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HEXVIX
Ciascun flaconcino di polvere contiene 85 mg di esaminolevulinato pari a 100 mg di esaminolevulinato cloridrato.
Dopo la ricostituzione in 50 mL di solvente, 1 mL di soluzione contiene 1,7 mg di esaminolevulinato pari a una soluzione contenente 8 mmol/L di esaminolevulinato.
Per gli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere e solvente per soluzione endovescicale.
Polvere: colore bianco-biancastro o giallo pallido
Solvente: soluzione chiara e incolore
Medicinale solo per uso diagnostico.
Rilevamento del cancro della vescica, ad esempio, il carcinoma in situ, in pazienti con diagnosi o sospetto elevato di cancro della vescica basato, ad es., su cistoscopia di screening o risultati positivi agli esami citologici delle urine. La cistoscopia a fluorescenza con luce blu deve essere usata come aggiunta alla cistoscopia standard a luce bianca, come guida per i prelievi bioptici.
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La cistoscopia con Hexvix deve essere eseguita solo da professionisti sanitari specificamente esperti nell'esecuzione della cistoscopia con Hexvix. La vescica deve essere svuotata prima dell'instillazione.
Adulti (compresi gli anziani):
50 mL di soluzione ricostituita contenente 8 mmol/L (vedere paragrafo 6.6) vengono instillati in vescica attraverso un catetere. Il paziente deve trattenere il liquido per 60 minuti circa.
L’esame cistoscopico con luce blu deve iniziare entro 60 minuti circa dallo svuotamento della vescica.
I pazienti devono essere esaminati sia con la luce bianca, sia con la luce blu per ottenere una mappa di tutte le lesioni presenti nella vescica. Di norma, i campioni bioptici di tutte le lesioni mappate devono essere prelevati durante l'esame a luce bianca.
Devono essere usati solo strumenti cistoscopici con marcatura CE, dotati dei filtri necessari per permettere l’esecuzione sia della cistoscopia standard a luce bianca che della cistoscopia a fluorescenza con luce blu (lunghezza d'onda: 380-450 nm).
Le dosi di luce utilizzate nel corso della cistoscopia possono variare. Le dosi tipiche di luce totale (luce blu e luce bianca) sono comprese tra 180 e 360 J, con un'intensità di 0,25 mW/cm².
Bambini e adolescenti:
Non vi sono esperienze di trattamento con Hexvix in pazienti al di sotto dei 18 anni.
Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti del solvente.
Porfiria.
Donne in età fertile (vedere paragrafo 4.6).
L'uso ripetuto di Hexvix nel follow-up dei pazienti con cancro della vescica non è stato indagato.
L’ esaminolevulinato non deve essere usato in pazienti ad alto rischio di infiammazione della vescica, ad esempio, dopo terapia con BCG, o in pazienti con leucocituria moderata o grave. Prima di somministrare il prodotto si raccomanda di escludere la presenza di infiammazione diffusa della vescica eseguendo una cistoscopia. L’infiammazione può determinare un aumento di porfirine e un maggiore rischio di tossicità locale al momento dell'illuminazione, oltre a una falsa fluorescenza.
Evitare l'esame a luce blu se la cistoscopia a luce bianca evidenzia un'infiammazione diffusa della vescica.
Per i pazienti che hanno subito di recente un intervento sulla vescica il rischio di falsa fluorescenza nell'area di resezione è maggiore.
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Non sono stati eseguiti studi di interazione specifici con esaminolevulinato.
Per l’esaminolevulinato non sono disponibili dati clinici relativi a gravidanze esposte. Non sono stati condotti studi su animali per la determinazione della tossicità riproduttiva. L’esaminolevulinato è controindicato per le donne in età fertile (vedere paragrafo 4.3).
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
La maggior parte degli eventi avversi segnalati hanno avuto carattere transitorio e intensità lieve o moderata. Le reazioni avverse più frequentemente segnalate sono state gli spasmi vescicali, riferiti dal 3,8% dei pazienti, il dolore vescicale (3,3% dei pazienti) e la disuria (2,7% dei pazienti). Le reazioni avverse osservate erano state previste sulla base dell’esperienza precedente con la cistoscopia standard e le procedure di resezione transuretrale della vescica (TURB).
Classificazione organi (MedDRA) | Frequenza* | Evento |
Infezioni e infestazioni | Non comune | Cistite, sepsi, infezione del tratto urinario |
Disturbi psichiatrici | Non comune | Insonnia |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Cefalea |
Patologie gastrointestinali | Comune | Nausea, vomito, stipsi |
Patologie renali e urinarie | Comune | Spasmi vescicali, dolore vescicale, disuria, ritenzione urinaria, ematuria, pollachiuria |
Non comune | Dolore uretrale, incontinenza |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Piressia |
Esami diagnostici | Non comune | Aumento nella conta dei globuli bianchi, aumento della bilirubina e degli enzimi epatici |
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Non comune | Dolore post-procedura |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Non comune | Anemia |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Non comune | Gotta |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Non comune | Eruzioni cutanee |
* Reazioni avverse comuni: reazioni avverse che si verificano in >1/100, <1/10 dei pazienti. Reazioni avverse non comuni: reazioni avverse che si verificano in >1/1000, <1/100 dei pazienti. |
Negli studi clinici sono inclusi solo le reazioni avverse segnalate da più di un paziente. |
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Non sono stati riportati casi di sovradosaggio.
Non sono stati segnalati eventi avversi a fronte di tempi prolungati di instillazione superiori a 180 minuti (3 volte il tempo raccomandato per l’instillazione), in un caso pari a 343 minuti. Non sono stati riscontrati eventi avversi negli studi di determinazione della dose dove è stata usata una concentrazione di esaminolevulinato doppia rispetto a quella raccomandata.
Non vi sono esperienze con gradi di intensità di luce superiori a quelli raccomandati o di esposizione prolungata alla luce.
Categoria farmacoterapeutica: altri diagnostici, codice ATC: V04CX
Studi in vitro hanno dimostrato un marcato aumento della fluorescenza delle porfirine nell’urotelio neoplastico in seguito all’esposizione a esaminolevulinato.
Nell’uomo, Hexvix ha evidenziato un maggiore accumulo di porfirine nell’urotelio neoplastico rispetto all’urotelio normale. Dopo l’instillazione della soluzione ricostituita per un’ora e la successiva illuminazione con luce blu, è possibile visualizzare prontamente i tumori attraverso la fluorescenza.
Sono stati eseguiti degli studi clinici con Hexvix su 605 pazienti valutabili con diagnosi o sospetto elevato di cancro della vescica sottoposti a esame cistoscopico a luce bianca, seguito da cistoscopia a luce blu, ed esame bioptico.
I pazienti partecipanti agli studi clinici presentavano diagnosi o sospetto di cancro della vescica evidenziato dalla cistoscopia o da risultati positivi agli esami citologici delle urine.
Rispetto alla cistoscopia standard a luce bianca, l'esame con fluorescenza a luce blu ha evidenziato una presenza significativamente maggiore di carcinoma in situ (CIS) e lesioni papillari. La percentuale di rilevamento per il CIS è di 49,5% alla cistoscopia standard a luce bianca rispetto al 95% della cistoscopia a luce blu, mentre la percentuale di rilevamento delle lesioni papillari alla cistoscopia a luce bianca si aggira attorno all'85,4-94,3% rispetto al 90,6-100% della cistoscopia a luce blu.
È stato progettato uno studio per indagare l'influenza delle prassi di gestione dei pazienti secondo le raccomandazioni dell'Associazione Europea di Urologia sul trattamento del cancro superficiale della vescica. Nel 17% dei pazienti, i reperti ottenuti dopo l'esecuzione della cistoscopia a luce blu hanno consentito la prescrizione di una terapia più completa, nel 5,5% dei pazienti la sola cistoscopia a luce blu ha determinato una terapia meno completa.
Alla base della terapia più completa c’è stato il migliore rilevamento del tumore rispetto alla cistoscopia standard, comprendente il rilevamento di un numero superiore di lesioni di stadio pTa (20% dei pazienti), di lesioni CIS (14%) e di lesioni di stadio pT1 (11%), evidenziate unicamente dalla cistoscopia con Hexvix.
La percentuale di lesioni falso-positive è risultata maggiore alla cistoscopia con fluorescenza a luce blu, 21,3% per la cistoscopia a luce bianca e 27,8% per la cistoscopia a luce blu.
Meccanismo d'azione:
Dopo l’instillazione intravescicale di esaminolevulinato, si verifica un accumulo di porfirine nelle lesioni della parete vescicale, a livello intracellulare. Le porfirine intracellulari (comprese le PpIX) sono composti fluorescenti fotoattivi che emettono luce rossa se eccitati con luce blu. Di conseguenza, le lesioni preneoplastiche e neoplastiche emetteranno una luminescenza rossa su uno sfondo blu. La presenza di infiammazione può produrre una falsa fluorescenza.
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Gli studi autoradiografici in vivo condotti su ratti in seguito a somministrazione intravescicale hanno evidenziato la presenza di elevate concentrazioni di esaminolevulinato nella parete vescicale.
Dopo l’instillazione intravescicale di esaminolevulinato radiomarcato in volontari sani, la biodisponibilità sistemica della radioattività totale è risultata pari a circa il 5-10%.
Gli studi su ratti e cani non hanno evidenziato rischi di tossicità sistemica.
Sono stati eseguiti studi sulla tolleranza endovescicale a sette giorni, senza esposizione alla luce, su ratti e cani. Lo studio sui ratti ha evidenziato casi di leucocitosi che indicano un'attività proinfiammatoria dell'esaminolevulinato. Si sono verificati anche casi di azotemia, urina rossa e perdita ponderale. Nei cani trattati con esaminolevulinato è stato riscontrato un aumento marginale dell'incidenza e della gravità dell'iperplasia cellulare transitoria e della basofilia nell'epitelio urinario.
La genotossicità potenziale è stata studiata in vitro nelle cellule procariote ed eucariote, in presenza e assenza di illuminazione fotoattivante, e in vivo. È stato osservato un aumento delle aberrazioni cromosomiche delle cellule CHO (cellule di ovaio di criceto cinese) in seguito a trattamento combinato con la luce. Gli altri studi volti a stabilire il potenziale genotossico sono risultati negativi (test di Ames, test della timidina chinasi (TK), test del micronucleo in vivo e saggio Comet su campioni vescicali di uno studio di tolleranza locale sui cani con attivazione a luce blu). Non è possibile escludere completamente che Hexvix abbia un potenziale genotossico a causa del suo meccanismo d’azione che implica la produzione di ossigeno singoletto all’attivazione della luce.
Un saggio di sensibilizzazione cutanea (Local Lymph Node Assay, LLNA) sui topi ha dimostrato che l'esaminolevulinato presenta un potenziale di sensibilizzazione cutanea.
Non sono stati condotti studi di cancerogenicità o sulla funzione riproduttiva con esaminolevulinato.
Polvere: Nessuno
Solvente:
Sodio fosfato dibasico
Potassio diidrogeno fosfato
Sodio cloruro
Acido cloridrico
Sodio idrossido
Acqua per preparazioni iniettabili
Il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.
3 anni
Dopo la diluizione con il solvente, la soluzione è chimicamente e fisicamente stabile per 2 ore se conservata a temperature comprese tra 2°C e 8°C. Da un punto di vista microbiologico, il prodotto deve essere usato immediatamente. Se non viene usato immediatamente, i tempi di conservazione dopo l’apertura e le condizioni di conservazione prima dell'uso sono responsabilità dell’utilizzatore e di norma non devono superare le 2 ore a 2-8°C.
Questo medicinale non richiede alcuna particolare condizione di conservazione.
Soluzione (dopo la ricostituzione): vedere la Sezione 6.3.
La confezione contiene un flaconcino di polvere da 10 mL, di tipo I, in vetro incolore, con tappo in gomma di butile, e un flaconcino di solvente da 50 mL in polipropilene o un flaconcino da 50 ml, di tipo I, in vetro incolore tipo I con tappo in gomma di butile.
E’ possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate
L’esaminolevulinato può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
Tutte le fasi della procedura devono essere eseguite con strumenti sterili e in condizioni asettiche.
1. Trasferire 50 mL di solvente per Hexvix in una siringa sterile da 50 mL.
2. Iniettare circa 5 mL di questo nel flaconcino di polvere Hexvix. Agitare con delicatezza fino a dissoluzione completa.
3. Trasferire nuovamente tutta la soluzione contenente la polvere disciolta nella siringa da 50 mL e agitare con delicatezza per mescolare il contenuto.
4. Re-iniettare e prelevare circa 5 mL del contenuto miscelato della siringa nel flaconcino di polvere Hexvix per altre due volte in modo da assicurare il completo trasferimento della polvere contenuta nel flaconcino nella siringa.
5. La soluzione ricostituita è di aspetto limpido o lievemente opalescente e varia da incolore a giallo pallido.
GE Healthcare S.r.l.
Via Galeno 36
20126 Milano
Italia
Hexvix 85 mg polvere e solvente per soluzione endovescicale – N° AIC: 037598024/M
4 Giugno 2007
Provvedimento UPC/I/136/2008 del 20 Febbraio 2008