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INVANZ
Ogni flaconcino contiene 1,0 g di ertapenem equivalente a 1,046 g di ertapenem sodico.
Eccipienti: ogni dose da 1,0 g contiene circa 6,0 mEq di sodio (circa 137 mg).
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Polvere per concentrato per soluzione per infusione. Polvere di colore bianco-biancastro.
Trattamento
Trattamento delle seguenti infezioni quando sono causate da batteri con sensibilità accertata o molto probabile ad ertapenem e quando è richiesta la terapia parenterale (vedere paragrafi 4.4 e 5.1):
• Infezioni intraddominali
• Polmonite acquisita in comunità
• Infezioni ginecologiche acute
• Infezioni della cute e dei tessuti molli del piede diabetico (vedere paragrafo 4.4).
Prevenzione
INVANZ è indicato negli adulti per la profilassi dell’infezione del sito chirurgico dopo chirurgia colorettale elettiva.
Riferirsi alle linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici.
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Adulti e adolescenti (età compresa tra 13 e 17 anni)
Il dosaggio di INVANZ è di 1 grammo (g) somministrato una volta al giorno per via endovenosa (vedere paragrafo 6.6).
Profilassi dell’infezione del sito chirurgico dopo chirurgia colorettale elettiva negli adulti
Il dosaggio raccomandato per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico è di 1 g somministrato in dose singola endovenosa che deve essere completata entro 1 ora prima della incisione chirurgica.
Neonati e bambini (età compresa tra 3 mesi e 12 anni)
Il dosaggio di INVANZ è di 15 mg/kg in due somministrazioni giornaliere (non superare 1g/die) per via endovenosa (vedere paragrafo 6.6). L’uso di INVANZ non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 3 mesi in quanto sicurezza ed efficacia non sono state accertate (vedere paragrafi 4.4, 5.1 e 5.2).
Somministrazione endovenosa
L’infusione di INVANZ deve essere effettuata in un periodo di 30 minuti.
La terapia con INVANZ dura normalmente da 3 a 14 giorni, ma può variare a seconda del tipo e della gravità dell’infezione e del patogeno(i) responsabile(i). Quando indicato dal punto di vista clinico, si può passare ad un agente antibatterico orale adeguato, se si è osservato un miglioramento clinico.
Insufficienza renale
INVANZ può essere utilizzato per il trattamento delle infezioni in pazienti adulti con insufficienza renale. Non è necessario aggiustare la dose per i pazienti con clearance della creatinina > 30 ml/min/1,73 m². I dati disponibili su sicurezza ed efficacia di ertapenem in pazienti con insufficienza renale avanzata non permettono di stabilire un dosaggio raccomandato. Ertapenem non deve pertanto essere utilizzato in questi pazienti (vedere paragrafo 5.2). Non vi sono dati nei bambini e negli adolescenti con insufficienza renale.
Pazienti in emodialisi
I dati disponibili su sicurezza ed efficacia di ertapenem in pazienti emodializzati non permettono di stabilire un dosaggio raccomandato. Ertapenem non deve pertanto essere utilizzato in questi pazienti.
Insufficienza epatica
Non si raccomanda l’aggiustamento del dosaggio in pazienti con alterata funzione epatica (vedere paragrafo 5.2).
Anziani
Deve essere somministrata la dose consigliata di INVANZ, ad eccezione dei casi di insufficienza renale avanzata (vedere paragrafo Insufficienza renale).
• Ipersensibilità alla sostanza attiva o ad uno qualsiasi degli eccipienti
• Ipersensibilità accertata a qualsiasi altro agente antibatterico carbapenemico
• Ipersensibilità grave (per es.: reazione anafilattica, reazione cutanea grave) a qualsiasi altro tipo di agente antibatterico beta-lattamico (per es.: penicilline o cefalosporine).
In pazienti in terapia con beta-lattamici sono state segnalate reazioni di ipersensibilità (anafilattiche) serie ed occasionalmente fatali. Tali reazioni sono più probabili in individui con storia di sensibilità a più allergeni. Prima di iniziare la terapia con ertapenem si deve condurre un’anamnesi accurata per accertare la presenza di precedenti reazioni di ipersensibilità verso penicilline, cefalosporine, altri beta-lattamici ed altri allergeni (vedere paragrafo 4.3). In caso di reazione allergica ad ertapenem, sospendere immediatamente la terapia. Le reazioni anafilattiche serie richiedono un trattamento di urgenza.
Come avviene con altri antibiotici, l’uso prolungato di ertapenem può dar luogo alla proliferazione di organismi non sensibili. È essenziale una ripetuta valutazione delle condizioni del paziente. Qualora si verifichi superinfezione nel corso della terapia, devono essere prese misure adeguate.
La colite associata ad antibiotici e la colite pseudomembranosa sono state riportate con quasi tutti gli agenti antibatterici, incluso ertapenem, e può variare in intensità da lieve a potenzialmente letale. Pertanto, è importante prendere in considerazione questa diagnosi in pazienti che presentano diarrea a seguito della somministrazione di agenti antibatterici. Si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con INVANZ e l’istituzione di un trattamento specifico per Clostridium difficile. Non devono essere somministrati medicinali che inibiscono la peristalsi.
Nel corso di studi clinici sono stati segnalati episodi convulsivi in pazienti adulti durante la terapia con ertapenem sodico (1g in monosomministrazione giornaliera) o nel periodo di follow-up di 14 giorni. Gli episodi convulsivi si sono verificati più comunemente in pazienti anziani ed in pazienti con anamnesi positiva per disordini del SNC (per es.: lesioni cerebrali o storia di convulsioni) e/o funzione renale compromessa. Simili osservazioni sono state fatte in condizioni di fase post-marketing.
L’efficacia di INVANZ nel trattamento della polmonite acquisita in comunità dovuta a Streptococcus pneumoniae non è stata accertata. L’esperienza con ertapenem nei bambini di età inferiore ai due anni è relativamente limitata. In questo gruppo di età, deve essere posta particolare attenzione all’accertamento della sensibilità ad ertapenem del/i microrganismo/i responsabile/i dell’infezione. Non vi sono dati nei bambini al di sotto dei tre mesi.
L’esperienza sull’uso dell’ertapenem nel trattamento di infezioni gravi è limitata. Negli studi clinici per il trattamento della polmonite acquisita in comunità, negli adulti, il 25% dei pazienti valutabili trattati con ertapenem erano affetti da patologia grave (definita da un indice di gravità della polmonite > III). In uno studio clinico per il trattamento delle infezioni ginecologiche acute, negli adulti, il 26% delle pazienti valutabili trattate con ertapenem erano affette da patologia grave (definita da una temperatura ≥ 39°C e/o batteriemia); dieci pazienti avevano una batteriemia. Fra i pazienti valutabili trattati con ertapenem in uno studio clinico per il trattamento delle infezioni intraaddominali, negli adulti, il 30% era affetto da peritonite generalizzata ed il 39% da infezioni di siti diversi dall’appendice inclusi stomaco, duodeno, intestino tenue, colon e cistifellea; il numero di pazienti arruolati valutabili con punteggi APACHE II ≥ 15 è stato limitato e l’efficacia in questi pazienti non è stata accertata.
L’efficacia di ertapenem nel trattamento delle infezioni del piede diabetico con osteomielite concomitante non è stata accertata.
Sulla base dei dati disponibili non si può escludere che nei pochi casi di interventi chirurgici di durata superiore a 4 ore i pazienti potrebbero essere esposti a concentrazioni subottimali di Ertapenem e di conseguenza ad un rischio di potenziale fallimento terapeutico. In questi casi inusuali si deve pertanto agire con cautela.
Questo farmaco contiene circa 6,0 mEq (circa 137 mg) di sodio per dose da 1,0 g, e ciò deve essere preso in considerazione dai pazienti in regime dietetico con restrizione sodica.
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È improbabile che si verifichino interazioni dovute all‘inibizione della clearance mediata dalla glicoproteina P o della clearance dei medicinali mediata dal CYP (vedere paragrafo 5.2).
Gli agenti antibatterici penemici e carbapenemici possono diminuire i livelli sierici di acido valproico. In caso di somministrazione concomitante di ertapenem ed acido valproico, deve essere preso in considerazione il monitoraggio dei livelli sierici di acido valproico.
Non sono stati effettuati studi adeguati e ben controllati sulle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali non evidenziano effetti dannosi diretti o indiretti a carico di gravidanza, sviluppo embrio-fetale, parto o sviluppo postnatale. Ertapenem non deve essere tuttavia usato in gravidanza a meno che il potenziale beneficio non superi il possibile rischio per il feto.
Ertapenem è escreto nel latte materno. A causa delle potenziali reazioni avverse sul bambino, le madri non devono allattare durante la terapia con ertapenem.
Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.
INVANZ può influenzare la capacità dei pazienti di guidare veicoli o usare macchinari. I pazienti devono essere informati che con l’uso di INVANZ sono stati segnalati capogiro e sonnolenza (vedere paragrafo 4.8).
Adulti dai 18 anni in poi
Il numero totale di pazienti trattati con ertapenem negli studi clinici è stato superiore a 2.200, dei quali più di 2.150 hanno ricevuto una dose da 1 g di ertapenem. Sono state riportate reazioni indesiderate (reazioni considerate dal ricercatore come possibilmente, probabilmente o certamente correlate all’uso del medicinale) in circa il 20% dei pazienti trattati con ertapenem. La terapia è stata sospesa a causa di reazioni indesiderate ritenute correlate al farmaco nell’1,3% dei pazienti. In uno studio clinico per la profilassi delle infezioni del sito chirurgico dopo chirurgia colorettale, un ulteriore gruppo di 476 pazienti è stato trattato con una dose singola di 1 g di ertapenem prima di essere sottoposto a chirurgia.
Per i pazienti ai quali è stato somministrato solo INVANZ, le reazioni avverse più comuni riportate durante la terapia o durante i 14 giorni di follow-up successivi all’interruzione del trattamento sono state: diarrea (4,8%), complicazioni alla vena perfusa (4,5%) e nausea (2,8%).
Per i pazienti ai quali è stato somministrato solo INVANZ, gli scostamenti dalla norma dei valori di laboratorio più frequentemente riportati e i loro rispettivi tassi di incidenza durante la terapia più il follow-up per 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento sono stati: aumento di ALT (4,6%), AST (4,6%), fosfatasi alcalina (3,8%) e conta delle piastrine (3,0%).
Bambini e adolescenti (da 3 mesi a 17 anni)
Il numero totale di pazienti trattati con ertapenem negli studi clinici è stato di 384. Il profilo globale di sicurezza è paragonabile a quello dei pazienti adulti. Le reazioni avverse (cioè, considerate dal ricercatore come possibilmente, probabilmente o certamente correlate al farmaco) sono state riportate in circa il 20,8% dei pazienti trattati con ertapenem. Il trattamento è stato interrotto a causa di reazioni avverse nello 0,5% dei pazienti.
Per i pazienti ai quali è stato somministrato solo INVANZ, le reazioni avverse più comuni riportate durante la terapia più il follow-up per i 14 giorni successivi all’interruzione del trattamento sono state: diarrea (5,2%) e dolore nel sito di infusione (6,1%).
Per i pazienti ai quali è stato somministrato solo INVANZ, gli scostamenti dalla norma dei valori di laboratorio più frequentemente riportati e i loro rispettivi tassi di incidenza durante la terapia più il follow-up per 14 giorni dopo l’interruzione del trattamento sono stati: diminuzioni della conta dei neutrofili (3,0%) ed aumenti di ALT (2,9%) e AST (2,8%).
Per i pazienti ai quali è stato somministrato solo INVANZ, sono state riportate, durante la terapia o durante i 14 giorni di follow-up successivi all’interruzione del trattamento, le seguenti reazioni avverse:
Comuni (≥1/100, <1/10); Non comuni (≥1/1.000, <1/100); Rare (≥1/10.000, <1/1.000); Molto rare (<1/10.000)
| Adulti da 18 anni in poi | Bambini ed adolescenti (da 3 mesi a 17 anni) |
Infezioni e infestazioni | Non comuni: candidiasi orale | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Rare: neutropenia, trombocitopenia | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Non comuni: anoressia | |
Rare: ipoglicemia |
Patologie del sistema nervoso | Comuni: cefalea | Non comuni: cefalea |
Non comuni: capogiro, sonnolenza, insonnia, confusione convulsioni (vedere paragrafo 4.4) |
Rare: agitazione, ansia, depressione, tremore |
Patologie cardiache | Non comuni: bradicardia sinusale | |
Rare: aritmia, tachicardia |
Patologie vascolari | Comuni: flebite/tromboflebite | Non comuni: vampate, ipertensione, petecchie |
Non comuni: ipotensione |
Rare: emorragia, aumento della pressione arteriosa |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comuni: dispnea, disturbi faringei | |
Rare: congestione nasale, tosse, epistassi, polmonite, rantoli/ronchi, sibili respiratori |
Patologie gastrointestinali | Comuni: diarrea, nausea, vomito | Comuni: diarrea |
Non comuni: stipsi, enterocolite pseudomembranosa, rigurgito acido, bocca secca, dispepsia | Non comuni: alterazione del colore delle feci, melena |
Rare: disfagia, incontinenza fecale |
Patologie epatobiliari | Rare: colecistite, ittero, disturbi epatici | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comuni: rash, prurito | Comuni: dermatite da pannolino |
Non comuni: eritema, orticaria | Non comuni: eritema, eruzione cutanea |
Rare: dermatite, dermatomicosi, desquamazione, infezione delle ferite chirurgiche |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Rare: crampi muscolari, dolore alla spalla | |
Patologie renali e urinarie | Rare: infezione del tratto urinario, insufficienza renale, insufficienza renale acuta | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Non comuni: vaginite | |
Rare: aborto, sanguinamento genitale |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comuni: complicazioni a carico della vena perfusa | Comuni: dolore nel sito di infusione |
Non comuni: stravaso, dolore addominale, candidiasi, astenia/faticabilità, infezione fungina, febbre, edema/gonfiore, dolore toracico, disgeusia | Non comuni: bruciore nel sito di infusione, prurito nel sito di infusione, eritema nel sito di infusione, calore nel sito di infusione |
Rare: allergia, indurimento del sito di iniezione, malessere, peritonite pelvica, disturbi sclerali, sincope |
Esami diagnostici |
Chimica clinica | Comuni: aumenti di ALT, AST, fosfatasi alcalina, | Comuni: aumenti di AST e ALT |
Non comuni: aumenti della bilirubina sierica totale, bilirubina sierica diretta, bilirubina sierica indiretta, creatinina sierica, urea sierica, glucosio sierico; |
Rare: diminuzione di bicarbonato sierico, creatinina sierica e potassio sierico; aumenti della LDH sierica, del fosforo sierico e del potassio sierico |
Ematologia | Comuni: aumento della conta delle piastrine | Comuni: diminuzioni della conta dei neutrofili |
Non comuni: diminuzioni dei leucociti, conta delle piastrine, neutrofili multinucleati, emoglobina ed ematocrito; aumenti degli eosinofili, del tempo di tromboplastina parziale attivata, tempo di protrombina, neutrofili multinucleati, e dei leucociti | Non comuni: aumenti della conta delle piastrine, del tempo di tromboplastina parziale attivata, tempo di protrombina, diminuzioni dell’emoglobina |
Rare: diminuzioni dei linfociti; aumento dei neutrofili a nastro, linfociti, metamielociti, monociti, mielociti; linfociti atipici |
Analisi delle urine | Non comuni: aumenti dei batteri urinari, leucociti urinari, cellule epiteliali urinarie, ed emazie urinarie; presenza di lieviti urinari | |
Rare: aumento dell’urobilinogeno |
Miscellanea | Non comuni: positività per la tossina del Clostridium difficile | |
Esperienza post-marketing |
Disturbi del sistema immunitario | Anafilassi incluse reazioni anafilattoidi | |
Disturbi psichiatrici | Stato mentale alterato (incluse aggressione, delirio, disorientamento, modificazioni dello stato mentale) | |
Patologie del sistema nervoso | Allucinazioni, discinesia, mioclono | |
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Non sono disponibili informazioni specifiche sul trattamento del sovradosaggio con ertapenem. È improbabile che si verifichino casi di sovradosaggio con ertapenem. La somministrazione endovenosa di 3 g di ertapenem al giorno per 8 giorni a volontari sani adulti non ha causato rilevanti episodi di tossicità. Negli studi clinici negli adulti, la somministrazione accidentale di dosi fino a 3 g in un giorno non ha causato reazioni avverse clinicamente rilevanti. Negli studi clinici pediatrici, una dose singola per via endovenosa di 40 mg/kg fino ad un massimo di 2 g non ha dato luogo a fenomeni di tossicità.
In caso di sovradosaggio, si deve tuttavia sospendere il trattamento con INVANZ ed instaurare misure terapeutiche generali di supporto fino all’eliminazione renale del farmaco.
Ertapenem può essere parzialmente eliminato tramite emodialisi (vedere paragrafo 5.2); non sono tuttavia disponibili informazioni sull’uso dell’emodialisi nel trattamento del sovradosaggio.
Categoria farmacoterapeutica: carbapenemi, codice ATC: J01D H03
Modalità di azione
Ertapenem inibisce la sintesi della parete batterica a seguito dell’adesione alle proteine leganti la penicillina (PBP).
In Escherichia coli, l’affinità più forte è verso le PBP 2 e 3.
Relazione farmacocinetica/farmacodinamica (PK/PD)
In linea con gli altri agenti antimicrobici betalattamici, è stato dimostrato che il parametro che fornisce la migliore correlazione con l’efficacia negli studi preclinici di PK/PD è il numero di volte in cui la MIC di ertapenem è superiore a quella dell’organismo infettante.
Meccanismo di resistenza
Per le specie considerate sensibili ad ertapenem la resistenza è risultata non comune negli studi di sorveglianza condotti in Europa. Negli isolati resistenti, la resistenza ad altri agenti antibatterici della classe dei carbapenemici è stata osservata in alcuni ma non in tutti gli isolati. Ertapenem è pienamente stabile all’idrolisi da parte della maggioranza delle classi di beta-lattamasi, incluse le penicillinasi, le cefalosporinasi e le betalattamasi a spettro esteso, ma non delle metallo-betalattamasi.
Gli stafilococchi meticillino-resistenti e gli enterococci sono resistenti ad ertapenem a causa della non sensibilità al target PBP; P. aeruginosa ed altri batteri non-fermentanti sono generalmente resistenti, probabilmente a causa della penetrazione limitata e dell’efflusso attivo.
La resistenza nelle Enterobacteriaciae non è comune ed il farmaco è generalmente attivo nei confronti di quelle dotate di beta-lattamasi a spettro esteso (ESBLs). La resistenza può tuttavia essere osservata quando le ESBL o altre potenti beta-lattamasi (ad es. i tipi AmpC) sono presenti insieme ad una riduzione della permeabilità, derivante dalla perdita di una o più porine esterne di membrana, o con upregolazione dell’efflusso. La resistenza può anche emergere attraverso l’acquisizione di betalattamasi con significativa attività di idrolizzazione dei carpapenemici (ad es. metallo-beta-lattamasi IMP e VIM o i tipi KPC), sebbene questi ultimi siano rari.
Il meccanismo d’azione di ertapenem differisce da quello di altre classi di antibiotici come chinoloni, aminoglicosidi, macrolidi e tetracicline. Non vi è resistenza crociata basata sul target fra ertapenem e queste sostanze. I microrganismi possono tuttavia mostrare una resistenza nei confronti di più di una classe di agenti antibatterici quando il meccanismo è, o include, l’impermeabilità ad alcuni composti e/o una pompa di efflusso.
Breakpoint
Gli EUCAST MIC breakpoint sono i seguenti:
Enterobacteriacea: S ≤0.5 mg/l e R ≥1 mg/l
Streptococcus A,B,C,G: S ≤0.5 mg/l e R >0.5 mg/l
Streptococcus pneumoniae: S ≤0.5 mg/l e R >0.5 mg/l
Haemophilus influenzae: S ≤0.5 mg/l e R >0.5 mg/l
M. catarrhalis: S ≤0.5 mg/l e R >0.5 mg/l
Anaerobi Gram negativi: S ≤ 1 mg/l e R >1 mg/l
Speci non relative ai breakpoints: S≤ 0.5 mg/l e R >1 mg/l
NB: La sensibilità degli stafilococchi all’ertapenem viene dedotta dalla sensibilità alla meticillina
I medici sono informati che i MIC breakpoint locali, se disponibili, devono essere consultati.
Sensibilità microbiologica
La prevalenza di resistenza acquisita può variare geograficamente e nel tempo per specie selezionate ed è auspicabile disporre di informazioni locali sulla resistenza, particolarmente nel caso del trattamento di infezioni gravi. Sono stati segnalati cluster localizzati di infezione da organismi carbapenem-resistenti nell’Unione Europea. Le informazioni che seguono forniscono solo una guida approssimativa sulla probabilità che un microorganismo sia sensibile o meno ad ertapenem.
Specie comunemente sensibili: |
Aerobi Gram-positivi: |
Stafilococchimeticillino-sensibili (incluso Staphylococcus aureus)* |
Streptococcus agalactiae* |
Streptococcus pneumoniae*† |
Streptococcus pyogenes |
Aerobi Gram-negativi: |
Citrobacter freundii |
Enterobacter aerogenes |
Enterobacter cloacae |
Escherichia coli* |
Haemophilus influenzae* |
Haemophilus parainfluenzae |
Klebsiella oxytoca |
Klebsiella pneumoniae* |
Moraxella catarrhalis* |
Morganella morganii |
Proteus mirabilis* |
Proteus vulgaris |
Serratia marcescens |
Anaerobi: |
Bacteroides fragilis e specie comprese nel gruppo di B. fragilis* |
Clostridium sp. (escluso C. difficile)* |
Eubacterium sp.* |
Fusobacterium sp.* |
Peptostreptococcus sp.* |
Porphyromonas asaccharolytica* |
Prevotella sp.* |
Specie per le quali la resistenza acquisita può essere un problema: |
Stafilococchi meticillino-resistenti +# |
Organismi a resistenza intrinseca: |
Aerobi Gram-positivi: |
Corynebacterium jeikeium |
Enterococchi inclusi Enterococcus faecalis e Enterococcus faecium |
Aerobi Gram-negativi: |
Aeromonas sp. |
Acinetobacter sp. |
Burkholderia cepacia |
Pseudomonas aeruginosa |
Stenotrophomonas maltophilia |
Anaerobi: |
Lactobacillus sp. |
Altri: |
Chlamydia sp. |
Mycoplasma sp. |
Rickettsia sp. |
Legionella sp. |
* l’attività è stata dimostrata in misura soddisfacente negli studi clinici.
† l’efficacia di INVANZ nel trattamento delle polmoniti acquisite in comunità da Streptococcus pneumoniae penicillino-resistente non è stata accertata.
+ frequenza di resistenza acquisita >50% in alcuni stati membri
# gli stafilococchi meticillino-resistenti (inclusi MRSA) sono sempre resistenti ai betalattamici.
Informazioni dagli studi clinici
Efficacia negli studi pediatrici
Ertapenem è stato valutato principalmente per la sicurezza pediatrica e in secondo luogo per l’efficacia in studi comparativi multicentrici randomizzati su pazienti pediatrici da 3 mesi a 17 anni.
La proporzione di pazienti con risposta clinica favorevole alla visita di post trattamento nella popolazione MITT viene mostrata nella tabella sotto riportata:
Patologia† | Età | Ertapenem | Ceftriaxone |
n/m | % | n/m | % |
Polmonite acquisita in comunità (CAP) | Dai 3 ai 23 mesi | 31/35 | 88,6 | 13/13 | 100,0 |
| Dai 2 ai 12 anni | 55/57 | 96,5 | 16/17 | 94,1 |
Dai 13 ai 17 anni | 3/3 | 100,0 | 3/3 | 100,0 |
|
Patologia | Età | Ertapenem | Ticarcillin/clavulanate |
n/m | % | n/m | % |
Infezioni intraaddominali (IAI) | Dai 2 ai 12 anni | 28/34 | 82,4 | 7/9 | 77,8 |
| Dai 13 ai 17 anni | 15/16 | 93,8 | 4/6 | 66,7 |
Infezioni pelviche acute (API) | Dai 13 ai 17 anni | 25/25 | 100,0 | 8/8 | 100,0 |
† Include 9 pazienti nel gruppo ertapenem (7 CAP e 2 IAI), 2 pazienti nel gruppo ceftriaxone (2 CAP), ed 1 paziente con IAI nel gruppo ticarcillina/clavulanato con batteriemia secondaria al momento dell’ingresso nello studio. |
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Concentrazioni plasmatiche
Le concentrazioni plasmatiche medie di ertapenem a seguito di una infusione endovenosa singola di 30 minuti di una dose di 1 g in giovani adulti sani (da 25 a 45 anni di età) sono state di 155 mcg /ml (Cmax) a 0,5 ore postdose (alla fine dell’infusione), 9 mcg /ml a 12 ore postdose e 1 microgrammo/ml a 24 ore postdose.
L’area sotto la curva di concentrazione plasmatica (AUC) di ertapenem negli adulti aumenta in maniera quasi proporzionale alla dose su valori di dosaggio compresi fra 0,5 e 2 g.
Non c’è accumulo di ertapenem negli adulti dopo infusioni endovenose multiple di dosi comprese fra 0,5 e 2 g al giorno.
Le concentrazioni plasmatiche medie di ertapenem dopo un’infusione endovenosa singola di 30 minuti di una dose di 15 mg/kg (fino ad una dose massima di 1 g) in pazienti di età compresa tra 3 e 23 mesi sono state di 103,8 mcg /ml (Cmax) a 0,5 ore dopo la somministrazione della dose (fine della infusione), 13,5 mcg /ml a 6 ore dopo la somministrazione della dose, e 2,5 mcg /ml a 12 ore dopo la somministrazione della dose.
Le concentrazioni plasmatiche medie di ertapenem dopo un’infusione endovenosa singola di 30 minuti di una dose di 15 mg/kg (fino ad una dose massima di 1 g) in pazienti di età compresa tra 2 e 12 anni sono state di 113,2 mcg /ml (Cmax) a 0,5 ore dopo la somministrazione della dose (fine della infusione), 12,8 mcg /ml a 6 ore dopo la somministrazione della dose, e 3,0 mcg /ml a 12 ore dopo la somministrazione della dose.
Le concentrazioni plasmatiche medie di ertapenem dopo un’infusione endovenosa singola di 30 minuti di una dose di 20 mg/kg (fino ad una dose massima di 1 g) in pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni sono state di 170,4 mcg /ml (Cmax) a 0,5 ore dopo la somministrazione della dose (fine della infusione), 7,0 mcg /ml a 12 ore dopo la somministrazione della dose, e 1,1 mcg /ml a 24 ore dopo la somministrazione della dose.
Le concentrazioni plasmatiche medie di ertapenem dopo un’infusione endovenosa di 30 minuti di una dose singola di 1g in tre pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni sono state di 155,9 mcg /ml (Cmax) a 0,5 ore dopo la somministrazione della dose (fine della infusione), e 6,2 mcg /ml a 12 ore dopo la somministrazione della dose.
Distribuzione
Ertapenem si lega ampiamente alle proteine plasmatiche umane. In giovani adulti sani (da 25 a 45 anni di età), il legame di ertapenem alle proteine diminuisce, all’aumentare delle concentrazioni plasmatiche, da circa il 95% di farmaco legato ad una concentrazione plasmatica indicativa < 50 mcg /l fino a circa il 92% di farmaco legato ad una concentrazione plasmatica di circa 155 mcg /ml (concentrazione media raggiunta alla fine dell’infusione endovenosa di 1 g).
Il volume di distribuzione (Vdss) di ertapenem negli adulti è di circa 8 litri (0,11 litri/kg) e di circa 0,2 litri/kg in pazienti pediatrici di età compresa tra 3 mesi e 12 anni e di circa 0,16 litri/kg in pazienti pediatrici di età compresa tra 13 e 17 anni.
Le concentrazioni di ertapenem raggiunte nell’adulto nel liquido delle vescicole cutanee per ciascun prelievo al terzo giorno di trattamento con una dose endovenosa di 1 g al giorno hanno mostrato un rapporto fra AUC nel fluido delle vescicole e AUC nel plasma di 0,61.
Studi in-vitro indicano che l’effetto di ertapenem sul legame alle proteine plasmatiche di medicinali con alta affinità di legame (warfarin, etinilestradiolo e noretindrone) è stato di proporzioni ridotte. La variazione nella frazione legata alle proteine è stata < 12% al picco di concentrazione di ertapenem dopo una dose di 1 g di ertapenem. In-vivo, il probenecid (500 mg ogni 6 ore) ha diminuito la frazione plasmatica di ertapenem legata alla fine dell’infusione in persone trattate con una dose endovenosa singola di 1 g da circa il 91% a circa l’87%. Si prevede che gli effetti di questa variazione siano transitori. È improbabile che si verifichi una interazione clinicamente significativa dovuta allo spiazzamento di un altro medicinale da parte di ertapenem o viceversa.
Studi in-vitro indicano che ertapenem non inibisce il trasporto della digossina o della vinblastina mediato dalla glicoproteina P e che ertapenem non è un substrato del trasporto mediato dalla glicoproteina P.
Metabolismo
In giovani adulti sani (da 23 a 49 anni di età), dopo infusione endovenosa di 1 g di ertapenem radiomarcato, la radioattività plasmatica è costituita prevalentemente (94%) da ertapenem. Il metabolita principale di ertapenem è il derivato ad anello aperto formato dall’idrolisi dell’anello beta-lattamico mediata dalla diidropeptidasi-I.
Studi in-vitro su microsomi epatici umani indicano che ertapenem non inibisce il metabolismo mediato dalle sei isoforme principali del CYP: 1A2, 2C9, 2C19, 2D6, 2E1 e 3A4.
Eliminazione
A seguito della somministrazione endovenosa di una dose di 1 g di ertapenem radiomarcato a giovani adulti sani (da 23 a 49 anni di età), si rinviene circa l’80% del farmaco nelle urine ed il 10% nelle feci. Dell’80% rinvenuto nelle urine, circa il 38% è escreto come ertapenem immodificato e circa il 37% come metabolita ad anello aperto.
Nei giovani adulti sani (da 18 a 49 anni di età) e nei pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni ai quali è stata somministrata una dose endovenosa di 1 g, l’emivita plasmatica è di circa 4 ore. L’emivita plasmatica media nei bambini di età compresa tra 3 mesi e 12 anni è di circa 2,5 ore. Le concentrazioni medie di ertapenem nelle urine sono state superiori a 984 mcg /ml in un periodo da 0 a 2 ore dopo la dose e superiori a 52 mcg /ml durante un periodo da 12 a 24 ore dopo la somministrazione.
Popolazioni speciali
Sesso
Le concentrazioni plasmatiche di ertapenem sono paragonabili negli uomini e nelle donne.
Anziani
Le concentrazioni plasmatiche di ertapenem dopo una dose endovenosa di 1 g e 2 g sono leggermente maggiori (circa 39% e 22%, rispettivamente) negli anziani sani (≥ 65 anni) in confronto ai giovani adulti (< 65 anni). In assenza di insufficienza renale in stadio avanzato, nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio.
Pazienti pediatrici
Le concentrazioni plasmatiche di ertapenem dopo una dose da 1 g in monosomministrazione giornaliera per via endovenosa sono paragonabili nei pazienti pediatrici di età compresa tra i 13 e i 17 anni e negli adulti.
Dopo una dose da 20 mg/kg (fino ad una dose massima di 1 g), i valori dei parametri di farmacocinetica nei pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni sono risultati in generale paragonabili a quelli riscontrati in giovani adulti sani. Per fornire una stima sui dati di farmacocinetica nell’ipotesi che tutti i pazienti appartenenti a questo gruppo di età siano stati trattati con un dosaggio di 1 g, i dati di farmacocinetica sono stati calcolati aggiustando per un dosaggio da 1 g, assumendo una ipotesi di linearità. Un confronto dei risultati mostra che un dosaggio di 1 g di ertapenem in monosomministrazione giornaliera raggiunge un profilo farmacocinetico paragonabile a quello degli adulti nei pazienti di età compresa tra 13 e 17 anni. I rapporti (da 13 a 17 anni/adulti) per AUC, concentrazione alla fine della infusione e concentrazione al valore mediano dell’intervallo di dosaggio sono stati di 0,99, 1,20, e 0,84, rispettivamente.
Le concentrazioni plasmatiche al valore mediano dell’intervallo di dosaggio dopo una dose singola di ertapenem da 15 mg/kg per via endovenosa in pazienti di età compresa tra 3 mesi e 12 anni sono state paragonabili alle concentrazioni plasmatiche al valore mediano dell’intervallo di dosaggio dopo una dose di 1 g in monosomministrazione giornaliera endovenosa negli adulti (vedere paragrafo Concentrazioni plasmatiche). La clearance plasmatica (ml/min/kg) di ertapenem in pazienti di età compresa tra 3 mesi e 12 anni è all’incirca 2 volte superiore a quella riscontrata negli adulti. Al dosaggio di 15 mg/kg, il valore dell’AUC e delle concentrazioni plasmatiche al valore mediano dell’intervallo di dosaggio in pazienti di età compresa tra 3 mesi e 12 anni sono stati paragonabili a quelli riscontrati in giovani adulti sani trattati con una dose di ertapenem da 1 g endovena.
Insufficienza epatica
La farmacocinetica di ertapenem nei pazienti con insufficienza epatica non è stata determinata. Poichè il metabolismo epatico di ertapenem è limitato, non è previsto che la sua farmacocinetica venga modificata in caso di alterazione della funzione epatica. Perciò, non è raccomandato alcun aggiustamento del dosaggio in pazienti con alterata funzione epatica.
Insufficienza renale
A seguito di una singola dose endovenosa di 1 g di ertapenem nell’adulto, le AUC di ertapenem in toto (legato e non legato) e di ertapenem non legato sono simili in pazienti con insufficienza renale lieve (Clcr 60 -90 ml/min/1,73 m²) in confronto a soggetti sani (età 25 - 82 anni). In confronto a soggetti adulti sani, in pazienti con insufficienza renale moderata (Clcr 31 - 59 ml/min/1,73 m²) le AUC di ertapenem in toto e di ertapenem non legato sono aumentate di circa 1,5 e 1,8 volte, rispettivamente. In confronto a soggetti adulti sani, in soggetti con insufficienza renale in stadio avanzato (Clcr 5-30 ml/min/1,73 m²) le AUC di ertapenem in toto e di ertapenem non legato sono aumentate di circa 2,6 volte e 3,4 volte, rispettivamente. In confronto a soggetti sani, nei pazienti emodializzati le AUC di ertapenem in toto e di ertapenem non legato sono aumentate di circa 2,9 e 6,0 volte, rispettivamente, durante l’intervallo fra le sedute di emodialisi. Dopo una dose endovenosa singola di 1 g data immediatamente prima di una seduta di emodialisi, circa il 30% della dose viene rinvenuto nel fluido di dialisi. Non vi sono dati in pazienti pediatrici con insufficienza renale.
I dati disponibili su sicurezza ed efficacia di ertapenem in pazienti con insufficienza renale in stadio avanzato ed in pazienti emodializzati non permettono di stabilire un dosaggio raccomandato. Ertapenem non deve pertanto essere utilizzato in questi pazienti.
I dati non clinici non rivelano rischi specifici per gli esseri umani sulla base di studi convenzionali di sicurezza, di farmacologia, di tossicità per somministrazioni ripetute, genotossicità, e tossicità riproduttiva. Si sono tuttavia verificate diminuzioni della conta dei neutrofili in ratti ai quali è stato somministrato ertapenem ad alte dosi, un fenomeno non considerato rilevante per la sicurezza.
Non sono stati effettuati studi a lungo termine negli animali per valutare il potenziale cancerogeno di ertapenem.
Sodio bicarbonato (E500).
Sodio idrossido (E524) per aggiustare il pH a 7,5.
Non usare solventi o fluidi di infusione contenenti destrosio per ricostituire o somministrare ertapenem sodico.
In assenza di studi di incompatibilità, il medicinale non deve essere miscelato con altri prodotti.
2 anni.
Dopo ricostituzione:
Le soluzioni diluite devono essere usate immediatamente. Se non vengono usate immediatamente, i tempi di conservazione durante l’uso sono responsabilità dell’operatore. Le soluzioni diluite (circa 20 mg ertapenem/ml) sono stabili dal punto di vista fisico-chimico per 6 ore a temperatura ambiente (25°C) o per 24 ore tra 2°C ed 8°C (in frigorifero). Le soluzioni devono essere usate entro 4 ore dopo essere state rimosse dal frigorifero.
Non conservare al di sopra dei 25°C.
Per le condizioni di conservazione del medicinale ricostituito, vedere paragrafo 6.3.
Non congelare le soluzioni di INVANZ.
Flaconcini in vetro tipo I da 20 ml con tappo in butile grigio e capsula di chiusura in plastica bianca su una fascetta di sicurezza in alluminio.
Fornito in confezioni da 1 flaconcino o 10 flaconcini.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Istruzioni per l’uso
Da utilizzare una sola volta.
Le soluzioni ricostituite devono essere diluite in una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) subito dopo la preparazione.
Preparazione per somministrazione endovenosa
INVANZ deve essere ricostituito e successivamente diluito prima della somministrazione.
Adulti ed adolescenti (dai 13 ai 17 anni)
1) Ricostituzione
Ricostituire il contenuto di un flaconcino di INVANZ da 1 g con 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili o con soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) fino ad ottenere una soluzione ricostituita di circa 100 mg/ml. Agitare bene per dissolvere (vedere paragrafo 6.4.).
2) Diluizione
Per una sacca di diluente da 50 ml: per una dose da 1 g, trasferire immediatamente il contenuto del flaconcino ricostituito in una sacca da 50 ml di una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%).
oppure
Per un flaconcino da 50 ml di diluente: per una dose da 1 g, prelevare 10 ml da un flaconcino da 50 ml di una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) ed eliminare. Trasferire il contenuto del flaconcino ricostituito di INVANZ da 1 g al flaconcino da 50 ml della soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%).
3) Infusione
Procedere all’infusione per un periodo di 30 minuti.
Bambini (dai 3 mesi ai 12 anni)
1) Ricostituzione
Ricostituire il contenuto di un flaconcino di INVANZ da 1 g con 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili o con soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) fino ad ottenere una soluzione ricostituita di circa 100 mg/ml. Agitare bene per dissolvere (vedere paragrafo 6.4.).
2) Diluizione
Per una sacca di diluente: trasferire un volume pari a 15 mg/kg di peso corporeo (non superare 1 g/die) in una sacca con una soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) per una concentrazione finale di 20 mg/ml o meno.
oppure
Per un flaconcino di diluente: trasferire un volume pari a 15 mg/kg di peso corporeo (non superare 1 g/die) in una sacca con soluzione di sodio cloruro 9 mg/ml (0,9%) per una concentrazione finale di 20 mg/ml o meno.
3) Infusione
Infondere in 30 minuti.
È stata dimostrata la compatibilità di INVANZ con soluzioni endovenose contenenti eparina sodica e potassio cloruro.
Le soluzioni ricostituite devono essere controllate visivamente prima della somministrazione per verificare la presenza di particelle o alterazioni di colore ove la natura del contenitore lo renda possibile. Le soluzioni di INVANZ variano da incolore a giallo pallido. Le variazioni di colore contenute entro tali limiti non alterano la potenza.
Il medicinale non utilizzato ed i rifiuti derivati da tale medicinale devono essere smaltiti in conformità alla normativa locale vigente.
Merck Sharp & Dohme Limited
Hertford Road, Hoddesdon
Hertfordshire EN11 9BU
Regno Unito
EU/1/02/216/001 - AIC n. 035851017
EU/1/02/216/002
Data della prima autorizzazione: 18 aprile 2002
Data dell'ultimo rinnovo: 18 aprile 2007
28 agosto 2009