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GLICLAZIDE DOC 30 MG COMPRESSE A RILASCIO PROLUNGATO
Una compressa a rilascio prolungato contiene 30 mg di gliclazide.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa a rilascio prolungato.
Compresse a forma di capsula, di colore da bianco a biancastro, con facce piatte, spigoli smussati, l’incisione “APO 30” su un lato, lisce sull’altro lato.
Diabete non insulino-dipendente (di tipo 2) nell’adulto, quando le misure dietetiche, l’esercizio fisico e il calo ponderale non siano da soli sufficienti a controllare la glicemia.
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- Uso orale.
- Uso riservato agli adulti.
- Si raccomanda di deglutire le compresse intere.
La posologia giornaliera può variare da 1 a 4 compresse, ovvero da 30 a 120 mg, in un’unica somministrazione giornaliera a colazione.
In caso di mancata assunzione di una dose, non vi deve essere aumento della dose presa il giorno successivo.
Come per tutti gli agenti ipoglicemizzanti, la posologia deve essere adattata in funzione della risposta metabolica individuale di ciascun paziente (glicemia, HbA1c).
• Dose iniziale:
La dose iniziale raccomandata è di 30 mg al giorno.
Se il controllo glicemico è soddisfacente, questa posologia può essere adottata come trattamento di mantenimento.
Se il controllo glicemico non è soddisfacente, la posologia può essere gradualmente aumentata a 60, 90 o 120 mg al giorno. L’intervallo tra ciascun aumento di dose deve essere di almeno un mese, salvo nei pazienti nei quali non si verifichi alcuna riduzione della glicemia dopo 2 settimane di trattamento. In questi casi è possibile aumentare la posologia alla fine della seconda settimana di trattamento.
La dose massima raccomandata è di 120 mg al giorno.
• Sostituzione di GLICLAZIDE DOC Generici compresse da 80 mg con GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato:
1 compressa di GLICLAZIDE DOC Generici 80 mg equivale a 1 compressa a rilascio prolungato di GLICLAZIDE DOC 30 mg. La sostituzione può quindi essere attuata controllando attentamente la glicemia.
• Sostituzione di un altro antidiabetico orale con GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato:
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato può essere usato per sostituire altri antidiabetici orali.
Per passare a GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato occorre tenere presenti la posologia e l’emivita dell’antidiabetico che viene sostituito.
Generalmente, la sostituzione avviene senza fase di transizione. Si deve cominciare con una dose di 30 mg che viene successivamente adattata, come sopra descritto, in base alla risposta glicemica di ogni singolo paziente.
Nel caso in cui si sostituisca una sulfanilurea ipoglicemizzante a emivita prolungata, può essere necessario rispettare una finestra terapeutica di qualche giorno, al fine di evitare un effetto additivo dei due prodotti, che può causare ipoglicemia.
Nella fase di sostituzione si raccomanda di seguire la stessa procedura indicata per l’inizio di una terapia con GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato, cominciando il trattamento alla posologia di 30 mg al giorno e aumentandola gradualmente in funzione della risposta metabolica.
• Associazione con altri antidiabetici:
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato può essere somministrato in associazione alle biguanidi, agli inibitori dell’alfa glucosidasi o all’insulina.
In pazienti non sufficientemente controllati con GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato è possibile iniziare contemporaneamente una terapia insulinica sotto stretto controllo medico.
• Nei soggetti anziani (oltre i 65 anni) GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato deve essere prescritto seguendo lo stesso schema posologico raccomandato per i pazienti di età inferiore ai 65 anni.
• Nei pazienti affetti da insufficienza renale da lieve a moderata è possibile seguire lo stesso schema posologico di quelli con una funzionalità renale normale, tenendo il paziente sotto stretto controllo. Queste evidenze sono confermate da studi clinici.
• Nei pazienti a rischio di crisi ipoglicemica per:
- stati di denutrizione o di malnutrizione
- patologie endocrine gravi o mal compensate (ipopituitarismo, ipotiroidismo, insufficienza adrenocorticotropa),
- interruzione di una terapia cortisonica prolungata e/o a dosaggio elevato,
- patologia vascolare grave (grave coronaropatia, grave compromissione carotidea, patologia vascolare diffusa); si raccomanda di iniziare il trattamento alla posologia minima di 30 mg al giorno.
• Bambini e adolescenti (sotto i 18 anni)
Non sono disponibili dati clinici nei bambini e negli adolescenti.
L’uso di gliclazide è controindicato in pazienti con:
- ipersensibilità alla gliclazide o a uno qualsiasi degli eccipienti; alle altre sulfaniluree o ai sulfamidici;
- diabete di tipo I;
- pre-coma e coma diabetico; chetoacidosi diabetica;
- grave insufficienza epatica o renale: in questi casi si raccomanda di ricorrere all’insulina; trattamento in corso con miconazolo (vedere paragrafo 4.5);
- allattamento (vedere paragrafo 4.6).
IPOGLICEMIA:
Questo trattamento deve essere prescritto soltanto a pazienti che assumono i pasti con regolarità (compresa la prima colazione). Una regolare introduzione di carboidrati è importante a causa del maggior rischio di comparsa di ipoglicemia in seguito a un ritardo nell’assunzione di un pasto o a causa di un’alimentazione insufficiente o povera in carboidrati. La comparsa di ipoglicemia è più probabile in condizioni di regime ipocalorico, in seguito a uno sforzo intenso o prolungato, dopo l’ingestione di alcol o in corso di trattamento con un’associazione di agenti ipoglicemizzanti.
In corso di trattamento con sulfaniluree (vedere paragrafo 4.8) può comparire ipoglicemia. In alcuni casi può essere grave e prolungata. Possono essere necessarie l’ospedalizzazione del paziente e la somministrazione di glucosio per alcuni giorni.
Una selezione accurata dei pazienti, della posologia utilizzata e precise istruzioni al paziente sono necessarie per ridurre il rischio di comparsa di crisi ipoglicemiche.
Fattori che aumentano il rischio di ipoglicemia:
- rifiuto o (specialmente nel paziente anziano) incapacità del paziente a collaborare;
- malnutrizione, irregolarità nell’orario dei pasti o mancata assunzione di un pasto, periodi di digiuno o modificazioni del regime alimentare;
- squilibrio tra esercizio fisico e introduzione di carboidrati;
- insufficienza renale;
- insufficienza epatica grave;
- sovradosaggio di GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato;
- alcune disfunzioni endocrine: insufficienza tiroidea, insufficienza ipofisaria e surrenalica;
- somministrazione concomitante con altri farmaci (vedere paragrafo 4.5).
Insufficienza renale ed epatica:
La farmacocinetica e/o la farmacodinamica della gliclazide possono essere modificate nei pazienti affetti da insufficienza epatica o renale grave. Poiché in questi pazienti un’ipoglicemia può essere prolungata, questi ultimi devono essere adeguatamente controllati.
Informazione per il paziente:
I rischi di una crisi ipoglicemica, i suoi sintomi e il relativo trattamento, nonché i fattori predisponenti al suo sviluppo, devono essere illustrati al paziente e alla sua famiglia.
Il paziente deve essere informato dell’importanza di rispettare il regime alimentare, di seguire un programma di esercizio fisico regolare e di controllare regolarmente la glicemia.
Controllo insufficiente della glicemia: l’equilibrio glicemico di un paziente trattato con un antidiabetico può essere influenzato dal verificarsi di: febbre, traumi, infezione o di intervento chirurgico. In alcuni casi può rendersi necessaria la somministrazione di insulina.
L’efficacia ipoglicemizzante di tutti gli antidiabetici orali, compresa la gliclazide, tende ad attenuarsi nel tempo in molti pazienti. Ciò può essere dovuto a un aggravamento del diabete o una diminuzione della risposta al trattamento.
Tale fenomeno è definito fallimento secondario, per distinguerlo dal fallimento primario, in cui un principio attivo è inefficace come trattamento di prima intenzione. Prima di classificare il trattamento di un paziente come fallimento secondario, devono essere valutati un aggiustamento della dose e il rispetto del regime alimentare.
Effetti ematologici:
Il trattamento con sulfaniluree di pazienti con deficienza di G6PD può portare ad anemia emolitica. Poiché la gliclazide appartiene alla classe delle sulfaniluree deve essere utilizzata con cautela in tali pazienti e deve essere considerata una terapia alternativa alle sulfaniluree.
Analisi di laboratorio:
per effettuare il controllo della glicemia si raccomanda di eseguire la determinazione del tasso di emoglobina glicata (o della glicemia a digiuno nel sangue venoso). Può anche essere utile l’autocontrollo della glicemia.
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Le interazioni sono state studiate solo nell’adulto.
1) I seguenti medicinali possono aumentare il rischio di ipoglicemia
Associazioni controindicate
Miconazolo (via sistemica, gel orale): aumento dell’azione ipoglicemizzante, con possibile comparsa di sintomi ipoglicemici, fino al coma.
Associazioni non raccomandate
Fenilbutazone (via sistemica):
- aumento dell’azione ipoglicemizzante delle sulfaniluree (spostamento dei loro legami con le proteine plasmatiche e/o diminuzione della loro eliminazione).
- utilizzare preferibilmente un altro antiinfiammatorio; altrimenti avvertire il paziente e sottolineare l’importanza dell’autocontrollo. Ove necessario adattare la posologia durante e dopo il trattamento con l’antiinfiammatorio.
Alcol:
- aumento della reazione ipoglicemica (per inibizione delle reazioni di compensazione), che può portare alla comparsa di coma ipoglicemico.
- evitare l’assunzione di bevande alcoliche e di medicinali contenenti alcol.
Associazioni che necessitano di precauzioni d’impiego
Un potenziamento dell’effetto ipoglicemizzante e quindi, in alcuni casi, una crisi ipoglicemica, può intervenire in seguito a concomitante somministrazione di uno dei seguenti farmaci:
Altri antidiabetici (insulina, acarbose, biguanidi) beta-bloccanti, fluconazolo, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (captopril, enalapril), antagonisti dei recettori H2, IMAO, sulfonammidi e antiinfiammatori non steroidei.
2) Le seguenti sostanze possono favorire un aumento della glicemia
Associazioni non raccomandate
Danazol:
- effetto diabetogeno del danazol
- se l’uso di questo principio attivo non può essere evitato, avvertire il paziente e sottolineare l’importanza del controllo del glucosio nel sangue e nelle urine. Durante e dopo il trattamento con il danazol può rendersi necessario un aggiustamento della posologia dell’antidiabetico.
Associazioni che necessitano di precauzioni d’impiego
Clorpromazina (neurolettico):
- a posologie elevate, superiori a 100 mg /die, aumento della glicemia (ridotta liberazione di insulina)
- informare il paziente e sottolineare l’importanza del controllo della glicemia. Durante e dopo il trattamento con il neurolettico può rendersi necessario un aggiustamento della posologia dell’antidiabetico.
Glucocorticoidi (via sistemica e locale: intra-articolare, cutanea e preparazioni rettali) e tetracosactide:
- aumento della glicemia con possibile chetosi
- (diminuzione della tolleranza ai carboidrati dovuta ai glucocorticoidi)
- informare il paziente e sottolineare l’importanza del controllo della glicemia, specialmente all’inizio del trattamento. Durante e dopo il trattamento con i glucocorticoidi può rendersi necessario un aggiustamento della posologia dell’antidiabetico.
Ritodrina, salbutamolo, terbutalina: (via E.V.)
- aumento della glicemia dovuta all’effetto dei beta-2 agonisti.
- sottolineare l’importanza del controllo glicemico. Se necessario passare all’insulina.
3) Associazioni che devono essere tenute in considerazione
Terapia anticoagulante (warfarin)
- le sulfaniluree possono potenziare l’effetto anticoagulante in corso di terapia associata.
- un adattamento della posologia dell’anticoagulante può essere necessario.
Gravidanza
Non vi sono dati clinici sull’uso della gliclazide nella donna in gravidanza, sebbene vi siano alcuni dati disponibili con altre sulfaniluree.
Negli studi condotti su animali da laboratorio la gliclazide non è risultata teratogena.
Il controllo del diabete deve essere conseguito prima del concepimento, per ridurre il rischio di anomalie congenite legate a un diabete scompensato.
In gravidanza gli ipoglicemizzanti orali non sono indicati; l’insulina è il farmaco di prima scelta nel trattamento del diabete durante la gravidanza. Si raccomanda di effettuare il passaggio dal trattamento ipoglicemizzante orale all’insulina prima di pianificare una gravidanza o nel momento in cui una gravidanza venisse accertata.
Allattamento
Non è noto se la gliclazide o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno.
Dato il rischio di ipoglicemia neonatale, il farmaco è controindicato nelle donne che allattano.
Non vi sono studi clinici sulla capacità di guidare o usare macchinari.
I pazienti devono essere sensibilizzati sui sintomi dell’ipoglicemia e devono usare prudenza nella guida di autoveicoli o nell’utilizzo di macchinari, specialmente all’inizio del trattamento.
Gli effetti indesiderati riportati con frequenza superiore a quella di casi isolati sono elencati di seguito, per sistema organo classe e per frequenza. Le frequenze sono definite come:
molto comune (≥1/10);
comune (≥1/100 a < 1/10);
non comune (≥1/1,000 a < 1/100);
rara (≥1/10,000 a <1/1,000);
molto rara (<1/10,000);
non nota (la frequenza non può essere stimata dai dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Rare: cambiamenti ematologici. Possono includere anemia, leucopenia, trombocitopenia, granulocitopenia. Sono generalmente reversibili all’interruzione della terapia con gliclazide.
Patologie dell’occhio:
Rare: disturbi transitori della visione che possono verificarsi soprattutto all’inizio del trattamento, a causa di cambiamenti nei livelli ematici di glucosio.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Rare: rash, prurito, orticaria, eritema, rash maculopapulare, reazioni bollose.
Patologie gastrointestinali
Non comuni: dolore addominale, nausea, vomito, dispepsia, diarrea e costipazione. Se questi si verificano, possono essere evitati o minimizzati assumendo gliclazide con la prima colazione.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Comuni: Ipoglicemia
Come per altre sulfaniluree, il trattamento con gliclazide 30 mg compresse a rilascio prolungato può causare ipoglicemia, se l’orario dei pasti è irregolare e, in particolare, se vengono saltati dei pasti. I possibili sintomi di ipoglicemia sono: mal di testa, fame intensa, nausea, vomito, stanchezza, disturbi del sonno, agitazione, aggressività, concentrazione ridotta, coscienza ridotta e reazioni rallentate, depressione, confusione, disturbi della vista e dell’eloquio, afasia, tremori, paresi, disturbi sensoriali, stordimento, senso di debolezza, perdita di autocontrollo, delirio, convulsioni, respirazione superficiale, bradicardia, stordimento e perdita di coscienza, che può risultare in coma ed esito letale.
In aggiunta, possono essere osservati segni di contro-regolazione adrenergica: sudorazione, pelle madida, ansia, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris e aritmia cardiaca.
Solitamente, i sintomi scompaiono dopo l’assunzione di carboidrati (zucchero). Tuttavia i dolcificanti artificiali non hanno effetto. L’esperienza con altre sulfaniluree mostra che l’ipoglicemia si può ripresentare anche dopo che le misure prese si sono rivelate inizialmente efficaci.
Se un episodio di ipoglicemia è grave o prolungato, anche nel caso venga temporaneamente controllato dall’assunzione di zucchero, si richiedono immediate cure mediche e ospedalizzazione.
Patologie epatobiliari:
Rare: incremento degli enzimi epatici (AST, ALT, fosfatasi alcalina), epatite (casi isolati). Interrompere il trattamento se compare ittero. Questi sintomi solitamente scompaiono dopo interruzione del trattamento.
Effetti attribuibili alla classe terapeutica:
Casi di eritrocitopenia, agnanulocitosi, anemia emolitica, pancitopenia e vasculiti allergiche sono stati riportati per altre sulfaniluree.
Inoltre, per altre sulfaniluree sono stati riportati casi di innalzamento di enzimi epatici nonché di insufficienza epatica (p.es. con colestasi ed ittero) ed epatiti, che sono regrediti dopo sospensione della sulfanilurea o hanno in casi isolati determinato una insufficienza epatica a rischio di vita per il paziente.
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Il sovradosaggio da sulfaniluree può causare ipoglicemia.
Sintomi modesti di ipoglicemia, senza perdita di coscienza, né altri segni neurologici, devono essere corretti con un apporto glucidico, un adattamento della posologia e/o una modifica del regime alimentare. Il paziente deve essere tenuto sotto stretto controllo fino a quando il medico non abbia la certezza che il paziente sia fuori pericolo.
Gravi reazioni ipoglicemiche, con coma, convulsioni o altri disturbi neurologici sono possibili e rappresentano un’urgenza medica che richiede l’immediata ospedalizzazione del paziente.
Se viene diagnosticato o si sospetta un coma ipoglicemico, si devono somministrare al paziente 50 ml di soluzione glucosata concentrata (dal 20 al 30%) in perfusione e.v. rapida. Questa deve essere seguita da una perfusione continua di una soluzione glucosata più diluita (10%), a una velocità tale da mantenere la glicemia al di sopra di 1g/l. I pazienti devono essere tenuti sotto stretta sorveglianza e, in base alle loro condizioni in quel momento, il medico deciderà se sono necessari ulteriori controlli.
A causa del forte legame della gliclazide alle proteine plasmatiche, la dialisi non è utile al paziente.
SULFONAMIDI, DERIVATI DELL’UREA
Codice ATC: A10BB09
La gliclazide è una sulfanilurea ipoglicemizzante - agente antidiabetico orale che differisce dai composti correlati per un anello eterociclico contenente un atomo di azoto con legame endociclico.
La gliclazide riduce la glicemia stimolando la secrezione di insulina da parte delle cellule beta delle isole di Langerhans. L’aumento della risposta post-prandiale alla secrezione di insulina e di peptide C persiste dopo 2 anni di trattamento.
Oltre a queste proprietà metaboliche, la gliclazide possiede anche proprietà emovascolari.
Effetti sul rilascio di insulina
Nel paziente diabetico di tipo 2 la gliclazide ripristina il picco precoce di insulinosecrezione in risposta al glucosio e aumenta la seconda fase di insulino-secrezione. Un aumento significativo della risposta insulinica è osservato in risposta a un pasto o a uno stimolo glucidico.
Proprietà emovascolari
La gliclazide rallenta il processo di microtrombosi grazie a due meccanismi che possono essere implicati nell’insorgenza delle complicanze del diabete:
inibizione parziale della aggregazione e della adesività piastriniche con diminuzione dei marker di attivazione piastrinica (beta tromboglobulina, Trombossano B2); azione sull’attività fibrinolitica dell’endotelio vascolare con aumento dell’attività tPA.
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Assorbimento:
La gliclazide è completamente assorbita. L’assunzione di cibo non influenza la velocità o il grado di assorbimento.
Distribuzione:
I livelli plasmatici aumentano progressivamente durante le prime 6 ore, raggiungendo un plateau che viene mantenuto dalla sesta alla dodicesima ora dopo la somministrazione.
La variabilità intra-individuale è bassa.
Il rapporto tra la dose somministrata fino a 120 mg e l’area sotto la curva concentrazione tempo è lineare. Il legame con le proteine plasmatiche è approssimativamente del 95%. Il volume di distribuzione è di circa 30 litri.
Una dose singola di gliclazide 30 mg compresse a rilascio prolungato mantiene concentrazioni plasmatiche efficaci di gliclazide per oltre 24 ore.
Metabolismo:
La gliclazide viene metabolizzata principalmente dal fegato ed escreta nelle urine: meno dell’1% della forma immodificata è escreta nelle urine. Non sono stati rilevati nel plasma metaboliti attivi.
Escrezione:
L’emivita di eliminazione della gliclazide varia tra 12 e 20 ore.
Anziani:
Non sono stati osservati cambiamenti clinicamente significativi nei parametri farmacocinetici nei pazienti anziani.
Sulla base degli studi convenzionali di tossicità per dosi ripetute e di genotossicità i dati preclinici non rilevano rischi particolari per l’uomo.
Non sono stati condotti studi di cancerogenicità a lungo termine.
Dagli studi condotti su animali da laboratorio non sono emersi effetti teratogenici; è stato tuttavia osservato un decremento di peso nei feti di madri che ricevevano dosi 25 volte più elevate di quella raccomandata nell’uomo.
Ipromellosa
Acido stearico
Silice colloidale anidra
Non pertinente.
18 mesi.
Flacone dopo la prima apertura: 60 giorni.
Conservare a temperatura inferiore a 30°C.
Blister:
Conservare nel confezionamento originale per proteggere dall’umidità.
Flacone:
Conservare il flacone ben chiuso per proteggere dall’umidità.
Blister in PVC/PVDC/Al:
20, 28, 30, 56, 60, 90, 120 o 500 compresse.
Contenitori in HDPE con tappo in PP e chiusura in poliestere/alluminio:
60 o 120 compresse.
Nessuna istruzione particolare.
DOC Generici Srl
Via Manuzio 7
20124 Milano
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 20 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656018/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 28 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656020/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656032/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 56 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656044/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656057/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 90 compresse in blister PVC/PVDC/AL AIC 039656069/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 120 compresse in blister PVC/PVDC/AL - AIC 039656071/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 500 compresse in blister PVC/PVDC/AL - AIC 039656083/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 60 compresse in flacone HDPE - AIC 039656095/M
GLICLAZIDE DOC 30 mg compresse a rilascio prolungato - 120 compresse in flacone HDPE - AIC 039656107/M
Maggio 2010
Luglio 2010