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INTRAGLOBIN 50 mg /ml soluzione per infusione endovenosa
1 ml di soluzione contiene: proteine plasmatiche umane 50 mg di cui immunoglobuline
≥95% Sottoclassi IgG: IgG1 circa 62%, IgG2 circa 34%, IgG3 circa 0,5%, IgG4 circa 3,5% .Contenuto di IgA: ≤2,5 mg
Per gli eccipienti vedi paragrafo 6.1
Soluzione per infusione endovenosa
Terapia sostitutiva in caso di :
sindromi da immunodeficienza primaria
- agammaglobulinemia e ipogammaglobulinemia congenite;
- immunodeficienza comune variabile;
- immunodeficienza combinata grave;
- sindrome di Wiskott-Aldrich.
Mieloma o leucemia linfocitica cronica con grave ipogammaglobulinemia secondaria ed infezioni ricorrenti
Bambini con AIDS congenito ed infezioni ricorrenti
Immunomodulazione :
Porpora trombocitopenica idiopatica (PTI), nei bambini o negli adulti ad alto rischio di emorragia o prima di interventi chirurgici per correggere la conta piastrinica.
Miastenia Gravis
Trapianto di midollo allogenico
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Posologia
La dose e lo schema terapeutico dipendono dall'indicazione terapeutica . Nella terapia sostitutiva può essere necessario personalizzare il dosaggio per ciascun paziente in relazione alla risposta farmacocinetica e clinica. Gli schemi di trattamento riportati di seguito sono forniti come linea guida.
- Terapia sostitutiva nelle sindromi da immunodeficienza primaria :
Lo schema di trattamento dovrebbe essere tale da garantire un livello minimo di IgG ( misurato prima della infusione successiva) di almeno 4,0-6,0 g/l. Dopo l’ inizio della terapia sono necessari da tre a sei mesi prima di ottenere l’ equilibrio.La dose di partenza raccomandata è di 0,4-0,8 g/Kg seguita da almeno 0,2 g/Kg ogni tre settimane. La dose necessaria per ottenere un livello minimo di 6,0 g/l è dell’ ordine di 0,2 – 0,8 g/kg/mese. Una volta raggiunto il livello di equilibrio ( stato stazionario) l’intervallo di dosaggio varia tra 2 e 4 settimane. Dovrebbero essere misurati i livelli plasmatici in modo da aggiustare la dose e l’intervallo di somministrazione.
- Terapia sostitutiva nel mieloma multiplo e nella leucemia linfocitica cronica con ipogammaglobulinemia secondaria severa ed infezioni ricorrenti ; terapia sostitutiva nei bambini con AIDS ed infezioni ricorrenti
La dose raccomandata è 0,2 - 0,4 g/Kg ogni tre – quattro settimane
- Porpora idiopatica trombocitopenica
Per il trattamento di un episodio acuto, 16–20 ml ( 0,8 –1 g) /Kg. il primo giorno.
Il trattamento può essere ripetuto per una volta entro tre giorni, oppure possono essere somministrati 8 ml (0,4 g)/Kg /die per 2-5 giorni. Il trattamentopuò essere ripetuto in caso di recidiva.
- Trapianto allogenico di midollo osseo
Le immunoglobuline umane normali possono essere utilizzate come parte del trattamento di condizionamento e dopo il trapianto.
Per il trattamento delle infezioni e nella profilassi della malattia da trapianto verso l’ ospite, (GVHD), il dosaggio viene adattato individualmente.
La dose iniziale è normalmente di 10 ml (0,5 g) /Kg / settimana, cominciando sette giorni prima del trapianto e fino a tre mesi dopo il trapianto.
In caso di persistente deficit di produzione di anticorpi, è raccomandato il dosaggio di 10 ml (0,5 g)/Kg /mese fino al ritorno alla norma del livello di anticorpi.
- Miastenia gravis
0,4 g/Kg /die per 5 giorni in singolo ciclo o cicli ripetuti ad intervalli di 4-6 settimane in dipendenza della risposta del paziente.
I dosaggi raccomandati sono riassunti nella tabella seguente:
Posologia e durata del trattamento
Indicazione dose Sequenza della infusione
Terapia sostitutiva per la immunodeficienza - dose iniziale
primaria
0,4-0,8 g/Kg
successivamente
0,2-0,8 g/Kg ogni 2-4 settimane
per ottenere un livello
di IgG di almeno
4,0 –6,0 g/l
Terapia sostitutiva per la immunodeficienza
secondaria 0,2-0,4 g/Kg ogni 3- 4 settimane
per ottenere un
livello di IgG di almeno
4,0-6,0 g/litro
Bambini con AIDS 0,2-0,4 g/Kg ogni 3-4 settimane
Immunomodulazione
Porpora trombocitopenica idiopatica 0,8 – 1,0 g/Kg al giorno 1, possibilmente da
ripetere una sola volta .
entro tre giorni
oppure
0,4 g/Kg/die per 2 – 5
giorni
Miastenia gravis 0,4 g/Kg per 5 giorni in ciclo singolo
oppure in cicli ripetuti ad
intervalli di 4-6 settimane
in dipendenza della risposta del
paziente
Trapianto allogenico di midollo
osseo
- Trattamento delle infezioni e profilassi
della malattia da trapianto verso l’ ospite 0,5 g/Kg Ogni settimana dal giorno
–7 fino a tre mesi dopo il
trapianto
- Persistente deficit di produzione
di anticorpi 0,5 g/Kg Ogni mese fino al ripristino
dei normali livelli anticorpali
Modalità di somministrazione.
Prima dell'uso portare la soluzione a temperatura ambiente o a temperatura corporea.
Le soluzioni che non siano limpide o che presentino un sedimento, non devono essere usate.
L' Intraglobin deve essere somministrato per infusione endovenosa, alla velocità massima
iniziale di 1,4 ml/Kg/ora per 10 minuti.
Se ben tollerato, la velocità di somministrazione può essere gradualmente aumentata fino ad un massimo di 1,9 ml/Kg/ora per il resto dell'infusione.
Ipersensibilità a uno quialsiasi dei componenti
Ipersensinilità alle immunoglobuline omologhe, in particolar modo nei casi molto rari in cui sia presente una carenza di IgA e nel paziente siano presenti anticorpi contro le IgA
Alcune gravi reazioni avverse al farmaco possono essere correlate alla velocità di infusione.
La velocità di infusione raccomandata al punto 4.2 “Modalità di somministrazione “ deve essere rigorosamente rispettata. I pazienti devono essere monitorati con attenzione ed osservati per evidenziare l’ eventuale comparsa di qualsiasi sintomo durante il periodo di infusione.
Alcune reazioni avverse possono manifestarsi più frequentemente.
in caso di elevata velocità di infusione
in pazienti con ipo o agammaglobulinemia con o senza deficit di IgA
in pazienti che ricevono immunoglobuline umane normali per la prima volta o, in rari casi, quando la specialità contenente immunoglobuline umane normali viene sostituita o quando è passato un lungo periodo di tempo dalla precedente infusione.
Reazioni di vera ipersensibilità sono rare. Queste possono manifestarsi nei casi rari di deficit di IgA con anticorpi anti-IgA.
Raramente le immunoglobuline umane possono determinare una caduta della pressione sanguigna con reazione anafilattica, anche in pazienti che avevano tollerato precedenti trattamenti con immunoglobuline umane normali.
Le potenziali complicanze possono essere evitate assicurandosi:
- che i pazienti non siano sensibili alle immunoglobuline umane normali somministrando il prodotto lentamente ( 0,024 ml/Kg/min)
- che i pazienti siano attentamente monitorati per evidenziare la comparsa di eventuali sintomi durante il periodo di infusione . In particolare i pazienti a cui vengono somministrate immunoglobuline umane normali per la prima volta, i pazienti già trattati in precedenza con una immunoglobulina endovenosa equivalente o quando è trascorso un lungo periodo di tempo dalla precedente infusione devono essere monitorati durante la prima infusione e per la prima ora dopo la prima infusione, in modo da potere evidenziare potenziali reazioni avverse.
Tutti gli altri pazienti devono essere tenuti sotto osservazione per almeno 20 minuti dopo la somministrazione.
- che il contenuto di glucosio ( 0,5 g/g di IgG ) sia tenuto in considerazione in caso di pazienti con diabete latente, nei quali potrebbe presentarsi una glicosuria transitoria, nei pazienti francamente diabetici, o in pazienti in dieta ipoglucidica
In pazienti trattati con IVIg sono stati riportati casi di insufficienza renale acuta.
Nella maggior parte dei casi sono stati identificati fattori di rischio quali una preesistente insufficienza renale , diabete mellito , ipovolemia , sovrappeso , uso concomitante di farmaci nefrotossici o età superiore ai 65 anni.
In tutti i pazienti la somministrazione di immunoglobuline endovena richiede:
un’ adeguata idratazione prima di iniziare l’ infusione di immunoglobuline
il monitoraggio della diuresi
il monitoraggio dei livelli di creatinina sierica
di evitare l’ uso concomitante di diuretici dell’ ansa
In caso di compromissione renale deve essere presa in considerazione la sospensione dell’ uso delle IVIg.
Anche se casi di disfunzione renale e di insufficienza renale acuta sono stati associati all’ uso di molteplici specialità a base di IVIg registrate , quelle contenenti saccarosio come stabilizzante
rappresentano una quota preponderante rispetto al totale. Nei pazienti a rischio dovrebbe essere preso in considerazione l’ uso di immunoglobuline che non contengono saccarosio.
L’ Intraglobin non contiene saccarosio.
In caso di reazioni avverse è necessario ridurre la velocità di infusione o interrompere l’ infusione. Il trattamento richiesto dipende dalla natura e dalla gravità della reazione avversa. In caso di shock il trattamento deve seguire le attuali linee guida standard per la terapia dello shock.
Quando si somministrano medicinali ottenuti da sangue o plasma umano , non è possibile escludere completamente la comparsa di patologie infettive conseguenti alla trasmissione di agenti infettivi. Ciò risulta applicabile anche a patogeni di natura sconosciuta. Il rischio di trasmissione di agenti infettivi è comunque ridotto da:
selezione dei donatori mediante anamnesi, visita medica e screening delle singole donazioni e dei pool plasmatici per l’ HBsAg e per gli anticorpi anti HIV ed anti HCV.
verifica della eventuale presenza di materiale genomico per HCV nei pool di plasma
procedure di inattivazione /rimozione che siano state validate utilizzando virus modello, inserite nel processo di produzione.Queste procedure sono considerate efficaci per HIV, HCV, e HBV.
Le procedure di inattivazione/rimozione possono essere di efficacia limitata nei confronti di virus privi di involucro come il virus HAV e/o il Parvovirus B19
Nell’ interesse dei pazienti si raccomanda ,quando possibile, ogni qual volta l’ Intraglobin viene somministrato di registrare il nome commerciale del prodotto ed il numero di lotto.
Procedure d'urgenza in caso di gravi reazioni anafilattiche (shock)
L'insorgenza di uno shock anafilattico è rara. Quando compare, però, determina un grave pericolo di vita.
Si consiglia quindi di intervenire come segue.
Alla comparsa dei primi sintomi (sudorazione, nausea, cianosi):
- interrompere l'infusione lasciando la cannula in vena.
Altre misure in caso di emergenza
- stendere il paziente in posizione orizzontale.
- liberare le vie respiratorie.
Terapia d'urgenza
Immediatamente
Epinefrina ( adrenalina ) e.v.
Diluire 1:10 , 1 ml di soluzione di epinefrina (1:1000 ) commerciale, ( diluizione finale 1:10000 ), oppure usare una siringa di epinefrina già pronta (1:10000). Iniettare lentamente ( per evitare possibili disritmie cardiache) 1 ml di questa diluizione (= 0,1 mg di epinefrina ) controllando la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. La somministrazione di epinefrina può essere ripetuta.
in seguito: * ricostituzione della volemia: plasmaexpander,
albumina umana, soluzione elettrolitica
successivamente * Glucocorticoidi e.v. : per esempio
250-1000 mg di Prednisolone (oppure quantità equivalenti di un
derivato)
L'applicazione di glucocorticoidi può essere ripetuta.
In casi particolari, possono essere presi in considerazione altri interventi come per es: respirazione artificiale, ossigeno-terapia, antistaminici.
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Vaccini da virus vivi attenuati
La somministrazione di immunoglobuline può compromettere per un periodo di almeno sei settimane e fino ad un massimo di tre mesi , l’ efficacia di vaccini a base di virus vivi attenuati quali morbillo, rosolia, parotite e varicella . Dopo la somministrazione di questo prodotto dovrebbe trascorrere un intervallo di tre mesi prima di procedere a vaccinazione con vaccini a base di virus vivi attenuati.
Nel caso del morbillo questa compromissione può persistere fino a un anno. Di conseguenza bisognerebbe controllare il titolo anticorpale dei pazienti trattati con un vaccino per il morbillo.
Interferenze con i test sierologici
Dopo la somministrazione di immunoglobuline, l’ aumento transitorio degli anticorpi trasferiti passivamente nel sangue dei pazienti può determinare risultati positivi fuorvianti nei test sierologici.
La trasmissione passiva di anticorpi nei confronti degli antigeni eritrocitari , per esempio A,B,D può interferire con alcuni test sierologici per gli allo anticorpi eritrocitari (per esempio il test di Coombs) , la conta dei reticolociti e l’ aptoglobina.
La sicurezza di questa specialità medicinale per l’ uso durante la gravidanza non è stata stabilita in studi clinici controllati e quindi dovrebbe essere somministrata con cautela alle donne gravide e alle madri che allattano .
L’esperienze clinica con le immunoglobuline suggerisce l’ assenza di effetti dannosi sul corso della gravidanza , sul feto o sul neonato.
Le immunoglobuline sono escrete nel latte materno e possono contribuire al trasferimento di anticorpi protettivi al neonato.
Non sono stati osservati effetti sulla abilità di guidare e usare macchinari.
Occasionalmente possono verificarsi reazioni avverse quali brividi, mal di testa, febbre, vomito, reazioni allergiche, nausea, artralgia ipotensione arteriosa e moderato dolore lombare.
Le immunoglobuline umane normali possono di rado provocare una riduzione della pressione sanguigna e, in casi isolati, shock anafilattico, anche in pazienti che non avevano mostrato segni di sensibilizzazione a precedenti somministrazioni.
Dopo somministrazione di immunoglobuline umane normali sono stati osservati casi di meningite asettica ( caratterizzati da intensa cefalea, febbre, nausea, vomito, rigidità nucale, fotofobia e annebbiamento dello stato di coscienza ) Tali sintomi possono manifestarsi parecchie ore o anche giorni dopo l'infusione e sono reversibili dopo sospensione del trattamento. Con le immunoglobuline umane normali sono stati osservati isolati casi di anemia emolitica /emolisi reversibile e rari casi di reazioni cutanee transitorie
Sono stati osservati aumenti della creatinina sierica e/o casi di insufficienza renale acuta
Eventi trombotici sono stati riportati nei pazienti anziani, in pazienti con segni di ischemia cerebrale o cardiaca , e nei pazienti sovrappeso o in quelli severamente ipovolemici.
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Il sovradosaggio può provocare un sovraccarico di fluidi ed iperviscosità in particolare nei pazienti a rischio inclusi i pazienti sovrappeso , gli anziani o i pazienti con compromissione della funzione renale (compresi i diabetici con rischio di insufficienza renale)
Nei pazienti con sintomi di ischemia cerebrale o cardiaca l' aumento della viscosità del sangue può fare sorgere la possibilità di complicanze.
In questi gruppi di pazienti il dosaggio non dovrebbe eccedere gli 8 ml (0,4 gr) / kg di peso corporeo.
Si dovrebbe controllare la concentrazione di creatinina per i tre giorni successivi alla infusione delle immunoglobuline.
Gruppo farmacoterapeutico : sieri immuni e immunoglobuline : immunoglobuline umane normali per somministrazione intravascolare. Codice ATC J06BA02
Le immunoglobuline umane normali contengono principalmente immunoglobuline G (IgG) con un ampio spettro di anticorpi contro agenti infettivi. Le immunoglobuline umane normali contengono gli anticorpi della classe IgG presenti nella popolazione normale. Vengono di solito preparate da pool di plasma provenienti da non meno di 1000 donazioni. Posseggono una distribuzione di sottoclassi di immunoglobuline G strettamente proporzionale a quella presente nel plasma umano nativo. Dosi adeguate di questa specialità medicinale possono riportare a valori normali i livelli patologicamente ridotti di immunoglobuline G.
Il meccanismo d'azione in indicazioni diverse dalla terapia sostitutiva non è del tutto chiaro , ma include effetti immunomodulatori.
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Dopo somministrazione endovenosa, le immunoglobuline umane normali sono immediatamente e completamente biodisponibili nella circolazione del ricevente. Esse si distribuiscono in maniera relativamente rapida tra il plasma e i fluidi extravascolari ; l’ equilibrio tra compartimenti intra ed extra vascolari viene raggiunto, approssimativamente, dopo circa 3-5 giorni.
L'emivita delle immunoglobuline contenute nell' Intraglobin è di circa 21 giorni e può variare da paziente a paziente, in particolar modo nell'immunodeficienza primitiva.
Le IgG e i loro complessi vengono degradati nelle cellule del sistema reticolo - endoteliale.
Le immunoglobuline sono dei normali costituenti del corpo umano.
Negli animali, il test di tossicità a dose singola non ha alcuna rilevanza, poiché somministrazioni elevate causano sovradosaggio.
Inoltre non è possibile eseguire i test di tossicità a dose ripetuta e gli studi di tossicità embriofetale, a causa dell'induzione e dell'interferenza anticorpale.
Gli effetti del prodotto sul sistema immunitario del neonato, non sono stati studiati.
Poiché le esperienze cliniche non fanno alcun cenno agli effetti oncogeni e mutageni delle immunoglobuline, gli studi sperimentali, in particolar modo di specie eterologa, non sono considerati necessari. L’ Intraglobin è ottenuto mediante frazionamento a freddo in etanolo.
Per l’ inattivazione e la rimozione dei virus vengono utilizzati un trattamento con beta-propiolattone ed una filtrazione.
1 ml di soluzione contiene:
glucosio 25 mg, cloruro di sodio, acqua per preparazioni iniettabili ad 1 ml.
L' Intraglobin è miscibile con soluzione salina fisiologica. Nessun altro medicamento deve essere mescolato all' Intraglobin dal momento che ogni cambiamento nella concentrazione elettrolitica o del pH può determinare una precipitazione o una denaturazione delle proteine.
2 anni - Dopo l'apertura, utilizzare il contenuto immediatamente.
Conservare a temperatura compresa tra + 2° e + 8°C. Proteggere dalla luce.
Non congelare.
Non usare dopo la data di scadenza.
La soluzione rimasta inutilizzata deve essere eliminata, per il rischio di contaminazione batterica.
Soluzione per infusione endovenosa da 500 mg : fiala di vetro ( tipo I ) da 10 ml
Soluzione per infusione endovenosa da 1000 mg : fiala di vetro ( tipo I ) da 20 ml
Soluzione per infusione endovenosa da 2500 mg: flacone di vetro( tipo II) da 50 ml
Soluzione per infusione endovenosa da5000 mg: flacone di vetro( tipo II ) da 100 ml
Soluzione per infusione endovenosa da10000 mg: flacone di vetro( tipo II ) da 200 ml
Intraglobin 50 mg/ml soluzione per infusione endovenosa è disponibile nelle seguenti confezioni:
Intraglobin 500 mg soluzione per infusione endovenosa 1 Fiala da 10 ml
Intraglobin 1000 mg soluzione per infusione endovenosa 1 Fiala da 20 ml
Intraglobin 2500 mg soluzione per infusione endovenosa 1 Flacone 50 ml
Intraglobin 5000 mg soluzione per infusione endovenosa 1 Flacone da 100 ml
Intraglobin 10000 mg soluzione per infusione endovenosa 1 Flacone da 200 ml
Il prodotto deve essere portato a temperatura ambiente o a temperatura corporea prima della somministrazione.La soluzione deve essere limpida o leggermente opalescente.
Prima di somministrare l'Intraglobin controllare visivamente l'eventuale presenza di particelle o di intorbidamento.
Le soluzioni torbide o che presentino depositi non devono essere utilizzate.
Biotest Pharma GmbH, Landsteinerstraße 5, D-63303 Dreieich (Germania)
Rappresentante per l'Italia: Biotest Italia srl, via L. da Vinci 43, 20090 Trezzano s/N (MI)
Intraglobin 1 Fiala da 500 mg /10 ml AIC. nr. 026260075
Intraglobin 1 Fiala da 1000 mg / 20 ml AIC. nr. 026260087
Intraglobin 1 Flacone da 2500 mg / 50 ml AIC. nr. 026260048
Intraglobin 1 Flacone da 5000 mg / 100 ml AIC. nr. 026260051
Intraglobin 1 Flacone da 10000 mg / 200 ml AIC. nr. 026260063
18/2/1987 e 26/4/1996 Rinnovo : 2000
10 febbraio 2003