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ITRACONAZOLO RATIOPHARM
Una capsula contiene 100 mg di itraconazolo.
Per gli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Capsula rigida.
Capsula rigida di gelatina, allungata di colore rosso opaco (dimensione 0).
L’itraconazolo è indicato per il trattamento delle seguenti infezioni micotiche qualora si pensi siano suscettibili: candidiasi vulvovaginale, candidiasi orale, pitiriasi versicolor, micosi cutanee, micosi ungueali (causata da dermatofiti e lieviti).
Si deve prestare attenzione alle linee guida ufficiali riguardanti l’uso appropriato degli agenti antimicotici.
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Le capsule di itraconazolo sono per uso orale.
Le capsule devono essere assunte immediatamente dopo i pasti.
Le capsule devono essere inghiottite intere.
Adulti
Candidiasi vulvovaginale:
200 mg la mattina e 200 mg la sera per 1 giorno.
Candidiasi orale:
100 mg una volta al giorno per 2 settimane.
Pitiriasi versicolor:
200 mg una volta al giorno per 1 settimana.
Tinea corporis/cruris:
200 mg una volta al giorno per 7 giorni
oppure
100 mg una volta al giorno per 2 settimane.
Tinea pedis/manus:
200 mg due volte al giorno per 7 giorni
oppure
100 mg due volte al giorno per 4 settimane.
Onicomicosi:
terapia a cicli di trattamento:
Unghie delle dita dei piedi con o senza infezione alle unghie delle mani:
200 mg due volte al giorno per 7 giorni, seguiti da un intervallo di 3 settimane, per un totale di 3 cicli.
Unghie delle dita delle mani:
200 mg due volte al giorno per 7 giorni, seguiti da un intervallo di 3 settimane, per un totale di 2 cicli.
oppure:
Unghie delle dita dei piedi con o senza infezione alle unghie delle mani:
200 mg una volta al giorno per 3 mesi.
Unghie delle dita delle mani:
200 mg una volta al giorno fino a 3 mesi.
Per l’infezione della pelle gli effetti clinici massimi si raggiungono entro 1-4 settimane dopo la sospensione del trattamento e per le infezioni alle unghie in 6-9 mesi dopo la sospensione del trattamento. Ciò avviene poiché le eliminazioni di itraconazolo dalla pelle e dalle unghie è più lenta che dal plasma.
Bambini (al di sotto dei 12 anni)
Vi sono dati insufficienti circa l’itraconazolo sui bambini perché il suo uso sia raccomandato, a meno che i potenziali benefici superino i rischi (vedere paragrafo 4.4).
Anziani
Non vi sono dati sufficienti circa l’itraconazolo sugli anziani perché il suo uso sia raccomandato, a meno che i potenziali benefici superino i rischi.
Alterazione della funzionalità epatica
L’itraconazolo è metabolizzato principalmente nel fegato. Si è osservata una leggera diminuzione della biodisponibilità in pazienti cirrotici, benché ciò non sia statisticamente significativo. L’emivita di eliminazione era significativamente aumentata. La dose deve essere aggiustata se necessario. Può essere necessario il monitoraggio dei livelli plasmatici (vedere paragrafo 4.4).
Alterazione della funzionalità renale
La biodisponibilità orale di itraconazolo può essere inferiore in pazienti con insufficienza renale. Può essere considerato un adeguamento della dose. Può essere necessario il monitoraggio dei livelli plasmatici. L’itraconazolo non può essere eliminato con la dialisi (vedere paragrafo 4.4).
Diminuzione dell’acidità gastrica
L’assorbimento di itraconazolo viene compromesso quando l’acidità gastrica è diminuita.
Per informazioni sui pazienti con acloridria e sui pazienti che assumono inibitori della secrezione acida o farmaci che neutralizzano l’acidità, vedere paragrafo 4.4.
La compromissione dell’assorbimento in pazienti neutropenici e con AIDS può portare a livelli bassi di itraconazolo nel sangue e a mancanza di efficacia. In tali casi è indicato il monitoraggio dei livelli plasmatici e se necessario un aumento della dose di itraconazolo fino a 200 mg 2 volte al giorno.
L’itraconazolo è controindicato in:
• ipersensibilità verso l’itraconazolo o uno qualsiasi degli eccipienti.
• gravidanza (vedere paragrafo 4.6)
L’itraconazolo è controindicato in pazienti che assumono terfenadina, astemizolo, mizolastina, cisapride, dofetilide, chinidina, pimozide, inibitori dell’HMG-CoA riduttasi metabolizzato dal CYP3A4 come la simvastatina, l’atorvastatina e la lovastatina, triazolam, midazolam per via orale e gli alcaloidi dell’ergot (vedere paragrafo 4.5).
Non vi sono informazioni riguardo all’ipersensibilità incrociata tra itraconazolo e altri agenti antimicotici azolici. Occorre prestare attenzione nel prescrivere itraconazolo a pazienti con ipersensibilità verso altri agenti azolici.
Vi è solamente una limitata esperienza clinica circa l’uso di itraconazolo nei bambini.
Itraconazolo ratiopharm 100 mg capsule non deve, perciò, essere somministrato ai bambini, eccetto quei casi in cui gli effetti positivi attesi superino i potenziali rischi.
Pazienti con funzione epatica compromessa
L’itraconazolo è metabolizzato principalmente nel fegato. L’emivita di elimizione è più lunga e la biodisponibilità è inferiore in pazienti con cirrosi. Può essere necessario un adeguamento della dose.
Pazienti con compromissione renale
La biodisponbilità orale dell’itraconazolo è inferiore in alcuni pazienti con insufficienza renale. Si può considerare un aggiustamento della dose.
In uno studio su volontari sani con itraconazolo per via intravenosa, è stata osservata una diminuzione transitoria asintomatica della frazione di eiezione del ventricolo sinistro.
È stato dimostrato che l’itraconazolo ha un effetto inotropico negativo ed è stato associato con casi di insufficienza cardiaca congestizia. L’itraconazolo non deve essere utilizzato in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia o con anamnesi di insufficienza cardiaca congestizia a meno che i benefici non superino nettamente i rischi. Occorre considerare per la valutazione individuale dei rischi/benefici i fattori come la gravità dell’indicazione, la dose e la durata del trattamento e i fattori di rischio individuali per l’insufficienza cardiaca congestizia. Occorre informare questi pazienti dei segni e sintomi dell’insufficienza cardiaca congestizia, e devono essere trattati con cautela e devono essere monitorati alla ricerca di segni e sintomi dell’insufficienza cardiaca congestizia durante il trattamento; se tali segni o sintomi dovessero verificarsi durante il trattamento, sospendere l’uso di itraconazolo.
Diminuzione dell’acidità gastrica
L’assorbimento di itraconazolo viene compromesso quando l’acidità gastrica è diminuita.
I pazienti che assumono anche farmaci che neutralizzano l’acidità (come idrossido di alluminio), devono assumere questi farmaci almeno 2 ore dopo l’assunzione delle capsule di itraconazolo.
Si consiglia di somministrare le capsule di itraconazolo con liquidi che contengono CO2 in quei pazienti con acloridria come ad esempio alcuni pazienti con AIDS e pazienti che assumono soppressori della secrezione acida (quali antagonisti H2, inibitori della pompa protonica).
Si sono verificati casi molto rari di epatotossicità grave, inclusi alcuni casi di insufficienza epatica acuta letale, con l’uso di itraconazolo. Alcuni di questi casi hanno coinvolto pazienti che non avevano epatopatie preesistenti. Alcuni di questi casi si sono osservati entro il primo mese del trattamento, alcuni addirittura entro la prima settimana. Si deve considerare la possibilità di un monitoraggio della funzione epatica in pazienti che ricevono il trattamento con itraconazolo. I pazienti devono essere istruiti a riferire immediatamente ai loro medici i segni e i sintomi dell’epatite come anoressia, nausea, vomito, fatica, dolore addominale o urine scure. In questi pazienti il trattamento deve essere immediatamente sospeso e occorre procedere al monitoraggio epatico. Molti casi di epatotossicità grave hanno coinvolto pazienti che avevano una epatopatia preesistente, erano trattati per altre indicazioni sistemiche, avevano altre significative condizioni mediche e/o assumevano altri farmaci epatotossici. Non si deve iniziare il trattamento in pazienti con aumentati enzimi epatici o con epatopatie attive, o che hanno già sofferto di tossicità epatica con altri farmaci, a meno che il beneficio atteso superi il rischio di un danno epatico. In tali casi è necessario il monitoraggio degli enzimi epatici.
Se si verifica neuropatia, che può essere attribuita all’itraconazolo, il trattamento deve essere sospeso.
Si deve usare cautela, quando l’itraconazolo viene co- somministrato agli inibitori dei canali del calcio (vedere paragrafo 4.5).
L’itraconazolo è un potente inibitore del CYP3A4. L’uso di itraconazolo in concomitanza con farmaci metabolizzati dal CYP3A4 può portare a interazioni clinicamente rilevanti (vedere paragrafo 4.5).
L’itraconazolo non deve essere usato prima di due settimane dopo la sospensione del trattamento con farmaci induttori del CYP3A4 (rifampicina, rifabutina, fenobarbitale, fenitoina, carbamazepina, iperico (erba di S.Giovanni). L’uso di itraconazolo con questi farmaci può portare a livelli plasmatici subterapeutici di itraconazolo e quindi all’insuccesso del trattamento.
Questo farmaco contiene zucchero. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento di glucosio-galattosio o insufficienza di sucrasi- isomaltasi non devono assumere questo farmaco.
Ceppi di Candide resistenti al fluconazolo non possono essere considerati suscettibili all’itraconazolo. Idealmente si deve fare il test di suscettibilità prima dell’inizio della terapia con itraconazolo.
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Effetti di altri medicinali sull’itraconazolo
L’itraconazolo è metabolizzato principalmente dal CYP3A4.
Induttori del CYP3A4
Studi di interazione sono stati condotti con rifampicina, rifabutina e fenitoina che sono dei potenti induttori di CYP3A4. La biodisponibilità di itraconazolo e idrossitraconazolo è diminuita al punto che l’efficacia può essere considerevolmente ridotta.
La combinazione di itraconazolo con potenti induttori di questo enzima non è raccomandata. Ci si deve aspettare effetti simili per altri induttori di questo enzima come carbamazepina, fenobarbitale e isoniazide.
Inoltre non si deve somministrare l’itraconazolo prima di due settimane dalla sospensione del trattamento con qualsiasi farmaco induttore del CYP3A4.
Inibitori del CYP3A4
L’itraconazolo è principalmente metabolizzato dal CYP3A4, potenti inibitori di questo enzima possono incrementare la biodisponibilità di itraconazolo. Per esempio: ritonavir, indinavir, sequinavir, sildenafil, tadalafil, alcuni agenti antineoplastici, sirolimus, claritromicina ed eritromicina.
Omeprazolo
Quando l’itraconazolo viene somministrato con omeprazolo (inibitore della pompa protonica), l’esposizione dell’itraconazolo è ridotta del 65%. L’interazione è probabilmente dovuta alla riduzione dell’assorbimento, che è dipendente dal pH. Con altri inibitori della pompa protonica ci si aspetta un comportamento simile (vedere paragrafo 4.2 e 4.4).
Effetti dell’itraconazolo sul metabolismo di altri farmaci
L’itraconazolo è un potente inibitore del CYP3A4 e inibisce il metabolismo dei farmaci che sono substrati di questo enzima. La somministrazione concomitante di farmaci che sono substrati del CYP3A4 con itraconazolo, può portare ad un incremento e/o ad un prolungamento degli effetti, e ad un aumentato rischio degli effetti collaterali.
Le combinazioni controindicate sono:
Terfenadina, astemizolo, pimozide, cisapride, triazolam, midazolam somministrato oralmente, dofetilide, mizolastina, chinidina, inibitori dell’HMG-CoA riduttasi metabolizzato dal CYP3A4 come la simvastatina, l’atorvastatina e la lovastatina, gli alcaloidi dell’ergot (ergotamina, diidroergotamina).
Uso concomitante con i seguenti farmaci può richiedere un aggiustamento della dose
Occorre usare cautela nella somministrazione di itraconazolo con altri substrati del CYP3A4. Occorre monitorare i livelli plasmatici, gli effetti e gli effetti collaterali del farmaco co-somministrato e può essere necessario un aggiustamento della dose. È da notare che la seguente lista non è completa e l’itraconazolo può interagire con altri farmaci metabolizzati dal CYP3A4.
Bloccanti del canale del Calcio metabolizzati dal CYP3A4 (diidropiridine, verapamil).
Anticoagulanti orali
L’itraconazolo può potenziare l’effetto della warfarina. È raccomandato il monitoraggio del tempo di protrombina se tale combinazione viene utilizzata.
Inibitori della proteasi dell’HIV come ritonavir, indinavir, sequinavir
Dato che gli inibitori della proteasi dell’HIV sono principalmente metabolizzati dal CYP3A4 ci si aspetta un incremento delle concentrazioni plasmatiche se usati concomitantemente.
Agenti per il trattamento della disfunzione erettile come sildenafil e tadalafil
L’itraconazolo può aumentare i livelli plasmatici di questi farmaci con possibili effetti indesiderati come conseguenza.
Alcuni agenti antitumorali quali alcaloidi della Vinca, busulfan, docetaxel e trimetrexato
L’itraconazolo può inibire il metabolismo di questi farmaci. La clearance di busulfan si è ridotta del 20% se somministrato in concomitanza con itraconazolo.
Alcuni agenti immunosoppressivi: ciclosporina, tacrolimus, sirolimus
L’itraconazolo può aumentare i livelli plasmatici di questi farmaci con possibili effetti indesiderati come conseguenza. La concentrazione plasmatica di ciclosporina, tacrolimus e sirolimus deve essere monitorata se usati assieme con itraconazolo.
Digossina e substrati del P-gp
L’itraconazolo sembra inibire la P-gp. La somministrazione concomitante della digossina e dell’itraconazolo ha portato ad un incremento delle concentrazioni plasmatiche della digossina con sintomi della tossicità tipici della digossina. La diminuzione della clearance urinaria della digossina ha suggerito che l’itraconazolo può inibire l’azione della glicoproteina P che trasporta la digossina fuori dalle cellule tubulari renali fino alle urine. I livelli plasmatici di digossina devono essere strettamente monitorati durante la somministrazione concomitante con itraconazolo.
Desametasone
L’Itraconazolo riduce la clearance della somministrazione per via intravenosa del desametasone del 68%.
Metilprednisolone
L’itraconazolo inibisce il metabolismo del metilprednisolone. È stato osservato un incremento di 4 volte dell’esposizione e di 2 volte dell’emivita. Vi è un rischio di effetti collaterali steroidei, in particolare durante un lungo trattamento se la dose non viene adeguata.
Alprazolam
Una somministrazione concomitante di itraconazolo e alprazolam porta ad una inibizione del 60% della clearance dell’alprazolam. Un incremento della concentrazione plasmatica può potenziare e prolungare gli effetti ipnotici e sedativi.
Buspirone
Una somministrazione concomitante di itraconazolo e buspirone (come singola dose orale) risulta in un incremento significativo (19 volte) nella biodisponibilità. È necessario un adeguamento della dose quando l’itraconazolo e buspirone devono essere somministrati in concomitanza.
Altri (carbamazepina, alfentanil, brotizolam, midazolam IV, rifabutina, ebastina, reboxetina)
L’importanza della concentrazione aumenta e la rilevanza clinica di questi cambiamenti durante la co-somministrazione con itraconazolo rimane da stabilire.
L’itraconazolo è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Ci sono solo dati limitati circa l’uso di capsule contenenti itraconazolo in donne in gravidanza. Sono stati riportati brevemente casi di anomalie congenite subito dopo la commercializzazione, quali malformazioni del sistema scheletrico, del tratto urogenitale così come del sistema cardiovascolare e degli occhi. I dati epidemiologici riguardanti l’uso di itraconazolo durante i primi tre mesi di gravidanza (principalmente con trattamenti brevi) non mostrarono un maggiore rischio di malformazioni. Studi sugli animali hanno mostrato tossicità della riproduzione (vedere paragrafo 5.3).
Donne in età fertile
Le donne in età fertile devono usare un buon metodo di contraccezione durante e fino a 4 settimane dopo il trattamento con itraconazolo.
Allattamento
L’itraconazolo è escreto nel latte materno. I benefici attesi dalla terapia con itraconazolo devono superare i rischi dell’allattamento. Occorre prendere una decisione se sospendere l’allattamento o interrompere/astenersi dalla terapia con itraconazolo.
L’itraconazolo non ha o ha una minima influenza sulla capacità di guidare e di usare macchinari.
Approssimativamente il 9% dei pazienti possono avere reazioni avverse durante l’assunzione di itraconazolo. L’incidenza di eventi avversi era maggiore (circa del 15%) specialmente in pazienti che ricevevano un trattamento continuativo prolungato (circa 1 mese). Le reazioni avverse riportate più frequentemente erano di origine gastrointestinale, epatica e dermatologica.
All’interno di ciascuna divisione del sistema anatomico, le reazioni avverse al farmaco sono ordinate secondo la classificazione delle frequenze riportate, usando la seguente convenzione:
Molto comuni (> 1/10)
Comuni (>1/100, <1/10)
Non comuni (>1/1000, <1/100)
Rari (> 1/10000, <1/1000)
Molto rari (<1/10000) inclusi casi isolati.
Basandosi sulle esperienze di post-marketing le seguenti reazioni avverse sono state riportate come molto rare (≤1/10,000):
Alterazioni del sistema immunitario
Reazioni allergiche anafilattiche e anafilattoidi.
Alterazioni del metabolismo e della nutrizione
Ipokalemia e ipertrigliceridemia.
Alterazioni del sistema nervoso
Neuropatia periferica, cefalea, vertigini.
Alterazioni del sistema cardiovascolare
Insufficienza cardiaca congestizia.
Alterazioni dell’apparato respiratorio, toracico e del mediastino
Edema polmonare.
Alterazioni dell’apparato gastrointestinale
Dolori addominali, vomito, nausea, dispepsia, diarrea e costipazione.
Alterazioni del sistema epatobiliare
Insufficienza epatica acuta letale, grave epatotossicità, epatite, aumenti reversibili degli enzimi epatici.
Alterazioni della cute e del tessuto sottocutaneo
Sindrome di Stevens-Johnsons, angioedema, orticaria, alopecia, rash e prurito.
Disordini del sistema riproduttivo e della mammella
Alterazioni mestruali.
Alterazioni generali e Alterazioni del sito di somministrazione
Reazioni allergiche ed edema.
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Possono manifestarsi e diventare più gravi: nausea, dolori addominali, vertigini, cefalea e altri eventi avversi descritti (vedere paragrafo 4.8). Nel caso di sovradosaggio accidentale, i pazienti devono essere trattati sintomaticamente con misure di supporto. Entro la prima ora dopo l’ingestione deve essere effettuata una lavanda gastrica. Se ritenuto opportuno può essere somministrato carbone attivo. Non è disponibile alcun antidoto specifico. Itraconazolo non può essere eliminato con emodialisi.
Gruppo Farmacoterapeutico: antimicotici per uso sistemico, derivati del triazolo.
Codice ATC: J02AC02
Gli studi in vitro hanno dimostrato che itraconazolo riduce la sintesi dell’ergosterolo nelle cellule fungine. L’ergosterolo è una componente vitale della membrana cellulare dei funghi. La riduzione della sua sintesi porta alla fine ad un effetto antimicotico.
L’itraconazolo, è un agente antimicotico sostituto del triazolo ed è efficace nelle infezioni causate da dermatofiti (Trichophyton spp., Microsporum spp., Epidermophyton floccosum), lieviti (Cryptococcus neoformans, Pityrosporum spp., Candida spp., inclusi C. albicans, C. glabrata e C. krusei), Aspergillus spp., Histoplasma spp., Paracoccidiodides brasiliensis, Sporothrix shenckii, Fonsecaea spp., Cladosporium spp., Blastomyces dermatitidis e vari altri funghi e lieviti.
Ceppi isolati di Candida glabrata, candida tropicalis e Candida spp. resistente al fluconazolo spesso mostrano una diminuita sensibilità all’itraconazolo.
Itraconazolo non è attivo contro i Zygomycetes (quali Rhizopus spp., Rhotzomucor spp., Mucor spp. e Absidia spp.), Fusarium spp., Scedosporium spp. E Scopulariopsis spp.
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Assorbimento
La biodisponibilità orale dell’itraconazolo è massima quando le capsule vengono ingerite immediatamente dopo i pasti. Le concentrazioni plasmatiche di picco vengono raggiunte a distanza di 3-4 ore dall’assunzione della dose orale. L’eliminazione dal plasma è bifasica con un’emivita terminale di 1,0-1,5 giorni. Dopo somministrazione cronica, lo stato stazionario viene raggiunto nel giro di 1-2 settimane. Le concentrazioni plasmatiche in stato stazionario di itraconazolo 3-4 ore dopo la somministrazione sono 0,4 mcg /ml (100 mg/die), 1,1 mcg /ml (200 mg/die) e 2,0 mcg /ml (200 mg due volte al giorno). L’assorbimento è pH-dipendente, con un basso assorbimento legato all’aumento di pH gastrico.
Distribuzione
Il legame dell’itraconazolo alle proteine plasmatiche è del 99,8%. La concentrazione di itraconazolo nel sangue intero è il 60% di quella del plasma L’assorbimento nel tessuto contenente cheratina, soprattutto quello cutaneo, è fino a 4 volte superiore a quello che avviene nel plasma, e l’eliminazione di itraconazolo è legata alla rigenerazione epidermica. Contrariamente alle concentrazioni plasmatiche, che non sono più rilevabili a distanza di 7 giorni dalla sospensione della terapia, i livelli terapeutici nella cute permangono per 2-4 settimane dopo la sospensione di un trattamento di 4 settimane. La quantità di itraconazolo nella cheratina delle unghie si può misurare già dopo 1 settimana dall’inizio della terapia e persiste per almeno 6 mesi dopo la fine di un trattamento di 3 mesi. L’itraconazolo si trova anche nel sebo e in quantità minori nel sudore.
I livelli terapeutici nel tessuto vaginale persistono per 2 giorni dopo sospensione di un trattamento di 3 giorni alla dose di 200 mg/die e per 3 giorni dopo la sospensione di un trattamento di 1 giorno con una dose di 200 mg mattina e sera.
Metabolismo
l’itraconazolo viene metabolizzato in modo esteso nel fegato principalmente dall’isoenzima CYP3A4 ad un grande numero di metaboliti. Uno di questi è l’idrossi-itraconazolo, la cui attività antimicotica in vitro è paragonabile a quella dell’itraconazolo. I livelli antimicotici misurati mediante biodeterminazione sono circa 3 volte quelli dell’itraconazolo misurati mediante HPLC.
Eliminazione
L’eliminazione dell’itraconazolo attraverso le feci varia fra il 3 e il 18% della dose. L’eliminazione per via renale è inferiore allo 0,03% della dose. Il 35% circa di una dose viene eliminato sotto forma di metaboliti nell’urina entro una settimana.
Popolazioni speciali
Compromissione renale: le concentrazioni plasmatiche dell’itraconazolo in soggetti con insufficienza renale possono risultare subterapeutici (vedere paragrafo 4.2). Itraconazolo non viene rimosso con l’emodialisi.
Compromissione epatica
l’itraconazolo è metabolizzato principalmente dal fegato. L’emivita di eliminazione è comunque significativamente aumentato (vedere paragrafo 4.2).
I principali organi bersaglio dell’itraconazolo identificati in studi con animali a dosi ripetute sono: la corteccia surrenalica, il fegato, il sistema dei fagociti mononucleari e alterazioni del metabolismo lipidico che si presentano come cellule xantomatiche in vari organi.
Non ci sono segnali di un potenziale mutageno dell’itraconazolo.
In studi preclinici su ratti maschi vi è una maggiore incidenza di sarcoma del tessuto molle che è attribuito ad un aumento nelle reazioni infiammatorie croniche non neoplastiche del tessuto connettivo come conseguenza di un aumento dei livelli di colesterolo e di colesteroli nel tessuto connettivo. Non vi è evidenza alcuna di un’influenza primaria sulla fertilità quando in trattamento con itraconazolo. L’itraconazolo ad alte dosi si è dimostrato la causa di un aumento legato alla dose della tossicità per la madre, dell’embriotossicità e della teratogenicità in ratti e topi. In ratti la teratogenicità consiste in difetti maggiori dell’apparato scheletrico; in topi consiste in macroglossia ed encefalocele.
In giovani cani è stata osservata una minore densità globale minerale ossea dopo somministrazione cronica di itraconazolo.
In tre studi tossicologici su ratti, l’itraconazolo ha provocato delle malformazioni ossee. Questi difetti indotti includono una ridotta attività piastrinica dell’osso, uno snellimento della zona compacta delle ossa lunghe ed un aumento della fragilità ossea.
Contenuto delle capsule
Sfere di zucchero (Saccarosio, amido di mais)
ipromellosa
Sorbitano stearato
Silice colloidale idrata
Capsule rigide di gelatina:
Corpo/Cappuccio
Gelatina
Ossido di ferro rosso (E172)
Titanio diossido (E171)
Non pertinente.
Tre anni.
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.
Blister di PVC/PVdC/alluminio.
Blister contenenti: 4, 6, 8, 14, 15, 18, 28, 30, 50, 60, 84 capsule in strip.
È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate.
Nessuna istruzione particolare.
Ratiopharm GmbH - Graf Arco Strasse, 3 - 89079 Ulm (Germania)
AIC n. 037099037/M - 100 mg capsule rigide - 8 capsule in blister PVC/PVDC/Al
Determinazione n. 319/2006 del 25/10/2006
Novembre 2009