretto degli ACE-inibitori sul sistema renina angiotensina fetale e in parte dall’ischemia derivata dall’ipotensione materna, nonché dalla diminuzione della circolazione fetale placentare e del passaggio di ossigeno/sostanze nutritive al feto. In uno studio in cui ratti femmina sono stati trattati con fosinopril da prima dell’accoppiamento fino alla gestazione, si è verificato un aumento dell’incidenza di morti nella prole durante l’allattamento. È stato dimostrato che il farmaco attraversa la placenta e viene secreto nel latte materno.
Lattosio anidro
Povidone K30
Crospovidone
Cellulosa microcristallina
Sodio laurilsolfato
Glicerolo dibeenato
Non applicabile.
2 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Conservare nel contenitore originale.
Scatole di cartone contenenti blister di PVC/PVdC-alluminio trasparenti.
Confezioni da 14 compresse.
Nessuna istruzione particolare.
Teva Italia S.r.l. – Via Messina, 38 – 20154 Milano
037594088/M - "20 mg compresse” 14 compresse in blister PVC/PVDC/Al
26 maggio 2009
Settembre 2009