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GENTAMICINA B. BRAUN SOLUZIONE PER INFUSIONE
1 mg/ml di soluzione per infusione:
1 ml di soluzione per infusione contiene gentamicina solfato equivalente a 1 mg di gentamicina .
1 flacone da 80 ml contiene 80 mg di gentamicina.
Eccipiente: 283 mg (12 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 80 ml
3 mg/ml di soluzione per infusione:
1 ml di soluzione per infusione contiene gentamicina solfato equivalente a 3 mg di gentamicina.
1 flacone da 80 ml contiene 240 mg di gentamicina.
1 flacone da 120 ml contiene 360 mg di gentamicina.
Eccipiente: 283 mg (12 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 80 ml
425 mg (18 mmol) di sodio (cloruro) per flacone da 120 ml
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Soluzione per infusione.
Soluzione acquosa limpida incolore.
Per il trattamento di infezioni gravi causate da batteri suscettibili a gentamicina quando non sono efficaci antimicrobici meno tossici .
Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione devono essere usate per tutte le indicazioni, ad eccezione di complicate infezioni delle vie urinarie, solo in combinazione con altri antibiotici pertinenti (prevalentemente insieme a antibiotico beta-lattamico o a antibiotico efficace contro batteri anaerobi).
In queste condizioni, Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione possono essere usate in:
- infezioni complicate e recidivanti delle vie urinarie;
- infezioni nosocomiali delle vie aeree inferiori, compresa la polmonite grave;
- infezioni intraddominali, compresa la peritonite;
- infezioni cutanee e dei tessuti molli, comprese ustioni gravi;
- setticemia, compresa la batteriemia;
- trattamento dell’endocardite batterica;
- trattamento delle infezioni chirurgiche.
Seguire le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli antibatterici.
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Modi di somministrazione
Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione si somministrano per infusione endovenosa della durata di 30-60 minuti. Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione non sono adatte per iniezioni endovenose lente o intramuscolari.
Solo per uso endovenoso.
Posologia nei pazienti con funzione renale nella norma
Adulti e adolescenti
Trattamento delle infezioni batteriche
A prescindere dalla funzionalità renale, la dose iniziale (di carico) raccomandata è di 1,5-2,0 mg/kg di peso corporeo se l’intervallo posologico è di 8 ore . Nei pazienti con funzione renale nella norma, la dose di mantenimento si somministra dopo 8 ore. Se l’intervallo posologico è di 24 ore, non è necessaria alcuna dose di carico. Agli adulti con funzione renale nella norma vengono somministrati 3-5 mg/kg di peso corporeo al giorno come dose di mantenimento, una volta al giorno oppure ogni 8 ore in tre dosi suddivise. Per il trattamento delle infezioni gravi e quando la suscettibilità dell’agente patogeno è relativamente scarsa, può essere necessaria una dose giornaliera massima di 6 mg/kg.
Normalmente, la gentamicina viene somministrata ogni 8 ore in dosi suddivise. Tuttavia, studi sperimentali e clinici hanno dimostrato che, a confronto con dosi ripetute al giorno, una monosomministrazione giornaliera presenta vantaggi in termini di efficacia e anche di sicurezza. La gentamicina ha un effetto postantibiotico a lunga durata d’azione (vedere paragrafo 5.1). Studi recenti in vitro e in vivo dimostrano che l’assorbimento di aminoglicosidi nella corteccia renale è limitato e pertanto con concentrazioni plasmatiche massime di gentamicina più elevate (dopo la monosomministrazione giornaliera), nei reni si accumulano meno aminoglicosidi rispetto a quanto avvenga con dosi ripetute convenzionali. In caso di trattamento di associazione (ad es. con un antibiotico beta-lattamico al dosaggio normale), è inoltre possibile somministrare la dose giornaliera totale come dose singola una volta al giorno.
Data la necessità di adeguamento della dose, la monosomministrazione giornaliera di gentamicina non è raccomandata nei pazienti con sistema immunitario indebolito (ad es. neutropenia), insufficienza renale grave, asciti, endocardite batterica, pazienti con ustioni estese (su oltre il 20% della cute) e in gravidanza.
La durata del trattamento deve essere limitata a 7-10 giorni. Una durata più lunga di trattamento può essere necessaria per infezioni difficili e complicate (vedere paragrafo 4.4).
I campioni ematici si prelevano alla fine di un intervallo posologico (livello minimo) e immediatamente dopo il termine dell’infusione (concentrazione plasmatica massima). Concentrazioni plasmatiche massime di 5-10 mcg/ml rientrano nel range terapeutico con somministrazione convenzionale. Si deve prendere in considerazione la possibilità di effetti tossici se le concentrazioni plasmatiche massime superano i 10 mcg/ml. Livelli minimi eccessivamente elevati superiori a 2 mcg/ml di gentamicina sono indice di accumulo e possono portare a nefrotossicità. In questo caso, aumentare la durata degli intervalli di somministrazione o eventualmente diminuire la dose ( vedere paragrafo 4.4 ).
Pazienti pediatrici
Nei bambini la dose è di 4,5 -7,5 mg/kg/die (da 1,5 a 2,5 mg/kg ogni 8 ore). Pertanto, l’uso di Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione non è raccomandato nei bambini con un peso corporeo inferiore ai 18 kg (monosomministrazione giornaliera) e 55 kg (più somministrazioni [tre] al giorno).
Posologia nei pazienti con compromissione renale
I pazienti con compromissione renale devono essere monitorati per adeguare le concentrazioni terapeutiche nel plasma, diminuendo la dose o aumentando l’intervallo posologico (vedere paragrafo 4.4).
La diminuzione della dose e il prolungamento dell’intervallo sono soluzioni equivalenti in termini di adeguatezza. Tuttavia, occorre tener presente che le dosi stabilite nel modo descritto di seguito sono solo indicative e che la stessa dose può comportare concentrazioni diverse nell’organismo dei pazienti. Questo è il motivo per il quale è necessario stabilire le concentrazioni sieriche di gentamicina sulla base delle quali adeguare la posologia di un determinato paziente.
1) Prolungamento dell’intervallo posologico con dose normale
Poiché la clearance di gentamicina è direttamente proporzionale alla clearance della creatinina, è possibile utilizzare la seguente equazione approssimativa:
intervallo posologico normale x clearance creatinina normale/clearance creatinina del paziente = intervallo posologico successivo.
Ipotizzando una clearance della creatinina normale di 100 ml/min e una clearance della creatinina di 30 ml/min nel paziente, l’intervallo di somministrazione con una dose costante in questo caso sarebbe di 26 ore (8 x 100/30 [h]).
2) Diminuzione della dose con intervallo posologico normale
Dopo la dose iniziale abituale, la suddivisione della dose normale raccomandata per la creatinina sierica può essere utilizzata come valore indicativo per la misurazione della dose ridotta da somministrare ogni 8 ore.
Pertanto, a un paziente con peso di 60 kg con un livello di creatinina sierica di 2,0 mg/100 ml possono essere somministrati 30 mg ogni 8 ore dopo una dose iniziale di 60 mg (1 mg/kg; 60:2).
In alternativa, dopo la dose iniziale abituale, è possibile calcolare dosi successive da somministrare ogni 8 ore secondo la formula:
dose normale Ãù clearance creatinina del paziente/clearance creatinina normale (100 ml/min) = dose successiva.
Dose ridotta con intervallo posologico normale (di 8 ore)
Creatinina sierica (mg/100 ml) | Velocità approssimativa di clearance della creatinina | Percentuale della dose normale |
≤ 1,0 | > 100 | 100 |
1,1-1,3 | 70-100 | 80 |
1,4-1,6 | 55-70 | 65 |
1,7-1,9 | 45-55 | 55 |
2,0-2,2 | 40-45 | 50 |
2,3-2,5 | 35-40 | 40 |
2,6-3,0 | 30-35 | 35 |
3,1-3,5 | 25-30 | 30 |
3,6-4,0 | 20-25 | 25 |
4,1-5,1 | 15-20 | 20 |
5,2-6,6 | 10-15 | 15 |
6,7-8,0 | < 10 | 10 |
Dose normale (80 mg) con intervallo posologico prolungato:
Urea nel sangue (mmol/L) | Clearance creatinina (mL/s) | Dose e intervallo di somministrazione |
< 6,7 | > 1,2 | 80* mg ogni 8 ore |
6,7-16,7 | 0,5-1,2 | 80* mg ogni 12 ore |
16,7-33,3 | 0,2-0,5 | 80* mg ogni 24 ore |
> 33,3 | 0,1-0,2 | 80* mg ogni 48 ore |
* nel caso di peso corporeo del paziente inferiore ai 60 kg la dose deve essere ridotta a 60 mg. |
La clearance della creatinina è da preferirsi come parametro soprattutto nei pazienti anziani e con concentrazioni oscillanti di creatinina sierica , come accade nel caso delle infezioni gravi (ad es. sepsi).
È necessario sottolineare il fatto che la funzionalità renale può variare nel corso della terapia con gentamicina.
Posologia nei pazienti che si sottopongono a emodialisi
La gentamicina è dializzabile. In caso di emodialisi della durata di 4-5 ore, occorre prevedere una diminuzione della concentrazione pari al 50-60%, e in caso di emodialisi di 8-12 ore - è prevedibile una diminuzione della concentrazione del 70-80%. La posologia deve essere adeguata dopo ogni dialisi sulla base della concentrazione momentanea di gentamicina nel siero.
La dose normale raccomandata dopo la dialisi è di 1-1,7 mg/kg di peso corporeo.
I pazienti anziani possono necessitare di dosi di mantenimento inferiori rispetto agli adulti più giovani a causa della funzione renale compromessa. .
Nei pazienti obesi, la dose iniziale deve basarsi sul peso corporeo ideale più il 40% del peso in eccesso.
Nei pazienti con funzione epatica compromessa non è necessario alcun adeguamento posologico.
- Ipersensibilità alla gentamicina o ad altri aminoglicosidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
- Miastenia grave.
Nei pazienti con compromissione renale in stadio avanzato o pregressa sordità dell’orecchio interno, la gentamicina deve essere usata solo se il suo uso è considerato fondamentale dal medico. La frequenza o la dose di somministrazione deve essere diminuita nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.2).
Poiché la gentamicina ha proprietà di blocco neuromuscolare, deve essere usata particolare cautela nei pazienti con pregresse patologie neuromuscolari (ad es. morbo di Parkinson). Questo vale anche per i pazienti che ricevono in concomitanza miorilassanti (ad es. nella somministrazione perioperatoria di gentamicina).
Con l’uso di gentamicina sono state segnalate diarrea associata agli antibiotici e colite pseudomembranosa. Queste diagnosi devono essere prese in considerazione in tutti i pazienti che sviluppano diarrea durante o poco dopo il trattamento. L’uso di gentamicina deve essere interrotto in caso di diarrea grave e/o con sangue durante il trattamento e occorre istituire una terapia appropriata. Non devono essere somministrati farmaci che inibiscono la peristalsi (vedere paragrafo 4.8).
Monosomministrazione giornaliera di gentamicina nei pazienti anziani:
l’esperienza relativa alla somministrazione di una dose singola giornaliera di gentamicina in pazienti anziani è limitata. La somministrazione di dose singola giornaliera di gentamicina può non essere adatta quindi deve essere garantito un monitoraggio serrato di questi pazienti.
Questo prodotto medicinale contiene 283 mg di sodio per flacone di soluzione per infusione. Questo deve essere preso in considerazione dai pazienti che seguono una dieta iposodica.
Questo prodotto medicinale contiene 283mg/425 mg di sodio per flacone da 80 ml/120 ml di soluzione per infusione. Questo deve essere preso in considerazione dai pazienti che seguono una dieta iposodica.
Possono verificarsi resistenza crociata e ipersensibilità agli aminoglicosidi.
Per diminuire il rischio di nefrotossicità e ototossicità , devono essere prese in considerazione le istruzioni seguenti:
- la valutazione regolare della funzione uditiva, vestibolare e renale è particolarmente necessaria nei pazienti con fattori di rischio supplementari. È stato segnalato che compromissione della funzione epatica o uditiva, batteriemia e febbre aumentano il rischio di ototossicità. Deplezione di volumi o ipotensione ed epatopatia sono stati segnalati come ulteriori fattori di rischio per la nefrotossicità;
- monitoraggio della funzione renale prima, durante e dopo il trattamento;
- dosaggio strettamente dipendente dalla clearance della creatinina (o dalla concentrazione sierica della creatinina); nei pazienti con funzione renale compromessa, la dose deve essere adeguata in base alla funzionalità dei reni (vedere paragrafo 4.2);
- nei pazienti con funzione renale compromessa, la quantità di gentamicina assorbita dopo la somministrazione locale deve essere presa in considerazione anche per l’adeguamento posologico del trattamento sistemico;
- monitoraggio delle concentrazioni sieriche di gentamicina durante la terapia per evitare che le concentrazioni plasmatiche massime superino 10-12 mcg/ml (soglia tossica per il sistema cocleo-vestibolare) con la somministrazione convenzionale a dosi ripetute giornaliere o che i livelli minimi salgano oltre 2 mcg/ml (vedere paragrafo 4.2);
- nei pazienti con pregresso danno dell’orecchio interno (compromissione dell’udito o dell’equilibrio) o laddove si prevede un trattamento a lungo termine, è necessario il monitoraggio supplementare dell’equilibrio e dell’udito;
- evitare il trattamento prolungato. Se possibile, la durata della terapia deve essere limitata a 7-10 giorni (vedere paragrafo 4.2) ;
- evitare terapie con aminoglicosidi immediatamente dopo un precedente trattamento a base di aminoglicosidi; se possibile, ci deve essere un intervallo di 7-14 giorni tra i trattamenti;
- se possibile, evitare la somministrazione concomitante di altre sostanze potenzialmente ototossiche e nefrotossiche; se questo è inevitabile, si consiglia un monitoraggio particolarmente attento della funzionalità renale (vedere paragrafo 4.5) ;
- assicurare un’adeguata idratazione e produzione di urine.
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Miorilassanti ed etere
L’attività di blocco neuromuscolare degli aminoglicosidi viene potenziata da etere e miorilassanti.
Qualora la gentamicina venga somministrata durante o immediatamente dopo un intervento chirurgico, il blocco neuromuscolare può essere amplificato e prolungato se si utilizzano miorilassanti non depolarizzanti. Queste interazioni possono causare un blocco neuromuscolare e una paralisi respiratoria. In considerazione dell’aumentato rischio, tali pazienti devono essere monitorati con particolare attenzione.
L’iniezione con cloruro di calcio può invertire il blocco neuromuscolare dovuto agli aminoglicosidi.
Anestesia con metossiflurano
Gli aminoglicosidi possono aumentare l’effetto dannoso di metossiflurano a carico dei reni. Se usato in concomitanza, sono possibili nefropatie estremamente gravi. L’anestesista deve essere messo a conoscenza dell’uso di aminoglicosidi prima di un intervento chirurgico.
Farmaci potenzialmente nefrotossici od ototossici
In considerazione dell’aumentato rischio di effetti indesiderati, è necessario un attento monitoraggio dei pazienti trattati in concomitanza o immediatamente dopo con farmaci potenzialmente nefrotossici od ototossici come ad es. amfotericina B, colistina, ciclosporina, cisplatino, vancomicina, streptomicina, viomicina, aminoglicosidi, alcune cefalosporine e diuretici dell’ansa come acido etacrinico e furosemide.
In caso di farmaci contenenti cisplatino, si tenga presente che la nefrotossicità di gentamicina può aumentare anche a 3-4 settimane di distanza dalla somministrazione di queste sostanze.
Altri antibiotici
Per i pazienti con compromissione renale grave che hanno ricevuto carbenicillina in concomitanza a gentamicina è stata segnalata una diminuzione dell’emivita sierica di gentamicina.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di gentamicina nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere 5.3). La gentamicina attraversa la placenta. Dato il potenziale rischio di danno a carico dell’orecchio interno e dei reni nel feto, la gentamicina non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità e se non sono disponibili altre opzioni di trattamento.
In caso di esposizione alla gentamicina durante la gravidanza, si raccomanda di monitorare la funzione renale e uditiva dei neonati.
Allattamento
La gentamicina viene escreta nel latte materno umano ed è stata rilevata a basse concentrazioni nel siero dei bambini allattati al seno. Occorre decidere se interrompere l’allattamento o sospendere/astenersi dalla terapia con la gentamicina. Il neonato allattato al seno può sviluppare diarrea e infezioni fungine delle membrane mucose, tali da richiedere l’interruzione dell’allattamento al seno. Tenere presente la possibilità di sensibilizzazione.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. In caso di somministrazione a pazienti in regime ambulatoriale, si raccomanda attenzione per la guida di veicoli e l’utilizzo di macchinari, in considerazione di possibili effetti indesiderati come capogiri e vertigini.
In determinate condizioni, la gentamicina presenta effetti ototossici e/o nefrotossici. La compromissione renale si osserva comunemente nei pazienti trattati con la gentamicina ed è solitamente reversibile con la sospensione del farmaco. Nella maggior parte dei casi, la nefrotossicità è associata a una dose eccessivamente elevata o al trattamento prolungato, ad anomalie renali pregresse o ad altre sostanze segnalate come nefrotossiche.
Le reazioni avverse considerate almeno potenzialmente correlate al trattamento sono elencate di seguito per classificazione sistemica organica e frequenza assoluta. Le frequenze sono definite come
molto comune (≥ 1/10);
comune (> 1/100 to < 1/10);
non comune (> 1/1000 to ≤ 1/100);
raro (> 1/10.000 to ≤ 1/1000);
molto raro (≤ 1/10.000)
Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Esami diagnostici: |
Raro | Aspartato aminotransferasi (AST) aumentata, alanina aminotransferasi (ALT) aumentata, fosfatasi alcalina (ALP) aumentata, azotemia aumentata (tutti valori reversibili), perdita di peso |
Patologie cardiache: |
Molto raro | Ipotensione, ipertensione |
Patologie del sistema emolinfopoietico: |
Non comune | Discrasia |
Molto raro | Trombocitopenia, reticulocitopenia, leucopenia, eosinofilia, granulocitopenia, anemia |
Patologie del sistema nervoso: |
Raro | Polineuropatie, parestesie periferiche |
Molto raro | Encefalopatia, convulsioni, blocco neuromuscolare¹, capogiri¹, vertigini², disturbi dell’equilibrio³, cefalea |
Patologie dell’occhio: |
Molto raro | Disturbi visivi |
Patologie dell’orecchio e del labirinto: |
Molto raro | Danno vestibolare, perdita dell’udito, malattia di Ménière, tinnito³ |
Patologie gastrointestinali: |
Raro | Vomito, nausea, ipersalivazione, stomatite, colite pseudomembranosa4 |
Patologie renali e urinarie: |
Comune | Compromissione della funzione renale5 |
Molto raro | Insufficienza renale acuta,5 iperfosfaturia6, aminoaciduria6 |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: |
Non comune | Esantema cutaneo allergico |
Raro | Arrossamento cutaneo |
Molto raro | Alopecia, eritema multiforme7, sindrome di Stevens-Johnson7 |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: |
Raro | Dolore muscolare (mialgia) |
Molto raro | Amiostasia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione: |
Raro | Ipokaliemia, ipocalcemia, ipomagnesiemia³, inappetenza |
Molto raro | Ipofosfatemia6 |
Infezioni ed infestazioni: |
Molto raro | Sovrainfezione (da germi resistenti alla gentamicina) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione: |
Raro | Aumento della temperatura corporea |
Molto raro | Dolore nel sito di iniezione |
Disturbi del sistema immunitario: |
Molto raro | Reazioni di ipersensibilità7 |
Disturbi psichiatrici: |
Molto raro | Stato confusionale, allucinazioni, depressione mentale |
¹ Poiché la gentamicina ha proprietà di blocco neuromuscolare, i pazienti con disturbi muscolari (ad es. miastenia grave o morbo di Parkinson) e che ricevono in concomitanza miorilassanti devono essere monitorati con grande cautela. Sono stati segnalati blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria con la somministrazione di aminoglicosidi ai pazienti che hanno ricevuto miorilassanti curaro-simili durante l’anestesia. |
² È possibile un danno a carico del nervo vestibulococleare (ottavo nervo cranico), che può interessare sia l’equilibrio, sia l’udito. Il danno vestibolare è la reazione ototossica più comune. La perdita dell’udito si manifesta inizialmente con la diminuzione dell’acuità dei toni alti ed è solitamente irreversibile. Importanti fattori di rischio sono compromissione renale pregressa o un’anamnesi di danno a carico dell’ottavo nervo cranico; inoltre, il rischio aumenta in proporzione al livello della dose totale e giornaliera o in associazione a sostanze potenzialmente ototossiche. Sintomi di effetti ototossici sono: capogiri, fischio/ronzio nelle orecchie (tinnito), vertigini e meno comune perdita dell’udito. Con la gentamicina il meccanismo vestibolare può essere danneggiato se i livelli minimi di 2 mcg/ml vengono superati. Questo danno è solitamente reversibile se riconosciuto tempestivamente e se la dose viene adeguata. |
³ In casi rari può svilupparsi una sindrome simil-Bartter con ipokaliemia, ipocalcemia e ipomagnesiemia nei pazienti trattati con dosi elevate per un lungo periodo di tempo (più di 4 settimane). |
4 Normalmente, in questi casi sono coinvolti anche altri antibiotici. |
5 La compromissione renale sotto forma di limitazione della filtrazione glomerulare si osserva in circa il 10% dei pazienti trattati con la gentamicina e normalmente è reversibile. I fattori di rischio più importanti sono dose totale elevata, lunga durata di terapia, concentrazione sierica aumentata (livello minimo elevato); inoltre, altri potenziali fattori di rischio sono età, ipovolemia e shock. Segni clinici di danno renale sono: proteinuria, cilindruria, ematuria, oliguria, concentrazioni sieriche di creatinina e urea aumentate. In casi isolati, può verificarsi un’insufficienza renale acuta. |
6 In casi isolati, i pazienti trattati con un ciclo prolungato a dose elevata possono sviluppare una sindrome simil-Fanconi con ipofosfatemia, iperfosfaturia, ipocalcemia e aminoaciduria. |
7 Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità di vario grado di gravità, che vanno da eruzione cutanea, prurito e febbre da farmaci a gravi reazioni di ipersensibilità acuta (anafilassi). |
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La gentamicina presenta una stretta finestra terapeutica. In caso di accumulo (ad esempio come conseguenza di una compromissione della funzione renale), sono possibili danni a carico dei reni e del nervo vestibulococleare.
Trattamento in caso di sovradosaggio
Interrompere l’uso del farmaco. Non esiste alcun antidoto specifico. La gentamicina può essere eliminata dal sangue mediante emodialisi (l’eliminazione è più lenta e discontinua in caso di dialisi peritoneale).
Trattamento del blocco neuromuscolare:
In caso di blocco neuromuscolare (normalmente causato da interazioni, vedere paragrafo 4.5), è consigliabile somministrare cloruro di calcio e, se necessario, ricorrere alla respirazione artificiale.
Categoria farmacoterapeutica: altri aminoglicosidi, codice ATC: J01GB03
La gentamicina è un antibiotico aminoglicosidico estratto da Micromonospora purpurea. È un insieme di omologhi di gentamicina C1, C1a e C2 strutturalmente molto simili. L’omologo di gentamicina C2 è classificato come il componente con la massima tossicità. L’attività antibatterica di gentamicina solfato si stabilisce sia sulla base delle unità, sia sulla base della massa (peso). Si applicano i seguenti rapporti:
1 mg è equivalente a 628 U.I. o 1 U.I. è equivalente a 0,00159 mg di gentamicina solfato.
Nella propria normativa internazionale, l’OMS indica un’attività specifica di 614 U.I./mg di gentamicina solfato.
Meccanismo d’azione:
la gentamicina ha un’efficacia battericida sia durante la proliferazione, sia nello stadio quiescente dei batteri. Forma un legame con le proteine delle subunità 30S dei ribosomi batterici, che causa un "misreading" dell’mRNA.
Rapporto farmacocinetica/farmacodinamica
Gli aminoglicosidi presentano un effetto antibatterico dipendente dalla concentrazione.
La gentamicina e altri aminoglicosidi mostrano un chiaro effetto postantibiotico in vitro e in vivo nella maggior parte dei modelli d’infezione sperimentali. A condizione che vengano somministrate dosi sufficientemente elevate, questi farmaci sono pertanto efficaci contro infezioni causate da diversi microrganismi suscettibili, anche se la concentrazione nel plasma e nei tessuti rimane inferiore alla MIC durante parte dell’intervallo posologico. L’effetto postantibiotico permette di prolungare l’intervallo posologico senza alcuna perdita di efficacia nei confronti dei bacilli gram-negativi.
Meccanismo di resistenza
La resistenza può essere dovuta a un’insufficienza della permeazione, una bassa affinità per il ribosoma batterico o un’inattivazione di gentamicina da parte di enzimi microbici. L’insorgenza di resistenza durante la terapia non è comune.
Breakpoints
Secondo l’EUCAST, si applicano i seguenti valori limite per la gentamicina:
Breakpoints specie-correlati (S ≤/R >) | |
Enterobatteriacee | Pseudo-monas | Acineto-bacter | Stafilococco | Breakpoints non specie-correlati (S ≤/R >) |
2/4 | 4/4 | 4/4 | 1/1 | 2/4 |
La prevalenza di resistenza acquisita può variare geograficamente e con il tempo per determinate specie e sono auspicabili informazioni locali sulla resistenza, in particolare nel trattamento delle infezioni gravi. È necessario richiedere una consulenza specialistica quando la prevalenza locale della resistenza è tale da mettere in dubbio l’utilità del farmaco in almeno alcuni tipi di infezioni. Soprattutto in queste circostanze, è necessario prelevare campioni per identificare il microrganismo causale e per misurarne la sensibilità a gentamicina.
Specie comunemente suscettibili (secondo l’EUCAST) |
Microrganismi aerobi gram-positivi |
Listeria monocytogenes |
Staphylococcus aureus (MSSA) |
Microrganismi aerobi gram-negativi |
Campylobacter coli |
Campylobacter jejuni |
Citrobacter koseri |
Enterobacter aerogenes |
Enterobacter cloacae |
Escherichia coli |
Francisella tularensis |
Klebsiella oxytoca |
Klebsiella pneumoniae |
Proteus vulgaris |
Salmonella enterica subsp. eneterica |
Serratia marcescens |
Yersinia enterolitica |
Yersinia pseudotuberculosis |
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema |
Microrganismi aerobi gram-positivi |
Staphylococcus aureus (MSSA) |
Staphylococcus epidermidis |
Staphylococcus haemolyticus |
Microrganismi aerobi gram-negativi |
Acinectorbacter spp. |
Citrobacter freundii |
Morganella morganii |
Proteus mirabilis |
Pseudomonas aeruginosa |
Organismi a resistenza intrinseca |
Microrganismi aerobi gram-positivi |
Enterococcus faecalis |
Enterococcus faecium |
Streptococcus spp. |
Microrganismi aerobi gram-negativi |
Burkholderia cepacia |
Legionella pneumophila |
Stenotrophomonas maltophilia |
Altri |
Agenti patogeni atipici |
Chlamydia spp. |
Chlamydophila spp. |
Mycoplasma spp. |
Ureaplasma urealyticum |
Micro organismi anaerobi |
Abbreviazioni:
MSSA = Staphylococcus aureus meticillino-sensibile
MRSA = Staphylococcus aureus meticillino-resistente
Infezioni causate da Streptococchi o Enterococchi:
gli aminoglicosidi sono agenti adeguati per l’associazione ad altri antibiotici contro cocchi gram-positivi.
Per alcune indicazioni (setticemia, endocardite), sono stati effetti descritti gli effetti sinergici con i beta-lattamici sono. Questa sinergia è abolita quando gli Streptococchi o gli Enterococchi presentano un livello elevato di resistenza acquisita alla gentamicina
Altre note:
Sono stati descritti effetti sinergici con acilamino-penicilline (ad es. piperacillina) su Pseudomonas aeruginosa e con cefalosporine su Klebsiella pneumoniae.
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Come tutti gli antibiotici aminoglicosidici, la gentamicina viene scarsamente assorbita dalla mucosa intestinale sana dopo somministrazione orale. Pertanto, la somministrazione terapeutica avviene per via parenterale, ovvero endovenosa o intramuscolare.
Si osservano concentrazioni plasmatiche massime più elevate e livelli minimi inferiori quando la dose giornaliera totale viene somministrata come singola infusione giornaliera. Quando la gentamicina è somministrata mediante breve infusione endovenosa di 30 minuti a 4 mg/kg di peso corporeo al giorno in tre dosi suddivise, le concentrazioni massime e minime misurate nei pazienti adulti sono state rispettivamente di 4,7 mcg/ml e 1,0 mcg/ml. Con la monosomministrazione giornaliera della stessa dose, le concentrazioni massime e minime misurate sono state di 9,5 mcg/ml e 0,4 mcg/ml.
In generale le concentrazioni sieriche terapeutiche sono comprese tra 2 e 8 mcg/ml. Le concentrazioni terapeutiche massime nel siero sono comprese nell’intervallo di 5-10 mcg/ml per la somministrazione giornaliera a dosi ripetute e di 20-30 mcg/ml per la somministrazione a dose singola. Non devono essere superate concentrazioni sieriche massime di 10-12 mcg/ml in caso di somministrazione convenzionale, vale a dire in più dosi al giorno. Prima di somministrare un’altra dose, la concentrazione sierica deve essere scesa al di sotto di 2 mcg/ml in caso di somministrazione convenzionale, vale a dire in più dosi al giorno.
Distribuzione
A 0,25 l/kg, il volume di distribuzione di gentamicina è grosso modo equivalente al volume dell’acqua extracellulare. Nei neonati, il volume di distribuzione è il 60% del peso corporeo e diminuisce con l’avanzare dell’età.
La distribuzione di gentamicina nei singoli organi comporta concentrazioni diverse nei vari tessuti; le concentrazioni più elevate si osservano nel tessuto renale. Le concentrazioni minori si misurano nel fegato e nella cistifellea, nel polmone e nella milza.
La gentamicina attraversa la placenta; le concentrazioni fetali possono essere pari al 30% delle concentrazioni plasmatiche materne.La gentamicina viene escreta in piccole quantità nel latte materno (dove si trova 1/3 della concentrazione, come nel caso del plasma materno).
Dopo la ripetuta iniezione di gentamicina, nel liquido sinoviale, pleurico, pericardico e peritoneale si misura circa il 50% delle concentrazioni raggiunte nel plasma . La penetrazione di gentamicina nel liquido cerebrospinale è scarsa nelle meningi non infiammate. Nelle meningi infiammate, le concentrazioni raggiungono il 30% delle concentrazioni misurate nel plasma.
Legame alle proteine nel plasma: inferiore al 10%.
Biotrasformazione
La gentamicina non viene metabolizzata nell’organismo.
Eliminazione
La gentamicina viene eliminata immodificata nella forma microbiologicamente attiva principalmente con le urine mediante filtrazione glomerulare. L’emivita di eliminazione dominante nei pazienti con funzionalità renale nella norma è di circa 2-3 ore. I pazienti anziani eliminano la entamicina più lentamente degli adulti più giovani. I bambini hanno un’emivita più breve e velocità di clearance più elevate rispetto ai pazienti adulti. Nei neonati fino a tre settimane di età, l’emivita sierica risulta prolungata di circa 1/3 a causa della funzione renale immatura di questi pazienti.
Si osserva un accumulo di gentamicina nelle cellule tubulari della corteccia renale. Un rilascio di gentamicina da questo comparto profondo comporta un’emivita terminale di 100-150 ore.
L’eliminazione ha luogo indipendentemente dalla dose. Ben oltre il 90% della sostanza viene eliminata attraverso i reni. Solo circa il 2% della dose somministrata viene escreta per via extrarenale in caso di funzione renale nella norma. La clearance totale è di circa 0,73 ml x min-1 x kg-1.
Nei pazienti con funzione renale compromessa, l’emivita di eliminazione risulta prolungata in base al grado di compromissione renale. L’aderenza al programma di trattamento standard comporta l’accumulo del farmaco. Le gentamicina è completamente dializzabile.
Durante l’emodialisi extracorporea, viene eliminato dal siero il 50-80% di gentamicina a seconda della durata della dialisi. È possibile anche la dialisi peritoneale; qui le emivite di eliminazione sono comprese tra 12,5 e 28,5 ore e il 25% della dose viene eliminato nell’arco di 48-72 ore.
Tossicità acuta
Gli studi di tossicità acuta condotti su varie specie animali non hanno indicato alcuna sensibilità particolare.
Tossicità cronica
Negli studi di tossicità cronica (somministrazione intramuscolare) condotti su varie specie animali, sono stati osservati effetti nefrotossici e ototossici a dosi elevate.
Potenziale mutageno e cancerogeno
La gentamicina non è risultata mutagena nei test in vitro e in vivo. Non esistono studi animali a lungo termine sul potenziale cancerogeno della gentamicina.
Tossicità della riproduzione
È stato osservato un potenziale rischio di danno a carico dell’orecchio interno e dei reni nel feto per la classe degli antibiotici aminoglicosidici. Nei ratti e nelle cavie sono state documentate anomalie renali del feto dopo la somministrazione di gentamicina alle genitrici.
Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione
Sodio cloruro
Acqua per preparazioni iniettabili
Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione
Edetato disodico
Sodio cloruro
Acqua per preparazioni iniettabili
Questo medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti medicinali. Non miscelare mai aminoglicosidi in una soluzione per infusione con antibiotici beta-lattamici (ad es. penicilline, cefalosporine), eritromicina o lipifisan per evitare un’inattivazione chimico-fisica. Questo vale anche per un’associazione di gentamicina con diazepam, furosemide, flecainide acetato o sodio eparina.
I principi attivi o la soluzione per ricostituzione/diluizione seguenti non devono essere somministrati in concomitanza :
la gentamicina non è compatibile con amfotericina B, cefalotina sodica, nitrofurantoina sodica, sulfadiazina sodica e tetracicline.
L’aggiunta di gentamicina a soluzioni contenenti bicarbonato può portare a liberazione di biossido di carbonio.
3 anni
Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente.
Se non usato immediatamente, i tempi di conservazione e le condizioni prima dell’uso rientrano nell’ambito di responsabilità dell’utilizzatore e non devono normalmente superare le 24 ore a 2- 8° C.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
Flaconi di polietilene a bassa densità contenenti 80 ml (1mg/ml), 80 ml (3mg/ml) e 120 ml (3mg/ml).
Gentamicina 1 mg/ml:
10 x 80 ml
20 x 80 ml
Gentamicina 3 mg/ml:
10 x 80 ml
20 x 80 ml
10 x 120 ml
20 x 120 ml
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Gentamicina B. Braun 1 mg/ml soluzione per infusione e Gentamicina B. Braun 3 mg/ml soluzione per infusione sono formulazioni pronte all’uso e non devono essere diluite prima della somministrazione.
La soluzione deve essere somministrata con dispositivo sterile utilizzando una tecnica asettica. Il dispositivo di somministrazione deve essere riempito di soluzione per evitare l’ingresso di aria nel sistema.
Esclusivamente monouso.
La soluzione non utilizzata deve essere gettata.
Prima della somministrazione, la soluzione deve essere controllata visivamente per verificare l’eventuale presenza di particelle e segni di scolorimento. Usare la soluzione solo se limpida e priva di particelle.
Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 4.2.
B. Braun Melsungen AG
Carl Braun Strasse 1
34209 Melsungen
Germania
1 mg/ml soluzione per infusione 10 flaconi PE da 80 ml A.I.C. n. 038940019/M
1 mg/ml soluzione per infusione 20 flaconi PE da 80 ml A.I.C. n. 038940021/M
3 mg/ml soluzione per infusione 10 flaconi PE da 80 ml A.I.C. n. 038940033/M
3 mg/ml soluzione per infusione 20 flaconi PE da 80 ml A.I.C. n. 038940045/M
3 mg/ml soluzione per infusione 10 flaconi PE da 120 ml A.I.C. n. 038940058/M
3 mg/ml soluzione per infusione 20 flaconi PE da 120 ml A.I.C. n. 038940060/M
30/03/2010
30/03/2010