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HEXABRIX
100 ml di soluzione contengono:
Principio attivo: Ioxaglato di sodio 19,65 g; ioxaglato di metilglucamina 39,30 g (contenuto di iodio: 320 mg/ml; contenuto di sodio: 0,15 mEq/ml)
Per gli eccipienti vedere 6.1.
Soluzione iniettabile.
Arteriografia cerebrale, arteriografia coronarica, aortografia toracica, aortografia addominale, angiocardiografia, arteriografia selettiva viscerale, arteriografia periferica, flebografia, Colangiografia perioperatoria, urografia endovenosa, potenziamento del contrasto in T.A.C., artrografia, fistulografia, isterosalpingografia, esami dell’apparato digerente.
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Angiografia: la dose media di Hexabrix 320 mg/ml Soluzione iniettabile da impiegare è variabile in funzione del tipo d’esame. La dose non deve mai essere superiore a 4-5 ml/kg di peso corporeo in iniezioni consecutive e mai superiore a 100 ml per iniezione. Urografia: nell’adulto la dose abituale è di 1 ml / kg di peso corporeo. Nell’infante la dose sarà adottata in funzione dell’età.
Ipersensibilità allo ioxaglato o ad altri mezzi di contrasto iodati; ipersensibilità agli edetati (EDTA e derivati).
Paraproteinemie di Waldenstrom. Mieloma multiplo. Gravi stati di insufficienza epatica o renale.
Generalmente controindicato in gravidanza. Lo ioxaglato non deve essere utilizzato per la mielografia e non deve essere somministrato per via subaracnoidea o epidurale.
Il prodotto non deve essere iniettato nello spazio subaracnoideo né deve essere praticata iniezione epidurale in quanto si possono causare reazioni convulsive. È sempre utile disporre di adeguati mezzi da usare in caso di emergenza: cortisonici, antistaminici, acido epsilon-aminocaproico, cardiotonici, vasocostrittori, neurolettici e sedativi, soluzione fisiologica e di glucosio, ossigeno.
L’impiego di prodotti quale l’Hexabrix deve essere limitato a quei casi in cui esista una precisa indicazione clinica all’esame contrastografico. Indicazione che dovrà essere valutata in rapporto alla situazione clinica del soggetto, in particolare, in relazione a stati morbosi a carico dell’apparato cardiocircolatorio, uropoietico ed epatobiliare. Particolare cautela deve essere adottata nei pazienti affetti da feocromocitoma, anemia drepanocitica, patologie renali, ipertiroidismo o presenza di nodulo tiroideo funzionante (si sono avute tempeste tiroidee in seguito a somministrazione intravascolare), in presenza di endotossiemia o febbre, nei pazienti asmatici, con allergie (anche alimentari) o con storia familiare di allergia; conviene interrogare sempre il malato su eventuali precedenti di intolleranza o di allergia. Un precedente di allergia non controindica categoricamente l’esame, è tuttavia prudente, in questo caso, raddoppiare ogni precauzione e prevenire qualsiasi possibile reazione. Nei pazienti con storia di grave allergia o con precedenti reazioni a mezzi di contrasto, si deve instaurare una terapia profilattica, a base di corticosteroidi e antiistaminici, dal momento che in questi pazienti l’incidenza di reazioni allergiche è 2-3 volte superiore.
Nei pazienti affetti da omocistinuria può aumentare il rischio di trombosi e di embolia; se possibile, conviene evitare l’angiografia in questi pazienti.
Nei lattanti e bambini non si deve limitare l’apporto di liquidi. Prima dell’impiego di mezzi di contrasto ipertonici, devono essere compensate eventuali turbe del ricambio idrico ed elettrolitico.
In pazienti sottoposti ad angiografia cerebrale è consigliata particolare cautela nel caso di: arteriosclerosi avanzata, ipertensione grave, scompenso cardiaco, senescenza, trombosi o embolia cerebrale recente, emicrania.
Quando si esegue una cavernosonografia peniena, si utilizza comunemente la papaverina per produrre l’erezione prima dell’infusione del mezzo di contrasto. Lo ioxaglato può formare un precipitato pastoso con la papaverina; l’eventuale formazione del precipitato nel pene può avere serie conseguenze.
Precauzioni per l’arteriografia periferica:
Nei pazienti sottoposti ad arteriografia periferica, si può avere ipotensione in seguito all’iniezione intraarteriosa (brachiale) di ioxaglato; l’ipotensione è in genere transitoria e non richiede trattamenti. Tuttavia, è consigliabile monitorare la pressione nei 10 minuti successivi all’iniezione del medicinale;
particolare cautela deve essere adottata per evitare lo stravaso del medicinale ed è raccomandata la fluoroscopia; ciò è particolarmente importante nei pazienti con patologie severe a carico delle arterie.
Precauzioni per l’arteriografia coronarica selettiva con o senza ventricolografia sinistra:
Evitare questa procedura nelle 2 settimane seguenti la diagnosi di infarto miocardico.
La procedura deve essere eseguita da personale esperto con monitorizzazione ECG e con possibilità di accesso immediato alle procedure di rianimazione.
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Pur alterando, come tutti i mezzi di contrasto uro-angiografici, la funzionalità tiroidea, l’Hexabrix varia di poco i valori fisiologici ormonali. Qualora si preveda l’esame diagnostico della tiroide con iodio radioattivo, va considerato che la captazione dello iodio da parte del tessuto tiroideo è ridotta dopo l’impiego di mezzi di contrasto iodati ad eliminazione renale. Il ritorno alla normalità avviene 3-4 giorni dopo l’iniezione.
È stato osservato che in pazienti trattati con metformina, l’iniezione di mezzi di contrasto iodati può essere associata ad acidosi lattica e può portare all’insufficienza renale acuta. La somministrazione di metformina dovrebbe essere sospesa prima o al momento della somministrazione del mezzo di contrasto; la sospensione dovrebbe continuare per le 48 ore successive alla somministrazione.
Quando si esegue una cavernosonografia peniena, si utilizza comunemente la papaverina per produrre l’erezione prima dell’infusione del mezzo di contrasto. Lo ioxaglato può formare un precipitato pastoso con la papaverina; l’eventuale formazione del precipitato nel pene può avere serie conseguenze.
L’uso del mezzo di contrasto in gravidanza è sconsigliato. Solo se il medico ritiene indispensabile l’indagine ed i risultati superano gli eventuali rischi ad essa connessi, deve essere preso in considerazione l’impiego del mezzo di contrasto.
Il passaggio dei mezzi di contrasto, organo-iodati, nel latte materno è da ritenersi estremamente ridotto. Si raccomanda comunque di sospendere l’allattamento al seno nelle 24 ore seguenti la somministrazione del prodotto.
Non sono riferibili segnalazioni sull’influenza del prodotto sulla capacità di guidare e sull’uso di macchinari.
Gli effetti secondari sono generalmente rari. Dopo una iniezione per via endovenosa si può riscontrare qualche vampata di calore. Malgrado la sua eccellente tollerabilità, l’Hexabrix non è completamente immune da possibili reazioni di intolleranza o manifestazioni di tipo anafilattico o tipo shock da medicamenti: nausea, rossore diffuso, vomito, sensazione di calore, cefalea, sintomi di corizza, angioedema laringeo o faringeo acuto, febbre, sudorazione, astenia, vertigini, pallore, lieve ipotensione, eruzioni cutanee. Reazioni più gravi a carico dell’apparato cardiovascolare quali vasodilatazione periferica, con ipotensione marcata, tachicardia, dispnea, stato di agitazione, cianosi perdita di conoscenza possono verificarsi e richiedere misure di emergenza.
Effetti ematologici:
Come tutti i mezzi di contrasto, lo ioxaglato può disidratare (a causa dell’iperosmolarità), gli eritrociti, causando una ridotta elasticità e, quindi, una difficoltà nella microcircolazione. La ridotta deformabilità è stata associata ad episodi di ipertensione polmonare nel corso di angiografia polmonare e può aver contribuito ad episodi di insufficienza renale acuta. Tuttavia, vi sono prove che lo ioxaglato possa produrre un minore effetto tossico sugli eritrociti rispetto ai mezzi di contrasto convenzionali.
Effetti cardiovascolari:
Lo ioxaglato può causare ipotensione, bradicardia, aritmie ventricolari, modificazioni dell’ECG, tromboembolismo ed altri effetti cardiovascolari; tuttavia, l’incidenza di questi effetti è stata minore a quella osservata con altri mezzi di contrasto ionici, a maggiore osmolarità.
Iniezioni coronariche selettive sono state associate con bradiaritmie, prolungamento del complesso QRS, aumento dell’intervallo QT, slivellamenti del segmento ST e modificazioni dell’onda T. Altri effetti avversi osservati in corso di angiografia cardiaca sono stati: aritmie ventricolari, alterazioni del flusso coronarico ed effetti sulla contrattilità miocardica e sulla conduzione.
Altre reazioni rare sono rappresentate da: shock ipotensivo, insufficienza coronarica, fibrillazione ed arresto cardiaco.
Effetti sul sistema nervoso centrale:
Sono stati segnalati i seguenti effetti: afasia, sincope, paresi, convulsioni, riduzioni del campo visivo, cefalea, tremori, sensazione di vuoto alla testa e coma.
La possibile neurotossicità dello ioxaglato utilizzato per angiografia cerebrale non è stata ancora ben definita. Le reazioni più comuni, generalmente transitorie, sono sensazione di caldo al volto ed al collo. Sono state inoltre segnalate: allucinazioni, stroke, amnesia, difficoltà respiratorie, difetti del campo visivo fino all’anopsia e deficit neurologici irreversibili.
Effetti gastrointestinali:
Gli effetti avversi più frequenti sono nausea e vomito.
Effetti sull’apparato genito-urinario:
Blocco renale temporaneo o nefropatia.
È stata segnalata insufficienza renale acuta in pazienti con nefropatia diabetica.
Effetti locali:
Sono stati segnalati: orticaria, sensazione di calore o bruciore o dolore alla sede dell’iniezione.
Ipersensibilità:
Il medicinale può provocare: orticaria, con o senza prurito, eritema e rush maculo-papulare, edema angioneurotico; i sintomi respiratori includono starnuti, tosse, dispnea, costrizione toracica e affanno, che possono rappresentare le manifestazioni iniziali di reazioni più severe e infrequenti come, attacchi asmatici, laringospasmo, broncospasmo, con o senza edema polmonare, apnea e cianosi. In pazienti con storia di grave allergia o con precedenti reazioni a mezzi di contrasto, si deve instaurare una terapia profilattica, a base di corticosteroidi e antistaminici, dal momento che in questi pazienti l’incidenza di reazioni allergiche è 2-3 volte superiore.
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L’impiego di prodotti per indagini cardio-angiografiche può aver luogo esclusivamente in Cliniche, Ospedali o Case di cura ove è assicurata l’immediata disponibilità delle necessarie attrezzature di rianimazione e del personale competente ad utilizzarle. Per gli altri esami contrastografici di più comune pratica diagnostica è necessario che nei reparti radiologici, siano essi pubblici o privati, siano presenti e disponibili quei presidi e medicamenti che l’eperienza ha dimostrato idonei (pallone Ambu, ossigeno, antistaminici, vasocostrittori, cortisonici, etc ...).
In caso di sovradosaggio gli effetti collaterali principali sono riscontrabili a livello dell’apparato polmonare e del sistema cardiovascolare. Il trattamento conseguente deve essere diretto al mantenimento delle funzioni vitali, instaurando rapidamente una terapia sintomatica. I sali dell’acido ioxaglico sono dializzabili.
Categoria farmacoterapeutica: MEZZI DI CONTRASTO RADIOLOGICI, IODATO, IDROSOLUBILI, NEFROTROPICI A BASSA OSMOLARITÀ
Codice ATC: V08AB03
I sali dell’acido ioxaglico costituiscono un mezzo di contrasto iodato, ionico, idrosolubile.
Hexabrix possiede in vitro un effetto anticoagulante maggiore rispetto a quello osservato con i mezzi di contrasto non ionici a bassa osmolalità, per i quali sono stati segnalati in vitro casi di “coagulazione” (formazione di coaguli nel catetere o nella siringa). Inoltre è stato dimostrato che Hexabrix, a differenza dei mezzi di contrasto non ionici, non induce attivazione piastrinica (nessun rilascio di fattori pro-coagulanti) ed inibisce l’aggregazione piastrinica.
A causa dei suoi effetti sull’emostasi, Hexabrix 320 riduce il rischio di formazione di coagulo nei cateteri e nei fili-guida utilizzati durante l’angioplastica.
Diversi studi clinici eseguiti nel corso di angioplastica coronarica transluminale percutanea indicano che, Hexabrix 320 mg/ml, induce una diminuzione del rischio trombotico immediato legato alla procedura.
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Dopo iniezione endovenosa solo una ridottissima quota dell’acido ioxaglico è legata alle proteine plasmatiche. Il prodotto è eliminato per filtrazione glomerulare senza essere metabolizzato. In soggetti sani, circa il 50% della dose somministrata per via endovenosa viene eliminato con le urine entro 2 ore; dopo 24 ore, l’eliminazione è pari al 90% della dose.
Nei pazienti con insufficienza renale, l’escrezione biliare del farmaco aumenta notevolmente.
A differenza dei mezzi di contrasto classici ed ipertonici, lo ioxaglato non provoca diuresi osmotica se non in minima percentuale. In seguito a ciò la concentrazione dello iodio urinario è 2 - 3 volte superiore a quella ottenuta con prodotti ipertonici.
La D.L.50 dell’Hexabrix 320 mg/ml Soluzione iniettabile dopo somministrazione endovena nel topo è stata valutata in 12,8 g di iodio/Kg di peso corporeo.
Calcio edetato disodico, acqua per preparazioni iniettabili.
Per evitare qualsiasi rischio di incompatibilità nessun altro medicamento deve essere iniettato nella stessa siringa.
3 anni.
Conservare il contenitore nell’imballaggio esterno per tenerlo al riparo dalla luce. Conservare a riparo delle radiazioni Roentgen. Il prodotto non deve essere congelato.
Flaconi in vetro trasparente confezionati in astuccio di cartoncino. Flaconi da 20 ml, 50 ml, 100 ml, 200 ml.
Nessuna particolare.
GUERBET, Roissy CdG Cedex, BP 57400, F-95943, Francia
Flacone da 20 ml 026307025
Flacone da 50 ml 026307037
Flacone da 100 ml 026307049
Flacone da 200 ml 026307064
01.06.2005
12/11/2004