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GLIMEPIRIDE ACCORD HEALTHCARE COMPRESSE
Ciascuna compressa contiene 1 mg di glimepiride.
Ciascuna compressa contiene 78,37 mg di lattosio monoidrato.
Ciascuna compressa contiene 2 mg di glimepiride.
Ciascuna compressa contiene 156,60 mg di lattosio monoidrato.
Ciascuna compressa contiene 3 mg di glimepiride.
Ciascuna compressa contiene 155,70 mg di lattosio monoidrato.
Ciascuna compressa contiene 4 mg di glimepiride.
Ciascuna compressa contiene 154,75 mg di lattosio monoidrato.
Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
Glimepiride Compresse 1 mg: Compresse non rivestite, piatte, rotonde, di colore rosa, con bordi smussati e linea di incisione su un lato e lisce sull’altro lato.
Glimepiride Compresse 2 mg: Compresse non rivestite, di forma ovale, di colore verde, con linea di incisione su un lato e lisce sull’altro lato.
Glimepiride Compresse 3 mg: Compresse non rivestite, di forma ovale, di colore giallo pallido, con linea di incisione su un lato e lisce sull’altro lato.
Glimepiride Compresse 4 mg: Compresse non rivestite, di forma ovale, di colore blu, con linea di incisione su un lato e lisce sull’altro lato.
La linea di incisione sulla compressa serve per agevolarne la rottura al fine di ingerire la compressa più facilmente e non per dividerla in dosi uguali.
Glimepiride è indicata per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, quando dieta, esercizio fisico e riduzione di peso da soli non sono adeguati.
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Per somministrazione orale.
La base per un trattamento efficace del diabete è la buona dieta, un’attività fisica regolare, così come controlli di routine del sangue e dell’urina. La mancata aderenza del paziente alla dieta consigliata non può essere compensata dalle compresse o dall’insulina.
Il dosaggio è stabilito in base ai risultati delle determinazioni dei valori di glucosio ematico e urinario.
La dose iniziale è 1 mg di glimepiride al giorno. Se si raggiunge un buon controllo, questo dosaggio deve essere adottato come terapia di mantenimento.
Per i diversi regimi posologici sono disponibili concentrazioni appropriate.
Se il controllo non è soddisfacente, il dosaggio dovrebbe essere aumentato, in base al controllo glicemico, in modo graduale con intervalli di 1-2 settimane circa, a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno.
Un dosaggio superiore a 4 mg di glimepiride al giorno porta a risultati migliori solo in casi eccezionali.
La dose massima raccomandata è di 6 mg di glimepiride al giorno.
Nei pazienti che non sono adeguatamente controllati con la dose giornaliera massima di metformina, può essere iniziata la terapia concomitante con glimepiride. Mentre si mantiene la dose di metformina, si inizia il trattamento con glimepiride con una dose bassa, e la dose viene poi titolata secondo il livello desiderato di controllo metabolico fino alla dose giornaliera massima. La terapia in associazione dovrebbe essere iniziata sotto l’attento controllo medico.
Nei pazienti non adeguatamente controllati con la dose giornaliera massima di glimepiride, è possibile, se necessario, iniziare la terapia concomitante con insulina. Mentre si mantiene la dose di glimepiride, si inizia il trattamento con insulina con una dose bassa e la dose viene titolata secondo il livello desiderato di controllo metabolico. La terapia in associazione dovrebbe essere iniziata sotto l’attento controllo medico.
Normalmente è sufficiente una singola dose giornaliera di glimepiride. Si consiglia di assumere la dose poco prima o durante un’abbondante colazione o – se non si consuma la colazione – poco prima o durante il primo pasto principale. Nel caso in cui ci si dimentichi di assumere una dose, non si deve correggere la dimenticanza aumentando la dose successiva . Le compresse devono essere ingerite intere con un po’ di liquido.
Qualora un paziente avesse una reazione ipoglicemica alla dose di 1 mg di glimepiride al giorno, questo indica che è possibile il controllo con la sola dieta.
Nel corso del trattamento, dato che un miglioramento del controllo del diabete è associato ad una maggiore sensibilità all’insulina, il fabbisogno di glimepiride può diminuire. Per evitare l’ipoglicemia si deve pertanto considerare di ridurre tempestivamente la dose o di interrompere la terapia. Potrebbe anche essere necessario il cambiamento della posologia se sono presenti modificazioni del peso o dello stile di vita del paziente, o altri fattori che aumentano il rischio di ipoglicemia o iperglicemia.
Passaggio da altri ipoglicemizzanti orali a glimepiride
È in genere possibile effettuare un passaggio da altri ipoglicemizzanti orali a glimepiride. Per il passaggio a glimepiride, devono essere considerati la concentrazione e l’emivita del farmaco precedente. In alcuni casi, particolarmente negli antidiabetici a lunga emivita (ad es. clorpropamide), è consigliabile un periodo di washout di alcuni giorni per minimizzare il rischio di reazioni ipoglicemiche dovute all’effetto additivo.
La dose iniziale raccomandata è 1 mg di glimepiride al giorno. In base alla risposta il dosaggio di glimepiride può essere gradualmente aumentato, come indicato prima.
Passaggio dall’insulina a glimepiride
In casi eccezionali di pazienti affetti da diabete di tipo 2 controllati con insulina, può essere indicato il passaggio a glimepiride. Il passaggio deve essere effettuato sotto stretto controllo medico.
Popolazioni speciali
Pazienti con compromissione renale o epatica
Vedere paragrafo 4.3.
Bambini e adolescenti:
Non sono disponibili dati sull’uso di glimepiride in pazienti di età inferiore agli 8 anni. Per i bambini da 8 a 17 anni, sono disponibili dati limitati su glimepiride in monoterapia (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
I dati della sicurezza e dell’efficacia disponibili nella popolazione pediatrica sono insufficienti e pertanto questo uso non è raccomandato.
Glimepiride è controindicata in pazienti con le seguenti condizioni:
- ipersensibilità alla glimepiride, altre sulfoniluree o sulfonamidi o a uno qualsiasi degli eccipienti
- diabete di Tipo 1 (insulino-dipendente)
- coma diabetico
- chetoacidosi
- gravi alterazioni della funzionalità renale o epatica
In caso di gravi alterazioni della funzione renale o epatica, è richiesto un passaggio all’insulina.
Glimepiride deve essere assunto poco prima o durante un pasto.
Quando i pasti vengono assunti a ore irregolari o vengono addirittura saltati, il trattamento con Glimepiride Compresse può determinare ipoglicemia. I possibili sintomi di ipoglicemia comprendono: cefalea, fame imperiosa, nausea, vomito, stanchezza, sonnolenza, disturbo del sonno, irrequietezza, aggressività, alterazione della concentrazione, dello stato di vigilanza e del tempo di reazione, depressione, confusione, disturbi della parola e della vista, afasia, tremore, paresi, disturbi sensori, vertigini, abbandono, perdita dell’autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino al coma, respirazione poco profonda e bradicardia. Inoltre possono essere presenti segni della contro-regolazione adrenergica, come sudorazione, pelle umida, ansia, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris e aritmie cardiache.
Il quadro clinico di un grave attacco ipoglicemico può somigliare a quello di un ictus.
I sintomi possono essere quasi sempre rapidamente controllati con l’assunzione immediata di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali sono inefficaci.
Dall’uso di altre sulfoniluree è noto che, nonostante l’iniziale successo delle contromisure, l’ipoglicemia può ricomparire.
Una ipoglicemia grave o prolungata, controllata solo temporaneamente dalla somministrazione delle consuete quantità di zucchero, richiede il trattamento medico immediato e, occasionalmente, il ricovero in ospedale.
I fattori che favoriscono l’ipoglicemia comprendono:
non disponibilità o (più comunemente nei pazienti più anziani) incapacità del paziente a cooperare
malnutrizione, pasti irregolari o pasti omessi o periodi di digiuno
alterazioni della dieta
squilibrio tra l’esercizio fisico e l’assunzione di carboidrati
consumo di alcolici; in particolare se combinato con pasti saltati
funzionalità renale compromessa
grave disfunzione epatica
sovradosaggio con Glimepiride Compresse
alcuni disturbi del sistema endocrino scompensati che colpiscono il metabolismo dei carboidrati o la contro-regolazione dell’ipoglicemia (come ad esempio in alcuni disturbi della funzionalità tiroidea e nell’insufficienza pituitaria anteriore o adrenocorticale)
- somministrazione concomitante di alcuni altri prodotti medicinali (vedere paragrafo 4.5)
Il trattamento con Glimepiride Compresse richiede il monitoraggio regolare dei livelli di glucosio ematico e urinario. Inoltre si raccomanda la determinazione della percentuale di emoglobina glicosilata.
Durante il trattamento con Glimepiride Compresse è richiesto il monitoraggio epatico ed ematologico regolare (particolarmente di leucociti e trombociti).
In situazioni di stress (ad es. incidenti, operazioni chirurgiche acute, infezioni con febbre, ecc.) può essere indicato il passaggio temporaneo all’insulina.
Non è stata acquisita esperienza relativamente all’uso di Glimepiride Compresse in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica o in pazienti dializzati. Nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale o epatica è indicato il passaggio all’insulina.
Il trattamento di pazienti con carenza di G6PD con sulfoniluree può portare all’anemia emolitica. Dal momento che la glimepiride appartiene alla classe delle sulfoniluree, è necessario esercitare cautela nei pazienti con carenza di G6PD e deve essere considerata un’alternativa che non sia una sulfonilurea.
Glimepiride Compresse contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da rari disturbi ereditari di intolleranza al galattosio, da carenza di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non dovrebbero assumere questo prodotto.
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Se glimepiride viene assunta simultaneamente a certi altri farmaci, possono verificarsi sia aumenti che riduzioni indesiderate dell’azione ipoglicemizzante della glimepiride. Per questo motivo, altri farmaci devono essere assunti soltanto con la consapevolezza (o dietro prescrizione) del medico.
Glimepiride viene metabolizzata dal citocromo P450 2C9 (CYP2C9). È noto che il suo metabolismo è influenzato dalla somministrazione concomitante di induttori (ad es. rifampicina) o di inibitori (ad es. fluconazolo) del CYP2C9.
I risultati di uno studio delle interazioni in vivo riferiti in letteratura dimostrano che l’AUC della glimepiride viene aumentata di circa 2 volte dal fluconazolo, uno dei più potenti inibitori del CYP2C9.
In base all’esperienza acquisita con glimepiride e con altre sulfoniluree, devono essere menzionate le seguenti interazioni.
Un potenziamento dell’effetto ipoglicemizzante e, perciò, in alcuni casi potrebbe insorgere l’ipoglicemia quando viene assunto uno dei seguenti medicinali, ad esempio:
fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone,
insulina e prodotti antidiabetici orali, come metformina,
salicilati e acido p-amino-salicilico,
steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili,
cloramfenicolo, alcune sulfonamidi ad azione protratta, tetracicline, antibiotici chinolonici e claritromicina,
anticoagulanti cumarinici,
fenfluramina,
fibrati,
ACE inibitori,
fluoxetina, MAO-inibitori,
allopurinolo, probenecid, sulfinpirazone,
simpaticolitici,
ciclofosfamide, trofosfamide e ifosfamidi,
miconazolo, fluconazolo,
pentossifillina (alta dose parenterale),
tritoqualina
Una riduzione dell’effetto ipoglicemizzante e di conseguenza aumento dei livelli della glicemia, potrebbero verificarsi quando viene assunto uno dei seguenti farmaci, ad esempio:
estrogeni e progestinici
saluretici, diuretici tiazidici
agenti stimolanti la tiroide, glucocorticoidi
derivati fenotiazinici, clorpromazina
adrenalina e simpaticomimetici
acido nicotinico (alti dosaggi) e derivati dell’acido nicotinico
lassativi (uso a lungo termine)
fenitoina, diazossido
glucagone, barbiturici e rifampicina
acetazolamide
Gli antagonisti del recettore H2, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono causare il potenziamento o l’indebolimento dell’effetto ipoglicemizzante.
Sotto l’influenza dei farmaci simpaticolitici come i beta-bloccanti, la clonidina, la guanetidina e la reserpina, i segni della contro-regolazione andrenergica all’ipoglicemia possono essere ridotti o assenti.
L’assunzione di alcool può potenziare o indebolire l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in modo imprevedibile.
La glimepiride potrebbe potenziare o indebolire gli effetti dei derivati cumarinici.
Gravidanza
Rischio correlato al diabete
Durante la gravidanza i tassi di glucosio ematico anormali sono associati ad una maggiore incidenza di anomalie congenite e mortalità perinatale. Pertanto la glicemia deve essere attentamente controllata durante la gravidanza per evitare il rischio di teratogenesi. L’uso di insulina è richiesto in queste circostanze. Le pazienti che considerano di avere una gravidanza devono informarne il medico.
Rischio correlato a glimepiride
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso di glimepiride nelle donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva che era probabilmente correlata all’effetto farmacologico (ipoglicemia) della glimepiride (vedere paragrafo 5.3).
Di conseguenza, glimepiride non deve essere utilizzata durante l’intera gravidanza. In caso di trattamento con glimepiride, se la paziente prevede di iniziare una gravidanza o nel caso in cui si accerti una gravidanza, il trattamento deve essere cambiato appena possibile alla terapia insulinica.
Allattamento
Non è noto se avvenga l’escrezione nel latte materno. La glimepiride viene escreta nel latte di ratto. Dato che altre sulfoniluree sono escrete nel latte materno ed esiste il rischio di ipoglicemia nei lattanti, l’allattamento è sconsigliato durante la terapia con glimepiride.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
La capacità del paziente di concentrarsi e reagire può essere alterata a causa dell’ipoglicemia o dell’iperglicemia o, ad esempio, a causa dell’alterazione visiva. Ciò può costituire un rischio in situazioni in cui queste capacità sono di particolare importanza (ad es. per guidare veicoli o usare macchinari).
È necessario avvisare i pazienti di adottare precauzioni per evitare l’ipoglicemia durante la guida. Ciò è particolarmente importante nei pazienti che hanno una riduzione o assenza della consapevolezza dei sintomi premonitori di ipoglicemia o hanno frequenti episodi di ipoglicemia. In queste circostanze occorre considerare se sia consigliabile guidare o usare macchinari.
I seguenti effetti indesiderati sono basati sull’esperienza con glimepiride e altre sulfoniluree.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Rari: trombocitopenia, leucopenia, granulocitopenia, agranulocitosi, eritropenia, anemia emolitica e pancitopenia, che sono in genere reversibili alla sospensione del farmaco.
Disturbi del sistema immunitario
Molto rari: vasculite leucocitoclastica, lievi reazioni di ipersensibilità che possono evolvere in reazioni gravi con dispnea, riduzione della pressione sanguigna e qualche volta shock.
È possibile l’allergenicità crociata con sulfoniluree, sulfonamidi o sostanze correlate.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Rari: ipoglicemia.
Queste reazioni ipoglicemiche avvengono per lo più immediatamente, possono essere gravi e non sono sempre facili da correggere. L’evenienza di queste reazioni dipende, come per altre terapie igoglicemizzanti, da fattori individuali come le abitudini dietetiche e dal dosaggio (vedere ulteriori dati nel paragrafo 4.4).
Patologie dell’occhio
Disturbi visivi, transitori, possono verificarsi in particolare all’inizio della terapia, a causa dei cambiamenti della glicemia.
Patologie gastrointestinali
Molto rari: nausea, vomito, diarrea, distensione addominale, disturbo addominale e dolore addominale, che raramente portano alla sospensione della terapia.
Patologie epatobiliari
Aumento degli enzimi epatici.
Molto rari: funzione epatica anormale (ad es. con colestasi e ittero), epatite e insufficienza epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità cutanea potrebbero verificarsi, come prurito, rash, orticaria e fotosensibilizzazione.
Esami diagnostici
Molto rari: riduzione del sodio nel sangue.
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Dopo l’ingestione di un dosaggio eccessivo, può verificarsi l’ipoglicemia, con una durata compresa tra 12 e 72 ore, e può riverificarsi dopo un recupero iniziale. I sintomi possono non essere presenti per un massimo di 24 ore dopo l’ingestione. In genere si raccomanda l’osservazione in ospedale. Possono verificarsi nausea, vomito e dolore epigastrico. L’ipoglicemia può essere in genere accompagnata da sintomi neurologici come irrequietezza, tremori, disturbi visivi, problemi di coordinazione, sonnolenza, coma e convulsioni.
Il trattamento comprende principalmente la prevenzione dell’assorbimento mediante la provocazione del vomito e la somministrazione di acqua o gazzosa con carbone attivo (adsorbente) e sodio-solfato (lassativo). Se sono state ingerite grandi quantità è indicata una lavanda gastrica, seguita da carbone attivo e sodio solfato. In caso di (grave) sovradosaggio è indicato il ricovero in un reparto di cure intensive. Iniziare al più presto la somministrazione di glucosio, se necessario mediante un’iniezione endovenosa in bolo di 50 ml di soluzione 50%, seguita da un’infusione di una soluzione al 10% tenendo sotto stretto controllo la glicemia. L’ulteriore trattamento deve essere sintomatico.
In particolare, nel trattamento dell’ipoglicemia dovuta ad assunzione accidentale di glimepiride da parte di lattanti e bambini piccoli, la dose di glucosio somministrata deve essere attentamente controllata per evitare la possibilità di causare un’iperglicemia pericolosa. La glicemia deve essere attentamente controllata.
Categoria farmacoterapeutica: Ipoglicemizzanti orali: Sulfonamidi, derivati dell’urea
Codice ATC : A10B B12
La glimepiride è una sostanza ipoglicemizzante attiva per via orale appartenente al gruppo delle sulfoniluree. Può essere utilizzata nel diabete mellito non insulino-dipendente (tipo 2).
La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche. Come per le altre sulfoniluree questo effetto è basato su un aumento della risposta delle cellule beta pancreatiche allo stimolo fisiologico del glucosio. Inoltre sembra che la glimepiride possieda effetti extrapancreatici pronunciati anche ipotizzati per altre sulfoniluree.
Secrezione di insulina:
Le sulfoniluree regolano la secrezione di insulina chiudendo il canale del potassio sensibile all’ATP nella membrana delle cellule beta. La chiusura del canale del potassio induce una depolarizzazione della cellula beta con il risultato, in seguito all’apertura dei canali del calcio, di un maggiore afflusso di calcio nella cellula. Questo porta alla secrezione di insulina tramite esocitosi.
La glimepiride si lega con un alto tasso di scambio ad una proteina della membrana della cellula beta che è associata al canale del potassio sensibile all’ATP, ma che è diverso dal sito usuale di legame per le sulfoniluree.
Attività extrapancreatica
Gli effetti extrapancreatici sono, ad esempio, un miglioramento della sensibilità del tessuto periferico per l’insulina e una riduzione della captazione dell’insulina da parte del fegato.
La captazione di glucosio dal sangue nel muscolo periferico e nei tessuti adiposi si verifica per mezzo di proteine speciali per il trasporto, situate nelle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti è il fattore limitante la velocità nell’utilizzo del glucosio. La glimepiride aumenta molto rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio nelle membrane plasmatiche delle cellule muscolari e adipose, con conseguente captazione stimolata di glucosio.
La glimepiride aumenta l’attività della fosfolipasi C specifica per il glicosil-fosfatidil-inositolo, che può essere correlata alla lipogenesi e alla glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate.
La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato, aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio-2,6-bisfosfato, che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi.
Generali
Nelle persone sane, la dose orale minima efficace è di circa 0,6 mg. L’effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico acuto, la riduzione della secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride.
Non è emersa alcuna differenza significativa nell’effetto se il farmaco viene somministrato 30 minuti o immediatamente prima di un pasto. Nei pazienti diabetici, si può ottenere un buon controllo metabolico nel corso di 24 ore con una singola dose giornaliera.
Sebbene il metabolita idrossilico della glimepiride abbia causato una riduzione piccola ma significativa del glucosio sierico nelle persone sane, è responsabile soltanto per una parte minore dell’effetto globale del farmaco.
Terapia combinata con metformina
Uno studio ha dimostrato che in pazienti non adeguatamente controllati con la dose giornaliera massima di metformina, la terapia con glimepiride concomitante rispetto a metformina da sola ha prodotto un migliore controllo metabolico.
Terapia combinata con insulina
I dati sulla terapia in associazione con insulina sono limitati. Nei pazienti che non sono adeguatamente controllati con la dose massima di glimepiride, può essere iniziato un trattamento insulinico concomitante. In due studi, l’associazione ha prodotto lo stesso miglioramento del controllo metabolico prodotto l’insulina da sola. Tuttavia, una dose media più bassa di insulina è stata richiesta nella terapia in associazione.
Popolazioni speciali
Bambini e adolescenti
Uno studio clinico con controllo attivo (glimepiride fino a 8 mg al giorno o metformina fino a 2.000 mg al giorno) della durata di 24 settimane è stato condotto su 285 bambini (8-17 anni d’età) con diabete di tipo 2.
Sia glimepiride che metformina hanno mostrato una riduzione significativa di HbA1c rispetto al basale (glimepiride -0,95 (es 0,41); metformina -1,39 (es 0,40)). La glimepiride non ha tuttavia raggiunto i criteri di non-inferiorità rispetto a metformina nel cambiamento medio di HbA1c rispetto al basale. La differenza tra i trattamenti è stata 0,44% in favore di metformina. Il limite superiore (1,05) dell’intervallo di confidenza al 95% per la differenza non è stato inferiore al margine di non-inferiorità dello 0,3%.
Dopo il trattamento con glimepiride, non sono emerse nuove preoccupazioni sulla sicurezza osservate nei bambini rispetto ai pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2. Non sono disponibili dati sull’efficacia e sicurezza a lungo termine nei pazienti pediatrici.
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Assorbimento
La biodisponibilità della glimepiride dopo la somministrazione orale è completa. L’assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l’assorbimento, soltanto il tasso di assorbimento è leggermente ridotto. Le concentrazioni sieriche massime (Cmax) vengono raggiunte approssimativamente 2,5 ore dopo l’assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml durante dosi multiple di 4 mg/al giorno) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia la Cmax che l’AUC (area sotto la curva concentrazione/tempo).
Distribuzione
La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri), che è più o meno uguale allo spazio di distribuzione dell’albumina, un alto legame con le proteine (>99%) e una bassa clearance (circa 48 ml/min).
Negli animali, la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride viene trasferita alla placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è basso.
Biotrasformazione ed eliminazione
L’emivita sierica dominante media, che è importante per le concentrazioni sieriche nel caso di trattamento con dosi multiple, è compresa tra 5 e 8 ore circa. Dopo la somministrazione di dosi elevate, sono state osservate emivite leggermente più lunghe.
Dopo una singola dose di glimepiride radiomarcata, il 58% della radioattività è stato riscontrato nell’urina, e il 35% nelle feci. Nessuna sostanza non modificata è stata rilevata nell’urina. Due metaboliti molto probabilmente risultati dal metabolismo epatico (l’enzima maggiore è il CYP2C9) sono stati identificati sia nelle urine che nelle feci: l’idrossi-derivato e il carbossi-derivato. Dopo la somministrazione orale di glimepiride, le emivite terminali di questi metaboliti sono risultate da 3 a 6 e da 5 a 6 ore rispettivamente.
Il confronto tra dosi singole o dosi multiple una volta al giorno non ha rivelato differenze significative nella farmacocinetica e la variabilità intra-individuale è risultata molto bassa. Non è emerso un accumulo rilevante.
Popolazioni speciali
La farmacocinetica è risultata simile nei maschi e nelle femmine, come nei pazienti giovani ed anziani (età al di sopra dei 65 anni). Nei pazienti con bassa clearance di creatinina, è emersa la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride e una riduzione delle concentrazioni sieriche medie, molto probabilmente a causa di una eliminazione più rapida a causa del minore legame con le proteine.
L’eliminazione renale dei due metaboliti è risultata alterata. Complessivamente in questi pazienti non si deve presumere un rischio addizionale di accumulo.
La farmacocinetica in cinque pazienti non diabetici dopo un intervento chirurgico del dotto biliare è risultata simile a quella nelle persone sane.
Bambini e adolescenti
Uno studio dopo alimentazione che studiava la farmacocinetica, la sicurezza e la tollerabilità di una singola dose di 1 mg di glimepiride in 30 pazienti pediatrici (4 bambini di età da 10 a 12 anni e 26 bambini di età da 12 a 17 anni) con diabete di tipo 2 ha mostrato valori medi di AUC(0-Inst), Cmax e t1/2 simili a quello osservati precedentemente negli adulti.
Gli effetti preclinici osservati si sono verificati ad esposizioni sufficientemente superiori a quelle massime nell’uomo e indicano una scarsa rilevanza per l’uso clinico, oppure erano dovuti all’azione farmacodinamica (ipoglicemia) del farmaco. Questo risultato è basato sugli studi convenzionali di safety pharmacology, tossicità a dose ripetuta, genotossicità, cancerogenesi e tossicità riproduttiva. In questi ultimi (che comprendevano embriotossicità, teratogenesi e tossicità sullo sviluppo), gli effetti avversi osservati sono stati considerati secondari agli effetti ipoglicemici indotti dal farmaco nelle madri e nella prole.
Lattosio monoidrato
Sodio amido glicolato (tipo A)
Povidone K-30
Magnesio stearato
Glimepiride Compresse 1 mg: Ferro ossido rosso
Glimepiride Compresse 2 mg: Ferro ossido giallo e carminio indaco, lacca di alluminio
Glimepiride Compresse 3 mg: Ferro ossido giallo
Glimepiride Compresse 4 mg: Carminio indaco, lacca di alluminio
Non pertinente.
2 anni.
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione. Conservare nella confezione originale. Tenere il blister nell’imballaggio esterno.
I blister di PVC/PVdC sono termosigillati con foglio di alluminio temprato duro e confezionati in una scatola con un inserto della confezione. I blister di PVC/PVdC/alluminio sono trasparenti.
Dimensioni delle confezioni: 10, 30, 60 e 120 compresse in blister da 10 compresse.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Accord Healthcare Limited
Sage House, 319 Pinner Road,
North Harrow, Middlesex, HA1 4HF,
Regno Unito.
039162019/M “1mg compresse” 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162021/M “1mg compresse” 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162033/M “1mg compresse” 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162045/M “1mg compresse” 120 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162058/M “2mg compresse” 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162060/M “2mg compresse” 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162072/M “2mg compresse” 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162084/M “2mg compresse” 120 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162096/M “3mg compresse” 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162108/M “3mg compresse” 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162110/M “3mg compresse” 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162122/M “3mg compresse” 120 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162134/M “4mg compresse” 10 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162146/M “4mg compresse” 30 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162159/M “4mg compresse” 60 compresse in blister PVC/PVDC/AL
039162161/M “4mg compresse” 120 compresse in blister PVC/PVDC/AL
Gennaio 2010