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GLIMEPIRIDE TAD
Glimepiride TAD 2 mg compresse
Una compressa contiene 2 mg di glimepiride.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa.
Le compresse sono verdi, oblunghe e incise su entrambi i lati.
Glimepiride TAD è indicato per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, quando la dieta, l’esercizio fisico e la riduzione di peso corporeo da soli non sono sufficienti.
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Per uso orale.
Alla base di un trattamento ottimale del diabete ci deve essere una dieta controllata, un regolare esercizio fisico, oltre al sistematico controllo della glicemia e della glicosuria. Gli antidiabetici orali o l’insulina non possono compensare il mancato rispetto della dieta da parte del paziente.
Il dosaggio viene determinato in base ai valori del glucosio nel sangue e nelle urine.
La dose iniziale è di 1 mg di glimepiride al giorno. Se il controllo raggiunto è soddisfacente questa posologia può essere adottata come terapia di mantenimento.
Se il controllo è insoddisfacente il dosaggio deve essere incrementato, sulla base del controllo glicemico, in modo graduale con un intervallo, per ogni aumento, di circa 1-2 settimane, fino a 2, 3 o 4 mg di glimepiride al giorno.
Un dosaggio superiore a 4 mg al giorno di glimepiride porta a risultati terapeutici migliori solo in casi eccezionali.
La dose massima raccomandata di glimepiride è di 6 mg al giorno.
Nei pazienti non adeguatamente controllati con il massimo della dose giornaliera di metformina, può essere iniziata una terapia concomitante con glimepiride. Mentre si mantiene costante la dose di metformina, si inizia il trattamento con glimeperide con dosi basse, aumentando tali dosi fino al raggiungimento del compenso metabolico desiderato, fino alla dose massima giornaliera. La terapia associata deve essere iniziata sotto stretto controllo medico.
Nei pazienti non adeguatamente controllati con la massima dose giornaliera di Glimepiride TAD, se necessario può essere iniziata una terapia concomitante con insulina. Mentre si mantiene costante la dose di glimeperide, si inizia il trattamento con insulina con dosi basse, aumentando tali dosi fino al raggiungimento del compenso metabolico desiderato. La terapia associata deve essere iniziata sotto stretto controllo medico.
Normalmente è sufficiente una dose singola giornaliera di glimepiride. Si raccomanda che questa dose venga assunta subito prima o con la prima colazione o, altrimenti, subito prima o durante il pasto principale. Nel caso ci si dimentichi di assumere una dose non si deve correggere la dimenticanza assumendo successivamente una dose maggiore. Le compresse vanno deglutite intere e con un po’ di liquido.
Se in un paziente si verifica una reazione ipoglicemica alla dose di 1mg di glimepiride al giorno, significa che tale paziente può essere controllato con la sola dieta.
Nel corso del trattamento la richiesta di glimepiride può diminuire, posto che il miglioramento nel controllo del diabete è dovuto ad una aumentata sensibilità all’insulina. Per evitare la comparsa di ipoglicemia si devono pertanto valutare una riduzione temporanea della posologia o una sospensione della terapia. Una modifica della posologia può inoltre rendersi necessaria se intervengono cambiamenti nel peso o nello stile di vita del paziente, o altri fattori che aumentano il rischio di ipo- o iperglicemia.
Passaggio da altri ipoglicemizzanti orali a Glimepiride TAD:
Generalmente si può effettuare il passaggio da altri ipoglicemizzanti orali a Glimepiride TAD. Per il passaggio a Glimepiride TAD, devono essere presi in considerazione il dosaggio e l’emivita del farmaco precedente. In alcuni casi, specialmente con gli antidiabetici con una lunga emivita (p.e. clorpropamide), è raccomandato un periodo di interruzione di alcuni giorni così da minimizzare il rischio di reazioni ipoglicemiche dovute all’effetto additivo. La dose iniziale raccomandata è di 1 mg di glimepiride al giorno. In base alla risposta terapeutica, il dosaggio della glimepiride può essere incrementato gradualmente, così come indicato in precedenza.
Passaggio dall’insulina alla Glimepiride TAD:
In casi eccezionali, in pazienti con diabete di tipo 2 precedentemente controllati con insulina, può essere indicato il passaggio a Glimepiride TAD. Il passaggio deve avvenire dietro attenta supervisione medica.
Utilizzo in caso di insufficienza renale o epatica:
Vedere paragrafo 4.3
Per differenti regimi terapeutici sono disponibili più dosaggi.
Glimepiride TAD non deve essere utilizzata nei seguenti casi:
diabete insulino dipendente;
coma diabetico;
chetoacidosi;
alterazioni gravi della funzionalità renale o epatica;
ipersensibilità verso la glimepiride, altre sulfaniluree o sulfonamidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
In caso di alterazioni gravi della funzionalità renale o epatica, è necessario il passaggio all’insulina.
Glimepiride TAD deve essere somministrata subito prima o durante un pasto.
Quando i pasti vengono assunti ad orari irregolari o addirittura non vengono consumati, il trattamento con Glimepiride TAD può causare un’ ipoglicemia. I possibili sintomi di ipoglicemia includono: cefalea, fame vorace, nausea, vomito, stanchezza, sonnolenza, disturbi del sonno, irrequietezza, aggressività, difficoltà di concentrazione, alterazione dello stato di vigilanza e del tempo di reazione, depressione, confusione, disturbi del linguaggio e della vista, afasia, tremore, paralisi, alterazioni sensoriali, vertigini, debolezza, perdita dell’autocontrollo, delirio, convulsioni cerebrali, sonnolenza e perdita di coscienza fino al coma, respirazione superficiale e bradicardia.
In aggiunta, possono presentarsi segni di contro-regolazione adrenergica come sudorazione, pelle fredda ed umida, ansietà, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina pectoris ed aritmie cardiache.
Il quadro clinico di una crisi ipoglicemica grave può assomigliare a quello di un accidente cerebrovascolare. I sintomi quasi sempre possono essere rapidamente controllati con l’ assunzione immediata di carboidrati (zucchero). I dolcificanti artificiali non hanno effetto.
Dalla esperienza con altre sulfaniluree è noto che, nonostante l’iniziale successo delle contromisure adottate, l’ipoglicemia può ricomparire.
Una ipoglicemia grave o prolungata, controllata solo temporaneamente dalla somministrazione di quantitativi abituali di zucchero, richiede un trattamento immediato medico e, occasionalmente, ospedalizzazione.
I fattori che favoriscono l’ipoglicemia includono:
mancanza di volontà o incapacità del paziente a cooperare (più comunemente nei pazienti anziani);
malnutrizione, irregolarità nell’orario dei pasti, mancato consumo dei pasti o periodi di digiuno;
quilibrio tra attività fisica e assunzione di carboidrati;
cambiamenti nella dieta;
consumo di alcool, specialmente in concomitanza del mancato consumo di un pasto;
compromissione della funzionalità renale;
disfunzione epatica grave;
sovradosaggio di Glimepiride TAD;
alcune disfunzioni del sistema endocrino non compensate, che influiscono sul metabolismo dei carboidrati o sulla controregolazione di un’ipoglicemia (quali per esempio alcuni disturbi della funzionalità tiroidea e dell’ipofisi anteriore o in caso di insufficienza surrenalica).
somministrazione concomitante di alcuni altri medicinali (vedi paragrafo 4.5).
Il trattamento con Glimepiride TAD richiede un controllo regolare dei livelli di glicemia e della glicosuria. Inoltre, è raccomandata la determinazione della percentuale di emoglobina glicosilata.
Durante il trattamento con Glimepiride TAD si richiede un controllo regolare dei valori epatici ed ematologici (specialmente leucociti e trombociti).
In situazioni di stress (p.e. traumi, interventi chirurgici, infezioni con febbre, ecc.), può essere opportuno il passaggio temporaneo all’insulina.
Non esistono esperienze relative all’uso della glimepiride in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica o di pazienti in dialisi. In questi pazienti è indicato il passaggio all’insulina.
Glimepiride TAD contiene lattosio. Questo medicinale non deve essere utilizzato se il paziente soffre di una rara intolleranza familiare al galattosio, di una deficienza di Lapp lattasi o di una sindrome da malassorbimento del glucosio-galattosio.
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Se Glimepiride TAD viene somministrata contemporaneamente ad alcuni altri medicinali, possono verificarsi sia aumenti che diminuzioni indesiderate della azione ipoglicemizzante della glimepiride.
Per questa ragione, gli altri medicinali devono essere assunti solamente dopo aver avvertito il medico (o dietro prescrizione medica).
La glimepiride è metabolizzata dal citocromo P450 2C9 (CYP2C9). E’ noto che il suo metabolismo è influenzato dalla concomitante somministrazione di induttori (quali ad es. la rifampicina) o inibitori (ad es. il fluconazolo) del CYP2C9.
I risultati di uno studio di interazione in vivo, riportato in letteratura, hanno dimostrato che l’AUC della glimepiride è quasi raddoppiata in presenza di fluconazolo, che è uno dei più potenti inibitori del CYP2C9.
Sulla base dell’esperienza maturata con la glimepiride e con altre sulfaniluree, devono essere menzionate le seguenti interazioni:
Aumento dell’azione ipoglicemizzante e, quindi, in qualche caso ipoglicemia, se uno dei seguenti farmaci viene assunto in concomitanza con Glimepiride TAD:
fenilbutazone, azapropazone e ossifenbutazone;
insuline e altri antidiabetici orali;
metformina;
salicilati e acido para-amino-salicilico;
steroidi anabolizzanti e ormoni sessuali maschili;
cloramfenicolo;
anti-coagulanti cumarinici;
fenfluramina;
fibrati;
ACE inibitori;
fluoxetina;
allopurinolo;
simpaticolitici;
ciclofosfamide, trofosfamidi e ifosfamide;
sulfimpirazone;
alcune sulfonamidi a lunga durata d’azione;
tetracicline;
MAO-inibitori;
antibiotici chinolonici;
probenecid;
miconazolo;
pentossifillina (alte dosi per via parenterale);
tritoqualina;
fluconazolo.
Riduzione dell’azione ipoglicemizzante e quindi, in qualche caso, aumento della glicemia quando uno dei seguenti principi attivi viene assunto in concomitanza con Glimepiride TAD:
estrogeni e progestinici, saluretici e diuretici tiazidici,
farmaci che stimolano la tiroide e glucocorticoidi,
derivati della fenotiazina, clorpromazina,
adrenalina e simpaticomimetici,
acido nicotinico (a dosi elevate) e derivati dell’acido nicotinico,
lassativi (dopo un uso protratto),
fenitoina, diazossido,
glucagone, barbiturici e rifampicina,
acetazolamide.
Gli H2-antagonisti, i beta-bloccanti, la clonidina e la reserpina possono portare sia ad un aumento che ad una riduzione dell’effetto ipoglicemizzante.
Sotto l’influenza di principi attivi simpaticolitici quali betabloccanti, clonidina, guanetidina e reserpina, gli effetti di una controregolazione adrenergica della ipoglicemia possono essere ridotti o assenti.
L’assunzione di alcool sia in forma occasionale che cronica può potenziare o indebolire l’azione ipoglicemizzante della glimepiride in modo non prevedibile.
La glimepiride può sia potenziare che indebolire gli effetti dei derivati della cumarina.
Gravidanza:
Rischi correlati al diabete:
In corso di gravidanza concentrazioni di glucosio ematico fuori della norma sono associate ad una maggiore incidenza di anomalie congenite e di mortalità perinatale. La glicemia deve pertanto essere attentamente controllata durante la gravidanza per evitare il rischio teratogeno. In tali circostanze è richiesto l’uso di insulina. Le pazienti che intendono avere una gravidanza devono informare il proprio medico.
Rischio correlato alla glimepiride:
Non ci sono dati disponibili derivanti dall’uso della glimepiride in donne in gravidanza. Studi su animali hanno dimostrato tossicità a carico della funzione riproduttiva presumibilmente correlata all’azione farmacologica (ipoglicemizzante) della glimepiride (vedere paragrafo 5.3).
Di conseguenza la glimepiride non deve essere assunta nel corso dell’intera gravidanza.
Se la paziente in terapia con glimepiride sta pianificando una gravidanza o nel caso in cui venga accertata una gravidanza, il trattamento deve essere immediatamente cambiato con una terapia con insulina.
Allattamento:
Non è noto se avvenga escrezione nel latte umano. La glimepiride è escreta nel latte di ratto. Poichè i derivati delle sulfaniluree, come la glimepiride, passano nel latte materno e a causa del rischio di ipoglicemia nei lattanti, l’allattamento al seno non è consigliato durante il trattamento con glimepiride.
La capacità di concentrazione e di reazione del paziente può risultare ridotta a causa della ipoglicemia o della iperglicemia, o per esempio a causa di disturbi visivi. Ciò può costituire un rischio in situazioni in cui tali capacità sono di speciale importanza (p.e. nella guida di un’automobile o nella manovra di un macchinario).
I pazienti devono essere avvisati di prendere precauzioni per evitare un’ipoglicemia durante la guida. Ciò è particolarmente importante in quei pazienti che hanno una ridotta o assente consapevolezza dei sintomi premonitori dell’ipoglicemia o hanno episodi frequenti di ipoglicemia. Occorre tenere conto in tali circostanze se sia consigliabile o meno guidare o usare macchinari.
I seguenti effetti indesiderati si sono verificati in seguito all’utilizzo di glimepiride e di altre sulfoniluree :
Frequenza:
Molto comune: >1/10.
Comune:>1/100, <1/10.
Non comune: >1/1000, <1/100.
Raro: >1/10 000, <1/1000.
Molto raro: <1/10 000 inclusi i casi isolati.
Alterazioni del sangue e del sistema linfatico:
Raro: Alterazioni del quadro ematico (trombocitopenia, leucopenia, eritrocitopenia, granulocitopenia, agranulocitosi, anemia emolitica, pancitopenia) sono solitamente reversibili in seguito all’interruzione della terapia.
Alterazioni del sistema immunitario:
In casi molto rari, reazioni di ipersensibilità lieve si possono trasformare in reazioni gravi con dispnea, caduta della pressione sanguigna e talvolta shock.
Molto rari: vasculite allergica.
Allergia crociata verso le sulfaniluree, le sulfonamidi o sostanze correlate.
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione:
Raro: Ipoglicemia.
Nella maggior parte dei casi tali reazioni si verificano immediatamente, possono essere gravi e non sempre facili da correggere. L’insorgenza di tali reazioni dipende, come per altre terapie ipoglicemizzanti, da fattori individuali, quali le abitudini alimentari e dalla posologia (vedere inoltre paragrafo 4.4).
Disturbi oculari:
Disturbi transitori della vista specialmente all’inizio del trattamento a causa dei cambiamenti nei livelli di glucosio nel sangue.
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale:
Molto raro: nausea, vomito, diarrea, sensazione di ripienezza gastrica, dolore addominale.
Queste alterazioni raramente portano alla sospensione della terapia.
Alterazioni del sistema epatobilare:
Aumento dei livelli degli enzimi epatici.
Molto raro: ridotta funzionalità epatica (p.e. colestasi e ittero), epatite, insufficienza epatica.
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo:
Reazioni di ipersensibilità della pelle come prurito, eruzione e orticaria.
Molto raro: ipersensibilità alla luce.
Indagini diagnostiche
Molto raro: diminuzione della concentrazione sierica del sodio.
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In seguito a sovradosaggio può verificarsi ipoglicemia, che può durare dalle 12 alle 72 ore, e che può manifestarsi nuovamente dopo un recupero iniziale. I sintomi possono non presentarsi fino a 24 ore dall’assunzione. In generale è raccomandata l’osservazione in ambiente ospedaliero. Possono insorgere nausea, vomito e dolore epigastrico. L’ipoglicemia in generale può essere accompagnata da sintomi neurologici come irrequietezza, tremore, disturbi della vista, problemi di coordinazione, insonnia, coma e convulsioni.
In primo luogo il trattamento consiste nel prevenire l’assorbimento tramite somministrazione di carbone attivo (assorbente) o di solfato di sodio (lassativo). Se sono state assunte quantità ingenti, è indicata una lavanda gastrica, seguita da carbone attivato e solfato di sodio. In caso di (grave) sovradosaggio è indicata l’ospedalizzazione in un reparto di terapia intensiva. Iniziare la somministrazione di glucosio prima possibile, se necessario attraverso l’iniezione di un bolo endovenoso di 50 ml di una soluzione al 50%, seguita da una infusione di una soluzione al 10% con stretto monitoraggio della glicemia. Successivamente si può eseguire un trattamento sintomatico.
In particolare quando si tratta l’ipoglicemia causata da un’ assunzione accidentale di Glimepiride TAD nei lattanti e nei bambini piccoli, la dose di glucosio somministrata deve essere controllata attentamente per evitare la possibilità di causare una iperglicemia pericolosa. La glicemia deve essere attentamente controllata.
Categoria farmacoterapeutica: Ipoglicemizzanti orali: Sulfonamidi, derivati dell’urea
Codice ATC: A10B B12.
La glimepiride è una sostanza ipoglicemizzante orale appartenente al gruppo delle sulfaniluree. Può essere utilizzata nel diabete mellito non insulino-dipendente.
La glimepiride agisce principalmente stimolando la secrezione dell’insulina da parte delle cellule beta del pancreas.
Come per le altre sulfaniluree questo effetto è il risultato di una aumentata risposta delle cellule beta del pancreas allo stimolo fisiologico del glucosio. La glimepiride sembra possedere inoltre pronunciati effetti extrapancreatici postulati anche per altre sulfaniluree.
Secrezione di insulina:
Le sulfaniluree regolano la secrezione di insulina bloccando i canali del potassio sensibili all’ATP situati nelle membrane delle cellule beta. Il blocco dei canali del potassio induce una depolarizzazione delle cellule beta col risultato - a seguito dell’apertura dei canali del calcio - di un aumentato afflusso di calcio nelle cellule.
Ciò determina il rilascio di insulina per esocitosi.
La glimepiride si lega, con un alto tasso di scambio, alle proteine della membrana delle cellule beta associate ai canali del potassio sensibili all’ATP, ma in un sito di legame diverso da quello usuale per le sulfaniluree.
Attività Extrapancreatica:
Gli effetti extrapancreatici si manifestano con, ad esempio, un’aumentata sensibilità dei tessuti periferici all’insulina e una riduzione dell’ assorbimento della stessa da parte del fegato.
La captazione di glucosio dal sangue da parte del tessuto muscolare periferico e del tessuto adiposo avviene per mezzo di proteine specifiche per il trasporto situate sulle membrane cellulari. Il trasporto di glucosio in questi tessuti rappresenta il fattore limitante nell’utilizzo del glucosio stesso.La glimepiride aumenta molto rapidamente il numero delle molecole attive nel trasporto del glucosio sulla membrana plasmatica delle cellule muscolari e delle cellule del tessuto adiposo col risultato finale di una aumentata captazione di glucosio.
La glimepiride aumenta l’attività della fosfolipasi C specifica per il glicosil-fosfatidilinositolo che può essere correlata alla lipogenesi e glicogenesi indotte dal farmaco in cellule adipose e muscolari isolate.
La glimepiride inibisce la produzione del glucosio nel fegato aumentando la concentrazione intracellulare del fruttosio 2,6-bifosfato che, a sua volta, inibisce la gluconeogenesi.
Generale:
Nelle persone sane la dose minima efficace è di circa 0,6 mg. L’effetto della glimepiride è dose-dipendente e riproducibile. La risposta fisiologica ad un esercizio fisico intenso, la riduzione di secrezione di insulina, è ancora presente sotto trattamento con glimepiride.
Non sono state evidenziate differenze significative nell’effetto terapeutico se il farmaco viene somministrato 30 minuti prima o immediatamente prima di un pasto. Nei pazienti diabetici si può ottenere un buon controllo metabolico per 24 ore con una dose unica giornaliera.
Sebbene il metabolita idrossilato della glimepiride causi una piccola ma significativa riduzione della glicemia in persone sane, esso è responsabile soltanto per una minima parte dell’effetto globale del farmaco.
Terapia in associazione con metformina:
Uno studio ha mostrato che in pazienti non adeguatamente controllati con la dose giornaliera massima di metformina, la terapia di associazione con glimepiride determina un migliore controllo metabolico rispetto alla metformina in monosomministrazione.
Terapia combinata con l’insulina:
I dati sulla terapia associata con insulina sono limitati. Nei pazienti che non sono adeguatamente controllati con la dose massima di glimepiride, può essere iniziato un trattamento insulinico concomitante. In due studi la terapia combinata ha prodotto un miglioramento del controllo metabolico pari a quello ottenuto con l’insulina in monosomministrazione; tuttavia, in terapia combinata è stata necessaria una dose media di insulina ridotta.
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Assorbimento: La biodisponibilità della glimepiride dopo somministrazione orale è totale. L’assunzione di cibo non influenza in modo rilevante l’assorbimento; solo il tasso di assorbimento è lievemente ridotto. Il picco ematico (Cmax) viene raggiunto approssimativamente 2,5 ore dopo l’assunzione orale (in media 0,3 mcg/ml per una dose frazionata di 4 mg/al giorno) ed è presente un rapporto lineare tra la dose e sia il Cmax sia l’AUC (l’area sotto la curva tempo/concentrazione).
Distribuzione: La glimepiride ha un volume di distribuzione molto basso (circa 8,8 litri) che è praticamente equivalente al volume di distribuzione dell’albumina, un legame con le proteine elevato (>99%) e un basso valore di clearance (circa 48 ml/min).
Negli animali la glimepiride viene escreta nel latte. La glimepiride attraversa la placenta. Il passaggio della barriera emato-encefalica è basso.
Biotrasformazione ed eliminazione: L’emivita media prevalente nel siero,fattore importante durante il trattamento a dosi ripetute, è di circa 5-8 ore. In seguito a dosi elevate sono state osservate emivite leggermente più lunghe.
In seguito ad una dose singola di glimepiride marcata radioattivamente, il 58% della radioattività è stata ritrovata nelle urine, e il 35% nelle feci. Nelle urine non è stata rilevata la sostanza non metabolizzata. Due metaboliti - molto probabilmente risultante dalla metabolizzazione epatica (principalmente attraverso il CYP2C9) -sono stati identificati sia nelle urine che nelle feci: un derivato idrossilato ed uno carbossilato. In seguito a somministrazione orale di glimepiride, l’emivita terminale di questi metaboliti andava rispettivamente da 3 a 6 ore e da 5 a 6 ore.
Il confronto di una dose giornaliera singola o frazionata non mostra differenze significative nella farmacocinetica e anche la variabilità individuale è molto bassa. Non sono stati rilevati fenomeni di accumulo degni di nota.
I dati di farmacocinetica sono simili nell’uomo e nella donna così come nei pazienti giovani ed anziani (con età superiore ai 65 anni). Nei pazienti con una clearance della creatinina bassa, si nota la tendenza ad un aumento della clearance della glimepiride ed una riduzione della concentrazione sierica media, che probabilmente è il risultato di una più rapida eliminazione dovuta ad un minore legame con le proteine. L’eliminazione renale dei due metaboliti è risultata ridotta. Si può ritenere che in questi pazienti non ci sia un rischio addizionale di accumulo.
I parametri farmacocinetici in cinque pazienti non diabetici sottoposti ad intervento chirurgico del dotto biliare sono risultati equivalenti a quelli di persone sane.
Gli effetti preclinici osservati sono relativi ad esposizioni sufficientemente più elevate di quelle massime nell’uomo, indicando una scarsa attinenza con l’uso clinico, oppure sono conseguenti all’ azione farmacodinamica del medicinale (ipoglicemizzante). Questo risultato è basato su studi convenzionali di sicurezza farmacologica, tossicità per dosi ripetute, genotossicità, carcinogenesi, tossicità riproduttiva. In questi ultimi (comprendenti embriotossicità, teratogenicità e tossicità dello sviluppo), gli effetti avversi rilevati erano considerati come secondari agli effetti ipoglicemici indotti dal farmaco sulle madri e sui figli.
Lattosio monoidrato;
carbossimetilamido sodico (Tipo A);
cellulosa microcristallina;
povidone K30;
magnesio stearato;
ossido di ferro giallo (E 172);
indigotina-carminio d’indaco (E 132).
Non pertinente.
2 anni.
Il prodotto non richiede speciali precauzioni per la conservazione.
Blister in PVC/Alluminio trasparente.
10, 20, 30, 50, 60, 90 e 120 compresse (in blister da 10 compresse ciascuno)
Nessuna istruzione particolare.
TAD Pharma GmbH.
Heinz-LoHmann-Strasse 5, 27472 Cuxhaven
Germania
2 mg compresse 10 compresse AIC 037048016/M
2 mg compresse 20 compresse AIC 037048028/M
2 mg compresse 30 compresse AIC 037048030/M
2 mg compresse 50 compresse AIC 037048042/M
2 mg compresse 60 compresse AIC 037048055/M
2 mg compresse 90 compresse AIC 037048067/M
2 mg compresse 120 compresse AIC 037048079/M
01/07/2006