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IMMUCYST
Contenuto per flacone di liofilizzato | |
PRINCIPIO ATTIVO | |
BCG V(bacillo di Calmette-Guérin) | 81 mg (peso secco) |
| 6.6 - 19.2 x 108 Colony Forming Units (CFUs) |
V ceppo CONNAUGHT
vedi punto 6.1 per gli eccipienti
Polvere per sospensione endovescicale.
ImmuCyst è indicato per uso intravescicale nel trattamento e nella profilassi del carcinoma in situ (CIS) primario o recidivante della vescica urinaria e per la profilassi a seguito di resezione transuretrale (TUR) dei tumori papillari ad alto rischio primari o recidivanti di livello Ta e/o T1, oppure di qualsiasi loro combinazione, nonostante il trattamento intravescicale precedente.
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Il trattamento intravescicale e la profilassi per il CIS della vescica urinaria va iniziato tra il 7° - 14° giorno dopo la biopsia o la resezione transuretrale (qualora questa venga eseguita).
Una dose di ImmuCyst che consiste nella instillazione intravescicale di 81 mg (peso secco) di BCG, va somministrata 1 volta/settimana per 6 settimane (terapia di induzione).
Ogni dose è preparata ricostituendo il flacone di liofilizzato di BCG con 3 ml di soluzione salina sterile senza conservanti.
Il BCG ricostituito va inoltre diluito con 50 ml di soluzione salina sterile senza conservanti, per un totale di 53 ml.
Inserire il catetere in vescica in condizioni sterili, drenare la vescica, infondere lentamente (per gravità) la sospensione di ImmuCyst, quindi estrarre il catetere.
Durante la prima ora che segue l’instillazione, il paziente deve giacere per 15 minuti in posizione supina, poi in posizione prona e quindi su entrambi i lati. Il paziente poi può alzarsi, ma deve ritenere il farmaco per altri 60 minuti, per un totale di 2 ore.
I pazienti che non sono capaci di trattenere il farmaco, potranno urinare prima. Alla fine delle 2 ore tutti i pazienti dovrebbero urinare in posizione seduta per ragioni di sicurezza. I pazienti dovrebbero mantenere una adeguata idratazione. La terapia di induzione deve poi continuare con un trattamento a 3, 6, 12, 18 e 24 mesi seguenti al trattamento iniziale.
Dopo l’uso, tutti gli strumenti impiegati, debbono essere sterilizzati o smaltiti come qualsiasi altro materiale infettante (vd. Speciali avvertenze e precauzioni per l'uso).
Ricostuituzione del prodotto liofilizzato e prelievo da flacone chiuso con tappo
Non rimuovere il tappo di gomma dal flacone
Ricostituire e diluire immediatamente prima dell’uso
Maneggiare come materiale infettante
Ricostituire e diluire immediatamente prima dell’uso, utilizzando una tecnica asettica in un’area ad elevata aerazione (per esempio cappa aspirante). Le persone che maneggiano il prodotto devono indossare una mascherina e dei guanti. Nel caso il prodotto venisse maneggiato al di fuori della cappa aspirante, le persone che maneggiano il prodotto dovranno indossare una mascherina ed anche una protezione per gli occhi.
Soggetti con immunodeficienza nota, non debbono maneggiare l’ImmuCyst.
Passare del cotone sterile imbevuto di disinfettante sul tappo di gomma del flacone diImmuCyst.
Prelevare 3 ml di soluzione salina sterile senza conservanti e iniettarla nel flacone di liofilizzato.
Agitare delicatamente finché la sospensione risulti omogenea.
Evitare la formazione di schiuma che comprometterebbe il prelievo della dose appropriata. Prelevare l’intero contenuto del ricostituito dal flacone.
Diluire il materiale così ricostituito del flacone (1 dose) in ulteriori 50 ml di soluzione salina sterile senza conservanti, fino ad ottenere una soluzione di 53 ml che può quindi essere usata per l’instillazione intravescicale.
Il prodotto dovrebbe essere usato immediatamente dopo la ricostituzione. In caso di ritardo fra la ricostituzione e la somministrazione, la sospensione ricostituita e diluita può essere conservata protetta dalla luce, fino a 8 ore a temperatura non superiore a 25°C.
Si sconsiglia l’uso del prodotto che, quando ricostituito, presenti flocculazioni o agglutinati che non possano essere disciolti dopo lieve agitazione.
Il prodotto ricostituito non va esposto alla luce del sole diretta o indiretta.
Ridurre al minimo l’esposizione alla luce artificiale.
Informazioni da fornire al pazienteda parte dle medico:
I pazienti devono avvisare il più presto possibile il loro medico qualora si verifichi un aumento dei sintomi esistenti, qualora i sintomi persistano dopo aver ricevuto un determinato numero di trattamenti o anche qualora si manifesti uno qualsiasi dei seguenti sintomi:
| Più comuni | Rari |
| | |
| Sangue nelle urine | Tosse |
| Febbre e brividi | Rash cutaneo |
| Stimolo frequente alla minzione | |
| Aumentata frequenza della minzione | |
| Dolore articolare | |
| Nausea e vomito | |
| Dolore alla minzione | |
Una tosse che si manifesti dopo somministrazione di ImmuCyst potrebbe essere un indice di pericolosa infezione sistemica da BCG, che, qualora fosse confermata, deve immediatamente essere trattata con antibiotici antitubercolari.
Durante la prima ora che segue l’instillazione, il paziente deve giacere per 15 minuti in posizione supina, poi prona e quindi su entrambi i lati. Il paziente poi può alzarsi ma deve comunque ritenere la sospensione per altri 60 minuti per un totale di 2 ore.
I pazienti che non sono capaci di trattenere il farmaco per 2 ore potranno urinare prima.
Alla fine delle 2 ore tutti i pazienti dovrebbero urinare in posizione seduta per ragioni di sicurezza. I pazienti dovrebbero mantenere una adeguata idratazione.
Le urine delle 6 ore successive alla instillazione, saranno disinfettate con uguale volume di soluzione di ipoclorito al 5% (candeggina casalinga non diluita) e andranno smaltite dopo 15 minuti.
E’ opportuno anche avvisare i pazienti che, combinazioni con farmaci che deprimono l’attività del midollo osseo e/o immunosoppressivi e/o radiazioni, potrebbero pregiudicare la risposta all’ImmuCyst, o aumentare il rischio di osteomielite o di infezione diffusa da BCG.
Pazienti in terapia immunosoppressiva o con un sistema immune compromesso non vanno trattati con BCG a causa del rischio di sepsi sistemica da mycobacterium.
Associazioni con farmaci che possano determinare depressione dell’attività midollare e/o immunosoppressivi e/o radiazioni potrebbero pregiudicare la risposta all’ImmuCyst e potrebbero aumentare il rischio di osteomielite o di sepsi da BCG.
L’ImmuCyst non va somministrato a pazienti in stato febbrile a meno che la causa della febbre sia determinata e valutata; se tale febbre è dovuta ad infezione, l’ImmuCyst va ritardato fin tanto che questa persiste.
Pazienti con infezione del tratto urinario non debbono essere trattati con ImmuCyst per il rischio di una infezione disseminata da BCG o di un peggioramento dell’infiammazione vescicale.
ImmuCyst è generalmente controindicato in gravidanza e durante l’allattamento (cfr. 4.6).
Contiene mycibatteri attenuati vivi.
Tutti i materiali (per esempio siringhe, cateteri) usati per l’instillazione dell’ImmuCyst vanno gettati in contenitori di plastica contrassegnati e distrutti come rifiuti pericolosi.
Durante la somministrazione per via intravescicale di ImmuCyst, va evitata l’introduzione di sostanze contaminanti nel tratto urinario o la traumatizzazione della mucosa urinaria.
Si raccomanda che l’ImmuCyst usato per via intravescicale non venga somministrato prima di una settimana seguente la resezione transuretrale.
L’ImmuCyst non va somministrato qualora il medico ritenga che la cateterizzazione sia stata traumatica (per esempio sanguinamento o possibile falso passaggio), e quindi il trattamento va rinviato di almeno una settimana. La seguente somministrazione poi può riprendere come se non ci fossero state interruzioni. Quindi tutte le dosi di ImmuCyst debbono essere somministrate anche dopo un possibile temporaneo arresto.
Se si sospetta un’infezione da BCG (per esempio nel caso i pazienti accusino febbre oltre i 39°C oppure la febbre o il malessere persistesse al di sopra dei 38°C per oltre 2 giorni), dovrà essere iniziata una terapia antitubercolare con Isoniazide 300 mg al giorno, Rifampicina 600 mg al giorno e Etambutolo 1200 mg al giorno, in seguito interrotta la terapia con BCG, si dovrà consultare uno specialista in malattie infettive.
E’ da notare che infezioni sistemiche da BCG possono essere confermate solo raramente da colture positive.
Per i pazienti che si sottopongono ad una terapia antimicrobica per altre infezioni, si dovrà valutare se la terapia possa interferire con l’efficacia dell’ImmuCyst.
Nei pazienti con ridotta capacità vescicale, a maggior rischio di sviluppare più serie reazioni locali, dovrà essere valutata la possibilità del trattamento con ImmuCyst.
E’ necessario evitare la terapia con BCG qualora si sospetti infezione sistemica, per esempio epatite granulomatosa.
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Il trattamento intravescicale con ImmuCyst può indurre sensibilità alla tubercolina, e quindi causare errate interpretazioni alla reazione con lo skin test nella diagnosi di sospette infezioni da mycobacterio.
Si consiglia a questo proposito la determinazione della reattività alla tubercolina prima della somministrazione di ImmuCyst.
Non sono stati condotti studi con ImmuCyst sulla riproduzione animale.
Non si sa se l’ImmuCyst possa causare danni fetali quando somministrato a gestanti o se possa interferire con la capacità di riproduzione.
L’ImmuCyst va somministrato a gestanti solo se strettamente necessario.
Le donne durante il periodo dell’allattamento potrebbero infettare il bambino con infezione sistemica da BCG.
Non è noto se questo farmaco venga escreto nel latte umano.
Non conosciuti.
La somministrazione di ImmuCyst per uso intravescicale provoca una risposta infiammatoria nella vescica ed è stata associata con ematuria, poliuria, disuria e infezioni batteriche del tratto urinario. Si richiede pertanto un accurato controllo delle vie urinarie.
Si sono manifestate, in seguito ad immunoterapia con ImmuCyst, alcune reazioni collaterali sistemiche, sebbene sintomi irritativi locali o simili all’influenza siano più comuni.
Le reazioni sistemiche osservate sono: febbre, nausea, diarrea, anemia e leucopenia, prostatite e ostruzione uretrale, e infezione sistemica da BCG.
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Non conosciuto.
Gruppo farmacoterapeutico: sostanza ad azione immunostimolante - Classe ATC L03AX03.
Il BCG stimola una reazione immunitaria locale con infiltrazione di istiociti e leucociti nella vescica urinaria.
Gli effetti infiammatori locali sono associati ad apparente scomparsa o riduzione delle lesioni cancerose superficiali della vescica urinaria.
Non è chiaro l’esatto meccanismo attraverso il quale ciò possa verificarsi.
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Glutammato monosodico 5% p/v
Vedi controindicazioni.
2 anni, nelle condizioni di conservazione raccomandate (tra +2°C e + 8°C).
L’ImmuCyst deve essere conservato in frigorifero alla temperatura tra + 2°C e + 8°C.
L’ImmuCyst non va utilizzato dopo la data di scadenza riportata sul flacone, in quanto il prodotto potrebbe essere inattivo.
Non esporre mai il liofilizzato alla luce solare diretta o indiretta. Ridurre al minino anche l’esposizione alla luce artificiale.
ImmuCyst è fornito in confezione 1 flacone da 5 ml di vetro ambrato di tipo I, sigillato con tappo in gomma e capsula di chiusura in alluminio.
Vale quanto riportato ai paragrafi precedenti.
SANOFI PASTEUR S.A. - Lione, Francia
Rappresentante esclusivo per l'Italia:ALFA WASSERMANN S.p.A. - Alanno (PE)
Produttore: SANOFI PASTEUR LIMITED - Toronto, Ontario, Canada
Rilasciato da: ALFA WASSERMANN S.p.A. - Alanno (PE)
A.I.C. n. 028422020
15/11/1994 - 15/11/2004
01/06/2006