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IGVENA
Immunoglobuline umane normali (Ig e.v.).
1 ml di soluzione contiene:
Immunoglobuline umane normali mg 50
Proteine umane 50 g/l delle quali almeno il 95% è IgG
Distribuzione delle sottoclassi di IgG
IgG1 24,3 - 37,2 mg
IgG2 12,4 - 22,1 mg
IgG3 0,9 - 1,5 mg
IgG4 0,1 - 0,5 mg
Massimo contenuto di IgA 0,05 mg
Per gli eccipienti vedere la sezione 6.1.
Soluzione per infusione.
Terapia sostitutiva in
Sindromi da immunodeficienza primaria:
• agammaglobulinemia e ipogammaglobulinemia congenita;
• immunonodeficienza comune variabile;
• immunonodeficienza combinata grave;
• sindrome di Wiskott Aldrich.
Mieloma o leucemia linfocitica cronica con grave ipogammaglobulinemia secondaria e infezioni ricorrenti.
Bambini con AIDS congenito e infezioni ricorrenti.
Effetto immunomodulatore
Porpora trombocitopenica idiopatica (PTI), in bambini o adulti ad alto rischio di emorragie o prima di interventi chirurgici per correggere la conta piastrinica.
Sindrome di Guillain Barrè.
Malattia di Kawasaki.
Trapianto di midollo osseo allogenico
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Posologia
La dose e gli schemi posologici dipendono dall’indicazione.
Nella terapia sostitutiva la dose deve essere personalizzata per ogni paziente in base alla farmacocinetica ed alla risposta clinica. I seguenti schemi posologici possono essere usati come riferimento.
Terapia sostitutiva nelle sindromi di immunodeficienza primaria
Il dosaggio deve raggiungere un livello base di IgG (misurato prima della successiva infusione) di almeno 4 - 6 g/l. Dall’inizio della terapia sono necessari da 3 a 6 mesi per raggiungere un equilibrio.
La dose iniziale raccomandata è di 0,4 - 0,8 g/kg seguiti da almeno 0,2 g/kg ogni 3 settimane.
La dose richiesta per raggiungere un livello base di 6 g/l è nell’ordine di 0,2 - 0,8 g/kg/mese. L’intervallo di somministrazione varia da 2 a 4 settimane dopo che si è raggiunto livello stabile.
I livelli base devono essere misurati per aggiustare la dose e lo schema posologico.
Terapia sostitutiva nel mieloma o nella leucemia linfocitica cronica con grave ipogammaglobulinemia secondaria e infezioni ricorrenti; terapia sostitutiva nei bambini con AIDS e infezioni ricorrenti
La dose raccomandata è 0,2 - 0,4 g/kg ogni 3 - 4 settimane.
Porpora trombocitopenica idiopatica
Per il trattamento di episodi acuti la dose consigliata è 0,8 - 1,0 g/kg il primo giorno, che può essere ripetuta una seconda volta entro tre giorni, o 0,4 g/kg al giorno per 2 - 5 giorni. Il trattamento può essere ripetuto in caso di ricadute.
Sindrome di Guillain Barré
0,4 g/kg/die per 3 - 7 giorni.
L’esperienza nei bambini è limitata.
Malattia di Kawasaki
1,6 - 2,0 g/kg devono essere somministrati in dosi suddivise in 2 - 5 giorni o 2,0 g/kg in dose singola. I pazienti devono ricevere un trattamento concomitante con acido acetilsalicilico.
Trapianto di midollo osseo allogenico
Il trattamento con immunoglobuline umane normali deve essere utilizzato in fase di preparazione e dopo il trapianto.
Per il trattamento di infezioni e per la profilassi della malattia da rigetto il dosaggio è personalizzato ed inizia di solito con 0,5 g/kg/settimana, cominciando 7 giorni prima del trapianto e continuando per 3 mesi dopo il trapianto.
In caso di deficit persistente della produzione di anticorpi è raccomandata la dose di 0,5 g/kg/mese finché il livello di anticorpi non torna alla norma.
Il dosaggio raccomandato è riassunto nella seguente tabella:
Indicazione | Dose | Frequenza delle iniezioni |
Terapia sostitutiva nella immunodeficienza primaria | dose iniziale: 0,4 - 0,8 g/kg | ogni 2 - 4 settimane per ottenere livelli base di IgG di almeno 4 - 6 g/l |
dosi successive: 0,2 - 0,8 g/kg |
Terapia sostitutiva nella immunodeficienza secondaria | 0,2 - 0,4 g/kg | ogni 3 - 4 settimane per ottenere livelli base di IgG di almeno 4 - 6 g/l |
Bambini con AIDS | 0,2 - 0,4 g/kg | ogni 3 - 4 settimane |
Immunomodulazione: |
Porpora trombocitopenica idiopatica | 0,8 - 1 g/kg o 0,4 g/kg/die | il primo giorno, possibilmente ripetendo una seconda volta entro tre giorni per 2 - 5 giorni |
Sindrome di Guillain Barré | 0,4 g/kg/die | per 3 - 7 giorni |
Malattia di Kawasaki | 1,6 - 2 g/kg o 2 g/kg | in dosi suddivise in 2 - 5 giorni, in associazione con acido acetilsalicilico in dose singola, in associazione con acido acetilsalicilico |
Trapianto di midollo osseo allogenico: |
trattamento di infezioni e profilassi della malattia da rigetto | 0,5 g/kg | ogni settimana da sette giorni prima del trapianto, fino a tre mesi dopo |
deficienza persistente nella produzione di anticorpi | 0,5 g/kg | ogni mese finché i livelli di anticorpi non tornano nella norma |
Modo di somministrazione
Ig VENA deve essere infusa per via endovenosa ad una velocità iniziale di 0,46 - 0,92 ml/kg/h (10 - 20 gocce al minuto) per 20 - 30 minuti. Se ben tollerata, la velocità di somministrazione può essere gradualmente aumentata fino ad un massimo di 1,85 ml/kg/h (40 gocce/minuto) per il resto dell’infusione.
Ipersensibilità ad uno qualsiasi dei componenti.
Intolleranza alle immunoglobuline omologhe, specialmente nei casi molto rari di deficienza di IgA quando il paziente abbia anticorpi anti-IgA.
Certe gravi reazioni allergiche al preparato possono essere correlate alla velocità di infusione.
La velocità di infusione raccomandata nel "Modo di somministrazione" deve essere strettamente seguita. Il paziente deve essere rigorosamente controllato ed attentamente osservato per qualsiasi sintomo durante l’intero periodo dell’infusione.
Alcune reazioni avverse possono manifestarsi più frequentemente:
• in caso di alta velocità di infusione;
• in pazienti con ipo- agammaglobulinemia, con o senza deficit di IgA;
• in pazienti che ricevono immunoglobuline umane normali per la prima volta o, in casi rari, quando è stato cambiato il tipo di prodotto a base di immunoglobuline umane normali o quando c’è stato un lungo intervallo dalla precedente infusione.
Vere reazioni di ipersensibilità sono rare. Possono verificarsi in casi molto rari di deficienza di IgA con anticorpi anti-IgA.
Raramente le immunoglobuline umane normali possono causare un calo della pressione del sangue con reazioni anafilattiche, anche quando il paziente non abbia mostrato ipersensibilità a precedenti somministrazioni.
Potenziali complicazioni spesso possono essere evitate assicurando:
• che i pazienti non siano sensibili alle immunoglobuline umane normali iniettando all’inizio il prodotto lentamente (velocità di iniezione 0,46 - 0,92 ml/kg/h);
• che i pazienti siano controllati attentamente per qualunque sintomo durante il periodo di infusione. In particolare, i pazienti che ricevono per la prima volta immunoglobuline umane normali, i pazienti che hanno cambiato tipo di prodotto a base di Ig e.v. e i pazienti per i quali è trascorso un lungo intervallo di tempo dalla precedente infusione, devono essere controllati durante la prima infusione e per la prima ora dopo la prima infusione, per individuare potenziali segnali di reazioni avverse. Tutti gli altri pazienti devono essere osservati per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
Esistono evidenze cliniche che dimostrano una relazione tra la somministrazione di Ig e.v. ed eventi tromboembolici (come infarto miocardico, ictus, embolia polmonare e trombosi venosa profonda) che si presume siano correlati ad un aumento relativo della viscosità del sangue dovuta ad un alto afflusso di immunoglobuline in pazienti a rischio. Bisogna essere cauti nel prescrivere e nell’infondere Ig e.v. in pazienti obesi e in pazienti con fattori di rischio pre-esistenti per eventi trombotici (come età avanzata, ipertensione, diabete mellito e anamnesi di malattie vascolari o episodi trombotici, pazienti con disordini trombofili ereditari o acquisiti, pazienti con prolungato periodo di immobilità, pazienti gravemente ipovolemici, pazienti con malattie che aumentano la viscosità del sangue).
In pazienti che hanno ricevuto Ig e.v. sono stati riportati casi di insufficienza renale acuta. Nella maggior parte dei casi i fattori di rischio sono stati identificati in insufficienza renale preesistente, diabete mellito, ipovolemia, sovrappeso, somministrazione concomitante di medicinali nefrotossici, o età superiore a 65 anni.
In caso di danno renale deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Anche se casi di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta sono stati messi in relazione con l’uso di molti prodotti medicinali a base di Ig e.v., i prodotti contenenti saccarosio come stabilizzante rappresentano una quota preponderante dell’intero numero. Nei pazienti a rischio può essere preso in considerazione l’uso di prodotti a base di Ig e.v. che non contengono saccarosio. Nei pazienti a rischio per insufficienza renale acuta o per reazioni avverse tromboemboliche, i prodotti a base di Ig e.v. devono essere somministrati alla più bassa velocità di infusione e dose praticabili.
In tutti i pazienti la somministrazione di Ig e.v. richiede:
• adeguata idratazione prima dell’inizio dell’infusione di Ig e.v.
• controllo del volume urinario
• controllo del livello di creatinina sierica
• evitare l’uso concomitante di diuretici dell’ansa.
In caso di reazione avversa la velocità di somministrazione deve essere ridotta o l’infusione deve essere interrotta.
Il trattamento necessario dipende dalla natura e dalla gravità dell’effetto collaterale.
In caso di shock, deve essere eseguito il trattamento medico standard per lo shock.
Sicurezza virale
Misure standard per prevenire le infezioni conseguenti all’uso di prodotti medicinali preparati da sangue o plasma umano comprendono la selezione dei donatori, lo screening delle donazioni individuali e dei pool plasmatici per specifici marcatori di infezione e l’inclusione di step di produzione efficaci per l’inattivazione/rimozione dei virus.
Ciò nonostante, quando si somministrano specialità medicinali preparate da sangue o plasma umano non può essere totalmente esclusa la possibilità di trasmissione di agenti infettivi. Ciò si applica anche a virus e altri patogeni emergenti o sconosciuti.
Le misure adottate sono considerate efficaci per i virus con involucro lipidico come HIV, HBV e HCV e per i virus senza involucro come HAV.
Le misure adottate hanno un valore limitato contro i virus senza involucro lipidico come il parvovirus B19.
C’è una esperienza clinica rassicurante in merito all’assenza di trasmissione dell’epatite A e del parvovirus B19 con le immunoglobuline e si può presumere che il contenuto di anticorpi apporti un importante contributo alla sicurezza virale.
È fortemente consigliato che ogni volta che si somministra Ig VENA ad un paziente, siano registrati il nome ed il numero di lotto, in modo tale da mantenere la tracciabilità tra il paziente ed il lotto del prodotto.
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Vaccini a virus vivi attenuati
La somministrazione di immunoglobuline può alterare per un periodo di almeno 6 settimane e fino a 3 mesi, l’efficacia dei vaccini a virus vivi attenuati come quelli per il morbillo, rosolia, parotite e varicella. Dopo la somministrazione di questo prodotto deve trascorrere un intervallo di tre mesi prima della vaccinazione con vaccini a virus vivi attenuati. Nel caso del morbillo questo indebolimento della risposta può durare anche fino anche ad un anno. Quindi nei pazienti che ricevono il vaccino del morbillo deve essere controllato il livello degli anticorpi.
Interferenze con i test sierologici
Dopo l’iniezione di immunoglobuline, l’aumento transitorio degli anticorpi trasferiti passivamente nel sangue del paziente può dare risultati falsamente positivi dei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi contro antigeni eritrocitari, es. A, B, D, può interferire con alcuni test sierologici per allo - anticorpi dei globuli rossi (es. test di Coombs), conta dei reticolociti e aptoglobina.
La sicurezza d’uso di questa specialità medicinale durante la gravidanza umana non è stata stabilita in studi clinici controllati e pertanto deve essere somministrata con cautela in donne gravide o in madri che allattano.
La lunga esperienza clinica delle immunoglobuline indica che non sono da aspettarsi effetti dannosi sul decorso della gravidanza, sul feto e sul neonato.
Le immunoglobuline sono escrete nel latte e possono contribuire al trasferimento di anticorpi protettivi al neonato.
Non è stato osservato alcun effetto sulla capacità di guidare e di usare macchinari.
Occasionalmente si possono manifestare reazioni avverse come: brividi, cefalea, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgie, calo della pressione del sangue e dolore lombare di moderata intensità.
Raramente le immunoglobuline umane normali possono causare un improvviso calo della pressione del sangue, ed in alcuni casi isolati shock anafilattico anche quando il paziente non abbia mostrato ipersensibilità a precedenti somministrazioni.
Con l’uso di immunoglobuline umane normali sono stati osservati casi di meningite asettica reversibile, casi isolati di anemia emolitica/emolisi reversibili e casi rari di reazioni cutanee transitorie.
Sono stati osservati aumento del livello sierico di creatinina e/o insufficienza renale acuta.
Molto raramente sono state osservate reazioni tromboemboliche come infarto del miocardio, ictus, embolia polmonare, trombosi venosa profonda.
Per la sicurezza nei confronti di agenti trasmissibili, vedere la sezione 4.4.
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Il sovradosaggio può portare a sovraccarico di liquidi ed iperviscosità, particolarmente nei pazienti a rischio, e specie nei pazienti anziani o nei pazienti con insufficienza renale.
Gruppo farmacoterapeutico: sieri immuni e immunoglobuline; immunoglobuline umane normali per uso endovenoso; codice ATC: J06BA02.
Ig VENA contiene per la maggior parte immunoglobuline G (IgG) con un ampio spettro di anticorpi contro agenti infettivi.
La soluzione di immunoglobuline umane normali contiene gli anticorpi IgG presenti nella popolazione normale. È preparata da un pool di plasma proveniente da non meno di 1000 donazioni. Ha una distribuzione delle sottoclassi delle immunoglobuline G strettamente proporzionale a quella del plasma umano nativo. Dosi adeguate di questa specialità medicinale possono riportare alla normalità livelli di immunoglobuline G abnormemente bassi.
Il meccanismo d’azione nelle indicazioni diverse dalla terapia sostitutiva non è pienamente chiarito, ma include effetti immunomodulatori.
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Dopo somministrazione endovenosa Ig VENA è immediatamente e completamente biodisponibile nella circolazione del ricevente.
Si distribuisce in modo relativamente rapido fra il plasma ed il fluido extravascolare; dopo circa 3-5 giorni viene raggiunto un equilibrio fra i compartimenti intra- ed extravascolare.
Le immunoglobuline umane normali per uso endovenoso hanno un’emivita di circa 21 giorni. Questa emivita può variare da paziente a paziente, particolarmente nelle immunodeficienze primarie.
Le IgG ed i complessi di IgG sono catabolizzati nelle cellule del sistema reticolo-endoteliale.
Le immunoglobuline sono costituenti normali dell’organismo umano. Inoltre, dato che negli studi su animali la somministrazione di immunoglobuline può portare alla formazione di anticorpi, i dati sulla sicurezza preclinica sono limitati. Comunque, i pochi studi su animali non hanno mostrato rischi speciali per l’uomo, sulla base di studi di tossicità acuta e subacuta.
Maltosio
Acqua per preparazioni iniettabili.
Le immunoglobuline umane normali per uso endovenoso non devono essere mescolate con altri prodotti medicinali.
2 anni.
Una volta aperto il flacone, il contenuto deve essere usato immediatamente.
Conservare in frigorifero (2°C - +8°C). Tenere il flacone nell’imballaggio esterno.
Non congelare.
20 ml di soluzione in un flaconcino (vetro di Tipo I) con un tappo (gomma in alobutile Tipo I); confezione da un flaconcino.
50 ml, 100 ml e 200 ml di soluzione in un flacone (vetro di Tipo I) con un tappo (gomma in alobutile Tipo I); confezione da un flaconcino + set per infusione.
Prima dell’uso il prodotto deve essere riscaldato a temperatura ambiente o corporea.
La soluzione deve essere chiara o leggermente opalescente.
Non usare soluzioni torbide o che presentano depositi.
Prima della somministrazione ispezionare visivamente la soluzione per rilevare corpuscoli o alterazioni cromatiche.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente
Kedrion S.p.A. - Loc. Ai Conti, 55051 Castelvecchio Pascoli, Barga (Lucca).
Ig VENA 50 g/l soluzione per infusione 1 flacone da 20 ml - AIC n. 025266141
Ig VENA 50 g/l soluzione per infusione 1 flacone da 50 ml + set infusionale - AIC n. 025266154
Ig VENA 50 g/l soluzione per infusione 1 flacone da 100 ml + set infusionale - AIC n. 025266166
Ig VENA 50 g/l soluzione per infusione 1 flacone da 200 ml + set infusionale - AIC n. 025266178
Rinnovo: giugno 2005
Febbraio 2010