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IMIPENEM E CILASTATINA RANBAXY 500 MG/500 MG
Ogni flaconcino in vetro contiene: 530,1 mg di imipenem, pari a 500 mg di imipenem anidro e 530,7 mg di cilastatina sodica, pari a 500 mg di cilastatina.
Ogni flaconcino contiene inoltre 37,5 mg (1,63 mmoli) di sodio.
Quando ricostituita (vedere paragrafo 6.6), la soluzione contiene 5 mg/ml di imipenem e 5 mg/ml di cilastatina.
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere per soluzione per infusione.
Polvere di colore da bianco a giallo chiaro.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è indicato per il trattamento delle seguenti infezioni gravi dovute a organismi sensibili (vedere paragrafi 4.4 e 5.1):
Polmoniti nosocomiali o polmoniti complicate acquisite in comunità che richiedono ospedalizzazione.
Infezioni complicate intra-addominali.
Infezioni complicate del tratto genitourinario.
Infezioni cutanee e dei tessuti molli complicate.
Vanno prese in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato dei farmaci antibatterici.
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La dose giornaliera complessiva di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy deve essere determinata in base al tipo o alla gravità dell’infezione, e in considerazione del patogeno (dei patogeni), della funzionalità renale e del peso corporeo. Le dosi menzionate si basano su un peso corporeo di >70 kg. Il fabbisogno giornaliero complessivo deve essere somministrato in dosi egualmente suddivise.
Le seguenti dosi consigliate specificano la quantità di imipenem da somministrare. Con esse viene fornita una quantità equivalente di cilastatina. Un flaconcino di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500 mg/500 mg polvere per soluzione per infusione fornisce l’equivalente di 500 mg di imipenem anidro e di 500 mg di cilastatina.
Per le istruzioni in merito alla diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.6.
Somministrazione endovenosa
Questa formulazione non deve essere usata per via intramuscolare.
Nota: tutte le dosi consigliate si riferiscono alla frazione di imipenem di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy.
Adulti (70 kg di peso corporeo): la dose giornaliera abituale negli adulti è di 1,5-2 g somministrati in 3-4 dosi egualmente suddivise (vedere lo schema seguente). Nelle infezioni dovute ad organismi meno sensibili, la dose giornaliera può essere aumentata fino ad un massimo di 50 mg/kg al giorno (non superare i 4 g al giorno).
Dose abituale negli adulti per via endovenosa
Ciascuna dose di 250 mg o 500 mg deve essere somministrata per infusione endovenosa nell’arco di 20-30 minuti. Ciascuna dose di 1000 mg deve essere infusa nell’arco di 40-60 minuti. Nei pazienti che sviluppano nausea durante l’infusione, la velocità di infusione può essere rallentata.
Somministrazione e.v. |
Gravità dell’infezione | Dose | Intervallo della dose | Dose totale giornaliera |
Moderata | 500 mg | 6-8 ore | 1,5 - 2,0 g |
Grave – completamente sensibile | 500 mg | 6 ore | 2,0 g |
Infezioni gravi e/o pericolose per la vita dovute ad organismi meno sensibili (principalmente alcuni ceppi di P. aeruginosa) | 1000 mg 1000 mg | 8 ore 6 ore | 3,0 g 4,0 g |
Pazienti con insufficienza renale
Come nei pazienti con funzione renale normale, la dose si basa sulla gravità dell’infezione. La dose massima per i pazienti con gradi diversi di compromissione della funzionalità renale è riportata nella tabella seguente. Le dosi indicate si basano su un peso corporeo di 70 kg. Nei pazienti con un peso corporeo più basso vanno effettuate riduzioni proporzionali della dose somministrata.
Massima dose in relazione alla funzionalità renale
Funzionalità renale | Clearance della creatinina (ml/min) | Dose (mg) | Intervallo della dose (ore) | Dose totale massima giornaliera* (g) |
Compromissione moderata | 21 – 30 | 500 | 8 – 12 | 1 – 1,5 |
Compromissione grave** | 0 – 20 | 250-500 | 12 | 0,5 – 1,0 |
* La dose più alta deve essere destinata alle infezioni causate da organismi meno sensibili.
** I pazienti con clearance della creatinina di 6-20 ml/min devono essere trattati con 250 mg (oppure 3,5 mg/kg, a seconda di quale sia la dose più bassa) ogni 12 ore per la maggior parte dei patogeni. Quando in questi pazienti si utilizza la dose di 500 mg, vi può essere un aumentato rischio di convulsioni.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non deve essere somministrato nei pazienti con clearance della creatinina ≤5 ml/min, a meno che non vengano dializzati entro 48 ore.
Imipenem-Cilastatina viene rimosso per emodialisi. Il paziente deve ricevere Imipenem e Cilastatina subito dopo l’emodialisi e a intervalli successivi di 12 ore. I pazienti in dialisi, in particolare quelli con anamnesi di malattia a carico del SNC, devono essere attentamente monitorati; Imipenem e Cilastatina Ranbaxy deve essere somministrato ai pazienti in emodialisi solo quando il beneficio supera il rischio potenziale di convulsioni (vedere paragrafo 4.4).
Non vi sono al momento dati sufficienti per raccomandare l‘uso di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy nei pazienti sottoposti a dialisi peritoneale.
Uso negli anziani
Di solito l’età non ha alcun effetto sulla tollerabilità e sull’efficacia di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy.
Dose pediatrica
Età | Dose | Intervallo della dose | Dose totale giornaliera |
3 anni di età o più (meno di 40 kg di peso corporeo) | 15 mg/kg | 6 ore | 60 mg/kg |
La dose massima giornaliera non deve superare i 2 g.
I bambini e gli adolescenti con peso corporeo superiore a 40 kg devono ricevere le dosi previste per gli adulti.
I dati clinici sono insufficienti per raccomandare una dose ottimale nei bambini al di sotto dei 3 mesi d’età o nei neonati e nei bambini con compromissione della funzionalità renale (creatinina sierica > 177 mcmoli/l).
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non è consigliato per il trattamento della meningite. In caso di sospetta meningite, si deve usare un antibiotico appropriato.
Ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti (vedere paragrafi 4.4 e 4.8).
Controindicato nei pazienti con storia di reazioni allergiche/anafilattiche ai beta-lattamici.
Avvertenza
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy deve essere usato solo nelle infezioni gravi o complicate sospette o dovute a batteri resistenti ad altri beta-lattamici e sensibili all’imipenem e alla cilastatina.
Vi sono delle evidenze cliniche e di laboratorio in merito ad una allergenicità crociata parziale tra Imipenem e Cilastatina Ranbaxy e gli altri antibiotici beta-lattamici, penicilline e cefalosporine. Sono state segnalate reazioni gravi (inclusa l’anafilassi) con la maggior parte degli antibiotici beta-lattamici.
Prima di iniziare una terapia con Imipenem e Cilastatina Ranbaxy, si deve effettuare un’anamnesi accurata in merito a precedenti reazioni di ipersensibilità ad antibiotici beta-lattamici. In caso di insorgenza di una reazione allergica ad Imipenem e Cilastatina Ranbaxy, il medicinale deve essere sospeso e vanno intraprese misure appropriate.
La colite pseudomembranosa, osservata con praticamente tutti gli antibiotici, può variare per gravità da lieve a pericolosa per la vita. Imipenem e Cilastatina Ranbaxy deve essere prescritto con cautela nei pazienti con anamnesi di patologie gastrointestinali, in particolare di colite. La diarrea correlata al trattamento deve sempre essere considerata come un indicatore di questa diagnosi. Sebbene alcuni studi indichino che una tossina del Clostridium difficile sia una delle cause principali della colite correlata agli antibiotici, devono essere prese in considerazione altre cause.
Uso pediatrico
I dati clinici a supporto dell’efficacia e della sicurezza di imipenem e cilastatina nei bambini sono piuttosto limitati. Pertanto, si deve esercitare cautela nel somministrare questo medicinale a bambini di 3 anni e oltre di età. L’efficacia e la tollerabilità nei bambini di età inferiore a 3 anni devono ancora essere stabilite; l’impiego di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non è pertanto consigliato al di sotto di questa età.
L’efficacia e la tollerabilità nei bambini con compromissione renale non sono ancora state stabilite.
Sistema nervoso centrale: i pazienti con disturbi del SNC e/o compromissione della funzionalità renale (può verificarsi accumulo di imipenem-cilastatina sodica) hanno manifestato degli effetti indesiderati a livello del SNC, in particolare quando erano state superate le dosi consigliate calcolate sulla base del peso corporeo e della funzionalità renale. Si raccomanda pertanto di attenersi rigorosamente agli schemi posologici di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy e di proseguire con la terapia anticonvulsiva istituita.
Nel caso si verifichino tremori focali, mioclonie o convulsioni, il paziente deve essere esaminato dal punto di vista neurologico e posto in terapia anticonvulsiva, se non fosse già istituita. Se i sintomi continuano, si deve ridurre la dose o sospendere del tutto Imipenem e Cilastatina Ranbaxy.
Nota: Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non è indicato per le infezioni del sistema nervoso centrale.
Possono verificarsi astenia e un peggioramento della miastenia grave nel corso del trattamento con Imipenem e Cilastatina Ranbaxy. Pertanto, se i sintomi indicano un peggioramento della miastenia grave, deve essere consultato un medico.
Uso nei pazienti con insufficienza renale
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non deve essere somministrato ai pazienti con clearance della creatinina < 5 ml/min, a meno che non vengano dializzati entro 48 ore. Nei pazienti in emodialisi, Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è consigliato solo quando il beneficio supera il rischio potenziale di convulsioni.
Nel caso di trattamento a lungo termine si devono controllare regolarmente la funzionalità epatica, quella renale così come i valori ematici.
Questo medicinale contiene 16,3 mmoli (37,5 mg) di sodio per dose da 500 mg. Questo è da tenere in considerazione nel caso di pazienti che seguono una dieta con ridotto apporto di sodio.
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Sono state segnalate crisi epilettiche generalizzate nei pazienti che avevano assunto ganciclovir e imipenem-cilastatina sodica. Questi farmaci non devono essere usati contemporaneamente, a meno che il potenziale beneficio non superi il rischio. Anche il profarmaco valganciclovir può provocare crisi epilettiche se associato ad imipenem e cilastatina.
Si è visto che il probenecid in associazione raddoppiava i livelli plasmatici e l’emivita della cilastatina, ma non aveva effetto sul suo recupero urinario.
Il probenecid in associazione ha evidenziato solo degli aumenti minimi dei livelli plasmatici e dell’emivita di imipenem, con il recupero urinario dell’imipenem attivo che diminuiva fino a circa il 60% della dose somministrata.
A seguito della somministrazione contemporanea di farmaci carbapenemici, sono state osservate diminuite concentrazioni plasmatiche di acido valproico. Una concentrazione più bassa di acido valproico può portare ad un controllo inadeguato delle crisi epilettiche. Devono essere presi in considerazione farmaci antibatterici alternativi. In caso di somministrazione concomitante di imipenem e di acido valproico le concentrazioni sieriche di acido valproico devono essere attentamente monitorate.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy può determinare positività al test di Coombs.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati relativi all’impiego di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy nelle donne in gravidanza. Studi nell’animale hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per l’uomo non è noto. Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non deve pertanto essere somministrato in gravidanza a meno che il beneficio atteso per la madre non superi il rischio possibile per il feto.
Allattamento
Imipenem-cilastatina sodica è stato trovato nel latte umano. Se l’uso di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è ritenuto essenziale, la madre deve interrompere l’allattamento.
Non sono stati condotti studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Tuttavia, alcuni degli effetti indesiderati a livello del SNC, come capogiri, alterazioni psichiche, confusione e crisi epilettiche, possono influenzare la capacità di guidare veicoli o di operare su macchinari.
Nel corso del trattamento con Imipenem e Cilastatina Ranbaxy sono state osservate le seguenti reazioni avverse, classificate come segue in base alla frequenza.
La classificazione della frequenza è espressa come segue: molto comuni (≥1/10); comuni (da ≥1/100 a <1/10); non comuni (da ≥1/1000 a <1/100); rare (da ≥1/10000 a <1/1000); molto rare (<1/10000), non note (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Le seguenti reazioni avverse sono rare, molto rare e/o la loro frequenza non può essere definita in base ai dati disponibili, ma possono essere gravi:
Reazioni anafilattiche: angioedema, necrolisi epidermica tossica/sindrome di Stevens-Johnson, dermatite esfoliativa, insufficienza renale acuta.
Colite pseudo membranosa.
Crisi epilettiche o convulsioni.
Questi pazienti devono ricevere cure mediche immediate.
Infezioni e infestazioni
Rare: candidosi, xanthomonas maltophilia.
Patologie del sistema emolinfopoietico
Comuni: eosinofilia, trombocitosi.
Non comuni: leucopenia, diminuzione dell’emoglobina e tempo di protrombina prolungato.
Rare: neutropenia inclusa agranulocitosi, pancitopenia, anemia emolitica.
Molto rare: depressione del midollo osseo.
Disturbi del sistema immunitario
Rare: eritema multiforme, reazioni anafilattiche, gravi reazioni allergiche (immediate).
Patologie del sistema nervoso
Non comuni: attività mioclonica, alterazioni psichiche incluse allucinazioni, parestesia, stati confusionali o convulsioni, sonnolenza, capogiri, vertigini e cefalea.
Rare: encefalopatia.
Patologie dell’orecchio e del labirinto
Rare: perdita dell’udito.
Non note: tinnito.
Patologie cardiache
Rare: ipotensione.
Non note: tachicardia e palpitazioni.
Patologie respiratorie, toraciche e del mediastino
Molto rare: iperventilazione e dispnea.
Patologie gastrointestinali
Non comuni: nausea, vomito, diarrea, macchie sui denti e/o sulla lingua.
Rare: colite pseudomembranosa, alterazione del gusto.
Non note: colite emorragica, gastroenterite, dolore addominale, glossite, ipertrofia delle papille linguali, pirosi gastrica, dolore faringeo, aumento della salivazione.
La nausea e/o il vomito correlati al medicinale sembrano verificarsi più frequentemente nei pazienti con granulocitopenia che nei pazienti non affetti da granulocitopenia trattati con Imipenem e Cilastatina Ranbaxy.
Patologie epatobiliari
Comuni: lieve aumento delle transaminasi, biluribina e/o fosfatasi alcalina sieriche.
Rare: epatite con insufficienza epatica.
Molto rare: epatite fulminante.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Comuni: eruzioni cutanee, prurito, orticaria.
Rare: eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, necrolisi epidermica tossica, dermatite esfoliativa.
Non note: vampate, cianosi, iperidrosi, cambiamenti della struttura della pelle, prurito vulvare.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto rare: astenia e peggioramento della miastenia grave.
Non note: poliartralgia e fastidio/dolore al torace.
Patologie renali e urinarie
Rare: oliguria/anuria e poliuria.
Molto rare: insufficienza renale acuta, aumenti della creatininemia e dell’azotemia; nei bambini è stata osservata una decolorazione innocua delle urine, da non confondersi con ematuria.
Patologie sistemiche e condizioni relative al sede di somministrazione
Non comuni: eritema, dolore e indurazione locali, tromboflebite.
Rare: astenia/debolezza.
Non note: febbre, inclusa febbre da farmaci.
Esami diagnostici
Non comuni: si può presentare positività al test di Coombs diretto.
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Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio con Imipenem e Cilastatina Ranbaxy.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è rimuovibile mediante emodialisi. Tuttavia, l’utilità di questa procedura in condizioni di sovradosaggio non è nota.
Categoria farmacoterapeutica: antibatterici per uso sistemico. Codice ATC: J01D H51.
Meccanismo d’azione
L’imipenem è un agente antibatterico beta-lattamico della classe dei carbapenemi. Esplica la propria azione antibatterica inibendo la sintesi della parete cellulare batterica.
La cilastatina sodica è un inibitore competitivo, reversibile e specifico della deidropeptidasi-I, l’enzima renale che metabolizza ed inattiva l’imipenem. La cilastatina sodica non ha alcuna attività antibatterica.
Batteriologia
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy esplica un’azione batterica nei confronti di un ampio spettro di patogeni. Imipenem e Cilastatina Ranbaxy ha in comune con le più recenti cefalosporine e penicilline lo spettro d’azione nei confronti delle specie Gram-negative; nei confronti delle specie Gram-positive, Imipenem e Cilastatina Ranbaxy esplica un’elevata potenza battericida in precedenza associata soltanto agli antibiotici beta-lattamici a spettro limitato ed alle cefalosporine di prima generazione.
Testin vitro dimostrano che l’imipenem agisce in modo sinergico con gli antibiotici aminoglicosidici nei confronti di alcuni isolati di Pseudomonas aeruginosa.
Rapporto PK/PD:
L’efficacia dipende principalmente dal periodo di tempo al di sopra della concentrazione minima inibitoria (T/ MIC) del patogeno (dei patogeni) da trattare.
Resistenza
L’imipenem è stabile alla idrolisi da parte della maggior parte delle classi di beta-lattami ad eccezione delle carbapenemasi, che possono essere enzimi a serina o metalloenzimi. La prevalenza di questi enzimi nei batteri patogeni Gram-negativi è in aumento ed essi di solito conferiscono resistenza a tutti gli altri carbapenemi. La resistenza all’imipenem, in presenza o assenza di resistenza (crociata) ad alcuni o a tutti gli altri carbapenemi ed altri agenti beta-lattamici può anche derivare da modifiche delle proteine che si legano alle penicilline, delle pompe di efflusso e/o della impermeabilità della membrana esterna dei batteri Gram-negativi.
Non vi è resistenza crociata basata sul target fra l’imipenem e gli agenti antibatterici non beta-lattamici. Tuttavia, i batteri possono presentare resistenza a più di una classe di agenti antibatterici quando il meccanismo della resistenza interessa una pompa di efflusso o l’impermeabilità della membrana.
La prevalenza della resistenza può variare per località geografica e nel tempo per specie selezionate ed è auspicabile essere in possesso di informazioni locali sulla resistenza, in particolar modo quando si trattano le infezioni gravi. Il parere di un esperto va richiesto come necessario quando la prevalenza locale della resistenza è tale da mettere in dubbio l’utilità dell’agente in almeno alcuni tipi di infezioni.
Breakpoint
Breakpoint dell’EUCAST (comitato europeo per i test sulla sensibilità antimicrobica)
Organismo | Sensibile | Resistente |
Enterobacteriaceae | ≤ 2 mg/l | > 8 mg/l |
Pseudomonas | ≤ 4 mg/l | > 8 mg/l |
Acinetobacter spp. | ≤ 2 mg/l | > 8 mg/l |
Enterococcus spp. | ≤ 4 mg/l | > 8 mg/l |
Streptococcus spp. (Gruppi A, B, C, G) | ≤ 2 mg/l | > 2 mg/l |
Streptococcus pneumoniae | ≤ 2 mg/l | > 2 mg/l |
Haemophilus influenzae | ≤ 2 mg/l | > 2 mg/l |
Moraxella catarrhalis | ≤ 2 mg/l | > 2 mg/l |
Anaerobi Gram-negativi | ≤ 2 mg/l | > 8 mg/l |
Anaerobi Gram-Positivi | ≤ 2 mg/l | > 8 mg/l |
Breakpoint non correlati alla specie | ≤ 2 mg/l | > 8 mg/l |
La sensibilità degli stafilococchi ai carbapenemi è dedotta dalla sensibilità alla meticillina.
Lo spettro antibatterico dell’imipenem è il seguente.
Specie comunemente sensibili
Aerobi gram-positivi
Enterococcus faecalis
Staphylococcus aureus (meticillino-sensibile)
Staphylococcus coagulasi-negativo (meticillino-sensibile)
Streptococcus agalactiae
Streptococcus pneumoniae
Streptococcus pyogenes
Streptococchi del gruppo dei Viridans
Aerobi gram-negativi
Acinetobacter baumannii
Citrobacter freundii
Enterobacter aerogenes
Enterobacter cloacae
Escherichia coli
Haemophilus influenzae
Klebsiella oxytoca
Klebsiella pneumoniae>
Moraxella catarrhalis
Serratia marcescens
Anaerobi
Bacteroides fragilis
Fusobacterium spp.
Peptococcus spp.
Peptostreptococcus spp.
Prevotella spp.
Veillonella spp.
Clostridium Spp. (tranne Clostridium difficile)
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema
Aerobi gram-positivi
Enterococcus faecium+
Aerobi gram-negativi
Pseudomonas aeruginosa
Organismi intrinsecamente resistenti
Aerobi gram-positivi
Staphylococcus (meticillino-resistente)
Gram-negativi aerobi
Stenotrophomonas maltophilia
Anaerobi gram-positivi
Clostridium difficile
Altri
Chlamydia spp.
Chlamydophila spp.
Mycoplasma spp.
Legionella pneumophila
Ureaplasma urealyticum
+ Specie per le quali sono state osservati alti tassi di resistenza (> 50%) in alcuni Paesi europei.
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In seguito a somministrazione orale l’imipenem non viene assorbito in modo significativo. Concentrazioni plasmatiche massime di circa 36 mcg/ml sono osservate in seguito a somministrazione e.v. di 500 mg. Dosi multiple non hanno alcun effetto sulla farmacocinetica né dell’imipenem né della cilastatina e non si osserva accumulo di imipenem-cilastatina.
Distribuzione:
L’imipenem si lega alle proteine plasmatiche per circa il 20%, la cilastatina per circa il 40%. Il volume di distribuzione è di circa 10 litri per entrambe le sostanze.
Metabolismo:
L’imipenem viene principalmente metabolizzato nei tubuli prossimali renali da parte della deidropeptidasi I nel metabolita ad anello aperto inattivo, determinando concentrazioni di imipenem relativamente basse nelle urine. Il metabolismo sistemico dell’imipenem ammonta a circa il 30%. La cilastatina, un inibitore di questo enzima, previene efficacemente il metabolismo renale dell’imipenem, determinando concentrazioni più elevate di imipenem nelle urine.
La cilastatina è parzialmente metabolizzata ad N-acetil-cilastatina nei reni.
Eliminazione:
La clearance plasmatica dell’imipenem è 225 ml/min, quella della cilastatina circa 200 ml/min.
La somministrazione contemporanea determina una diminuzione della clearance plasmatica dell’imipenem fino a circa 195 ml/min, e un aumento della clearance renale, del recupero urinario e della concentrazione nelle urine. La clearance plasmatica della cilastatina non è influenzata. L’emivita di eliminazione è di circa 1 ora sia per l’imipenem che per la cilastatina. Circa il 70% della dose di imipenem somministrata è escreta immodificata nelle urine, così come il 70-80% circa della dose di cilastatina.
Popolazioni speciali di pazienti
Anziani
In volontari sani (65-75 anni di età con funzionalità renale normale per la loro età), la farmacocinetica di una singola dose di imipenem 500 mg e cilastatina 500 mg somministrata per via endovenosa nell’arco di 20 minuti è allineata con quella prevista nei soggetti con lieve compromissione renale per i quali non si ritiene necessario modificare la dose.
Pazienti con danno renale
La clearance plasmatica dell’imipenem diminuisce del 40% circa nei soggetti con moderata compromissione renale e fino al 70% nei pazienti con compromissione renale grave. Inoltre, l’emivita di eliminazione aumenta a circa 2,5 ore. Nei pazienti in emodialisi, l’emivita di eliminazione è di circa 3,4 ore. La clearance della cilastatina diminuisce del 50% circa nei soggetti con moderata compromissione renale e fino all’80% nei pazienti con compromissione renale grave. Inoltre, l’emivita di eliminazione aumenta a circa 4 ore. Nei pazienti in emodialisi, l’emivita di eliminazione è di circa 12 ore.
Nel corso dell’emodialisi si osserva una clearance maggiore per imipenem e cilastatina.
Bambini:
Il volume di distribuzione di imipenem e cilastatina nei bambini è leggermente più elevato che negli adulti. L’emivita di eliminazione per l’imipenem è di circa 1 ora, quella per la cilastatina di circa 40 minuti. Il 50-70% della dose somministrata di imipenem/cilastatina viene escreto nelle urine.
I dati preclinici non evidenziano alcun pericolo particolare per l’uomo sulla base di studi farmacologici convenzionali di sicurezza, di tossicità a dosi ripetute e di mutagenicità.
Studi in femmine gravide di topo e ratto non hanno evidenziato tossicità riproduttiva. La somministrazione come iniezione in bolo di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy a femmine gravide di macaco della specie cynomolgus ha determinato tossicità materna, inclusi emesi, diarrea, aborto e morte. Quando Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è stato somministrato a scimmie gravide a dosi e con velocità di infusione endovenosa simili a quelle dell’uso clinico vi è stata una minima intolleranza materna ma si è osservato un aumento della perdita di embrioni.
Sodio bicarbonato.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy è chimicamente incompatibile con il lattato e non deve essere ricostituito con solventi contenenti lattato. Imipenem e Cilastatina Ranbaxy può essere tuttavia introdotto in un sistema per infusione nel quale sia stata somministrata una soluzione di lattato. Imipenem e Cilastatina Ranbaxy non va mescolato con o fisicamente aggiunto ad altri antibiotici.
Questo medicinale non va mescolato con altri medicinali, se non quelli menzionati nel paragrafo 6.6.
Confezionamento integro: 2 anni
Soluzione ricostituita: questo medicinale deve essere utilizzato immediatamente dopo la ricostituzione.
Compatibilità e stabilità
Secondo le norme di buona pratica clinica e farmaceutica, Imipenem e Cilastatina Ranbaxy deve essere somministrato come una soluzione appena preparata, usando cloruro di sodio allo 0,9% come solvente.
Per le precauzioni di manipolazione, vedere paragrafo 6.6.
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C. Tenere il flaconcino/flacone per infusione nella scatola.
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500 mg/500 mg polvere per soluzione per infusione è disponibile in flacone per infusione di vetro incolore di Tipo I con un tappo in gomma bromobutilica ed una ghiera flip-off in polipropilene.
La dimensione del flacone è 100 ml.
Confezioni: 1 flacone in vetro per infusione
10 flaconi in vetro per infusione (5x2)
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500 mg/500 mg polvere per soluzione per infusione è inoltre disponibile in flaconcino da 22 ml con set di trasferimento per infusione, incolore di Tipo I con un tappo di gomma clorobutilica ed un kit di raccordo costituito da una capsula di protezione per l’ago, sovra-cappuccio e anello sigillante ad “O”.
Confezione: 1 flaconcino in vetro con set di trasferimento per infusione.
Preparazione della soluzione endovenosa
La tabella che segue è fornita per facilitare la ricostituzione di Imipenem e Cilastatina Ranbaxy per infusione endovenosa. Il solvente consigliato è cloruro di sodio allo 0,9% per infusione endovenosa.
Dose | Volume del solvente (cloruro di sodio allo 0,9% ) aggiunto (ml) | Concentrazione approssimativa di imipenem (mg/ml) |
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500mg/500mg | 100 | 5 |
Aggiunta di Imipenem e Cilastatina Ranbaxyin flaconcino in vetro con set di trasferimento per infusionead una soluzione per infusione
1. Prima dell’uso, verificare che non vi sia materiale estraneo nella polvere e che il sigillo posto tra il cappuccio e il flaconcino sia integro.
2. Rimuovere il cappuccio ruotandolo e tirandolo fino alla rottura del sigillo.
3. La cannula è inserita nell’apertura di accesso della sacca per infusione. Spingere l’elemento di protezione della cannula contro il flaconcino fino a che non si sente un “click”.
4. Tenere dritto il flaconcino e spremere alcune volte la sacca per infusione sino a quando i due terzi del flaconcino non sono riempiti di solvente (sodio cloruro allo 0,9%). Agitare il flaconcino fino allo scioglimento completo della polvere.
5. Capovolgere il flaconcino e trasferire il contenuto del flaconcino nella sacca per infusione schiacciando la sacca per infusione.
Ripetere gli steps 4 e 5 fino a quando il flaconcino non sia completamente vuoto.
6. Una parte dell’etichetta del flaconcino può essere staccata e apposta sulla sacca per infusione.
Il flaconcino può essere rimosso o può restare sulla sacca per infusione.
Prima della somministrazione, la soluzione ricostituita va ispezionata visivamente per l’eventuale presenza di particelle e per la decolorazione. La soluzione ricostituita è limpida ed incolore.
La soluzione non utilizzata e il flaconcino devono essere adeguatamente smaltiti secondo le vigenti normative locali.
Dopo la ricostituzione: il medicinale deve essere usato immediatamente.
Ranbaxy Italia S.p.A.
Piazza Filippo Meda, 3
20121 Milano
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500 mg/500 mg polvere per soluzione per infusione – 1 flacone in vetro per infusione da 100 ml AIC n° 039449018/M
Imipenem e Cilastatina Ranbaxy 500 mg/500 mg polvere per soluzione per infusione – 1 flaconcino in vetro da 22 ml con set di trasferimento per infusione AIC n° 039449032/M
Marzo 2010