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INOVELON 400 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM
400 mg
Ogni compressa rivestita con film contiene 400 mg di rufinamide.
Eccipiente: 80 mg di lattosio monoidrato/compressa rivestita con film.
Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Compressa rivestita con film.
400 mg
Rosa, “ovaloide”, leggermente convessa, con linea di incisione su ambo i lati, con ‘Є263’ impresso su un lato e senza indicazioni sull’altro.
La compressa può essere divisa in due metà uguali.
Inovelon è indicato come terapia aggiuntiva nel trattamento di crisi epilettiche associate a sindrome di Lennox-Gastaut, in pazienti di età pari o superiore a 4 anni.
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Il trattamento con Inovelon deve essere iniziato da un medico specialista in pediatria o neurologia, con esperienza nel trattamento dell’epilessia.
Inovelon è per uso orale. Deve essere assunto due volte al giorno, la mattina e la sera, con acqua, suddiviso in due dosi uguali. Poiché è stato osservato un effetto del cibo, è preferibile somministrare Inovelon con il cibo (vedere paragrafo 5.2). Se il paziente ha difficoltà a deglutire, le compresse possono essere frantumate e somministrate in mezzo bicchiere d’acqua.
Uso nei bambini di età pari o superiore a 4 anni e di peso inferiore a 30 kg
Pazienti <30 kg che non assumono valproato:
Il trattamento deve essere iniziato con una dose giornaliera di 200 mg. Secondo la risposta clinica e la tollerabilità, la dose può essere aumentata con incrementi di 200 mg/die, ogni due giorni, fino a una dose massima raccomandata di 1000 mg/die. Dosi fino a 3600 mg/die sono state studiate in un numero limitato di pazienti.
Pazienti <30 kg che ricevono anche il trattamento con valproato:
Poiché il valproato riduce in misura significativa la clearance di Inovelon, si raccomanda una dose massima di Inovelon più bassa per i pazienti <30 kg a cui viene somministrato valproato in concomitanza. Il trattamento deve essere iniziato a una dose giornaliera di 200 mg. Secondo la risposta clinica e la tollerabilità, dopo un minimo di 2 giorni, la dose può essere aumentata di 200 mg/die, fino alla dose massima raccomandata di 600 mg/die.
Uso negli adulti e nei bambini di età pari o superiore a 4 anni e di peso pari o superiore a 30 kg
Il trattamento deve essere iniziato con una dose giornaliera di 400 mg. Secondo la risposta clinica e la tollerabilità, la dose può essere aumentata con incrementi di 400 mg/die, ogni due giorni, fino a una dose massima raccomandata indicata nella tabella seguente.
Range ponderale | 30,0 – 50,0 kg | 50,1 – 70,0 kg | ≥70,1 kg |
Dose massima raccomandata (mg/die) | 1800 | 2400 | 3200 |
Dosi fino a 4000 mg/die (nel range 30-50 kg) o 4800 mg/die (oltre 50 kg) sono state studiate in un numero limitato di pazienti.
Anziani
Vi sono informazioni limitate sull’uso di Inovelon negli anziani. Dato che la farmacocinetica della rufinamide non è alterata negli anziani (vedere paragrafo 5.2), non è richiesto un aggiustamento del dosaggio nei pazienti di età superiore a 65 anni.
Pazienti con insufficienza renale
Uno studio effettuato su pazienti con grave insufficienza renale ha indicato che non è necessario un aggiustamento del dosaggio in questi pazienti (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con insufficienza epatica
L’uso nei pazienti con insufficienza epatica non è stato studiato. Si raccomanda cautela e un’attenta titolazione della dose nel trattamento di pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.
Pertanto, l’uso nei pazienti con grave insufficienza epatica non è raccomandato.
Effetto del cibo
Inovelon dovrebbe essere assunto preferibilmente con cibo (vedere paragrafo 5.2).
Sospensione di Inovelon
Quando il trattamento con Inovelon deve essere sospeso, la sospensione deve essere effettuata gradualmente. Negli studi clinici, la sospensione del trattamento con Inovelon è stata effettuata riducendo la dose di circa il 25% ogni due giorni.
Nel caso di una o più dosi saltate, è necessaria una valutazione clinica personalizzata.
Studi clinici in aperto non controllati indicano una prolungata efficacia a lungo termine , sebbene non siano stati condotti studi controllati per un periodo superiore a tre mesi.
Ipersensibilità al principio attivo, ai derivati triazolici o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
Casi di stato epilettico sono stati osservati durante gli studi di sviluppo clinico con il trattamento con rufinamide, mentre tali casi non sono stati osservati con il placebo. Tali eventi hanno comportato la sospensione della rufinamide nel 20% dei casi. Se i pazienti sviluppano nuovi tipi di crisi epilettiche e/o manifestano un aumento della frequenza dello stato epilettico, diversa dalla condizione basale del paziente, il rapporto rischio-beneficio della terapia deve essere rivalutato.
I medicinali antiepilettici, incluso Inovelon, devono essere sospesi gradualmente, per ridurre la possibilità di crisi epilettiche al momento della sospensione. Negli studi clinici, la sospensione è stata effettuata riducendo la dose di circa il 25% ogni due giorni. Vi sono dati insufficienti sulla sospensione di medicinali antiepilettici concomitanti, una volta ottenuto il controllo delle crisi con l’aggiunta di Inovelon.
Il trattamento con la rufinamide è stato associato a capogiri, sonnolenza, atassia e disturbi dell’andatura, che potrebbero aumentare la possibilità che si verifichino cadute accidentali in questa popolazione (vedere paragrafo 4.8). I pazienti e le persone che li assistono devono prestare cautela fino a quando non abbiano acquisito familiarità con i potenziali effetti di questo medicinale.
Una grave sindrome da ipersensibilità indotta da farmaci antiepilettici si è verificata in associazione alla terapia con rufinamide. I segni e i sintomi di questo disturbo sono stati diversi; tuttavia, i pazienti presentavano tipicamente, sebbene non esclusivamente, febbre ed eruzione cutanea con coinvolgimento di altri organi. Altre manifestazioni associate sono state linfoadenopatia, anomalie nei test di funzionalità epatica ed ematuria. Poiché il disturbo si manifesta in modo variabile, possono comparire segni e sintomi a carico di altri organi, non annotati in questa sede. Questa sindrome si è verificata in stretta associazione temporale con l’inizio della terapia con rufinamide e nella popolazione pediatrica. Se si sospetta questa reazione, la rufinamide deve essere sospesa e deve essere iniziato un trattamento alternativo. Tutti i pazienti che sviluppano eruzione cutanea durante l’assunzione di rufinamide devono essere tenuti sotto stretta osservazione.
In uno studio approfondito sul QT, la rufinamide ha prodotto una riduzione dell’intervallo QTc proporzionale alla concentrazione. Sebbene non siano noti il meccanismo di base e l’importanza ai fini della sicurezza di questo risultato, i medici devono usare il proprio giudizio clinico nel valutare se prescrivere la rufinamide a pazienti per i quali l’ulteriore riduzione della durata del QTc rappresenta un rischio (ad es. Sindrome congenita del QT corto o pazienti con anamnesi familiare positiva per tale sindrome).
Le donne in età fertile devono fare uso di misure contraccettive durante il trattamento con Inovelon. I medici devono cercare di assicurare che sia utilizzato un mezzo contraccettivo appropriato e valutare, sulla base del giudizio clinico, se i contraccettivi orali, o i dosaggi dei componenti dei contraccettivi orali, sono adeguati rispetto alla situazione clinica delle singole pazienti (vedere paragrafo 4.5).
Inovelon contiene lattosio, pertanto i pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi di Lapp o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo farmaco.
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Potenziale influenza di altri medicinali su Inovelon
Altri medicinali antiepilettici
Le concentrazioni di rufinamide possono essere ridotte dalla co-somministrazione di carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, vigabatrin o primidone.
Per i pazienti sottoposti a trattamento con Inovelon che iniziano l’assunzione di valproato, può verificarsi un aumento significativo delle concentrazioni plasmatiche di rufinamide. Gli aumenti più pronunciati sono stati osservati nei pazienti di basso peso corporeo (<30 kg). Pertanto, si deve prendere in considerazione la possibilità di ridurre la dose di Inovelon nei pazienti di peso <30 kg che iniziano una terapia con valproato (vedere paragrafo 4.2).
L’aggiunta o la sospensione, o l’aggiustamento della dose, di questi farmaci durante la terapia con Inovelon possono richiedere un aggiustamento del dosaggio di Inovelon.
Non si osservano modificazioni significative nella concentrazione di rufinamide a seguito della co-somministrazione di lamotrigina, topiramato o benzodiazepine.
Potenziale influenza di Inovelon su altri medicinali
Altri medicinali antiepilettici
Le interazioni farmacocinetiche tra rufinamide e altri farmaci antiepilettici sono state valutate in pazienti affetti da epilessia, usando modelli farmacocinetici di popolazione. La rufinamide non sembra avere effetti clinicamente rilevanti sulle concentrazioni allo steady-state di carbamazepina, lamotrigina, fenobarbital, topiramato o valproato. Dato che la rufinamide può ridurre la clearance della fenitoina e aumentare le concentrazioni plasmatiche medie allo steady-state della fenitoina somministrata in concomitanza, si deve prendere in considerazione la possibilità di ridurre la dose di fenitoina.
Contraccettivi orali
La co-somministrazione di rufinamide 800 mg b.i.d. e un contraccettivo orale combinato (etinilestradiolo 35 mcg e noretindrone 1 mg) per 14 giorni ha comportato una riduzione media dell’AUC0-24 dell’etinilestradiolo del 22% e dell’AUC0-24 del noretindrone del 14%. Non sono stati condotti studi con altri contraccettivi orali o impianti contraccettivi. Alle donne in età fertile che usano contraccettivi ormonali si consiglia di utilizzare un metodo contraccettivo supplementare sicuro ed efficace (vedere paragrafo 4.4 e 4.6).
Enzimi del citocromo P450
La rufinamide è metabolizzata per idrolisi e non viene metabolizzata, in misura degna di nota, dagli enzimi del citocromo P450. Inoltre, la rufinamide non inibisce l’attività degli enzimi del citocromo P450 (vedere paragrafo 5.2). Pertanto, è improbabile che si verifichino interazioni clinicamente significative mediate dall’inibizione del sistema del citocromo P450 da parte della rufinamide. È stato dimostrato che la rufinamide induce l’enzima CYP3A4 del citocromo P450 e può quindi ridurre le concentrazioni plasmatiche dei farmaci metabolizzati da questo enzima. L’effetto è stato da modesto a moderato. L’attività media del CYP3A, valutata come clearance del triazolam, è risultata aumentata del 55% dopo 11 giorni di trattamento con rufinamide 400 mg b.i.d. L’esposizione del triazolam era ridotta del 36%. Dosi più elevate di rufinamide possono provocare un’induzione più pronunciata. Non si può escludere la possibilità che la rufinamide riduca l’esposizione anche dei farmaci metabolizzati da altri enzimi, o trasportati da proteine di trasporto quali la P-glicoproteina.
Si raccomanda che i pazienti trattati con farmaci metabolizzati dal sistema dell’enzima CYP3A siano tenuti sotto attenta osservazione per due settimane all’inizio o alla fine del trattamento con Inovelon, o dopo qualsiasi modifica sostanziale della dose. Potrebbe essere necessario prendere in considerazione un aggiustamento della dose del farmaco somministrato in concomitanza. Di queste raccomandazioni si deve inoltre tenere conto quando la rufinamide è usata in concomitanza con farmaci che hanno una finestra terapeutica ristretta, quali warfarin e digossina.
Uno studio di interazione specifico, condotto su soggetti sani, non ha rivelato alcuna influenza della rufinamide, a una dose di 400 mg b.i.d., sulla farmacocinetica dell’olanzapina, un substrato del CYP1A2.
Non sono disponibili dati sull’interazione tra rufinamide e alcool.
Rischio legato all’epilessia e ai medicinali antiepilettici in generale:
È stato dimostrato che, nella prole di donne affette da epilessia, la prevalenza di malformazioni è da due a tre volte superiore al valore di circa il 3%, nella popolazione generale. Nella popolazione trattata, è stato notato un aumento delle malformazioni con la politerapia; tuttavia, non è stato chiarito in quale misura siano responsabili il trattamento e/o la malattia.
Inoltre, una terapia antiepilettica efficace non deve essere interrotta, dal momento che l’aggravamento della malattia è dannoso sia per la madre che per il feto.
Rischio legato alla rufinamide:
Gli studi effettuati sugli animali non hanno rivelato alcun effetto teratogeno, ma fetotossicità in presenza di tossicità materna (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto.
Per la rufinamide non sono disponibili dati clinici relativi a gravidanze esposte al farmaco.
Tenendo in considerazione questi dati, la rufinamide non deve essere usata durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità, e nelle donne in età fertile che non usano misure contraccettive.
Le donne in età fertile devono fare uso di misure contraccettive durante il trattamento con Inovelon. I medici devono cercare di assicurare che sia utilizzato un mezzo contraccettivo appropriato e valutare, sulla base del giudizio clinico, se i contraccettivi orali, o i dosaggi dei componenti dei contraccettivi orali, sono adeguati rispetto alla situazione clinica delle singole pazienti (vedere paragrafo 4.6).
Se una donna trattata con rufinamide ha intenzione di iniziare una gravidanza, l’indicazione di questo medicinale deve essere attentamente valutata. Durante la gravidanza, un trattamento antiepilettico efficace con rufinamide non deve essere interrotto, dal momento che l’aggravamento della malattia è dannoso sia per la madre che per il feto.
Non è noto se la rufinamide sia escreta nel latte umano. A causa dei potenziali effetti pericolosi per il lattante, l’allattamento deve essere evitato durante il trattamento materno con rufinamide.
Inovelon può causare capogiri, sonnolenza e offuscamento della visione. A seconda della sensibilità individuale, Inovelon può alterare in modo da lieve a grave la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. I pazienti devono essere avvisati della necessità di usare cautela durante attività che richiedono un livello elevato di vigilanza, ad es. la guida di veicoli o l’uso di macchinari.
Il programma di sviluppo clinico ha coinvolto oltre 1.900 pazienti, con diversi tipi di epilessia, esposti alla rufinamide. Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono state in generale cefalea, capogiri, affaticamento e sonnolenza. Le reazioni avverse più comuni, osservate con un’incidenza superiore rispetto al placebo nei pazienti con sindrome di Lennox-Gastaut, sono state sonnolenza e vomito. Le reazioni avverse sono state di solito di gravità lieve-moderata. Il tasso di interruzione dello studio, nella sindrome di Lennox-Gastaut, a causa di reazioni avverse, è stato dell’8,2% per i pazienti che assumevano Inovelon e dello 0% per i pazienti che ricevevano il placebo. Le reazioni avverse più comuni, che hanno comportato la sospensione dal gruppo di trattamento con Inovelon, sono state eruzione cutanea e vomito.
Le reazioni avverse segnalate con un’incidenza superiore rispetto al placebo, durante gli studi in doppio cieco sulla sindrome di Lennox-Gastaut o nella popolazione totale esposta alla rufinamide, sono elencate nella tabella seguente secondo il termine preferito MedDRA la classificazione per sistemi e organi e la frequenza.
La frequenza è definita come: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 < 1/10), non comune (≥ 1/1.000 < 1/100).
Classificazione per sistemi e organi | Molto comune | Comune | Non comune | Raro |
Infezioni ed infestazioni | | Polmonite | | |
Influenza |
Rinofaringite |
Infezione auricolare |
Sinusite |
Rinite |
Disturbi del sistema immunitario | | | Ipersensibilità* | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | | Anoressia | | |
Disturbi dell’alimentazione |
Diminuzione dell’appetito |
Disturbi psichiatrici | | Ansia | | |
Insonnia |
Patologie del sistema nervoso | Sonnolenza* | Status epiletticus* | | |
Cefalea | Convulsioni |
Capogiri* | Anomalie della coordinazione* |
| Nistagmo |
Iperattività psicomotoria |
Tremore |
Patologie dell’occhio | | Diplopia | | |
Visione offuscata |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | | Vertigini | | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | | Epistassi | | |
Patologie gastrointestinali | Nausea | Dolore all’addome superiore | | |
Vomito | Costipazione |
| Dispepsia |
Diarrea |
Patologie epatobiliari | | | Aumento degli enzimi epatici | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | | Eruzione cutanea* | | |
Acne |
Patologie del sistema muscoloscheletrico, del tessuto connettivo e delle ossa | | Mal di schiena | | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | | Oligomenorrea | | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Affaticamento | Disturbi dell’andatura* | | |
Esami diagnostici | | Dimagrimento | | |
Traumatismo, avvelenamento | | Lesioni alla testa | | |
Contusioni |
* Fare riferimento al paragrafo 4.4.
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Dopo un sovradosaggio acuto, lo svuotamento dello stomaco può essere effettuato con lavanda gastrica o per induzione di emesi. Non esiste un antidoto specifico per Inovelon. Il trattamento deve essere di supporto e può prevedere l’emodialisi (vedere paragrafo 5.2).
Una somministrazione multipla di 7.200 mg/die non è stata associata a segni o a sintomi importanti.
Categoria farmacoterapeutica: antiepilettici, derivati della carbossamide; Codice ATC: N03AF03.
Meccanismo d’azione
La rufinamide modula l’attività dei canali del sodio, prolungandone lo stato di inattività. La rufinamide è attiva in una gamma di modelli animali di epilessia.
Esperienza clinica
Inovelon è stato somministrato in uno studio in doppio cieco, controllato verso placebo, a dosi fino a 45 mg/kg/die per 84 giorni, a 139 pazienti con crisi epilettiche non adeguatamente controllate associate a sindrome di Lennox-Gastaut (comprendenti sia crisi di assenza atipiche che crisi con caduta (“drop attack”)). Sono stati inclusi pazienti maschi e femmine (di età compresa tra 4 e 30 anni), che erano stati trattati con un numero da 1 a 3 farmaci antiepilettici a dose fissa concomitanti. Era necessario che ogni paziente avesse avuto almeno 90 crisi epilettiche nel mese precedente l’entrata nello studio. È stato osservato un miglioramento significativo per tutte le tre variabili primarie: la variazione percentuale della frequenza totale delle crisi per 28 giorni, durante la fase di mantenimento rispetto al basale (-35,8% con Inovelon vs. -1,6% con placebo, p= 0,0006), il numero di crisi toniche-atoniche (-42,9% con Inovelon vs. 2,2% con placebo, p=0,0002) e la classificazione della gravità delle crisi, sulla base della Valutazione Globale effettuata dal genitore/tutore al termine della fase in doppio cieco (grande o grandissimo miglioramento nel 32,2% del braccio Inovelon vs. 14,5% nel braccio placebo, p=0,0041).
I modelli farmacocinetici/farmacodinamici di popolazione hanno dimostrato che la riduzione della frequenza delle crisi totali e toniche-atoniche, il miglioramento della valutazione globale della gravità delle crisi e l’aumento della probabilità di riduzione della frequenza delle crisi erano dipendenti dalle concentrazioni di rufinamide.
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Assorbimento
I livelli plasmatici massimi si raggiungono circa 6 ore dopo la somministrazione. I picchi di concentrazione (Cmax) e l’AUC plasmatica della rufinamide aumentano meno che proporzionalmente rispetto alle dosi, in soggetti sani e nei pazienti sia a digiuno che a stomaco pieno, probabilmente a causa dell’ assorbimento dose-limitato. Dopo dosi singole, il cibo aumenta la biodisponibilità (AUC) della rufinamide di circa il 34% e il picco di concentrazione plasmatica del 56%.
Distribuzione
Negli studi in vitro, solo una piccola frazione di rufinamide (34%) si è legata alle proteine sieriche umane, con l’albumina responsabile dell’80% circa di questo legame. Ciò indica un rischio minimo di interazioni farmaco-farmaco per spiazzamento dai siti di legame durante la somministrazione concomitante di altri farmaci. La rufinamide si è distribuita uniformemente tra gli eritrociti e il plasma.
Biotrasformazione
La rufinamide è eliminata quasi esclusivamente tramite il metabolismo. La via metabolica principale è l’idrolisi del gruppo carbossilammidico al derivato acido farmacologicamente inattivo CGP 47292. Il metabolismo mediato dal citocromo P450 è trascurabile. Non si può escludere completamente la formazione di piccole quantità di coniugati del glutatione.
La rufinamide ha dimostrato, in vitro, scarsa o nessuna capacità significativa di agire come inibitore competitivo o basato sul meccanismo d’azione dei seguenti enzimi del P450 umani: CYP1A2, CYP2A6, CYP2C9, CYP2C19, CYP2D6, CYP2E1, CYP3A4/5 o CYP4A9/11-2.
Eliminazione
L’emivita di eliminazione plasmatica è di circa 6-10 ore nei soggetti sani e nei pazienti epilettici. Se somministrata due volte al giorno, a intervalli di 12 ore, la rufinamide si accumula nella misura prevista dalla sua emivita terminale, indicando che la farmacocinetica della rufinamide è indipendente dal tempo (ossia non vi è autoinduzione del metabolismo).
In uno studio con radiotracciante su tre volontari sani, il composto progenitore (rufinamide) è stato il principale componente radioattivo nel plasma, rappresentando circa l’80% della radioattività totale, mentre il metabolita CGP 47292 costituiva solo circa il 15%. L’escrezione renale è stata la via di eliminazione predominante per le sostanze correlate al farmaco, pari all’84,7% della dose.
Linearità/non linearità:
La biodisponibilità della rufinamide è dipendente dalla dose. Quando aumenta la dose, diminuisce la biodisponibilità.
Farmacocinetica in gruppi di pazienti speciali
Sesso
I modelli farmacocinetici di popolazione sono stati utilizzati per valutare l’influenza del sesso sulla farmacocinetica della rufinamide. Tali valutazioni indicano che il sesso non influisce sulla farmacocinetica della rufinamide in misura clinicamente rilevante.
Insufficienza renale
La farmacocinetica di una dose singola di 400 mg di rufinamide non è risultata alterata in soggetti con insufficienza renale cronica e grave, rispetto ai volontari sani. Tuttavia, i livelli plasmatici erano ridotti di circa il 30% quando la somministrazione della rufinamide era seguita da emodialisi; ciò suggerisce che l’emodialisi potrebbe essere una procedura utile in caso di sovradosaggio (vedere paragrafi 4.2 e 4.9).
Insufficienza epatica
Non sono stati condotti studi su pazienti con insufficienza epatica e quindi Inovelon non deve essere somministrato a pazienti con insufficienza epatica grave.
Bambini (2-12 anni)
Nei bambini, in genere, la clearance della rufinamide è più bassa che negli adulti e questa differenza è legata alle dimensioni corporee. Non sono stati condotti studi in neonati o bambini di età inferiore a 2 anni.
Anziani
Uno studio di farmacocinetica su volontari sani anziani non ha evidenziato una differenza significativa nei parametri di farmacocinetica rispetto agli adulti più giovani.
Gli studi convenzionali di safety pharmacology non hanno rivelato rischi particolari a dosi clinicamente rilevanti.
Gli effetti di tossicità osservati nei cani, a livelli simili all’esposizione umana alla dose massima raccomandata, sono stati alterazioni epatiche, inclusi trombi biliari, colestasi e innalzamento degli enzimi epatici, ritenuti correlati all’aumento delle secrezioni biliari in questa specie. Non è stata individuata evidenza di un rischio associato, negli studi di tossicità a dosi ripetute sul ratto e sulla scimmia.
Negli studi di tossicità riproduttiva e dello sviluppo, vi sono state riduzioni della crescita e della sopravvivenza fetale e alcuni parti di feti morti, secondari a tossicità materna. Tuttavia, non sono stati osservati nella prole effetti sulla morfologia e sulla funzione, incluso l’apprendimento e la memoria. Inovelon non è risultato teratogeno nel topo, nel ratto e nel coniglio.
La rufinamide non è risultata genotossica e non ha mostrato potenziale cancerogeno. Gli effetti avversi non osservati negli studi clinici, ma osservati negli animali a livelli di esposizione simili ai livelli di esposizione clinica e con possibile rilevanza per l’uso umano, sono stati mielofibrosi del midollo osseo nello studio di carcinogenicità nel topo. Le neoplasie ossee benigne (osteomi) e l’iperostosi osservate nel topo sono state ritenute un risultato dell’attivazione di un virus specificonel topo da parte degli ioni fluoruro rilasciati durante il metabolismo ossidativo della rufinamide.
Riguardo al potenziale immunotossico, ipoplasia timica e involuzione timica sono state osservate nel cane in uno studio di 13 settimane, con risposta significativa alla dose elevata nel maschio. Nello studio di 13 settimane, alla dose elevata sono segnalate nelle femmine alterazioni midollari e linfoidi con una debole incidenza. Nel ratto sono state osservate riduzione della cellularità midollare e atrofia timica solo nello studio di carcinogenicità.
Nucleo:
Lattosio monoidrato
Cellulosa microcristallina
Amido di mais
Croscarmellosa sodica
Ipromellosa
Magnesio stearato
Sodio laurilsolfato
Silice colloidale anidra
Film di rivestimento:
Opadry 00F44042 [composto di ipromellosa, macrogol (8000), titanio biossido (E171), talco e ossido di ferro rosso (E172)].
Non pertinente.
4 anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
400 mg
Blister in alluminio/alluminio, confezioni da 10, 30, 50, 60, 100 e 200 compresse rivestite con film.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Eisai Limited, European Knowledge Centre, Mosquito Way, Hatfield, Herts, AL10 9SN, Regno Unito
EU/1/06/378/011-016
038217117
038217129
038217131
038217143
038217156
038217168
16 gennaio 2007
Marzo 2010