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IMIPENEM/CILASTIA HOSPIRA 500 MG/500 MG POLVERE PER SOLUZIONE PER INFUSIONE
Ogni flaconcino contiene 530 mg di imipenem monoidrato e 530 mg di cilastatina sodica, pari a 500 mg di imipenem e 500 mg di cilastatina.
Contiene: 1,6 mmol (37,5 mg) di sodio/flacone.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere per soluzione per infusione.
Polvere igroscopica di colore da biancastro a giallognolo.
Trattamento delle seguenti infezioni gravi dovute a organismi sensibili (vedere paragrafo 4.4 e 5.1):
– Polmoniti nosocomiali o polmoniti complicate acquisite in comunità che richiedono ospedalizzazione.
– Infezioni complicate intra-addominali.
– Infezioni complicate del tratto genitourinario.
– Infezioni complicate cutanee e dei tessuti molli.
Vanno prese in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato dei farmaci antibatterici.
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SOLO PER L’USO ENDOVENOSO
La dose di imipenem/cilastatina va determinata in base al tipo o alla gravità dell’infezione, e in considerazione del patogeno (dei patogeni), della funzionalità renale e del peso corporeo. Il fabbisogno giornaliero complessivo deve essere somministrato in dosi egualmente suddivise.
Per le istruzioni in merito alla diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3 e paragrafo 6.6.
Le seguenti dosi consigliate specificano la quantità di imipenem da somministrare. Un flaconcino di Imipenem/Cilastatina 500 mg/500 mg fornisce l’equivalente di 500 mg di imipenem e di 500 mg di cilastatina.
Adulti
Le dosi menzionate si basano su un peso corporeo di ≥70 kg. La dose giornaliera abituale negli adulti è di 1,5-2 g somministrati in 3-4 dosi egualmente suddivise (vedere lo schema seguente). Nelle infezioni dovute a organismi meno sensibili, la dose giornaliera può essere aumentata fino a un massimo di 50 mg/kg al giorno (non superare i 4 g al giorno).
Dose abituale negli adulti per via endovenosa
Ciascuna dose di 250 mg o 500 mg deve essere somministrata per infusione endovenosa nell’arco di 20-30 minuti. Ciascuna dose di 1000 mg deve essere infusa nell’arco di 40-60 minuti. Nei pazienti che sviluppano nausea durante l’infusione, la velocità di infusione può essere rallentata.
Severità dell’infezione | Somministrazione e.v. |
Dose | Intervallo della dose | Dose totale giornaliera |
Moderata | 500 mg | 8 ore | 1,5 g |
Severa - completamente sensibile | 500 mg | 6 ore | 2,0 g |
Infezioni severe e/o pericolose per la vita | 1000 mg | 8 ore | 3,0 g |
Infezioni dovute a organismi meno sensibili* | 1000 mg | 6 ore | 4,0 g |
* principalmente ceppi di P. aeruginosa |
Uso negli anziani
Generalmente l’età non ha alcun effetto sulla tollerabilità e sull’efficacia di imipenem/cilastatina.
Pazienti con insufficienza renale
Come nei pazienti con funzione renale normale, la dose si basa sulla severità dell’infezione. La dose massima per i pazienti con gradi diversi di compromissione della funzionalità renale è riportata nella tabella seguente. Le dosi indicate si basano su un peso corporeo di 70 kg. Nei pazienti con un peso corporeo più basso vanno effettuate riduzioni proporzionali della dose somministrata.
Massima dose in relazione alla funzionalità renale
Funzionalità renale | Clearance della creatinina (ml/min) | Dose (mg) | Intervallo della dose (ore) | Dose totale massima giornaliera*(g) |
Compromissione moderata | 21-30 | 500 | 8-12 | 1-1,5 |
Compromissione severa** | 0-20 | 250-500 | 12 | 0,5-1,0 |
* La dose più alta deve essere destinata alle infezioni causate da organismi meno sensibili |
** I pazienti con clearance della creatinina di 6-20 ml/min devono essere trattati con 250 mg (oppure 3,5 mg/kg, a seconda di quale sia la dose più bassa) ogni 12 ore per la maggior parte dei patogeni. Quando in questi pazienti si utilizza la dose di 500 mg, vi può essere un aumentato rischio di convulsioni. |
L’imipenem/cilastatina non deve essere somministrato nei pazienti con clearance della creatinina ≤5 ml/min, a meno che non vengano dializzati entro 48 ore. L’imipenem/cilastatina viene rimosso per emodialisi. Il paziente deve ricevere l’imipenem/cilastatina subito dopo l’emodialisi e a intervalli successivi di 12 ore. I pazienti in dialisi, in particolare quelli con anamnesi di malattia a carico del SNC, devono essere attentamente monitorati; l’imipenem/cilastatina deve essere somministrato ai pazienti in emodialisi solo quando il beneficio supera il rischio potenziale di convulsioni (vedere paragrafo 4.4).
Non vi sono al momento dati sufficienti per raccomandare l’uso di imipenem/cilastatina nei pazienti sottoposti a dialisi peritoneale.
Dose pediatrica
Età | Dose | Intervallo della dose | Dose totale giornaliera |
3 anni di età o più (meno di 40 kg di peso corporeo) | 15 mg/kg | 6 ore | 60 mg/kg |
La dose massima giornaliera non deve superare i 2 g.
I bambini e gli adolescenti con peso corporeo superiore a 40 kg devono seguire le dosi previste per gli adulti.
I dati clinici sono insufficienti per raccomandare una dose ottimale nei bambini al di sotto dei 3 anni d’età o nei neonati e nei bambini con compromissione della funzionalità renale (creatinina sierica >177 mcmol/l).
L’imipenem/cilastatina non è consigliato per il trattamento della meningite. In caso di sospetta meningite, si deve usare un antibiotico appropriato.
Ipersensibilità all’imipenem, alla cilastatina o a uno qualsiasi degli eccipienti.
Ipersensibilità a qualunque antibiotico tipo beta-lattamico (es. penicillina, cefalosporina).
L’imipenem/cilastatina deve essere usato solo nelle infezioni gravi o complicate sospette o dovute a batteri resistenti ad altri beta-lattamici e sensibili all’imipenem/cilastatina.
Avvertenza
Vi sono evidenze cliniche e di laboratorio in merito a un’allergenicità crociata parziale tra l’imipenem/cilastatina e gli altri antibiotici betalattamici, le penicilline e le cefalosporine. Sono state segnalate reazioni gravi (inclusa l’anafilassi) con la maggior parte degli antibiotici betalattamici.
Prima di iniziare una terapia con imipenem/cilastatina, si deve effettuare un’anamnesi accurata in merito a precedenti reazioni di ipersensibilità ad antibiotici beta-lattamici. In caso di comparsa di una reazione allergica all’imipenem/cilastatina, il medicinale deve essere sospeso e vanno intraprese misure appropriate.
La colite pseudomembranosa, osservata con praticamente tutti gli antibiotici, può variare per gravità da lieve a pericolosa per la vita. L’imipenem/cilastatina deve essere prescritto con cautela nei pazienti con anamnesi di patologie gastrointestinali, in particolare di colite. La diarrea associata al trattamento deve sempre essere considerata come un indicatore di questa diagnosi. Sebbene alcuni studi indichino che una tossina del Clostridium difficile sia una delle cause principali della colite associata agli antibiotici, devono essere prese in considerazione altre cause.
Nel caso di trattamento a lungo termine si devono controllare regolarmente la funzionalità epatica, quella renale così come i valori ematici.
Uso pediatrico
I dati clinici a supporto dell’efficacia e della sicurezza dell’imipenem/cilastatina nei bambini sono piuttosto limitati. Pertanto, si deve esercitare cautela nel somministrare questo medicinale a bambini di 3 anni e oltre di età. L’efficacia e la tollerabilità nei bambini di età inferiore a 3 anni devono ancora essere stabilite; l’impiego di imipenem/cilastatina non è pertanto consigliato al di sotto di questa età.
L’efficacia e la tollerabilità nei bambini con danno renale non sono ancora state stabilite.
Sistema nervoso centrale
Nota: l’imipenem/cilastatina non è indicato per le infezioni del SNC.
I pazienti con disturbi del SNC e/o compromissione della funzionalità renale (può verificarsi accumulo di imipenem/cilastatina) hanno manifestato effetti indesiderati a livello del SNC, in particolare quando erano state superate le dosi consigliate calcolate sulla base del peso corporeo e della funzionalità renale. Si raccomanda pertanto di attenersi rigorosamente agli schemi posologici dell’imipenem/cilastatina e di proseguire con la terapia anticonvulsiva in corso.
Nel caso si verifichino tremori focali, mioclonie o convulsioni, il paziente deve essere esaminato dal punto di vista neurologico e posto in terapia anticonvulsiva, se non fosse già istituita. Se i sintomi continuano, si deve ridurre la dose o sospendere del tutto imipenem/cilastatina.
Possono verificarsi astenia e un peggioramento della miastenia grave nel corso del trattamento con imipenem/cilastatina. Pertanto, se i sintomi indicano un peggioramento della miastenia grave, deve essere consultato un medico.
Uso nei pazienti con insufficienza renale
Imipenem/cilastatina non deve essere somministrato ai pazienti con clearance della creatinina ≤5 ml/min, a meno che non vengano dializzati entro 48 ore. Nei pazienti in emodialisi, l’imipenem/cilastatina è consigliato solo quando il beneficio supera il rischio potenziale di convulsioni.
Questo medicinale contiene 1,6 mmol (37,5 mg) di sodio per dose da 500 mg. Questo è da tenere in considerazione nel caso di pazienti che seguono una dieta con ridotto apporto di sodio.
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In pazienti che avevano assunto ganciclovir e imipenem/cilastatina sono state segnalate crisi epilettiche generalizzate. Questi farmaci non devono essere usati contemporaneamente, a meno che il potenziale beneficio non superi il rischio. Anche il profarmaco valganciclovir può provocare crisi epilettiche se associato all’imipenem/cilastatina.
Si è visto che il probenecid in associazione raddoppiava i livelli plasmatici e l’emivita della cilastatina, ma non aveva effetto sul suo recupero urinario.
Il probenecid in associazione ha evidenziato solo aumenti minimi dei livelli plasmatici e dell’emivita dell’imipenem, con il recupero urinario dell’imipenem attivo che diminuiva fino a circa il 60% della dose somministrata.
A seguito della somministrazione contemporanea di carbapenemi, sono state osservate concentrazioni plasmatiche diminuite di acido valproico.
Una concentrazione più bassa di acido valproico può portare a un controllo inadeguato delle crisi epilettiche. Devono essere presi in considerazione farmaci antibatterici alternativi. In caso di somministrazione concomitante di imipenem e acido valproico, le concentrazioni sieriche di acido valproico devono essere attentamente monitorate.
L’imipenem/cilastatina può determinare positività al test di Coombs.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati relativi all’impiego di imipenem/cilastatina nelle donne in gravidanza. Studi nell’animale hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. L’imipenem/cilastatina non deve pertanto essere somministrato in gravidanza a meno che il beneficio atteso per la madre non superi il rischio possibile per il feto.
Allattamento
L’imipenem/cilastatina è stato trovato nel latte umano. Se l’uso di imipenem/cilastatina è ritenuto essenziale, la madre deve interrompere l’allattamento.
Non sono stati condotti studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
La valutazione delle reazioni avverse si basa sulla seguente definizione di frequenza:
Molto comune (≥1/10)
Comune (≥1/100 a <1/10)
Non comune (≥1.000 a <1/100)
Rara (≥1/10.000 a <1/1.000)
Molto rara (<1/10.000)
Non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili)
Le seguenti reazioni avverse sono rare, molto rare e/o la loro frequenza non può essere definita in base ai dati disponibili, ma possono essere gravi:
– Reazioni anafilattiche: angioedema, necrolisi epidermica tossica/sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, insufficienza renale acuta
– Colite pseudomembranosa
– Crisi epilettiche o convulsioni
Questi pazienti devono ricevere cure mediche immediate.
Infezioni e infestazioni
Rare: sovrainfezioni da Candida, Stenotrophomonas maltophilia.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comuni: eosinofilia, trombocitosi.
Non comuni: leucopenia, diminuzione dell’emoglobina e tempo di protrombina prolungato. Si può presentare positività al test di Coombs diretto.
Rare: neutropenia inclusa agranulocitosi, trombocitopenia, anemia emolitica.
Molto rare: depressione del midollo osseo.
Disturbi del sistema immunitario
Rare: eritema multiforme, reazioni anafilattiche, gravi reazioni allergiche (immediate).
Patologie del sistema nervoso
Non comuni: attività mioclonica, sonnolenza, capogiri, vertigini, cefalea, alterazioni psichiche incluse allucinazioni, parestesia, stati confusionali o convulsioni.
Rare: encefalopatia.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Rare: perdita dell’udito.
Non note: tinnito.
Patologie cardiache
Rare: ipotensione.
Non note: tachicardia e palpitazioni.
Patologie respiratorie, toraciche e del mediastino
Molto rare: iperventilazione, dispnea.
Patologie gastrointestinali
Non comuni: nausea, vomito, diarrea, macchie sui denti e/o sulla lingua.
Rare: colite pseudomembranosa, alterazione del gusto.
Non note: colite emorragica, gastroenterite, dolore addominale, glossite, ipertrofia delle papille linguali, pirosi gastrica, dolore faringeo, aumento della salivazione.
La nausea e/o il vomito correlati al medicinale sembrano verificarsi più frequentemente nei pazienti con granulocitopenia che nei pazienti non affetti da granulocitopenia trattati con imipenem/cilastatina.
Patologie epatobiliari
Comuni: lieve aumento delle transaminasi, bilirubina e/o fosfatasi alcalina sieriche.
Rare: epatite con insufficienza epatica
Molto rare: epatite fulminante
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: eruzioni cutanee, prurito, orticaria.
Rare: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, necrolisi epidermica tossica, dermatite esfoliativa Non note: vampate, cianosi, iperidrosi, cambiamenti della struttura della pelle, prurito vulvare.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto rare: astenia e peggioramento della miastenia grave.
Non note: poliartralgia e fastidio/dolore al torace.
Patologie renali e urinarie
Rare: oliguria/anuria e poliuria
Molto rare: insufficienza renale acuta, aumenti della creatininemia e dell’azotemia; nei bambini è stata osservata una decolorazione innocua delle urine, da non confondersi con ematuria.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Non comuni: eritema, dolore e ispessimento locali, tromboflebite.
Rare: astenia/debolezza.
Non note: febbre, inclusa febbre da farmaci.
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Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio con il medicinale.
L’imipenem e la cilastatina sono rimuovibili mediante emodialisi. Tuttavia, l’utilità di questa procedura in condizioni di sovradosaggio non è nota.
Proprietà
Classificazione ATC:
Categoria farmacoterapeutica: antibatterici per uso sistemico, carbapenemi
Codice ATC: J01D H51
Meccanismo d’azione
L’imipenem è un potente inibitore della sintesi della cellula batterica ed è molto reattivo nei confronti delle proteine leganti la penicillina.
Rispetto agli altri antibiotici studiati, l’imipenem è più potente nel suo effetto battericida.
La cilastatina sodica è un inibitore competitivo, reversibile e specifico della deidropeptidasi-I, l’enzima renale che metabolizza e inattiva l’imipenem.
La cilastatina sodica non ha alcuna attività antibatterica e non ha alcun effetto sull’attività antibatterica dell’imipenem.
Rapporto PK/PD
L’imipenem mostra soprattutto un’attività battericida tempo dipendente. Similmente agli altri beta-lattamici, il principale parametro PK/PD che si correla con l’efficacia terapeutica è rappresentato dal tempo in cui le concentrazioni sieriche e tissutali sono al di sopra della MIC dei patogeni (t>MIC).
Meccanismo(i) di resistenza
Imipenem è stabile all’idrolisi da parte della maggior parte delle classi di beta-lattamasi, comprese le penicillinasi, le cefalosporinasi e le betalattamasi ad ampio spettro, ad eccezione delle metallo-beta-lattamasi. La resistenza è generalmente secondaria all’associazione derivante dalla ridotta permeabilità e dal basso livello di idrolisi delle beta-lattamasi.
Il meccanismo d’azione dell’imipenem differisce da quello delle altre classi di antibiotici, come i chinoloni, gli aminoglicosidi, i macrolidi e le tetracicline. Non vi è resistenza crociata target-based tra l’imipenem e queste sostanze. Comunque, quando il meccanismo è, o comprende, l’impermeabilità ad alcuni composti i microrganismi potrebbero mostrare una resistenza a più di una classe di agenti antibatterici.
Valori soglia
Valori soglia dell’EUCAST (comitato europeo per i test sulla sensibilità antimicrobica).
Organismo | Sensibile | Resistente |
Enterobacteriaceae | ≤2 mg/L | >8 mg/L |
Pseudomonas | ≤4 mg/L | >8 mg/L |
Acinetobacter spp. | ≤2 mg/L | >8 mg/L |
Enterococcus spp. | ≤4 mg/L | >8 mg/L |
Streptococcus spp. (gruppi A, B, C, G) | ≤2 mg/L | >2 mg/L |
Streptococcus pneumoniae | ≤2 mg/L | >2 mg/L |
Haemophilus influenzae | ≤2 mg/L | >2 mg/L |
Moraxella catarrhalis | ≤2 mg/L | >2 mg/L |
Anaerobi Gram-negativi | ≤2 mg/L | >8 mg/L |
Anaerobi Gram positivi | ≤2 mg/L | >8 mg/L |
Valori soglia non correlati alla specie | ≤2 mg/L | >8 mg/L |
La sensibilità degli stafilococchi ai carbapenemi è dedotta dalla sensibilità alla meticillina.
La prevalenza della resistenza può variare per località geografica e nel tempo per specie selezionate ed è auspicabile essere in possesso di informazioni locali sulla resistenza, in particolar modo quando si trattano le infezioni gravi. Se è necessario va richiesto il parere di un esperto quando la prevalenza locale della resistenza è tale da mettere in dubbio l’utilità dell’agente in almeno alcuni tipi di infezione.
Specie comunemente sensibili |
Aerobi Gram-positivi |
Enterococcus faecalis |
Staphylococcus aureus (meticillina-sensibile) |
Staphylococcus coagulasi negativo (meticillina-sensibile) |
Staphylococcus agalactiae |
Staphylococcus pneumoniae |
Streoticiccus pyogenes |
Streptococchi del gruppo "Viridians" |
Aerobi Gram-negativi |
Acinetobacter baumannii |
Citrobacter freundii |
enterobacter aerogenes |
enterobacter cloacae |
Escherichia coli |
Haemophilus influenzae |
Klebsiella exytoca |
Klebsiella pneumoniae |
Moraxella catarrhalis |
Serratia marcescens |
Anaerobi |
Bacteroides fragilis |
Fusobacterium spp. |
Peptococcus spp. |
Peptostreptococcus spp. |
Prevotella spp. |
Veillonella spp. |
Clostridium spp. (tranne Clostridium difficile) |
|
Specie per le quali la resistenza acquisita può rappresentare un problema |
Aerobi Gram-positivi |
Enterococcus faecium* |
Aerobi Gram-negativi |
Pseudomonas aeruginosa |
|
Organismi intrinsecamente resistenti |
Aerobi Gram-positivi |
Staphylococcus (meticillina-resistente) |
Aerobi Gram-negativi |
Stenotrophomonas maltophilia |
Aerobi Gram-positivi |
Clostridium difficile |
Altri |
Chlamydia spp. |
Chlamydophila spp. |
Mycoplasma spp. |
Legionella pneumophila |
Ureaplasma urealyticum |
* Specie per le quali sono stati osservati alti tassi di resistenza (>50%) in alcuni paesi europei. |
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In seguito a somministrazione orale, l’imipenem non viene assorbito in modo significativo. Concentrazioni plasmatiche massime di circa 36 mcg/ml sono osservate in seguito a somministrazione e.v. di 500 mg. Dosi multiple non hanno alcun effetto sulla farmacocinetica né dell’imipenem né della cilastatina e non si osserva accumulo di imipenem/cilastatina.
Distribuzione:
L’imipenem si lega alle proteine plasmatiche per circa il 20%, la cilastatina per circa il 40%. Il volume di distribuzione è di circa 10 litri per entrambe le sostanze.
Metabolismo:
L’imipenem viene principalmente metabolizzato nei tubuli prossimali renali da parte della deidropeptidasi I nel metabolita ad anello aperto inattivo, determinando concentrazioni di imipenem relativamente basse nelle urine. Il metabolismo sistemico dell’imipenem ammonta a circa il 30%. La cilastatina, un inibitore di questo enzima, previene efficacemente il metabolismo renale dell’imipenem, determinando concentrazioni più elevate di imipenem nelle urine.
La cilastatina è parzialmente metabolizzata a N-acetil-cilastatina nei reni.
Eliminazione:
La clearance plasmatica dell’imipenem è 225 ml/min, quella della cilastatina circa 200 ml/min.
La somministrazione contemporanea determina una diminuzione della clearance plasmatica dell’imipenem fino a circa 195 ml/min, e un aumento della clearance renale, del recupero urinario e della concentrazione nelle urine. La clearance plasmatica della cilastatina non è influenzata.
L’emivita di eliminazione è di circa 1 ora sia per l’imipenem sia per la cilastatina. Circa il 70% della dose di imipenem somministrata è escreta immodificata nelle urine, così come il 70-80% circa della dose di cilastatina.
Popolazioni speciali di pazienti:
Anziani:
In volontari sani anziani (65-75 anni di età con funzionalità renale normale per la loro età), la farmacocinetica di una singola dose di imipenem 500 mg e cilastatina 500 mg somministrata per via endovenosa nell’arco di 20 minuti è allineata con quella prevista nei soggetti con lieve compromissione renale per i quali non si ritiene necessario modificare la dose.
Pazienti con danno renale:
La clearance plasmatica dell’imipenem diminuisce del 40% circa nei soggetti con moderata compromissione renale e fino al 70% nei pazienti con danno renale grave. Inoltre, l’emivita di eliminazione aumenta a circa 2,5 ore. Nei pazienti in emodialisi, l’emivita di eliminazione è di circa 3,4 ore. La clearance della cilastatina diminuisce del 50% circa nei soggetti con moderata compromissione renale e fino all’80% nei pazienti con danno renale grave. Inoltre, l’emivita di eliminazione aumenta a circa 4 ore. Nei pazienti in emodialisi, l’emivita di eliminazione è di circa 12 ore.
Nel corso dell’emodialisi si osserva una clearance maggiore per l’imipenem e la cilastatina.
Bambini:
Il volume di distribuzione di imipenem e cilastatina nei bambini è leggermente più elevato che negli adulti. L’emivita di eliminazione per l’imipenem è di circa 1 ora, quella per la cilastatina di circa 40 minuti. Il 50-70% della dose somministrata di imipenem/cilastatina viene escreto nelle urine.
I dati preclinici non evidenziano alcun pericolo particolare per l’uomo sulla base di studi farmacologici convenzionali di sicurezza, di tossicità a dosi ripetute e di mutagenicità. Non sono stati condotti studi a lungo termine sulla carcinogenicità di imipenem e di cilastatina sodica. Negli studi sulla riproduzione non sono stati riportati effetti per l’imipenem/cilastatina, tuttavia negli studi sulla fertilità nei ratti è stato segnalato il calo del peso corporeo dei feti. Nei topi non è stata segnalata teratogenicità. Nelle scimmie gravide sono stati segnalati segni di tossicità sia materna sia fetale dopo iniezioni in bolo di imipenem/cilastatina a dosi equivalenti al doppio di quella impiegate nell’uomo.
Sodio bicarbonato.
Questo medicinale non va mescolato con altri medicinali, se non quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Il medicinale è chimicamente incompatibile con il lattato e non deve essere ricostituito con solventi contenenti lattato. L’imipenem/cilastatina può essere tuttavia introdotto in un sistema per infusione nel quale sia somministrata una soluzione di lattato.
Il medicinale non va mescolato con o fisicamente aggiunto ad altri antibiotici.
Confezionamento integro:
2 anni.
Dopo ricostituzione e diluizione:
La soluzione ricostituita e diluita deve essere usata subito.
Questo medicinale non richiede nessuna particolare precauzione per la conservazione.
Dopo prima apertura/diluizione (in uso):
Non congelare.
Per le modalità di conservazione del medicinale ricostituito/diluito vedere paragrafo 6.3.
• Flaconcini di vetro Tipo I da 20 ml con chiusura in gomma bromobutilica e sigillo flip off rosso.
Contenuto per confezione: 5 flaconcini.
• Flaconi di vetro Tipo I da 100 ml con chiusura in gomma bromobutilica e sigillo flip off blu.
Contenuto per confezione: 1 flacone.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Ricostituzione della soluzione endovenosa.
Il medicinale è nella forma farmaceutica di polvere sterile liofilizzata in flaconcini contenenti l’equivalente di 500 mg di imipenem e 500 mg di cilastatina.
Il medicinale è tamponato con sodio bicarbonato per regolare il pH della soluzione tra 6,5 e 8,5. Non si registra una significativa modifica del pH quando le soluzioni sono preparate e utilizzate come indicato. Il medicinale contiene 37,5 mg di sodio (1,6 mmol).
Solo per l’impiego monouso. Eventuale soluzione residua deve essere scartata.
La ricostituzione della polvere deve essere eseguita in condizioni di asepsi impiegando i solventi indicati di seguito. Prima di essere somministrata la soluzione deve essere ispezionata visivamente per la presenza di particelle o per decolorazione. Possono essere impiegate solo le soluzioni limpide e senza particelle visibili.
La stabilità della soluzione ricostituita è stata confermata in soluzione iniettabile di sodio cloruro 0,9% e in acqua per preparazioni iniettabili.
Ricostituzione del flacone da 100 ml
La polvere sterile deve essere ricostituita come dettagliato di seguito. La risultante soluzione deve essere agitata fino ad ottenere una soluzione trasparente e ciò avviene in 3-4 minuti. Il viraggio del colore della soluzione da incolore a giallo non inficia la qualità del medicinale.
Dose (imipenem in mg) | Volume del solvente da aggiungere (ml) | Concentrazione media approssimativa del medicinale (mg/ml di imipenem) |
500 | 100 | 5 |
Ricostituzione del flaconcino da 20 ml
Il contenuto del flaconcino deve essere posto in sospensione e trasferito in 100 ml di una compatibile soluzione per infusione. Si consiglia di aggiungere, per esempio, 10 ml della soluzione infusionale compatibile alla polvere del flaconcino. Agitare bene e quindi trasferire la risultante sospensione nel contenitore della soluzione infusionale.
Attenzione: la sospensione non deve essere usata direttamente per l’infusione.
Affinché il trasferimento sia completo, ripetere aggiungendo altri 10 ml della soluzione infusionale nel flaconcino. La risultante miscela deve essere agitata fino a quando non diventa trasparente.
Hospira Italia Srl
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01/2011
12/2010