Pubblicità
HALDOL DECANOAS
Un ml di soluzione contiene:
Principio attivo: ogni ml di HALDOL DECANOAS 50 mg/ml viene espresso in termini di contenuto di aloperidolo ed è equivalente a 70,52 mg di aloperidolo decanoato.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1
Soluzione iniettabile.
Trattamento di mantenimento delle psicosi.
Pubblicità
L’uso del prodotto è limitato a pazienti psicotici cronici, adulti che richiedano un trattamento antipsicotico parenterale, di lunga durata.
Questi pazienti dovrebbero essere precedentemente stabilizzati con una terapia antipsicotica prima di considerare una conversione ad HALDOL DECANOAS.
HALDOL DECANOAS permette di offrire alla maggior parte dei pazienti un mese di terapia con una sola somministrazione per iniezione i.m. profonda.
HALDOL DECANOAS non va somministrato per via e.v..
Poiché somministrazioni i.m. di volumi superiori a 3 ml possono provocare disagio nel paziente, si sconsiglia l’impiego di tali volumi.
Poichè la risposta individuale ai neurolettici è variabile il dosaggio deve essere determinato individualmente sotto stretta osservazione medica. La dose individuale iniziale dipenderà sia dalla gravità della sintomatologia, sia dalla dose orale che era necessaria al mantenimento del paziente prima di iniziare il trattamento depot. Si raccomanda che la dose iniziale di HALDOL DECANOAS corrisponda a 10-15 volte la precedente dose giornaliera orale di aloperidolo. Per la maggior parte dei pazienti la dose iniziale è compresa tra 25 e 75 mg di aloperidolo decanoato. Si consiglia di non superare la dose iniziale di 100 mg.
A seconda della risposta individuale del paziente la dose può essere gradualmente aumentata di 50 mg fino ad ottenere l’effetto terapeutico ottimale. Durante l’aggiustamento della dose o in corso di episodi di esacerbazione dei sintomi psicotici, la terapia con HALDOL DECANOAS può essere completata con Haldol.
La dose mensile più appropriata di aloperidolo decanoato è circa pari a 20 volte quella quotidiana orale di aloperidolo.
Nei casi di media gravità è di solito sufficiente una dose di 1-3 ml di HALDOL DECANOAS (= 50 - 150 mg di aloperidolo) ogni 4 settimane; nei casi gravi è spesso necessario iniettare dosi superiori (fino a 6 ml = 300 mg di aloperidolo).
Nei rari casi in cui si riveli necessaria una dose superiore a 6 ml, è possibile o aumentare la dose o ridurre l’intervallo tra le somministrazioni.
Uso in pazienti anziani ed in pazienti debilitati
La posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare un’eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.
È consigliabile una dose iniziale di 12,5-25 mg ogni 4 settimane, da aumentare solamente in accordo alla risposta del paziente.
Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Stati comatosi, pazienti fortemente depressi dall’alcool o da altre sostanze attive sul sistema nervoso centrale, depressioni endogene senza agitazione, morbo di Parkinson. Astenie, nevrosi e stati spastici dovuti a lesioni dei gangli della base (emiplegia, sclerosi a placche, ecc.).Gravidanza e allattamento.
Malattie cardiache clinicamente significative (ad es: recente infarto acuto del miocardio, insufficienza cardiaca scompensata, aritmie trattate con medicinali antiaritmici appartenenti alle classi Ia e III).
Prolungamento intervallo QTc.
Soggetti con storia famigliare di aritmia o torsione di punta.
Ipopotassemia non corretta.
Concomitante uso di farmaci che prolungano il QTc.
Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia famigliare di prolungamento QT.
Effettuare un ECG di base prima di iniziare il trattamento (vedi sezione 4.3).
Effettuare un monitoraggio dell’ECG nel corso della terapia, sulla base delle condizioni cliniche del paziente.
Nel corso della terapia, ridurre il dosaggio se si osserva un prolungamento del QT e interrompere se il QTc è >500ms.
Si raccomanda un controllo periodico degli elettroliti.
Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici.
Sono stati riportati rari casi di morte improvvisa in pazienti psichiatrici trattati con farmaci antipsicotici, tra cui HALDOL DECANOAS.
Sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (TEV) con farmaci antipsicotici. Spesso i pazienti trattati con farmaci antipsicotici presentano fattori di rischio acquisiti per TEV; pertanto devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio per TEV prima e durante la terapia con HALDOL DECANOAS e devono essere intraprese misure preventive.
Aumento della mortalità nelle persone anziane con demenza
Dati ottenuti da due ampi studi osservazionali hanno dimostrato che nelle persone anziane con demenza trattate con antipsicotici il rischio di morte è lievemente aumentato rispetto alle persone non trattate. Non ci sono dati a sufficienza per stimare esattamente l’entità del rischio e non è nota la causa dell’aumentato rischio.
HALDOL DECANOAS non è autorizzato per il trattamento dei disturbi del comportamento correlati a demenza.
Pazienti anziani affetti da psicosi correlata a demenza trattati con farmaci antipsicotici mostrano un aumentato rischio di morte. L’analisi di diciassette studi clinici controllati verso placebo (durata modale di 10 settimane), prevalentemente in pazienti in terapia con farmaci antipsicotici atipici, ha rivelato un rischio di morte compreso tra 1,6 e 1,7 volte maggiore in pazienti trattati con farmaco rispetto ai trattati con placebo. Nel corso di uno studio clinico controllato della durata di 10 settimane con un farmaco tipico il tasso di mortalità è stato di circa il 4,5% nei pazienti trattati con farmaco rispetto a circa il 2,6 % nel gruppo placebo. Sebbene le cause di morte erano varie, la maggior parte dei decessi è sembrata essere di natura cardiovascolare (ad esempio insufficienza cardiaca, morte improvvisa) o di natura infettiva (ad esempio polmonite). Studi osservazionali suggeriscono che, come gli antipsicotici atipici, il trattamento con antipsicotici convenzionali può aumentare la mortalità. In tale ambito non è chiaro se l’aumentata mortalità osservata negli studi osservazionali possa essere attribuita agli antipsicotici o al contrario ad alcune caratteristiche dei pazienti.
Effetti cardiovascolari
Con aloperidolo sono stati riportati molto raramente casi di prolungamento dell’intervallo QT e/o aritmie ventricolari, in aggiunta a rari casi di morte improvvisa. Essi potrebbero verificarsi più frequentemente con alti dosaggi di farmaco e in pazienti predisposti.
Dal momento che nel corso della terapia con aloperidolo è stato osservato un prolungamento dell’intervallo QT, si raccomanda cautela nei pazienti con condizioni che predispongono ad un prolungamento del QT (sindrome da QT prolungato, ipokalemia, squilibrio elettrolitico, farmaci che causano prolungamento del QT, malattie cardiovascolari, storia familiare di prolungamento del QT) specialmente se la somministrazione avviene per via parenterale (vedi sezione 4.5). Il rischio di prolungamento dell’intervallo QT e/o di aritmie ventricolari può aumentare con dosi elevate (vedi sezioni 4.5, 4.8 e 4.9) o con l’uso parenterale, in particolare endovenoso. Deve essere effettuato un ECG per monitorare l’insorgenza di un prolungamento dell’intervallo QT o di grave disritmia cardiaca se aloperidolo viene somministrato per via endovenosa. HALDOL DECANOAS non deve essere somministrato per via endovenosa.
Sono state inoltre riportate tachicardia e ipotensione in pazienti occasionali.
Sindrome neurolettica maligna
Come gli altri farmaci antipsicotici, anche HALDOL DECANOAS è stato associato a sindrome neurolettica maligna: una risposta rara ed idiosincrasica caratterizzata da ipertermia, rigidità muscolare generalizzata, instabilità autonomica, stato di coscienza alterato. L’ipertermia è spesso un sintomo precoce di tale sindrome. Il trattamento antipsicotico deve essere sospeso immediatamente e devono essere istituite appropriate terapie di supporto ed un attento monitoraggio.
Discinesia tardiva
Come per tutti i farmaci antipsicotici, può comparire discinesia tardiva in alcuni pazienti in terapia a lungo termine o dopo sospensione della terapia. Tale sindrome è principalmente caratterizzata da movimenti ritmici involontari della lingua, del viso, della bocca o della mandibola. Le manifestazioni possono essere permanenti in alcuni pazienti. La sindrome può essere mascherata con la ripresa del trattamento, con l’aumento del dosaggio o passando ad un altro antipsicotico. Il trattamento deve essere interrotto appena possibile.
Sintomi extrapiramidali
Come per tutti i neurolettici, possono insorgere sintomi extrapiramidali, ad esempio tremore, rigidità, ipersalivazione, bradicinesia, acatisia, distonia acuta.
Farmaci antiparkinson anticolinergici possono essere prescritti se necessario, ma non dovrebbero essere usati routinariamente come misura preventiva. Se è necessario il trattamento concomitante con farmaci antiparkinson deve essere protratto dopo la sospensione di HALDOL DECANOAS, se la loro escrezione è più rapida rispetto a quella di HALDOL, allo scopo di evitare lo sviluppo o l’aggravamento di sintomi extrapiramidali. Il medico deve considerare il possibile aumento della pressione intraoculare dovuta ai farmaci anticolinergici, inclusi gli agenti antiparkinson, quando somministrati in concomitanza con HALDOL DECANOAS.
Attacchi epilettici/Convulsioni
È stata riportata l’insorgenza di attacchi epilettici scatenati da HALDOL DECANOAS. Si raccomanda cautela nei pazienti epilettici e in condizioni che predispongono alle convulsioni (ad esempio sospensione dell’alcool e danno cerebrale).
Effetti epatobiliari
Dato che HALDOL DECANOAS è metabolizzato dal fegato, si raccomanda cautela in pazienti con malattia epatica. Sono stati riportati casi isolati di anomalie nella funzionalità epatica o epatiti, più spesso colestatiche.
Effetti sul sistema endocrino
La tiroxina può facilitare la tossicità di HALDOL DECANOAS. La terapia antipsicotica in pazienti con ipertiroidismo deve essere intrapresa solo con grande cautela e deve essere sempre accompagnata da una terapia per raggiungere uno stato eutiroideo.
Gli effetti ormonali degli antipsicotici neurolettici includono iperprolattinemia, che può causare galattorrea, ginecomastia e oligo- o amenorrea. Sono stati riportati casi molto rari di ipoglicemia e di Sindrome da Inappropriata Secrezione di ADH.
Considerazioni aggiuntive
Si raccomanda che i pazienti potenzialmente idonei ad essere trattati con HALDOL DECANOAS vengano prima trattati con aloperidolo per via orale, al fine di escludere la possibilità di una inaspettata reazione di ipersensibilità all’aloperidolo.
Come tutti gli antipsicotici, HALDOL DECANOAS non deve essere usato in monoterapia nei casi in cui la depressione è predominante. Può essere associato a farmaci antidepressivi nelle condizioni in cui coesistano depressione e psicosi.
Links sponsorizzati
Come per gli altri antipsicotici, utilizzare cautela nella prescrizione di aloperidolo insieme ad altri farmaci che inducono un prolungamento dell’intervallo QT.
L’aloperidolo segue diverse vie metaboliche tra cui la glucuronidazione ed il sistema del citocromo P450 (in particolare CYP 3A4 o CYP 2D6). L’inibizione di queste vie metaboliche da parte di un altro farmaco o una diminuzione dell’attività enzimatica del CYP 2D6 può provocare l’aumento della concentrazione di aloperidolo e un aumento del rischio di eventi avversi tra cui il prolungamento del QT.
In studi di farmacocinetica sono stati riportati incrementi della concentrazione di aloperidolo da lievi a moderati se somministrato assieme a farmaci substrati o inibitori degli isoenzimi CYP 3A4 o CYP 2D6 come itraconazolo, nefazodone, buspirone, venlafaxina, alprazolam, fluvoxamina, chinidina, fluoxetina, sertalina, clorpromazina e prometazina. Una diminuzione dell’attività enzimatica del CYP 2D6 può causare un aumento delle concentrazioni di aloperidolo. Sono stati osservati aumenti del QTc quando l’aloperidolo è stato somministrato con una combinazione degli inibitori metabolici ketoconazolo (400 mg/die) e paroxetina (20 mg/die). In questo caso potrebbe essere necessario ridurre la dose di aloperidolo.
Bisogna utilizzare cautela quando si somministra aloperidolo in combinazione con farmaci che possono provocare squilibrio elettrolitico.
Effetti di altri farmaci su aloperidolo
Quando alla terapia con HALDOL DECANOAS è aggiunto il trattamento prolungato con induttori enzimatici come carbamazepina, fenobarbital, rifampicina, può verificarsi una significativa diminuzione dei livelli plasmatici di aloperidolo. Perciò, durante il trattamento combinato, la dose di HALDOL DECANOAS, o l’intervallo di dosaggio, deve essere aggiustato se necessario. Dopo la sospensione di tali farmaci può essere necessario ridurre il dosaggio di HALDOL DECANOAS.
Sodio valproato, farmaco noto come inibitore della glucuronidazione, non influenza i livelli plasmatici di aloperidolo.
Effetti di aloperidolo su altri farmaci
Come tutti i neurolettici, HALDOL DECANOAS può potenziare l’azione depressiva sul SNC di altri farmaci, compresi alcool, ipnotici, sedativi o forti analgesici.
È stato inoltre riferito un potenziamento di tali effetti in caso di associazione con metildopa.
HALDOL DECANOAS può antagonizzare l’azione dell’adrenalina e di altri agenti simpaticomimetici ed invertire l’effetto ipotensivo degli agenti di blocco adrenergico, quale, per es., la guanetidina.
HALDOL DECANOAS può diminuire gli effetti antiparkinsoniani della levodopa.
Aloperidolo è un inibitore del CYP 2D6.
Non somministrare in concomitanza con farmaci che prolungano il QT come ad esempio alcuni antiaritmici della classe Ia (es. chinidina, disopiramide e procainamide) e della classe III (es. amiodarone, sotalolo), alcuni antistaminici, altri antipsicotici e alcuni antimalarici (es. chinina e meflochina) ed inoltre la moxifloxacina.
Questa lista è da considerarsi solo indicativa e non esaustiva.
Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti.
Dovrebbe essere evitato l’uso concomitante di diuretici, in particolare di quelli che possono causare ipopotassiemia.
HALDOL DECANOAS inibisce il metabolismo degli antidepressivi triciclici, aumentandone quindi i livelli plasmatici.
Altre forme di interazione
In rari casi, durante l’uso concomitante di litio e aloperidolo decanoato, sono stati riportati i seguenti sintomi: encefalopatia, sintomi extrapiramidali, discinesia tardiva, sindrome neurolettica maligna, disordini del tronco encefalico, sindrome cerebrale acuta e coma. La maggior parte di questi sintomi erano reversibili. Rimane controverso se tali sintomi siano correlabili alla co-somministrazione o se siano invece la manifestazione di un distinto episodio clinico.
Non di meno, si raccomanda che, in pazienti in trattamento contemporaneo con aloperidolo e litio, la terapia venga immediatamente interrotta qualora compaiano i suddetti sintomi.
È stato riportato antagonismo dell’effetto anticoagulante di fenindione.
Studi condotti sugli animali hanno mostrato un effetto teratogeno di aloperidolo (vedi sezione 5.3).
In neonati esposti nell’utero ad aloperidolo durante l’ultimo trimestre della gravidanza sono stati osservati sintomi extrapiramidali reversibili.
Da non impiegarsi in caso di gravidanza accertata o presunta, nè durante l’allattamento.
HALDOL DECANOAS può determinare sedazione e ridotta attenzione, soprattutto con le dosi più alte e all’inizio del trattamento; questi effetti possono essere potenziati dall’alcool.
I pazienti dovrebbero essere avvisati di non guidare autoveicoli o usare macchinari durante il trattamento, fino a che non sia stata accertata la loro reattività al farmaco.
Dati da studi clinici
Dati da studi di confronto e in aperto - Reazioni avverse al farmaco riportate con incidenza ≥ 1%
La sicurezza di HALDOL DECANOAS (15-500 mg/mese) è stata valutata in 410 soggetti partecipanti a 13 studi clinici per il trattamento della schizofrenia o del disturbo schizoaffettivo.
Le reazioni avverse al farmaco (Adverse Drug Reactions, ADR) riportate con incidenza ≥ 1% in soggetti trattati con HALDOL DECANOAS in questi studi sono riportate in Tabella 1.
Tabella 1. Reazioni avverse al farmaco riportate con incidenza ≥ 1% in soggetti trattati con HALDOL DECANOAS in studi clinici di confronto e in aperto
Classificazione sistemica organica | Aloperidolo decanoato (n=410) % |
Reazione avversa |
Patologie del sistema nervoso |
Disturbi extrapiramidali | 13,6 |
Tremore | 8,0 |
Parkinsonismo | 7,3 |
Sonnolenza | 4,9 |
Facies a maschera | 4,1 |
Acatisia | 3,4 |
Sedazione | 2,7 |
Patologie gastrointestinali |
Secchezza delle fauci | 3,4 |
Costipazione | 2,0 |
Ipersecrezione salivare | 1,2 |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Rigidità muscolare | 6,1 |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Disfunzione sessuale | 1,5 |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Reazioni al sito di iniezione | 1,2 |
Esami diagnostici |
Aumento di peso | 2,9 |
Dati da studi di confronto e in aperto - Reazioni avverse al farmaco riportate con incidenza <1%
Ulteriori ADR presentatesi in < 1% dei soggetti trattati con HALDOL DECANOAS negli studi sopra citati sono elencate in Tabella 2.
Tabella 2. Reazioni avverse al farmaco riportate con incidenza <1% in soggetti trattati con HALDOL DECANOAS in studi clinici di confronto e in aperto
Patologie del sistema nervoso |
Acinesia |
Discinesia |
Oculogiro |
Ipertonia |
Distonia |
Rigidità a scatti |
Patologie dell’occhio |
Visione offuscata |
Disturbi visivi |
Patologie cardiache |
Tachicardia |
Di seguito è riportato un elenco delle ulteriori ADR identificate in studi clinici con altre formulazioni di aloperidolo:
Patologie endocrine: iperprolattinemia.
Patologie del sistema nervoso: sindrome neurolettica maligna; discinesia tardiva; bradicinesia; vertigini.
Patologie vascolari: ipotensione.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: amenorrea, galattorrea, disturbi mestruali, disfunzione erettile.
Dati postmarketing
Gli eventi avversi primi identificati come ADR durante l’esperienza postmarketing con aloperidolo sono inclusi in Tabella 3. La revisione postmarketing è basata sulla revisione di tutti i casi in cui è stata somministrata la parte attiva di aloperidolo (HALDOL e HALDOL DECANOAS). In ogni tabella le frequenze sono fornite in accordo alla seguente convenzione:
Molto comune | ≥ 1/10 |
Comune | ≥ 1/100 e < 1/10 |
Non comune | ≥ 1/1000 e < 1/100 |
Raro | ≥ 1/10000 e < 1/1000 |
Molto raro | < 1/10000 inclusi i casi isolati |
Nella Tabella 3 le ADR sono mostrate in base alla classe di frequenza basata sul tasso di segnalazione spontanea.
Tabella 3. Reazioni avverse al farmaco durante l’esperienza postmarketing con aloperidolo (orale, soluzione o decanoato) riportate per categoria di frequenza stimata dai tassi di segnalazione spontanee
Patologie del sistema emolifopoietico |
Molto raro | Agranulocitosi, pancitopenia, trombocitopenia, leucopenia, neutropenia |
Disturbi del sistema immunitario |
Molto raro | Reazione anafilattica, ipersensibilità |
Patologie endocrine |
Molto raro | Inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico |
Disturbi della nutrizione e del metabolismo |
Molto raro | Ipoglicemia |
Disturbi psichiatrici |
Molto raro | Disordini psicotici, agitazione, stato confusionale, depressione, insonnia |
Patologie del sistema nervoso |
Molto raro | Convulsioni, mal di testa |
Patologie cardiache |
Molto raro | Torsade de pointes (torsione di punta), fibrillazione ventricolare, tachicardia ventricolare, extrasistole |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Molto raro | Broncospasmo, laringospasmo, edema laringeo, dispnea |
Patologie Gastrointestinali |
Molto raro | Vomito, nausea |
Patologie epatobiliari |
Molto raro | Insufficienza epatica acuta, epatite, colestasi, ittero, anomalie nei test di funzionalità epatica |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Molto raro | Vasculite leucocitoclastica, dermatite esfoliativa, orticaria, reazioni di fotosensibilità, rash, prurito, iperidrosi |
Patologie renali ed urinarie |
Molto raro | Ritenzione urinaria |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Molto raro | Priapismo, ginecomastia |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto raro | Morte improvvisa, edema facciale, edema, iponatriemia, ipertermia |
Esami diagnostici |
Molto raro | Elettrocardiogramma con QT prolungato, diminuzione di peso |
Sono stati osservati con HALDOL DECANOAS e altri farmaci della stessa classe casi rari di prolungamento del QT, aritmie ventricolari come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco.
Casi molto rari di morte improvvisa.
Sono stati riportati con farmaci antipsicotici casi di tromboembolismo venoso, inclusi casi di embolia polmonare e casi di trombosi venosa profonda - Frequenza non nota.
Links sponsorizzati
Sebbene il sovradosaggio sia più improbabile con le forme parenterali rispetto a quelle orali, vengono fornite le informazioni relative ad Haldol orale, modificate in modo tale da tener conto della durata d’azione prolungata di HALDOL DECANOAS.
Sintomi
Le manifestazioni da sovradosaggio sono una esagerazione degli effetti farmacologici noti e delle reazioni avverse.
I sintomi principali sono: intense reazioni extrapiramidali, ipotensione e sedazione. Una reazione extrapiramidale si manifesta con rigidità muscolare e tremore generalizzato o localizzato. È anche possibile ipertensione piuttosto che ipotensione.
In casi estremi, il paziente può manifestare uno stato comatoso con depressione respiratoria ed ipotensione arteriosa grave, tale da indurre uno stato simile allo shock.
Da considerare, inoltre, il rischio di aritmie ventricolari possibilmente associate a prolungamento dell’intervallo QT dell’elettrocardiogramma.
Trattamento
Poichè non esiste un antidoto specifico, il trattamento è principalmente di sostegno. Nei pazienti in stato comatoso deve essere stabilita la pervietà delle vie aeree mediante tracheotomia o intubazione. La depressione respiratoria può richiedere la respirazione artificiale.
L’ipotensione e il collasso circolatorio possono essere trattati mediante l’infusione endovenosa di liquidi, plasma o albumina concentrata o l’uso di agenti vasopressori quali dopamina o noradrenalina. Non si deve usare adrenalina.
In caso di reazioni extrapiramidali gravi devono essere somministrati, per alcune settimane, farmaci antiparkinson di tipo anticolinergico. Questi farmaci devono poi essere interrotti con molta cautela per il rischio di ricomparsa dei sintomi extrapiramidali.
L’ECG e i segni vitali devono essere monitorati fino al ripristino della normalità dell’ECG.
Aritmie gravi devono essere trattate con appropriate misure antiaritmiche.
Il farmaco deve essere somministrato sotto il controllo del medico psichiatra.
Categoria Farmacoterapeutica: Antipsicotico derivato del butirrofenone.
Codice ATC: N05AD01
L’aloperidolo decanoato è un estere dell’aloperidolo e dell’acido decanoico e, come tale, un neurolettico depot appartenente al gruppo dei butirrofenoni.
Dopo iniezione intramuscolare, l’aloperidolo decanoato viene gradualmente rilasciato dal tessuto muscolare e lentamente idrolizzato in aloperidolo libero che entra nella circolazione sistemica. L’aloperidolo decanoato è un potente antagonista della dopamina e, perciò, è un neurolettico con azione molto marcata.
Nel cervello, l’aloperidolo ha un’azione marcata sul delirio e sulle allucinazioni (probabilmente attraverso l’interazione con i recettori della dopamina nei tessuti mesocorticali e limbici) e un effetto inibitorio dovuto alla sua attività sui gangli basali, ad esempio i fasci nigrostriatali, che è causa anche degli effetti collaterali motori di tipo extrapiramidale (distonia, acatisia e parkinsonismo).
L’aloperidolo presenta un efficace effetto sedativo psicomotorio, che spiega anche l’azione favorevole sulla mania e altre sindromi da agitazione.
Un effetto risocializzante è stato osservato in pazienti con ritiro emozionale.
Gli effetti antidopaminergici più periferici spiegano l’attività contro nausea e vomito (tramite la zona di innesco del chemiorecettore), il rilasciamento degli sfinteri gastrointestinali e l’aumentato rilascio di prolattina (attraverso una inibizione dell’attività del fattore inibente la prolattina, PIF, a livello dell’adenoipofisi).
Links sponsorizzati
Assorbimento
La somministrazione di HALDOL DECANOAS per iniezione intramuscolare, porta al rilascio lento e progressivo di aloperidolo libero. Le concentrazioni plasmatiche aumentano gradualmente: il raggiungimento dei livelli di picco si verifica generalmente da 3 a 9 giorni. I parametri farmacocinetici di aloperidolo decanoato dopo iniezione intramuscolare sono legati alla dose somministrata. La relazione tra dose somministrata e livelli plasmatici di aloperidolo è all’incirca lineare per dosi al di sotto dei 450 mg.
Distribuzione
L’aloperidolo attraversa facilmente la barriera emato-encefalica. Il farmaco si lega alle proteine plasmatiche in ragione del 92%.
Metabolismo
Aloperidolo è metabolizzato da diverse vie, incluso il sistema enzimatico del citocromo P450 (in particolare CYP 3A4 o CYP 2D6) e la glucuronidazione.
Eliminazione
Dopo il raggiungimento delle concentrazioni plasmatiche di picco, i livelli diminuiscono con un’emivita apparente di 3 settimane. Aloperidolo viene escreto per via fecale (60%) ed urinaria (40%). Circa l’1% della dose è escreta immodificata con le urine.
Farmacocinetica della dose-multipla
In pazienti che ricevono una sola dose mensile per iniezione, i livelli plasmatici di equilibrio (steady state) vengono raggiunti entro 2 - 4 mesi dalla prima iniezione.
Concentrazioni terapeutiche
È stato suggerito che, la risposta terapeutica si ottiene con un range di concentrazioni plasmatiche di aloperidolo compreso tra 4 mg/l e 20-25 mg/l.
Dati non clinici basati su studi convenzionali di tollerabilità a livello locale, tossicità per dose ripetuta, genotossicità e carcinogenicità, non hanno rivelato alcun rischio particolare per l’uomo. Nei roditori la somministrazione di aloperidolo ha mostrato una diminuzione della fertilità e limitati effetti teratogeni ed embriotossici.
In diversi studi pubblicati in vitro, l’aloperidolo ha mostrato la capacità di bloccare il canale cardiaco hERG. In alcuni studi condotti in vivo in modelli animali, la somministrazione di aloperidolo per via endovenosa ha causato un prolungamento significativo del QTc, a dosi uguali a 0.3 mg/Kg i.v., mostrando un picco di concentrazione ematico Cmax da 3 a 7 volte superiore rispetto alla concentrazione plasmatica efficace di 4-20 mg/ml ottenuta nell’uomo.
Queste dosi somministrate per via endovenosa che causano un prolungamento dell’intervallo QTc non hanno provocato aritmie. In alcuni studi una dose maggiore compresa tra 1 e 5 mg/Kg somministrata per via endovenosa ha causato un prolungamento del QTc e/o aritmie cardiache ventricolari ad un picco di concentrazione plasmatico Cmax da 19 a 68 volte maggiore rispetto alle concentrazioni plasmatiche efficaci nell’uomo.
Alcool benzilico, olio di sesamo.
Non pertinente.
Fiale 1 ml 50 mg/ml: 3 anni.
Fiale 3 ml 50 mg/ml: 3 anni.
Conservare a temperatura non superiore a 25°C. Conservare nel contenitore originale per tenerlo al riparo dalla luce.
HALDOL DECANOAS 50 mg/ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare: 3 fiale da 1 ml in vetro Tipo I color giallo ambra.
HALDOL DECANOAS 50 mg/ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare: 1 fiala da 3 ml in vetro Tipo I color giallo ambra.
Somministrare per via intramuscolare profonda.
Non somministrare per via endovenosa.
JANSSEN - CILAG SpA
Via M. Buonarroti, 23
20093 COLOGNO MONZESE (Milano)
HALDOL DECANOAS 50 mg/ ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare: 3 fiale 1 ml - AIC 025333016
HALDOL DECANOAS 50 mg/ ml soluzione iniettabile per uso intramuscolare: 1 fiala 3 ml - AIC 025333028
Giugno 1984/Giugno 2005
Determinazione AIFA del 19 aprile 2010