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IRINOTECAN ACCORD
Un ml di concentrato contiene 20 mg di irinotecan cloridrato triidrato equivalenti a 17,33 mg di irinotecan.
Ogni flaconcino di 2 ml o 5 ml di irinotecan concentrato per soluzione per infusione contiene 40 mg o 100 mg di irinotecan cloridrato triidrato, rispettivamente.
Eccipiente:
Sorbitolo E420
Sodio
Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Concentrato per soluzione per infusione.
Soluzione trasparente di colore giallo pallido.
Irinotecan concentrato per soluzione per infusione è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma avanzato del colon-retto:
• In associazione con 5-fluorouracile e acido folinico in pazienti che non sono stati trattati precedentemente con chemioterapia per la malattia avanzata,
• Come monoterapia in pazienti nei quali non ha avuto successo un regime terapeutico convenzionale contenente 5-fluorouracile.
L’irinotecan in associazione con cetuximab è indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto esprimente il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) dopo il fallimento della terapia citotossica contenente irinotecan.
L’irinotecan in associazione con 5-fluorouracile, acido folinico e bevacizumab è indicato per il trattamento di prima linea di pazienti con carcinoma metastatico del colon o del retto.
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Per pazienti adulti soltanto. Dopo la diluizione, Irinotecan concentrato per soluzione per infusione deve essere infuso in una vena periferica o centrale.
Dosaggio raccomandato:
In monoterapia (per pazienti precedentemente trattati):
La dose raccomandata di irinotecan cloridrato triidrato è di 350 mg/m² somministrati per infusione endovenosa di durata compresa tra 30 e 90 minuti ogni tre settimane (vedere sotto “Modo di somministrazione” e paragrafi 4.4 e 6.6).
In terapia di associazione (per pazienti non precedentemente trattati):
La sicurezza e l’efficacia dell’irinotecan in associazione con 5-fluorouracile (5-FU) e acido folinico (FA) sono state determinate con il seguente schema di trattamento (vedere paragrafo 5.1): irinotecan più 5-FU/FA nello schema di trattamento ogni 2 settimane.
La dose raccomandata di irinotecan cloridrato triidrato è 180 mg/m² somministrati una volta ogni 2 settimane come infusione endovenosa della durata di 30-90 minuti, seguita dall’infusione di acido folinico e 5-fluorouracile.
Per la posologia e il modo di somministrazione concomitante di cetuximab, vedere il riassunto delle caratteristiche del prodotto del cetuximab.
Normalmente, viene utilizzata la stessa dose di irinotecan somministrata negli ultimi cicli del regime precedente contenente irinotecan. L’irinotecan non deve essere somministrato prima di 1 ora dopo la fine dell’infusione del cetuximab.
Per la posologia e il modo di somministrazione del bevacizumab, vedere il riassunto delle caratteristiche del prodotto del bevacizumab.
Aggiustamento della dose
L’irinotecan deve essere somministrato dopo che tutti gli eventi avversi sono rientrati nei gradi 0 o 1 della scala NCI-CTC (National Cancer Institute Common Toxicity Criteria) e quando è completamente risolta la diarrea associata al trattamento.
All’inizio di un’infusione successiva della terapia, le dosi di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione e di 5-FU, nei casi pertinenti, devono essere ridotte in accordo con il grado degli eventi avversi più gravi osservati nell’infusione precedente. Il trattamento deve essere ritardato di 1-2 settimane per permettere il ritorno alla normalità degli eventi avversi associati al trattamento.
In presenza dei seguenti eventi avversi, si deve applicare una riduzione del 15-20% della dose di irinotecan cloridrato triidrato e/o 5-FU, nei casi pertinenti:
tossicità ematologica [grado 4 di neutropenia, neutropenia febbrile (grado 3-4 di neutropenia e grado 2-4 di febbre), trombocitopenia e leucopenia (grado 4)],
tossicità non ematologica (grado 3-4).
Per le modificazioni della dose di cetuximab somministrato in associazione con l’irinotecan devono essere seguite le raccomandazioni del riassunto delle caratteristiche del prodotto di questo farmaco.
Vedere il Riassunto delle caratteristiche del prodotto di bevacizumab per le modifiche della dose di bevacizumab, quando questo viene somministrato in associazione con irinotecan/5-FU/FA.
Durata del trattamento
Il trattamento con irinotecan deve essere continuato fino a quando non si osserva una progressione oggettiva della malattia o una tossicità inaccettabile.
Popolazioni particolari
Pazienti con insufficienza epatica
In monoterapia: i valori di bilirubina ematica [fino a 3 volte il limite superiore dell’intervallo normale (LSN)] in pazienti con Performance Status ≤2, devono determinare la dose iniziale di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione. In questi pazienti con iperbilirubinemia e tempo di protrombina superiori al 50%, l’eliminazione dell’irinotecan è ridotta (vedere paragrafo 5.2) e pertanto è maggiore il rischio di ematotossicità. Per questo motivo, in questa popolazione di pazienti, è necessario effettuare un monitoraggio settimanale dell’emocromo.
In pazienti con valori di bilirubina fino a 1,5 volte il limite superiore della norma, la dose consigliata di irinotecan cloridrato triidrato è 350 mg/m²,
In pazienti con valori di bilirubina da 1,5 a 3 volte il limite superiore della norma, la dose consigliata di irinotecancloridrato triidrato è 200 mg/m²,
I pazienti con valori di bilirubina oltre 3 volte il limite superiore della norma non devono essere trattati con irinotecan (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Non sono disponibili dati in pazienti con insufficienza epatica trattati con irinotecan in associazione.
Pazienti con insufficienza renale:
L’irinotecan non è raccomandato per l’uso in pazienti con insufficienza renale, perché in questa popolazione non sono stati condotti studi specifici (Vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
Anziani:
Non sono stati condotti studi specifici di farmacocinetica negli anziani. A causa della maggiore frequenza di diminuzione delle funzioni biologiche, in questi pazienti la scelta della dose deve essere effettuata con cautela. Questi pazienti richiedono un controllo più intenso (vedere paragrafo 4.4).
Bambini:
L’irinotecan non deve essere utilizzato nei bambini.
Modo di somministrazione
Irinotecan concentrato per soluzione per infusione è citotossico. Per le informazioni relative alla diluizione e le precauzioni particolari per lo smaltimento e la manipolazione, vedere paragrafo 6.6.
Irinotecan concentrato per soluzione per infusione non deve essere somministrato in forma di bolo endovenoso o di infusione endovenosa di durata inferiore a 30 minuti o superiore a 90 minuti.
Durata del trattamento
Il trattamento con irinotecan deve essere continuato fino a quando è presente una progressione obiettiva di malattia o una tossicità inaccettabile.
Malattia infiammatoria cronica intestinale e/o occlusione intestinale (vedere paragrafo 4.4).
Anamnesi di reazioni gravi di ipersensibilità all’irinotecan cloridrato triidrato o a uno degli eccipienti.
Gravidanza e allattamento (vedere paragrafi 4.4 e 4.6)
Valori di bilirubina >3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza midollare severa.
Performance Status secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) >2.
Uso concomitante con Erba di San Giovanni (vedere paragrafo 4.5)
Per ulteriori controindicazioni di cetuximab o bevacizumab, vedere le informazioni sul prodotto di questi medicinali.
L’uso di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione deve essere riservato a unità specializzate nella somministrazione di chemioterapie citotossiche e deve essere somministrato soltanto sotto la supervisione di un medico qualificato nell’uso di chemioterapie antineoplastiche.
Data la natura e l’incidenza di eventi avversi, Irinotecan concentrato per soluzione per infusione deve essere prescritto soltanto nei seguenti casi dopo la valutazione dei benefici previsti rispetto ai possibili rischi terapeutici:
• in pazienti che presentano un fattore di rischio, particolarmente quelli con un Performance Status OMS = 2.
• nei pochi rari casi in cui si prevede una scarsa aderenza dei pazienti alle raccomandazioni per il trattamento degli eventi avversi (necessità di trattamento antidiarroico immediato e prolungato associato all’assunzione di grandi quantità di liquidi alla comparsa della diarrea ritardata). Si raccomanda per questi pazienti una stretta sorveglianza in ospedale.
Quando Irinotecan concentrato per soluzione per infusione è usato in monoterapia, viene generalmente somministrato secondo lo schema posologico ogni 3 settimane. Lo schema settimanale (vedere paragrafo 5.1) può essere tuttavia considerato come alternativa per i pazienti che richiedono un follow-up più attento o che sono particolarmente a rischio di neutropenia grave.
Diarrea ritardata
I pazienti devono essere consapevoli del rischio di comparsa di diarrea ritardata che può insorgere più di 24 ore dopo la somministrazione dell’irinotecan e in qualsiasi momento precedente il ciclo successivo. In monoterapia, il tempo mediano di comparsa della prima evacuazione liquida è stato il quinto giorno dopo l’infusione di irinotecan cloridrato triidrato. I pazienti devono informare rapidamente il medico in caso di insorgenza della diarrea e iniziare immediatamente la terapia appropriata.
I pazienti a rischio maggiore di diarrea sono quelli precedentemente trattati con radioterapia addominale/pelvica, quelli con iperleucocitosi al basale, quelli con Performance Status ≥2 e le donne. Se non viene trattata appropriatamente, la diarrea può minacciare la sopravvivenza, particolarmente se il paziente è contemporaneamente neutropenico.
Appena compare la prima evacuazione di feci liquide, il paziente deve iniziare a bere grossi volumi di liquidi sotto forma di bevande contenenti elettroliti e deve essere iniziata immediatamente un’appropriata terapia antidiarroica. Il trattamento antidiarroico sarà prescritto dal reparto nel quale è stato somministrato irinotecan cloridrato triidrato. Dopo le dimissioni dall’ospedale, i pazienti devono avere a disposizione i farmaci prescritti, in modo che trattare la diarrea non appena questa insorga. I pazienti devono inoltre informare il proprio medico o il reparto che ha somministrato irinotecan cloridrato triidrato della comparsa della diarrea.
Il trattamento antidiarroico attualmente raccomandato è costituito da loperamide ad alte dosi (4 mg per la prima somministrazione e quindi 2 mg ogni 2 ore). Questa terapia deve continuare per 12 ore dopo l’ultima evacuazione di feci liquide e non deve essere modificata. In nessun caso la loperadomide deve essere somministrata a queste dosi per più di 48 ore consecutive, a causa del rischio di ileo paralitico, né per meno di 12 ore.
Quando la diarrea è associata a neutropenia grave (conta dei neutrofili <500 cellule/mm³) occorre aggiungere al trattamento antidiarroico una profilassi con antibiotici ad ampio spettro.
Oltre al trattamento antibiotico, si raccomanda l’ospedalizzazione per la gestione della diarrea, nei seguenti casi:
diarrea associata a febbre,
diarrea grave (tale da richiedere l’idratazione per via endovenosa),
diarrea persistente dopo 48 ore dall’inizio della terapia con alte dosi di loperamide.
La loperamide non deve essere somministrata come profilassi, anche nei pazienti che hanno avuto la diarrea ritardata nei cicli di terapia precedenti.
Nei pazienti che hanno avuto diarrea grave, si raccomanda la riduzione della dose nei cicli successivi (vedere paragrafo 4.2).
Ematologia
Durante il trattamento con irinotecan si consiglia il controllo settimanale completo dell’emocromo. I pazienti devono essere a conoscenza del rischio di neutropenia e del significato della febbre. La neutropenia febbrile (temperatura >38°C e conta dei neutrofili ≤1000 cellule/mm³) deve essere trattata urgentemente in ospedale con antibiotici ad ampio spettro per via endovenosa.
Nei pazienti che hanno presentato eventi ematologici gravi, si raccomanda una riduzione della dose per le somministrazioni successive (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti con diarrea grave è maggiore il rischio di infezioni e di tossicità ematologica. Nei pazienti con diarrea grave, deve essere effettuato il controllo completo dell’emocromo.
Insufficienza epatica
Devono essere effettuati gli esami di funzionalità epatica al basale e prima di ogni ciclo di trattamento.
Il monitoraggio settimanale dell’emocromo deve essere condotto nei pazienti con valori di bilirubina da 1,5 a 3 volte il limite superiore della norma, a causa della riduzione dell’eliminazione di irinotecan (vedere paragrafo 5.2) e aumentando quindi il rischio di ematotossicità in questa popolazione. L’irinotecan non deve essere somministrato a pazienti con valore di bilirubina >3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafo 4.3).
Nausea e vomito
Si raccomanda un trattamento profilattico con antiemetici prima di ciascun trattamento con irinotecan. Sono stati riferiti frequentemente episodi di nausea e vomito. I pazienti con vomito associato a diarrea ritardata devono essere ricoverati in ospedale appena possibile per il trattamento.
Sindrome colinergica acuta
Se insorge la sindrome colinergica acuta (definita come diarrea precoce associata a diversi altri sintomi come sudorazione, crampi addominali, lacrimazione, miosi e salivazione), deve essere somministrata atropina solfato (250 mcg per via sottocutanea) a meno che siano presenti controindicazioni cliniche (vedere paragrafo 4.8). Usare con cautela nei pazienti con asma. Nei pazienti che hanno presentato una sindrome colinergica acuta e grave, con le dosi successive di irinotecan è consigliato l’uso profilattico di atropina solfato.
Patologie respiratorie
La malattia polmonare interstiziale che si presenta come infiltrati polmonari è non comune durante la terapia con irinotecan. La malattia polmonare interstiziale può essere fatale. I fattori di rischio possibilmente associati allo sviluppo della malattia polmonare interstiziale comprendono l’uso di farmaci pneumotossici, terapia radioattiva e fattori stimolanti le colonie.
I pazienti con fattori di rischio devono essere attentamente monitorati per i sintomi respiratori prima e durante la terapia con irinotecan.
Anziani
A causa della maggiore frequenza di diminuzione delle funzioni biologiche, in particolare della funzionalità epatica, nei pazienti anziani, la scelta della dose di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione deve essere effettuata con cautela in questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.2).
Pazienti con occlusione intestinale
I pazienti non devono essere trattati con Irinotecan concentrato per soluzione per infusione fino alla risoluzione dell’occlusione intestinale (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti con insufficienza renale
Non sono stati condotti studi in questa popolazione (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Altri
Poiché Irinotecan concentrato per soluzione per infusione contiene sorbitolo, non è idoneo per pazienti con intolleranza ereditaria al fruttosio. Sono stati osservati casi infrequenti di insufficienza renale, ipotensione o insufficienza circolatoria in pazienti che hanno presentato episodi di disidratazione associati a diarrea e/o vomito, o sepsi.
È necessario l’uso di un metodo anticoncenzionale sia durante che per almeno tre mesi dopo il termine della terapia (vedere paragrafo 4.6).
La somministrazione concomitante dell’irinotecan con un forte inibitore (ad es. chetoconazolo) o induttore (ad es. rifampicina, carbamazepina, fenobarbital, fenitoina, Erba di San Giovanni) del CYP3A4 può modificare il metabolismo dell’irinotecan e deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
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Non si possono escludere interazioni tra l’irinotecan e i farmaci bloccanti neuromuscolari. Poiché l’irinotecan possiede un’attività anticolinesterasica, i farmaci ad attività anticolinesterasica possono prolungare gli effetti di blocco neuromuscolare del suxametonio e antagonizzare il blocco neuromuscolare prodotto da farmaci non depolarizzanti.
Diversi studi hanno dimostrato che la somministrazione concomitante di farmaci anticonvulsivanti induttori del CYP3A (ad es., carbamazepina, fenobarbital o fenitoina) causa una riduzione della concentrazione di irinotecan, SN-38 e SN-38 glucuronato e ridotti effetti farmacodinamici. Gli effetti di questi farmaci anticonvulsivanti erano testimoniati da una riduzione dell’AUC del SN-38 e del SN-38G del 50% o più. Oltre all’induzione degli enzimi del citocromo P450 3A, la maggiore glucuronizzazione e maggiore escrezione biliare possono avere un ruolo nel ridurre la concentrazione di irinotecan e dei suoi metaboliti.
Uno studio ha dimostrato che la somministrazione concomitante di chetoconazolo ha prodotto una riduzione dell’AUC dell’APC dell’87% e un aumento dell’AUC del SN-38 del 109% rispetto all’irinotecan somministrato in monoterapia.
Deve essere esercitata cautela nei pazienti che assumono contemporaneamente farmaci di cui è nota l’inibizione (ad es., chetoconazolo) o l’induzione (ad es., rifampicina, carbamazepina, fenobarbital o fenitoina) del metabolismo del farmaco tramite il citocromo P450 3A4. La somministrazione concomitante di irinotecan con un inibitore/induttore di questo percorso metabolico può alterare il metabolismo dell’irinotecan e deve essere evitato (vedere paragrafo 4.4).
In un piccolo studio di farmacocinetica (n=5), in cui è stato somministrato Irinotecan 350 mg/m² contemporaneamente a 900 mg di Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum), è stata osservata una riduzione del 42% delle concentrazioni plasmatiche del metabolita attivo dell’irinotecan, l’SN-38. L’Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum) riduce i livelli plasmatici di SN-38. Di conseguenza, lErba di San Giovanni non deve essere somministrata con l’irinotecan (vedere paragrafo 4.3).
La somministrazione concomitante di 5-fluorouracile/acido folinico nel regime in associazione non modifica la farmacocinetica dell’irinotecan.
Non ci sono prove che il profilo di sicurezza dell’irinotecan sia influenzato dal cetuximab o viceversa.
In uno studio, le concentrazioni di irinotecan sono risultate simili in pazienti che hanno ricevuto irinotecan/5-FU/FA da solo o in associazione con il bevacizumab. Le concentrazioni del SN-38, il metabolita attivo dell’irinotecan, sono state analizzate in un sottogruppo di pazienti (circa 30 per braccio di trattamento). Le concentrazioni del SN-38 sono risultate in media 33% più elevate nei pazienti che hanno ricevuto irinotecan/5-FU/FA in associazione con il bevacizumab, rispetto a irinotecan/5-FU/FA in monoterapia. A causa dell’alta variabilità tra i pazienti e della dimensione limitata del campione, non si sa con certezza se l’aumento dei livelli di SN-38 osservati fossero dovuti al bevacizumab. È stato osservato un piccolo aumento degli eventi avversi diarrea e leucopenia. Sono state riferite più riduzioni della dose di irinotecan per pazienti che hanno ricevuto irinotecan/5-FU/FA in associazione con il bevacizumab.
Nei pazienti che sviluppano diarrea grave, leucopenia o neutropenia con l’associazione bevacizumab e irinotecan, la dose di irinotecan deve essere modificata nel modo specificato nel paragrafo 4.2 - Posologia e modo di somministrazione.
Gravidanza
Non sono disponibili informazioni sull’uso di Irinotecan nelle donne in gravidanza. L’irinotecan si è dimostrato embriotossico, fetotossico e teratogeno nei conigli e nei ratti. Pertanto, Irinotecan concentrato per soluzione per infusione non deve essere usato durante la gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Donne in età fertile/contraccezione
Le donne in età fertile che assumono Irinotecan concentrato per soluzione per infusione devono essere informate che è necessario evitare una gravidanza e di avvisare immediatamente il medico curante nel caso in cui inizi una gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Misure contraccettive devono essere adottate dalle donne in età fertile e anche dai pazienti di sesso maschile, durante e per almeno tre mesi dopo la cessazione della terapia.
Allattamento:
Nelle femmine di ratto che allattano, è stato ritrovato 14C-Irinotecan nel latte. Non è noto se l’irinotecan venga escreto nel latte della donna. Di conseguenza, a causa di potenziali effetti indesiderati nel lattante, l’allattamento al seno deve essere sospeso per tutta la durata del trattamento con irinotecan (vedere paragrafo 4.3).
I pazienti devono essere avvertiti della possibile comparsa di capogiri e di disturbi visivi che possono verificarsi entro le 24 ore seguenti la somministrazione di irinotecan, e di non guidare o non utilizzare macchinari nel caso in cui insorgano questi sintomi.
Gli effetti indesiderati specificati in questo paragrafo si riferiscono all’irinotecan. Non ci sono prove che il profilo di sicurezza dell’irinotecan sia influenzato dal cetuximab o viceversa. In associazione con il cetuximab, gli ulteriori effetti indesiderati riferiti sono risultati quelli previsti con il cetuximab (come eruzione acneiforme 88%). Vedere anche in questo caso le informazioni sul prodotto relative al cetuximab.
Per le informazioni sugli effetti indesiderati in associazione con il bevacizumab, vedere il riassunto delle caratteristiche del prodotto del bevacizumab.
I seguenti effetti indesiderati considerati possibilmente o probabilmente associati alla somministrazione di irinotecan cloridrato triidrato sono stati riferiti da 765 pazienti alla dose raccomandata di 350 mg/m² in monoterapia e da 145 pazienti trattati con irinotecan cloridrato triidrato in associazione con 5-FU/FA somministrato ogni 2 settimane alla dose raccomandata di 180 mg/m².
Stima di frequenza: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 a <1/10); non comune (≥1/1.000 a <1/100); raro (≥1/10.000 a <1/1.000); molto raro (<1/10.000); frequenza non nota (non calcolabile dai dati disponibili)
Patologie gastrointestinali
Diarrea ritardata
La diarrea (che compare dopo più di 24 ore dalla somministrazione) rappresenta una tossicità dose-limitante di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione.
In monoterapia
Molto comune: è stata osservata diarrea grave nel 20% dei pazienti che hanno seguito le raccomandazioni per la gestione della diarrea. Per quanto riguarda i cicli di trattamento valutabili, la diarrea grave è stata osservata nel 14%. Il tempo mediano di comparsa della prima evacuazione liquida è stato il quinto giorno dopo l’infusione di Irinotecan Cloridrato Triidrato.
Terapia in associazione
Molto comune: è stata osservata diarrea grave nel 13,1% dei pazienti che hanno seguito le raccomandazioni per il trattamento della diarrea. Dei cicli valutabili, 3,9% hanno avuto la diarrea grave.
Non comune: sono stati riferiti casi di colite pseudomembranosa, uno dei quali è stato documentato batteriologicamente (Clostridium difficile).
Nausea e vomito
In monoterapia
Molto comune: la nausea e il vomito sono stati gravi nel 10% circa dei pazienti trattati con antiemetici.
Terapia in associazione:
Comune: è stata osservata una minore incidenza di nausea e vomito gravi (rispettivamente nel 2,1% e 2,8% dei pazienti).
Disidratazione
Comune: episodi di disidratazione associata a diarrea e/o vomito.
Non comune: in pazienti che hanno avuto episodi di disidratazione associata a diarrea e/o vomito sono stati osservati casi di insufficienza renale, ipotensione o insufficienza cardiocircolatoria.
Altri disturbi gastrointestinali
Comune: è stata osservata stipsi relativa all’irinotecan e/o alla loperamide, divisa tra:
• monoterapia: in meno del 10% dei pazienti
• terapia in associazione: nel 3,4% dei pazienti.
Non comune: occlusione intestinale, ileo o emorragia gastrointestinale
Raro: colite, inclusa tiflite, colite ischemica e ulcerativa e perforazione intestinale.
Casi di pancreatite sintomatica o asintomatica sono stati associati alla terapia con irinotecan.
Altri effetti lievi comprendono anoressia, dolore addominale e mucosite.
Patologie del sistema emolinfopoietico
La neutropenia è un effetto tossico dose-limitante. La neutropenia è risultata reversibile e non cumulativa; il giorno mediano per i valori minimi è stato 8 giorni, sia per l’uso in monoterapia sia in associazione.
In monoterapia:
Molto comune: è stata osservata neutropenia nel 78,7% dei pazienti ed è risultata severa (conta dei neutrofili <500 cellule/mm³) nel 22,6% di pazienti. Nel 18% dei cicli valutabili, si è avuta una conta dei neutrofili inferiore a 1000 cellule/mm³, compreso un 7,6% con conta dei neutrofili <500 cellule/mm³. Il recupero totale è stato generalmente raggiunto entro il ventiduesimo giorno.
È stata segnalata anemia nel 58,7% circa dei pazienti (8% con emoglobina <80 g/l e 0,9% con emoglobina <65 g/l).
Comune: è stata segnalata febbre con neutropenia severa nel 6,2% dei pazienti e nell’1,7% dei cicli. Si sono verificati episodi infettivi nel 10,3% circa dei pazienti (2,5% dei cicli) e sono risultati associati a neutropenia severa in circa il 5,3% dei pazienti (1,1% dei cicli), e a morte in 2 casi.
È stata osservata trombocitopenia (<100.000 cellule/mm³) nel 7,4% dei pazienti e nell’1,8% dei cicli, con conta piastrinica ≤50.000 cellule/mm³ rispettivamente nello 0,9% e 0,2% dei cicli.
Quasi tutti i pazienti hanno mostrato un recupero entro il ventiduesimo giorno.
Terapia in associazione:
Molto comune: è stata osservata neutropenia nell’82,5% dei pazienti ed è risultata severa (conta dei neutrofili <500 cellule/mm³) nel 9,8% di pazienti. Dei cicli valutabili, il 67,3% aveva una conta dei neutrofili inferiore a 1000 cellule/mm³, compreso un 2,7% con conta dei neutrofili <500 cellule/mm³. Il recupero totale è stato generalmente raggiunto entro 7-8 giorni.
È stata segnalata anemia nel 97,2% di pazienti (2,1% con emoglobina <80 g/l).
È stata osservata trombocitopenia (<100.000 cellule/mm³) nel 32,6% dei pazienti e nel 21,8% dei cicli. Non è stata osservata trombocitopenia severa (<50.000 cellule/mm³). È stato segnalato un caso di trombocitopenia periferica con anticorpi antipiastrinici.
Comune: è stata segnalata febbre con neutropenia severa nel 3,4% di pazienti e nello 0,9% dei cicli.
Si sono verificati episodi infettivi circa nel 2% dei pazienti (0,5% dei cicli) e sono risultati associati a neutropenia severa circa nel 2,1% dei pazienti (0,5% dei cicli) e a morte in 1 caso.
Infezioni e infestazioni
Non comune: sono state osservate insufficienza renale, ipotensione o insufficienza cardiocircolatoria in pazienti che hanno avuto sepsi.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Sindrome colinergica acuta
Comune: è stata osservata una sindrome colinergica acuta transitoria severa nel 9% dei pazienti trattati in monoterapia e nell’1,4% dei pazienti trattati con la terapia in associazione. I sintomi principali sono stati definiti come diarrea precoce e vari altri sintomi come dolore addominale, congiuntivite, rinite, ipotensione, vasodilatazione, sudorazione, brividi, malessere, capogiri, disturbi visivi, miosi, lacrimazione e aumento della salivazione, comparsi durante o entro le prime 24 ore dopo l’infusione di Irinotecan Cloridrato Triidrato. Questi sintomi scompaiono dopo la somministrazione di atropina (vedere paragrafo 4.4).
L’astenia è risultata severa in meno del 10% dei pazienti trattati in monoterapia e nel 6,2% dei pazienti trattati con la terapia in associazione. Il rapporto causale con l’irinotecan non è stato chiaramente stabilito.
Si è verificata febbre in assenza di infezione e senza neutropenia severa concomitante, nel 12% dei pazienti trattati in monoterapia e nel 6,2% dei pazienti trattati con la terapia in associazione.
Non comune: sono state segnalate reazioni lievi nella sede di somministrazione dell’infusione.
Patologie cardiache
Raro: ipertensione durante o dopo l’infusione.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Non comune: malattia polmonare interstiziale che si presenta come infiltrati polmonari. Sono stati segnalati effetti iniziali come dispnea (vedere paragrafo 4.4).
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune: alopecia reversibile.
Non comune: reazioni cutanee lievi.
Disturbi del sistema immunitario
Non comune: reazioni allergiche lievi
Raro: reazioni anafilattiche/anafilattoidi.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Raro: sono stati segnalati effetti iniziali come contrazione o crampi muscolari e parestesia.
Esami diagnostici
Molto comune: nella terapia in associazione sono stati osservati livelli sierici transitori (gradi 1 e 2) di ALT (alanina aminotransferasi), AST (aspartato aminotransferasi), fosfatasi alcalina e bilirubina nel 15%, 11%, 11% e 10% dei pazienti, rispettivamente, in assenza di metastasi epatiche in progressione. Il grado 3 transitorio è stato osservato nello 0%, 0%, 0% e nell’1% dei pazienti, rispettivamente. Il grado 4 non è stato osservato.
Comune: in monoterapia, sono stati osservati aumenti transitori da lievi a moderati dei valori sierici di transaminasi, fosfatasi alcalina e bilirubina nel 9,2%, 8,1% e 1,8% dei pazienti, rispettivamente, in assenza di metastasi epatiche in progressione. Sono stati osservati aumenti transitori da lievi a moderati dei livelli sierici di creatinina nel 7,3% dei pazienti.
Raro: ipokaliemia e iponatremia per lo più associate a diarrea e vomito.
Molto raro: aumenti di amilasi e/o lipasi.
Patologie del sistema nervoso
Molto raro: disturbi transitori della parola associati all’infusione di irinotecan.
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Sono stati segnalati casi di sovradosaggio con dosi fino approssimativamente il doppio della dose terapeutica raccomandata, che possono essere fatali. Le reazioni avverse segnalate più significative sono state neutropenia severa e diarrea severa. Non sono disponibili antidoti noti per l’irinotecan. È necessario istituire la massima cura di supporto per prevenire la disidratazione dovuta alla diarrea e per trattare le complicazioni infettive.
Categoria farmacoterapeutica: Altri agenti antineoplastici, Codice ATC: L01XX19
Dati sperimentali
L’Irinotecan è un derivato semisintetico della camptotecina. È un agente antineoplastico che agisce come inibitore specifico della DNA topoisomerasi I. Viene metabolizzato dalla carbossilesterasi nella maggior parte dei tessuti in SN-38, che è risultato più attivo dell’irinotecan sulla topoisomerasi I purificata e più citotossico dell’irinotecan contro diverse linee cellulari di tumori murini e umani. L’inibizione della DNA topoisomerasi I da parte dell’irinotecan o dell’SN-38 induce lesioni alla catena singola del DNA che bloccano la forcella di replicazione del DNA e sono responsabili della citotossicità. Questa attività citotossica è risultata tempo-dipendente e specifica per la fase S.
In vitro, l’irinotecan e l’SN-38 non sono risultati significativamente riconosciuti dalla glicoproteina-MDR-P e manifestano attività citotossica contro le linee cellulari resistenti alla doxorubicina e alla vinblastina.
L’irinotecan ha inoltre un’ampia attività antitumorale in vivo contro modelli di tumori murini (adenocarcinoma del dotto pancreatico P03, adenocarcinoma mammario MA16/C, adenocarcinomi del colon C38 e C51) e contro xenotrapianti umani (adenocarcinoma del colon Co-4, adenocarcinoma mammario Mx-1, adenocarcinomi gastrici ST-15 e SC-16). L’irinotecan è inoltre attivo contro i tumori che esprimono la glicoproteina MDR-P (leucemie P388 resistenti a vincristina e doxorubicina).
Oltre all’attività antitumorale, l’effetto farmacologico più rilevante dell’irinotecan è l’inibizione dell’acetilcolinesterasi.
Dati clinici
In monoterapia:
Studi clinici di fase II/III sono stati effettuati con lo schema di trattamento di una dose ogni 3 settimane su più di 980 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto, dopo il fallimento del regime precedente con 5-FU. L’efficacia dell’irinotecan è stata valutata in 765 pazienti con progressione di malattia durante la terapia con 5-FU documentata all’inclusione nello studio.
| Fase III |
| Irinotecan versus terapia di supporto | Irinotecan versus 5-FU |
| Irinotecan cloridrato triidrato n=183 | Terapia di supporto n=90 | valore di p | Irinotecan cloridrato triidrato n=127 | 5-FU n=129 | valore di p |
Sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi (%) | NP | NP | | 33,5 * | 26,7 | p=0,03 |
Sopravvivenza a 12 mesi (%) | 36,2 * | 13,8 | p=0,0001 | 44,8 * | 32,4 | p=0,0351 |
Sopravvivenza mediana (Mesi) | 9,2* | 6,5 | p=0,0001 | 10,8* | 8,5 | p=0,0351 |
NP: Non pertinente
*: Differenza statisticamente significativa
Negli studi clinici di fase II, condotti su 455 pazienti trattati con lo schema di trattamento ogni 3 settimane, la sopravvivenza libera da progressione a 6 mesi è stata del 30% e la sopravvivenza mediana è stata di 9 mesi. Il tempo mediano alla progressione è stato di 18 settimane.
Inoltre, sono stati condotti studi non comparativi di fase II su 304 pazienti trattati secondo uno schema di trattamento settimanale, alla dose di 125 mg/m² somministrata in infusione endovenosa di oltre 90 minuti per 4 settimane consecutive, seguite da 2 settimane di riposo. In questi studi, il tempo mediano alla progressione è stato di 17 settimane e la sopravvivenza mediana è stata di 10 mesi. Un profilo di sicurezza simile è stato osservato in 193 pazienti trattati con lo schema di trattamento settimanale alla dose iniziale di 125 mg/m², rispetto allo schema di trattamento ogni 3 settimane. Il tempo mediano di comparsa della prima evacuazione liquida è stato l’undicesimo giorno.
Terapia in associazione:
È stato condotto uno studio di fase III su 385 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto non trattati precedentemente, trattati con lo schema di trattamento ogni 2 settimane (vedere paragrafo 4.2) o settimanale. Nel regime con somministrazione ogni 2 settimane, al giorno 1, la somministrazione di Irinotecan Cloridrato Triidrato alla dose di 180 mg/m² una volta ogni 2 settimane è seguita dall’infusione di acido folinico (200 mg/m² in un’infusione endovenosa di 2 ore) e 5-fluorouracile (400 mg/m² come bolo endovenoso, seguiti da 600 mg/m² in un’infusione endovenosa di 22 ore). Al giorno 2 sono somministrati acido folinico e 5-fluorouracile alle stesse dosi e con lo stesso schema. Nello schema settimanale, la somministrazione di irinotecan alla dose di 80 mg/m² è seguita dall’infusione di acido folinico (500 mg/m² in un’infusione endovenosa di 2 ore) e poi da 5-fluorouracile (2300 mg/m² in un’infusione endovenosa di 24 ore) per 6 settimane.
Nello studio sulla terapia in associazione con i 2 schemi posologici descritti sopra, l’efficacia di Irinotecan è stata valutata in 198 trattati pazienti:
| Regimi combinati (n=198) | Schema settimanale (n=50) | Schema ogni 2 settimane (n=148) |
| Irinotecan cloridrato triidrato +5-FU/FA | 5-FU/FA | Irinotecan cloridrato triidrato +5-FU/FA | 5-FU/FA | Irinotecan cloridrato triidrato +5-FU/FA | 5-FU/FA |
Tasso di risposta (%) | 40,8 * | 23,1 * | 51,2 * | 28,6 * | 37,5 * | 21,6 * |
valore di p | p<0,001 | p=0,045 | p=0,005 |
Tempo medio alla progressione (mesi) | 6,7 | 4,4 | 7,2 | 6,5 | 6,5 | 3,7 |
valore di p | p<0,001 | NS | p=0,001 |
Durata mediana della risposta (mesi) | 9,3 | 8,8 | 8,9 | 6,7 | 9,3 | 9,5 |
valore di p | NS | p=0,043 | NS |
Durata mediana della risposta e stabilizzazione (mesi) | 8,6 | 6,2 | 8,3 | 6,7 | 8,5 | 5,6 |
valore di p | p<0,001 | NS | p=0,003 | |
Tempo medio al fallimento del trattamento (mesi) | 5,3 | 3,8 | 5,4 | 5,0 | 5,1 | 3,0 | |
valore di p | p=0,0014 | NS | p<0,001 | |
Mediana di sopravvivenza (mesi) | 16,8 | 14,0 | 19,2 | 14,1 | 15,6 | 13,0 | |
valore di p | p=0,028 | NS | p=0,041 | |
5-FU: 5-fluorouracile
FA: acido folinico
NS: non significativo
*: Come dall’analisi della popolazione secondo il protocollo
Nello schema settimanale, l’incidenza di diarrea grave è stata del 44,4% nei pazienti trattati con irinotecan in associazione con 5-FU/FA e del 25,6% nei pazienti trattati con 5-FU/FA da solo. L’incidenza di neutropenia grave (conta dei neutrofili <500 cellule/mm³) è risultata del 5,8% nei pazienti trattati con irinotecan in associazione con 5-FU/FA e del 2,4% nei pazienti trattati con 5-FU/FA in monoterapia.
Inoltre il tempo mediano per definire il deterioramento del Performance Status è risultato significativamente più lungo nel gruppo trattato con irinotecan in associazione rispetto al gruppo trattato con 5-FU/FA (p=0,046) in monoterapia.
La qualità della vita è stata esaminata in questo studio di fase III utilizzando il questionario EORTC QLQ-C30. Il tempo di comparsa di un deterioramento definitivo è avvenuto sempre più tardi nei gruppi trattati con irinotecan. L’evoluzione dello stato di salute globale/qualità della vita è risultata lievemente migliore, anche se non significativamente, nel gruppo trattato con irinotecan in associazione, che dimostra che è possibile raggiungere l’efficacia di irinotecan in associazione senza influire sulla qualità di vita.
In associazione con cetuximab:
L’efficacia dell’associazione di cetuximab con irinotecan è stata studiata in due studi clinici. Un totale di 356 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto esprimente EGFR che avevano recentemente fallito la terapia citotossica comprendente irinotecan e che avevano un Performance Status minimo di Karnofsky di 60, ma la maggior parte dei quali aveva un Performance Status di Karnofsky di ≥80 hanno ricevuto la terapia in associazione.
EMR 62 202-007: questo studio randomizzato ha confrontato l’associazione di cetuximab e irinotecan (218 pazienti) con cetuximab in monoterapia (111 pazienti).
IMCL CP02-9923: questo studio aperto a singolo braccio ha studiato la terapia in associazione in 138 pazienti.
I dati di efficacia forniti da questi studi sono riassunti sotto:
Studio | N | ORR | DCR | PFS (mesi) | OS (mesi) |
| | n (%) | IC 95% | n (%) | IC 95% | Mediana | IC 95% | Mediana | IC 95% |
Cetuximab + Irinotecan |
EMR 62 202-007 | 218 | 50 (22,9) | 17,5, 29,1 | 121 (55,5) | 48,6, 62,2 | 4,1 | 2,8, 4,3 | 8,6 | 7,6, 9,6 |
IMCL CP02-9923 | 138 | 21 (15,2) | 9,7, 22,3 | 84 (60,9) | 52,2, 69,1 | 2,9 | 2,6, 4,1 | 8,4 | 7,2, 10,3 |
Cetuximab |
EMR 62 202-007 | 111 | 12 (10,8) | 5,7, 18,1 | 36 (32,4) | 23,9, 42,0 | 1,5 | 1,4, 2,0 | 6,9 | 5,6, 9,1 |
CI = intervallo di confidenza, DCR = tasso di controllo della malattia (pazienti con risposta completa, risposta parziale, o malattia stabile per almeno 6 settimane), ORR = tasso di risposta obiettivo (pazienti con risposta completa o risposta parziale), OS = tempo di sopravvivenza globale, PFS = sopravvivenza libera da progressione
L’efficacia dell’associazione del cetuximab con irinotecan è risultata superiore a quella del cetuximab in monoterapia, in termini di tasso di risposta obiettivo (ORR), tasso di controllo della malattia (DCR) e sopravvivenza libera da progressione (PFS). Nello studio randomizzato, non sono stati dimostrati effetti sulla sopravvivenza globale (rapporto di rischio 0,91, p = 0,48).
In associazione con bevazicumab:
Uno studio clinico di fase III randomizzato, in doppio cieco, con controllo attivo ha valutato il bevacizumab in associazione con irinotecan/5-FU/FA come trattamento di prima linea per il carcinoma metastatico del colon o del retto (studio AVF2107g). L’aggiunta di bevacizumab all’associazione di irinotecan/5-FU/FA ha prodotto un aumento statisticamente significativo della sopravvivenza globale. Il beneficio clinico, misurato dalla sopravvivenza globale, è stato osservato in tutti i sottogruppi di pazienti pre-specificati, inclusi quelli definiti da età, sesso, Performance Status, sede del tumore primario, numero di organi coinvolti e durata della malattia metastatica. Vedere anche il riassunto delle caratteristiche del prodotto del bevacizumab. I risultati in termini di efficacia dello studio AVF2107g sono riassunti nella tabella sotto.
| AVF2107g |
| Braccio 1 Irinotecan/ 5-FU/FA Placebo | Braccio 2 Irinotecan/5-FU/FA Avastin a |
Numero di pazienti | 411 | 402 |
Sopravvivenza globale | | |
Tempo mediano (mesi) | 15,6 | 20,3 |
Intervallo di confidenza 95% | 14,29 – 16,99 | 18,46 – 24,18 |
Rapporto di rischiob | | 0,660 |
valore di p | | 0,00004 |
Sopravvivenza libera da progressione | | |
Tempo mediano (mesi) | 6,2 | 10,6 |
Rapporto di rischio | | 0,54 |
valore di p | | <0,0001 |
Tasso di risposta complessivo | | |
Tasso (%) | 34,8 | 44,8 |
Intervallo di confidenza 95% | 30,2 – 39,6 | 39,9 – 49,8 |
valore di p | | 0,0036 |
Durata della risposta | | |
Tempo mediano (mesi) | 7,1 | 10,4 |
25–75 percentile (mesi) | 4,7 – 11,8 | 6,7 – 15,0 |
a5 mg/kg ogni 2 settimane. bRelativo al braccio di controllo.
Dati farmacocinetici/farmacodinamici
L’intensità delle principali tossicità incontrate con l’irinotecan (ad es., leuconeutropenia e diarrea) è correlata alla concentrazione (AUC) del farmaco progenitore e del metabolita SN-38. Sono state osservate correlazioni significative tra la tossicità ematologica (riduzione di globuli bianchi e neutrofili al valore minimo) o intensità della diarrea e i valori di AUC sia dell’irinotecan sia del metabolita SN-38 in monoterapia.
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In uno studio di fase I su 60 pazienti, nei quali è stato usato un regime posologico di infusione endovenosa per 30 minuti di 100-750 mg/m² ogni tre settimane, l’irinotecan ha mostrato un profilo di eliminazione bifasico o trifasico. L’eliminazione plasmatica media è risultata 15 L/h/m² e il volume di distribuzione allo stato stazionario (Vss): 157 l/m². L’emivita plasmatica media della prima fase del modello trifasico è risultata di 12 minuti, quella della seconda fase di 2,5 ore, e l’emivita della fase terminale è risultata di 14,2 ore. L’SN-38 ha manifestato un profilo di eliminazione bifasica con un’emivita media di eliminazione terminale di 13,8 ore. Alla fine dell’infusione, alla dose raccomandata di 350 mg/m², le concentrazioni plasmatiche massime medie di irinotecan e SN-38 sono state 7,7 mcg/ml e 56 ng/ml, rispettivamente, e i valori medi dell’area sotto la curva (AUC) sono stati 34 mcg.h/ml e 451 ng.h/ml, rispettivamente. Generalmente è stata osservata una grande variabilità interindividuale dei parametri farmacocinetici per l’SN-38.
Un’analisi farmacocinetica di popolazione con l’irinotecan è stata effettuata in 148 pazienti con carcinoma metastatico del colon-retto, trattati con vari schemi ed a dosi differenti negli studi di fase II. I parametri farmacocinetici stimati con un modello tricompartimentale sono risultati simili a quelli osservati negli studi di fase I. Tutti gli studi hanno dimostrato che la concentrazione di irinotecan (CPT-11) e SN-38 aumentano proporzionalmente con la dose somministrata di CPT-11; la loro farmacocinetica è indipendente dal numero di cicli precedenti e dallo schema di somministrazione.
In vitro, il legame con le proteine plasmatiche di irinotecan e SN-38 è risultato circa 65% e 95% rispettivamente.
Gli studi di equilibrio di massa e di metabolismo con il farmaco marcato con 14 C hanno dimostrato che più del 50% di una dose di irinotecan somministrata per via endovenosa viene escreto come farmaco immodificato, con il 33% nelle feci, principalmente tramite la bile, e il 22% nelle urine.
Due percorsi metabolici sono responsabili ciascuno per il 12% della dose:
• idrolisi mediante carbossilesterasi nel metabolita attivo SN-38. L’SN-38 viene principalmente eliminato mediante glucuronizzazione, e ulteriormente mediante escrezione biliare e renale (meno dello 0,5% della dose di irinotecan). L’SN-38 glucuronato viene successivamente probabilmente idrolizzato nell’intestino.
• ossidazioni dipendenti dagli enzimi del citocromo P450 3A risultanti nell’apertura dell’anello piperidinico esterno con formazione di APC (derivato dell’acido aminopentanoico) e NPC (derivato dell’amina primaria) (vedere paragrafo 4.5).
L’irinotecan immodificato è la maggiore entità nel plasma, seguito da APC, SN-38 glucuronide e SN-38. Soltanto l’SN-38 ha un’attività citotossica significativa.
L’eliminazione dell’irinotecan è ridotta circa del 40% nei pazienti con bilirubinemia tra 1,5 e 3 volte il limite superiore della norma. In questi pazienti una dose di irinotecan di 200 mg/m² porta a una concentrazione plasmatica del farmaco paragonabile a quella osservata con 350 mg/m² nei pazienti oncologici con parametri epatici normali.
L’irinotecan e l’SN-38 si sono dimostrati mutageni in vitro nel test di aberrazione cromosomica sulle cellule di CHO e in vivo nel test del micronucleo nel topo.
Tuttavia, essi hanno dimostrato di essere privi di qualsiasi potenziale mutageno nel test di Ames.
Nei ratti trattati una volta alla settimana per 13 settimane con la dose massima di 150 mg/m² (che è meno della metà della dose raccomandata nell’uomo), non sono stati riferiti tumori correlati al trattamento 91 settimane dopo la fine del trattamento.
Sono stati condotti studi di tossicità con somministrazione di dosi singole o ripetute con Irinotecan in topi, ratti e cani. Gli effetti tossici principali sono stati osservati nei sistemi ematopoietico e linfatico. Nei cani, è stata riferita diarrea ritardata associata ad atrofia e necrosi focale della mucosa intestinale. Nei cani è stata anche osservata alopecia. La severità di questi effetti era correlata alla dose e reversibile.
Sorbitolo E420
Acido lattico
Sodio idrossido (per la regolazione del pH)
Acido cloridrico (per la regolazione del pH)
Acqua per preparazioni iniettabili
Questo farmaco non deve essere miscelato con altri farmaci, eccetto quelli menzionati al paragrafo 6.6 (vedere anche paragrafo 4.2).
Flaconcino prima dell’apertura
2 anni.
Dopo l’apertura
Il contenuto del flaconcino deve essere usato immediatamente dopo la prima apertura del flaconcino.
Dopo la diluizione
La stabilità chimica e fisica del farmaco durante l’uso dopo la diluizione nelle soluzioni consigliate per l’infusione (vedere paragrafo 6.6) è stata dimostrata per 24 ore a 15-25°C e per 48 ore a 2-8°C. Dal punto di vista microbiologico, a meno che i metodi di apertura e diluizione precludano il rischio di contaminazione microbica, il prodotto deve essere utilizzato immediatamente dopo la diluizione.
Se non usato immediatamente, i tempi e le condizioni di conservazione durante l’uso sono responsabilità dell’utilizzatore.
Conservare a temperatura inferiore a 25°C. Conservare nella confezione originale per proteggere il farmaco dalla luce.
Non congelare.
Per le condizioni di conservazione del farmaco diluito, vedere paragrafo 6.3.
Per 2 ml,
Il concentrato per soluzione per infusione è contenuto in un flaconcino di vetro color ambra da 2 ml di Tipo I con tappo in gomma clorobutilica e sigillo flip-off in alluminio.
Per 5 ml,
Il concentrato per soluzione per infusione è contenuto in un flaconcino di vetro color ambra da 5 ml di Tipo I con tappo in gomma clorobutilica e sigillo flip-off in alluminio.
Dimensioni delle confezioni:
1 flaconcino da 2 ml
1 flaconcino da 5 ml
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Manipolazione
Come per tutti gli agenti antineoplastici, l’irinotecan deve essere preparato e maneggiato con cautela. La diluizione deve essere effettuata in condizioni asettiche da personale addestrato in un’area dedicata. Si devono adottare precauzioni per evitare il contatto con la pelle e le mucose.
Istruzioni per la diluizione
Irinotecan concentrato per soluzione per infusione è inteso per l’infusione endovenosa soltanto dopo la diluizione prima della somministrazione nei diluenti consigliati, o sodio cloruro 0,9% soluzione per infusione o glucosio 5% soluzione per infusione. In condizioni asettiche, aspirare la quantità richiesta di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione dal flaconcino per mezzo di una siringa graduata e iniettarlo in una sacca o in un flacone per infusione da 250 ml. L’infusione deve essere poi perfettamente mescolata mediante rotazione manuale.
Se si osserva la presenza di precipitato nei flaconcini o dopo la ricostituzione, gettare via il prodotto secondo le procedure standard per gli agenti citotossici.
Istruzioni per la protezione per la preparazione di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione
1. Utilizzare la camera protettiva e indossare i guanti protettivi e il camice protettivo. Se non è disponibile una camera protettiva utilizzare la maschera per la bocca e gli occhiali protettivi.
2. Contenitori aperti, come flaconcini per l’iniezione e flaconi per l’infusione e cannule, siringhe, cateteri, tubi usati e residui di sostanze citostatiche devono essere considerati rifiuti pericolosi e devono essere smaltiti secondo le linee guida locali per la manipolazione dei RIFIUTI PERICOLOSI.
3. Seguire le istruzioni sotto in caso di dispersione:
indossare indumenti protettivi
raccogliere il vetro rotto e metterlo nel contenitore per i RIFIUTI PERICOLOSI
lavare le superfici contaminate correttamente con abbondanti quantità di acqua fredda
pulire correttamente le superfici lavate e smaltire i materiali usati per la pulizia come RIFIUTI PERICOLOSI
4. Nel caso in cui Irinotecan concentrato per soluzione per infusione venisse a contatto con la pelle, sciacquare l’area con abbondante acqua corrente e poi lavarla con acqua e sapone. In caso di contatto con le membrane mucose, lavare l’area che è venuta a contatto correttamente con acqua. In caso si avverta qualsiasi disturbo, rivolgersi ad un medico.
5. In caso di contatto di Irinotecan concentrato per soluzione per infusione con gli occhi, lavarli accuratamente con acqua abbondante. Rivolgersi immediatamente a un oftalmologo.
Smaltimento
Tutti i materiali utilizzati per la preparazione, la somministrazione o altrimenti venuti a contatto con Irinotecan devono essere smaltiti secondo le linee guida locali per la manipolazione dei composti citotossici.
Accord Healthcare Limited,
Sage House,
319 Pinner Road,
North Harrow,
Middlesex,
HA1 4HF,
Regno Unito
AIC n. 038751018/M - "20 mg/ml concentrato per soluzione per infusione" 1 flaconcino di vetro da 2 ml
AIC n. 038751020/M - "20 mg/ml concentrato per soluzione per infusione" 1 flaconcino di vetro da 5 ml
Novembre 2009